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Stanza delle Necessità con Liam se 1-7: 24
- 1d30
- 24
- Inviato il
- 17/1/2023, 21:36
- Manuel S. Flores
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Strana è l’arte della nostra necessità, che può render preziose le cose vili - Corridoi del Settimo Piano.
Qualche mese. Non doveva resistere altro, in cuor suo sapeva bene che, se fosse riuscito ad arrivare fino alla fine di quel semestre, al suo congedarsi definitivamente da Hogwarts ci sarebbe stata una festa fatta di trenini e caroselli in giro per il Castello; la piaga che Manuel sapeva essere - per tutti quanti, quando s'impegnava - era diventata ormai una di quelle fastidiose ricorrenze, che disturbano specie per l'imprevedibilità delle mosse scriteriate che era solito mettere in atto. Non si era mai curato del fatto che infrangere le regole potesse avere ripercussioni sulla Casata dei Grifondoro - e di conseguenza sui suoi amici; non riusciva a farsene un cruccio, ad anteporre il bene comune prima della sua stessa impulsività, nè servivano a granchè gli ormai monotoni rimproveri che costellavano le sue settimane, tra Prefetti con cui ormai era abituato a prendere il caffè ai chiari di Luna, Professori esasperati da un'indole così tanto indisciplinata e, non ultimo, una Preside che minacciava di rispedirlo ad Ibiza un giorno sì e l'altro pure. Forse, se Manuel era ancora lì, era solo per non dargli la soddisfazione di tornare nell'agio e nella ricchezza in cui si crogiolava fuori dal Castello, ma la moneta con cui ricambiava quella e tutte le altre punizioni che si ritrovava a scontare, alla fine, era proprio traducibile in uno scenario che stava delineandosi tra le pieghe dell'ennesima malefatta. Questa volta ad accompagnare le moralmente discutibili gesta di Manuel c'era Liam, con cui attaccare bottone era stato esageratamente facile; il Cooper era la sua versione bionda e con gli abiti verdi, per il resto si erano riscoperti piuttosto simili quando si trattava di infrangere le regole, combinare qualche guaio e, quasi sempre in effetti, trascorrere poi il tempo a rimediarvi in castigo. Era inevitabile che l'effetto domino li portasse alla fine a tramare qualcosa, qualcosa che stava iniziando tra quei Corridoi silenziosi e poco battuti, visto l'orario e soprattutto il coprifuoco ormai superato.
Ti piacerebbe, niño. E sentirti poi vantare per tutto il resto dell'anno? Nah.
Sottovoce, in un parlottare basso che in effetti ricordava molto quello che Manuel faceva per la maggior parte del suo tempo durante le lezioni in aula, accolse così Liam.
E perchè cavolo ti metti un cappellino al chiuso, e di sera.
Disse proprio la persona meno indicata in tutto il Castello per commentare il vestiario altrui, che era già tanto se non finiva in punizione anche con l'accusa di avere outfit di orripilante gusto; quella sera non faceva eccezione, aveva scelto per l'occasione speciale una tuta di nota marca babbana, che spesso e volentieri gli faceva anche da pigiama per dormire, interamente fucsia - perchè mica c'era bisogno di discrezione, in fin dei conti erano solo a spasso per il Castello durante il coprifuoco - con logo e doppia bordatura bianca ai lati. Alle dita portava la solita schiera di anelli in oro piuttosto pacchiani, così come le due collane che giravano attorno al collo.
Ma infatti non è possibile, per me ci hanno preso per il culo - e poi scusa, stavo pensando ad una cosa, ma non ti viene ansia che gli altri possano scoprire quello che vuoi? Cioè metti che io entro nella tua Stanza e alle pareti ci trovo i quadri con i disegni dei buongiornissimi .. coi cuoricini e tutto il resto. Cioè lo sai che non puoi farti più vedere in giro, poi.
Sempre perchè Manuel aveva la capacità di assumere il punto di vista altrui pari a quella di un posacenere, elargiva esempi e traeva riferimenti dal mondo babbano con ricorrente facilità, senza neanche domandarsi quanto e se Liam li capisse o meno, non avendo idea della purezza del sangue altrui. E comunque, per quanto molto inappropriato, l'esempio aveva un pensiero di fondo piuttosto sensato: che cosa gli avrebbe dato la sicurezza che, entrando nella Stanza se e quando l'avessero trovata, Liam non scoprisse cose indesiderate su di lui?
Comunque, vamos, prima che arrivi qualcuno - strusciati sui muri, tocca le mattonelle, magari sblocchi qualcosa.
E, dando il buon esempio, iniziò a muoversi in un modo piuttosto bizzarro cercando il magico trucco che avrebbe fatto apparire la famigerata Stanza - senza ovviamente ottenere nient'altro che non fosse un'aria ridicola.SPOILER (clicca per visualizzare)Liam Cooper
qui i dadi che si fanno beffe di me -
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Stanza delle Necessità con Liam se 1-7: 8
- 1d30
- 8
- Inviato il
- 12/1/2023, 21:26
- Manuel S. Flores
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.SPOILER (clicca per visualizzare)HP3, Ron, pag. 90, cap. 6.
un po' di OCD anche stasera
«Due. Non ho sentito scattare l’Incantesimo Intruso, stavo facendo il bagno. Però» aggiunse con fermezza, come a riacquistare il controllo, «resta il fatto che sono un vecchio, Albus. Un vecchio stanco che si è guadagnato il diritto a una vita tranquilla e a qualche piccola comodità». -
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Niente di ciò che faceva Manuel aveva di solito un grande ragionamento alle spalle, per la stragrande maggioranza del tempo faceva e diceva cose, il Grifondoro, semplicemente perchè sì; e non era talentuoso neanche nel rendersi conto, a posteriori, di quelle sottili sfumature che, se colte, avrebbero potuto aiutarlo a guidare meglio e con più accortezza i propri interventi. A malapena sapeva stare nei suoi, figurarsi s'era in grado di mettersi nei panni degli altri o di cogliere quelle reazioni che, tranne nei casi più eclatanti e vistosi, passavano facilmente in sordina e venivano poco attenzionate. Per quanto Séan sembrasse in imbarazzo, quindi, non aver posto un veto esplicito all'argomento tirato in ballo e, contemporaneamente, averlo ripreso con ironia, lo fece sentire più che autorizzato a proseguire sulla stessa linea - che in fondo, se non era un problema per Manuel, perchè avrebbe dovuto esserlo per qualcun altro? Acume da vero Grifondoro.
Ah, claro. Sei uno di quelli a cui piace sperimentare insomma - sai che non l'avrei proprio mai detto.
Disse, cercando di avvicinarsi ad una delle travi che facevano da sostegno alla rimessa, per appoggiarsi con la spalla contro il legno ed incrociare le braccia al petto, mentre ammiccava con un occhiolino verso Séan. Non avrebbe mai scommesso che dietro ad un faccino così docile e mansueto si celasse un animo così frizzante, ma per qualche motivo la cosa sembrava incontrare il suo favore.
Anche a me, comunque.
Rivelò, con il tono di quella che poteva sembrare una confidenza detta tra lì, tra loro due, e se non altro in quella breve parentesi iniziale era riuscito a dimenticarsi per qualche momento un po' di tutto il resto; del perchè fosse lì e non nella sua Sala Comune, ad esempio, o dei problemi che sembravano accumularsi senza che Manuel riuscisse, o potesse, fare qualcosa per impedirlo. Erano certo distrazioni fugaci - ma sempre distrazioni erano, e proprio questo serviva al Grifondoro in quel periodo che era così frivolo e superficiale solo di facciata. E per quanto avrebbe voluto condividere l'entusiasmo di Séan nei confronti del suo topolino, di fatto cercò di fare del suo meglio per non perdere il contegno - e di conseguenza anche la dignità - di fronte a quell'esserino così piccino, ed al quale il Tassorosso sembrava così tanto affezionato.
Dove l'hai trovato?
Magari aveva frainteso, e Nic era un topolino abitante della rimessa in cui si trovavano, il che avrebbe necessariamente implicato che lì, da qualche parte, ci fossero altri topolini di cui poter aver paura. E infatti si guardò istintivamente attorno, prima di dover tornare sul Tassorosso e sul criptico scambio di giustificazioni circa il reciproco trovarsi lì. Avrebbe potuto indagare ancora, fare altre domande e chissà, magari scoprire qualcosa di più sull'apparente poca osservanza delle regole che Séan sembrava dimostrare, ma alla fine decise di accettare tacitamente l'accordo con lui; nessuno dei due avrebbe chiesto, e tutti e due sarebbero stati probabilmente più felici così. Anche se, in effetti, non si rese necessario attendere molto perchè il ragazzo rivelasse con un altro paio di domande quello che evidentemente frullava nella sua testa; spostò gli occhi sulla barca che il Tassorosso gli stava indicando, nel chiaro riferimento di che cosa sarebbe accaduto di lì a poco, e considerato che Manuel era arrivato lì solo per caso, gli venne subito da pensare che Séan, su quella barca, ci sarebbe salito in un caso o nell'altro.
Di notte? Sei forse impazzito?
Esordì, inizialmente con un finto sconcerto a tratteggiargli l'espressione, ma ben presto si fece largo un sorriso che poteva sembrare malizioso tanto quanto quello altrui.
Certe cose si fanno di giorno, così tutti possono vederti e ammirarti. Si vede che sei un nabbo.
Non sapeva neanche se per Séan quel termine potesse avere senso, che non aveva idea delle sue origini in quanto a linea di sangue, ma per Manuel lo aveva eccome - e l'intenzione era precisamente quella di punzecchiarlo e gettare benzina sul fuoco della sua apparente vena trasgressiva. Si staccò dalla trave su cui si era appoggiato, andò verso la barca e d'istinto gli venne persino di fare dell'ironia.
Sicuro di sentirtela, sì? Non è che poi mi salti in braccio sopra la barca per la paura mh, guarda che nel Lago Nero ci sono i mostri.
E, proprio mentre stava sorridendo di nuovo con un'aria sorniona, si ritrovò a ricordarsi di una cosa che, ogni tanto, gli sfuggiva di mente proprio per il suo non essere ancora abituato del tutto a quella situazione: mostro, almeno sulla carta ed all'anagrafe, in effetti lo era anche lui. Ed era così tanto idiota da farci anche delle battute a riguardo, senza accorgersene peraltro, e d'istinto infatti smise di sorridere, ma non solo; si affacciò con lo sguardo oltre la rimessa, cercando in cielo la Luna, preso da un attimo di ansia fugace e momentanea. Gli capitava di farlo spesso, anche quando la sua parte cosciente sapeva perfettamente che non fosse Piena, o che mancassero ancora diversi giorni a quel momento; ma stava diventando ormai un riflesso condizionato, una sorta di paura che di logico aveva poco, e chissà che dramma sarebbe stato poi se si fosse ritrovato sulla barca al centro del Lago con Séan, e si fosse trasformato proprio lì. Comunque, tentando di ricomporsi quasi subito e grattando la gola un paio di volte, tentò di tornare con lo sguardo sulla barca, evitando per il momento quello del Tassorosso.
Magari ai remi ci penso io.
Disse, pensando alle braccia di Séan.
O al centro del Lago ci arriviamo tra una settimana.
Aggiunse, tornando a rivolgergli a quel punto uno sguardo più ironico.SPOILER (clicca per visualizzare)Séan Colbert -
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Era ironico - trovarsi lì, in quella rimessa, in un momento come quello. Tutte le altre volte in cui ci aveva messo piede, in passato, era sempre stato per combinare qualcosa di illecito o che non avrebbe potuto essere fatto in qualche altra parte del Castello, un po' come stava accadendo per Séan in quel momento, a sua insaputa; ad esempio, durante il secondo anno aveva tentato di rubare assieme ad un altro paio di Grifondoro proprio una di quelle barche per andare ad esplorare i segreti all'interno del Lago, o durante il quarto, invece, le avevano liberate e fatte navigare per molti metri, cercando poi di prenderle come bersagli per i loro Bombarda. Si divertiva - e sotto sotto ancora adesso un po' si diverte - così, Manuel, catastrofe per la sua Casata e fautore di così tante penalità che, se esistesse un grafico a torta dei punti persi dai Grifondoro negli ultimi 5 anni e mezzo, almeno metà avrebbe la sua faccia sopra. Forte della presunzione di poter trovare sempre un modo per farla franca, o chissà, anche di quel talento nel Quidditch che serviva quantomeno a bilanciare un minimo l'opinione sociale nei suoi confronti, non si era mai davvero preoccupato delle conseguenze - di rubare una barca, di farla esplodere, di far perdere punti ai Grifondoro, di tante cose, in verità, a cui non aveva mai avuto bisogno di pensare. Non gli importava quello che gli altri potevano pensare, nè che si raccontassero più le sue gesta da scapestrato che tutto il resto - e non faceva eccezione quella sera, in cui l'idea che qualcuno potesse entrare a sorprendere lui e Séan oltre il coprifuoco imposto non lo sfiorava neppure. Séan, a proposito del Tassorosso, che esordì giustificandosi e parlando di un gioco con qualcuno di nome Nic, il che non suonava comunque troppo distante dalle allusioni di Manuel.
Oh, finite di giocare dopo allora - tipo a letto, perchè a nessuno piace più il letto? Questa moda delle cose esotiche ..
Ma al suo proseguire, ed allo sguardo di lato che alla fine aveva ceduto e concesso, notò il riferimento del Tassorosso a quello che sembrava a tutti gli effetti essere un topolino tra le sue mani. Vero, negli ultimi mesi Manuel passava almeno una notte ogni trenta nel mezzo di boschi e foreste, ma - altrettanto vero - i primi diciassette anni e mezzo li aveva trascorsi in una villa dove c'erano più inservienti che stanze, e certe creature temibili e minacciose come i topi non si erano ovviamente mai visti. Era stato molto difficile abituarsi agli spazi comuni di una scuola come Hogwarts, ancor più dove ciascuno poteva addirittura tenere e portare con sè animaletti come Nic, se non altre amenità immonde come ranocchi, furetti e via discorrendo. Tutte ragioni che lo costrinsero a rimanere piuttosto interdetto, per niente intenzionato a fare amicizia con un topolino - ma al contempo costretto a mediare con Séan, perchè insomma, il ragazzo gli sembrava piuttosto genuino, ed in fin dei conti in quella rimessa era anche arrivato per primo.
Hola, Nic, sei davvero molto .. - si fermò per un momento, cercando a fatica le parole più adatte per proseguire la frase - topo, molto molto topo.
E nella strana piega che presero le labbra poteva riassumersi tutta l'incerta espressione di Manuel di fronte alla creaturina, non certo da ripudiare, ma che indubbiamente stava benissimo tra le mani di Séan - e lì sperava in cuor suo che sarebbe continuata a rimanere. Finì di aggirare la barca, fermandosi quando raggiunse più o meno il metro tra sè ed il Tassorosso, restandogli di fronte; si ricordava in un certo senso di quei capelli mossi e dell'aria mingherlina che di tanto in tanto, ne era sicuro, aveva incontrato a qualche lezione comune nel corso degli anni. Poi, però - un po' come se d'improvviso fosse passata una spugna a cancellare i ricordi più recenti, si accorse di non saper dire dov'è che l'aveva visto l'ultima volta, o quando, soprattutto. Manuel, che a malapena riusciva ad orientarsi nel suo spazio e nel suo tempo, di sicuro non era così tanto attento da essersi annotato mentalmente i sei mesi di assenza di Séan dell'anno precedente - nè avrebbe saputo dire che al momento il Tassorosso fosse al sesto anno, anzichè a quello pari al suo. Semplicemente, come fin troppo spesso accadeva, si dedicava alle cose soltanto quando si ritrovava ad averle tra le mani.
Potresti - ma non è tardi, per me. Ho dei permessi speciali, della ..
Manuel Flores, studente così devoto che a stento ricordava i nomi dei suoi insegnanti.
Copernicus, sì, quella. Per guardare le stelle.
Che non era vero per niente, ma del resto era un mentiroso piuttosto incorreggibile, che fossero per questioni minime, come quella che aveva appena messo in campo con Séan, oppure per cose ben più importanti, tipo per nascondere al mondo intero di essere una bestia potenzialmente assassina, Manuel e le bugie avevano un feeling piuttosto speciale. Complice anche una faccia abbastanza di bronzo, uscivano ormai con una tale naturalezza che, alle volte, rimaneva sorpreso lui stesso. Ecco perchè quando il Tassorosso gli chiese poi se fosse capace di mantenere un segreto gli sfuggi una mezza risata, che poco mancava al sembrare quasi isterica. Tutto pareva essere un segreto inconfessabile, e trovava quasi ironico il doverne prendere di nuovo atto durante una chiacchierata casuale con uno studente appena incontrato. Mosse istintivamente la mano destra, per portare le dita a raggiungere lo spazio tra il collo e la spalla, grattando la pelle un paio di volte in quello che era uno dei suoi molteplici tic con cui esprimeva le sensazioni a cui non era capace di dare un nome. E poi annuì, piano, con una insolita serietà alla richiesta dell'altro.
Rimarresti sorpreso .. e comunque quel sorrisino sembra preannunciare solo cose buone - quindi coraggio, vuota il sacco.
E no, chiaramente non aveva idea delle molteplici regole che nella mente e nei piani di Séan stavano per essere infrante, ma del resto chi era lui per frenare l'iniziativa e l'estro creativo di un giovane studente?SPOILER (clicca per visualizzare)Séan Colbert -
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Mese e Anno: Dicembre 2022
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Totale Galeoni accumulati: 30 -
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Fin da quando era un bambino alto poco più di un folletto, Manuel insisteva nel portare avanti una tradizione tutta sua che ricorreva, puntuale, ad ogni Natale che trascorreva a casa. Tutti gli anni, finiva con il prendere di mira il gigantesco albero di Natale che veniva allestito nel salone principale della villa, di tanto in tanto ci girava attorno, lo studiava, ispezionava da lontano dalla cima al fondo di quei rami brillanti e luminosi, impreziositi da addobbi raffinati e persino da una finta neve bianca - che contribuiva senz'altro a rendere più natalizio il clima in un posto come quello. Poi, dopo che aveva fatto la sua accurata scelta, nel pieno della notte scendeva a prendersi una cosa, da quell'albero - e poteva essere una qualsiasi, purchè gli piacesse. Una pallina più bella delle altre, un dettaglio prezioso regalato da chissà quale illustre firma, un addobbo simpatico - un anno, persino, si prese qualche metro di filo di lucine bianche che ancora giacciono lì, insieme a tutto il resto. Perchè sì, poi - alla fine, nel tempo ha accumulato tutto dentro ad un grande cassone in un angolo della sua camera, un pezzo dopo l'altro, convinto che un giorno ne avrebbe avuti abbastanza per poter decorare il suo albero componendolo di tutte le cose che riteneva migliori dei precedenti. Lo faceva per quello, ma lo faceva per dimostrare, soprattutto, che in fondo Manuel Flores era fatto così; alla fine otteneva sempre quello che voleva, che dovesse prenderselo con le buone o con le cattive. Dubitava che anche solo uno dei suoi genitori si sarebbe mai accorto della sua lunga collezione privata, ma a lui bastava così - e tuttavia quell'anno, pensava, probabilmente non ci sarebbe stato niente da aggiungere. Per buona parte non voleva tornare ad Ibiza, non dopo tutto quello che era successo durante l'estate, ma ad acuire una frustrazione arrembante c'era anche il fatto che, a dirla tutta, non poteva neanche concedersi una vera e propria scelta; la fine del mese era ormai l'incubo ricorrente della sua vita, il tormento che, puntuale proprio come il coprifuoco che stava per incombere su tutti gli studenti, rendeva terribile la settimana in cui s'alzava la Luna Piena. I giorni precedenti, quelli successivi, le ferite, le scuse ed i pretesti da inventare con i compagni per giustificare delle assenze ormai frequenti, ed impossibili da nascondere; stava diventando tutto troppo pesante, e Manuel non era mai stato abituato a farci i conti, con i pesi da sostenere. Anche per questo aveva deciso che gli serviva aria, quella sera, aria possibilmente il più fresca possibile, e della lunga camminata che aveva fatto nel pomeriggio, girovagando per i giardini del Castello, erano rimasti a malapena cinque minuti. Cinque minuti, come poteva pensare la Preside McGranitt che in quei cinque minuti Manuel sarebbe riuscito a risolvere tutte le sue turbe esistenziali ed a tornare in modo ordinato e composto, soprattutto più dentro che fuori, nella sua Sala Comune? Assolutamente no, aveva appena deciso che gli serviva più tempo - e quel tempo se lo sarebbe preso con o senza restare dentro ai limiti dettati dalla clessidra che quotidianamente scandiva le loro giornate. Puntò la rimessa delle barche per togliersi di mezzo prima di essere visto o sorpreso da qualcuno, anche perchè vedere e sorprendere Manuel di solito era talmente facile, visto il modo in cui andava girando. Non faceva eccezione quel giorno - dove nonostante le temperature inclementi, il Grifondoro teneva sbottonata una giacca imbottita rosa, impreziosita da una pelliccia sintetica attorno al cappuccio ed ai polsini, su di una canotta bianca e semplice. A chiudere il tutto c'erano dei pantaloni di tuta grigi, bordati di bianco sui lati da una doppia banda, e tutto l'armamentario di gioielli più o meno pacchiani che non mancavano mai; anelli alle dita, collana ben visibile sopra la canotta ed in ultimo l'orecchino ad anello che ondeggiava passo dopo passo. Il freddo aveva arrossato la punta del naso e quella delle orecchie, ma proprio quando stava per confortarsi all'idea di lanciarsi dentro una di quelle barche a trovare un minimo di riparo, si accorse di Séan che se ne stava rintanato proprio lì dietro.
Oooooook guapo.
Sussultò, quasi preso alla sprovvista dall'idea di trovarci qualcun altro, a quell'ora così tarda e così tanto imboscato. E, in effetti, il primo pensiero che ebbe fu quello di distogliere per un attimo lo sguardo, si sa mai.
Qualunque cosa tu stia facendo imboscato lì dietro, per adesso guardo di là e mi dici tu quando sei presentabile.
Passò le dita della destra a sfregare verso il basso, scendendo dai lati del viso verso il mento, stendendo la pelle e aspettando solo qualche attimo prima di lanciare un'altra occhiata verso Séan, meno roccambolesca della prima.
Dovrebbe essere fin troppo tardi, perchè stai ancora qui?
Chiese, quasi come se non si trovasse, lui, nella stessa identica situazione.
SPOILER (clicca per visualizzare)Séan Colbert -
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Edited by Il Narratore • - 1/2/2023, 16:44 -
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1) In quale dei seguenti modi ti darebbe più fastidio essere chiamato?
- Cordardo
2) Una volta ogni cento anni, il Cespuglio Farfallino produce fiori che adattano il suo profumo per attrarre gli sprovveduti. Se dovesse tentare te, dovrebbe profumare di:
- Un falò scoppiettante
3) Avendo la possibilità di scegliere, preferiresti inventare una risposta che ti possa garantire:
- Gloria
4) Dopo la tua morte, cosa ti piacerebbe facesse la gente sentendo il tuo nome?
- Non mi interessa cosa penserà di me la gente dopo la mia morte; quel che conta è cosa pensano adesso che sono vivo
5) È notte fonda e stai camminando da solo per strada. A un certo punto senti uno strano pianto che pensi possa avere un'origine magica. Che cosa fai?
2. Tiri fuori la bacchetta e provi a scoprire l'origine di quel suono
6) Tu e due amici dovete attraversare un ponte sorvegliato da un troll di fiume che insiste nel voler battersi con uno di voi prima di lasciarvi passare. Cosa fai?
4. Ti offri volontario per combattere
7) Di fronte a te ci sono quattro calici. Da quale berresti?
3. Il liquido dorato, così lucente da ferire lo sguardo, che crea una danza di riflessi intorno alla stanza.
8) Davanti a te ci sono quattro scatole. Quale vorresti provare ad aprire?
3. Il cofanetto decorato in oro, che poggia su zampe con artigli, la cui iscrizione avverte che al suo interno si trovano sia la segreta conoscenza sia l'insopportabile tentazione.
9) Quale di queste strade ti attira di più?
1. La strada ampia, assolata e coperta di erba
10) Come vorresti passare alla storia?
4. L'Audace
11) A quale Casa vorresti essere assegnato? (Si possono presentare diversi casi: Testurbante tra due case, fra tre o anche fra tutte e quattro)
- Grifondoro