Vincitori e vinti

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    San Mungo, dopo questa role



    Donna non era di certo una paladina del popolo: in genere non si schierava in prima linea per difendere i cittadini dal male, ché lei era molto più brava, in un secondo momento, a scrivere dell'accaduto da estranea critica e ficcanaso. Ma in quel caso si era ritrovata in mezzo ad una tempesta da cui le era sembrato impossibile fuggire, e aveva quindi scelto di combattere per quanto le fosse possibile, non essendo lei solita a lavorare con la magia; e il suo non era certo un contributo da sottovalutare, ché con l'utilizzo della bacchetta era sempre stata piuttosto capace - anche se con l'avanzare del tempo si sentiva sempre più arrugginita.
    Aveva combattuto ma ne era uscita sconfitta, ché pochi Centauri erano stati catturati per suo contributo e al contrario molti erano riusciti a ferirla, tra poliziotti con le loro armi babbane e Centauri con i loro archi e le loro frecce. Donna aveva sopportato finché era riuscita, ma una volta assistito alla fine del pericolo lasciò che il dolore la comandasse, facendole cedere le ginocchia. Fortuna volle che proprio lì accanto trovò la figura di un Medimago, a cui si appoggiò con prontezza e da cui fu portata in fretta al San Mungo, dove si sperava sarebbero riusciti a rimetterla in sesto.
    Si era purtroppo dovuta spogliare dei suoi vestiti e dei suoi tacchi, lasciandosi vestire di un camicie tremendamente orrido ma adatto alle circostanze, o almeno così le avevano spiegato dopo aver espresso le sue lamentele in merito. Donna avrebbe voluto urlare, ma sapeva di doversi contenere e comportare in maniera matura: che la sua immagine fosse migliore di così era risaputo, e questo poteva bastarle per mettersi l'anima in pace almeno per qualche ora.
    Quando l'uomo che l'aveva aiutata le si avvicinò, probabilmente per iniziare con le cure, la strega lo guardò con attenzione.

    Allora la Medimagia serve davvero a qualcosa.

    Che fosse ironica era chiaro, ma era quell'ironia un po' tagliente e fuori luogo che avrebbe potuto offendere chi le stava di fronte. In un altro momento non le sarebbe probabilmente importato nulla, ma il Mesimago era lì per aiutarla e l'ultima cosa che voleva era che si vendicasse agendo in modo sbagliato su una ferita - la gamba, insomma, non voleva che le venisse amputata.
    Ironia sì ma non menzogne, ché lei di Medimagia non aveva mai voluto sapere nulla: intanto non credeva che le sarebbe mai davvero servito, viste le sue prospettive di carriera, e poi, se anche ne avesse avuto bisogno, qualcun altro se ne sarebbe tranquillamente potuto occupare al posto suo.

    Grazie.

    Aggiunse con reale e sentita sincerità, attenendo che l'uomo facesse il suo lavoro.

    Kester M. Bulstrode <3

    CITAZIONE
    Donna, perdi 13 Punti Salute: devi essere curato ONGame da un medimago per guarire o assumere una Pozione curativa di classificazione XXX. Soltanto a quel punto recupererai tutti i malus Fisici e Magici ad eccezione di 5,5 Fatica, che derivano dall'uso di incantesimi (e non dalla perdita di salute) e per la quale ti servirà seguire quanto scritto sopra.

    CITAZIONE
    Donna Mason: -7,5 Fatica (1 Incarceramus, 1 Incarceramus, 1 Incarceramus, 1 Protego, 1 Incarceramus, 0,5 Ferula,2 per perdita Salute), -2 Acume, -1 Empatia, -1 Percezione, -2 Potenza, -1 Tecnica, -2 Volontà, -7 Destrezza, -2 Resistenza, -13 Salute
     
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    Da che aveva memoria, Kester si era costruito la sua lunga carriera più fra le pareti dell'Ospedale San Mungo, passando da un paziente al prossimo, da una sala operatoria all'altra, munito di pozioni, strumenti magici e la fidata bacchetta in legno di olmo, mai nei luoghi improvvisati come scenari d'estrema emergenza e dal caos puro, come lo era nel caso del Tunnel della Manica. Mai aveva visto Centauri, Babbani, Maghi e Streghe, tutti ammassati insieme in una situazione, della quale non v'era alcun minimo controllo o un'effimera parvenza di vittoria. Per quello che aveva visto con i suoi occhi e quello che aveva fatto con le sue mani e la sua Bacchetta, era un'autentica sconfitta e lo avrebbero capito prima o poi maledette rane. Dal canto suo, tuttavia, sentiva di aver adempiuto al massimo delle sue possibilità e per quanto glielo consentiva il suo ruolo di Medimago, perciò pensava modestamente di poter brillare di più grazie alle sue gesta che bene o male avevano salvato molte più vite. Tutto ciò che arricchiva la sua reputazione, era da prendere con la massima attenzione e quel giorno non sarebbe stato né un caso né un'eccezione.

    Questo l'ho già sentito nel corso degli anni che faccio questo lavoro.

    Si trovò a rispondere, Kester, dopo aver accompagnato la nota giornalista della Gazzetta del Profeta all'ospedale, al fine di darle le migliori cure, non sia mai che l'Inghilterra perdesse una delle sue Piume pungenti per un'inezia quale era il proiettile babbano. Continuava a trovare l'intervento dei poliziotti babbani del tutto inopportuno, ancora di più il fatto che una strega fosse stata ferita per mano loro. Da quel poco che aveva potuto vedere, tuttavia, Donna non sembrava passarsela male quanto l'Auror Hargrave, perciò pensò bene di confermare le sue osservazioni con una visita di routine più attenta e accurata.

    Dovere, miss Mason.

    E le fece cenno di distendersi meglio sul lettino mentre con un colpo di bacchetta, che aveva estratto nuovamente e impugnato con la mano dominante, obbligava i propri indumenti ad indossare la divisa ufficiale dei Medimaghi, procedendo alle sue mansioni.

    Tornerà come nuova con un colpo di magia. Qualche commento a caldo esclusivo per queste orecchie?

    Così lanciò l'amo sul fatto che si fosse dichiarato come lettore della Gazzetta del Profeta e che attendeva lì per sapere cos'avrebbe scritto la giornalista col senno di poi.
     
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    Ciò che aveva ridotto Donna in quello stato era di sicuro stato il proiettile che, rapido e feroce, le aveva strappato la carne con violenza ferina, costringendola a doversi adoperare di bende magiche per bloccare l'emorragia e attendere di essere soccorsa da un Medimago competente.
    Adesso sembrava averlo trovato, però: l'uomo, di cui nemmeno sapeva il nome in effetti, aveva immediatamente iniziato a prendersi cura di lei, e sperava che andando di questo passo sarebbe potuta tornare in ufficio nel giro di un paio di giorni al massimo.

    Temo che se ne occuperà la Skeeter. La stampa ha tempi rapidi, e le mie attuali condizioni mi rallentano troppo.

    Lo disse con evidente seccatura, ché il giornalismo era la sua vita e il pensiero di dover rimanere dietro le quinte la infastidiva molto. Allo stesso tempo, però, doveva accettare il fatto che ci fossero diverse figure sopra di lei, ché per il momento la sua scalata verso il successo non era che all'inizio e la sedia di Caporedattrice era ben distante dall'essere raggiunta.
    Guardò poi l'uomo con aria maliziosa, cercando di scrutarne lo sguardo, attenta.

    Se invece cerca un commento dalla persona, e non dalla giornalista...

    Non erano due realtà poi così differenti, in realtà: Donna aveva sempre vissuto in funzione della sua carriera, ché la vedeva come l'unico mezzo per avere successo nel mondo e prendersi un piccolo spazio che fosse soltanto suo, in cui comandare e far sentire la sua voce. E a ragion veduta, in effetti, vista la popolarità che aveva guadagnato da quando aveva con serietà iniziato a scrivere sulla Gazzetta del Profeta.
    Ma alle volte quella che era la sua idea doveva per forza prendere le distanze da quello che effettivamente scriveva, così da non correre il rischio di essere troppo faziosa o diffamatoria - ché giù l'aveva rischiata grossa con l'articolo su Gideon, qualche mese addietro. Era vicina una promozione, lo sapeva, quindi fino ad allora avrebbe fatto la brava.

    Ritengo che ciò che accaduto rappresenti le critiche che muovo nei miei articoli: il potere vacilla, e il fatto che dei Centauri riescano a fuggire in massa lo conferma.
     
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    Una risposta del genere non lo sconvolse più di tanto né lo portò a porsi qualche quesito, doveva essere vero ed era naturale arrivare anche a supporre che un fatto di tale portata potesse - anzi, forse più corretto, dovesse - scriverlo nientedimeno che colei che aveva fatto della sua piuma velenosa l'arma caratteristica con cui muoversi nel mondo del giornalismo ed esporre alla luce del sole certi fatti, Rita Skeeter. Rivolse un cenno d'assenso all'evidente seccatura che era sicuro di avvertire nel tono della voce di Donna, potendo capire il fastidio che comportava il venir scavalcati in questo modo quando il proprio punto di vista era il più attinente possibile in merito alla vicenda. Non aveva tuttavia una cura né un colpo di magia che potesse funzionare per porre rimedio a quello, poteva solo passare del tempo.

    Sono tutt'orecchi.

    Dichiarò brevemente mentre maneggiava con attenzione le bende evocate in modo - da quel che poté vedere - corretto, che erano decisamente servite a fermare l'emorragia prima che potesse complicarsi, premurandosi di toglierle e porre subito la punta della bacchetta sopra la parte ferita. Aveva ben chiaro cosa intendesse fare, ragion per cui si concentrò su quello che intendeva ottenere essendo qualcosa che richiedeva la massima attenzione. Ascoltò nel mentre le parole di Donna esattamente come si seguiva la musica con l'ascolto mentre si scriveva, annuendo flebilmente con lo sguardo che si faceva via via concentrato. Prima incassava lo sguardo altrui e poi lo spostava sulla parte ferita.

    Vulnera Sanentur.

    Canticchiò con voce decisa una prima volta, con l'intento di arrestare il flusso sanguigno per prevenire la morte da dissanguamento, lasciando Donna come sospesa in un limbo che la vedeva ad attendere che Kester finisse con quell'operazione magica per poter ascoltare una sua risposta. Canticchiò una seconda volta e servì a purificare eliminando i residui che quel proiettile babbano poteva aver portato con sé insediandosi nel corpo di Donna. Canticchiò una terza e ultima volta, portando la ferita a cucirsi come se la porzione di pelle interessata tornasse nuova con una tale precisione che era impossibile un proiettile babbano avesse toccato la strega.

    Sensate e ancora più lampanti alla luce di quanto accaduto, eppure non tutti pensano lo stesso. Cosa crede che sia?

    Secondo Kester, cieca fiducia nelle istituzioni, che considerava dannosa di per sé, e mancanza di autoconsapevolezza.
    Aveva le sue idee a proposito ma un conto era esprimerle come sé stesso, un altro esprimerle come Medimago. Non poteva rispondere a nome dell'Ospedale San Mungo mentre si stava prendendo cura della sua paziente, era semplicemente preferibile esternarle in un momento più consono.
     
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    Se due giorni prima le avessero detto che sarebbe finita in un lettino di ospedale a rischio emorragia, sotto le cure di un Medimago con cui si dilettava in una discussione sul problema dell'istituzione e sulla denuncia che lei faceva nei suoi articoli di giornale, probabilmente avrebbe riso di gusto. E invece eccola lì, contro ogni aspettativa - e in realtà ancora le sembrava una situazione paradossale, ad essere sinceri.
    Osservava le mani attente e precise di Kester svolgere il loro lavoro con minuzia e attenzione, tentando nel mentre di non pensare a ciò che le stavano facendo; Donna non era impaurita dal sangue, in generale, ma pensare di essere aperta, tagliata, cucita e ricucita le faceva un po' impressione, soprattutto perché era la prima volta che accadeva: in ventisei anni di vita, infatti, non aveva mai dovuto sottoporsi ad alcun intervento.
    Ascoltava le parole del Medimago con interesse, incuriosita dal suo modo di esprimersi e di domandare; era ardito, ma non fuori luogo.

    Fiducia nelle istituzioni? Paura della verità? Libera e cosciente miopia? Non ho risposta alla sua domanda, solo ipotesi.

    I motivi per cui la popolazione tendeva a non denunciare e a rimanere chiusa nel proprio angolino potevano essere molteplici, e Donna non era in grado di individuarne uno che tra tutti fosse quello più probabile. Ciò che sapeva per certo, però, era che non si poteva nascondere ed evitare di credere alla realtà che qualcosa fosse sfuggita dal controllo del Paese: Unicorni morti, Centauri in fuga, rapporti nocivi - e non - con la Francia, Hogwarts costantemente sotto riflettori di tragedia... qualcosa che non fosse più nel tassello giusto era innegabile che ci fosse, ma per poterlo risolvere dovevano prima prenderne tutti atto.
    Fino a quel momento, però, l'unica ad essersi espressamente esposta era stata Donna, ma quel era l'opinione dell'uomo in merito all'argomento di cui stavano discutendo?

    E lei cosa pensa?

    Rilanciò allora la domanda posta in principio da Kester, ché, sebbene avesse un po' intuito la sua idea dalle poche parole spese in merito, sperava di avere un'argomentazione un po' più approfondita di così; l'opinione pubblica, in quanto giornalista, le interessava molto più di quanto si potesse immaginare, e ancor di più se riusciva a fiutare malcontento e polemica.
     
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    Ipotesi dopo ipotesi, Kester un po' ascoltò la giornalista, un po' trasse le sue possibili conclusioni su ciò che smuoveva la comunità magica britannica, sempre ammesso che avvenisse, visto che gli sembrava nessuno si fosse battuto per una ragione o un'altra, preferendo paradossalmente stare sugli allori a discapito della serietà di problemi che affliggevano la società magica inglese, dal Ministero della Magia a Hogwarts. Ciò che diceva Donna aveva assolutamente il suo senso, e di certo non era una novità che si fosse battuta tanto ad esporre questi lati problematici in alcuni dei suoi articoli, ma era anche vero che non potesse far molto se poi la comunità magica britannica assorbiva lo stesso l'evolversi sempre più drammatico della situazione senza alzare alcun dito.

    Sembrano lontani i tempi in cui si aveva a cuore le sorti della nostra comunità magica.

    Dichiarò con un tono misto tra il professionale e l'enigmatico, come se dicesse una triste realtà dei fatti ma senza mettersi a fare complotti realizzati più su castelli immaginari che su quelli veri, al fine di mantenere la sua credibilità come Medimago. Ci aveva pensato in più di un'occasione ma pur dimostrandolo - come aveva fatto esattamente la giornalista Mason - c'era poco da fare se mancava la volontà altrui. Ricordava ad esempio che c'era chi aveva professato malcontento per una simile gestione degli eventi, che definire sfuggita di controllo era un eufemismo, una buona parte della comunità aveva espresso i suoi umori, ma fatto stava che la maggior parte della comunità sembrava lasciar passare ancora tutta quella successione di eventi, forse illudendosi che con la gestione - non tanto impeccabile - di Hermione Granger ne sarebbero usciti come ne era uscita lei e Harry Potter e Ron Weasley dalla battaglia contro Lord Voldemort. Prima o poi, forse più presto, avrebbero realizzato il peso delle loro scelte nell'affidarsi così ciecamente a quelle istituzioni che potevano comunque fallire e sbagliare, a dispetto di chiunque ci fosse dietro, da Hermione Granger a Cornelius Caramel.

    Se l'andazzo è come dice lei, signorina Mason, posso solo cercare di essere più cauto possibile.

    Rispose intanto che procedeva a medicare la ferita, ormai risanata grazie al Vulnera Sanentura, era certo a quel punto che non ci sarebbero volute altre cure, se non un po' di riposo per rimettersi in sesto con le energie perse.

    È solo un attimo che tutto può crollare, prima o poi, e chi ne paga sono sempre quelli che avrebbero voluto scegliere diversamente. Questa è la mia opinione.

    Sia come Kester Magnus Bulstrode, sia come Medimago, il che era l'unica cosa che poteva mettere d'accordo due entità così distinte, da una parte legato agli obblighi dei doveri, dall'altra parte al proprio codice.
     
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    La conversazione con Kester aveva preso una piega inaspettata, e da essere un semplice scambio di cortesia, giusto per rompere il silenzio creatosi nel momento di cura, era diventato un qualcosa di molto più profondo - e politico. A Donna interessava quello che un uomo come il Medimago avesse da dire, quindi fu ben contenta di ascoltarlo e di seguire i suoi ragionamenti.

    Cautela e azione, se posso. Sembrano tutti assopiti, eppure è necessario che qualcuno faccia qualcosa per prendere in mano la situazione.

    Finché la comunità non si fosse svegliata da quella condizione di dormiveglia sarebbe stato impossibile fare qualunque cosa, ché un Paese per cambiare aveva anzitutto bisogno di qualcuno che davvero volesse farlo. Kester sembrava intenzionato ad agire, o quantomeno a rifletterci, ma da solo c'era ben poco che potesse cambiare.

    E questo "qualcuno" può essere anche la stessa Hermione Granger, per quanto mi riguarda. E' brillante e potente, e a suo favore non posso che riconoscere che stia amministrando il Ministero in un periodo tutt'altro che facile.

    Donna non aveva mai avuto niente di personale contro alla Ministra Granger, e anzi fin dalla prima volta in cui avevano avuto modo di interagire l'aveva sempre stimata per la sua professionalità, diplomazia e capacità di giudizio. Era soltanto stata fortunata, sotto un certo punto di vista, ad essere capitata a capo del Ministero della Magia in un momento complesso come quello, che aveva necessitato di misure di sicurezza straordinarie e che per questo erano state dentro l'occhio del ciclone - ciclone che lei in quanto giornalista non si stava impegnando a placare. Ciò che scriveva ne suoi articoli non era però una critica aprioristica e faziosa, ma un'attenta analisi delle situazioni commentate senza la paura di pestare i piedi alle persone sbagliate.
    Il successivo discorso di Kester non faceva una piaga, e lasciava intravedere una profondità - o una rabbia - che soltanto adesso lei riusciva a cogliere. L'avrebbe approfondita un po', giusto quanto servisse alle cure per fare effetto e all'uomo per monitorare che fossero andate a buon fine.

    Sta parlando per esperienza?
     
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    Prendere in mano la situazione, ha detto bene, signorina Mason.

    Non fosse stato troppo preso dai panni del Medimago in cui si calava da ormai tanti anni, avrebbe potuto sfiorargli il pensiero di farlo lui stesso, ché tanto la situazione attuale era quella che era: carente e preoccupante insieme, sbagli e impieghi mai riconosciuti e accettati a dovere. Rendersene conto e provare a fare il possibile per arginare, era ciò che sarebbe potuto bastare per tornare a godere di una buona luce agli occhi del pubblico, se non tutti quantomeno una buona parte. Invece tutto sembrava essere abbandonato a se stesso, si perpetuavano costantemente gli sbagli nascondendosi dietro un "ci stiamo lavorando, è tutto fatto in corso d'opera" se poi di fatti non arrivavano manco.

    Prenda come esempio l'episodio del tunnel: chi ha preso in mano la situazione?

    Non le forze dell'ordine del Ministero nello specifico, ma i maghi e le streghe richiamati ai loro doveri secondo la Categoria cui vi appartenevano. Non aveva mai avuto pensieri filo-Intracciabili a dirla tutta, riteneva vi fosse più o meno un sistema solido alla base delle Categorie magiche, che era ciò che gli permetteva di prosperare sia come Ars, quale Medimago era, sia come Kester Bulstrode. Ma era anche vero che non sempre funzionasse, che evidenziava solamente una disparità che a lungo andare si sarebbe potuto fare abissale. Erano nomi fini a se stessi, erano etichette che avrebbero potuto star strette e mai avrebbero mostrato il vero potenziale che vi si annidava sotto la facciata di una qualsiasi Categoria. E Kester, in questo senso, sapeva certamente il suo fatto anche al di là di quello che dava vedere come Ars. Senza le competenze solitamente destinate a chi rientrava fra gli Acumen, ad esempio, gli esiti per quanto riguardava i Babbani in quel tunnel sarebbero potuti essere più drammatici del previsto. Più morti, più feriti, più sangue sparso sull'asfalto. Come si sarebbe potuta evolvere la situazione di fronte uno scenario tanto diverso?

    È il suo ruolo, non ci aspetteremmo diversamente.

    Dichiarò coinciso e mentre procedeva con gli ultimi accorgimenti per le cure, scosse piano la testa alla domanda della giornalista.

    Direi più per dovere di storia, basterebbe prendere qualsiasi libro storico per rendersene conto di come ci sia tendenzialmente questo vizio di ripetere gli errori commessi da altri pur avendo l'occasione di impararli e cercare di fare meglio.

    Invano, ma non aggiunse quello, non volendo sembrare subito drastico. Passò la bacchetta sopra le ferite che aveva medicato con Vulnera Sanentur e controllò che non avesse tralasciato niente di niente.

    Abbiamo concluso, signorina Mason. Un po' di riposo e tornerà come nuova. O sé stessa, se preferisce così.
     
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    Ciò su cui Kester aveva posto l'attenzione era una verità innegabile: erano stati i cittadini a limitare i danni nell'occasione che aveva visto Donna ferita da un proiettile, nessun altro. Ma questo faceva anche ben sperare sulla volontà che proprio questi avevano, ché aver visto una così attiva partecipazione era indice di interesse e, forse, persino di desiderio di cambiamento. Ma non era nulla di sicuro per il momento, e lei non poteva che dirsi pronta a scrivere di qualsiasi novità in merito.

    La storia si ripete. Non è solo retorica, allora, ma una verità con cui fare i conti. E' questo che crede?

    Lo chiedeva a lui perché lei ancora non aveva un'opinione consolidata della questione: della storia se ne interessava il giusto, e di certo, quando accadeva qualcosa di così rilevante come la fuga dei Centauri, non si domandava se fosse una conseguenza di eventi accaduti decenni prima. Forse questo era così anche per il ruolo che ricopriva, ché in quanto giornalista si doveva occupare di fatti di cronaca contemporanei alla stesura dell'articolo, e aveva quindi poco a che fare con il passato. Lei, insomma, era convinta che il futuro fosse oggi, e di tutto il resto se ne infischiava.
    Finalmente fu alla fine rasserenata di aver ricevuto cure sufficienti ed adeguate, motivo per cui non sarebbe servito altro che un po' di riposo per tornare a lavorare.

    Mi piace pensare di essere sempre come nuova, signor Bulstrode.

    Ardita e sfacciata, non era affatto raro che Donna lasciasse, quasi involontariamente, trapelare tutto il suo ego. Ma bastava guardare il modo in cui si mostrava per comprendere che il suo corpo fosse fatto al novanta per cento di sicurezza in sé stessa, e non era infatti una cosa che credeva fosse fondamentale mantenere nascosta. Anche perché non stava affatto mentendo secondo il suo punto di vista: lei si sentiva sempre la versione migliore di sé stessa, in continuo sviluppo e sempre in perfetta forma.
    C'era una cosa però, un'ultima cosa, che era doveroso dicesse alla luce di quanto era accaduto.

    La ringrazio per l'aiuto.

    Concluse, per porre definitivamente un punto a quella conversazione, ché era certa che Kester avesse molti altri feriti - o pazienti in generale - da assistere. Ma non si pentiva di avergli rubato quel tempo, ché la conversazione era stata assolutamente degna della sua più totale attenzione.
     
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    È questo che credo.

    Dichiarò lui, annuendo con più sicurezza di prima, esternando un modo di pensare che aveva un che di estremamente razionale, forte forse della sua mente da sempre analitica. Di una cosa ne era piuttosto certo, se non fosse capitato fra gli Ars, la seconda casa sarebbero stati gli Acumen, che non a caso erano anche storici esperti oltre ai trasfiguratori, spezzaincantesimi e astronomi.

    Storia e tempo sono soltanto due facce della stessa medaglia, e servono a farci da maestro. Se non si apprende niente, ci sarà sempre e comunque un problema.

    Era di questo pensiero da che aveva memoria, un po' osservava e un po' traeva le sue conclusioni, che poi le condividesse con altri oppure le mettesse in atto era tutto un altro discorso perché la società era quella che era. Ciascuno ricopriva un ruolo specifico in quell'enorme scacchiera che era la vita, c'era chi faceva le mosse unicamente per il suo interesse e niente di più, chi per lasciar sfogare un po' di ambizione e contribuire a qualcosa per il collettivo pur beneficiandone nel proprio interesse, chi per dare quasi completamente sé stessi in nome di qualcosa, volti al bene o male che fosse. Kester, tutto sommato, si poteva sentire affine al secondo esempio per molte ragioni, soprattutto per un senso di rivalsa che lo portava a sentirsi legittimato nel fare quello che esattamente faceva. Ad esempio, aveva risposto alla convocazione per l'incidente al Tunnel proprio perché questo avrebbe potuto dargli benefici a livello di immagine e prestigio lavorativo, arricchendosi quanto più possibile, e al contempo mettere in campo le competenze di cui disponeva e affinava da anni a quella parte. Esibì un sorriso composto e professione a quell'affermazione piena di ego, non gli venne da sorprendersi dopo aver letto tanti articoli su cui la piuma della Giornalista non aveva risparmiato nessuno ed elevava il proprio prestigio nello stesso tempo, effettuando poi un ultimo colpo di bacchetta perché tutto l'occorrente tornasse al loro posto e il lettino ora vuoto si sistemasse come si doveva.

    Dovere, miss Mason. E rinnovo la mia attenzione per i suoi futuri articoli.

    Concluse a sua volta, il Medimago, e lasciò andare Donna prima di dileguarsi a sua volta e procedere con le prossime visite di routine, certo che il San Mungo ne avrebbe visti altri di casi simili, forse pure peggio.
     
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