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    Serpeverde
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    [ Il primo weekend di Febbraio, mattina presto ]


    La brutta esperienza che Maude era stata costretta a vivere appena qualche sera prima aveva lasciato un grave segno sulla pelle ma soprattutto nell’ego della ragazza. Era stata stritolata e bistrattata come un giocattolino da uno stupido albero al quale le sarebbe tanto piaciuto dare una potata a suon di bacchetta. Ferita nell’orgoglio e abbandonata a rimuginare nel suo lettino d’infermeria, aveva deciso di prendere la situazione in pugno. Dopotutto era Co-Fondatrice del nuovo C.R.E.P.A. un’organizzazione studentesca che spingeva gli studenti a farsi avanti, a ribellarsi alle ingiustizie! Per tale motivo da quel lettino decise di inviare una lettera alla redazione della Gazzetta, nello specifico ad una delle sue giornaliste di punta. Maude poteva quasi dirsi un’assidua lettrice della Gazzetta – anche se sempre meno del Settimanale delle Streghe – e per tale motivo il nome di Donna Mason non le era sconosciuto. Era sicura che una donna del suo calibro avrebbe preso a cuore la sua giusta causa.

    Gentilissima Donna Mason,
    il mio nome è Maude Lehnsherr, sono una lettrice della Gazzetta e sua grande ammiratrice. Frequento la Scuola di Stregoneria e Magia di Hogwarts che recentemente non se la passa molto bene. Io e molti altri miei compagni siamo stati vittime dell’ennesimo incidente, proprio qui al Castello e sotto lo sguardo inerme dei docenti. L’altra sera il Platano è impazzito, aggredendo svariati ragazzini me inclusa, infatti le sto scrivendo dal lettino dell’infermeria. La prego di concedermi un po' del suo tempo per un’intervista in cui le spiegherò meglio come sono andati i fatti.
    Attendo risposta per un eventuale appuntamento.
    Cordiali saluti,

    Maude.


    Poche ore dopo aver inviato la lettera, la Serpeverde ricevette risposta dalla Mason in persona che le dava istruzioni sul loro appuntamento. Ovviamente dovette attendere il primo fine settimana libero per lasciare il Castello, che sembrò non arrivare mai: era trepidante all’idea di incontrare la giornalista ma soprattutto di raccontare la sua storia. Da sempre la purosangue si era divertita a racimolare segreti e pettegolezzi all’interno del Castello per poi diffonderli. Ora poteva fare la stessa cosa ma su scala decisamente più grande! Sarebbe stato un sogno per lei apparire sulla Gazzetta, specialmente mentre metteva alla luce un fatto grave come quello del Platano.
    Un gesto dai nobili intenti certo, ma che in realtà mascherava il vero intento della ragazza: la vendetta. Nessuno poteva trattare Maude Lehnsherr in quel modo e farla franca, nemmeno i suoi docenti o uno stupido albero! Era stanca di subire agguato dopo agguato in un luogo che dovrebbe essere sicuro ed essere ignorata. Ora li avrebbe costretti ad ascoltarla attraverso la pungente penna di una giornalista della Gazzetta del Profeta.

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    Per l’occasione aveva sfoggiato i suoi abiti migliori. Se era lì per fare la storia tanto sarebbe valso farlo vestita di tutto punto. Intorno al capo una fascetta con fiocco nero le reggeva i capelli, impedendo che le ricadessero sul viso. Sulle spalle, una giacca nera dai bottoni d’oro sui quali vi erano incise le iniziali del suo nome nascondeva la sua camicetta bianca. Le mani erano adornate da guanti di pelle, molto probabilmente di drago. Ma un accessorio ben più importante era quello che reggeva fra le dita guantate: una busta di carta. Al suo interno Maude aveva appuntato tutti i nomi degli studenti che aveva riconosciuto in infermeria dopo l’incidente. Una lista piuttosto lunga, ma che alla Mason sarebbe sicuramente interessato leggere.

    È un vero onore per me incontrarla di persona! Di tutti gli articoli della Gazzetta i suoi sono quelli che preferisco leggere. Trovo che abbia uno stile sublime! — squittì la ragazza non appena riconobbe la figura della giornalista, verso la quale si avviò con passo spedito per stringerle entrambe le mani con delicatezza. — Non vedo l'ora di cominciare. — asserì poco dopo, incastrando il suo sguardo smeraldino in quello della donna. Ella avrebbe potuto notare subito la pericolosa scintilla dell'eccitazione che vibrava nello sguardo della Serpeverde.

    Donna Mason :wub:
     
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    Le era stata una data una paga più alta, una libertà editoriale maggiore, ulteriore popolarità ed uno studio tutto suo - modesto, ma quantomeno non doveva più condividerlo con altri incompetenti - per la recente promozione a Redattrice. Quando era stata convocata nell'ufficio della Skeeter, giusto due giorni prima, la strega già aveva capito che non poteva essere per nessun altro motivo se non quello di congratularsi con lei per il suo lavoro, riconoscendole i suoi meriti con una salita di grado annunciata poi a tutta la Redazione, così che ogni singolo giornalista potesse sapere chi tra tutti era la minaccia maggiore.
    Ma la scalata per Donna non era che appena cominciata, e già dal giorno successivo, se non dal giorno stesso, aveva iniziato a puntare al ruolo successivo di Caposervizio, ché adagiarsi sugli allori non era mai stata sua abitudine.
    L'occasione per scrivere un altro dei suoi articoli scandalistici le era stata servita su un piatto d'argento dall'iniziativa di una studentessa, Maude Lehnsherr, che aveva il desiderio di raccontarle di alcuni fattacci accaduti tra le mura di Hogwarts. La giornalista aveva ovviamente accettato, invitando la ragazza a presentarsi alla sua Redazione la prima domenica di febbraio, il quattro. Capì dunque subito che fosse lei quando sentì bussare alla porta, e osservò la giovane con interesse quando oltrepassò la soglia con una curiosa busta tra le mani.

    Ti ringrazio.

    Rispose ai suoi complimenti con un sorriso di circostanza dipinto sul volto. Non le interessava se fosse solo una captatio benevolentiae o se fossero invece parole sincere, ché lei sapeva essere tutto vero e meritato. Lo stesso era evidente che lo pensasse anche la celebre Rita Skeeter, che altrimenti non le avrebbe mai dato il posto di Redattrice a un'età giovane come la sua. Immaginava però che anche per Maude fossero complimenti sentiti, ché Donna, a prescindere dalle sue parole, già aveva deciso di ascoltare ciò che aveva da dire e sarebbe dunque stato inutile dire cose che non pensava.

    Prego Maude, accomodati.
    Quella è per me?


    Facendo cenno a Maude di sedersi sulla sedia di fronte alla sua scrivania, lo sguardo di Donna era caduto nuovamente sulla busta che la ragazza stringeva tra le mani, su cui ovviamente non poté non chiedere informazioni. Le sembrava abbastanza scontato che fosse per lei in realtà, e infatti il suo fine non era veramente quello di saperne il destinatario ma di conoscerne subito il contenuto, senza dover aspettare oltre. Aveva bisogno di tutti gli elementi necessari.
    Ricevuta o meno la busta, una volta che Maude si fosse seduta l'avrebbe osservata negli occhi, invitandola poi a parlare.

    Allora, mi hai accennato ad un attacco da parte del Platano Picchiatore. Cos'è successo?

    E si augurava che, a differenza degli ultimi studenti con cui aveva avuto a che fare, Maude fosse più loquace e minuziosa nei particolari.
     
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    Non se lo fece ripetere due volte, una Maude piuttosto euforica, che non perse tempo ed entrò nell'ufficio della Direttrice come se ci abitasse. Non era da tutti incontrare i propri miti e lei ne aveva uno a pochi passi da lei. Ma non era lì per farsi firmare un autografo o disquisire sugli ultimi avvenimenti, anche se le sarebbe tanto piaciuto chiederle se sapesse qualcosa di più riguardo la storia delle rane in fuga! Durante la sua camminata spedita dalla stazione alla redazione era più che sicura di averne intravista qualcuna... Oppure era solo qualche abitante del villaggio in un mantello di infima qualità!
    Cercò dunque di tornare in sé, concentrarsi. Aveva molto da dire quel giorno.

    Prima di poter spiegare i fatti tuttavia, si prese una manciata di secondi per annuire e porgere la lettera che stringeva fra le dita guantate. — Sono tutti i nomi degli studenti ricoverati in Infermeria dopo il fattaccio. — disse poi, cercando di mascherare tutto il risentimento che nutriva per quella tragica storia che sfortunatamente la vedeva protagonista.

    Cosa NON è successo. — cominciò così il suo racconto con una punta di amara ironia, prima di accomodarsi su una delle sedie poste di fronte alla scrivania della donna. — Durante la cena il guardiacaccia ha fatto irruzione in Sala Grande denunciando la scomparsa del suo gatto, Mr Rupp! Io indossavo un bel golfino verde e avevo questa esatta fascetta in testa, anche se sono dell'idea che un buon accessorio non vada mai riciclato. — si prese un attimo per indicarsi il cerchietto che sostava fra i suoi capelli, che a quanto pare rappresentava un dettaglio importante per la ragazza. Forse era così che distingueva le sue monotone giornate dettate dai suoi minuziosi schemi: col vestiario.

    Dicevo. Il signor Gazza si era impuntato di voler fare sciopero perché a quanto pare la signora Preside non voleva aiutarlo a cercare il suo gatto. Molti dei docenti si sono uniti. Aveva tutta l'aria di un vero e proprio ammutinamento! — continuò, non mancando di condire il tutto con la dovuta enfasi. Annuì poi con fare convinto alle sue stesse parole prima di riprendere il filo del discorso.

    Di fronte a una sceneggiata del genere la Preside non ha potuto che accettare e quindi ha spedito noi studenti, assieme al corpo Docenti, alla ricerca della bestiola promettendo 50 punti al fortunato che l'avrebbe ritrovata. — quando nominò la bestiola, Maude, cercò di mostrarsi quanto più dispiaciuta possibile fingendosi quasi un'assidua amante dei gatti. In effetti lo era, invidiava il modo in cui quei furbi felini riuscivano a condizionare le menti degli esseri umani. Ma non era un'amante di QUEL felino in particolare, non dopo tutto ciò che le aveva fatto passare! Questo piccolo dettaglio tuttavia, avrebbe cercato di nasconderlo il più possibile alla giornalista.

    Da qui in poi la faccenda si fa burrascosa. Non prende nota? — squittì la purosangue, poggiando entrambe le mani sulle ginocchia accavallate e spingendo lo sguardo oltre la scrivania della donna per controllare cosa stesse facendo mentre lei si esibiva nella sua performance del secolo.
     
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    Non appena le fu consegnata la busta, Donna la strinse tra le mani, aprendola soltanto dopo aver saputo di cosa si trattasse. Le diede una rapida letta, pronunciando nella sua testa parte degli innumerevoli nomi e cognomi scritti.

    Molto bene.

    Si congratulò convinta con Maude, annuendole. Era chiaro che la ragazza sapesse come giocare il suo gioco, e questa capacità unita alla determinazione di cui aveva già fatto sfoggio nella sua lettera - e nell'essersi effettivamente presentata da sola alla Redazione più importante d'Inghilterra - formava un mix che alla giornalista intrigava molto. Chissà, magari un giorno l'avrebbe avuta tra le fila dei suoi stagisti, e in tal caso avrebbe pure potuto farle da mentore e guidarla verso il potere.
    Ascoltò poi il suo racconto su quanto era successo, seguendo passo passo ogni parola - comprese quelle sul vestiario, con cui concordava ma su cui non si voleva soffermare. Perse la fiamma che le ardeva negli occhi assetati di notizie quando Maude si interruppe per porle una domanda un po' sfacciata, ma comunque lecita.

    Ci penserà la mia Penna Prendi-Appunti, ne hai mai vista una?

    Indicò la penna blu cobalto che le volava al fianco, che era impegnata, attenta e tagliente come sempre, ad annotarsi tutto ciò che la ragazza diceva. Era uno strumento indispensabile per una giornalista, ché, se avesse anche dovuto impegnarsi a scrivere da sé, si sarebbe persa le espressioni della persona che aveva di fronte e la comunicazione sarebbe stata mono sincera, diretta ed efficace.
    Quasi l'avesse ascoltata, la penna mirò con la punta Maude, come se volesse chiederle cosa ci fosse che non andava e se aveva ancora qualche dubbio sul suo utilizzo. Ma Donna le fece cenno con la mano di non farci caso e di continuare a parlare.

    Ti ascolto con interesse, continua pure.

    Accavallò l'altra gamba, in attesa trepidante di ascoltare il continuo della storia, che era certa sarebbe stato molto più allettante di quanto era stato detto fino a quel momento.

    Riusciresti a scrivere in spoiler i nomi dei PG che Maude avrebbe citato nella lettera data a Donna? Grazie <3
     
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    Seguì con appetito le gesta della donna, da quando afferrò la busta a quando ne lesse il contenuto. Per molti erano solo un mucchio di nomi qualsiasi, completi nessuno. Per lei invece potevano essere la chiave di un lungo processo che l'avrebbe portata alla sua tanto agognata vendetta! O meglio ancora ad essere menzionata sulla prima pagina della Gazzetta.

    Sì certo. Utilissima e anche molto alla moda! — osservò la purosangue, facendo rimbalzare il suo sguardo smeraldino dalle mani della donna alla folta piuma blu cobalto, anche quando quest'ultima la indicò con fare quasi minaccioso. Eppure essere indicata da quella punta di ferro un tantino la emozionò. Aveva sempre pensato che la penna potesse essere uno strumento piuttosto pericoloso, se non letale.

    D'accordo, dove ero rimasta. Oh sì certo, la ricerca! — squittì poco prima di ricomporsi sulla sua sediolina, che scricchiolò di poco sotto al suo peso. Maude infatti ne approfittò per cambiare posizione, invertendo le gambe accavallate. — Dunque, non so per quanto tempo sia andata avanti la ricerca, forse qualche ora. Sta di fatto che l'intero Castello era stato messo sull'attenti! Fantasmi, studenti grandi e piccoli, docenti, quadri. Tutti a cercare quello stu-upendo felino... — si prese una seconda pausa per qualche istante, il tempo di sfarfallare le sue ciglia con fare innocente per rimediare a quel suo scivolone.

    Beh, inizialmente la ricerca non è stata molto fruttuosa all'interno del Castello. Alcuni fantasmi però sono riusciti a restringere il campo agli esterni dove ci siamo riuniti quasi tutti. Io sono persino riuscita a trovare delle tracce di sangue con quelli che sembravano essere baffi di gatto. Conducevano verso la Radura. — l'ennesima pausa ma stavolta più prolungata. Maude infatti trasse un lungo respiro prima di continuare per far vedere alla giornalista quanto fosse provata da ciò che stava per raccontare! — Oh, mi scusi. È un ricordo ancora talmente vivido... Comunque! Seguendo quelle tracce sono arrivata nei pressi del Platano dove già alcuni studenti si erano riuniti e sorpresa sorpresa! Il gatto era proprio lì, ai piedi dell'albero. Il problema è che questo proprio non voleva saperne di lasciarlo andare. Ha cominciato a dimenarsi come un pazzo, davvero! Mai visto il Platano così agitato. In molti sono stati afferrati per i piedi o colpiti. Io sono stata presa per le caviglie e scossa come una maracas!! Ci può credere?! — per un attimo si mostrò indignata, ferita. Con la mano destra si afferrò un bottone della camicetta, prima di scostare il capo di lato per nascondere quell'espressione provata e sofferente alla vista della strega. — Tutto ciò che ricordo subito dopo è il rumore delle mie fragili ossa che si rompono. La testa mi vorticava. Alla fine sono arrivati i docenti ma era troppo tardi, ormai eravamo stati feriti in molti. Inutili i miei tentativi di liberarmi! Il Platano alla fine ha lasciato andare chi teneva prigioniero, io cadendo mi sono anche incrinata un paio di costole. Poi... sono svenuta. Quando ho ripreso conoscenza ero già in Infermeria, circondata dai nomi che vede su quella lista. — e quando concluse il suo discorso, Maude tornò a scrutare negli occhi della donna seduta dall'altro capo della scrivania come nel tentativo di decifrarne i pensieri. Lei, dalla sua sediolina, cercò di mostrarsi il più piccola e indifesa possibile nella speranza di suscitare quanta più compassione nei suoi confronti. Sipario...

    I nomi gentilmente offerti da Maude sono:

    - Gideon Greengrass
    - Maude Lehnsherr
    - Benjamin D'Angelo
    - Cassian Constantine
    - Eren McCall
    - Eunjoo Choe
    - Setoshi Mirai
    - Elara Travers
    - Oliver Montgomery-Laurent
    - Elliott Bailey
    - Noah Fisher
    - Petyr Kirkoven
    - Maxwell Morgan
     
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    A Maude la lingua non mancava di certo, che la usasse per rispondere alle domande della giornalista o per le sue argomentate digressioni. Donna non poteva che apprezzarlo, ché in passato aveva avuto a che fare con studenti a cui aveva dovuto tirare informazioni fuori dalla bocca, tanto erano silenziosi ed indisposti; e quando diceva ciò pensava per esempio a Celine e Christian, con cui non aveva avuto a che fare con così tanto piacere.

    Dev'essere stato terribile, lo posso solo immaginare. E sarebbe bello poter dire che si tratta della prima volta in cui voi studenti sfidate cose più grandi di voi...

    Lei per prima si era fatta voce dei problemi studenteschi e aveva denunciato un'istituzione che era evidente non funzionasse più come un tempo. Eppure c'era chi continuava ad andarle contro e negare quella che per lei non era altro che evidenza: i ragazzi e le ragazze di Hogwarts in due soli anni avevano dovuto affrontare Alfieri, Acromantule, strane maledizioni, attacchi e controattacchi di creature e quant'altro, e adesso persino le ire di un secolare albero? La situazione stava diventando ingestibile, e Maude aveva fatto benissimo a cercare aiuto e risonanza mediatica - al Profeta l'avrebbe certamente trovata, se le sue informazioni fossero davvero state buone come lasciava intendere.

    Dimmi del ruolo dei professori: erano lì con voi, nei pressi dell'albero?

    Poco prima Maude aveva detto che anche i docenti avevano partecipato alla ricerca, dunque domandare se nel momento in cui il Platano Picchiatore era d'improvviso impazzito e aveva attaccato senza ragione così tanti studenti ci fossero stato anche loro non era solo lecito, ma proprio ragionevole.
    Era bene distribuire le responsabilità e capire dov'è che le cose avevano preso una strada sbagliata: se i professori fossero stati lì voleva dire che la Scuola aveva tentato di fare qualcosa, seppure fosse stato evidentemente poco, ma nel caso in cui non ci fossero stati era chiaro che qualcosa non funzionava nelle loro manovre di controllo degli studenti.
     
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    Notò con piacere nelle parole e gli sguardi della sua interlocutrice, di aver toccato i tasti giusti. Nonostante il suo racconto fosse veritiero, le sue intenzioni dietro non lo erano affatto. Maude infatti, il più delle volte, poteva dirsi indisposta di quel tatto e quell'empatia soliti in una ragazza della sua età. Eppure, in quel momento, riuscì a fingere entrambi e con gran successo a quanto pare.
    Continuò infatti a struggersi di fronte agli occhi della direttrice, giocherellando con il bottone della sua camicia con fare nervoso. Si lasciò poi scappare un paio di sospiri amari prima di rispondere.

    Ricordo ben poco dell'arrivo dei docenti, ad essere sincera. — asserì con fare dispiaciuto, sapendo che quella mancanza di informazioni avrebbe potuto magari mettere in cattiva luce il corpo docenti. Nel profondo però, non è che ne era tanto mortificata. Dopotutto erano stati anche loro a metterla in quella situazione, decidendo di partecipare a quella ridicola rivolta!

    Come le ho già detto ho perso conoscenza, a un certo punto. Ricordo solo una voce. — assottigliò poi lo sguardo durante il suo discorso, come se stesse cercando di mettere a fuoco le assi del pavimento ai suoi piedi. Stava solo cercando di ricordare a chi appartenesse, quella voce.

    Era del professor Paciock. Credo sia stato lui a liberarci tutti dalle grinfie del Platano. — disse, annuendo poi con convinzione. In quei fugaci e disperati momenti, Maude era appesa a testa in giù e non stava solo combattendo contro la quercia secolare ma anche contro una forte nausea e le vertigini. Motivo per cui non riuscì a decifrare molto di quanto accadde in quegli istanti precedenti alla sua caduta e quindi il suo mancamento.

    Non è molto, spero sia comunque utile. — aggiunse poco dopo la purosangue, trascinando quel suo tono dispiaciuto e rialzando solo in quel momento lo sguardo in quello della donna per decifrarne - ancora una volta - l'espressione.

    Confessione dopo confessione infatti, era quasi come se Maude cercasse approvazione nella donna e non solo perché nutrisse un grande rispetto nei suoi confronti. Era infatti abituata a comportarsi in quel modo machiavellico con i suoi coetanei e ogni volta riusciva a farla franca. Ma ora era di fronte a una persona adulta, forse quella che più tollerava in quel Mondo Magico. Eppure quel suo comportamento avrebbe potuto metterla in grossi guai. Stava correndo un grosso rischio, un pericolo. Quindi forse per questo si era spinta così tanto quel giorno, fino alla sede del Profeta. Non per vendetta o per denunciare quel misfatto, ma per provare l'ennesimo brivido e magari farla franca.
     
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    Maude era aperta e diretta, questo bastava a compiacere Donna. A lei non importava niente del suo dolore, né se questo fosse vero o falso: le interessava solo che fosse di bocca larga, e soddisfatto questo requisito si poteva già dire soddisfatta. Ricevette dunque risposta alla sua domanda sui docenti, ma non quella che aveva sperato.
    Aveva qualcosa su cui riflettere e su cui indagare oltre.

    Maude, da lettrice a lettrice...

    Premise, spogliandosi per un secondo dalle autorevoli vesti di giornalista. Doveva mettersi sullo stesso piano della ragazza per farle capire il suo punto di vista.

    Mi hai scritto arrabbiata, chiedendomi un'intervista. Hai definito "inerme" lo sguardo dei docenti, eppure mi sembra che siano stati proprio loro a risolvere la situazione.

    Quella era la visione da lettrice, non dalla Donna giornalista, proprio come aveva detto poco prima. E come avrebbe fatto chiunque a darle torto? La Preside McGranitt aveva deciso di proporre un premio per chiunque avesse trovato il gatto de signor Gazza, naturalmente ignara dei pericoli che ciò avrebbe potuto comportare; alla fine, nel momento del bisogno, un docente era effettivamente intervenuto per porre fine al caos, salvando gli studenti da fini molto più tragiche di qualche notte in infermeria. E dunque? Dov'è che si trovava l'errore?
    Donna si era sempre scagliata con coraggio contro l'istituzione, che questa fosse Hogwarts oppure il Ministero, ma doveva farlo con giudizio e non in modo fazioso ed aprioristico. Aveva bisogno di altro, ma non era certa che ci fosse nell'effettivo.

    Desidero fortemente scrivere dell'accaduto, ma quella che mi descrivi mi sembra una caccia al tesoro terminata male per un semplice imprevisto.

    Nessuna domanda, non ce n'era bisogno: lei stava soltanto palesando la realtà dei fatti, ed era quella contro cui chi faceva il suo stesso lavoro si doveva scontrare ogni singolo giorno. Infatti non tutte le notizie facevano effettivamente notizia, ed era compito di Maude, adesso, dimostrarle che valesse davvero la pena di scrivere quell'articolo.
     
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    Certo le motivazioni che l'avevano spinta a fare un bel gesto non erano delle migliori, ma in fin dei conti era pur sempre un bel gesto! Almeno questo era ciò che si era detto Maude quella mattina in quei dieci secondi in cui aveva provato rimorso per le sue azioni, un qualcosa che accade poche volte all'anno. Ciononostante nessuno nasce cattivo, tantomeno Maude Lehnsherr. Qualsiasi siano le sue intenzioni superficiali o quelle che vuole dare a vedere, nel profondo era stata mossa dalla paura di quanto le era accaduto.

    Perdoni la franchezza, Direttrice. Quante altre crisi Hogwarts si è ritrovata ad affrontare solo quest'anno? — disse Maude dopo una breve pausa di riflessione in seguito al quesito della giornalista. Nel suo tono di voce vi era pacatezza, forse un po' arrugginita a causa di qualche sfumatura di rabbia repressa che per tutto il tempo cercò di tenere nascosta.

    Quante altre volte ancora dovrò sentirmi dire che mi è andata bene. Che all'improvviso un docente con appena un po' di bravura con gli incantesimi è riuscito a salvare la situazione in tempo. So quanto sia terribile per una giornalista come lei sentirsi rispondere ad una domanda con un'altra domanda ma vorrei chiederle: e se la prossima volta non si presentasse nessuno? — domandò la purosangue, visibilmente alterata adesso. Per tutto il tempo aveva mantenuto un'espressione e una postura degna della purosangue di buona famiglia quale era ma quella conversazione riuscì a scioglierla dal suo gelo. Si fece poco più avanti sulla sediolina con la schiena china in avanti, le mani aggrappate alle ginocchia.

    Non credo che una donna intelligente come lei sia disposta a correre questo rischio. Se oggi io sono qui è per pura fortuna, non di certo per l'aiuto dei docenti che ritengo i diretti colpevoli di questa incresciosa situazione! Se non si fossero ammutinati alla Preside e avessero deciso di cercarselo da soli quel gatto, oggi io non sarei qui. Anche se sono sicura che avremmo avuto questa conversazione in ogni caso vista la situazione disastrosa che vige al Castello. — asserì la purosangue tutto d'un fiato e con le iridi smeraldine perennemente conficcate in quelle della sua interlocutrice. Solo quando finì di parlare riprese lentamente fiato e - resasi conto di quell'improvvisa presa di potere - tornò composta sulla sua sediolina.

    Per qualche secondo, alzando la voce, si era illusa di essere un'adulta, un gesto che in casa sua avrebbe comportato a severe punizioni. Ma forse era anche per quel motivo che ci teneva tanto a quella sua causa. Non solo per la gioia di vedere il suo nome in prima pagina e vendicarsi di quelli che l'avevano ridotta a una bambola rovinata in infermeria, ma soprattutto per proteggere casa sua, la sua unica versa casa. Hogwarts lo era stata a lungo per Maude, lì poteva esprimersi liberamente e sentirsi al sicuro a differenza di quando per le vacanze tornava dai suoi nonni. Ma ultimamente non era più così. Avrebbe dunque fatto di tutto per riavere un po' di quella sua sicurezza, da buona maniaca del controllo quale era.
     
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    Come fossero andate le cose a Donna era molto chiaro, e questo lo doveva soltanto alla eloquenza di Maude, che non aveva lasciato buchi nella narrazione ed era stata assolutamente lineare. Se fosse stata anche sincera non lo sapeva dire né poteva saperlo, ma in tutta onestà nemmeno le importava più di tanto: a lei basta che la sua storia fosse convincente, e lo era eccome.
    La ragazzina Serpeverde era evidente che sapesse come giocare la sua partita: rispose bene alle provocazioni lasciate dalla giornalista, giocandosi l'astuta carta della vittima preoccupata. E la interpretava - ammesso che non lo fosse sinceramente - bene per davvero, tanto che lei si dovette prendere qualche momento per rendersi conto che il suo ragionamento non faceva una piega. Era coerente e concreto, specchio perfetto dello stato d'animo degli studenti; ecco l'idea, era su quello che il suo articolo avrebbe dovuto vertere?

    Sono consapevole di tutto ciò che avete passato. Della maggior parte di esse sono stata proprio io a scrivere. Ma c'è qualcosa che mi frena dal credere che scriverne in questi termini sia effettivamente utile.

    Non era affatto certa di quell'articolo per due motivazioni, intanto: la prima era che poco tempo prima aveva già scritto della situazione che gli studenti dovevano sopportare ormai da più di un anno, e temeva che parlarne ancora sarebbe risultato pedante e ripetitivo; la seconda era che anche con le critiche serviva attenzione, poiché lei si era sempre scagliata in prima fila per addossare le necessarie colpe alle istituzioni, e lo aveva fatto con così tanta forza che adesso doveva curarsi di non sembrare faziosa o prevenuta.
    Ma aveva voglia di indagare ancora, e Maude, ne era certa, avrebbe saputo aiutarla, intanto spiegando meglio le sue ragioni.

    Cosa speri di ottenere dall'articolo che mi chiedi?
    Giustizia? Vendetta? Popolarità? E sii sincera, lo capirei se mentissi.


    Degli spunti, ma potevano essere altri cento i motivi per cui Maude potesse volere così fortemente quell'articolo.
     
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    Di fronte a quelle dure parole della giornalista Maude si sarebbe dovuta pietrificare, sentire smascherata, sotto un occhio di bue. Invece sul suo viso non comparì nemmeno l'ombra di una goccia di sudore.
    Sarebbe stato tanto male poter rispondere "tutte e tre"? Una donna ambiziosa coma la Mason forse avrebbe anche potuto capirla, come risposta, ma era sicura che non le avrebbe mai dato tutto il suo rispetto in cambio. Dopotutto la stampa era un'arma potente, sacra, non qualcosa con cui scherzare. Ma se Maude era dovuta ricorrere a quei mezzi l'aveva fatto solo per disperazione.
    Era dunque giusto considerare il fatto che tutte e tre quelle risposte, giustizia, vendetta e popolarità, erano dentro la Lehnsherr. Ciascuna di quelle tre bandiere l'avevano spinta ad allontanarsi dal Castello quel giorno per intraprendere una crociata che sapeva sarebbe stata ben lontana dall'essere facile. Era determinata e pronta a combattere per farsi prendere sul serio dalla giornalista, convincendola a scrivere un articolo che raccontava la storia del Platano ma soprattutto la sua, l'unica vittima tanto coraggiosa ad essersi fatta avanti.
    Inoltre, se c'era una cosa che accomunava quelle tre parole magiche, era sicuramente la grinta. Nessuna delle tre infatti poteva essere conquistata senza un po' di grinta e Maude ne aveva da vendere.

    Non c'è una risposta corretta a questa domanda. — cominciò a dire, sospirando amaramente e decidendo di fare qualcosa che mai si sarebbe sognata di fare specialmente di fronte a qualcuno che aveva incontrato per la prima volta dal vivo da così poco: parlare con il cuore. Sì, perché a dispetto da ciò che si diceva lei un cuore ce l'aveva e batteva anche! — Sono una fan del vostro lavoro da tanto e mentirei se le dicessi che una parte di me non stravede all'idea di essere nominata in un suo articolo. Le circostanze tuttavia non sono delle migliori. Mi sarebbe infatti piaciuto apparire in un qualche altro tipo di episodio, magari un premio in mio onore o la mia foto accanto a quella di un principe. Invece sono qui, a raccontarle l'episodio più imbarazzante della mia vita consapevole del fatto che sarà letto da molti, nella speranza di far sapere cosa accade all'interno del Castello. — continuò a dire, il tono graffiante e lo sguardo languido conficcato in quello della maggiore. Un'espressione sincera, rara. Una nuova sfumatura di Maude che avrebbe stupito in molti ma più di tutti lei, che di certo non si sarebbe mai aspettata di parlare in quel modo. Evidentemente quell'episodio l'aveva scossa per davvero, più di quanto avrebbe mai voluto ammettere.

    Quelle mura non sono più sicure e non lo sono da tempo. Spero riesca a trovare la forza di credermi e di scrivere la mia storia. — aggiunse infine, sfiorando lo schienale in legno della sediolina con le scapole e tornando quindi ad assumere una posa rigida, composta, quasi fosse rinsavita. Aveva fatto appello ad un aspetto che teneva nascosto sotto mille veli dentro di sé ma che ora aveva lasciato il posto alla classica Maude di sempre. — Magari spronerebbe anche altri studenti a farsi avanti, chissà. Potrebbe ricavarne una gran bella rubrica. "I fiaschi di Hogwarts". — asserì infine, con un'espressione sufficiente in volto. Il nome non era dei migliori, ma faceva effetto. Inoltre quella sì che era una rubrica degna del suo nome e la quale avrebbe seguito con passione.
     
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    Molto bene.

    Asserì, dopo aver terminato di sentire le parole che Maude aveva speso per argomentare un'ultima volta la sua tesi. Era stato davvero illuminante sentirla parlare di ciò in cui credeva, e Donna aveva già in mente un paio di cose per cui quelle informazioni non sarebbero state utili, sarebbero state fondamentali. La stampa aveva i suoi tempi, ma era certa che la studentessa non sarebbe rimasta affatto delusa, alla fine.
    Il tempo a loro disposizione era però volto al termine, ché quell'incontro era ormai durato molto più di quanto lei avesse previsto e riferito a chi di dovere; ma ne era valsa assolutamente la pena, su questo non si sentiva di poter dire nulla di diverso.

    Maude, ti ringrazio per essere venuta. Apprezzo la tua determinazione e schiettezza, sono certa che avremo modo di interfacciarci ancora.

    Anche in questo caso Donna aveva in serbo delle sorprese per Maude, ché si era decisamente meritata uno spazio preferenziale per la giornalista e, di conseguenza, anche per la Gazzetta del Profeta. Ma tempo al tempo: avrebbe avuto modo per approfondire anche questa questione.
    C'era però un'ultima cosa su cui avrebbe voluto spendere giusto qualche parola, ché era da un po' che la Mason andava dietro ad un nomignolo interessante e con cui aveva avuto il piacere di confrontarsi diversi mesi prima, ormai.

    Ma prima di lasciarti andare, potresti aiutarmi con una cosa? E' abbastanza confidenziale.

    Premise, cercando di lasciare inteso che quella conversazione sarebbe dovuta rimanere tra loro. Si poteva fidare di Maude? Forse no, ma non c'era altro modo di scoprirlo se non quello di tentare. E che ci provasse a tradirla: conveniva meno all'altra che a lei.

    Mi sai dire niente su una certa Jo? So soltanto essere amica di Gideon Greengrass. Sto seguendo una pista e il tuo aiuto sarebbe davvero prezioso.

    Concluse, speranzosa di riuscire a raggiungere una risposta alle sue domande. E sarebbe stata anche ora, secondo Donna, ché quella questione le aveva fatto perdere già fin troppo tempo.
     
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    In seguito alle risposte della donna, apparentemente positive, Maude non poté che mostrarsi soddisfatta.
    Si sentì decisamente più libera ora che qualcuno al di fuori del Castello sapeva la verità su quella storia, la sua storia.
    Ma furono i complimenti e l'augurio di rivedersi della Mason a rincuorare ancor di più la Serpeverde che, ovviamente, aveva già pianificato cosa avrebbe fatto da grande e quelle parole le fecero sentire quel futuro un po' più vicino.
    Si limitò dunque ad annuire educatamente per evitare di magari parlare e farsi scappare qualche gridolino eccitato.

    Tuttavia la sua espressione si fece presto confusa in seguito al nuovo quesito della strega, che stavolta aveva ben poco a che fare con il motivo del loro incontro. Doveva quindi occuparsi di una faccenda seria.

    Farò il possibile e non si preoccupi, non ne parlerò ad anima viva. — la incalzò la purosangue, annuendo per la seconda volta e facendo del suo meglio per contenere l'eccitazione del momento. Stava per disquisire di un caso importante con Donna Mason o per scambiarsi del gossip. In ogni caso sarebbe stata una giornata da ricordare.

    Una ragazza di nome Jo? Un po' inusuale come nome. — disse in un primo momento, afferrandosi il mento tra il pollice e l'indice in segno di riflessione che tuttavia durò poco. Un nome così particolare non fu difficile da attribuire soprattutto se si trattava di "un'amica di Gideon Greengrass" che di amici ne aveva già ben pochi. — Forse intendeva Eunjoo, Eunjoo Choe. Inoltre... Sì, credo siano amici. Erano insieme alla festa di Lumacorno. — asserì infine, sicura della sua risposta.

    È nei guai? — chiese poco dopo, sfoggiando la sua miglior espressione preoccupata. — La conosco da un po' ormai ma solo quest'anno ci siamo avvicinate tanto e posso garantirle che non è male come sembra! — il tono era lieve, come se all'improvviso la stanza fosse fatta di cristallo e con la sua voce potesse frantumarla.

    Ciò che disse era nient'altro che la verità, forse l'unica parte esagerata era quella in cui si professava preoccupata per lei! Ciononostante le sarebbe piaciuto sapere cosa poteva aver mai fatto di così scandaloso questa Jo a tal punto da scomodare la Direttrice della Gazzetta in persona!
     
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    Mentre Maude faceva il nome di Eunjoo Choe, Donna tirò internamente un sospiro di sollievo, ché finalmente conosceva l'identità della ragazza che le aveva scritto quelle lettere su Gideon e sull'articolo che gli aveva dedicato. L'arma che poteva giocare in suo favore era che lei conosceva l'identità della ragazzina, mentre la ragazzina non sapeva che lei conosceva la sua identità.

    Eunjoo Choe. Molto bene.

    Con un sorriso malizioso, si annotò su un post-it il nome di quella ragazza, con cui avrebbe tanto voluto fare qualche chiacchiera quanto prima. C'era molto da dirsi, ma altrettanto tempo per farlo: non aveva fretta, ché i piani migliori erano quelli lasciati a sedimentare per lungo tempo.
    Maude le era stata molto più utile di quanto avesse immaginato, e probabilmente anche di quanto stesse immaginando lei, ché non solo le aveva portato una buona notizia su cui scrivere qualcosa, ma le aveva anche sciolto un dubbio che si portava dietro ormai da diversi mesi.

    Nient'affatto, non devi preoccuparti. E grazie per la collaborazione.

    Ci tenne a rassicurare Maude del fatto che Eunjoo non fosse nei guai e non avesse combinato niente di niente, cosicché fosse certa che non rivelasse a nessuno di quella loro conversazione. L'aveva etichettata come confidenziale, in fin dei conti, quindi perché avrebbe dovuto aprire la bocca in merito? C'era molto altro da raccontare su quella loro conversazione, molto altro e molto più interessante.
    Detto questo, era davvero giunto il momento di congedare la Serpeverde, permettendole di andare ad Hogsmeade con i suoi compagni mentre lei si occupava di rivedere quanto la sua prendi-appunti aveva scritto.

    Allora se non c'è altro dire che possiamo salutarci.

    Si alzò in piedi e strinse la mano della giovane strega, attendendo di vederla uscire dalla porta, che chiuse con uno sventolio di bacchetta, prima di risedersi.
    Era stato un pomeriggio senz'altro fruttuoso, e adesso Donna aveva tante cose su cui riflettere e, soprattutto, da scrivere sulle pagine della Gazzetta del Profeta.

    Role conclusa

     
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