Qualcuno pensi ai bambini!

nche quando ci sarebbe molto di cui scrivere, tra interni allo sbando, esteri a catafascio e babbani ovunque che fanno più domande di quelle a cui lo Statuto di Non-Troppa-Segretezza vorrebbe rispondere, una nuova e florida sezione è nata sulle pagine più quotidiane dell'Inghilterra magica, con una corrispondente d'eccezione: la prestigiosa firma di Donna Mason. Manca solo il titolo in testatina: cronaca di Hogwarts. Brividi? Siete in buona compagnia, e non è colpa dell'inverno.

Mie care lettrici, miei cari lettori, la vostra EstellElliSettimanale è qui con un nuovo Lumos Maxima sulle cose che ci circondano, in cerca come sempre di qualcosa che brilli davvero.

Potremo lamentarcene come bacucchi aggrappati al ricordo della nostra occasione, di quando si era tutti più belli, più genuini, più sani e non alla deriva come adesso, mica incomprensibili come questi, affatto problematici come loro. Ma Merlino solo sa quanto amiamo i nostri figli e cosa siamo disposti a sacrificare perché vivano una vita migliore di quella che è toccata a noi. Specialmente dopo aver regalato loro il Felix-Gate e tutto ciò che ne sta tragicamente seguendo per le loro vite ancora informi.
È il caso, allora, di aguzzare la vista su un fenomeno inquietante e alzare la voce prima che sia troppo tardi.

Un abbonamento semestrale omaggio a chi non ha letto neanche una volta la parola "Hogwarts" in prima pagina negli ultimi due mesi. Trovate l'indirizzo della redazione in quarta di questo numero per le vostre testimonianze. Ma se esiste un sacrosanto dovere di cronaca, esiste anche un limite - sottile così - che lo separa da quella sorta di mungitura emozionale a cui è soggetto il castello più famoso di tutti da qualche tempo. All'incirca da quando ombre sinistre hanno iniziato a scivolare nei suoi corridoi misteriosi, sì: ma è una ragione valida per tenere in piedi il giochino?

Articoli martellanti, interviste soffocanti ad adolescenti confusi, vicende personali che si trasfigurano in profonde analisi sociologiche su questa o quella famiglia purosangue e su quanto fermo sia il polso della nostra Legge Magica. La Scuola di Magia e Stregoneria più prestigiosa d'Europa si è trasformata in un palcoscenico su cui si alternano celebrità improvvisate dalle sorti impreviste, che vorticano in scena pronte a soddisfare la fame di lieto fine o il prurito umido della mano che stringe il pomodoro col verme. Emozioni distillate, dita puntate e una pressione costante che quasi sbriciola i muri.

Non c'è mago o strega che non sia almeno prozio alla lontana, da parte di cugino, di almeno una studentessa o uno studente a Hogwarts. Se non peggio - nel senso di meglio, s'intende. Quindi, mano sulla coscienza. La storia di uno è la storia di tutti. Perché Gideon e non l'altra, perché Winter e non l'altro, è solo una questione di coincidenze o magari solo di tempo - non ci sarebbe da stupirsi - prima che la sua storia diventi la più importante di tutte e Donna Mason ne firmi la trama in prima pagina. Siamo davvero disposti a pagare per questo squallido spettacolino che trasforma le nostre ragazze e i nostri ragazzi in scimmiette ammaestrate di cui ridere dal nostro posto numerato? Chi è l'orco mangiabambini: gli spettatori complici o l'allevatore con la frusta a forma di piuma?

Ragazze e ragazzi: vi vogliamo bene. Nei vostri occhi vediamo il futuro che mai ci apparterrà e tutti i numeri del Settimanale delle Streghe che neppure avremo la fortuna di scrivere. A nome di tutti i giornalisti, anche di quelli con la fobia della pagina vuota, anche di quelli che sanno spremere cuori più di quanto sappiano riportare fatti, vi chiediamo scusa. "Che qualcuno pensi ai bambini!", si suol dire. Noi l'abbiamo fatto. Ma, per carità, non più La Gazzetta del Profeta.