Felix Felicis ~ Harry Potter GdR

Posts written by Donna Mason

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    Donna, Christian, Elijah e Arizona!
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    Parola dopo parola, affinità dopo affinità, Donna e Nicholas continuavano ad esplorare quella che stava iniziando ad essere una conoscenza interessante, il cui pilastro sembrava essere il potere e tutto ciò che ad esso orbita attorno.

    Non quando ci si è seduta la prima volta: vecchia com'è, probabilmente l'ha fatto quando io non ero nemmeno nata. Ma adesso sì che mi sottraendo poltrona e ufficio.

    E lo disse quasi con indignazione, ché il solo pensiero della vecchia megera Skeeter seduta sulla poltrona che un giorno sarebbe diventata sua la faceva irritare e mettere di cattivo umore. E non si curò di nasconderlo al suo interlocutore, che, giusto per mettere il dito nella piaga, insistette sul suo essere sottoposta e non capo. Paradossalmente ne apprezzò l'ardore, piuttosto che criticarne la sfacciataggine, vedendo in lui la schiettezza tipo di chi sa di potersi permettere arroganza, caratteristica da lei vista più come una dote che come un difetto.

    Da qualche parte bisognerà pur iniziare, no? - Chiese retorica, senza aspettarsi una vera e propria risposta - E in ogni caso non è che una situazione momentanea.

    E di questo non poteva che essere sicura e rassicurare anche Nicholas di conseguenza, ché non avrebbe nemmeno potuto immaginare un futuro in cui dipendeva da qualcuno a livello lavorativo ed in cui non era lei a spartire ordini ai suoi sottoposti, ma ad essere lei la sottoposta di qualcuno. Cosa che sperava sarebbe successa il più in fretta possibile, anche perché, tra le sue innumerevole virtù, non c'era di certo la pazienza. Poteva fingerla, quello sì, ma possederla davvero mai.
    Trovò poi molto interessante la reazione che l'uomo ebbe di fronte alla nomina di suo fratello, e immediatamente si interrogò su come avrebbe potuto sfruttare quella cosa a suo vantaggio. Non perché volesse fare un qualche male a Nicholas, ma perché fidarsi è bene ma non fidarsi è decisamente meglio.

    Niente di rilevante. Amicizie in comune.

    Mentì per la prima volta da quando aveva iniziato quella conversazione, e lo fece forse sull'argomento più importante. Non sapeva niente di tutto ciò che era successo tra Nicholas ed Elijah, e in quel preciso momento le interessava sì, ma solo in minima parte; ciò di cui poteva essere entusiasta, infatti, non era tanto l'avere un nuovo caso da seguire e approfondire, ma di aver appena scoperto il punto debole dell'uomo che le si trovava di fronte - o presunto punto debole: suo fratello minore. A quel punto era solo da scoprire il motivo, ché non le era chiaro se fosse solo iperprotezione fraterna o se ci fosse qualcosa di più, ma riuscì a comprendere da sola che quello non era né il luogo né il momento adatto per chiedere ed approfondire. Per il momento, a lei sarebbe bastato che Nicholas sapesse il minimo dei rapporti intimi in cui si erano trovati per un breve periodo di tempo lei ed Elijah.

    Magie Mentali, signor Braxton? E' di questo che si occupa?

    Chiese allora, ché lei quello aveva capito dalle sue parole. E se così fosse stato, la giornalista gli avrebbe sorriso con gli occhi, pensando a quanto effettivamente potessero definirsi anime affini. Anche lei, come lui, faceva parte della Categoria Magica dei Voluntas, ed era quindi portata per le Magie Mentali; ma non solo: non era semplice predisposizione la sua, era una vera e propria passione che coltivava da che aveva memoria, ché manovrare la mente, uno spazio tanto angusto e complesso, delle altre persone la esaltava oltremodo. La faceva sentire potente, pervasa da pura energia,

    Ed è ciò che voglio anch'io: aprire armadi ed estrarne scheletri.

    Seppur non condivideva il desiderio di Nicholas di rimanere nell'ombra, si ritrovò perfettamente nel suo voler scovare i segreti più oscuri delle persone. Come giornalista, in effetti, interessarsi alle vite private degli altri era suo compito e dovere, e non negava che se aveva deciso di approfondire tanto l'arte della manipolazione mentale era anche per riuscire a farlo con maggiore maestria. In fondo con le parole chiunque poteva essere tanto abile da ingannare il prossimo, e Donna si poteva già dire portata per tagliare e ricucire la verità a suo piacimento, ma quello che si aveva in testa era il vero oggetto di interesse della ragazza, che proprio per scudarsi da possibili altri ficcanaso stava studiando la complicata arte dell'Occlumanzia.
    Sorrise appena compiaciuta, poi, alla successiva proposta che le venne fatta, ma, seppur intenzionata ad accettare, bisognava prima chiarire qualche punto; giusto per avere qualche informazione in più e non passare per ingenua sprovveduta.

    In cambio che cos'è che vorrebbe? Sappiamo entrambi che nessuno fa niente per nulla.

    Commentò serafica, certa che l'improvvisa generosità dell'uomo non fosse dovuta semplicemente ad un'innata bontà d'animo che ormai aveva capito non appartenergli. Secondo lei c'era infatti qualcosa di più sotto alla superficie, un pegno che Donna avrebbe dovuto pagare e che le avrebbe concesso di avere in cambio aiuto per la sua ascesa verso il trono della redazione de La Gazzetta del Profeta. Ma che cos'era? Cosa mai poteva volere l'uomo da una persona di cui fino ad allora nemmeno sapeva il nome? In ogni caso lei avrebbe pagato volentieri, ma non alla cieca: prima di accettare un qualsiasi tipo di accordo, doveva naturalmente sapere quali fossero le carte in tavola e quanto avesse effettivamente da perdere.
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    Punti Post o Galeoni disponibili: 130
    Da spendere in: Occlumanzia e Desiderium livello 1
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    💛 Grazie!
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    Buonasera, di nuovo io! <3
    Prima di tutto vorrei aggiungere due PNG alle relazioni di Donna:
    CODICE
    <b>[URL=https://cdn.shopify.com/s/files/1/1027/0359/t/80/assets/pf-d6463ef0--496817319431280a24095o.jpg?v=1585584585]Blair[/URL] e [URL=https://m.media-amazon.com/images/M/MV5BNDZjYzRhNjgtNWJhMy00MDYzLWJiNTQtNDZiNzk4MjAzMjA4XkEyXkFqcGdeQXVyNzQ0MDUyMzg@._V1_.jpg]Gordon[/URL] Mason:</b> Fin dalla più tenera età hanno insegnato a Donna che per avere successo nella vita se la sarebbe dovuta cavare di sola, lasciandola il più delle volte sola ad affrontare i suoi problemi. Le hanno inculcato le loro ideologie classiste e snobiste, ergendola fin da subito sul piedistallo che solo chi fa parte dell'un percento può permettersi anche solo di sfiorare. Ha un rapporto conflittuale con entrambi, con l'una per dei motivi e con l'altro per altri, ragione per cui ha deciso di allontanarsi tanto da loro, seppur mantenendo i rapporti perlopiù epistolari. Sono una delle sue più grandi debolezze, poiché ne ha sempre, purtroppo, cercato l'approvazione, ricevendola però tanto raramente da essere abituata al loro sguardo di dissenso. In fondo sa però di volergli bene e che loro ne vogliono a lei, anche se hanno uno strano modo di dimostrarlo.


    Ho inoltre un dubbio che vorrei fugare prima di spendere altri Galeoni:
    Come scritto QUI, prima degli accrediti di settembre avevo 70 G nella Camera Blindata. Adesso, dopo averne guadagnati 110, sempre per gli accrediti, ne ho 120, e non 180. Temo di essermi perso qualcosa, ma non capisco cosa.

    Grazie :33
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    Quando Donna aveva deciso di abbracciare il mondo del giornalismo, lo aveva fatto consapevole di quanto potesse essere complicata come strada da intraprendere nella vita. Bisognava essere disposti a metterci la faccia, sempre, e a sapere che, guardandosi attorno, si sarebbero visti innumerevoli volti manifestanti dissenso e opposizione, talvolta silenziosamente e altre volte no; fare quella carriera significava mettersi davanti ad una pistola e sperare di non ricevere una pallottola in pieno petto, ché si diventava alla mercé di chiunque, completamente esposti e messi a nudo. Le proprie idee diventavano notizia, e piano piano finivano tutti per sapere chi pensava cosa, così da avere qualcuno da incolpare o con cui prendersela. Ma se per alcuni il gioco non sarebbe mai valso la candela, per la strega non c'era lavoro che sarebbe stata in grado di svolgere meglio e che l'avrebbe potuta appassionare di più, poiché lo trovava straordinariamente adrenalinico e stimolante.
    Questo suo amore - perché di amore si parla in questo caso - venne tirato fuori anche in occasione del primo giorno di Scuola, durante una breve e improvvisata intervista alla neo Ministra Hermione Granger, che con la diplomazia che l'aveva contraddistinta anche qualche mese addietro, quando aveva dovuto rispondere per le gesta di Carlotta Pinkstone di fronte a tutto il mondo e in diretta tv, tentò di spiegare il suo punto di vista a una Donna in vena di fare polemica.

    Non intendo mettere in dubbio che siano state prese tutte le precauzioni necessarie, naturalmente. Ma crede che si sarebbe potuto fare di più? In modo tale che Lei e chiunque altro genitore potesse mandare a scuola i suoi figli con assoluta serenità.

    Tentando di essere il più cordiale possibile, ma mantenendo comunque sicurezza e serietà nel suo modo di porsi, Donna sottolineò palesemente la parola "assoluta", così da far capire che fosse in relazione al "relativa" della Ministra. Ciò che intendeva dire era infatti che, forse, se solo si fossero prese delle misure di sicurezza di maggiore portata, Hermione come qualunque altro genitore sarebbe stato in grado di mandare i propri figli con serenità totale ad Hogwarts, e non soltanto parziale.

    Non devo crederlo io, ma l'intera popolazione magica. Specie quella che oggi sta mandando a scuola i propri figli.

    Aveva percepito perfettamente la punta di sarcasmo con cui le fu fatta quella domanda retorica, ma, avendo nel sangue l'indole di non rimanere mai zitta, si affrettò a commentare anche quell'affermazione, in maniera forse leggermente piccata, ma non sfociando certamente nella maleducazione, piuttosto cercando di rimarcare sulla stessa domanda: era davvero stato fatto il possibile per evitare di peggiorare la già grave situazione nel Mondo Magico? O c'era altro che si sarebbe potuto fare?

    Non ancora. Ma in altre zone del globo ci sono bacchette magiche puntate contro ad armi da fuoco babbane, e per questo non si può escludere che ciò possa accadere anche qui, a Londra, tra un giorno o tra un mese.

    Rispose in fine sulla precisazione fatta dalla Minsitra, certa che se ancora non erano in guerra non voleva dire che ne erano per sempre immuni. E valeva davvero la pena di rischiare?
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    La risposta di Kaylan non fece altro che sottolineare ancora di più quanto anche le loro visioni del mondo fossero diverse, ché se l'uomo aveva intenzione di rimanere sottocoperta, nell'ombra del suo ufficio a scrivere articoli e guadagnarsi la pagnotta da portare a casa, Donna desiderava avere tutte le luci da palcoscenico puntate su di sé. Voleva la fama, essere invitata alle feste più esclusive del Paese, essere riconosciuta e fotografata per strada, vedere i volti degli altri guardare in sua direzione quando metteva piede in un qualsiasi posto; pretendeva, in un futuro, di essere tanto famosa da diventare ammirata da tutti, e forse anche un po' temuta, una di quelle persone con cui si sa che è meglio non scherzare. Che fosse utopia o realtà era solo da vedere, ma per Donna non era altro che il prospetto di come, al massimo tra qualche anno, sarebbe diventata la sua vita.

    Interessante. Non ha intenzione di firmare i suoi articoli, quindi?

    Le venne a quel punto spontaneo da chiedere, ché fino a quel momento aveva sempre firmato tutti gli articoli che aveva scritto o che aveva contribuito a scrivere, e non solo perché credeva fosse obbligatorio, ma anche perché ci teneva che tutti quanti sapessero chi fosse l'autrice. Fosse anche solo per avere un nome da criticare, bastava che, piano piano, leggendo sempre più spesso il suo nominativo a piè di pagina, la popolazione inglese imparasse che lei era una scrittrice del Profeta, se vogliamo anche emergente. Da quanto invece aveva evinto dalle parole di Kaylan, lui non aveva alcun interesse nel far sapere alle persone chi fosse, gli bastava svolgere il suo lavoro ed essere pagato, secondo una filosofia che, seppur non condivisa dalla giornalista, aveva perfettamente senso.

    Naturalmente arrivare il più in alto possibile come giornalista.

    Rispose quando arrivò il suo turno di parlare, badando bene ad evitare di specificare che per "più in alto possibile" intendeva proprio al posto dell'attuale Caporedattrice della Gazzetta del Profeta: Rita Skeeter. Teneva infatti per sé il disprezzo che nutriva nei suoi confronti, specie con persone che non conosceva bene e che lavoravano per lei, come Kaylan; non avrebbe mai potuto assicurare, infatti, che quella dell'uomo buono e ingenuo non fosse solo una facciata per nascondere un lato arrivista e manipolatorio.

    Ma ho ancora tempo, in fondo ho venticinque anni appena compiuti.

    Si apprestò ad aggiungere, per fingere di confermare quanto al momento le bastasse dare il meglio di sé. Cosa che, naturalmente, era una bugia: Donna voleva tutto e subito, compreso il potere e la fama di cui aveva un po' accennato all'uomo, senza scendere troppo nei dettagli.
    Sorrise appena, poi, nel sentire come l'uomo stesse continuando a tenere il tempo, ché ad essere sinceri lei aveva pensato fosse una battuta o un semplice scherzo. Invece no, dovevano essere dieci minuti precisi precisi.

    Mi avvisi quando arriva allo zero, allora.

    Disse a mo' di scherzo, certa che Kaylan avrebbe preso seriamente le sue parole e allo zeresimo minuto le avrebbe fatto presente che era appena scaduto il tempo.
    Piuttosto che rimanere in silenzio per altri due minuti, però, Donna preferì togliersi qualche altro dubbio sul suo collega preferito - nonché l'unico con cui avesse mai lavorato davvero.

    Se posso: è venuto con qualcuno in Inghilterra oppure è solo? Romanticamente parlando, naturalmente.
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    Di Kaylan, Donna non sapeva granché, se non le informazioni basilari o che si evincevano dai suoi modi di fare, come il fatto fosse straniero e non parlasse l'inglese perfettamente. Eppure aveva capito abbastanza di lui da rendersi conto di quanto fosse diverso da lei, ché se il primo sembrava essere più pacifico, calmo e riflessivo, la seconda era una vera e propria macchina da guerra senza peli sulla lingua o remore nel ferire il prossimo, o nello scatenare la Terza Guerra magica nell'atrio del Ministero della Magia - come millantava di fare da quando ci aveva messo piede la prima volta, soltanto una decina di tempo prima.

    Aspetti un po' e lo scoprirà.

    Donna tornò all'utilizzo del lei dopo aver tentato di dargli del tu, ché se l'altro desiderava mantenere quel muro di formalità lei era disposta ad accettare di buon grado. Inoltre era effettivamente buon costume quello di rivolgersi a chi non si conosceva bene utilizzando la terza persona singolare, quindi non poté fare altro che correggersi e accettare la scelta dell'uomo.
    Riuscì chiaramente a leggere dello stupore negli occhi dell'uomo quando Donna gli porse la prima domanda, e le fu chiaro che nemmeno lui, come lei, si aspettava di finire a fare conversazione con una persona con cui al di fuori del lavoro non avrebbe mai condiviso niente. Ma la donna giocava d'anticipo, e si rese conto che era meglio farsi amica una persona che sperava potesse in fretta diventare un suo sottoposto, ché nemmeno riusciva ad immaginare un futuro senza il trono della Caporedattrice.
    Dopo aver sentito la risposta alla prima domanda rimase per qualche momento attonita, non sapendo bene se poter ridere per il malinteso, perché la risposta di Kylan era stata obiettivamente buffa, a tal punto da farle credere fosse stata detta proprio con l'intento di farla divertire; soltanto qualche attimo dopo si rese conto del fatto che in realtà era stato serio e che non aveva semplicemente capito il senso della domanda di Donna.

    No io chie-

    Fece per correggerlo e spiegarsi meglio, ma Kaylan aveva già ripreso a parlare, rispondendo in maniera più esaustiva e pertinente, quel tanto che bastava per iniziare a saziare la curiosità della strega. Non era naturalmente abbastanza, ma un semplice inizio senza lodi o infamie.
    Pronta a cominciare con il secondo round, aveva intenzione di riaccendere la conversazione con una seconda domanda, ma si stupì di sentire che gliene venne fatta una prima che riuscisse anche solo ad aprire bocca.

    Perché il Profeta è l'élite del giornalismo inglese, e perché la cronaca mi interessa.

    La prima motivazione era cento volte più vera della seconda, ché il motivo per cui Donna scriveva al Profeta era quasi unicamente per la posizione sociale che le garantiva essere una giornalista della testata più famosa di tutto il Regno Unito. Era però anche vero, in parte, che la cronaca le interessasse, ma come le interessava anche il pettegolezzo e il gossip di cui invece trattavano altri giornali. Tra tutti, però, la Gazzetta del Profeta era l'unica a rispondere a tutte le sue esigenze, e perciò la sua prima scelta.

    Ma ha ambizioni sulla sua carriera da giornalista oppure le basta scrivere e rimanere un po'... nell'ombra, se così si può dire?

    Chiese a quel punto, interessata a sapere se avesse dei rivali nella scalata verso il regime della testata.
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    L'uno settembre è un giorno notoriamente importante per gli studenti di Hogwarts, ché sanciva l'inizio di un nuovo anno scolastico sempre più impegnativo, e che, volenti o nolenti, tutti dovevano affrontare proprio a partire da quella data.
    Ma non solo i più piccoli riuscivano a provare quelle sensazioni, poiché in un attico londinese anche Donna Mason condivideva quell'entusiasmo che la faceva sembrare un po' una primina in attesa di essere smistata nella propria Casa di appartenenza. Era emozionata come poche volte ricordava di essere stata prima di quel momento e non faceva altro che lanciare vestiti in tutta la casa in cerca di quello più adatto da indossare in un'occasione indubbiamente speciale come quella; l'outfit era per lei una questione di prioritaria importanza trecentosessantacinque giorni l'anno, poiché era convinta che fosse il biglietto da visita più importante per chiunque e l'unico a cui si prestava attenzione fin dal primo sguardo, ma in quella particolare mattinata lo era molto di più. Era infatti stata incaricata dalla Caporedattrice Skeeter di recarsi alla Stazione di King's Cross, dove avrebbe potuto raggiungere l'Espresso per Hogwarts in compagnia del suo collega Kaylan Rajput, con cui aveva già altre volte avuto modo di lavorare. Ma in questo nello specifico non c'era niente di particolarmente importante, e di fatti non era qui che risiedeva il suo entusiasmo, ma nel fatto che avrebbe potuto fare il suo ingresso nella società magica inglese in presenza di figure di spicco come Hermione Granger, a cui doveva quantomeno far sapere il suo nome. Ciò che mirava per quella giornata era crearsi un'identità ed essere conosciuta per qualcosa, e il suo lavoro di giornalista le stava servendo su un piatto d'argento il modo migliore con cui poteva farlo.
    Bardata così in un tailleur bianco e adornata da gioielli in perle, Donna raggiunse la meta al fianco del suo collega .

    Mh?

    Seguì con gli occhi il punto in cui il collega le disse di guardare, notando con piacere come le figure più importanti avessero appena messo piede alla Stazione in compagnia dei loro figli, consentendo ad altri giornalisti e civili di porgli le loro domande. Subito notò la chioma rossa di Ron Wesleay in compagnia di sua moglie, la Ministra Hermione Granger, su cui lo sguardo di Donna si posò per diversi istanti, e subito dopo Ginny Wesleay, che però non era in compagnia del marito Potter. Perse giusto qualche momento a domandarsi dove potesse essere, ma non le sembrò un fatto così tanto strano che un padre non accompagnasse a scuola i propri figli, non fosse che altri membri del corpo Auror si erano invece presentati. A farci caso fu anche il suo collega, che sembrò intenzionato ad andare a parlare con Ginny per prima; ma Donna era di un altro pensiero, ché aveva un obiettivo per quella giornata, e correre verso la giocatrice di Quidditch non era poi così tanto utile a raggiungerlo.

    Nemmeno io venivo accompagnata da mio padre, e c'è un pesce ben più grosso della moglie di Harry Potter. - E sottolineò quel dettaglio lasciando intendere che di Ginny sola non nutriva una grande stima, così come del fratello Ron. Ai suoi occhi loro erano destinati ad essere i coniugi di qualcun altro - Se le va fermi la Weasley intanto. Non deve lasciare la stazione prima che uno dei due le chieda dove si trovi il signor Potter.

    Attualmente l'interesse di Donna era naturalmente catturato da chi lì in mezzo deteneva più potere di tutti, e cioè la Ministra, ed era perciò da lei che aveva intenzione di andare, prima che fosse scortata via una volta partito il treno. Ma concordava perfettamente con Kaylan: se era vero che poteva anche non essere qualcosa di importante, era bene indagare sul motivo per cui il signor Potter non fosse presente insieme a sua moglie, i suoi figli e il suo corpo Auror. Perché se non era a lavoro e non stava con la sua famiglia, dove e con chi era?
    Teoricamente divisa dal collega, che intanto e se lo avesse voluto sarebbe potuto andare a parlare con Ginny, Donna girò i tacchi e cominciò a camminare verso l'orda di giornalisti che già accerchiava la signora Granger. Era ovvio che non si sarebbe fatta scoraggiare da degli scribacchini sudati, e cominciò quindi a farsi spazio tra di loro, pestando, perché no, qualche piede col suo tacco a spillo, in modo tale da riuscire ad arrivare in prima fila. Lì, iniziò ad alzare la mano per farsi notare dalla donna.

    Ministra Granger, Donna Mason, per La Gazzetta del Profeta. Una domanda se permette.

    Impercettibile era stato il tono leggermente più alto che mise nel nominare sé stessa, facendo in modo che più persone possibili potessero sentire chi fosse e per chi lavorasse. In particolar modo le interessava che fosse la Granger a saperlo, e non perché ne fosse una fan accanita, nonostante dovesse ammettere di apprezzarla, ma perché ricopriva un ruolo per cui le era utile se quantomeno il volto fosse noto all'altra.
    Dopo aver attirato la sua attenzione ed essere stata certa che potesse sentirla, Donna avrebbe esposto il suo dubbio.

    Il Mondo Magico è in subbuglio e i babbani ne sono a conoscenza. Crede sia stato opportuno far iniziare la Scuola agli studenti con la stessa modalità di sempre? Dato che, indubbiamente, questo non è e non sarà un anno come tutti gli altri.

    Quello che intendeva chiedere era se fosse stato il modo giusto di agire quello di non apportare dei cambiamenti alla metodologia con cui si poteva raggiungere il castello, ché camminare con carrelli pieni di animali e libri strani era certamente un po' sospetto per i babbani e sia mai scoprissero il loro piccolo trucco di magia tra il binario nove e dieci, dato che sicuramente lo avrebbero abbattuto solo per continuare quella faida che c'era in corso.

    Per andare dritta al punto: si sente soddisfatta delle procedure di sicurezza che sono state adottate? O che non sono state adottate, ad eccezione di una manciata di Auror tra cui comunque manca il Signor Potter..

    In questo modo avrebbe potuto cogliere due piccioni con una fava: chiedere sia del marito di Ginny, sia porre una domanda spinosa che avrebbe di sicuro fatto quantomeno pensare la Ministra, e sperava di riuscire ad imprimere nella sua mente l'immagine di quanto bene stesse in quel completo bianco. In fondo non era la sola Donna a parlare, ma La Gazzetta del Profeta, e questo la copriva un po' - non che stare antipatica fosse una sua preoccupazione particolare.
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    Facciamo che le lascerò il dubbio, così è più divertente.

    Non avrebbe mai ammesso ad alta voce di aver effettivamente notato il bell'aspetto dell'uomo, ché gonfiare l'ego dell'altro, già evidentemente molto esteso, sarebbe stato un errore in quel preciso momento.

    Non sono disposta a condividere la vetta con nessuno, ma desidero trovare qualcuno che non sia così tanto in basso da farmi preferire di rimanere sola.

    La piramide sociale del mondo magio, tanto quanto quella del mondo babbano, era divisa gerarchicamente: c'era chi si trovava alla base, non voglioso di rimboccarsi le maniche per fare qualcosa in modo tale da migliorare la sua condizione e capace solo di guardare con invidia chi si trovava sopra di sé; c'era poi chi sgomitava in mezzo, aggrappandosi agli altri e pugnalandoli alle spalle soltanto per guadagnare qualche centimetro in più sulla piramide, consapevole che raggiungere la vetta sarebbe stato un lavoro difficile, tanto da demoralizzare il più di loro e farli accontentare della media classe sociale in cui erano finiti; in ultimo, proprio sulla cima, c'era chi occupava la nobiltà della società: i ricchi e i potenti, tutti consapevoli del fatto che quella era la parte della piramide in cui era più difficile stare, spesso più somigliante a un sanguineo campo di battaglia. Sia lei che Nicholas appartenevano a quell'ultima zona, ma entrambi sembravano aver voglia di arrivare ancora sopra.

    E poi, sempre sulla carta, c'è qualcuno che ha attualmente più potere di me. E non parlo solo della Ministra, ma anche dell'oca giuliva che dirige la mia testata: Rita Skeeter.

    Tra le righe lasciò volutamente scritto in primis di cosa si occupava in ambito lavorativo, e in secondo luogo anche quale fosse il suo pensiero in merito alla sua Caporedattrice, che lei aveva sempre mal sopportato soltanto per il fatto che la vedeva seduta sul trono che sapeva spettarle e che un giorno, senza ombra di dubbio, avrebbe occupato lei. Lo meritava e lo avrebbe saputo sfruttare molto meglio di quanto non facesse la Skeeter, ormai roba vecchia e passata di moda.
    Comunque decise, almeno per il momento, di non rilanciare la domanda e di non chiedergli quale fosse il suo lavoro. C'era tutto il tempo del mondo per scoprirlo, in fondo.

    Braxton? Il fratello di Elijah Braxton? - Sentendo quel nome le si accese una lampadina, che la portò a collegare anche il nome di Nicholas e non solo quello del suo fratellino - Andava anche lei ad Ilvermorny?

    Del fatto che Nicholas fosse andato ad Ilvermorny, in realtà, non era proprio sicura al cento per cento, ché le sembrava sì di ricordare un volto familiare nella Casa dei Serpecorno, ma la differenza d'età che c'era tra i due non le permetteva di avere memoria lucide a riguardo. Doveva solo aspettare che Nicholas le confermasse o meno di essere stato uno studente della Scuola americana, e in quel caso avrebbe potuto battere un cinque alla sua mente, abbastanza elastica da riuscire a ricordare anche un dettaglio di quel genere. In realtà i motivi per cui sapeva qualcosa sui fratelli Braxton erano diversi e decisamente più frivoli, ché con Elijah aveva avuto una brevissima e per lei insignificante storia durante il suo sesto anno di studi, interrotta poi per volere un po' di entrambi, ma questo era un dettaglio che per il momento avrebbe preferito tenere per sé, non sapendo in quali rapporti fosse lui con il fratello.

    Ha ragione, ma solo se parliamo del mondo babbano. Prenda il nostro per esempio: quante figure più anziane e potenti di noi ci sono? Hermione Granger, Minerva McGranit, Rita Skeeter, Harry Potter...

    E la lista di figure che attualmente detenevano più potere di quanto ne avesse Donna era, purtroppo, ancora più lunga di così, ché da menzionare ci sarebbero stati anche i Caporedattori delle altre testate, il primario del San Mungo, ogni Direttore del Ministero e chi più ne ha più ne metta. Questo grande numero di figure tanto importanti era naturalmente frustrante e fastidioso, ché per una persona abituata a ricevere tutto e subito non era concepibile che dopo une decina di mesi dal suo trasferimento ancora era una semplice giornalista e non la Caporedattrice della Gazzetta del Profeta. Naturalmente non si sarebbe arresa o lasciata demoralizzare da questo, conscia in cuor suo del fatto che essere arrivata a Londra da così poco tempo la metteva nelle condizioni di avere ancora tanti muri da scavalcare - o abbattere - ma anche tantissimo tempo per farlo, data anche la sua giovane età.
    Ma se lei aveva già palesato i suoi futuri piani per acquisire potere, l'altro aveva fino ad adesso taciuto in merito. Donna però, com'era secondo lei giusto che fosse, era molto più che interessata a sapere quale forma di potere voleva detenere Nicholas, e di conseguenza quale ruolo assumere all'interno della società magica. Preside della Scuola? Primario del San Mungo? Direttore di un Ufficio Ministeriale?

    Io punto a prendermi con la forza il mio posto in questo mondo rubandolo alla Skeeter, ma lei cos'ha intenzione di fare? Chi è che vuole essere?

    Quell'ultima domanda era realmente ciò che le interessava sapere, ché le avrebbe permesso non solo di capire meglio cosa Nicholas volesse dalla vita, ma anche di misurare la sua ambizione e tenacia.
    La lotta al potere era in continuo svolgimento, spettava a loro decidere quanto forte combattere.

    Nicholas Braxton <3
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    Madama McClan

    Nome e cognome: Harvey Mobbins

    Prestavolto: Stanley Tucci

    Colore parlato: #990033

    Frasi tipiche:
    - Amove questo colove ti sbatte/Amove questo colove ti sta un in incanto.
    - Coco Chanel diceva: "Pvima di uscive di casa guavdati allo specchio e togli almeno un accessovio"; io dico "Aggiungine cinque".
    - Doppie vicchezze, doppie cevtezze.
    - Non si vinuncia al lusso e all'eleganza pev un po' di comfovt.
    - Se bello vuoi appavive un poco devi soffvive.

    Personalità: E' difficile non rimanere impressionati dalla forte personalità di Harvey, che travolge completamente chiunque metta piede nella sua boutique. E' un uomo omosessuale, giudicante e pettegolo, intrattiene infatti spesso conversazioni con le sue clienti più strette per parlare male di quella o di quell'altra persona; oltre a questa superficie, di lui si può dire che è un uomo molto intelligente e carismatico, capace di farsi apprezzare dai più proprio per la sua efficace parlantina. Se è vero che la loquacità è una delle sue principali caratteristiche, lo è anche che difficilmente si riesce ad aprire su questioni che lo riguardano in prima persona; di lui infatti si sa poco e nulla. Non si fa alcun problema ad ammettere - forse con fin troppa schiettezza - quando uno dei suoi abiti non sta bene alla cliente interessata ad acquistarlo, e si fa avanti in tal caso per mostrare loro delle valide alternative. Detesta con tutto sé stesso la semplicità, ma ancora di più chi entra nel suo negozio e se ne esce con le classiche frasi "Nel caso torno più tardi" o "Ci penso su".
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    Ferma ad osservare la sagoma della regina Elisabetta, Donna non riuscì nemmeno ad accorgersi di quanto tempo fosse passato da quando aveva messo piede per la prima volta in quell'ufficio. Che fossero stati secondi, minuti oppure ore, per lei sarebbe stato lo stesso, troppo impegnata a macinare pensieri su pensieri a proposito del suo futuro come giornalista, donna e cittadina della popolazione magica inglese. Per avere ciò che voleva doveva innanzitutto sfondare nel mondo del giornalismo, diventando la Caporedattrice della Gazzetta del Profeta, per poi proseguire e farsi un nome che si sarebbe dovuto estendere a macchia d'olio anche fuori dalla Nazione.
    Naturalmente, così assorta nei suoi pensieri espansionistici, non riuscì ad accorgersi nemmeno dell'arrivo in scena di un uomo ben vestito e di bell'aspetto, la cui presenza le fu nota soltanto nel momento in cui parlò.

    Non è certamente l'aspetto ad affascinarmi di questa statua, perché ha ragione. Ma in tutta l'Inghilterra babbana non esiste persona che detenga più potere di lei.

    Potere: una parola che solo a pronunciarla le faceva venire i brividi lungo tutto il corpo. Era il suo più profondo desiderio e ciò che bramava da tempo immemore, fin da quando era una bambina; mentre tutte le sue coetanee non facevano altro che immaginarsi in un castello fatato a cavalcare unicorni e baciare stupidi ranocchi con la speranza che diventassero dei principi azzurri, Donna stilava la lista delle "100 cose che farò una volta diventata Ministra", o scriveva ciò che voleva nella sua vita in sole cinque parole, che in realtà erano le stesse che avrebbe scritto adesso, più di quindici anni dopo: potere, fama, denaro, indipendenza ed emancipazione. Quindi, sebbene l'uomo avesse giustamente fatto notare quanto triste fosse essere ricordati per sempre in una forma tanto decrepita, non era quello a cui lei stava prestando attenzione, ché non aveva fatto altro che guardare la statua con gli occhi pieni di invidia.
    Incuriosita dalla comune volontà di farsi costruire una statua in quel museo, ascoltò e accettò di ben grado quella che a lei sembrò a tutti gli effetti una provocazione riferita al suo aspetto fisico e non a quello dell'uomo; anche perché, onestamente, non sarebbe mai stata in grado di anteporre l'indubbia bellezza di Nicholas alla sua, troppo egocentrica e narcisista per poter considerare bello qualcun altro se presente nella sua stessa stanza. Solo e soltanto tra sé e sé, infatti, ammise che anche l'altro non fosse messo affatto male.

    E sarebbe questa la sua forma migliore?

    Niente ironia o sarcasmo, ma una semplice domanda volta a sapere se, tra tutti i periodi vissuti da Nicholas, fosse quello il suo preferito in quanto ad estetica personale. Per esempio, se Donna avesse dovuto rispondere a quella domanda, avrebbe detto che sì, quello era assolutamente il momento della sua massima fioritura come donna.

    Non ho ancora trovato una persona che sia all'altezza. - Un sorriso borioso appena accennato sul volto e la mano destra a giocare con uno degli anelli indossati sulla sinistra - Non ancora almeno.

    Rilanciò una provocazione non poi così velata in risposta a quella che l'uomo aveva lanciato a lei poco prima, così da tenere testa a una lingua certamente capace di trattare le persone. Le persone come lei quantomeno, ché mostrarsi sicuri e arditi era uno dei seicento passi per conquistare il cuore della giornalista, insieme ad altri gesti o tratti caratteriali che orbitavano attorno alla fiducia in sé stessi e all'ambizione. Come fosse Nicholas, lei certamente non poteva saperlo, ma da come era iniziata quella conversazione si sarebbe potuta dichiarare curiosa di saperne di più a proposito; male che andava lo avrebbe lasciato lì in piedi con una scusa banale, volenterosa di non perdere il poco tempo libero che aveva, ma per il momento la sua testa non stava producendo nessuna idea del genere. Anzi, tutto il contrario in realtà.

    Donna Mason.

    Con un sorriso dipinto sul volto e gli occhi fissi su quelli dell'altro, Donna tese il braccio nel tentativo di stringere la mano all'uomo, presentandosi con la pretesa di ricevere in risposta quantomeno il nome dell'altro. In fondo, se davvero sarebbe dovuto essere lui il suo accompagnatore per quella visita, come minimo ne avrebbe dovuto conoscere le informazioni basilari quali il nominativo e, perché no, l'occupazione; chi poteva assicurarle, dopo tutto, che non fosse un fanatico seguace della Pinkstone con l'obiettivo di smascherare in pubblica piazza quanti più maghi e streghe possibili? Nessuno, quindi era meglio stare attenti.
    Una volta ricevuta una risposta, soddisfacente o meno che fosse, e sempre con la regina ad osservare ogni loro mossa, la giornalista avrebbe ritirato la mano per poggiare le braccia comodamente lungo i fianchi.

    Semplice visita o c'è dell'altro?

    Gli chiese giusto per curiosità e mandare avanti la conversazione, sia mai che in effetti il motivo della sua visita non si limitasse all'osservazione delle celebrità in cera ma a qualcosa di un po' più profondo e interessante - e che ovviamente Donna era interessata a conoscere. Cosa del tutto possibile, in effetti.
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    Mese e Anno: Settembre 2022
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    Totale Galeoni accumulati: 201

    Edited by Donna Mason* - 30/9/2022, 15:43
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    Madame Tussauds, Londra - Venerdì 2 Settembre, ore 16:00



    Con l'inizio di Settembre e la conseguente ripresa della sua routine, Donna si era lasciata alle spalle un'estate fatta di viaggi e drammi sparsi in tutto il mondo per fare spazio ad un nuovo e più fruttuoso anno lavorativo alla Gazzetta del Profeta. Cercava di non pensare al macello successo solo due mesi prima, che aveva sconvolto e ribaltato un equilibrio rimasto solido per decenni e decenni ancora; non era una situazione che la metteva particolarmente in ansia, ché le uniche cose che riuscivano a fargliela venire erano relative al giornalismo, ma il fatto di essere una strega e abitare circondata dai babbani non era proprio un idillio. Sapeva perfettamente che, specie per i mezzi utilizzati da Carlotta, chi non possedeva poteri magici non era particolarmente aperto e ben pensante nei confronti dei maghi e delle streghe, e questo la portava a restare ventiquattro ore su ventiquattro in guardia, chiudendo le tende del suo salotto più spesso e facendo un giro in più alla serratura della porta, chiedendosi chi sapesse. Piccole precauzioni probabilmente inutili, ma perché rischiare? Comunque, per fortuna - o sfortuna, dipende dai punti di vista - Donna passava gran parte delle sue giornate in ufficio alla Redazione della Gazzetta del Profeta, a scrivere o revisionare articoli, o alle volte anche a smistare la posta in arrivo per indirizzare le più valide e importanti alla scrivania della Caporedattrice Rita Skeeter; un compito ingrato e inadatto alla sua persona, ma che sapeva per certo di essere più o meno in procinto di demandare ai suoi futuri sottoposti, doveva soltanto sedere sul trono del giornale prima. Nonostante fosse effettivamente occupata per buona parte della giornata, alle volte accadeva che, per un motivo o per un altro, fosse libera di uscire prima del tempo e di tornarsene a casa, naturalmente dopo essersi accertata di non avere altro da fare di arretrato o qualche possibile anticipo. Ma niente: il numero per il lunedì successivo era già in stampa e i volantini per la conferenza stampa del diplomatico francese li stava revisionando il grafico della testata giornalistica, e questo le garantiva di essere perfettamente al passo con le sue mansioni. Quasi scombussolata da questo improvviso, inatteso e raro tempo libero, non riuscì a decidere in breve tempo cosa fare, dedicando alla ricerca molto più tempo di quello che sarebbe necessario. Alla fine, però, prese la decisione di recarsi in un posto iconico di Londra ma che non aveva ancora avuto modo di visitare: il Madame Tussauds, un museo che mostrava ricostruzioni in cera delle celebrità.
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    Così, stretta in un tubino fucsia dalle maniche leggermente a sbuffo, la giornalista raggiunse tramite la smaterializzazione in vicolo situato poco lontano dal museo di Madame Tussauds, che riuscì quindi a raggiungere dopo pochi minuti di camminata. L'interno era esattamente come se lo aspettava: un atrio elegante e raffinato, pieno di statue delle celebrità più disparate e figure simbolo della storia artistica inglese. Tanto reali da sembrare vere, le guardava con invidia, sperando, un giorno, di avere diritto ad essere anche lei scolpita nella cera e posta al centro di una delle stanze del museo. Camminava così a passo lento e misurato, facendo echeggiare il rumore del tacco sul suolo ogni qual volta lo toccava. Raggiunse le raffigurazioni della famiglia reale, e fu proprio lì che decise di fermarsi, non osservando tanto quanto fossero ben fatte ma quello che quelle persone rappresentavano: potere.

    Nicholas Braxton


    Edited by Donna Mason - 21/5/2023, 10:43
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    Punti Post o Galeoni disponibili: 70 G
    Da spendere in: Legilimanzia livello I
307 replies since 28/2/2022
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