Un "normale" pomeriggio

Torre Arcana

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    [Sabato 9 dicembre – ore 14:30]



    Lylia era pallida in volto, ben più del suo normale colorito già chiaro. Camminava con passo lento ed un po’ ciondolante tra i corridoi del sesto piano dopo aver passato l’ultima mezz’ora chiusa nel bagno delle ragazze. Aveva fatto indigestione di dolci, di nuovo, e giustamente il suo intestino si era ribellato. Però c’era da dire che un po’ era colpa degli elfi addetti ai pasti degli studenti: come si faceva a resistere a tutti i dolcetti a tema natalizio che sia a pranzo che a cena, oltre che a colazione, riempivano le varie tavolate? In più, ogni volta che finivano, ricompariva un nuovo piatto pieno che ti spingeva subdolamente a mangiare ancora.

    Che giornata schifosa…

    Incapace di accettare i propri errori, Lylia cominciò a pensare di aver fatto un torto a qualche entità superiore, perché ciò che aveva passato nell’ultima mezz’ora non lo avrebbe augurato nemmeno alla persona che più odiava. In più, dato che le sfortune non giungevano mai da sole, ai dolori che si era causata da sola si aggiungevano quelli tipici che colpivano le ragazze una volta al mese. In poche parole, la giovane era senza forze e non vedeva l’ora di sdraiarsi sul suo letto.
    Però la giovane Tassorosso non si diresse verso i dormitori, ma invece stava camminando non molto lontano dalle vecchie aule dismesse che si trovavano in quella zona che in molti chiamavano Torre Arcana. Quella parte del castello non era tra quelle che Lylia frequentava solitamente, anche perché, appena poteva, preferiva recarsi all’esterno. Quel giorno la Torre era quasi del tutto deserta; si sentivano solamente un paio di voci provenire da una delle classi dismesse, ma la ragazza pensò bene di mantenersi alla larga. Si affacciò ad un finestra per guardare le zone esterne del castello: visti dall’alto, i boschi che circondavano Hogwarts sembravano essere ancora più sconfinati del normale. Quella vista sarebbe stata degna di essere rappresentata da uno dei suoi disegni, ma ben presto una fitta intestinale la fece ritornare alla realtà; ai disegni ci avrebbe pensato in un giorno in cui sarebbe stata meglio. Sbuffò, tornando a guardare al di fuori della finestra con lo stesso sguardo di un cane tenuto in casa nonostante avesse una voglia matta di uscire.

    Eren McCall
    Dado sfortunato, Lylia non trova niente.
     
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    [Sabato 09 Dicembre, ore 14:30]



    Forse non era stata una grande idea fare una scarpinata fino al sesto piano, subito dopo pranzo e in piena fase di digestione. Magari poteva andare a riposarsi un pò su uno dei divani comodissimi della sala comune, tipica pennichella domenicale che un mago sedicenne e dinamico come Eren per quanto potesse desiderare di poltrire, finiva sempre per fare qualcosa di più importante.
    Quel giorno, la battaglia pennichella VS varie attività, l’aveva vinta la sua estrema voglia di esplorare il castello che l’aveva fatto spingere un passo dopo l’altro fino al corridoio del sesto piano dove perlopiù sembravano esserci delle aule dismesse. Ne aveva esplorata una, ed era uscito pochi minuti dopo perché non c’aveva trovato nulla di interessante se non una catasta di banchi vecchi ed impolverati.
    Da qualche parte c’era di sicuro un gruppo di studenti appartato a chiacchierare e scherzare, o forse studiare, insomma qualunque cosa stessero facendo quegli studenti, Eren se ne tenne a debita distanza riprendendo a girovagare per il piano senza una meta apparente, perché in effetti, una meta non ce l’aveva. Era solo curioso fino all’inverosimile di scoprire altri luoghi come quello che gli aveva mostrato Joy nei sottorranei. Chissà cosa poteva nascondere la parte alta del castello invece.

    Si era chiesto in effetti, come mai quella zona del castello fosse chiamata “Torre Arcana” ma una spiegazione da solo non era in grado di darsela, e nemmeno si era curato di chiedere a qualcuno, tanto valeva andare a vedere e cercare di venirne a capo da solo. Procedeva perciò a passo tranquillo dopo aver visitato l’ennesima aula vuota, con le mani nelle tasche dei pantaloni di una tuta da quidditch con i colori della sua casa, come anche la felpa che indossava era in cremisi e oro, mentre l’effigie di grifondoro svettava sulla schiena sotto il numero ventitrè, il suo, e la maglia calda che invece portava sotto la felpa aperta e ne fasciava il fisichetto scolpito da giocatore di quidditch, arrecava lo stemma di Hogwarts sul petto.
    Non fu troppo difficile individuare Lylia visto che non c’era quasi nessuno nel corridoio, e nell’osservarla da lontano assottigliò le palpebre. La colse impegnata a scrutare l’orizzonte fuori dalla finestra, e gli sembrò completamente immersa nei propri pensieri tanto che si chiese se non fosse il caso di fare dietrofront e lasciarla in pace, ma temeva che lei potesse accorgersi che aveva deciso di andarsene senza salutarla, quindi anziché arretrare, avanzò fino a raggiungerla. Appoggiò le spalle sul muro accanto alla finestra, alla sinistra di lei e mantenne il capo girato in sua direzione.

    Siamo un pò malinconici?

    Esordì, cercando di scorgere qualunque segno sul suo viso, in effetti la ragazza di tassorosso non aveva una bella cera quel giorno, ma se si fosse voltata a guardare Eren avrebbe incontrato il suo solito sorriso raggiante e gli occhi di un grigio chiaro brillante.

    Stai bene?

    Le chiese in seguito, inclinando il capo appena verso destra per osservarla più attentamente dalla sua posizione appoggiato al muro.

    Cattivo dado! Cattivo!
    Post di ripresa fatica -3 x 3/10
     
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    Lo sguardo di Lylia era diretto verso il paesaggio che si poteva ammirare dal sesto piano. In particolar modo, la sua attenzione venne catturata dalla foschia che copriva la cima dei colli più alti che si vedevano in lontananza. Pensò che, concentrandosi su un qualcosa di diverso dal suo malessere fisico, questo potesse passare in secondo piano. Forse proprio per questo motivo non si accorse minimamente della presenza di Eren nelle vicinanze fino a quando il ragazzo non le cominciò a parlare, facendola sobbalzare leggermente per la sorpresa.

    Ciao Eren, non ti ho sentito arrivare.

    Non riuscì a sorridere come era solita fare e come stava facendo invece il Grifondoro. Non prestò nemmeno attenzione alle prime parole che le furono rivolte, come se la sua mente, a causa della sorpresa, non le avesse registrate. Si voltò verso il ragazzo mentre quest’ultimo le chiese se stesse bene. Forse era solo una coincidenza, ma negli ultimi mesi, in un modo o nell’altro, ogni volta che i due si incrociavano le parole “stai bene?” uscivano sempre dalla bocca di uno di loro con un tono vagamente preoccupato.

    Non proprio. Ho mal di pancia, ho passato l’ultima mezz’ora in bagno e potrei doverci ritornare tra poco.

    La sua voce aveva un tono stranamente apatico mentre, con totale schiettezza, rivelava il suo problema, forse aggiungendo anche dettagli non richiesti. D’altra parte, se c’era un’emozione che Lylia provava raramente, quella era l’imbarazzo, dunque non si fece troppi problemi a parlare dei suoi problemi intestinali ad Eren.
    La giovane Tassorosso non poté non notare gli abiti che indossava il Grifondoro, quasi completamente a tema Quidditch, a differenza sua che indossava un paio di pantaloni della tuta completamente neri ed una maglia a maniche lunghe color verde acqua, formando un abbinamento che avrebbe potuto far svenire gli appassionati di moda.

    Stai andando ad allenarti?

    Domanda lecita dato che anche lei a volte sfruttava il fine settimana per esercitarsi. Questo però non spiegava la presenza del ragazzo nei pressi della Torre Arcana, ma prima di poter anche solo chiedergli cosa lo avesse spinto a raggiunger quel luogo piuttosto isolato del castello, la mente di Lylia fece un altro collegamento.

    A proposito, non ti ho ancora fatto i complimenti per la partita contro Corvonero. Sei stato il giocatore decisivo e ti ho visto mentre stavi afferrando il boccino!

    In quella frase, per la prima volta da quando la conversazione era iniziata, Eren avrebbe potuto vedere un pizzico del solito entusiasmo che caratterizzava la Tassorosso. Certo, omise il piccolo dettaglio riguardo al fatto che avrebbe preferito che Grifondoro perdesse quella partita, benché il suo tifo fosse tutt’altro che spudorato. Non sapeva se il ragazzo fosse a conoscenza della sua grande passione verso lo sport più famoso tra i maghi, anche se forse gli aveva accennato qualcosa durante il loro incontro avuto in Infermeria dopo l’incidente di Halloween.

    Trovato ancora nulla
     
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    Di sicuro Eren non voleva spaventare Lylia, per questo motivo nell’esatto istante in cui lei sobbalzò, lui inarcò le sopracciglia e premette le labbra apparendo sorpreso quanto dispiaciuto di averle fatto prendere un colpo. Tuttavia quell’espressione non durò che pochi momenti, venne subito sostituita di nuovo dal suo sorriso tiepido che come al solito andava a riflettersi negli occhi molto chiari.

    Scusa, non ti volevo spaventare.

    Si giustificò, restando poi ad osservare il viso di lei, e gli sembrò decisamente pallida e più “ammaccata” del solito, tanto che anche lui cambiò espressione in favore di una un pò più seria e pensierosa che mantenne anche mentre l’altra iniziava a parlare svelando il perchè di quella faccia pallida e l’espressione che gli sembrava anche un pò sconfitta. Apparve perplesso nel comprendere cosa affliggeva Lylia quel giorno e la sua perplessità si trasformò nel giro di pochi momenti in palese imbarazzo. Era chiaro che non volesse indagare troppo sulle ragioni per cui la tassorosso fosse rimasta chiusa in bagno per più di mezz’ora. Anche perché aveva una vaga idea dell’appuntamento mensile di ogni ragazza con il bagno e per quanto ne sapeva in quel momento, poteva essere quello, oppure anche un’indigestione, ma in un caso o nell’altro non avrebbe saputo, né tantomeno potuto aiutarla.

    Uhm…

    esitò un attimo prima di risponderle e puntò gli occhi chiari sul resto del corriodio giusto per non dover guardare Lylia in faccia mentre lui che solitamente era abbastanza sbruffoncello, era invece palesemente imbarazzato tanto che il resto del suo discorso fu espresso con un tono alquanto dubbioso.

    Vuoi che… ti accompagni in infermeria?

    Tornò ad osservarla giusto per qualche momento.

    Forse Madama Chips può darti qualcosa.

    Di sicuro l’infermiera di Hogwarts avrebbe saputo cosa fare a differenza di Eren che pareva sempre abbastanza preoccupato davanti al malessere altrui, di Lylia in questo caso, e tendeva sempre e comunque a cercare una soluzione laddove poteva arrivare. Solo che il problema di Lylia era per lui una sorta di tabù perché se l’appuntamento mensile era qualcosa di quasi completamente sconosciuto se non per sentito dire, l’altra ipotesi era quasi sconvolgente perché se pur più “normale” dal suo punto di vista, era la conferma che anche le ragazze passassero del tempo sul WC e non erano di sicuro gli esseri fatati che immaginava lui.
    Si era perso in quei pensieri, per questo la sua successiva risposta sembrò in un primo momento un pò distratta.

    Allenamenti?
    Ah, sì! Tra un paio d’ore devo andare.


    Ecco spiegato perché indossava la tuta da quidditch. Quell’espressione seriosa fu poi sostituita da un nuovo sorriso raggiante nel momento in cui gli arrivarono i complimenti. A parte dai compagni grifondoro non ne aveva ricevuti molti, la sconfitta di Corvonero non era stata presa molto sportivamente dalla stragrande maggioranza degli studenti con cui si era fermato a parlare dopo la partita, e per quanto le voci sui favoritismi della preside fossero infondate, lui sapeva che si vociferava di queste cose, ma sapeva anche che in quella partita c’aveva messo tutto se stesso ed era ignaro del fatto che Lylia avesse tifato contro di lui e la sua squadra, ma in quel momento non gli importava molto perché le parole che lei gli aveva rivolto suonarono alle sue orecchie come sincere, avvalorate anche dal primo sorriso che le aveva visto sfoggiare da quando l’aveva incontrata.

    Beh, grazie! Io… mi sono impegnato molto anche se in giro si dice diversamente.

    Un pò di fastidio si sentiva nelle sue parole, ma in fondo ci passò sopra molto velocemente, nonostante le malelingue, tutti avevano visto le innumerevoli volte in cui il boccino era scappato e Eren senza sosta lo aveva inseguito.

    Ma… è questo che fanno i cercatori, no? Chiudono il match.

    Alzò le spalle, era vero, era stato il giocatore decisivo perché decisivo era il ruolo che ricopriva nella squadra, lui non sembrava affatto spaventato da quella responsabilità immensa che aveva in campo. Quantomeno, non era spaventato in quel momento, mentre parlava con Lylia.

    La prossima volta tocca a voi!
    E’ ancora presto per l’ansia pre partita, ma avvisa i giocatori se li vedi che io farò il tifo per voi. Dovete stracciarli quei serpeculo di me…


    Come sempre col quidditch usciva fuori il peggio di Eren, che si morse la lingua prima di cominciare a sparare volgarità.

    Sì… ecco, insomma… Io farò il tifo per voi.

    Dado sfortunello di nuovo Lylia <3
    Post di ripresa fatica -3 x 4/10


    Edited by Eren McCall - 19/12/2023, 22:34
     
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    Le parole di Lylia riguardanti la sua salute ebbero un effetto su Eren che la giovane non si aspettava. L’evidente imbarazzo che traspariva dal volto del Grifondoro la spiazzò, portandola a chiedersi se avesse per caso detto qualcosa di sbagliato o di offensivo. Non le passò minimamente per la mente che la maggior parte delle persone poteva vedere come dei tabù certi argomenti. In tutto questo però, la giovane Tassorosso restò sorpresa nel vedere un lato di Eren che non conosceva: in quegl’istanti sembrava imbarazzato ed impacciato come mai lo aveva visto ed ancora non aveva capito che erano state le sue parole a causare tutto ciò. Forse proprio per questo, dopo che il ragazzo si era offerto di aiutarla, proponendole anche di andare in Infermeria, Lylia rispose nuovamente in maniera piuttosto diretta.

    No, tranquillo. Non è la prima volta che mi capita di fare indigestione, quindi ho imparato a cavarmela. E’ solo che oggi ho anche un problemino in più, ma niente di che.

    Come detto, l’imbarazzo non faceva parte di lei, ma allo stesso tempo era brava a provocarlo nelle persone altrui, seppur involontariamente. Con un gesto quasi inconscio, si portò una mano all’altezza della pancia: il fastidio persisteva, ma non era più forte come prima e parlare la stava in qualche modo aiutando, specie se l’argomento era a lei gradito. Infatti, quando la conversazione si spostò sul Quidditch, Lylia riprese decisamente vigore, ed anche Eren sembrò ritornare più a suo agio.

    Giusto, ed hai chiuso la partita alla grande! Però tutta la vostra squadra ha giocato bene; avete anche segnato due volte.

    Visto che la partita era un ricordo lontano, il lato da tifosa aveva abbandonato la ragazza che, da grande appassionata, riusciva anche a fare delle analisi abbastanza oggettive. Però furono le successive parole del Grifondoro a colpirla maggiormente, perché non si aspettava di ricevere un supporto così spudorato verso la squadra di cui faceva parte.

    Grazie! Prometto che daremo il massimo per vincere ed io, in quanto portiere, non lascerò passare una singola Pluffa!

    Non sapeva se Eren fosse a conoscenza del fatto che anche lei fosse entrata in squadra, ma comunque ora lo sapeva. Però, parlando della futura partita, non poté fare a meno di pensare ad una cosa.

    Spero solo che nessun altro provi ad avvelenarci… Hai sentito cos’è successo al nostro capitano, vero?

    Probabilmente ne era già a conoscenza dato che la notizia aveva fatto il giro della scuola. Fortunatamente, il colpevole era già stato scovato e punito, ma non era improbabile che qualche altro Serpeverde potesse tentare di avvantaggiare la propria squadra utilizzando altri mezzi subdoli.

    Qualche volta dovremmo organizzarci per allenarci un po’ insieme, ti va?

    Non le importava che fossero avversari, almeno fino a quando non si sarebbero dovuti affrontare perché, in quel caso, la ragazza non avrebbe fatto sconti a nessuno, ma fino ad allora, le sarebbe piaciuto fare qualche volo d’allenamento con il Grifondoro. In quel momento, un rumoroso brontolio del suo intestino fece eco tra le mura della Torre Arcana, accompagnato da una fitta al ventre, facendola ritornare alla realtà.

    Ecco, magari quando starò un po’ meglio.

    Accennò ad un sorriso che si mischiò ad una smorfia, creando così sul suo volto un’espressione strana ed indecifrabile che durò pochi attimi, così come pochi attimi era durata la fitta. Cercò di ritornare a parlare il prima possibile per non far preoccupare Eren.

    Quindi questa tua gita al sesto piano è una specie di riscaldamento prima del vero allenamento oppure eri qui per qualche altro motivo?

    Quella zona di Hogwarts non era molto frequentata e dunque la sua presenza lì l’aveva in qualche modo incuriosita.

    Maledetto dado, ci mancava poco!
    Comunque, Lylia cita una delle Cronache da Hogwarts, in particolare:
    "Tentato avvelenamento a Lysander Scamander: punito un Serpeverde. Voleva agevolare lo scontro di Febbraio Serpeverde vs Tassorosso"
     
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    Doppio problema, doppio imbarazzo! Che si tradusse sul volto di Eren in un premere le labbra e distogliere lo sguardo da Lylia per puntarlo verso il corridoio un pò a casaccio, annuendo con un fare lento che lo faceva sembrare alquanto convinto.
    Avrebbe tanto voluto avere qualcosa da dire per uscire da quell’impasse, ma non ce l’aveva. Perciò si limitò a fare quello che gli riusciva meglio, ovvero puntare gli occhi chiari in direzione del viso di Lylia e sorriderle in modo piuttosto ampio mentre sul suo volto cercava le parole che gli erano mancate.

    Uhm… ti offrirei il mio aiuto, ma… temo che non servirebbe a molto.

    Ne seguì una risata breve e che chiaramente aveva il sapore dell’imbarazzo che stava provando in quel momento, visibile anche dal gesto che ne seguì, ovvero un lento massaggiarsi la nuca intanto che se ne rimaneva con la schiena appoggiata al muro accanto alla finestra.

    Tra l’altro hai detto che sai cosa fare, quindi…

    Alzò le spalle nel tentativo di risolvere la questione e scrollarsi di dosso quella sensazione che non provava molto spesso e che quindi gli provocava un certo fastidio se pure non era visibile nel suo atteggiamento.
    Fortunatamente la conversazione si era spostata su Quidditch, argomento in cui Eren sguazzava come un avvincino nell’acqua del lago nero. Le dedicò un sorriso ora molto più caldo e ovviamente senza traccia alcuna di quel disagio provato fino a pochi momenti prima, chiaro che non poteva non essere d’accordo con lei.

    E’ vero. I cacciatori sono stati grandiosi, e se poi parliamo delle battitrici…

    Alzò le sopracciglia con tanto di espressione soddisfatta, che si stesse crogiolando ancora per il successo ottenuto in campo era di facile intuizione.

    Divine.

    Insomma non aveva affatto dimenticato il modo in cui le due compagne grifondoro erano state onnipresenti per deviare tutti i bolidi che i corvonero avevano tentato di indirizzare verso i cacciatori e verso di lui nella speranza di farlo fuori, solo dalla competizione magari. Ma fortunatamente non era riuscito ad appurare cosa poteva succedere se un bolide l’avesse beccato in piena faccia e per questo era consapevole di dover ringraziare soltanto Florence ed Eunjoo.

    Ah già! Credo mi avessi già accennato in infermeria che sei nella squadra anche tu… Ma non credo mi avessi già detto che sei il portiere. Bene, quantomeno se dovessimo scontrarci per la finale non ci sarebbe uno scontro diretto tra te e me!

    Ammiccò velocemente nei suoi confronti, poi si fermò a riflettere per qualche momento un pò su tutta la questione. I ricordi di quei giorni in infermeria erano abbastanza confusi, ma più ne parlava con Lylia più sembrava convincersi del fatto che era un discorso che in qualche modo avevano già affrontato, almeno in parte.
    Il sorriso sparì letteralmente dalla sua faccia quando Lylia sottolineò come Lysander fosse effettivamente stato avvelenato. Umettò le labbra e divenne estremamente serio.

    Quindi è vero.

    Forse non c’aveva creduto fino in fondo a quelle voci di corridoio, e qualunque cosa stesse passando per la sua mente in quell’istante, lo portò ad inclinare il capo di lato e osservare con attenzione la ragazza che aveva davanti.

    Onestamente non sapevo se crederci oppure no, insomma è decisamente esagerato come gesto.

    Scosse il capo un paio di volte, ancora incredulo, ma di certo non dubitava delle parole di Lylia, più che altro gli sembrava assurdo arrivare a tanto per una partita di Quidditch.

    Devono temervi un sacco se sono arrivati a fare questo. Cioè davvero… capisco la competizione e tutto il resto, ma dovrebbe limitarsi al campo, no? Cioè giocate! E se dovete prendervi a mazzate ben venga. Il quidditch è anche questo.
    Ma tra le bolidate in faccia durante la partita e il tentativo di avvelenare un giocatore un paio di mesi prima del match, c’è un differenza enorme!


    Disse il cercatore della squadra che durante la prima partita del campionato aveva commesso più falli.

    Come si fa anche solo a pensare di vincere una partita avvelenando il capitano dell’altra squadra?

    In quell’esatto momento, sembrò che un’idea del tutto diversa si fosse palesata all’improvviso nella mente di Eren, qualcosa che lo portò ad accigliarsi visibilmente e diventare silenzioso di colpo. Se lo stava chiedendo se effettivamente non ci fosse dietro dell'altro e Lylia avrebbe potuto di certo leggerlo nel suo sguardo che qualcosa non gli tornava.

    Tu sai chi è stato?

    Le domandò, prima di sfiatare pesantemente dalle narici e indirizzare uno sguardo pensieroso al soffitto, operazione che lo vide rimanere in silenzio per qualche secondo in più del dovuto, completamente immerso nei suoi pensieri.

    Lui come sta ora?

    Di certo la domanda che aveva posto si riferiva al capitano dei tassorosso, che poi era anche il fratello gemello del suo di capitano. Le lasciò quindi il tempo di parlare e nel sentirla poi proporgli di allenarsi insieme, le rispose annuendo, la sua proposta sembrava fargli piuttosto piacere.

    Ma certo! Appena ti sarai ripresa fammelo sapere, non rifiuto mai un allenamento in compagnia!

    Le sorrise ancora una volta per poi concludere il discorso alzando le spalle.

    In realtà non lo so nemmeno cosa sto facendo qui al momento! Giravo in tondo, mi piace esplorare e da queste parti ancora non c’ero mai stato!

    Post di ripresa fatica -3 x 6/10
    Niente da fare col dado
     
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    Il fatto che Lylia avesse diversi hobby l’aveva sempre aiutata a socializzare e a fare amicizia anche con chi non conosceva. Nel caso di Eren, il loro punto in comune era il Quidditch, mentre per altri era stato il disegno o il cibo. Dunque era normale che i due si stessero soffermando un po’ sullo sport magico e sulle sue svariate sfaccettature.

    E’ vero, in un’eventuale partita contro, noi avremo due obiettivi completamente diversi. Però ti rivelo una cosa: in passato avevo pensato anche io di diventare un Cercatore, ma mi è stato detto che con il mio fisico non avrei retto un confronto con qualcuno di più grosso. Basta guardare la differenza tra noi due!

    Anche se il Grifondoro non era di certo il più alto tra gli studenti di Hogwarts, riusciva a superare abbondantemente la statura di Lylia la quale, oltre a ciò, aveva anche un fisico piuttosto gracile. Il fatto di essere bassa non era mai stato un problema per lei che anzi, spesso scherzava sulla cosa ridendoci sopra.
    La conversazione si spostò poi sul tentato avvelenamento del capitano della squadra di Tassorosso, nonché nipote del professor Scamander. Le fece piacere vedere che Eren avesse preso la notizia con così tanto astio e dispiacere, condannando a pieno il gesto.

    Non ho idea di chi sia stato, probabilmente qualcuno dei primi anni, ma non posso esserne certa. Comunque Lysander sta bene per fortuna. Credo che riuscirà anche a partecipare a quella specie di “festa” che darà Lumacorno tra qualche giorno. A proposito, tu ci andrai?

    Il Grifondoro avrebbe potuto facilmente intuire sia dalle sue parole che dal suo tono, un misto tra il sarcastico e lo schifato, che a Lylia di quella festa non importasse nulla. Dal suo punto di vista, una vera festa avrebbe dovuto comprendere tutti e non solo pochi eletti, oltre al fatto che, almeno stando alle voci di corridoio, l’atmosfera troppo elegante, quasi da adulti, non era proprio il suo habitat.
    Un sorriso a trentadue denti si palesò sul volto della giovane Tassorosso dopo che Eren acconsentì a fare un allenamento insieme in futuro.

    Benissimo, allora ti farò sapere. Ci sono un paio di manovre in volo che vorrei provare…

    Si era appena trovata una nuova scusa per passare del tempo all’aria aperta ed in compagnia, dunque era normale che fosse felice. Ben presto però la sua espressione mutò; mentre il ragazzo stava parlando di quanto gli piacesse esplorare il castello, Lylia alzò un sopraciglio, fissando un punto indefinito del muro che si trovava dall’altro lato del corridoio, qualche metro più avanti rispetto alla loro posizione. Dando l’impressione di star totalmente ignorando il Grifondoro, la ragazza cominciò a camminare verso quella direzione, si fermò per un paio di secondi, osservò con attenzione e poi ritornò indietro con aria confusa.

    Scusami Eren, ma le classi dismesse non erano da quella parte?

    Indicò un punto alle spalle del ragazzo, verso la direzione dalla quale i due erano arrivati, la stessa direzione verso la quale si trovavano anche i bagni.

    Allora che ci fa una porta seminascosta proprio laggiù? Sai cos’è?

    Si voltò verso il punto che aveva appena osservato, facendo notare anche all’altro la presenza di una porta. Il ragazzo del sesto anno aveva appena detto di essere un esploratore, quindi probabilmente poteva essere interessato a quella scoperta, a meno che non ne fosse già a conoscenza. Lylia invece non aveva mai avuto voglia di cercare passaggi segreti o stanze nascoste, nonostante le varie leggende che giravano tra gli studenti. Si poteva dire che il suo spirito d’avventuriera si accendeva solamente quando si trovava fuori dal castello, e nemmeno così tanto spesso, ma ora provava una certa curiosità verso quella particolare porta.

    E finalmente il dado è stato benevolo! Che l'esplorazione abbia inizio!
     
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    Dovette sollevare le sopracciglia quando Lylia gli spiegò il motivo per cui le avevano sconsigliato di giocare come cercatrice. Anche qui, qualcosa non gli tornava e si notò da come storse il naso prima di esprimersi.

    Beh sì, gli scontri ok. Ma i cercatori di norma sono quasi sempre i giocatori più piccoli di stazza, agili e veloci.

    Anche nel suo caso era vero. Nonostante non fosse di certo un nano, comunque Eren tra i giocatori maschi dei grifondoro era quello più basso e snello, nonostante il fisico fosse perfettamente delineato e le spalle piazzate, non poteva esserci paragone con Jacob o soprattutto Noah che erano entrambi più alti di lui.

    Forse non reggeresti un contrasto con me?

    Suonò un po' dubbioso mentre sparava ipotesi.

    Ma se fossi molto più veloce di me, il contrasto non avverrebbe nemmeno.

    Un po' come era successo durante Grifondoro vs Corvonero. Non aveva avuto moltissime occasioni di scontrarsi con Levi perché in qualche modo il Corvonero sembrava essersi imbambolato o addormentato sulla scopa per tre quarti della partita, ma anche quando si erano scontrati, Levi comunque non aveva avuto scampo ed Eren lo aveva seminato con estrema facilità nonostante volasse su una stellasfreccia della scuola. Quindi a suo modo di vedere, ciò che aveva detto non faceva una piega. Vinceva più facilmente il cercatore più piccolo e agile. Era un dato di fatto.

    In teoria non dovrei nemmeno dirtele queste cose! Vado contro i miei stessi interessi.

    Si lasciò sfuggire una risata spontanea che lasciò poi un sorriso molto ampio e caldo sul suo viso, tuttavia non riuscì a durare molto perché tornarono sull’avvelenamento di Lysander, un po' dubitava che potesse essere stato qualcuno dei primi anni, ma non disse niente in proposito limitandosi ad un fare serioso e riflessivo che si concluse in un sospiro.

    La festa di Lumacorno?

    Scosse il capo con l’espressione un po' infastidita.

    Non ho ricevuto l’invito, e ad essere onesto non mi ispira nemmeno un pò.

    Prima di proseguire con il discorso si guardò un attimo intorno come per essere sicuro che non ci fossero orecchie indiscrete nei paraggi.

    Questa cosa delle feste esclusive mi pare un pò un insulto, non capisco nemmeno perché in effetti la gente ci tenga così tanto ad andare ad una festa organizzata da un vecchio bacucco.

    Inclinò il capo un pò di lato per osservare meglio la tassorosso mentre qualcosa gli frullava per la testa. Non era difficile intuire che gli fosse balenata in mente qualche idea malsana.

    Magari ne approfitto per farmi un giro per il castello di notte dopo il coprifuoco! Credo ci saranno meno prefetti e rotture di scatole in giro, probabile saranno tutti lì o quasi.

    Assottigliò le palpebre per osservarla bene bene ancora una volta.

    E’ una buona occasione per sperare di farla franca. Ti unisci a me?

    Il tono era da tentatore come quello di un piccolo diavolo. Non gli era stato difficile capire che Lylia la pensasse più o meno come lui su quella tanto famigerata festa di natale.
    Non potè che annuire poi nell’apprendere che in sostanza avevano già pianificato un allenamento di quidditch. Non riuscì ad aggiungere molto perché Lylia d’improvviso cominciò a spostarsi, perplesso come non mai la seguì con lo sguardo, lui non aveva notato niente di insolito se non l’incedere di Lylia ed il fatto che avesse preso ad ignorarlo. Ovviamente, visti i precedenti discorsi di quello stesso giorno, non le porse domande, assolutamente convinto che lei avesse avvertito l’inevitabile richiamo del bagno, eppure, sembrava stesse andando da un’altra parte.

    uhm?

    Guardò indietro verso le classi vuote, lo stesso percorso che aveva fatto lui per arrivare dove si erano incontrati. Il suo sguardo si accese di curiosità viva e lucente, anche se inizialmente non riuscì a vedere la porta indicata dalla tassorosso.

    Dov…ooooh!

    Si staccò dal muro e trottando veloce affiancò Lylia.

    Che figo! Andiamo a vedere!

    Ma le ultime parole furono pronunciate quasi sottovoce. Ovvio che non volesse attirare l’attenzione su di loro.

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    Era bello vedere i due ragazzi confrontare le loro idee sul Quidditch che, come buona parte degli sport, non aveva una sola chiave di lettura per arrivare all’obiettivo.

    Sì, in teoria è vero che il più piccolo dovrebbe essere più veloce, ma se non sa guidare la scopa, o se l’altro è più bravo di lui, il suo vantaggio svanisce in fretta. E poi, nel caso in cui sia il più grosso a vedere il Boccino per primo, è difficile spostarlo dal suo inseguimento.

    Come per molti aspetti della vita, c’erano sia i pro che i contro e toccava ai giocatori stessi riuscire a trovare il giusto equilibrio. Dal canto suo, Lylia aveva scoperto di poter sfruttare la sua agilità per difendere i tre anelli, mostrando anche una certa dose di reattività che nemmeno sapeva di avere.
    Viceversa, una cosa su cui la Tassorosso ed Eren sembravano avere la stessa identica idea era la festa di Lumacorno.

    Giusto, mi hai tolto le parole di bocca!

    Rimase sorpresa da come le frasi dette dal Grifondoro rispecchiassero a pieno il suo pensiero, tanto che avrebbe potuto dirle tranquillamente lei, parola per parola. La cosa non era banale perché, da quanto aveva potuto sentire, buona parte degli studenti non invitati avrebbe desiderato parteciparvi, mentre altri avevano un parere più neutro sulla festa; in pochi invece sembravano pensarla come loro due.

    No, credo che me ne rimarrò nei dormitori. Gironzolare di notte non fa per me.

    Rifiutò la proposta di Eren, troppo al di fuori delle sue corde. Però rimase stupita da come il ragazzo avesse annunciato una sua futura infrazione regolamentare con così tanta naturalezza. Per sua fortuna, Lylia non era una spiona e, da buona Tassorosso, non sarebbe mai andata a tradire la fiducia dello studente del sesto anno.
    La loro tranquilla conversazione prese una piega più avventurosa quando la ragazza scorse quella strana porta nascosta nella penombra. Nemmeno Eren sembrava sapere che cosa fosse, il che non fece altro che accrescere la sua curiosità.

    Va bene, andiamo!

    A differenza del Grifondoro, Lylia mantenne il suo normale tono di voce, non pensando affatto alla possibilità che i due stessero per commettere un’effrazione. Mise la mano sulla maniglia e provò a girarla, ma la porta non si aprì.

    E’ chiusa! Forse non vogliono che si scopra cosa c’è qui dentro.

    Dovette ammettere di essere rimasta delusa. Avrebbe tanto voluto vedere cosa celava quella porta, anche se si fosse trattato solamente di un ripostiglio mezzo vuoto. Ovviamente, si poteva tentare di aprire la porta con la magia, ma la ragazza non volle farlo, almeno inizialmente. Le sembrava sbagliato tentare di intrufolarsi in un luogo chiuso, ma allo stesso tempo, la curiosità continuava ad aumentare in lei, alimentando un dilemma che la tenne bloccata per qualche secondo, ferma immobile a fissare la porta.

    CItando la descrizione della Stanza del Libro e della Piuma:
    "Il Libro e la Piuma, adagiati su una semplice scrivania in legno, sono custoditi in una porta sigillata a cui possono accedere soltanto la Preside e i Direttori delle Case"
    Per questo ho scritto che la porta è chiusa... Probabilmente, nel caso in cui Eren volesse tentare di aprirla, bisognerà avvertire il Narratore.
     
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    Evitò di commentare ulteriormente la questione quidditch e svelare tutte le sue tattiche anche e soprattutto a fronte di cercatori più grossi di quanto lo fosse lui stesso, quindi risolse la questione con un’alzata di spalle accompagnata da poche parole.

    Tecnicamente è così, ma è tutta questione di tattica in quel caso.

    Insomma era convinto che anche a fronte di un cercatore grosso il doppio di lui, potesse comunque batterlo in velocità e questo si vedeva anche dalla sua espressione, ancora tronfia di trionfo per la vittoria che aveva portato alla sua casa.
    Per la questione lumaclub invece aveva semplicemente messo su un’espressione abbastanza infastidita, non gli piaceva quella storia nemmeno un pochino.

    Peccato, magari si poteva organizzare una festa alternativa.

    Alternativa ma soprattutto clandestina, cosa che essendo da solo non sarebbe mai riuscito ad organizzare. In fondo molti di quelli che aveva conosciuto meglio da quando era a Hogwarts erano stati invitati alla festa direttamente o come ospite aggiuntivo, aveva sentito anche di qualcuno che era stato chiamato a fare il cameriere, lui non si sarebbe mai abbassato a tanto, né aveva voglia di imbucarsi ad una festa che secondo lui sarebbe stata noiosissima, ragione per la quale gli era venuta l’idea di una festa alternativa, ma gli mancavano i complici e così l’idea lo stava già abbandonando veloce per come era arrivata.
    A fargli accantonare quei pensieri fu anche la scoperta di una porta che aveva tutta l’aria di qualcosa di segreto, vi si avvicinò al fianco di Lylia che fu la prima a cercare di aprirla, ma era chiusa a chiave e istintivamente, afferrò il pomello anche lui per dargli una piccola spinta ed appurare che fosse davvero impossibile da aprire manualmente.
    Storse le labbra, alzò il naso per guardare la parte superiore della porta mentre evidentemente la sua testa da irlandese combinaguai stava già architettando qualcosa.

    Possibile, sì.

    Le diede credito sulle ragioni per cui era chiuso, e dopo aver fatto ciò, un sorriso sghembo tendente a destra si dipinse sul volto del grifondoro. Quando abbassò lo sguardo per tornare ad osservare Lylia, gli occhi grigiastri di lui erano accesi da una curiosità fortissima e dal chiaro desiderio di oltrepassare quella barriera in legno che si era posta tra loro e qualunque cosa gli insegnanti stessero cercando di nascondere allo sguardo degli studenti. Quella porta chiusa, sembrava urlare ad Eren l’esatto opposto rispetto a ciò che avrebbe percepito chiunque altro, piuttosto che fare dietrofront estrasse la bacchetta dalla tasca della felpa ma in quel momento non si mosse se non per guardare da un lato all’altro del corridoio e poi tornare a puntare le iridi chiare verso Lylia, e abbassarsi quel tanto che serviva per farsi sentire mentre sussurrava.

    O magari è chiusa solo perchè sta aspettando qualcuno che voglia aprirla.

    Ammiccò in sua direzione sempre sfoggiando un sorriso smagliante.

    Lo faccio?

    Glielo domandò giusto perché aveva intuito che la ragazza non fosse molto propensa ad infrangere le regole, forse per la sua risposta sul gironzolare di notte, o magari era la sua appartenenza ai tassorosso a darle quell’aura da brava studentessa che Eren invece non aveva, non nei momenti come quello. Si sentì comunque in dovere di chiedere visto che se davvero quello era un luogo proibito e qualcuno li avesse beccati, sarebbero stati con ogni probabilità puniti entrambi.

    Mh?

    Sembrava letteralmente un piccolo diavolo tentatore.

    Perdona l'attesa lunghissima, sono stata poco bene :(
    Eniuei, prima di chiedere l'intervento del narratore vediamo un pò come reagisce Lylia alla proposta di Eren :P
     
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    Quella porta chiusa stava mettendo in difficoltà Lylia perché, per quanto fosse curiosa di scoprire cosa celasse, non voleva nemmeno cacciarsi nei guai. La ragazza cominciò quindi a pensare, ritrovandosi inconsapevolmente in un flusso di coscienza.

    Se è chiusa vuol dire che non vogliono che gli studenti sappiano cosa ci sia dentro. Potrebbe anche essere che ci sia custodito qualcosa di pericoloso, quindi sarebbe meglio starne alla larga. Però non ricordo che questo posto fosse nella lista dei luoghi proibiti, quindi non dovrebbe esserci nessun problema…

    Continuò a pensare per diversi secondi durante i quali cambiò idea un numero di volte indefinito. Eren avrebbe potuto vederla con lo sguardo perso nel vuoto in quegli istanti. Ritornò in sé solo quando il Grifondoro le parlò nuovamente, tentando in modo subdolo di convincerla ad andare avanti. Lylia fece una smorfia: era chiaro che Eren non vedesse l’ora di varcare quella soglia ed anzi, le sembrava strano che si fosse fermato per chiedere il suo parere e non avesse agito d’impulso, in pieno stile Grifondoro. La cosa la mise un po’ in imbarazzo poiché ora la scelta era tutta sulle sue spalle.

    Sì, ecco… Potresti fare un tentativo, ma se non si apre è meglio non insistere.

    Si guardò ansiosamente intorno per vedere se ci fosse qualcun altro nei paraggi: era certa della presenza di qualcuno nelle classi dismesse, ma nel corridoio non sembrava esserci nessuno. Sentì nuovamente una fitta allo stomaco, ma questa volta non era dovuta ai suoi problemi di digestione, ma alla tensione che provava in quel momento. D’altra parte, la ragazza non era per nulla abituata a questo genere di situazioni e il non sapere se le loro azioni fossero legali o meno le metteva ancora più in ansia. Se fosse stata da sola non avrebbe tentato di aprire la porta misteriosa; probabilmente avrebbe prima cercato di documentarsi su di essa, chiedendo ai compagni o cercando informazioni in biblioteca. Però quel giorno non era da sola e la presenza di Eren l’aveva influenzata perché una parte di lei si sarebbe sentita in colpa nel negare a lui la possibilità di fare una cosa che chiaramente voleva fare.

    Cerca di non fare troppo rumore, se riesci.

    La sua voce, leggermente tremolante, lasciava trasparire il suo stato d’animo. Lylia fece un paio di passi indietro e cominciò a guardarsi intorno in modo compulsivo. Il suo intento era quello di fare da vedetta ma in pratica, se qualcuno l’avesse vista in quel momento, avrebbe sicuramente capito che stesse nascondendo qualcosa.

    Mi scuso anche io per il ritardo, è un periodo un po’ pieno!
    Ora hai il via libera di Lylia, anche se non proprio deciso.
     
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    Che lo sguardo di Lylia fosse perso nel vuoto lo notò subito, e la cosa lo fece accigliare, anche un pò imbronciare come tutte le volte in cui gli era chiaro che gli stesse sfuggendo qualcosa. Inconsapevole di quello che stesse passando per la testa della tassorosso, inclinò il capo per osservarla meglio e con quell’espressione mista tra basita e curiosa continuò ad osservarla in silenzio almeno fino a quando lei finalmente tornò sulla Terra e riprese a parlare rivelando forse in parte la ragione di quell’attentissima riflessione, ovvero decidere se valeva la pena o no tentare l’apertura di quella porta misteriosa.
    Lui personalmente non avrebbe avuto dubbi e non ne aveva, ma diciamo che prima di mettere in eventuali guai qualcun’altro, soprattutto se questo qualcuno in qualche modo gli stava simpatico, perlomeno aveva la premura di chiedere il “permesso”.

    Beh, sì… vediamo!

    Borbottò sottovoce, pronto a mettersi all’opera visto che anche se un pò riluttante, Lylia sembrava essere persuasa del fatto che valeva la pena fare un tentativo. Istintivamente arretrò di un passo, giusto per guardare bene la porta che voleva aprire, ne esaminò l’uscio e gli eventuali intagli, poi l’arcata alzando anche il naso all’insù. In fine decise comunque di provare ad aprirla con il più classico e immediato dei metodi. Non prima però di essersi guardato intorno con aria circospetta un po ' come aveva fatto Lylia solo una manciata di istanti prima.
    L’elsa della bacchetta la stringeva nella mano destra e con le dita ne accarezzava il legno di larice intagliato dalla provenienza e dal design straniero.

    Ci provo a non fare rumore, ma dipende dalla porta! Mica da me.
    Però non ho intenzione di buttarla giù con un bombarda se è questo che intendevi!


    Mise le mani avanti, lui avrebbe fatto piano per quanto gli fosse concesso, ma non era sicuro che la porta avrebbe collaborato, insomma tutto era possibile. Allungò il braccio verso di essa e l’eventuale serratura ammesso che ci fosse, ma comunque la punta della bacchetta andò a puntarsi più o meno verso la zona in cui di solito ci si aspetta di trovare una serratura. Ruotò il polso con uno scatto secco intanto che sussurrava la formula:

    Alohomora!

    Provò quindi a spingerla per vedere se aveva deciso di aprirsi.

    Il Narratore • ti invoco! Lylia ha trovato la stanza del libro e della piuma, Eren sta cercando di aprire la porta con Alohomora o trovare comunque indizi su come aprirla!
     
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    Lylia ed Eren, del tutto inconsapevoli di dove si trovassero e di cosa fosse quella porta che avevano appena trovato, avevano cercato di aprirla nel modo più semplice e banale per un mago: un Alohomora ben assestato avrebbe aperto qualsiasi porta.
    Qualsiasi, ma non quella: l'incantesimo di Eren si infranse contro la serratura senza causare alcun tipo di reazione da parte di questa, che rimase ben sigillata ed a prova di ingresso. Probabilmente quello non sarebbe bastato ad aprirla, e chissà se in effetti esisteva qualcosa di abbastanza potente o se c'era qualche altra tecnica che potesse risultare più efficace.



    L'Alohomora non ha alcun effetto sulla porta della Sala! Potete decidere già da ora se demordere o se tentare di nuovo in qualche altro modo, senza sapere quale sia quello più corretto o se effettivamente ne esiste uno funzionante.
    Se avete ancora bisogno del Narratore scrivere di nuovo sotto al topic di richiesta già aperto, buon gioco <3
     
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    Per Lylia, una situazione del genere era decisamente fuori dall’ordinario, tanto che fece parecchia fatica a nascondere la tensione che la stava assalendo. Fu chiaro che Eren avesse intuito la sua situazione quando il Grifondoro le disse di aver intenzione di usare un semplice Alohomora, quasi come se volesse cercare di calmarla. Il suo atto di premura non ebbe un granché successo dato che la Tassorosso cominciò a pensare ad ogni singola cosa che sarebbe potuta andare storta, dall’esecuzione sbagliata dell’incantesimo passando per possibili trappole presenti nella porta.
    Invece non accadde nulla: la porta non si apri e non reagì in alcun modo. Sembrava quasi che l’incantesimo non fosse stato nemmeno lanciato, eppure lei stessa aveva visto con i suoi occhi il ragazzo eseguirlo in maniera corretta.

    Strano.

    Tutto d’un tratto, il comportamento di Lylia mutò. L’ansia ed il timore che la pervadevano fino a pochi secondi prima fece posto ad una genuina curiosità verso ciò che aveva appena visto. Si avvicinò nuovamente alla porta e ad Eren, arrivando ad osservare la serratura a pochi centimetri di distanza.

    Eppure tu non hai sbagliato niente. Deve esserci una sorta di protezione su questa porta…

    Quelli che dovevano essere dei semplici pensieri vennero detti ad alta voce in modo totalmente inconsapevole. In quel preciso momento, il mistero di che cosa potesse nascondere quella porta passò in secondo piano, superato dalla sua curiosità verso ciò che aveva appena visto. Nonostante la sua passione ed i suoi voti alti in Incantesimi, non era a conoscenza di magie in grado di bloccare così facilmente un Alohomora.

    So che esistono dei sigilli runici che potrebbero bloccare una porta, oppure semplicemente ci vuole una parola d’ordine per poter entrare.

    Ancora stava pensando a voce alta, fissando la porta e dando le spalle ad Eren, completamente ignorato fino a questo momento. Fu solo ora che la giovane si voltò verso il ragazzo, sorridendogli.

    Tu che ne pensi?

    Il Grifondoro avrebbe potuto notare che Lylia fosse ritornata quasi in complete forze, a cominciare dal fatto che non fosse più pallida e cadaverica come qualche minuto prima. Di certo, l’aver trovato un qualcosa che la distraesse dai suoi problemi di vario genere l’aveva aiutata a tornare quella di sempre.

    Se vuoi sapere il mio pensiero, credo che questa porta sia stata protetta da una magia che noi studenti non possiamo conoscere, quindi deve nascondere qualcosa di veramente importante. Comunque, penso che nemmeno un Bombarda riuscirebbe a scalfirla.

    Dunque, quella era la fine della loro piccola avventura, a meno che i due non avessero deciso di scavare più a fondo.

    Però a me piacerebbe scoprire che tipo di magia è stata usata per sigillare questa porta. Che ne dici di fare una piccola ricerca insieme?

    Sorrise nuovamente, speranzosa che Eren volesse accettare la sua proposta.
     
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    Alohomora non aveva funzionato, eppure Eren era del tutto sicuro di averlo eseguito in modo impeccabile quindi si accigliò visibilmente e come riflesso osservò la punta della propria bacchetta un pò imbronciato.

    Già… strano.

    Fece eco alla studentessa di tassorosso e istintivamente indietreggiò di qualche passo, non perché la porta che aveva scelto di rimanere chiusa lo spaventasse, ma per tentare di guardarla meglio nel complesso in cerca di eventuali incisioni o qualunque altra cosa avrebbe potuto aiutarlo a capire come mai quella non ne aveva voluto sapere di far scattare la serratura dopo il suo incantesimo, e dire che alohomora era un incantesimo noto perché riusciva molto spesso a spalancare ogni porta. A meno che…

    C’è qualcosa che la protegge forse.

    Risposta dedicata tanto a Lylia quanto ai propri pensieri. La lasciò perciò parlare mentre tornava ad avvicinarsi nuovamente alla serratura per abbassarsi e guardarla meglio da vicino con lo sguardo e l’espressione di qualcuno che ormai era dentro la questione con tutte le scarpe e se non era riuscito a spalancare quell’uscio, quantomeno avrebbe cercato di capirci qualcosa in più.

    Sigilli runici dici? Possibile. Ma dove sono?

    Confermò, e caso voleva che Rune Antiche fosse una delle materie preferite da McCall. Si limitò ancora un pò ad ascoltare la ragazza e le sue supposizioni, senza guardarla perché impegnato nelle ricerche visive, ma ciò non significava certo che non la stesse ascoltando, anzì, ogni tanto annuiva giusto per farle comprendere che anche se non la stesse guardando, comunque seguiva il suo discorso.
    Ancora una volta si allontanò dalla porta e prima di fare o dire qualunque cosa guardò a destra, a sinistra, e poi finalmente riportò gli occhi grigiastri sul viso di Lylia, le sorrise con quel suo fare un pò ammaliatore un pò da diavoletto.

    Credo di conoscere un modo per cercare di capire se c’è qualcosa nei dintorni che non riusciamo a vedere o non abbiamo notato, e questo non include nessun bombarda, non preoccuparti! Anche perché persino io dubito che funzionerebbe in questo caso.

    Senza contare che era un incantesimo che ancora non aveva appreso essendo programma di studio del settimo anno. Ne aveva sentito soltanto parlare e magari visto gli effetti se lanciato da studenti più grandi, ora che ci pensava, aveva un sacco di fretta di apprenderlo. Ma in quel momento non lo sapeva usare.
    Sollevò la bacchetta di nuovo in un gesto ampio che abbracciò in modo figurato la porta e per estensione tutto il muro che si trovava davanti, così il corridoio, pronunciando sottovoce:

    Revelio.

    Di certo non era in cerca di qualche luogo nascosto dato che ce l’aveva davanti, ma provò ad usare revelio giusto per capire se quel tentativo avrebbe messo in evidenza qualche messaggio nascosto o eventualmente come ipotizzava Lylia, un sigillo di qualsiasi natura esso fosse.

    Eren cerca di trovare la presenza di eventuali messaggi nascosti o sigilli di qualsivoglia natura per avere indizi su come aprire la porta, e lo fa tramite l'uso di Revelio
    Il Narratore • richiesta di intervento qui


    Edited by Eren McCall - 8/2/2024, 08:38
     
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