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    [ Sabato, 27 Gennaio 2024 - 15:00 ]


    Gennaio sembrava non finire mai. Le settimane erano trascorse ad una lentezza esorbitante, tanto che il Natale sembrava essere un ricordo vecchio di anni, quando invece era passato a malapena un mese dal ritorno di Venetia nella sua casa d'infanzia a Chudley. Come ogni Natale, i Prewett si erano riuniti per trascorrere le feste assieme a suon di vecchi aneddoti, giochi da tavola e pasticci di carne al forno di cui gli Elfi Domestici si tenevano ben in guardia dallo spifferare gli ingredienti segreti. Proprio in quest'occasione aveva avuto modo di rivedere Hestia, la più piccola delle sue cugine del ramo Macmillan della famiglia, e anche una delle poche che poteva definire coetanea, nonostante la Corvonero fosse più piccola di lei di un anno. Venetia adorava Hestia, la trovava brillante e simpatica, e, nonostante la parentela, non l'aveva mai vista come una piccola sorellina di cui prendersi cura, bensì come una vera e propria amica - d'altronde gli amici d'infanzia di Venetia si contavano sulle dita di una mano, ma Hestia sarebbe rientrata sicuramente nella breve e triste lista, nel caso ve ne fosse stata una. Così, tra un aneddoto di famiglia e l'altro, le due si erano ripromesse di vedersi di più una volta tornate ad Hogwarts; e quale migliore occasione di coltivare le proprie passioni? Solo di recente Venetia si stava interessando particolarmente alle creature magiche, da quando il piano di studi del sesto anno si era fatto decisamente affascinante e la materia era arrivata rapidamente in cima alla sua classifica, insieme alla Trasfigurazione e all'Aritmanzia.

    « Hai freddo? »

    Le avrebbe domandato da dentro al suo cappotto pesante, e imbacuccata nel cappello e nella sciarpa di pesante lana. Solo i guanti erano di pelle, ma imbottiti da uno spesso strato di pelliccia che non avrebbe fatto passare nemmeno il più temibile dei venti gelidi. Intanto proseguiva per il sentiero aperto, beandosi dei rumori della natura e tenendo d'occhio allo stesso tempo l'orologio: il Sole tramontava spaventosamente presto in quel periodo dell'anno, e non voleva di certo dover ripercorrere la strada per il castello immersa nel buio.

    « Comunque ho sentito che in questa zona dovrebbero girare delle creature interessanti. Un Serpeverde che frequenta Cura delle Creature Magiche con me giura di aver visto un Cavallo Alato una volta, chissà se è vero! »


    E si fermò in uno spiazzo che sembrava abbastanza tranquillo e in cui avrebbe potuto aguzzare la vista nella speranza di intravedere qualche animale. Quella di Venetia era pura curiosità e spirito di osservazione, dopotutto, non aveva mica intenzione di rubarle o infastidirle. Principalmente le piaceva guardarle, e le sarebbe anche piaciuto imparare a curare quelle ferite, un giorno. Fece dei passi in avanti sulla ghiaia e sentì le foglie secche scricchiolare sotto ai suoi piedi, e quando tornò a guardare la cugina le stava sorridendo dietro alla nuvola di condensa che i suoi respiri formavano.

    « Probabilmente no. Credi che questa zona faccia al caso tuo? Insomma... Con le tue piante e tutto il resto. »

    Non ci trovava granché di interessante nell'Erbologia, Venetia, che aveva sempre preferito materie più... avvincenti. Tuttavia, rispettava gli interessi altrui e, specialmente quando si trattava di persone a lei vicine, avrebbe fatto qualsiasi cosa pur di supportarli. Si guardò rapidamente intorno nel tentativo di scorgere qualche traccia, orma, o anche solo il fruscìo di un cespuglio che potesse suggerirle il passaggio di qualche creatura, ma niente. Si sarebbe addentrata più a fondo, se ad Hestia fosse andato bene.

    Primo tentativo: x
     
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    Corvonero
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    Per Hestia, solo poche cose mettevano di ottimo umore come l'aria fresca, anche in barba alle temperature non proprio ospitali del clima scozzese, la ricerca delle piante e delle creature, e che dire della compagnia giusta? Era stata sia una sorpresa che un piacere il rinnovato invito della cugina Venetia a passare più tempo insieme, in parte perché avevano tutte le loro priorità a parte, anche se erano da definirsi forse abbastanza discutibili quelle della più piccola, più propense alla solitudine, in parte perché non si poteva dire avesse moltissimi amici a cui star dietro, se si escludeva l'amicizia delle piante e creature. Meno stava vicina alle persone, meglio era per lei, considerandosi alla tregua una creatura che un essere umano, complice il tempo che spendeva sovente a contatto con la natura in tutte le sue forme, molto meno quello che spendeva fra le mura grandi eppure chiuse del Castello. L'unica eccezione era rappresentata dalle lezioni, fintanto imparava qualcosa di buono e potenzialmente utile per il legame con la natura, cercava di non venirne meno a questa premessa. Si era tolta completamente gli stivali coloratissimi e dipinti in maniera discutibile, con le calze a seguire per così dire la loro dipartita, gettati per terra, mentre inspirava profondamente e riempiva i suoi polmoni con l'aria delle valli di Hogsmeade.

    A dire il vero, no.
    Ho letto che fa bene camminare scalzi in giro per la natura.


    Seguì un sorriso genuino e a tratti spontaneo, sorvolando oltre il fatto che fosse stata più la lettura di una rivista babbana a farle venire in mente quell'idea, come a giocare sul non-detto e scambiarlo per un'informazione estremamente seria. Trovava buffo tutto quell'insieme di convenzioni, regole e comportamenti del mondo babbano, da una parte imprevedibile, dall'altra parte surreale, qualcosa che non capiva ancora pienamente. Si portò le mani sopra la pesante sciarpa che le copriva gran parte del viso, oltre che il collo e le spalle, incuriosita dalla successiva rivelazione della cugina. Lei stava più tempo con la natura, non aveva sentito niente del genere, era da un po' che fantasticava di incontrare un Cavallo Alato o un Ippogrifo, si era rattristita all'idea di aver perso l'occasione della lezione speciale di Newt, quella volta di molti, molti mesi fa, costretta al riposo in Infermeria dopo il primo approccio con una pianta magica che non aveva fatto in tempo ad identificare e si era trovata subito vittima dei suoi prodigiosi poteri. A pensarci, era stata una vera fortuna che fosse stata trovata, sperduta come pensava di essere nel parco principale di Hogwarts.

    Dev'essere verissimo, ho sentito Scamander che diceva a Lovegood di occuparsene!

    Naturalmente non era da escludere il fatto che potesse aver scambiato fischi per fiaschi, non era propriamente qualcosa che avesse sentito dire da Newt in persona, solo quello che pensava di aver tratto come conclusione leggendo il suo labiale. Però, ne era sicura, dovevano pur trovarsi anche nei paraggi del Castello, essendo quelli dei luoghi ospitali e ampi per accoglierli.

    Devi fare più attenzione. C'erano delle tracce di zoccoli a terra?

    Raccomandò a sua volta, come per dare manforte alla cugina, mentre annuiva più convinta alla sua domanda, conosceva bene i luoghi naturalistici e immersi nella natura di Hogwarts, non poteva essere altrimenti, non avendo fatto altro che esplorarli, ancora e ancora, fin da che aveva memoria, cioè da quando aveva ricevuto la lettera di ammissione. Si era fatta una mappa mentale tutta sua ed era assolutamente sicura che le mancasse ancora moltissimo terreno da coprire. Ad esempio, c'era la Foresta Proibita che doveva visitare, ogni volta che ci si avvicinava finiva come per distrarsi trovando qualcosa di interessante a terra o veniva allontanata dall'avvicinarsi sempre più dirompente del rumore di numerosi zoccoli che calpestavano la terra. Tutta quella grossa porzione di terreno, a tratti sconfinato, a tratti interminabile, celava un ecosistema imprevedibile e mistico. Un giorno avrebbe trovato il sale necessario per esplorarla. Nel caso delle valli di Hogsmeade, invece, trovava sempre piante semplici ma ugualmente comodissime, specie per una che aveva fatto dell'esplorazione nella natura la sua ragione principale di esistenza, con i conseguenti rischi di cadere o farsi male in modo non tanto grave. Ogni tanto trovava delle foglie medicamentose essenziali per il ripristino delle energie.

    Guarda qui, è un esemplare adulto di lavanda.
    Quanto sono belli i colori dei fiori?


    Si era trovata ad esultare finendo per attirare inevitabilmente l'attenzione di Venetia, dopo un po' di ricerca entusiasta a frugare fra gli arbusti. La natura sembrava volerla ricompensare prima con l'aroma naturale che si levava dalla pianta e poi con l'apparizione di quest'ultima, ripagando alla fine il suo intuito che la portava a connettersi di più con la natura.

    Ricerca attiva delle piante
    - Pianta trovata;
    - Pianta X;
    - Lavanda;
    - Fase vitale;
    - Riconoscimento;

    Riepilogo: Hestia trova una pianta di classificazione X, la Lavanda per essere specifici, la cui fase vitale è Riproduzione/Adulta. Peraltro viene riconosciuta senza problemi.
     
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    Continuò a guardarsi attorno, Venetia, non troppo stupita dalle stranezze che di tanto in tanto uscivano dalla bocca della cuginetta. Nonostante questo, il sol guardare i suoi piedi scalzi sull'erba le fece venire un brivido lungo la schiena, non tanto per il freddo che dovesse provare, più che altro per lo sporco su cui immaginò che stesse camminando. Venetia sapeva essere davvero perfettina quando si trattava di ordine e di cura della propria persona, ma ancora una volta avrebbe dileguato quell'argomento con una semplice occhiata rivolta verso l'alto. Dopotutto, sapeva che non avrebbe mai potuto far cambiare idea ad Hestia su certe cose, e poi se lei era felice così, non sarebbe stata di certo Venetia a metterle i bastoni tra le ruote.

    « Stai attenta a dove metti i piedi, però. Potrebbe esserci del... letame. »


    Anche solo dire quella parola le sembrò estremo o poco signorile, e infatti aveva notevolmente abbassato il tono di voce prima di pronunciarla. In ogni caso, sarebbe ben presto tornata a studiare l'ambiente circostante. Gli alberi si stagliavano maestosi e tutti in cerchio, così da formare uno spiazzo verde e circondato da fronde che continuavano per chilometri e chilometri. Eppure Venetia era concentrata sul manto erboso, sia alla ricerca di qualche traccia che alla ricerca di qualche orma, eppure non le sembrava di notare il passaggio di alcuna creatura lì. Pensò che i segni lasciati dagli zoccoli sarebbero dovuti essere evidenti, nel caso, dunque iniziò a valutare l'ipotesi che quella dei Cavalli Alati fosse una frottola. Ma perché mentire? Per Venetia le bugie erano assurde e quasi mai contemplate, motivo per il quale si era lentamente fatta la nomina dell'ingenua.

    « No, non mi sembra. Spero che non si siano presi gioco di me... Di nuovo. »


    Commentò con un filo di frustrazione nella voce. Forse era troppo buona, ma nonostante fosse fin troppo facile prenderla in giro, Venetia non aveva intenzione di cambiare quella parte di sé. Con un sospiro si avvicinò ad Hestia, dunque, lasciando momentaneamente perdere la sua ricerca per concentrarsi su quella della cugina, che voleva mostrarle qualcosa. Le sorrise in modo gioviale, cercando nel frattempo di mostrarsi quanto più interessata alla sua spiegazione seppur non fosse troppo appassionata di piante magiche. Si chinò perfino per sfiorare con le dita guantate le foglioline lilla che erano nate dalla delicata piantina che, doveva ammetterlo, era davvero carina.

    « Molto! Tra l'altro, a te starebbe benissimo questo colore. Ha qualche proprietà utile? »

    Si ricordò di quando, da piccolissima, le avevano spiegato come lei non potesse assolutamente indossare il rosa, perché avrebbe stonato con i suoi capelli rossi. A lei piaceva il rosa, però, e l'aveva trovata una vera ingiustizia. Da quel giorno stava estremamente attenta ai colori da indossare, ed aveva iniziato a fare altrettanto anche con le altre persone. Per questo pensò che il lilla sarebbe stata un'ottima scelta per Hestia.
    Nel frattempo si era rimessa dritta e in piedi, tornando intanto a dare qualche occhiata qua e là alla natura.

    Secondo tentativo: x
     
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    Sarebbe magnifico se appartenesse ai Mooncalf, loro sì che sono creature celestiali!

    Un'occhiata a terra, i piedi nudi e scalzi che premevano tranquillamente i fili d'erba e il terreno, sentendo anzi un certo formicolio che le fece ridere spontaneamente. Con gli occhi di nuovo su Venetia, seguì attenta e curiosa insieme il modo in cui ella scrutava l'ambiente, seguendone di tanto in tanto la traccia, dagli alberi al manto erboso, quasi volesse mettere la natura sotto una gigantesca lente d'ingrandimento. Da una parte la incuriosiva sempre vedere come gli altri si approcciavano alla natura, dall'altra parte era sempre interessante vedere la cugina in un ambiente dove le regole come il galateo, i modi signorili e così via dicendo, venivano spazzate in favore della spontaneità più pura e viscerale, che non era altro che mettersi nei panni della natura, delle piante e delle creature. D'altronde, le faceva sempre piacere vedere i modi di fare del professor Scamander, oppure quelli di Luna e senza dimenticare quelli del professor Longbottom, così aperti e genuini, senza alcun freno a fermarli.

    Forse gli altri si prendono gioco di te ma stai tranquilla che la natura non lo farà mai se le riservi lo stesso trattamento.

    Si trovò ad aggiungere, in un tentativo di rallegrare l'umore e lo spirito di osservazione della cugina, cosicché procedesse a cercare bene le tracce dei Cavalli Alati senza farsi frenare in nessun modo da pensieri come le prese in giro da parte degli studenti. Con simili cose ci aveva vissuto volente o nolente, sapeva bene il loro peso e cercava di darlo meno a vedere quanto influissero su di lei, da qui il suo preferire la compagnia della natura, pur con tutto il silenzio che c'era. Questo andava sempre a suo favore, a dirla tutta, che teneva le idee ben chiare nella mente e si perdeva nella scrittura sui diari che sovente portava con sé, come in quel momento.

    Sabato, 27 Gennaio 2024.

    Lavanda trovata alle Valli di Hogsmeade (voglio soprannominarla come Violette per i colori bellissimi dei fiori).

    Dev'essere nella fase di Riproduzione, non mi capita spesso di vedere delle piante più grandi di me! Il profumo che emana è rilassante, piacerebbe molto a mio fratello Alphard, le foglie sembrano quasi pronte per essere raccolte. È questione di pochi giorni, chissà se riesco a farci un semplice infuso per Eleazar così magari potrei aiutarlo un po', sembrava parecchio stressato l'ultima volta che l'ho visto nel Seminterrato.

    Promemoria: il lillà mi sta bene.

    [Qualche scarabocchio in basso, come un paio di stelle, alcune foglie di differenti forme, una tazza e tre faccine sorridenti.]



    Chiuse il diario quando pensò di non aver altro da aggiungere, lasciando la piuma sull'ultima pagina scribacchiata e rimettendolo al suo posto nella tracolla, prima di alzare nuovamente lo sguardo sulla cugina Prewett.

    L'olio essenziale viene usato per le proprietà sedative ma sai, la cosa più bella per me è che puoi mangiare le foglie crude per recuperare un po' le energie.

    Tutto d'un fiato e senza alcuna fretta, ponendo più enfasi di quanto forse potrebbe meritare, come a denotare l'entusiasmo che Hestia finiva per provare nei confronti della natura, con tutti i suoi prodigiosi frutti e tanto altro. Allungò la mano sinistra per accarezzare dolcemente una o due foglie, mettendoci tutta la passione nel tocco e senza far male, ché era l'unica cosa che non avrebbe voluto fare a prescindere.

    La fase Interazione è autoconclusiva trattandosi di una pianta con classificazione X. Al prossimo post si farà il primo passaggio della fase Trattamento.
     
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    Riservò un risolino appena accennato al commento della cugina sul letame, rivolgendo tuttavia un'occhiata preoccupata ai suoi piedi scalzi: conoscendola non sapeva fino a che punto Hestia stesse scherzando, ed il pensiero la fece rabbrividire. Erano così diverse, seppur nate e cresciute nella stessa famiglia. Venetia pensò che a lei fosse toccata una sorte un po' più clemente - o almeno più divertente della sua. La sua famiglia era fin troppo rigida a confronto, non le era mai stato insegnato niente sulla natura e sull'amore per le piante. Venetia aveva scoperto il fascino delle creature magiche da sola, ma molti anni dopo che la sua infanzia era già finita.

    « Speriamo... Però di qui non vedo traccia di creature magiche. Forse non è l'orario giusto. »

    Aveva risposto semplicemente, esternando la sua delusione tramite un pesante sospiro. Tuttavia tornò ben presto ad osservare curiosa lo studio di Hestia; lasciò che scribacchiasse i suoi appunti intanto che alternava lo sguardo tra la piantina e la selva che nasceva di lì a pochi metri.

    « Fantastiche! Praticamente l'olio essenziale ha le proprietà opposte alle foglie. »

    Disse con ritrovato interesse, nonostante l'Erbologia sarebbe probabilmente rimasta un mistero per la giovane Grifondoro. Inoltre, più passava il tempo e più sembrava rinunciare alla sua prospettiva di riuscire a vedere qualche creatura, ma la speranza era l'ultima a morire - o almeno così era per la Prewett.

    « Che ne dici se ci addentriamo un po' di più? Abbiamo ancora un paio d'ore prima del tramonto. È sabato, poi, quindi scommetto che saranno tutti impegnati con gli allenamenti di Quidditch o con le gite ad Hogsmeade. »


    Alla fine le piaceva esplorare un po' i dintorni di Hogwarts, sia all'interno che all'esterno del castello. L'avrebbe sempre messa di buon umore, soprattutto se poi vi era anche la possibilità di studiare un po' di Cura delle Creature Magiche.

    « La foresta in questo posto sembra infinita. Chissà quante cose nasconde tutto questo spazio, probabilmente nemmeno le conosceremo mai tutte. »

    Terzo tentativo: x
     
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    Corvonero
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    Non era sicura che l'orario fosse il problema che rendeva difficile alla cugina trovare una creatura, o quantomeno una traccia del passaggio di essa, rabbuiandosi appena al solo percepirla delusa da quella prospettiva. Le dispiaceva naturalmente che Venetia si sentisse così ed era diventato - quasi - compito suo rallegrarla davvero sperando di svoltare la sua giornata che poteva succedere dal ritrovamento di una creatura magica. Un po' si guardò intorno cercando a terra, forse una piccola creatura si era avvicinata e aveva mangiucchiato qualcosa, forse c'era qualcosa che le teneva un po' lontane da quell'area, un po' si soffermò sugli alberi in lontananza.

    Vedrai che la troveremo!

    Aggiunse un pizzico di fervente entusiasmo nel tono della voce e annuì felice alla constatazione della cugina, che era esattamente quella che rendeva le piante comuni così fantastiche pur rientrando in una simile classificazione. Per così dire, le sorprese non risiedevano solo nelle piante portentose e quasi leggendarie, alcune anche potenzialmente pericolose, che per un Erbologo che si rispetti - esattamente come considerava il professor Longbottom, come ad esempio - ogni pianta aveva il suo valore che andava compreso e coltivato con la massima considerazione. Non se lo fece ripetere due volte nel sentire la proposta di Venetia, adocchiando prima gli stivali coloratissimi e le calze per raccoglierli e porli per quanto possibile nella borsetta, che non poteva permettersi di dimenticarli come le era successo qualche volta in passato. Un po' era giustificato e comprensibile visto quanto la Natura sapeva esercitare il suo fascino incredibile e magico su chi amava passare il tempo all'aria aperta. Tornò dalla sua Violette e pensò al da farsi per portarla con sé, coltivarla nel suo cubicolo e prendersene cura. Un po' era tentata di fare qualche magia con la bacchetta ma nel toccarsi l'enorme sciarpa che aveva intorno al collo e copriva anche la metà inferiore del volto, cambiò subito idea decidendo di srotolarla per appoggiarla intorno alla lavanda. Controllò meglio com'era attaccata al terreno e si assicurò che nessuna radice venisse tralasciata, onde evitare di spezzarne qualcuna, prima di scavare un poco e adagiare il cumulo di terriccio con la pianta compresa sopra la sciarpa. Scoccò quindi un occhiolino entusiasta e quasi innocente alla cugina mentre sollevava la sciarpa con entrambe le braccia, facendo cenno all'altra che era pronta per seguirla.

    Tutto il mondo è infinito! In futuro, voglio viaggiare in giro per il mondo, visitare i paesi, conoscere le comunità magiche e le loro culture, esplorare le foreste, gli oceani e l'aria. Una naturalista fatta e rifinita, come Neville e Luna.

    La voce della Corvonero finì per farsi via via dolce, l'espressione sognante stampata sul volto ad esprimere quelli che erano i desideri di una strega che voleva tanto conoscere il mondo in ogni sua sfaccettatura, nessuna esclusa, nonché chiaro emblema di come fare la vita mondana non avrebbe fatto particolarmente per lei.

    Il primo passaggio della Fase Trattamento è riuscito.
     
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    Era sicura che l'ottimismo di Hestia sarebbe stato l'arma vincente; dopotutto anche lei ci credeva, e voleva crederci, che lì avrebbe potuto finalmente vedere qualche creatura magica. Attese che la cugina si prendesse cura della sua nuova piantina scrutando ancora l'orizzonte: oltre agli alberi non si vedeva nulla, il che conferiva alla foresta un aspetto letteralmente infinito. Quando alla fine fece per addentrarsi tra le fronde nodose, cercò di acutizzare i sensi.

    « Lo senti? »

    Le domandò, il naso all'insù che ben presto si focalizzò a fissare il terriccio sotto ai loro piedi. Non aveva fatto chissà quanti passi nella selva quando tornò ad abbassarsi sulle ginocchia per osservare il suolo più da vicino. Con la mano ancora protetta dal guanto lo toccò un po', e poi avvicinò le dita alle labbra come se volesse assaggiare il terreno. Incredibile come riuscisse a risultare estremamente pacata ed elegante anche mentre mangiava la terra, che stranamente non era una cosa che le schifava particolarmente fare. Ben presto drizzò le orecchie ed alzò di nuovo il viso, pronta a guardarsi attorno come se avesse visto qualcosa. Si rialzò lentamente e, come se stesse passeggiando, cercò di farsi un giro nei paraggi. Era proprio sotto il naso, ma non l'aveva visto mica.

    Venetia lo notò solo una volta tornata sui suoi passi, che i raggi del sole che filtravano dalle chiome dei grossi alberi creavano un gioco di luci che riflettevano proprio su un guscio d'uovo che, seppur abbastanza grande, era pure ben nascosto. Con tutto il rispetto possibile cercò di guardarlo meglio, magari poteva riconoscerlo. Non si azzardò a spostare le foglie attorno ad esso, o almeno non prima di aver decretato la grandezza di quell'uovo. Poteva pure essere pericoloso, dopotutto. Il sospetto le venne quando arrivò alla conclusione che non riusciva a riconoscere a quale specie appartenesse un uovo simile, e guardandosi attorno come se cercasse una sorta di via libera, spostò qualche fogliolina che lo copriva.

    « Guarda, Hest! Un uovo! Ma di quale creatura sarà? »

    Domandò senza aspettarsi una reale risposta; era piuttosto complicato riconoscere le uova di creature magiche, ma era anche molto sicura di non averne mai visto uno fatto in quel modo. Continuava intanto a guardarsi attorno alla ricerca della... fonte. Insomma, se c'era un uovo doveva esserci per forza pure un'eventuale mamma, giusto? Eppure Venetia non vide nessuno nei paraggi, oltre a lei e a sua cugina.

    « Non credo sia rispettoso prenderlo. Però potrebbe essere pericoloso anche non fare nulla. Che ne dici se lo portiamo al professor Scamander? O chiediamo a lui di venire qui, ancora meglio! »

    Era visibilmente entusiasta, ma anche un bel po' preoccupata. Non voleva di certo interferire con la natura portando via quell'uovo, né dar fastidio alla mamma da cui era nato. Ma era pur vero che non era del tutto sicuro lasciarlo lì a piede libero, qualsiasi cosa fosse. Forse l'idea migliore era davvero quella di coinvolgere il professor Scamander, che di certo ne avrebbe saputo qualcosa in più.

    Dadi:
    Fiuto Faunico: x x
    Classificazione, creatura, sesso, stato vitale e di salute: x x x
     
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    Corvonero
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    Le braccia quasi tese davanti a sé come se cingesse un bambino, in quel caso era soltanto la sciarpa arrotolata su di sé e con la pianta sopra, un'espressione eterea e sorridente insieme che colorava il viso, Hestia inseguiva più che volentieri la cugina oltre gli alberi, addentrandosi sempre di più nella natura a piedi nudi, i fili d'erba e i rametti che calpestava, come se fosse del tutto a suo agio, tanto da abbassare la guardia. Fu un po' tardi infatti che si accorse del quesito posto da Venetia, costretta a tornare alla realtà, sbattendo più volte le palpebre prima di fissare gli occhi su quest'ultima con un'aria via via meno eterea, più perplessa. Non aveva sentito qualcosa né le pareva di aver visto chissà cosa in un primo momento, a causa tuttavia della lieve distrazione che si era concessa. Se all'inizio aveva pensato potesse trattarsi di una Creatura vera e propria, in carne e ossa, che camminava nella loro direzione oppure le fissava e basta, fu costretta a far subito i conti col fatto che si fosse trattato solamente di un uovo. Un uovo sorprendentemente grosso, certo, ma pur sempre un uovo che non riconosceva affatto. Doveva essere qualcosa di unico e peculiare, che non si vedesse tutti i giorni, cosa molto probabile per due studentesse che non avevano visto tantissimo al di fuori dell'ecosistema di Hogwarts ed erano ancora acerbe. Prima era un pelino ammaliata dal mistero che adesso circondava la natura dell'uovo, poi si era fatta più propositiva all'udire le parole della cugina, un'ottima pensata indubbiamente.

    Portiamolo dal professor Scamander, qui non potrebbe essere più sicuro...

    Si concesse una lieve pausa soltanto per seguire il medesimo esempio di Venetia, prendendo a guardarsi attorno per capire se vi fosse qualche traccia della Creatura madre, e non sembrava fosse così. C'era soltanto un po' di silenzio fuorché i movimenti delle cugine, tutte prese dall'entusiasmo del momento.

    Prendilo e corriamo da lui.

    Tornò ad esibire un sorriso innocente all'evidente preoccupazione della cugina, non potendo che concordare con una simile mossa. Forse così, parlandone direttamente con Newt Scamander, avrebbero ricavato molto più di quanto potessero immaginare. Poverine, non sanno che è l'uovo di un Quintaped.

    Dammi solo un momento giusto per rimettermi gli stivali.

    Così detto, così fece, lasciando momentaneamente l'enorme sciarpa con la pianta a terra per rimettersi le calze e gli stivali coloratissimi, ché tornando al Castello per vedere il loro professore di Cura delle Creature Magiche non sarebbe stato più necessario mettersi a camminare del tutto scalzi. Poi i pavimenti di Hogwarts non davano di certo la medesima sensazione che ella provava stando a contatto con la vera terra, cruda e naturale; in confronto, per lei, sarebbe stato come sentirsi un'estranea. Considerava Hogwarts come una seconda casa, certo, ma più per gli esterni che per gli interni, a dirla tutta, e per tal ragione era naturale capire perché se ne stesse sempre alla larga dal castello per immergersi nella natura. Raccolse la sciarpa e Violette da terra e tornò nuovamente sulla strada di ritorno, lasciando a Venetia l'onore di bussare alla porta dell'ufficio di Newt.
     
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    Diede il permesso alle due ragazze di entrare con voce squillante, per quanto potesse fare un uomo della sua età, osservando con attenzione il loro ingresso nella stanza. I suoi occhi incontrarono subito l'uovo che tenevano tra le mani, ovviamente, e infatti si avvicinò ad esso con rapidità, come avesse appena individuato un inestimabile tesoro. Perché per lui quello era: un vero e proprio tesoro.

    Splendido. Dove l'avete trovato?

    Osservava sempre l'uovo, ma spostò lo sguardo di nuovo sulle due ragazze soltanto per chiedere loro tacitamente il permesso di prenderlo tra le mani.
    Una volta datogli, l'avrebbe toccato con delicatezza, stringendolo tra le dita con affetto paterno, lo stesso con cui si occupava di ogni singola Creatura Magica.

    E' un uovo di Quintaped. Sono Creature molto pericolose, in modo particolare per gli umani. Ma anche incomprese, aggiungo io, un po' come tutte le Creature.
    Convenite?
     
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    Parve rifletterci su per un po', e intanto continuava a guardarsi attorno come se volesse essere assolutamente sicura che lì non vi fosse la Creatura madre prima di strappare quell'uovo dal suo nido. Alla fine annuì alla decisione della cugina, che sembrava essere anche la cosa più saggia da fare in quel momento. Venetia utilizzò quanta più delicatezza fosse in suo possesso per raccogliere l'uovo da dove l'aveva trovato e, dopo aver srotolato la sciarpa oro e scarlatta dal collo, la utilizzò per avvolgerlo dentro di essa. Tenne l'uovo stretto e al caldo per tutto il tragitto, domandandosi mille e mille volte a quale creatura potesse mai appartenere. Già si stava facendo un sacco di film mentali che la vedevano protagonista assieme al suo nuovo cucciolo di creatura, perché ovviamente si sarebbe presa cura dell'uovo fino alla sua schiusura, e altrettanto avrebbe fatto con la piccola Creatura che era al suo interno.
    Arrivò al cospetto del professor Scamander con un sorriso educato e gentile sul volto, e con un inchino appena accennato salutò il docente. Non poteva muoversi troppo bruscamente o fare movimenti azzardati finché aveva l'uovo tra le braccia, così avanzò a passo prudente in sua direzione. Era stata anche ben lieta di lasciarlo nelle sue mani, come se si fosse tolta una grande responsabilità ora che l'aveva consegnato a qualcuno di molto più esperto che avrebbe saputo non solo prendersene cura a dovere, ma anche darle indicazioni su come fare nel caso in cui avesse deciso di adottare quel cucciolo di Creatura.

    « Giù alle valli, verso Hogsmeade. »

    Rispose al professore con fare tranquillo, senza tuttavia riuscire a mascherare la sua curiosità nemmeno nel tono della voce, che appariva un po' più acuto ed impaziente del solito.

    « Era un po' nascosto, e quasi vicino alla foresta. Hestia ed io abbiamo pensato che non fosse del tutto al sicuro lì, ma ci dispiaceva anche strapparlo al suo habitat naturale. Non ci saranno conseguenze per averlo prelevato, vero? »

    Aveva domandato tutto d'un fiato, distogliendo lo sguardo dall'uovo per tornare a guardare il signor Scamander solo quando ebbe terminato la sua domanda. Era evidentemente preoccupata, dato che si trattava di un uovo di cui non sapeva assolutamente nulla. Non lo aveva riconosciuto, così come non conosceva la Creatura di cui aveva fatto menzione il docente. Le bastò sentirlo dire che fosse "molto pericolosa, in modo particolare per gli umani" per far sgretolare tutti i castelli che si era fatta. E tanti cari saluti all'idea di avere un nuovo amico di cui prendersi cura. Parte di sé ne fu triste, ma dall'altra parte ne fu estremamente incuriosita.

    « Un Quintaped? Di che si tratta? »

    E cercò a quel punto lo sguardo di Hestia, come a volersi assicurare che anche sua cugina fosse affascinata dall'argomento quanto lei. Tornando a guardare l'uovo si trovò ad annuire in risposta al docente; Venetia sapeva che le Creature, anche quelle più pericolose, avevano tutte i loro sentimenti e le loro emozioni. Per questo non sentiva particolare paura al pensiero di essere incappata in un animale magico di classificazione Ammazzamaghi. Certo, probabilmente la pensava così perché era solo un uovo e non era ancora del tutto vivo e vegeto, ma era anche sicura che quanto detto dal professor Scamander fosse del tutto vero: anche le peggiori Creature erano un filino incomprese.
     
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    Osservò il professor Scamander con un sorriso sincero e innocente insieme nell'istante in cui questo aprì la porta a lei e Venetia, facendo cenno per accoglierle dentro il suo ufficio. Da una parte, si poté definire elettrizzata per il pensiero di poter scoprire di più sulla natura dell'uovo che chiaramente catturò subito l'attenzione dell'adulto, dall'altra parte sperò di non mettere a disagio Violette sul lungo andare, ché la stava tenendo ancora fra le sue braccia, al comodo e sicuro nella sciarpa stessa. Un'idea le balenò tuttavia nella mente, lasciando che Venetia finisse di raccontare circa la loro avventura alle valli di Hogsmeade, dove avevano trovato sia la lavanda che l'uovo di Quintaped, come questo sembrasse lasciato del tutto incustodito e non ci fossero tracce della Creatura madre - o almeno per quanto potevano saperne due ragazze appassionate di Creature magiche ma non allo stesso livello di Newt Scamander oppure Luna Lovegood. Qualcosa poteva esserle sfuggito, era possibile, ma era anche vero che pure nelle mani del docente di Cura delle Creature Magiche si sarebbe trovato al sicuro. Tutt'al più, avrebbe poi cercato lui stesso la creatura madre e spiegare eventualmente la situazione, che Hestia e Venetia non avevano avuto nessuna brutta intenzione, così via dicendo.

    Non è che avrebbe un vasetto vuoto da prestarmi? Poi lo riporterò da lei!

    Domandò con voce gentile, sperando a dirla tutta per un responso positivo e comprensivo anche, salvo poi mostrare appena la sua Violette sotto gli occhi dell'adulto al fine di spiegare il motivo di un quesito del genere.

    Comunque anche io vorrei sapere qualcosa!

    Concordò con la cugina allacciandosi al suo medesimo tono della voce, nel mentre che rifletteva a lungo sulle parole proferite da Newt. Anche per lei, le creature seppur pericolose risultavano comunque incomprese ed erano pericolose per l'appunto perché venissero approcciate soltanto dai più esperti, com'era giusto alla fine. Un drago non lo si affidava di certo al primo scappato di casa che si considerava come portato per la materia di cui Newt insegnava, così come un'Acromantula non si dava a qualcuno perché volesse un po' di compagnia; servivano competenze ed esperienze, frutti che potevano derivare solo da costante pratica ed empatia sul campo, immersi nella natura, sviscerando le reazioni comportamentali, la psicologia, assecondando le varie necessità.

    Soprattutto sul perché considerino i Quintaped pericolosi!
     
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    Oh no, non ci saranno. Ma siate sempre caute.

    Fece l'oro un occhiolino complice, chiedendosi se avrebbe capito a cosa stesse alludendo: era sì importante fare attenzione quando si trattava di Creature Magiche e dei loro habitat naturali, ma Newt aveva la fortuna di avere una valigia fornita di ogni bioma, e sarebbe quindi stato facile farla sentire a suo agio; se ne sarebbe occupato lui, in sintesi.
    Alla domanda sul vaso fu colto alla sprovvista, ché ormai l'età avanzava e nemmeno ricordava se un vaso da prestarle potesse avercelo. Poi ricordò di averne chiesti un paio a Paciock giusto la mattina precedente, ma nemmeno ne sapeva più dire la motivazione.

    Io... sì, in fondo alla parete. Prendine quanti te ne servono.

    Lui, ovviamente, continuava ad osservare con interesse l'uovo di Quintaped.
    Fu contento di sentire tanto interesse per la Creatura, e avrebbe volentieri snocciolato qualche informazione aggiuntiva su cosa fosse e sul motivo per cui venisse tanto temuta dai maghi e dalle streghe.

    E' come ho detto: sono creature coperte da un folto pelo rosso che amano cibarsi di umani. Ma non è la loro natura, non ci possono fare nulla...

    Accennò ad una smorfia dispiaciuta, ché immaginava dovesse essere terribile sentirsi dire di essere sbagliato e di non poter fare ciò che il suo istinto lo portava a fare.

    Se non c'è altro mi piacerebbe studiare un po' questo piccolino.

    Concluse. Avrebbe congedato con una stretta di mano ed un sorriso cordiale le due studentesse, se queste non avessero avuto ancora bisogno di lui.

    Da adesso in avanti saprete riconoscere i Quintaped e sapere della loro feroce natura.
     
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    Certo che sarebbe stata cauta coi Quintaped, se le premesse erano quelle. Se li immaginò come delle grosse Acromantule, ma col pelo rosso, il che le fece passare un brivido lungo tutta la colonna vertebrale. Che poi, normalmente, Venetia era piuttosto empatica nei confronti di qualsiasi creatura, anche le più brutte. Però quelle sembravano proprio pericolose, almeno da come diceva Scamander. Tuttavia, se c'era una cosa che lei ed il suo professore preferito avevano in comune, era proprio il pensiero che ogni Creatura fosse incompresa.

    « Secondo me non esistono Creature cattive, professore. Ne esistono di pericolose, ostili magari... Ma cattive no. »


    Nel frattempo che Hestia si occupava di recuperare un vasetto, Venetia si lasciò andare a quel pensiero espresso ad alta voce, lo sguardo ancora rivolto all'uovo che il mago stava maneggiando. Non si aspettava una vera risposta, d'altra parte era assorta quasi quanto lui ad osservare quell'esemplare che, a quanto pareva, non era comune incontrare. Discostò a fatica gli occhi da esso, ma fu solo per ricambiare l'occhiata dispiaciuta di Scamander rivolgendogliene una altrettanto comprensiva. Alla fine annuì contenta di lasciare l'uovo nelle sue mani. Anche se si era immaginata di poter adottare la sua prima Creatura Magica, era sollevata che a prendersene cura sarebbe stato il professor Scamander. Poi, un giorno, chissà, magari avrebbe potuto dargli una mano anche con le Creature più pericolose, e ancora più in là sarebbe stata lei a prendersi cura di loro autonomamente. O almeno, il sogno della Prewett puntava a quello.

    « Certo, la lasciamo lavorare. »

    Ed avrebbe cercato lo sguardo della cugina, a quel punto, invitandola educatamente a ricambiare il saluto e la gentilezza che il professore aveva rivolto a loro. Hestia era un po' sbadata a volte, quindi Venetia si sentiva sempre un po' in dovere di assicurarsi che rispettasse le giuste convenzioni della buona educazione.

    « Grazie professor Scamander! Non vedo l'ora di sapere quando l'uovo si schiuderà. »

    Probabilmente gli avrebbe chiesto aggiornamenti sul loro Quintaped al termine di ogni lezione da quel giorno in avanti, ma questo era un altro discorso. Senza aggiungere altro lo congedò con un piccolo inchino - migliore del precedente, ora che aveva le mani libere - ed avrebbe atteso la cugina prima di lasciare l'ufficio e tornare ad immergersi nel Castello.
     
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    Alla fine, l'imprevisto che per molti versi poteva essere considerato curioso, per altri versi un dono della Natura, corrispondeva a una creatura chiamata Quintaped e si faceva riconoscere non solo per il suo folto pelo rosso ma anche per la sua natura feroce, che lo portava a cibarsi di esseri umani. Un po' strabuzzò gli occhi di un azzurro tenue, un po' voltò il capo in direzione di Venetia, affascinata e intimorita allo stesso tempo, il pensiero fisso nella mente che la Natura distribuiva i suoi doni nel modo che più o meno era sensato ma non troppo logico, garantendo un delicato equilibrio, dove ogni cosa era potenzialmente più forte dell'altra, come un veleno poteva essere contrastato da un antidoto, un incantesimo offensivo poteva essere fermato da un incantesimo difensivo, e tanto altro. Il fatto che Newt sembrasse porre un'enfasi di differente natura sulle creature chiamate Quintaped, la portò a chiedersi se lei e Venetia non potessero provare a cercare qualcosa in Biblioteca al fine di approfondire ben oltre la descrizione generica che l'adulto aveva fornito alle due studentesse. Forse proprio per andare oltre il pensiero comune che la Grifondoro stava esternando in quel momento, pienamente concorde che ogni creatura o pianta poteva essere pericolosa e ostile ma non cattiva, una sfumatura che si poteva destinare più alle creature oscure e agli esseri umani.

    Questo vale anche per le piante magiche, Venetia! È per questo che mi piacciono entrambe, sono dei doni della Natura.

    Dichiarò ammirata ed eterea insieme, l'attenzione che scattava prima sulla Grifondoro e poi sul Magizoologo, per cui provava rispetto tanto quanto ammirazione, non solo per i suoi successi e le sue tecniche che avevano apportato considerevoli cambiamenti nell'ambito della Magizoologia, ma anche per la sua natura buona e gentile, come sentendosi più affine. Del resto, tra Luna Lovegood, Neville Longbottom e Newt Scamander, non era una novità che le loro lezioni fossero le uniche a cui la giovane Macmillan prendeva parte molto, molto volentieri.

    La ringrazio per tutto! Anche per il vasetto.

    Ricambiò il sorriso cordiale dopo che andò a raccogliere un vasetto nella direzione indicata dall'adulto, in cui vi aveva fatto adagiare Violette e la sciarpa. Dopo l'avrebbe sistemata meglio all'interno del suo cubicolo, se ne sarebbe presa cura tra attenzioni e acqua, ora non restava che uscire fuori dall'ufficio del Magizoologo e congedare anche la cugina.

    Forse... uno di questi giorni potremmo cercare in Biblioteca e informarci di più sui Quintaped?

    [ Role chiusa ]

     
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