Felix Felicis ~ Harry Potter GdR

Posts written by Christian Carrington

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    Benvenuta Irene! Se quello della tua profilo sarà il pv che userai, sappi che lo adoro :wub:
    Ti attendo nella Casa migliore tra tutte :serpe: :serpe: :serpe:
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    Più o meno, infatti.

    Fece eco alle parole di Cursa con un sorriso maligno sul volto, ché nessuno dei due conosceva l'umiltà e pensava quindi ciò che avevano detto sul non essere nessuno per giudicare gli altri. Christian si sentiva eccome nelle condizioni di farlo, e per tremila motivi diversi: era anzitutto bello, ricco, sveglio e popolare, per non parlare del suo carattere fuori dagli schemi e il suo modo di pensare, un mix di caratteristiche che lo avevano portato ad essere quello che era; non era, insomma, una persona anonima all'interno di Hogwarts, e proprio per questo motivo sentiva di avere tutto il diritto di criticare gli altri nei modi, nei tempi e nei termini che preferiva. Lo stesso, era sicuro, valeva per la Zabini.
    Riportò poi la mente alla tragica lezione di Cura delle Creature Magiche quando ne fu fatto accenno, riflettendo su quanto effettivamente si fosse sentito a disagio durante l'intero svolgimento di quell'assurda gita nella valigia del professor Scamander. Il prepotente fastidio che provava nei confronti del docente, la consapevolezza di essere più indietro di molti suoi compagni che invece avevano seguito le lezioni di Cura delle Creature Magiche per anni e la presenza di animali che lui non tollerava avevano reso quella giornata un vero inferno sulla Terra.

    Lo cavalcherei, ovvio. Non sono stupido, solo schizzinoso.

    Christian non aveva intenzione di trattare le Creature né nulla che le riguardassero per semplice attitudine e preferenza personale, ma in una situazione di pericolo o di necessità avrebbe fatto di tutto per uscirne indenne. Cavalcare un Unicorno, tra l'altro, lo avrebbe fatto comunque, ché erano animali tanto rari e prestigiosi da aver attirato persino il suo interesse - specie dopo il loro massacro dell'anno prima.
    Sul tema della festa di Lumacorno ascoltò la battuta di Cursa attendendo di sentire il nome di Maude, prima o poi. Sebbene non ne potesse avere la certezza non aveva alcun dubbio sul fatto che sarebbe stata lei ad accompagnare la ragazza, ché in pratica non c'era una senza che ci fosse anche l'altra; erano quasi morbose agli occhi del Carrington, ma si tenne per sé un giudizio così netto per non rischiare di essere offensivo.

    Ma vi siete conosciute l'anno scorso o eravate amiche già prima? Vi vedo sempre insieme. E per sempre intendo davvero sempre.

    Sbuffò con una risata per alleggerire la tensione, così da far capire a Cursa che non fosse un attacco o una critica, ma solo un'osservazione.

    Avete fondato insieme persino un... comitato studentesco? Ancora non ho capito esattamente.
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    Negozio scelto: Mondomago
    Nome acquisto: Scacchi Magici
    Prezzo: Buono di 1 gioco magico a scelta per il calendario dell'avvento

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    Davvero felice.

    Ripetè le parole dell'amico, facendogli eco per prendersi un po' di tempo prima di rispondere e infrangendo così l'unica regola che era stata posta: non pensarci troppo. Come al solito, Maxwell lo riusciva a mettere in seria difficoltà con le sue domande esistenziali, che in un modo o nell'altro avevano sempre accompagnato la loro conoscenza; non si erano mai fermate alle banali questioni come il colore preferito, l'animale in cui ci si identifica o il tipo di musica che si ascolta, ché era sempre stato molto più importante scavare nelle profondità dell'altro per esplorarle. Ed era una delle cose che più preferiva del rapporto con il ragazzo, il fatto che le loro conversazioni non fossero mai banali e scontate, ma sempre un'occasione per imparare qualcosa di nuovo sull'altro e, perché no, anche su sé stessi.
    In qualche decina di secondi, Christian tentò di ripercorrere tutti i ricordi che aveva accumulato in quindici anni di vita, come se fosse possibile analizzarli uno ad uno in così poco tempo - o in generale. Immaginava quindi suo fratello Cole e i loro pranzi di Natale di quando era più piccolo, quando si mettevano con la chitarra e improvvisavano qualche concerto; poi anche sua sorella Charlotte e sua madre Camille, e ancora Maxwell e Celine, i suoi migliori amici; tentava di collegare ad ogni persona che lo facesse stare bene un ricordo di poco tempo prima che corrispondesse al grado di felicità che il Morgan aveva in mente. Cercava qualcosa di profondo, un istante in cui il cuore aveva soltanto riposato e l'ansia andata via, uno durante il quale ogni pensiero era stato superfluo e l'unica emozione che aveva trovato spazio era la tranquillità, declinazione in fin dei conti della gioia. Ma niente.

    Io... onestamente non saprei. Sono stato felice di recente ovviamente, ma non nella misura che intendi tu.

    Avrebbe potuto parlare di qualcosa di superficiale, raccontare di un aneddoto simpatico o di qualcosa di futile, ma Christian non ne era il tipo e Maxwell lo sapeva bene. Preferiva quindi ammettere di non avere semplicemente nulla in mente, piuttosto che snaturare il suo modo di pensare e di rispondere, sporcando, anche, la sincerità con cui aveva sempre parlato all'amico.
    Non voleva fare la parte di quello sempre triste e tenebroso, anche perché in realtà quello era un periodo tutto sommato positivo, ma era sincero nel dire che quella era più quiete o serenità che vera e propria felicità.

    Tu invece?

    Ribaltò naturalmente la domanda, ma non perché fosse obbligato o si sentisse di doverlo fare, ché era davvero interessato di sapere se, a differenza sua, Maxwell avesse in mente qualcosa di un po' più specifico, e in tal caso era anche curioso di sapere che cosa.
    Con il pane francese ad addolcire ancor di più quel momento, l'amico propose a Christian il suo piano per il futuro: era ancora da rendere più concreto, quello era certo, ma lui non vi vedeva niente di utopico o inimmaginabile in ciò a cui il Morgan aspirava. Girare il mondo a scoprire draghi e Creature Magiche - sogno che sottolineava ancora una volta quanto i due fossero diversi - non escludeva avere comunque una casa in cui tornare, che era considerata tale indipendentemente dalla frequenza con cui la si frequentava.

    No, credo sia perfetto.

    Rispose con un sorriso, riflettendo sul desiderio di Maxwell. Anche a lui, in effetti, sarebbe piaciuto molto esplorare qualche altro posto in futuro, sebbene viaggiare non fosse tra le sue cose preferite e lo facesse già molto spesso con la sua famiglia. Ma immergersi in altre culture e apprendere ciò che avevano da insegnargli sì, quello lo avrebbe fatto senz'altro, e, perché no, magari proprio in compagnia dell'amico.

    E una casa credi di averla già trovata? Il tuo posto nel mondo diciamo.

    Sapeva bene che Maxwell avesse inteso "casa" nel senso più letterale del termine, un luogo fisico, quindi, dove poter tornare alla sera per sentirsi nel posto giusto. Christian l'aveva invece ribaltato e proposto in modo più astratto, consapevole che fossero ancora giovani per rispondere ad una domanda del genere ma sicuro anche che era proprio quella l'età in cui ci si iniziava a sentire giusti da qualche parte o facendo qualcosa, con la speranza di proiettarlo poi anche una volta cresciuti.
    Intanto la Torre Eiffel si avvicinava sempre più.

    Ssssssssssssscusa 💛💛
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    Christian passava moltissimo tempo nella Sala Comune dei Serpeverde, ché la trovava perfettamente utile allo studio e allo sfruttamento del proprio tempo libero. Era scura e silenziosa, e, al cospetto dell'abisso che si vedeva dalle grandi finestre, tutti loro sembravano inutili moscerini: il vociare appariva così quieto, regalando la serenità che il Carrington cercava tanto disperatamente e che nemmeno in biblioteca riusciva sempre a trovare. Durante i suoi primi anni di scuola, in realtà, tendeva a chiudersi nel dormitorio piuttosto che rimanere nell'atrio, impaurito, probabilmente, dalla presenza dei ragazzi più grandi; adesso che era lui ad essere tra i più grandi sentiva invece di avere tutto il diritto di prendere posto sui divani, e persino di occuparne uno intero da solo, proprio come stava facendo quella sera.
    Aveva la schiena poggiata su un bracciolo e le gambe poggiate sull'altro, lo sguardo fisso su un romanzo che stava leggendo con interesse ormai da un'oretta. Non c'erano tanti studenti a quell'ora del giorno, ché la maggior parte di loro preferiva rimanere in cortile a giocare con la neve o in Sala Grande a fare una partita con gli Scacchi Magici. I pochi che invece lo circondavano semplicemente non li considerava, molto più interessato di sapere il continuo della storia che stava leggendo che di scoprire quali cavolate passassero per la testa dei suoi compagni di Casa.
    I passi della studentessa del settimo anno, però, erano molto difficili da ignorare, specie per chi era sempre tanto attento a ciò che gli stava attorno: attirò inevitabilmente anche l'attenzione di Christian, che la guardò con la coda dell'occhio. Quando poi a prendere la parola fu Cursa, il ragazzo tornò a guardare le pagine del suo libro.

    Io farei lo stesso, se solo fossi un Animagus.

    Rispose subito dopo che lo fece anche Gideon, che fino a quel momento lui non aveva nemmeno notato.
    Ma la sua presenza lì accanto a loro gli diede lo spunto per argomentare le sue parole nel modo più convincente che conosceva: prendere spunto da fatti reali.

    E' bene che tenga d'occhio i corridoi nel modo più discreto possibile, così da scovare ogni criminale nascosto nel Castello.

    Alla parola "criminale", ovviamente, smise di guardare le parole del suo libro e lanciò un'occhiata a Gideon, che lì in mezzo, per quanto poteva saperne lui, era chi più si avvicinava alla definizione di quel termine
    Intervenne poi anche Maude, che sembrava essere particolarmente seccata dalle abilità di Animagus della Preside e dal modo in cui le sfruttava. Ne prese nota ma non disse niente, per il momento, ascoltando la provocazione che rivolse al Greengrass..

    Perché dovrebbe? I segreti più interessanti che ha sono già noti a tutti.

    Prese parola prima che potesse farlo l'altro, provocandolo allo stesso modo in cui lui aveva fatto con Cursa e Maude aveva fatto con lui. In fondo era un covo di Serpeverde quello, in quale altro modo sarebbe potuta andare quella conversazione?
    Ma Christian, che aveva sempre una parola buona per tutti, non aveva ancora terminato.

    E Maude: gironzolare nel Castello per impedire che forze oscure continuino a penetrarvi è ciò che deve fare. Se pensi non sia così magari sei tu ad avere dei segreti.

    Tornò ad osservare le pagine del suo libro come se non avesse detto niente, pronto ad ascoltare il proseguo.
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    Sarei un Alfiere perfetto.

    Stando soltanto alle caratteristiche che Maxwell affibbiava al tipo Alfiere, Christian non poté che riflettere sul fatto che lui le possedeva tutte. Nella teoria sarebbe quindi stato un membro dell'Ordine con i fiocchi, e questo lo fece riflettere su quello che era accaduto il primo settembre dell'anno prima: quando gli Alfieri si erano palesati per la prima volta, il Carrington non li aveva attaccati subito, ma aveva ricercato la diplomazia e chiesto quale fosse il loro reale scopo; in risposta aveva ricevuto uno schiantesimo ed ecco allora che divenne ufficialmente "traditore del proprio sangue". Se solo gli fosse stata data una risposta diversa sarebbe stato parte dell'Ordine adesso?
    Quando poi Maxwell, con la sua classica tendenza ad aspettare prima di giudicare con severità il prossimo, tentò di mitigare quello che Christian pensava di Oliver, ricevette in cambio soltanto un'alzata di spalle. Non aveva idea dei motivi per cui il Tassorosso si comportava nel modo in cui si comportava, ché tutto ciò che gli era chiaro era che non riusciva a tollerarlo
    Arrivato poi da Lumacorno e bloccata la fuga dell'imbucato, Christian dovette sospirare più di una volta per non perdere il controllo, vedendo apparire il volto di Vesper al posto di quello di Malfoy. Perché quando c'era un'infrazione o qualcuno faceva qualcosa che non doveva erano sempre i Serpeverde ad essere coinvolti? Trenta punti in meno erano tanti nella situazione in cui si trovavano.

    Non mi turba. L'anno scorso ho denunciato Thomas: non intendo chiudere un occhio sulle idiozie dei nostri compagni, e la responsabilità delle loro azioni sono soltanto loro.

    Che non lo turbasse affatto non era vero, ma lo era ciò che aveva detto dopo: non avrebbe rinunciato al profondo rispetto che nutriva per le regole soltanto per salvare trenta punti dei Serpeverde. Accettò il bicchiere che Maxwell gli passò e ne bevve il contenuto tutto d'un fiato, sperando di distrarsi.
    Eunjoo, con cui si era ormai alleato per cacciare ogni intruso si palesasse, lo aveva informato anche di un'altra persona che non sembrava essere chi diceva di essere. Si accodò quindi a chiunque avesse le sue stesse intenzioni e lanciò un Reparifarge non verbale.

    A qualcun altro non piacerà questo invece.

    Sussurrò all'amico.

    Post di corsa così non blocco nessuno.
    Christian tenta un Reparifarge non verbale.
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    Nessuna. Ma intendo approfondire, ovviamente.

    Christian inevstigatore-gossipparo-polemico-rancoroso non si sarebbe mai fatto sfuggire l'occasione di mettere il becco in qualcosa che non lo riguardava e che riguardava invece una persona che non sopportava. Inoltre Eunjoo era una sua amica e voleva capire fino a che punto dovesse avercela con lei per non averlo tenuto aggiornato sui pettegolezzi che la riguardavano, sempre che ve ne fossero effettivamente.

    Le cose ad Hogwarts non sono più facili come prima, dobbiamo farne i conti e convivere con la costante paura di essere sempre vicini al prossimo attacco. Questa festa, ad esempio... non sarebbe l'occasione perfetta per colpire?

    Tra tutte le cose che erano cambiate e che ponevano gli studenti in seria difficoltà, la più gravosa era forse proprio la paura che tutti covavano, chi più consapevolmente e chi meno. Ogni volta che Christian usciva dalla Sala Comune - ma anche quando vi era all'interno, viste le persone che si ritrovava in dormitorio - non poteva che riflettere sul tempo che ci avrebbe messo a raggiungere la sua bacchetta, o su quale incantesimo gli riuscisse meglio; non voleva farsi cogliere impreparato, insomma, e a ragion veduta vista l'imprevedibilità con cui capitavano gli attacchi. L'unica cosa che aveva capito era che non poteva mai abbassare la guardia, e lo stesso continuava a non fare anche a quella festa.
    Quando Maxwell nominò Oliver, poi, Christian si domandò innanzitutto il motivo per cui avesse fatto il suo nome tra tutti. C'era forse dell'interesse di qualche tipo? Oppure la sua era semplice curiosità?

    Borioso, chiassoso e volgare. Begli occhi però.

    Come personalità già sapeva che non solo non sarebbero mai potuto andare d'accordo, ma che erano destinati a litigare prima o poi, e non solo perché questo era il destino del novanta per cento degli studenti quando c'era il Carrington di mezzo. Oliver era il tipico casinista che lui non riusciva a tollerare, uno di quelli che non sapeva quando tacere e che nemmeno rifletteva su quel che diceva, finendo sempre a vomitare parole su parole che sapevano di poco e niente. Se doveva invece dare un giudizio più superficiale, allora non poteva che riconoscere che avesse degli occhi davvero magnetici, anche se lui non aveva proprio niente da invidiargli neppure in quello.
    Puntò allora gli occhi su Eunjoo, che a sua volta li aveva puntati su di lui, e le sorrise a mo' di saluto, evitando così un eye contact che sarebbe potuto essere potenzialmente imbarazzante. Proprio guardando lei riuscì ad accorgersi dapprima delle cioccorane, la cui "minaccia" fu presto debellata, e subito dopo dell'attacco ai danni del suo amichetto Gideon. Le si avvicinò, portando Maxwell con sé, per osservare meglio la situazione e farsi un po' i fatti degli altri, magari anche per ridere in faccia al Serpeverde, e lo fece giusto in tempo per sentirla parlare con il docente di Pozioni. La lasciò finire, poi si mise in mezzo, com'era ovvio che accadesse.

    Mina l'esclusività del Lumaclub dopotutto. Ed è una grande mancanza di rispetto nei suoi confronti.

    Dopo aver ascoltato il discorso di Eunjoo, Christian ebbe tutte le intenzione di spalleggiare l'amica di fronte a Lumacorno, con il fine ultimo di umiliare chiunque si fosse imbucato a quella festa. Con la ragazza tirava fuori il suo lato più vipera, che spesso tendeva a palesare soltanto a sé stesso per timore di essere giudicato cattivo; ma era una parte che apprezzava molto e che non aveva intenzione di frenare più - specie adesso che aveva trovato qualcuno con cui condividerla.
    Il ragazzo, probabilmente per evitare una brutta figura, tentò di defilarsi senza dare troppo nell'occhio, ma Christian, per anticiparlo, mirò alla porta, unica e comunque più probabile uscita da quell'ufficio.

    Colloportus.

    Non poteva naturalmente permettere all'impostore di farla franca con così tanta facilità, ché chiunque in quella stanza fosse fuori posto meritava la gogna pubblica, e Christian ed Eunjoo avrebbero volentieri fatto da giudici e boia. Loro erano lì perché lo meritavano, perché, accompagnatori o invitati che fossero, avevano il loro nome tra le lettere di Lumacorno e potevano mostrarsi con il loro bell'aspetto senza temere di essere cacciati fuori; gli altri, invece, tentavano solo di appropriarsi di una luce che che non avrebbe dovuto illuminarli e che i due ragazzi non erano intenzionati a condividere.
    Che si scoprissero tutte le carte in tavola, allora.

    - Christian usa Colloportus per bloccare l'uscita dall'ufficio
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    Sentire Eunjoo esporsi su un argomento che a Christian stava così a cuore come la sua amicizia con Celine, lo costrinse ad un ascolto attento e preoccupato, ché l'ultima cosa che voleva era che la ragazza criticasse in qualunque modo l'amica, perché lui sarebbe stato costretto a difenderla e ad andarle contro, indipendentemente dall'oggetto della discussione. Non voleva dover rinunciare ad un rapporto soltanto per proteggerne un altro dalle malelingue, e tutto ciò che sperava era che in quell'occasione la bocca larga della Choe filtrasse bene ogni sillaba.
    E per fortuna lo fece nel modo migliore in cui era capace, e circoscrisse l'incompatibilità che esisteva ai suoi occhi soltanto ad una sfera romantica, cosa che il ragazzo poteva tranquillamente accettare. Poteva capire che tra loro non fossero evidenti i punti in comune, specie perché con Eunjoo dava sfoggio di un lato di sé e ne teneva più nascosto un altro, mentre con Celine faceva esattamente l'opposto.

    Io e Celine siamo più simili di quanto pensi, più di quanto pensassi anch'io prima di conoscerla in realtà. Ha la straordinaria capacità di capire alcuni dei miei spigoli più nascosti, e di consigliarmi sempre con sincerità.

    Teneva moltissimo al rapporto che aveva con Celine proprio per la naturalezza con cui tutto era avvenuto: si erano incontrati per caso e per lo stesso caso si erano piaciuti, tanto da uscire così spesso insieme da aver stretto in pochissimo tempo un legame molto forte. Era a tutti gli effetti una delle persone a lui più care, e non avrebbe saputo immaginare una Hogwarts senza di lei al suo fianco. Voleva quindi che fosse chiaro a tutti che ciò che li univa era forte, e che Christian, per quanto solitario potesse sembrare, avrebbe difeso quell'amicizia.
    La sincerità che dimostrò Eunjoo nel affermare che un po’ lui le era piaciuto fu ammirevole, ma non fu ovviamente su quello che si concentrò il ragazzo. Ciò che aveva sospettato gli era appena stato brutalmente confermato, e lui non sapeva bene come reagire; questo semplicemente perché non era mai nemmeno stato vicino ad instaurare una relazione con nessuno, e il romanticismo, sebbene fosse una cosa a cui aspirasse, sembrava evitarlo come fosse la peste.

    Perché ti piacevo?

    E utilizzò la stessa frase per domandare due cose: la prima era che cosa Christian avesse che poteva attrarre in quel senso le altre persone - oltre all’aspetto, sempre che vi fosse dell’altro; la seconda era perché le era piaciuto e adesso non le piaceva più. Aveva fatto qualcosa di male?
    Sapere poi dell'immagine che Eunjoo aveva avuto guardandolo da fuori lo stranì un po', ché tutto pensava di sé stesso tranne che di uno che desse l'idea di avere un suo gruppo esclusivo ed indissolubile. Erano così poche, in fondo, le persone con cui girava, e tra queste era ormai definitivamente parte anche lei.

    Ho due amici in tutta Hogwarts, letteralmente. Non pensavo di dare l'idea di uno con la sua cerchia... anche se ammetto di non essere tra i più socievoli del Castello. Questo però dà in un certo senso più valore ai rapporti che creo, secondo me.

    Christian non si dava a chiunque; erano pochi quelli che potevano dire di aver ricevuto da lui un sorriso sincero, o quelli con cui aveva parlato di argomenti con un minimo di profondità. Questo rendeva di certo il ragazzo selettivo e a tratti snob, ma attribuiva alle sue amicizie ancora più valore: chi aveva tantissimi amici non poteva dire di potersi fidare di tutti loro allo stesso modo, mentre lui era certo che le persone di cui si circondava gli volessero del bene sincero, e lo stesso affetto nutriva lui nei loro confronti. Era già rimasto scottato una volta dall'amicizia - o qualunque cosa fosse - con Gideon, e ciò gli era servito da promemoria per ricordarsi di essere parsimonioso con la sua fiducia.
    Fu proprio di quest'ultimo che la ragazza fece il nome, quando Christian le chiese un tipo di persona che gli sarebbe potuto piacere. Non seppe perché ma non ne fu stupito: Gideon era in effetti affascinante, ed era anche simile a lui sotto qualche punto di vista, quindi era facile che entrambi potessero rispecchiare la stessa tipologia di ragazzo. Ma dopo tutto quello che era accaduto, il Serpeverde si domandava come lo si potesse ancora guardare con occhi diversi da quelli con i quali si guarda un criminale; si era già dimenticata che l'anno prima aveva cospirato anche contro di lei?

    Parli in generale o ti riferisci al fatto che io ho invitato un mio amico?

    Si soffermò più su quel dettaglio che su quello di Gideon, ché non aveva compreso se quella fosse un'altra delle frecciate della ragazza oppure se fosse lui ad essere troppo malizioso nei suoi confronti. Si imbarazzò appena, addirittura, ché nemmeno capiva a cosa stesse alludendo: e se il suo intento fosse stato quello di presupporre qualcosa di più di una semplice amicizia tra Christian e Maxwell?

    E in ogni caso avrei preferito una nottata di studio in Sala Comune che una serata con Gideon.

    Concluse, sapendo di non poter essere preso sul serio perché a lui studiare era sempre piaciuto moltissimo.

    Edited by Christian Carrington - 19/12/2023, 23:08
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    Scopre imbucato se 1d50 con risultato tra 1 e 8



    Lancio dado: 43
    • 1d50
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    • Inviato il
      19/12/2023, 22:28
      Christian Carrington
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    Persone del suo stesso livello, immagino. Tra simili ci si riconosce.

    Chi altro avrebbe mai potuto credere allo sciocchezze ci Calliope, raccontastorie per eccellenza? era inutile prendersi in giro: il professore mai avrebbe davvero pensato ad una studentessa in quel modo, men che meno ad una come lei; poi, se preferiva, poteva benissimo esserne convinta, ma era l'unica a farne una brutta figura agli occhi di chiunque fosse dotato di un quoziente intellettivo quantomeno mediocre.

    Onorato.

    Rispose con un sorriso sornione alla confessione di gelosia nei suoi confronti, che non riuscì tuttavia ad interpretare: quanto ironiche potevano essere le sue parole? Le avesse pronunciate chiunque altro avrebbe di sicuro capito non contenessero verità, ma da Eunjoo ci si poteva davvero aspettare di tutto, tanto era imprevedibile e volubile - cosa che lui apprezzava nelle altre persone.

    No, certo che no. Ma non vado matto per gli enemies to lovers.. I miei enemies non li sopporto, ed ecco perché sono tali.

    La Mizrahi era una ragazza insopportabile, a prescindere dal fatto che Christian ci avesse discusso un paio di volta un anno prima. Era boriosa e saccente, la classica persona a cui il ruolo della stronza, che si ostinava ad interpretare con così tanta convinzione, non era mai venuto bene; al contrario calzava a pennello su persone come il Serpeverde e la Choe, che nemmeno si dovevano sforzare: era tutto talento naturale.

    Mi hai scoperto, esattamente questo.

    Rispose ironico alla provocazione di Eunjoo, fingendo di aver posto quella domanda proprio per prendere degli spunti che gli fossero utili a conquistarla. Ormai, comunque, come Christian fosse fatto la ragazza doveva averlo capito abbastanza bene, ché altrimenti non avrebbe continuato ad uscirci per tutto quel tempo; quindi, anche avesse di punto in bianco cambiato atteggiamento per assecondare le sue richieste, lei non gli avrebbe mai creduto, nemmeno per mezzo secondo.
    Ascoltando ciò che Eunjoo ricercava in un ragazzo, il Carrington si rese conto che non avrebbe nemmeno avuto bisogno di fingere, ma avrebbe approfondito questa questione in un secondo momento.
    Quando gli venne ribaltata la domanda in modo ancora più diretto del suo, il ragazzo non poté che posare lo sguardo in terra, pensieroso. Chi tra le persone che conosceva poteva corrispondere ai suoi sofisticati e complicatissimi canoni?

    So il tipo di persona che voglio, ma non riesco a trovare tutto ciò che cerco in nessuno che conosco. Forse un po' Cursa, o insomma... no, davvero non saprei.

    La difficoltà che palesava nel fare un nome non era finta, né era una banale via di fuga per evitare di rispondere alla domanda, ché Christian era sempre stato molto schietto e sincero anche sulle questioni più spinose; non esisteva tabù al mondo, insomma, a frenare la sua lingua. Ma con sincerità non c'era nessuno a scuola che lui vedesse con occhi diversi, o almeno nessuno che ancora sapesse interessargli, avendo il suo inconscio ancora da capire cose che lui adesso forse sfiorava appena, ma che non era ancora nelle condizioni di approfondire.
    Il nome di Cursa, infatti, lo aveva buttato sul tavolo un po' perché si era sentito costretto a fare un nome, e lei era in effetti una ragazza che trovava interessante; ma dopo quello che era successo ad Halloween la fiducia nei suoi confronti era drasticamente diminuita, e sapeva quindi che ci fosse ancora qualche conto in sospeso da chiarire.
    Una domanda, a quel punto, gli frullava per la testa da quando Eunjoo aveva elencato gli elementi che ricercava nel suo futuro compagno.

    Scusami Eunjoo. Lo vuoi Purosangue, bello, intelligente e con carattere: se adesso non sei tu a farmi un nome penserò davvero che parlassi di me.

    Modestia a parte, come sempre.
    Sempre la stessa ironia un po' provocante, che ormai aveva capito divertirlo molto se utilizzata con Eunjoo. Se lei fosse o meno in parte interessata a Christian, a dire la verità, lui nemmeno se l'era mai domandato, e quella domanda non l'aveva infatti posta con il fine di farsi accarezzare l'ego, ma semplicemente di sapere chi nel Castello poteva aver catturato le tante ambite attenzioni della Grifondoro.
562 replies since 13/11/2021
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