Felix Felicis ~ Harry Potter GdR

Posts written by Nephele Hargrave

  1. .
    Da quando si era trasferita a Londra, Nephele aveva avuto modo di uscire con delle conoscenze babbane e tutto grazie alla proprietaria della mansarda adibita ad appartamento affittata alla strega. Era stato grazie a quelle uscite che l’Auror aveva avuto modo di scoprire il calore dei pub normalmente frequentati dai Babbani, ma nulla avevano a che vedere con il comfort e la gentilezza di un pub come il Paiolo Magico.
    La richiesta del bicchiere di whisky venne accolta prontamente da Anthony, che Nephele ringraziò con un rapido sorriso e un cenno educato del capo, per poi tornare subito alla sua appassionante lettura. Sarebbe stata in grado di trascorrere sopra quelle pagine l’intera notte, per poi ordinare un caffè bollente e presentarsi al Secondo Livello senza neanche un’ora di sonno, ma qualcuno venne in suo soccorso, distraendola dal suo passatempo.
    La strega alzò la testa dopo la fine di una frase, tenendo il segno con il pollice. Era così concentrata a leggere, che le ci volle un po’ per inquadrare il mago che le aveva parlato.
    Il mago dalla corporatura solida e degli occhi azzurri penetranti stava come indicando qualcosa sul suo volto, ma a Nephele ci volle più tempo del previsto per capire che cosa le stesse dicendo, realizzando solo un attimo dopo di aver lasciato la pipa spenta e che stava fumando a vuoto. Posò la pipa sul tavolo scuotendo la testa, ridacchiando per la sua sbadataggine.

    «Per la barba di Merlino, sono un caso perso!»

    Appoggiò anche il libro di lato, lasciando che il lato con le pagine aperte toccasse con la superficie legnosa, così da avere le mani libere ed estrarre la bacchetta. Fece un mezzo ghirigoro sopra la pipa, così da accenderla. A quello seguì un cenno di ringraziamento al mago.

    «Grazie, davvero. Quando leggo qualcosa di interessante fatico a mantenere la concentrazione su altre cose».

    Pensò che in quel momento avrebbe potuto confermare tutte le cattiverie sull’intelligenza delle donne bionde, ma che tale destino fosse dedicato proprio ad una Acumen? Nephele non si sarebbe ritenuta così speciale.
    Fece cenno al mago di prendere posto al suo tavolo, anziché starsene davanti al camino.

    «Prego, si sieda. Non mi piace occupare tavoli da sola e come minimo le devo offrire il prossimo giro».

    Dopo due boccate di pipa, la mise da parte per alzare il suo bicchiere di whisky e fare una specie di brindisi con l’uomo, che invece assaporava un gustoso brandy.
  2. .
    [Sera, 4 Febbraio 2023]

    Da un po' di tempo stava frequentando locali alla sera, anziché rintanarsi a casa col gatto e starsene nella mansarda a studiare fino a notte fonda, con una candela accesa nel buio della notte. Anche se poi, in realtà, si annoiava parecchio a starsene in mezzo alla gente e preferiva la compagnia di un buon libro, Nephele aveva realizzato che la mansarda nel quasi-centro di Londra le faceva sentire la mancanza di casa.
    Mentre il resto degli Hargrave si era ritirato nel mondo magico, Nephele aveva cominciato l'avventura del vivere da sola per una questione puramente pratica e che nulla aveva a vedere con la sua indipendenza, che comunque faceva sua ogni giorno di più. Eppure le chiacchierate dopo cena davanti al camino le mancavano davvero tanto, lei che non era mai stata così nostalgica e che poteva sempre presentarsi a casa dei suoi in qualsiasi momento. Però era tempo di costruirsi nuove abitudini e, indossati dei pantaloni a zampa d'elefante neri e una camicetta coordinata sotto al mantello grigio e spesso, aveva deciso di avventurarsi ad Hogsmeade e prendere posto ad un tavolo del celebre locale i Tre Manici di Scopa. Adorava frequentarlo quando studiava ad Hogwarts e anche ora non lo disdegnava affatto, se non avesse avuto altre priorità nella vita.
    Si accomodò e si fece portare della Burrobirra, giusto per ricordare i tempi andati di quando si bighellonava per tutto il fine settimana nel villaggio e tanto per essere ancora più nostalgici. Poi l'istinto le suggerì di prendere un giornale e mettersi a leggere, ma non lo fece, anzi si interessò ad una partita di carte del tavolo a fianco e la sua mente la riportò alle partite di scacchi fatte col padre sin da quando era bambina. Non era particolarmente brava a giocare, perché si perdeva ad osservare tante cose nel mentre, ma ne aveva piacere.

    «Non sarebbe male una partita a scacchi» si ritrovò ad esclamare tutto ad un tratto e a voce fin troppo alta.

    Uno dei due maghi che giocava a carte la fissò pure male, come a dire che se aveva intenzione di giocare, allora doveva cominciare a guardare da un'altra parte. E solo quel piccolo malinteso le fece tingere le guance pallide di un intenso rosso.

    Ethan Shelby
    Pagamento 15 G con debito 1.4 quindi 21 G
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    [3 Febbraio 2023]

    La giornata si era conclusa con uno scroscio di pioggia e, visto che doveva attraversare Londra per andare al Paiolo Magico e di conseguenza non poteva utilizzare un Impervius nelle zone babbane, l'acqua era diventata il secondo mantello di Nephele Hargrave.
    Il classico trench era stato sostituito da una mantella grigia piuttosto pesante. Con l'abbassarsi delle temperature aveva rispolverato vecchi vestiti, che sicuramente avevano avuto giorni migliori qualche secolo prima, ma tra questi c'era pure il mantello che indossava quel giorno.
    Era stata al lavoro quasi tutto il giorno e non aveva minimante intenzione di mettersi a cucinare. Tra l'altro, Nephele non era neanche una cuoca provetta e mangiava per sopravvivere (questo spiegava la sua corporatura ossuta, probabilmente), ma non era questo il punto. La noia e la stanchezza si erano unite in una combinazione fatale, quindi non era restato altro che uscire, farsi quella doccia di pioggia e piazzarsi al primo tavolo libero accanto al camino al Paiolo Magico. Si diede anche una rapida asciugata ai vestiti e, completamente in solitaria, si gustò una calda zuppa. Alla cena appagante sarebbe seguito un bicchierino di whisky, che accompagnava la lettura di un vecchio manuale di magia dalle pagine ingiallite sull'arte dei duelli. Si capiva già dall'immagine in copertina l'argomento trattato e pure qualcosa dal titolo completamente sbiadito.
    Una lettura interessante, da come aveva catturato Nephele, armata di occhiali da lettura e di pipa per fumare. Le iridi cerulee continuavano a scorrere veloci, poi tornavano su alcuni punti o si perdevano a fissare le immagini: era proprio concentrata, così tanto da dimenticare che avesse pure la pipa spenta, ma continuava a tirare come se nulla fosse.
    Era un bene che un argomento la prendesse così, perché oltre ad essere un ottimo svago, riusciva anche ad apprendere qualcosa di nuovo o semplicemente di curioso, se l'informazione era obsoleta come in quel caso. Infatti, si era persa in brevi risate, cercando di non immaginare quanto fosse cambiata in realtà la magia e la sua evoluzione aveva portato ad utilizzare tecniche più moderni, anche in un'arte antica come il duello.

    «Un altro bicchieri di whisky» fece al primo cameriere che le capitò a tiro nel momento in cui alzò brevemente gli occhi dal. libro.

    @Bróðir (non riesco a taggarti)!
    Spende 30 G con debito 1.4 e quindi 42 G


    Edited by Bróðir C. Prince - 18/5/2023, 21:19
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    Cercasi botta di fortuna! Compro un biglietto!
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    Toh, mi unisco!

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    • Inviato il
      17/1/2023, 12:36
      Nephele Hargrave
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    Nephele era decisamente una strega orientata verso la carriera e i suoi interessi personali, ma ad incidere sulle sue attività sociali era prevalentemente il suo continuo spostarsi tra un lavoro e l’altro. Gli amici, pochi ma buoni, di Hogwarts si erano trasferiti all’estero o avevano fatto carriera e famiglia in patria, ma avevano altri giri rispetto a quelli dell’Auror, che da quando aveva cominciato il suo impiego al Ministero aveva visto una naturale e aspettata terra bruciata attorno a sé.
    Eppure Nephele era stata cresciuta da una famiglia Purosangue che, per quanto povera, era una famiglia dabbene e quindi sapeva come socializzare e intraprendere una conversazione, sebbene prediligesse quelle più stimolanti in cui doveva costantemente arrovellare gli ingranaggi della mente.
    In quel caso, invece, quello che si aspettava dal casuale incontro con la giornalista erano semplici chiacchiere da bar, uno stacco lieto e piacevole in un momento come quello, perciò non poteva far altro che sorriderle con sincera gentilezza mentre la stava a sentire.

    «Nephele Hargrave in questo momento» la corresse con cortesia. «E direi che possiamo chiamarci per nome e darci del tu?»

    Prese la bustina appena infilata nell’acqua bollente della tazza e iniziò a spingerla giù e tirarla su di continuo, ciondolando col polso della mano destra. Nephele fece come finta di non sentire l’ultima frase della strega.

    «Dovrebbe essere una pausa dal lavoro, giusto?»

    Nel dirlo non aveva cambiato per nulla dei suoi modi gentili, ma qualcosa di brusco aveva fatto improvvisamente capolino nella sua voce. Scosse la testa come a scusarsi, era stata troppo rude anche per i suoi stessi standard.

    «Vorrei darle la notizia succulenta che cerca, ma temo di essere la persona sbagliata sugli Alfieri Rossi, per il momento» disse, lasciando aperta la possibilità di un possibile colloquio in merito all’argomento. «Lei, invece? Ha notizie da condividere con il Ministero che gli Auror fingono di non vedere?»

    Il viso della strega inglese venne vergato da un sorriso storto e sottile. Non si aspettava una risposta certa e Nephele era piuttosto rilassata in merito all'argomento scambio di notizie: tra Auror e giornalisti era difficile riuscire a coltivare rapporti costruttivi, ma anziché prenderla come un'estenuante partita a scacchi tra detti e non detti, Nephele preferì far intendere che lo scambio di informazioni, invece, poteva essere produttivo per entrambe le parti.
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    La famiglia Hargrave soleva prendere il tè delle cinque quasi ogni giorno, se gli orari si conciliavano coi vari lavori. L’unico che non aveva mai rispettato questa usanza, si diceva, fosse il suo lontano parente Fergus, che come tradizione gli veniva affibbiata qualsiasi brutta usanza che agli Hargrave non andava a genio.
    Se ad esempio si leggeva la notizia di un mago che aveva tradito la propria moglie, chiunque tra loro avrebbe detto: “Esattamente come Fergus”. Eppure Fergus non era mai stato sposato.
    C’era stata anche una volta in cui sua madre fece dei commenti poco appropriati sullo stravolgimento di una ricetta da parte di una vicina e concluse il tutto dicendo che una porcheria del genere l’avrebbe potuta concepire solamente Fergus.
    Anche durante l’ora del tè si facevano commenti del genere, se ne capitava l’occasione, ma solitamente gli Hargrave preferivano colloquiare di argomenti interessanti riguardanti la magia, facendo diventare quella tradizione un vero e proprio simposio sulla magia e le sue recenti scoperte. L’ultima volta che si erano incontrati tutti insieme dopo aver venduto il rudere di famiglia fu proprio sullo Statuto di Non-Troppa-Segretezza. E ovviamente suo padre disse: “Tutta colpa di Fergus!”
    Da quel momento si erano un po’ persi e Nephele, che ormai viveva tra i Babbani, era praticamente irraggiungibile dal resto della famiglia, anche se avevano trovato l’occasione di riunirsi a Natale. Quindi da mesi, ormai, si dedicava a quel rituale in solitaria, quando una voce venne in soccorso alla sua indecisione.

    «Mi sembra un’ottima scelta» disse prima di alzare la testa in direzione della strega, che si stava accomodando.

    L’aveva riconosciuta come una delle giornaliste della Gazzetta del Profeta e se non andava errata il suo cognome era Mason, di cui aveva letto qualche articolo sul quotidiano che, tra le sue spese sempre al limite, non mancava mai sul suo comodino al mattino.

    «Sì, decisamente» disse, afferrando anche lei una bustina dell’infuso allo zenzero e limone, lasciandosi consigliare dalla strega. «Suppongo anche lei non stia lavorando, o magari è alla ricerca di qualche notizia succulenta?»
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    C’era qualcosa in Nephele che venne messo a dormire da quella frase di Gauthier: il mago concordava con lei, quindi anche lui molto probabilmente stava osservando le falle e le crepe di quel sistema burocratico, di quelle leggi fatte frettolosamente per riparare l’irreparabile. C’era da chiedersi se fosse stata la scelta più saggia, ma una cosa era certa. Quel marasma assomigliava molto al preludio di una guerra, già solo per il fatto che i Ministeri avessero voluto testare la fedeltà delle loro comunità e capire chi sarebbe stato dalla loro parte, semplicemente presentandosi al test di W.O.M.B.A.T.
    O era solo una paranoia?
    Purtroppo Nephele diceva spesso che se un pensiero banale può insidiarsi in una mente qualsiasi, allora potrebbe farlo in un’altra pure. Era sempre quella la base di partenza per le sue indagini.
    Non seppe sorridere per la soddisfazione di aver trovato qualcuno sulla sua stessa onda, quindi stette a guardarlo.

    «Come fa a dire che abbiamo cercato di risolvere un problema magico con una soluzione babbana? Sa, non mi intendo di Babbani.»

    La giovane strega, infatti, aveva avuto poche occasioni di conoscere i Babbani. Era vero che la proprietaria del suo appartamento a Londra lo era e progressivamente stavano anche diventando amiche, ma Nephele trovava assolutamente curioso tutto ciò che le si parava di fronte ogni volta che faceva la strada dalla sua mansarda a Diagon Alley al Ministero.
    Le ci era voluta una settimana per comprendere il funzionamento dei semafori, ad esempio. E aveva rinunciato ad ordinare in quei ristoranti chiamati “fast food”, che prevedevano una profonda e inafferrabile conoscenza della tecnologia solo per fare l’ordinazione!

    «Credo che il tempo ci fornirà più risposte di quelle che possiamo ipotizzare ora. Per quanto noiosi, gli appostamenti ci dicono molto di più di quello che potremmo dedurre da delle indagini: è in quei momenti che si vedono muovere i fili».

    Si arrese, ma non era stata sconfitta da Gauthier, bensì da qualcosa di ancora più grande: l’ignoto.
    Per quanti molti avessero paura di ciò che non si conosce, Nephele ne era invece affascinata. Aveva una mente fatta per la scoperta, adatta a ragionamenti più grandi e c’era da chiedersi se per la seconda volta non avesse sbagliato professione. Eppure le piaceva molto essere un Auror, molto di più dell’essere un’apprendista Infermiera o Medimaga.
    Lo sguardo della strega si puntò su Gauthier quando il mago ripeté le sue parole: creatura purissima.
    Si vedeva chiaramente dalla sua faccia che si stesse chiedendo perché.

    «Crede nel karma, Gauthier?»

    Lo disse dopo averlo ascoltato, fino a che l’Auror più anziano non fece quella domanda.
    Gli si avvicinò, stringendo le palpebre come se stesse mirando qualcosa, come se volesse mettere a fuoco un pensiero che pian piano si stava costruendo nella sua testa.

    «Si usano 13 Felix Felicis, va tutto bene a chi deve andare bene, ma mentre noi pensiamo che dovremmo solo catturare i colpevoli e punirli, ma qualcosa di astratto sta solo riequilibrando la magia presente su questo pianeta».

    Cercò la complicità di Gauthier.

    «Se non fosse una maledizione, ma una conseguenza di quello che è successo, è la reazione contraria alla magia usata. Ha senso?»

    Sentiva di galoppare troppo, sentiva di dover rimettere i piedi a terra, ma era troppo tardi.

    «Perché se è così, qualcosa di oscuro si sta abbattendo su di noi, tutti noi. E questo potrebbe essere solo l’avvertimento.»
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    Edited by Il Narratore • - 1/2/2023, 16:08
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    Capitava - non sempre, non era così ricca - che Nephele riuscisse a racimolare qualche zellino dal fondo delle tasche del suo trench e si concedesse qualche piccolo vizio. Questo non la rendeva una cliente abituale di Madama Piediburro, ma l'Auror aveva preso l'abitudine di gustarsi il tè pomeridiano delle 5, finito il lavoro, se poteva permetterselo.
    Aveva staccato relativamente presto dal lavoro quel giorno, ma questo non voleva dire che se n'era andata dal Ministero prima della fine del suo turno, anzi. Le piaceva essere puntuale e le piaceva anche essere ligia al dovere, perciò niente l'avrebbe staccata dalla sua postazione prima del tempo. Dunque aveva staccato presto rispetto ai suoi standard.
    Una volta raggiunta Hogsmeade e affondati gli stivali nella neve, la strega raggiunse la sala da tè combattendo il freddo e le strade ghiacciate. Si tolse le muffole dalle mani solo una volta entrata nel locale, ma non il cappotto, la sciarpa e al basco tutto pelo. Avrebbe dovuto attendere ancora qualche minuto prima di acclimatarsi, ma la punta del suo naso si era colorata di rosso, spiccando sulla sua carnagione pallida.
    Prese posto il più possibile accanto ad un caminetto e una volta raggiunta da un cameriere, si fece portare la scatola contenente gli infusi, così da poter decidere quale tè bere quel giorno, ma la cernita non sarebbe stata così semplice.
    Abituata a concedersi sciocchi e rari vizi, Nephele era quel tipo di persona che pur di non commettere un tragico errore che le avrebbe compromesso la giornata, avrebbe preferito non compiere una scelta così banale. Su tutto il resto, poi, era assolutamente determinata, ma quelle piccole cose per sé erano sempre un grosso dilemma. Per questo continuava a punzecchiare le varie bustine, smuovendole per assaporare il loro profumo da lontano.
    Poco dopo si tolse pure il cappello e la sciarpa. Fece ricadere anche il cappotto sullo schienale della sua sedia, rivelando un abbigliamento di seconda mano non propriamente femminile. Di certo, tutto quello che indossava non valorizzava la sua forma da stecchino ed era chiaro anche ad un cieco quanto la strega fosse priva di stile.

    Donna Mason
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    Edited by Il Narratore • - 1/1/2023, 13:44
  13. .
    Inizialmente, il calore prodotto dalle tazze in cartone non era stato molto piacevole da provare sulla pelle. Una cosa del genere non sarebbe mai accaduta nel mondo magico, se non per sbaglio, ma ora che il liquido all'interno aveva cominciato a raffreddarsi viste le temperature, sulle dita avvertiva un piacevole tepore. Anche questo fenomeno del raffreddamento non sarebbe stato possibile nel mondo magico: la burrobirra, ad esempio, sembrava non perdere mai la sua temperatura, per questo era sempre una certezza dopo una giornata particolarmente brutta.
    Mentre trascorrevano i minuti nell'attesa di Mavis, Nephele pensava proprio a questo, a quanto fossero diversi i maghi e i babbani, a come i loro bisogni i secondi si erano adattati maldestramente, ma continuavano ad evolversi, senza perdersi d'animo. Lo trovava ammirevole, per quanto fosse semplicemente un bisogno ancestrale di far avanzare la specie umana. Quasi di pari passo, la magia si era anch'essa evoluta col tempo, ma maghi e streghe avevano accantonato parte delle comodità e ripudiavano l'elettricità nella maggior parte dei casi.
    Peccato, perché le lampadine erano davvero geniali.
    La voce diMavis la riportò alla realtà. Nephele gli mostrò un sorriso e gli allungò la tazza col suo nome.

    «Non sei in ritardo! Buongiorno, Mavis. Spero di aver fatto cosa gradita».

    Una volta consegnata la tazza e ritratta la mano, l'Auror fece come un cenno per brindare e prese un sorso della sua bevanda calda. Non aveva aspettato molto, in effetti, ma le dispiaceva che la cioccolata avesse perso il suo tepore, anche se non del tutto. Alla fine, era piuttosto gradevole.

    «Perdonami per la missiva un po' criptica, ma da Auror tendo a non lasciare mai troppe tracce scritte, ma avevo bisogno di un altro Acumen che si intendesse di trasfigurazioni e soprattutto che non fosse un membro del Ministero».

    Gli lasciò assaporare la cioccolata e la motivazione per cui aveva chiesto quell'incontro, poi prese a passeggiare molto tranquillamente a zonzo per Diagon Alley.

    «Niente di illegale, sia chiaro, ma per quanto io possa cambiare aspetto, i miei modi da Auror in certi ambienti potrebbero destare dei sospetti e vorrei avere dei contatti fidati proprio in questi posti, se te la senti di aiutarmi. Si tratterebbe di un lavoro extra, pagato, se te la senti».

    Lo osservava con la coda dell'occhio mentre fingeva di buttare un occhio qui e lì tra le vetrine. In fin dei conti, a chiunque sarebbero potuti sembrare due amici in cerca dei regali di Natale.
    Il gorsso del problema, era trovare i galeoni sia per i regali che per pagare Mavis.
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    LA MAGIA ESISTE? SE Sì, COME?


    Il tormentone dell'estate che ci ha accompagnato anche per tutto l'autunno e, ora, pure in inverno è solamente una frase: la magia esiste. Ma sarà vero? Dalla finale del mondiale del 7 Luglio 2022, tuttavia, nulla di così magico è accaduto, perciò tutti si stanno chiedendo che fine hanno fatto le streghe!

    Dubbiosi, siamo andati a fare qualche ricerca nei vari social e abbiamo scoperto che un ampio angolo di TikTok è dedicato all'esoterismo e alla magia da molto tempo: sembra che l'algoritmo dell'app del momento capisca pure quando è in corso una crisi d'amore, presentando all'utente che scorre i video dei messaggi positivi da parte dei cartomanti. Ma oltre a questo c'è di più.
    Il paganesimo è ben più radicato di quello che si potrebbe pensare, infatti si possono trovare consigli su come effettuare rituali e incantesimi di ogni tipo, perciò i maghi pare proprio non si stiano nascondendo e stanno diffondendo il loro verbo!

    Ci abbiamo provato anche noi della redazione a fare qualche profezia, a farci incantare dal Reiki e pure a tagliarci i capelli durante la luna calante... il risultato? Non così magico come speravamo, anzi per nulla.

    La nostra opinione è che in un mondo come il nostro, dove la tecnologia è ormai accessibile a milioni di persone, esistono film d'azione fantascientifici con effetti visivi molto accurati, possiamo solo credere di aver partecipato ad una delle più grandi pellicole scritte dai governi più influenti, direttamente nel set molto complesso e accurato mai visto. E proprio per questo ci viene spontaneo chiedere cosa ci stanno nascondendo veramente?
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    ~ Frase: Pochi indizi, ma buoni
84 replies since 30/10/2022
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