Valerius Wintersoul

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    Valerius Wintersoul


    Data e luogo di Nascita: Cork, 17 marzo 2005

    Stirpe: Purosangue

    Razza: Umana

    Bacchetta: Legno di Pino, nucleo in Crine di Unicorno, 12 pollici, leggermente flessibile

    Allineamento: Legale Neutrale

    Mestiere: Auror

    Scuola di Magia e Casa frequentata: Hogwarts - Corvonero

    Animali da compagnia: Un corvo di nome Albus

    Aspetto fisico: Valerius è un ragazzo smilzo ma piuttosto agile, alto 1.75, con i capelli neri di media lunghezza e due grandi occhi grigio-azzurri. Ha il viso smunto e spigoloso, le labbra sottili e le orecchie leggermente a sventola.

    Storia: Era il 1990 quando, in occasione della 421° Coppa del Mondo di Quidditch, Jacob Wintersoul e Rosalie White fecero le rispettive conoscenze: lui un giovane e affascinante magizoologo di origini scozzesi, in trasferta negli Stati Uniti per via dei suoi studi sulle Creature Magiche; lei una brillante e vivace studentessa irlandese appena diplomata, con una grande passione per la moda magica, per il Quidditch e per la vita mondana. Tra i due fu amore a prima vista - o, per meglio dire, "a prima bevuta", dato che entrambi avevano frequentato Hogwarts rispettivamente sotto le insegne di Tassorosso e Grifondoro senza mai accorgersi l'uno dell'altra. Per cinque giorni, durante i quali i Canadesi e gli Scozzesi tennero sospeso il fiato dei tifosi giocando una interminabile finale, Rosalie e Jacob cercarono l'una la compagnia dell'altro, bevendo, scherzando e conversando animatamente fino a tarda notte finché ad entrambi non fu chiaro che erano fatti per stare insieme. Cosa che, tuttavia, non fu immediatamente realizzabile, dal momento che Rosalie aveva da poco firmato un contratto di apprendistato presso un emergente atelier magico in Irlanda e Jacob stava completando le sue ricerche sugli Alastridente in Nord America. I due mantennero una relazione a distanza spedendo ogni settimana lettere oltreoceano, fino a quando nel 1992 Jacob non tornò in patria, rinunciando a un incarico offertogli dal MACUSA per prendere invece servizio presso l'Ufficio Regolazione e Controllo delle Creature Magiche del Ministero della Magia britannico. L'anno dopo, nel 1993, Rosalie e Jacob decisero di sposarsi e andare a vivere insieme a Cork, la città a cui lei si era affezionata lavorando come sarta e modella in un atelier per maghi. Le tensioni degli anni seguenti, il ritorno di Lord Voldemort e la Seconda Guerra Magica imposero alla coppia di rinunciare temporaneamente al loro desiderio di allargare la famiglia. La sparizione e poi la conferma della morte di alcuni amici e parenti provocarono un crollo emotivo per Rosalie, la quale arrivò al punto di giurare al marito che non avrebbe mai consegnato dei figli a un mondo tanto pericoloso e crudele. Ci volle del tempo, oltre che l’aiuto di esperti pozionisti e medimaghi, per risollevare la giovane donna dalla crisi depressiva in cui era sprofondata. Con il pericolo di nuove guerre ormai lontano e la speranza di un più duraturo periodo di serenità, Jacob riuscì pian piano a risvegliare in Rosalie la vitalità di un tempo, facendole riscoprire attraverso viaggi e avventure la bellezza del mondo in cui vivevano. E quale miglior modo di celebrare la vita, se non generarne una nuova?
    Fu così che all’alba del 17 marzo del 2005 Rosalie diede alla luce il piccolo Valerius. I primi mesi furono pura gioia e dolcezza: Rosalie sembrava felice, e Jacob lo era di riflesso nel vederla sorridere. Man mano che il piccolo cresceva, tuttavia, nuove preoccupazioni iniziarono ad oscurare il radioso viso della neo-mamma. A dispetto del nome che lei stessa aveva scelto, Valerius era minuto, e a lei appariva fragile e vulnerabile. Il che è naturale, se si considera un bambino di un anno che ha appena imparato a camminare e barcolla ad ogni passo; un po’ meno, invece, se quel bambino ha compiuto 8 anni ed è perfettamente in grado di correre, saltare e far capriole senza che sua madre gli urli dietro “Attento!” ogni volta. Il piccolo Val, in ogni caso, attento lo era: si approcciava ad ogni cosa con una cura e una precisione fuori dal comune, diventando nervoso se per qualche motivo le sue cose non erano perfettamente in ordine come le aveva lasciate, o se per errore delle briciole cadevano fuori dal piatto quando faceva merenda, o se una gobbiglia non aveva seguito la traiettoria che lui aveva previsto. Forse per via di questa sua mania dell’ordine e del controllo, la maggior parte degli episodi di magia accidentale della sua infanzia aveva come effetto il ripristino di quella che per lui era una condizione di equilibrio. Quanto alle pressioni di una madre troppo apprensiva, queste erano probabilmente mitigate dalla presenza del padre, che invece puntava tutto sulla capacità di Valerius di cavarsela in ogni situazione, provando e riprovando se per caso qualcosa andava storto. Per questo motivo, Valerius crebbe tutto sommato con una spiccata determinazione, una buona autostima e quasi nessuna insicurezza.
    Come tutti i giovani maghi della sua età, a 11 anni iniziò a frequentare Hogwarts carico di entusiasmo, rivelandosi fin da subito un mago promettente grazie alla sua diligenza e al suo metodo impeccabile: ordinato e preciso nel prendere appunti, puntuale nel consegnare i compiti e costante nel fare pratica con gli incantesimi. Via via più determinato nell’acquisire quanta più padronanza possibile delle proprie capacità magiche, col tempo iniziò a prediligere le materie che prevedevano un’approccio pratico, a discapito del suo impegno in quelle che invece gli apparivano sempre più come “chiacchiere superflue”: Incantesimi e Trasfigurazione diventarono le sue preferite in assoluto, seguite a ruota da Pozioni ed Erbologia. Nonostante questo suo pragmatismo, diverso fu l’impatto con la Cura delle Creature magiche, che pure aveva scelto di inserire nel proprio percorso di studi: a dispetto del mestiere del padre, e del conseguente fatto che di svariate creature aveva sentito parlare e disquisire fin da piccolo, Valerius non ebbe mai né la voglia né la pazienza per interagire con esse, complice la mancanza di empatia e di intesa con quelli che a tutti gli effetti erano esseri senzienti e autonomi non sempre facili da assoggettare al suo volere. L’unica creatura, tuttavia non magica, con cui riusciva ad interagire senza problemi era Albus, il corvo che aveva scelto come animale da compagnia all’inizio del primo anno scolastico e che si divertiva ad utilizzare come cavia per la Trasfigurazione.
    Quanto al rapporto con gli altri studenti, Valerius non era per niente un campione di socialità. Per i primi anni, a causa del suo approccio quasi maniacale allo studio, in molti lo snobbavano o lo prendevano in giro, alcuni cercavano di farselo amico pur di ottenere qualche aiuto che lui, placidamente e senza alcun rimorso, rifiutava di offrire perché “non ne aveva il tempo”, così come non lo aveva per le feste in Sala Comune o per i fine settimana in compagnia. Col tempo, però, il giovane Valerius iniziò a chiedersi perché ai suoi coetanei piaceva così tanto starsene in gruppetti a parlare di quelle che per lui erano stupidaggini, a giocare a gobbiglie o a scacchi senza nessun criterio o strategia vincente per il solo gusto di lamentarsi o ridere ad ogni sconfitta e far chiasso. E iniziò a chiedersi anche come facessero a divertirsi giocando a Quidditch, un gioco in cui per vincere dovevi affidarti a ciò che passava per la testa ad altri 6 ragazzini e sperare che nessuno di loro facesse cazzate in corso d’opera agendo d’impulso, il tutto mentre altri 7 ragazzini cercavano in tutti i modi di buttarti giù dalla scopa impedendoti di raggiungere il tuo obiettivo: perché se c’era una cosa che a Viktor piaceva meno di tutte, erano gli imprevisti.
    Col tempo, il giovane maghetto solitario che non aveva il tempo di costruire dei legami iniziò a prestare più attenzione a ciò che gli accadeva intorno, ciò che dicevano o facevano gli altri. La sua curiosità, prima focalizzata esclusivamente sul sapere e sulle arti magiche, iniziò a puntare anche sulle vite degli altri, sulle loro abitudini e modi di fare, ritrovandosi pian piano ad allentare il distacco scaturito dal suo disinteresse. Non solo i maghi suoi coetanei, ma anche i babbani di Cork, durante l’adolescenza iniziarono a risultargli degni delle sue attenzioni: o per meglio dire, lo erano le automobili, i cellulari ed ogni altro marchingegno che quelli avevano inventato per sopperire alla mancanza di quello che per lui era sempre stato lo strumento fondamentale da controllare per garantirsi una vita piena e dignitosa: la magia.
    Cosa sarebbe invece accaduto se al contrario, i babbani avessero iniziato a nutrire interesse nei confronti del mondo magico, a Valerius non era mai venuto in mente di chiederselo. Fu così che il crollo improvviso subito dallo Statuto Internazionale di Segretezza investì in pieno la coscienza ancora in bilico del giovane studente di Hogwarts inducendolo a porsi nuovi interrogativi.
    L'ultimo anno ad Hogwarts fu determinante per la scelta che Valerius si ritrovò a fare una volta superati i M.A.G.O.: fu proprio per via degli eventi che soprattutto negli ultimi mesi avevano scosso la sua amata scuola che il giovane mago decise infatti di intraprendere la carriera di Auror, promettendo a sé stesso di impegnarsi al meglio affinché ogni movimento, organizzazione o semplicemente azione di singoli individui volta a ledere gli equilibri, l'ordine, la stabilità e la sicurezza della società magica fosse scoraggiato e contenuto.

    Taccuino: QUI

    Aneddoti dal Passato: - I suoi genitori e tutte le persone che hanno un briciolo di confidenza con lui lo chiamano Val.
    - Da piccolo, quando qualcosa non era come voleva lui (un giocattolo fuori posto, un disegno o un gioco riuscito male...) a volte si arrabbiava e stringeva i pugni con le lacrime agli occhi, causando piccoli episodi di magia accidentale che sistemavano ciò che lo aveva infastidito.
    - Durante il suo secondo anno ad Hogwarts, uno studente di Grifondoro lo prese in giro per le sue orecchie a sventola davanti a tutti. Valerius non disse nulla, dando l'impressione di non aver dato alcuna importanza all'accaduto. Qualche giorno dopo, il Grifondoro si ritrovò a vomitare lumache sul tavolo della Sala Grande prima ancora di riuscire a ingurgitare la sua colazione, senza avere la minima idea di chi potesse averlo affatturato.

    Carattere: Freddo, apatico, distaccato: è così che chiunque descriverebbe Valerius a primo impatto, salvo poi scoprire che riesce ad essere addirittura una compagnia ancor meno piacevole. Sempre sulle sue e tendenzialmente di poche parole, Valerius ama il silenzio, la solitudine e la musica classica. È un ragazzo estremamente ordinato e preciso e tende a mal sopportare il disordine e la disorganizzazione altrui. Il suo essere schematico e abitudinario lo porta ad innervosirsi di fronte ai cambiamenti, a cui non sempre si adatta con facilità: quando però si rende conto di non poter ristabilire l’equilibrio perso, tutti i suoi sforzi sono volti a costruirne uno nuovo che non sia precario. È molto pragmatico e diretto, anche nel rapportarsi agli altri, e tende a dire quel che pensa senza troppi fronzoli o giri di parole, ma solo quando ritiene l’aprir bocca utile o giusto per i suoi fini.
    È piuttosto sicuro di sé e delle proprie competenze e abilità, il che alle volte lo porta ad essere presuntuoso anche se non ha alcun interesse nel dimostrare di essere migliore degli altri: semplicemente ama puntualizzare su tutto.
    Il suo interesse nei confronti degli altri è subordinato al bisogno di sapere e controllare ciò che gli accade intorno e che potrebbe avere implicazioni più o meno dirette su di lui. Non è mai stato particolarmente empatico, il che rende difficile per lui comprendere alcuni atteggiamenti degli altri o le loro emozioni. Quanto alle proprie, è convinto di averne il pieno controllo, ma è soltanto un’illusione dovuta al fatto che la sua mente razionale prevale quasi totalmente su quella emotiva, non lasciandole occasione di manifestarsi; è raro vederlo arrabbiato o triste o particolarmente gioioso, ma un osservatore attento può sperare di scorgere dietro la sua solita fredda compostezza i segni di una certa irritazione, scontento o soddisfazione malcelata a seconda dei casi.
    Nel tempo libero, a parte esercitarsi con gli incantesimi trasfigurativi o studiare il funzionamento di oggetti di particolare interesse, magici e non, a Valerius piace giocare a Scacchi. A differenza di molti suoi coetanei non è un grande appassionato di Quidditch, ma ne conosce bene le regole e si diletta ad assistere alle partite per studiare le strategie di gioco e cercare di prevederne gli esiti. A dispetto del suo carattere poco predisposto alla socialità, alcuni compagni di Hogwarts, soprattutto di Corvonero, lo apprezzavano per la sua schiettezza e per il suo modo di analizzare e affrontare molte situazioni così per come si presentano, senza sovrastrutture. Ne è un esempio anche il rapporto con i propri difetti fisici, in particolare le tanto derise orecchie un po’ a sventola, che ha imparato ad accettare con serenità come suo tratto caratteristico non particolarmente rilevante. Cionondimeno, pur non essendo un tipo vanitoso, ha l’abitudine di fermarsi davanti ad ogni specchio per controllare che sia tutto in ordine e che, per esempio, non abbia l’uniforme scolastica fuori posto o qualcosa impigliato tra i capelli.

    Relazioni: Rosalie e Jacob (genitori) - Valerius ha un rapporto piuttosto distaccato con entrambi i suoi genitori. Dal suo punto di vista, sua madre è troppo apprensiva e tende a proiettare sulla vita del figlio la propria incapacità di affrontare razionalmente difficoltà e problemi. Suo padre, invece, è fin troppo ottimista e "facilone", oltre che piuttosto disordinato e caotico, il che lo rende doppiamente irritante. Tuttavia sa di avere qualcosa in comune con entrambi e, quando ciò si manifesta in alcuni contesti, trascorre volentieri del tempo in loro compagnia, pur senza mai instaurare un vero e proprio dialogo a tutto tondo: se infatti da Rosalie ha ereditato la precisione e la cura nel gestire le proprie occupazioni, oltre che una certa dose di raffinatezza e di eleganza, Jacob gli ha trasmesso la curiosità e la tendenza a voler imparare sempre cose nuove, la determinazione e l'autostima.
    Valerius riconosce il valore della famiglia come importante in quanto garante di stabilità, ma senza attribuirgli una priorità maggiore rispetto alle proprie aspirazioni e progetti: direbbe volentieri addio ai suoi genitori se, per esempio, gli venisse proposta un'occupazione importante dall'altra parte del mondo.

    Albus - Il suo fedele messaggero nonché compagno di esercitazioni, è il suo bersaglio preferito quando ha da imparare un nuovo incantesimo di Trasfigurazione, a meno che non ne soddisfi i requisiti. A dispetto di ciò, Valerius esercita nei suoi confronti il massimo rispetto e se ne prende cura come farebbe con un oggetto di grande valore. Lui non osa definirlo affetto, ma c'è una grande intesa tra i due e tanto gli basta per definirlo il suo migliore amico.

    CONOSCENZE

    Extra:




    Avanzate:
    Elementari



    Altro:
    • Conosce la posizione della Sala dei Fantasmi per aver partecipato al 300° Complemorte di Nick-Quasi-Senza-Testa.

    Galeoni: 211




    Oggetti:
    • 2 Pezzi di Cioccolato Fondente: mangiarne un pezzo durante una role potenzia del 33% il Parametro Fatica fino a fine role.

    Premi Fanta Felix Felicis:

    Pozioni:

    Semi:

    Immunità:


    Punti Post: 9,5

    Parametri Magici
    AcumeEmpatiaPercezionePotenzaTecnicaVolontà
    18810151212

    Parametri Fisici
    DestrezzaFaticaResistenzaSalute
    18111150

    Parametri Sociali
    DialetticaPopolaritàVirtuosoSinistro
    47////
    Prestigio
    0




    Sapienza Trasfigurativa
    Commutatio
    Verto
    Locomotor
    Evocatio
    Evanesco
    Sapienza Trasfigurativa: 0/25

    Sapienza Difensiva
    Protego Maxima
    Protego Horribilis
    Energia Difensiva
    Protego Totalum
    Protego Volantis
    Sapienza Difensiva: 0/25




    Edited by Valerius Wintersoul - 6/5/2024, 22:04
     
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