Felix Felicis ~ Harry Potter GdR

Posts written by Nephele Hargrave

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    Ci si prova di nuovo: compro un biglietto!
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    Role conclusa
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    C'era uno stacco netto, fortissimo, un confine quasi invalicabile tra il mago e la strega, almeno dal punto di vista della seconda. Gaspard e Nephele avevano dei pareri e dei pensieri molto oggettivi, difficilmente influenzabili dai fatti. Erano due menti che guardavano verso la stessa direzione, ma il problema - se così lo si vuole chiamare - era proprio quello che aveva evidenziato l'Auror più anziano, annusando le paure della strega: non era un interrogatorio, erano chiacchiere tra colleghi.
    Mentre lui l'aveva elevata al suo stesso livello, Nephele non poteva non sentire il peso dell'esperienza di Gauthier che la schiacciava. Aveva occhi diversi da un'Acumen, che per quanto brillante era ancora acerba su tanti argomenti.
    Lo osservava mentre le parlava, gettandogli addosso un'espressione carica di curiosità e, a tratti, di meraviglia. C'erano diversi punti in cui avrebbe voluto annuire, ma avrebbe rischiato di sembrare una sottospecie di asino in jeans slavati o una di quelle decorazioni da scrivania che non la smettevano di fare su e giù come una molla. Come si chiamavano?
    Optò per rimanere perfettamente in silenzio, accogliendo quelle parole con attenzione e l'unico momento in cui distolse lo sguardo fu quando venne invitata a guardare di nuovo il giornale. La sua mente cominciò a macinare dati come un computer, senza che in realtà si mettesse a leggere le parole. C'era molto di più, una specie di sottotesto da afferrare, che la portò a mormorare una frase all'apparenza sconnessa con il resto del loro discorso.

    «Un caso a sé stante. Un male indebellabile allo stesso tempo».

    Quelle parole furono il frutto acerbo di una caotica analisi, il motivo per cui si era ritrovata lì a fare qualche ricerca, come a dare una spiegazione a qualcosa che ancora aveva bisogno di evolversi. Era andata alla ricerca di dati per cercare forse uno schema, ma più probabilmente stava cercando qualcosa che le potesse dare pace al turbine di pensieri e ipotesi.
    Gauthier era stato, in qualche maniera, provvidenziale e l'aveva salvata da un inutile scervellamento.
    In quel momento sentì l'urgenza di scappare e tornare a fare il suo lavoro ed ebbe il desiderio che qualcuno la chiamasse sbucando dalla porta, come se qualcuno potesse avere veramente bisogno dell'Auror Hargrave. Ma non c'erano delle pratiche urgentissime a salvarla, come non c'era motivo per defilarsi.

    Analizza la tua paura si disse e subito dopo alzò la testa e le spalle.

    «Osservare il fenomeno, raccogliere ciò che abbiamo: è tutto ciò che si può fare ora in attesa che gli eventi maturino».


    A questo punto annuì, accogliendo la lezione impartita dal collega più esperto. Avrebbe sospirato un ringraziamento, se ne avesse avuto il coraggio, se pensava avesse senso. Gauthier non la stava salvando da qualcosa, non le aveva fatto un favore, eppure l'aveva aiutata ad aprire la mente, spostare la prospettiva da un altro angolo dell'inquadratura, scoprendo poi che la vista fosse offuscata da tutti i versi. Ma quella sensazione che aveva adesso la faceva stare molto meglio, in un certo senso.
    Era rimasta una sola cosa da fare: chiedere a Gauthier di prendere un tè insieme da colleghi, cosa che fece nell'istante successivo solo con l'idea di abbandonare l'Ala Est ad indagini future.

    [Chiusa]

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    Oggi si torna bambini...

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    Parlando con l’uomo, Nephele non aveva prestato troppa attenzione al nome e ai suoi connotati, a parte che fosse un affascinante mago dai tratti molto vicini alla canonica definizione di bello. Dopo tutto si stava rilassando e ad un certo punto anche un Acumen ha il diritto di spegnere le sue facoltà mentali e dedicarsi alla nobile arte del riposo.
    C’era da dire anche che Nephele aveva sempre un’occhio attento alle notizie e il suo naso si tuffava quotidianamente nei giornali, tutti quelli che le passavano sotto tiro. L’unica differenza tra lei e una comune persona, si ricordava molto meglio dei fatti e ben poco dei nomi. Eppure un mago come Bróðir non poteva esserle passato inosservato, specialmente se era del suo stesso campo.
    Fece velocemente mente locale e cominciò a ricordare di aver già sentito quel nome, di aver già visto quel volto, probabilmente associato a qualche arresto. Era in qualche angolo della sua testa, ma non sapeva effettivamente dove e non si sforzò oltre.
    Difficile dire che una come Nephele fosse in soggezione, anzi la popolarità, oltre ad essere una cosa che non le interessava personalmente, era qualcosa che passava nettamente in secondo piano.
    Accolse il gentile rifiuto di Bróðir con un sorriso gentile e non aggiunse nulla a quello. Non amava insistere e lo trovava decisamente sgarbato farlo, quindi optò per il commentare la lettura.

    «Sì, credo che documentarsi anche sulle tecniche obsolete porti ad aprire la mente, specialmente perché si comprende la meccanica di certi incantesimi e da lì la loro conseguente evoluzione».

    Parlare di magia l’appassionava sempre e questo si vedeva. C’erano tanti indizi lanciati come un campanello d’allarme per chiunque l’avesse attorno: cominciava a parlare tanto, gli occhi chiari si ravvivavano improvvisamente, perdeva interesse nel fare qualsiasi altra cosa. Così, di nuovo, aveva dimenticato di fumare e anche di bere, ma mentre la pipa faceva da orpello tra le sue mani, il bicchiere di whisky sul tavolo rimaneva solo e abbandonato.

    «Spero il suo ritiro dalla carriera sia stato per un motivo piacevole».

    Nephele conosceva di vista qualche Auror sfigurato e finire la carriera con tutti e due gli occhi o tutte e due le gambe era sicuramente un miracolo per pochi. Le sembrava che il mago di fronte a lei non avesse di questi problemi e fosse anche piuttosto sano di mente, ma non poteva dirlo con certezza a seguito di un approccio così breve.

    «E mi auguro si trovi in Inghilterra per motivi altrettanto piacevoli».

    Non menzionò gli Alfieri Rossi, non menzionò i fatti del Luglio precedente. Questi si potevano intuire nel suo sguardo che si opacizzava mentre il viso perdeva un po’ di quella vivacità acquisita poc’anzi, parlando di magia. La verve di Nephele si era decisamente spenta all’improvviso, come se un’ombra buia aleggiasse su di lei, su quel tavolo, su tutti quanti.
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    [Hogsmeade, 1 Gennaio 2023]



    Qualcosa era successo in quel di Hogsmeade e un gruppo di otto Auror era stato chiamato a comprendere cosa fosse accaduto a cavallo del vecchio e del nuovo anno. Tra questi c'era Nephele, incaricata a raccogliere le deposizioni di quattro maghi.
    L'Auror procedette verso di loro con le mani infilate nel trench pesante e con le spalle strette per il freddo nonostante il cappuccio di lana, le muffole e una sciarpa perfetta per un Mezzogigante. Si fermò un secondo prima di raggiungerli, osservando le loro peculiarità e a parte Mavis, che conosceva un pochino, non sapeva nulla degli altri tre, perciò nella sua testa diede loro dei nomi che potessero aiutarla nel ricordarsi di loro. C'erano dunque il belloccio, il distinto e il confuso, e Mavis.
    Li raggiunse e fece loro un cenno con la testa a mo' di saluto.

    «'Sera. Auror Nephele Hargrave».

    Dalla tasca estrasse un taccuino di pelle e una piuma inchiostrata, pronta a prendere appunti.

    «Mi dispiace trattenervi ancora, ma giuro non ci vorrà molto».

    La promessa venne accompagnata da un mezzo sorriso imbarazzato. Sapeva quanto questo genere di cose fosse odiato dalla maggior parte delle persone e in alcuni casi si era ritrovata a gestire delle situazioni piuttosto ostili, ma si augurava non fosse quello il caso o avrebbe cominciato quell'anno con il botto.

    «Mi servirebbero le vostre generalità e un testimonianza di ciò che è accaduto. Chi comincia?»

    Raddrizzò la gobba perenne e diede uno sguardo ai quattro, sperando di concludere il prima possibile con quella parte. Freddo a parte, non aveva intenzione di trattenere a lungo quattro persone, già provate dagli imprevisti di una serata, che poteva concludersi molto peggio.
    Mentre trascriveva generalità e testimonianze, Nephele occhieggiava di tanto in tanto i suoi colleghi più anziani, cercando di capire se dai loro volti e dalle loro espressioni potessero trapelare opinioni sulla vicenda, mentre lei rimaneva piuttosto concentrata e distaccata. La sua espressione, infatti, poteva dare l'impressione che neanche stesse seguendo i maghi con cui stava parlando, ma non era così e continuava a segnare sul taccuino tutto ciò di cui le parlavano.
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    Edited by Nephele Hargrave - 25/3/2023, 17:20
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    Ascoltò con attenzione e in alcuni tratti anche con fascino. Nephele non amava scoprire subito le sue carte e non perché Donna fosse una giornalista, ma era un’abitudine che la strega aveva praticamente con tutti. Difficile capire dove pendesse l’ago della sua bilancia, anche quando effettivamente rispondeva.
    Anche in quel caso, Nephele non avrebbe fatto intendere completamente la sua posizione e lasciò che la giornalista concludesse ciò che aveva da dire prima di esternare i suoi pensieri e darle una risposta concreta.
    Accennò un sorriso e posò delicatamente la tazza di tè sul piattino, la girò appena in un gesto quasi maniacale, come se volesse avere tutto quanto in ordine sotto il suo raggio visivo o come se volesse raddrizzare qualcosa per qualche ragione. Fu un gesto spontaneo, lo scribacchiare sul foglio di pergamena mentre si chiacchiera da un camino all’altro con la Metropolvere. Nel mentre, alzò un sopracciglio come in un’improvvisa manifestazione di ammirazione, dovuta a cosa non si capiva.

    «La società magica affronta continuamente qualcosa di peggio, eppure sono le piccole cose che scatenano eventi più grandi, alle volte».

    Lasciò la frase volutamente criptica e distolse lo sguardo per un po’, come se stesse contando le tazze di tè in lontananza. Assottigliò lo sguardo in quella direzione, ma era chiaro che Nephele fosse presa da altri pensieri.

    «Potremmo fasciarci la testa e dare troppa importanza a qualcosa che non dovrebbe averla? Forse è così: anche Nephele la strega ha ben pochi elementi rispetto all’Auror Hargrave».

    Si rilassò non appena disse quelle parole. Abbassò le spalle spigolose, si lasciò andare ad un sospiro e sorrise candidamente alla giornalista.

    «Ma devo condividere il tuo pensiero: neanche io sono preoccupata dagli Alfieri Rossi. Probabilmente è saggio tenerli d’occhio ed è un ottimo spunto di riflessione su quello che sta accadendo nel mondo magico di oggi».

    Nephele prese un sorso di tè, facendo una pausa proprio mentre esprimeva un ragionamento. Era un comportamento fastidioso che tendeva ad avere con tutti per mettere ordine ai pensieri, come se potesse sbagliare anche nel rivelare la propria opinione.

    «Credo che anche i maghi più giovani siano influenzati dagli accadimenti dello scorso luglio e nessuno può biasimarli: chi più di loro è incerto sul proprio futuro? Il nervosismo si può manifestare in milioni di modi, anche in quelli più errati».

    Assunse un’aria seriosa e posò la tazzina con meno grazia di prima, facendola cozzare bruscamente contro la ceramica del piattino. Immediatamente, stirò le labbra a mo’ di scuse verso Donna.
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    Nome e Cognome: Nephele Hargrave
    Età: 35
    Stato di Sangue: Purosangue
    Amortentia: pagine di libri, tè, cenere
    Molliccio: le tombe dei suoi familiari
    Patronus: Gatto soriano
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    Tra le tante domande che Nephele aveva suscitato nella nuova conoscenza, c’era almeno una piccola informazione: il mago che sedeva di fronte a lei si chiamava Bróðir e di certo non era inglese.
    Fece qualche tiro con la pipa e poi lo osservò bene. Era un bell’uomo, non poteva negarlo, dai tratti molto classici, una di quelle bellezze che si poteva apprezzare per le simmetrie del volto e del fisico. Ad un primo sguardo, infatti, non sembravano esserci imperfezioni in quella figura e dava l’impressione di essere adeguatamente bilanciato nelle sue forme.
    Ma Nephele non osservava la superficie, anzi andava a cogliere il sorriso stretto e il modo che l’altro aveva di sedersi, ritenendoli particolari ben più interessanti.

    «Un manuale di incantesimi più vecchio della mia prozia Prudence. Aveva 120 anni quando è morta e credo sia stato pure un secolo fa. Ecco».

    Chiuse la copertina e gli passò il libro con un gesto molto morbido. Nephele, per quanto non apparisse come la più raffinata delle streghe aveva comunque dei modi molto gentili, come se le avessero impartito una rigida educazione sin da bambina. E così era stato per davvero.

    «Se le interessa, glielo presto più che volentieri. Il mio interesse verso questo testo è sicuramente professionale - sono un’Auror - e poi mi incuriosiva a livello personale».

    Non ebbe il minimo problema a riferire il suo ruolo lavorativo all’interno della società magica inglese e si divertiva quando qualcuno, nel sentirla, cominciava a vacillare, anche senza un apparente motivo. Ma il mago che aveva di fronte non le dava affatto l’impressione di un uomo che potesse avere guai con la legge.

    «Nephele».

    Aggiunse un piccolo sorriso, che andò ad increspare le labbra sottili della giovane strega. Dava l’impressione di un sorriso imbarazzato, ma non lo era affatto. Non era certamente presentarsi ad un uomo che le poteva incutere imbarazzo, anzi quell'espressione aveva un che di civettuolo, anche se Nephele non se ne rese minimamente conto e tornò a fumare dalla pipa come se niente fosse.


    evento intervista
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    Nephele accettò con un rapido cenno del capo la lapidaria risposta di Gauthier, dandola per vera. Non conosceva il mondo babbano, ma conosceva la burocrazia, cosa che molto spesso la turbava per quanto ne apprezzasse l’ordine. La giovane Auror era una strega e come tale non si preoccupava mai troppo di mettere in ordine le cose.
    Il resto del discorso si rivelò più avvincente delle chiacchiere sui Babbani. Ammirava Gauthier e nel dipartimento era indubbiamente tra i suoi modelli, mentre lei era ancora un nome facilmente dimenticabile tra i tanti. Non aveva né l’esperienza degli anni dalla sua per fare fini ragionamenti, se non il suo intelletto e ciò su cui le sue osservazioni si basavano, quindi ascoltava con attenzione e fare ammirato.
    Rimase così presa dal discorso che non si rese conto che, ad una certa, le venne riproposta la stessa domanda che ella stessa aveva fatto. Sbatté ripetutamente le palpebre prima di esternare il suo ragionamento, colta alla sprovvista.

    «Come dice anche lei, signore, è molto difficile capire quale sia il cattivo di questa storia, non mi voglio sbilanciare a parlare di condanne. Non è il mio compito e nemmeno quello degli Auror».

    Esalò un lieve sospiro, alzando e abbassando le spalle molto lentamente. Era difficile mettere a parole il turbine di pensieri che le si leggevano negli occhi chiari.

    «Il nostro compito è basarsi sui fatti e se qualcuno infrange la legge, siamo i primi a bussare alle porte dei rei. Ma se devo dire chi è il bene e chi è il male in questa storia, ho ben pochi dati per dare un’opinione oggettiva, per quanto personale».

    Stirò le labbra e bloccò così un sorriso imbarazzato sul nascere.

    «E non voglio farmi influenzare da essa, qualunque sarà. L’unica cosa certa è che l’utilizzo di magia oscura non lo concepisco come persona e poi come Auror, quindi non posso giustificare chiunque la utilizzi».

    Nephele piombò nel silenzio, lasciando le sue considerazioni vagare in un’eco immaginario. Era come se rimbombassero nella sua testa, anche se la cosa non durò poi tanto.
    Diede uno sguardo a Gauthier, come a capire se l’altro avesse avuto una qualche reazione al suo dire.

    evento intervista


    Edited by Nephele Hargrave - 23/2/2023, 16:40
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    Così trash che non posso farne a meno

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    Era nel locale da diverso tempo ormai e non poteva fare a meno di notare i passatempi degli altri o come la postazione per le freccette fosse perennemente occupata, ma Nephele si stava divertendo lo stesso nell’osservare la gente, come maghi e streghe parlavano in libertà davanti ad un buon calice da bere. Un’ora in un pub - o forse pure di meno - e anche il più ligio membro del Wizengamot avrebbe potuto rivelare il colore delle proprie mutande, quindi si divertiva anche in quel modo, con un baffo bianco di Burrobirra sopra le labbra. sarebbe stato molto interessante vedere crollare qualcuno del calibro di Percy Weasley, tra i tanti. O chissà come si divertiva il loro Ministro Granger, quando nessuno guardava!
    Lo sguardo sul locale pieno la distrasse da qualcuno che prese posto proprio al suo tavolo. Se l’aspettava, vista la mole di gente e Nephele non si tirava indietro dal fare certe conoscenze, quindi accolse il mago con un mezzo sorriso gentile.

    «Sera» fece, pulendosi la bocca delicatamente con le dita lunghe e ossute. Poi si presentò. «Nephele».

    Alzò anche il calice della Burrobirra in direzione della cameriera, così da farselo riempire nuovamente e fare compagnia al nuovo arrivato.
    Da una tasca del mantello estrasse la pipa, che spesso la accompagnava nei suoi momenti di relax e la mostrò per un secondo al mago al suo fianco, come a chiedergli se desse fastidio con il fumo, ma generalmente era abituata a non farsi troppi problemi nei pub.

    «Se avessi avuto una sigaretta, gliel’avrei offerta, ma con questa spero solo non le dispiaccia un po’ di fumo».

    Attese una sua risposta e in caso di esito positivo, avrebbe dato vita alla pipa con un colpetto di bacchetta.

    «Gradisce correre il rischio di una partita a carte e scommetterci su qualcosa?»

    Per quanto non fosse amante dei giochi da bar, a Nephele piaceva conoscere persone nei posti in cui andava. La si vedeva spesso attaccare bottone con chiunque, si interessava alle storie dei passanti e registrava tutto nella sua memoria. Sia mai che un giorno avrebbe potuto esserle utile questa o quella conoscenza, in qualche modo.
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    Edited by Nephele Hargrave - 23/2/2023, 17:44
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    Il viso di Nephele venne vergato da un sorriso molto sottile, quasi enigmatico, quando Donna le disse che non c’era pausa nel suo lavoro. Da una parte la capiva, mentre dall’altra Nephele aveva imparato a dedicare al lavoro solo le ore della giornata in cui stava effettivamente lavorando, così da non stressare troppo il cervello. Lavorando principalmente con quello, se non avesse preso delle giuste e meritate pause, qualche criminale in più sarebbe sfuggito alla legge o l’avrebbe acciuffato qualche Auror più competente.
    Nephele non avrebbe mai voluto correre nessuno dei due rischi.

    «Vedi, lo stai facendo ancora» rimbeccò così la giornalista. «Non ti concedi del tempo, ma lo posso capire, in un certo senso».

    Rise con fare educato, in maniera composta.

    «Era un modo molto ironico per dire che, a volte, le indagini hanno bisogno di tempi molto lunghi, in cui sembra che gli Auror non facciano nulla, quando in realtà passiamo nottate a catalogare prove negli archivi».

    Le era capitato più di una volta di restare al Ministero della Magia fuori dall'orario, dentro ad uno degli armadi dell'archivio, a ricatalogare le prove insieme a qualche collega.
    Prese un sorso di tè, ora che aveva raggiunto il giusto punto di infusione e il contenuto del filtro aveva colorato l’acqua bollente nella tazza. Non aggiunse zucchero per godersi l’aroma suggerito dalla giornalista.

    «Se invece stessimo facendo una chiacchierata tra streghe, visto che nessuna delle due si separerà mai dal ruolo che impersona nella società, che cosa ne pensi tu degli Alfieri Rossi?»

    Probabilmente quel dialogo sarebbe finita come un’intensa partita a scacchi, tra due donne molto abituate a fare domande, specialmente se le domande erano scomode. Con tutto che poi Nephele non era neanche una prodezza nel gioco degli scacchi, ma la sua indole da investigatrice era molto difficile da far evaporare, così come per Donna era impossibile non essere una giornalista capace.
    La vera sfida, tuttavia, si sarebbe battuta tra due donne che amavano entrambe tenere le redini della situazione in cui si trovavano. Uno scontro tra Amazzoni sarebbe stato più noioso.
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