Felix Felicis ~ Harry Potter GdR

Posts written by Bróðir C. Prince

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      Bróðir C. Prince
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      Bróðir C. Prince
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      Bróðir C. Prince
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    [Scuola di Magia e Stregoneria di Hogwarts]

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    Rosso. In alcune colture è simbolo di felicità e ricchezza, mentre in altre di compassione, ancora di aggressività, ma Bróðir, lo ha sempre associato al pericolo, forse questo timore era dovuto alle familiari scintille rosse che, ogni volta avvistava in cielo, gli faceva agghiacciare il sangue, ma mai come in quella particolare sera di maggio. Il lampo rosso particolarmente visibile e, allo stesso tempo terribile, che presagiva una di quelle notti faticose e piene di angoscia, svettava tra le moltitudini di stelle, che in quel cielo di maggio, gli sovrastava il capo. Fu, però, la direzione da dove provenivano quelle scintille piene di presagi negativi, che fecero precipitare il suo cuore. Hogwarts, la casa degli studenti, il luogo più sicuro della Gran Bretagna, il luogo dove il sapere e la conoscenza venivano trasmesse alla prossima generazione, ma nella sua mente solo un volto e un nome.

    Diana...

    Con il corpo irrigidito, dalla preoccupazione per sua figlia, non notò nemmeno di essersi smaterializzato e aver corso fino a perdere il fiato, sino all’immenso cancello in legno, che lo separava dal disastro, che quella sera aveva colpito gli studenti. Si precipitò all’interno, ad accoglierlo: il caos. Studenti che attaccavano studenti e cercavano di difendersi dalla Acromantule, professori alle prese con le creature, studenti che attaccavano e cercavano di difendersi da studenti, masse di corpi neri riversi a terra, chi di stoffa chi di pelliccia, Bróðir non sapeva da che parte girarsi. Fece un iniziale respiro profondo e con non poco nervosismo, si insinuò nella Sala Grande, i tavoli erano oramai riversi in tutte le direzioni, schegge di piatti oltre che di legno sparse per il pavimento, il suo obbiettivo: l’Acromantula delle tre più grandi dentro il grande spazio, ad essere rimasta in piedi. Si insinuò alle sue spalle, la bacchetta alzata e puntata su di lei, attento ad evitare le più piccole che gironzolavano tra le persone, che cercavano al con tempo di difendersi che di attaccare, e senza esitazione, pronunciò uno degli incantesimi più semplici, ma dei più efficaci e, che non causasse dammi collaterali, soprattutto in un luogo chiuso, su quelle creature.

    Arania Exumai

    Non indugiò oltre, e con un altro movimento del polso ben assestato, pronunciò una seconda volta l’incantesimo appena lanciato.

    Arania Exumai

    Utilizzo di Arania Exumai e Arania Exumai
    Lanci di dadi : link [Acromantula Media 3: non colpisce | Acromantula Piccola: non attaccato]
    Acromantula Media 3: 170 - 180 (Arania Exumai + Arania Exumai) = 0
    Fatica: 11 - 1 [0,5 Arania Exumai + 0,5 Arania Exumai] = 10
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    Bróðir C. Prince vs Acromantula Media 3: colpito se 1 - 8 [25-17]: 9
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      19/5/2023, 20:07
      Bróðir C. Prince
    Bróðir C. Prince attaccato da Acromantula Piccola se 1: 3
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      19/5/2023, 20:07
      Bróðir C. Prince
    Bróðir C. Prince vs Acromantula Piccola: colpito se 1- 3 [20-17] | Ignorare se il precedente non è uscito 1: 18
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      19/5/2023, 20:07
      Bróðir C. Prince
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    Osservò attentamente la reazione della donna, Carlotta Pinkstone, al suo della sua voce. Ella rimase immobile, gli occhi vitrei, sembrava non sentirlo, neanche vederlo. Di solito, quando qualcuno ti rivolge la parola, l’istinto di un qualsiasi essere umano era quello di girare la testa verso il proprio interlocutore, ma Carlotta sembra essere in un mondo tutto suo, non sembrava averlo sentito e, con un piccolo sbuffo fuoriuscito dalla sua bocca, l’uomo fece un passo indietro e osservò i componenti del “gruppo” fare le loro supposizioni e, non si fece problemi ad ammetterlo, giudicò anche severamente molte delle loro azioni. A cominciare da Drake Rosier: non gli piaceva la violenza, a Bróðir, o meglio, non gli piaceva la violenaza ostentata senza una ragione apparente, ed era quello che l’uomo aveva compiuto e dimostrato con le sue azioni, una violenza inutile e non necessaria. A suo parere solo i bambini, quelli che si divertivano a schiacciare gli insetti, anche quelli più innocui, potevano permettersi la “violenza” non necessaria; bambini turbolenti, che si divertivano tra di loro a tir pugni o rotolarsi nell’erba prendendosi a calci l’un l’altro, non un adulto che oramai dovrebbe essere riuscito a domare i suoi impulsi. Scoccò una chiara occhiata di disapprovazione al biondo Voluntas più giovane e guardò con approvazione il giovane Nott, il cui Protego riuscì a proteggere la donna chiusa nella sua testa e nel suo mondo, riportò quindi lo sguardo sulla Pinkstone e la studiò attentamente. Sembrava smunta, la pelle pallida, gli occhi opachi, …

    Possibile? Il Bacio di un Dissennatore?

    Non avrebbe mentito, quella in particolare non sarebbe stata di certo la sua prima ipotesi, infatti il primo sarebbe potuto essere un Oblivion ben piazzato, ma in quel caso, sebbene confusa e disorientata Carlotta avrebbe comunque parlato, a meno che i suoi problemi di comunicazione non derivino da una qualche altra diversa causa… Osservò un ragazzo, forse Adler, o qualcosa del genere, provare ad estrarre un ricordo dalla donna, soggetta dei loro dubbi e perplessità, e una ragazza da capelli rossi, Allen (?), lanciare un Desiderium sul soggetto, ma se fosse come lui sospettava, i dubbi quali sembravano cementarsi con la consapevolezza di non essere l’unico ad averci pensato, sfilò quindi la bacchetta che poco prima era rimasta nascosta nella fondina che il Guerriero portava al braccio, e la puntò sulla donna.

    Legilimens

    L’intento, spezzare l’Oblivion, che possibilmente era stato posto sulla Pinkstone.

    Utilizzo di Legilimens (Conoscenza Avanzata - Livello 4)
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    [qualche giorno dopo l’incoronazione di Re Carlo III]

    q6SwHrs
    Bróðir non era un uomo particolarmente religioso, anzi per nulla, ateo come nessuno, non volgeva mai un pensiero a chi dal cielo lo stava guardando. Non credeva in nessun Dio, nel destino ancor meno e del Fato proprio per niente, manco nel karma quest’uomo credeva. Essendo un uomo prevalentemente pragmatico, preferendo l’azione alle teorie, o meglio quello che i suoi occhi osservano rispetto al semplice credere, non ha mai in tutti gli anni passati in Gran Bretagna seguito attivamente i passi della famiglia reale inglese, quasi non ne ricordava i nomi, quasi. Ma, in ogni modo, vivendo nel centro di Londra, Bróðir non poteva in nessun modo sfuggire al clamore derivante da queste figure, in primis la morte della Regina Elisabetta II e in seguito l’evento che aveva segnato quegli ultimi giorni, l’incoronazione di Carlo III. Se per la morte della Regina, poteva in qualche modo capire le lacrime di perfetti sconosciuti, soprattutto i più anziani e coloro che per anni era sottostati al suo regno, non riusciva a capire la facciata che alcuni mettevano al secondo. Elisabetta II era stata amata dal suo popolo per anni, a differenza del figlio, e sebbene potesse capire che per amor dei media, e del patriottismo, bisognasse festeggiare, non aveva in lui la forza o la voglia, se è per questo, di stamparsi un sorriso in faccia e sorridere alle telecamere. La storia della Principessa Diana, diffusati tra il pubblico, si era fatta breccia nei cuori di molti, sia inglesi che no, e aveva lasciato una macchia nel mantello regale foderato di pelliccia del Re Carlo III, che si sarebbe portato fino al suo ultimo giorno, e forse anche più tardi. Detto questo, Bróðir non era per niente affezionato a questa famiglia, ma la possibilità di avere tra le mani dei manufatti magici, forse pericolosi, e molto costosi, era un’occasione a cui era molto difficile farsi sfuggire, anche per un minimalista come lui. Quando gli era capitato il volantino con i dettagli dell’asta tra le mani, era stato un po’ dubbioso sul partecipare e dirigersi verso la casa d’aste, ma l’insistenza di Nyambura, sua confidente e consigliera preferita (e unica), lo avevano convinto ad andarci, per amor della sua, mal nascosta alla sua famiglia, curiosità. Una volta varcato il passaggio magico, si sedette sul retro, in ultima fila, non era lì specificatamente per comprare o fare asta, era lì per osservare, e se per caso qualcosa avrebbe attirato la sua attenzione, una puntatina non ci stava di certo male.
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    [Ministero della Magia Inglese - pomeriggio]

    6tbwpZK
    Fin dal Felix-Gate tutto sembra essersi fermato, o in un certo senso, congelato? Le persone che gli stavano intorno, lo scorrere del tempo, i suoni prodotti dalla natura e dagli artefici dell’uomo, ma se c’era qualcosa che non sembrava volersi fermare erano i pensieri che scorrevano nella sua testa. Vivendo da solo e tra i babbani, fin da quando era andato via di casa all’età di diciassette anni ed era uscito da Durmstrang, Bróðir ha sempre avuto delle “regole”, o meglio dei comportamenti, che assicuravano la totale inconsapevolezza dei babbani con cui parlava mentre per esempio andava al lavoro o al semplice minimarket in fondo alla strada. Di conseguenza la sua vita non era stata più di tanto stravolta, per quanto riguardavano le sue abitudini o conoscenze, certo doveva stare molto più attento a chi aveva davanti, e con chi parlava di cosa, ma per lui non era un grande cambiamento. No, il più grande cambiamento derivante da quel disastro era sicuramente rappresentato dal test W.O.M.B.A.T., che poi chiamarlo cambiamento era esagerato, aveva sempre saputo dopotutto di essere più abile nelle magie mentali, come decretato dal risultato come Voluntas. Non si era fatti, quindi, troppi problemi quando in quel primo pomeriggio, dopo il delizioso pranzo preparato da Nyambura, un gufo reale era aveva bussato alla sua finestra di primo mattino, infastidendo il decisamente più sviluppato senso dell’udito dei lupi, e scoprire di essere stato convocato per quel pomeriggio al Ministero. Ci aveva messo un paio di minuti a decidere come vestirsi non avendo nessuna indicazione per cosa sarebbe successo quel giorno, essendo il luogo d’incontro il Ministero, il primo istinto era vestirsi elegante, ma se poi dovessero spostarsi in un’altra location? Con un’alzata di spalle, degna di un’adolescente incompreso, il biondino prese, come suo solito, i primi vestiti che gli capitarono tra le mani, un paio di blue jeans strappati, una maglietta di flanella bianca (con un paio di buchi) e la solita giacca di jeans, che non poteva mai mancare. Presa la bacchetta, si diresse quindi verso il Ministero della Magia Inglese.

    ***

    Seguire per quasi tutto il Ministero della Magia un uomo dell’Ufficio della Cooperazione Magica Internazionale, non era di certo quello che il Guerriero si era aspettato quando era stato convocato. Guardandosi intorno, nel corridoio in cui l’uomo li aveva condotti, cercando qualcosa che potesse indicargli dove esattamente si trovassero cosa non facile, Bróðir ascoltò attentamente le parole e le indicazioni pronunciate da… già non ne ricordava il nome, forse un certo Shore?

    Carlotta Pinkstone? Siamo qui per Carlotta Pinkstone?

    Quasi fece dietro front, quasi. Assottigliò gli occhi alle seguenti parole dette dal funzionario del Ministero. Osservò con circospezione la porta aldilà della quale la donna più famosa oltre che odiata da oltre la metà della popolazione mondiale, con quella rimanente che la venerava. Si sarebbe aspettato di tutto, qualche ferita visibile, qualche osso spezzato, qualche cosa… ma non di certo gli occhi vuoti che guardavano di fronte a sé, senza vedere nulla. Carlotta Pinkstone sembrava un guscio vuoto, come se qualcosa o forse qualcuno l’avesse svuotata di tutto, sentimenti, emozioni, pensieri...

    Direi di iniziare a farle delle domande, per capire meglio il suo stato d’animo.

    Disse, o meglio sussurrò, a tutti e a nessuno intorno a lui, cercando di non farsi sentire dalla Pinkstone, e con passo deciso si avvicinò alla donna e cortese si presentò e prese a farle delle semplici domande, sperò che quelli dietro di lui, seguissero il suo esempio, avevano solo un’ora dopotutto. E la sua natura taciturna non faceva loro nessun favore, ma avrebbe fatto uno sforzo, pur di risolvere quel mistero, gli era stato dato un ordine, scoprire quello che è successo a questa donna, e aveva tutte le intenzioni di scoprirlo.

    Buon pomeriggio signora Pinkstone, come si sente? Sono Bróðir Prince, e mi piacerebbe fare quattro chiacchiere con lei.

    Edited by Bróðir C. Prince - 10/5/2023, 18:53
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    Benvenuta! <3
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    Finito il bicchiere di brandy, l’uomo chiuse gli occhi, cercando di godersi gli ultimi bruciori dell’alcol che scivolavano giù per la sua gola, lasciando dietro di sé una scia di fuoco, i suoi muscoli, che per tutto il giorno erano stati contratti e tesi, si rilassarono. Appoggiò il bicchiere di vetro vuoto sul tavolino in legno, osservando le trame del legno distorcersi attraverso la superficie curva, appoggiò rilassato la schiena allo schienale della sedia in legno e si perse per un po’ nei suoi pensieri, forse era l’alcol che lo rendeva, sebbene non triste, decisamente un po’ più malinconico del normale. Gli capitava spesso di sentirsi in quel particolare umore, rivolto soprattutto alla figlioletta che ogni giorno di più cresceva, e diventava sempre più donna. L’incubo di ogni padre, dicevano, era assistere alla crescita rapida e sempre più esponenziale delle figlie, che orami pensavano solo ai ragazzi e all’amore, e non più alle bambole o anche solo alla scuola. Temeva il giorno, Bróðir, in cui la figlia quattordicenne avrebbe preso la decisione di non confidarsi più con lui, imbarazzata per gli argomenti nei quali si sentiva più a suo agio parlandone con una donna, non avrebbero più avuto quella complicità che caratterizzava e rendeva unica la loro relazione padre e figlia? Si chiedeva l’uomo, ogni giorno in più che passava. Guardò la donna seduta davanti a lui negli occhi azzurri, con i suoi color ghiaccio, essendo stato destato dal suo cupo e malinconico umore, alla richiesta di un Duello all’Auror.

    Ma certo… non dico mai di no ad un Duello.

    Il sorriso che si fece strada sul suo viso a quelle parole non era di certo di buon auspicio, o almeno dalla sua espressione si poteva tranquillamente intuire l’entusiasmo, e forse un piccolo accenno della sua sete di sangue. Il Guerriero, al solo pensiero del Duello, poteva sentire chiaramente l’adrenalina percorrergli le vene mischiata con il suo sangue. Aveva sempre, fin da adolescente, trovato eccitante l’idea del Duello, gli incantesimi che veniva lanciati a destra e a manca, il dolore ai muscoli delle braccia per il continuo e rapido scagliare degli incantesimi, sia difensivi che offensivi, il piacevole dolore alle gambe per le schivate dei lampi colorati.

    E per me, sarebbe un piacere, conoscere le sue. Non si finisce mai d'imparare dopotutto.

    Nephele Hargrave
163 replies since 16/10/2022
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