Wulfric Lagamski

Data e luogo di Nascita: Cambridge, 12/9/1950

Stirpe: Purosangue

Bacchetta: Tiglio argentato, piuma di fenice, 10 pollici, flessibile

Allineamento: Neutrale Malvagio

Mestiere: Avvocato Difensore

Scuola di Magia e Casa frequentata: Hogwarts, Tassorosso

Animali da compagnia: -

Aspetto fisico: Wulfric è un uomo medio: non troppo alto, non troppo magro, ormai non troppo giovane. Porta una barba folta dello stesso argento dei capelli e un paio d'occhiali tondi con cui si aiuta a leggere da vicino. Ha due occhi piccoli sempre pensierosi.
Nelle movenze è composto e nel vestiario modesto: non indossa abiti appariscenti ma ha comunque una certa cura del suo aspetto, principalmente per ispirare fiducia nei suoi potenziali clienti.
Non cammina mai con entrambe le mani libere: almeno una, se non entrambe, è nascosta in una tasca.

Storia: Wulfric Lagamski nasce a Cambridge una fredda mattina del settembre 1950. I genitori, entrambi maghi di origine polacca, sono sfuggiti alla Seconda guerra mondiale e agli orrori nazisti rifugiandosi nel Regno Unito. Così Wulfric cresce in tutto e per tutto come un mago inglese, da figlio unico: la sua prima magia spontanea si manifesta all’età di 5 anni, quando uno starnuto incontrollato riesce a incrinare tutti e dodici i bicchieri di cristallo nel grande mobile del salotto, vetri dell’anta compresi, e la lettera per Hogwarts arriva puntuale alle soglie del 12esimo compleanno, come per tutti i nati dopo il primo settembre.

È un ragazzino vivace, smistato tra i Tassorosso, ma non particolarmente portato verso le arti magiche: si distingue appena per la Storia della Magia ma più in relazione ai disastri che gli capitano bacchetta alla mano che per un reale talento con date ed eventi storici. A scuola, tuttavia, è conosciuto da tutti e diventa amico di molti. È un buon confidente, è intelligente, ha una buona parola in serbo per tutti e sembra sempre che sappia cosa dire.

Al termine dei M.A.G.O., ottenuti senza infamia né lode, e anzi con fin troppa fatica, comincia a guadagnarsi da vivere nello studio legale di suo zio da parte di madre, babbano a differenza della sorella, dove con l’uso accorto di un pizzico di magia nel suo sgabuzzino svolge piccole pratiche d’ufficio più velocemente di quanto farebbe qualsiasi impiegato sprovvisto di bacchetta.

Diventerà avvocato difensore presso il Wizengamot, ma senza che la passione per la legge sia mai realmente sbocciata. Piuttosto, si è trattato di una favorevole coincidenza. L’ambiente in cui ha svolto i primi lavoretti gli ha suggerito una strada e per opportunità l’ha colta senza pensarci troppo. Ottiene l’abilitazione impiegando più tempo della media, ma si mette in proprio e alle soglie dei trent’anni è già operativo a Londra. Non è un avvocato sopraffino, pur essendo un oratore più abile di quanto egli stesso riesca a riconoscere, e non vanta grandi successi in aula: è però attento agli ultimi e a chi è poco esposto, e di riflesso non si è mai esposto troppo neanche lui, vivendo una carriera modesta, stabile e senza grandi ambizioni, come se il destino l’avesse confinato a un ruolo comodo, al prezzo di non muoversi più.

Un caso particolarmente spinoso, apparentemente contro lo Statuto Internazionale di Segretezza, gli cambia letteralmente l’esistenza: perde la causa e la cliente lo maledice per la sua incompetenza. Alla morte della donna ad Azkaban, forse per suicidio, Wulfric si convince di avere un destino obbligato, legato indissolubilmente alla tragica fine della povera vittima. Aspetta così pazientemente la propria ora, come se dovesse scoccare a momenti, da oltre trent’anni.

Dopo il Felix-Gate, rifiuta di sottoporsi al W.O.M.B.A.T.: da buon Difensore, ha ragioni vaste e argomentate del perché essere schedati dai Ministeri della Magia di tutto il mondo sia una soluzione ingiustificata persino per un'emergenza di queste proporzioni, così si rifiuta e finisce tra gli Intracciabili. Sotto uno spesso strato di retorica, tuttavia, la sua è una scelta di comodo che gli impedisce di affrontare il suo passato di mago mediocre, al di fuori del Diritto Magico.

Taccuino: -

Aneddoti dal Passato: Molti anni fa ha difeso di fronte al Wizengamot una strega incastrata con l’accusa di aver commesso magia in presenza di una comitiva di babbani. Le argomentazioni dell'accusa hanno avuto la meglio e la strega è stata condannata alla reclusione ad Azkaban: dopo il verdetto, la donna si è scagliata contro Wulfric, maledicendolo per la sua incompetenza. Tre anni dopo, la strega è stata trovata morta nella sua cella: la stessa notte, Wulfric si era svegliato di soprassalto colto da una fitta alla testa. Alla notizia della morte della sua ex assistita, la vita di Wulfric si è appesa a un filo da cui non si è mai più staccata.

Carattere: Wulfric è un uomo che galleggia nella vita, convinto di trovarsi ormai da anni in uno stato sospeso tra la vita e la morte: sicuro di dover esalare da un momento all'altro l'ultimo respiro da non accorgersi di tutti quelli che ancora gli sono concessi. Così, invece di vivere, esiste appena. È un uomo che si nasconde dietro l'unica vera arma di cui abbia saputo dotarsi: una retorica ampollosa, quasi da prestigiatore, che vuole spaventare facendosi imponente per non mostrare l'inganno.
Non si definisce un uomo onesto ma afferma di sentirsi un uomo giusto: osserva che l'onestà non ha mai scagionato un criminale e ritiene che tutto ciò a cui si deve davvero rispondere in vita è la giustizia istituita. Ma la sua esistenza spesso priva di autocoscienza è un punto di vista assai privilegiato, dove la morale non chiede praticamente mai il conto di alcunché.
Parla perché è tutto ciò che gli riesce da sempre, è affabulatore, adora che le persone si fidino di lui e si impegna limpidamente perché così sia.

Relazioni: -