Here Comes the Sun

Aula di Babbanologia

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    9 marzo 2024, 17:40


    Il weekend era finalmente alle porte, ma, in una prospettiva più ampia, lo erano anche gli esami di fine anno. Babbanologia era la materia ad essere più tediosa per lei, perfino più di Pozioni e di Trasfigurazione, che era in assoluto una delle sue materie preferite di sempre. Tuttavia, non aveva nessuna intenzione di passare il fine settimana a studiare. Quel sabato aveva in programma una gita ad Hogsmeade con Petyr, che dopo i suoi allenamenti di Quidditch aveva giurato di portarla in uno dei suoi locali preferiti. Non le rimaneva che approfittare di quelle poche ore che intercorrevano tra la fine delle lezioni e l'inizio della cena in Sala Grande, quindi, per ripassare un po' in vista del compito del lunedì. Si diede giusto il tempo di sistemarsi la divisa e i capelli dopo la lezione di Divinazione, l'ultima per quella lunga settimana, e poi volò dritta verso l'aula di Babbanologia con l'intenzione di mettersi finalmente a capire come funzionassero le famose macchine fotografiche tanto amate dai babbani. Aveva anche avuto la mezza idea di chiederlo ad Elliott, dato che non molto tempo addietro l'aveva utilizzata per scattarle delle foto, ma il pensiero di disturbarlo o di essere di troppo le aveva fatto rimandare fino a quel punto.
    Entrò in aula di Babbanologia con passo leggero, la borsetta appesa alla spalla ed una certa puzza sotto al naso che stava cercando di nascondere, ma era come se Venetia riuscisse a percepire la sua stessa espressione farsi altezzosa man mano che lo sguardo scorreva sui poster di band e musicisti babbani appesi alle pareti. Si odiava per questo. Era più forte di lei, ma il retaggio della sua famiglia era duro a morire, anche se cercava di fare del suo meglio. Perse un po' di tempo a pensare che quei Beatles avessero dei capelli davvero strani e brutti, tutti uguali e che sembrava se li fossero tagliati aiutandosi con un calderone in testa. David Bowie, dal canto suo, sembrava proprio un figo. Non sembrava nemmeno un babbano, con quei capelli strampalati ed il trucco colorato. Stava perdendo di vista il focus principale di quella visita nell'aula di Babbanologia, ma quando se ne accorse prese ben presto le distanze dalla parete dei cantanti per avvicinarsi all'armadietto con i manufatti babbani. Almeno com'era fatta una macchina fotografica lo sapeva, così la prese con un po' di titubanza ed aprì il libro sul capitolo che ne avrebbe spiegato il funzionamento. Sembrava peggio di Rune Antiche. Armeggiò un po' con quell'affare, e seguendo minuziosamente le istruzioni riuscì perfino ad accenderla. Tuttavia, non aveva idea di come si potessero scattare le foto. Così, sarebbe rimasta lì ad alternare lo sguardo dal libro alla macchina fotografica per un po', mentre il suo sguardo si faceva via via sempre più confuso.

    Winter Bailey
     
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    Il weekend era finalmente arrivato, ma Winter non si sentiva benissimo. La settimana precedente era stata un po’ influenzata, con una leggera febbre e un brutto raffreddore, che si era poi trasformato in violenti attacchi di tosse che, seppur meno forti, tardavano a scomparire. Non avrebbe quindi fatto molto di particolare durante quel fine settimana: si sarebbe concentrata soltanto sullo studio e sarebbe rimasta al caldo, nel castello, sperando di rimettersi in forze per la settimana a venire. Non poteva permettersi di rimanere indietro con i compiti e, anche se la sua media era decisamente migliorata rispetto all’anno precedente, non voleva concedersi inutili pause. Aveva preso un buon ritmo, trovato una sua dimensione, ed era intenzionata a non abbandonarla. Tuttavia, come spesso accade, assieme ad un malessere fisico Winter aveva iniziato a provare una forte nostalgia di casa. Nonostante le cose andassero meglio, nonostante Brittany avesse ricominciato a scriverle e i genitori le raccontassero che sua sorella sembrava davvero stare meglio, Winter non poteva fare a meno di pensare a quanto tutto fosse cambiato in pochi anni e a quanto le sarebbe piaciuto, anche solo per un istante, provare a tornare indietro, a vivere qualche minuto di spensieratezza con la sua famiglia, anche spezzettata. Era forse guidata da questi pensieri che si era istintivamente diretta verso l’aula di Babbanologia: nonostante non potesse uguagliare il mondo babbano in molti degli aspetti rilevanti che portava con sé, quell’ambiente offriva quanto di più simile avesse a casa sua. Era un peccato che non si potessero usare i social o anche soltanto il telefono, che avrebbe lenito la nostalgia di casa molto di più di quanto le lettere non potessero fare. Ascoltare la voce di qualcuno significava sentirlo molto più vicino, e questo era un tipo di magia che Hogwarts non era ancora in grado di offrire. Winter confidava che presto i due mondi fino a pochi anni fa completamente separati iniziassero a fondersi, arricchendosi l’uno con l’altro, ma le evidenze di ciò che entrambe le parti volevano sembravano infrangere ogni giorno di più le speranze della Corvonero.

    Ciao.

    Entrando nell’aula si accorse subito di non essere sola. Rimase piuttosto sorpresa però di trovare lì Venetia, sua compagna di classe dai capelli rossi quanto i bordi della divisa che portava. Aveva accostato una macchina fotografica a un volume, probabilmente il libro di Babbanologia, e sembrava portare lo sguardo dall’una all’altro.

    Vuoi… fotografare qualcosa?

    Chiese titubante. Forse non sapeva bene come utilizzarla, o forse non sapeva cosa fotografare. Ma soprattutto, perché non stava scattando delle magifoto?
     
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    Proprio mentre la sua disperazione e confusione raggiungevano picchi esorbitanti, con la macchina fotografica da una parte ed il libro dall'altra, le cui pagine venivano sfogliate dalla Prewett avanti ed indietro, alla ricerca dell'illuminazione divina che le avrebbe magicamente svelato l'arcano e permesso di capire come diamine si accendesse quell'aggeggio, riconobbe la voce di Winter provenire da dietro di sé. Nel voltarsi in sua direzione avrebbe spalancato gli occhi come se brillassero e piegato la bocca in un gran sorriso, come se la soluzione a tutti i suoi problemi si fosse materializzata proprio in mezzo alla stanza. Conosceva Winter perché frequentavano la stessa classe, e sapeva che fosse una Mezzosangue, il che, nella mente di Venetia, voleva dire quantomeno sapere ogni cosa di Babbanologia.

    « Oh, Winter! Non puoi capire quanto sono felice che tu sia qui. »

    Squittì la Prewett entusiasta, la voce ancora macchiata da una nota di evidente disperazione. Prese in mano la macchina fotografica come se fosse una bacchetta, reggendola in malomodo e in maniera un po' precaria dall'obiettivo. La scosse un po' - con delicatezza - nel tentativo che qualcosa accadesse... ma niente.

    « Sai come funziona questo aggeggio? »


    Dopo un breve sospiro la rimise sul tavolo, tuttavia senza nessuna intenzione di continuare ad impazzire nel tentativo di decifrare cosa dicesse il libro di Babbanologia a riguardo. Stava letteralmente per mettersi le mani nei capelli!

    « Vorrei.. Sai, per il compito. Ma le ho provate tutte! Qual è la differenza tra fotografie e magifoto? E poi come si fanno?! »


    Si lasciò andare a quella marea di domande, che erano nient'altro che i mille questiti che si stava ponendo nella sua mente da una buona mezz'ora. Finalmente poteva esternarli! Che maleducata che sei, pensò la Prewett di sé stessa. Solo in quel momento una vocina nella sua testa le suggerì che probabilmente Winter era lì per fatti suoi, e che era stata una vera cafona a rivolgersi direttamente a lei come se sapesse ogni risposta ai suoi dubbi. Tornò a guardarla con un'espressione ben più distesa di prima.

    « Oddio, scusa Winter! Magari hai da fare! In effetti... che ci fai qui? »

    Inclinò il capo e le rivolse un'occhiata curiosa, davvero stupita che qualcuno potesse frequentare quell'aula all'infuori delle lezioni di Babbanologia.
     
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    Winter si sentì accolta con un entusiasmo insolito dalla Grifondoro: le due erano in classe insieme, ma non si poteva dire che fossero amiche, forse perché non si erano mai frequentate troppo. Eppure la ragazza sembrò particolarmente contenta di veder arrivare la Corvonero, evidentemente bisognosa di aiuto con la macchinetta fotografica che si stava miracolosamente salvando dalla presa discutibile di Venetia. Winter le sorrise, ma subito fece qualche passo in avanti per afferrare l’oggetto a sua volta e far sì che la ragazza non lo facesse cadere, mentre lo agitava sperando che iniziasse a funzionare per magia, letteralmente.

    Aspetta, forse è meglio impugnarla così.

    Se Venetia glielo avesse permesso, avrebbe afferrato la macchinetta e le avrebbe mostrato come tenerla correttamente in mano, dispiegando le dita ai lati e i pollici in su, con il destro già posto sul tasto per scattare. Winter sottovalutava sempre i compiti di Babbanologia, essendo la materia che certamente le riusciva più semplice, sulla quale ogni tanto si permetteva perfino di correggere il professore, seppur solo idealmente. Non avrebbe mai avuto il coraggio di contraddirlo ad alta voce, a lezione. Eppure non per tutti era una materia così banale.

    Oh, vieni, ti spiego.

    La invitò ad osservare, distaccando da sé la macchina fotografica solo per i centimetri necessari a far vedere a Venetia come utilizzarla. Le mostrò il tasto di accensione, che però sembrava aver trovato anche da sola, ma che premette ancora perché la macchina era probabilmente ormai andata in standby.

    E poi nulla, chiudi un occhio e con l’altro guardi qui dentro. Quando vedi esattamente quello che vorresti fotografare premi su questo tasto qui.

    A lei sembrava una procedura semplicissima, istintiva, ma evidentemente per chi era nato e cresciuto nel mondo magico quegli oggetti significavano qualcosa di completamente nuovo. Non poté trattenere qualche colpo di tosse, che cercò di direzionare all’interno del gomito, avendo ancora le mani impegnate dalla macchinetta fotografica.

    Dai, prova a farmi una foto!

    Le porse l’oggetto, invitandola a mettersi subito alla prova. Forse stava saltando qualche step, ma magari dopo qualche tentativo sarebbe riuscita a ottenere un risultato soddisfacente. Per ora, già riuscire a fotografare qualcosa, che fosse lei o il pavimento, sarebbe stato sufficiente.
    Iniziò ad allontanarsi dalla compagna, di modo che potesse facilmente inquadrarla nell’obiettivo e non avesse bisogno di utilizzare lo zoom, che probabilmente sarebbe stato oggetto di spiegazioni più tardi.

    Queste non sono foto che si muovono, come le magifoto. Invece ci sono i video, che sono come tante foto in sequenza e riproducono anche i movimenti.

    In effetti erano tanti i termini più che familiari a chi era di origine babbana, anche solo per metà, che probabilmente erano sconosciuti ai maghi puri.

    Oh, no, niente di preciso. Ero venuta giusto a sentire un po’ di aria di casa.

    Sorrise timidamente, ammettendo quel lieve senso di nostalgia che ogni tanto provava. Non che gli oggetti babbani nell’aula potessero lenirla più di tanto, perché non potendo utilizzare l’elettricità spesso non rispecchiavano gli oggetti davvero usati dai babbani, ma più una loro versione vintage. Tuttavia, era quanto di più vicino potesse trovare al mondo che frequentava durante le feste.
     
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    Lasciò che Winter le spiegasse come si impugnasse la macchinetta fotografica - sorprendentemente in modo diverso rispetto ad una bacchetta magica, ma lo sospettava - ed osservò l'oggetto come se iniziasse piano piano a capirne il funzionamento. Se non altro era riuscita ad accenderlo, il che era già un grande passo in avanti rispetto a come aveva iniziato. Inclinò leggermente il capo ed assunse un'espressione concentrata, con le sopracciglia aggrottate e lo sguardo curioso. Cercò di memorizzare mentalmente i pulsanti che Winter le stava mostrando, e quando la macchinetta fotografica sembrava finalmente pronta per essere utilizzata, avrebbe provato a seguire le sue indicazioni e ad avvicinarla agli occhi. Pigiò il tasto senza pensarci troppo, senza ovviamente pensare alla messa a fuoco e a tutti i dettagli tecnici del caso, ma quando sentì un click, al di là del risultato, il viso di Venetia si illuminò come se avesse fatto chissà cosa.

    « Oddio, guarda! »

    Le consegnò la macchina fotografica in modo che fosse lei a giudicare, ché molto probabilmente era ampiamente più capace in materia. Tuttavia, il suo sorriso gioioso lasciò ben presto il posto ad un'espressione più gentile e comprensiva. Quando Winter parlò di sentire aria di casa, Venetia appiattì le labbra tra di loro e le rivolse un'occhiata affettuosa. Le dispiaceva non poter comprendere appieno a cosa si riferisse la compagna, dato che per lei quel posto era una delle cose più distanti da ciò che avrebbe definito "aria di casa", tuttavia cercò di mostrarsi comprensiva a riguardo.

    « Oh... Giusto. Stai bene? »

    Influenza a parte. Quando Winter si era lasciata scappare quei colpi di tosse aveva cercato di non farla sentire a disagio ed aveva semplicemente ignorato la cosa, ma comunque si ritrovò a pensare che dovesse esserci un motivo se la Corvonero si sentiva così nostalgica di casa sua. Volle dunque accertarsi che fosse tutto ok, ma non avrebbe comunque insistito sull'argomento se l'altra non avesse avuto voglia di approfondirlo. Motivo per il quale cercò di tornare a pensare allo studio, iniziando a riflettere allora sulla differenza tra foto magiche e foto babbane che sarebbe stata di sicuro negli esami di fine anno. Poteva giurarci! Cercò dunque la definizione anche sul libro, così da comprendere meglio anche la spiegazione che le aveva dato Winter.

    « Ah, vero. Le loro foto non si muovono, però in quelli che chiamano video si sentono anche le voci. »

    Cercò di immagazzinare le informazioni man mano che parlava, come se stesse riflettendo ad alta voce. Intanto scarabocchiò qualche appunto al bordo della pagina, prima di tornare a fare un grande sorriso alla Corvonero.

    « Allora, com'è venuta la foto? »
     
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    Winter prese la macchinetta, premendo il tastino per vedere le ultime foto scattate. Forse avrebbe dovuto specificare a Venetia di stare ferma il più possibile, perché se era vero che una buona parte di Winter era presente nella foto, era anche vero che sembrava una sua versione fantasma, dai bordi piuttosto vaghi e sfumati. Poteva essere una scelta stilistica, ma probabilmente non era quello il caso. Magari con un altro po’ di esercizio Venetia sarebbe migliorata. Chissà che da quel pomeriggio non ne venisse fuori una bella foto da mettere sui social, il bel giorno in cui sarebbe stato possibile farlo. Winter era d’accordo sul fatto che rivelare l’esistenza di vere scuole di magia avrebbe messo in allarme il mondo babbano più di quanto già non fosse: tuttavia, si domandava come potessero pensare, ora che sapevano dell’esistenza della magia, che non vi fosse dietro una società ben organizzata. Un mondo parallelo quale effettivamente era.
    E poi c’era lei, che era in mezzo tra questi due mondi che, anche ora che si erano appena toccati, avrebbero voluto soltanto risepararsi e dimenticarsi gli uni degli altri. Era qualcosa che spezzava anche Winter a metà, un po’ come lo era anche la sua famiglia: due maghi e due babbani, perfettamente bilanciati eppure dalle vite incompatibili. Il suo magone da nostalgia di casa, quella babbana, doveva essere piuttosto evidente, perché anche Venetia le chiese se stesse bene non appena lei accennò al perché fosse arrivata in quell’aula.

    Ma sì, giusto un po’ di nostalgia.

    Scrollò le spalle, sperando che la compagna non desse troppo peso a quel lieve velo di malinconia.

    A te non manca mai la tua famiglia?

    Domandò, più curiosa che altro. Non avevano mai avuto occasione di parlare molto, quindi Winter non sapeva nulla della vita familiare di Venetia, se non ciò che sapevano tutti: veniva da una stirpe di maghi purosangue da generazioni e generazioni, di cui probabilmente era figlia anche la sua poca attitudine alla fotografia, almeno quella babbana. Sulla teoria, però, la ragazza sembrava essere molto preparata. Sapeva cos'era un video e sapeva perfino che conteneva anche audio.

    Ne hai mai visto uno? Anche uno di quelli lunghi intendo, i film. Sai, quelli del cinema.

    Aggiunse una parola dietro l’altra, scandendole bene, quasi stesse parlando in una lingua diversa da quella della Grifondoro. Indicò poi con il dito uno dei poster che ornavano la parete e che era un collage di copertine di grandi successi del cinema mondiale, da Colazione da Tiffany a E.T., da Psycho a Forrest Gump. Passò poi a revisionare la foto, mostrandola alla compagna.

    Non è male, brava!

    Cercò di incoraggiare la compagna: la foto era sfocata, ma aveva almeno centrato Winter e come primo tentativo non era da scartare.

    Dovresti solo cercare di rimanere più ferma possibile mentre scatti. Così la foto verrà più definita. Riprova, se vuoi.

    Le porse nuovamente la macchinetta, tornando a mettersi in posa ostentando un sorriso vivace.
     
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    Rimase ad osservare Winter alle prese con la macchinetta fotografica, guardandola con il fiato sospeso e lo sguardo speranzoso attendendo il momento in cui l'altra le dicesse che era andato tutto liscio e che la sua foto era meravigliosa, un Eccezionale assicurato. Invece ciò non accadde, a quanto pareva doveva riprovare ed impegnarsi un po' di più. Poco male, alla fine, perché non si trattava comunque di un compito chissà quanto faticoso, e poi iniziava a trovare divertente fare fotografie in giro. Annuì comprensiva quando la compagna le confermò di sentirsi un po' nostalgica di casa sua, immaginando che avesse un bel rapporto con la sua famiglia per arrivare a sentire la loro mancanza al punto da cercare conforto in luoghi che gliela ricordassero. Il pensiero la fece sorridere teneramente.

    « Devono mancarti molto per farti venire fin qui. »

    Che era una cosa molto bella, almeno dal punto di vista di Venetia, che di nostalgia di casa non ne provava troppo spesso. Non perché non volesse bene a suo padre o agli Elfi Domestici, semplicemente perché a casa sua passava la maggior parte del tempo da sola, tra il lavoro di Hector Prewett al Ministero della Magia e gli Elfi sempre indaffarati con le faccende domestiche che, ora che Venetia era più grande, avevano smesso di farle compagnia come quando era più piccola.

    « Sì, ogni tanto. Casa mia è piena di quadri e ritratti pomposi, quindi quando mi sento così vado nella sala dei ritratti a fare due chiacchiere. Però mi capita di più il contrario, cioè che mi manca Hogwarts quando sono a casa. »


    Da quel punto di vista potevano essere simili, come se l'aula di Babbanologia fosse per Winter ciò che la sala dei ritratti era per Venetia, ed in seguito a quel ragionamento iniziò a capire un po' di più il punto di vista della Corvonero, che all'improvviso non sembrava più tanto assurdo. Tornò ben presto a maneggiare la macchina fotografica, ricominciando da capo a cercare la giusta angolatura attraverso l'obiettivo. Quando pensò di aver raggiunto un risultato piuttosto decente, pigiò il tasto che precedeva il solito click. Iniziò a domandarsi come si facessero quei fantomatici video di cui aveva sentito parlare, senza riuscire a trovare una risposta che non prevedesse l'utilizzo di qualche incantesimo o formula magica. Di film, poi, ne aveva sentito parlare solo in classe, e da Petyr ogni tanto.

    « No, mai! Ma ho sentito parlare di un film su una nave ed un iceberg... Possibile? »

    Cercava sempre di stare al passo quando Petyr le raccontava qualcosa sul mondo babbano, se non altro perché il Tassorosso ci metteva così tanto entusiasmo che sarebbe dispiaciuto a chiunque non prestargli attenzione, ma finiva sempre per perdersi a metà del discorso e a capire fischi per fiaschi, anche se non aveva mai avuto il coraggio di dirglielo. Intanto consegnò nuovamente la macchina fotografica a Winter cosicché potesse controllare il lavoro.

    « Quello sembrava interessante. »


    Lo pensava veramente, ma doveva ammettere che era curiosa di vederlo solo perché gliene aveva parlato Petyr qualche giorno prima a colazione.
     
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    Venetia non sembrò scoraggiarsi troppo riguardo all’esito della sua fotografia, ché in fin dei conti non era neanche andata troppo male. Sarebbe bastato qualche altro tentativo e sarebbe diventata una fotografa provetta, almeno rispetto alle capacità che servivano per prendere un bel voto in Babbanologia.
    La ragazza si rivelò comprensiva riguardo alla nostalgia che Winter ogni tanto avvertiva, raccontandole di come anche lei trovasse rifugio nella Sala dei Ritratti di tanto in tanto, perché le ricordava casa sua.

    Anche a casa tua ci sono ritratti come quello di Clementine Beauharnais? Quella signora ogni volta mi chiede se le ho portato un bel ragazzo per chiacchierare e se le dico di no mi fa una pernacchia.

    Domandò tra l’ironico e il serio, perché il quadro dell’anziana nobile rischiava effettivamente di diventare fastidioso dopo qualche visita. La nostalgia di Hogwarts quando si trovava in famiglia, invece, era qualcosa che Winter riusciva a capire fino a un certo punto. Durante i primi anni a Salem anche lei aveva provato forte nostalgia della scuola durante i mesi estivi, abituata a convivere con la sua migliore amica e a poter condividere ogni istante. Negli ultimi anni, però, aveva imparato a dare un valore diverso al tempo passato in famiglia, forse complice anche il fatto che l’anno precedente a Hogwarts non era stato esattamente una passeggiata.

    Lo capisco, alla fine la nostra vita è tutta qui dentro.

    Certo, fuori la vita scorreva e aveva spesso un ritmo diverso da quello del Castello. Tuttavia, la loro vita di studenti era scandita dai ritmi scolastici e dalla vita comunitaria di Hogwarts, compresi tutti gli imprevisti possibili. Era qualcosa che difficilmente chi non era stato a Hogwarts poteva comprendere. Winter sorrise in direzione della fotocamera, pronta a diventare soggetto della nuova creazione fotografica di Venetia. Poco dopo camminò nuovamente in direzione della compagna, per vedere il risultato dello scatto. Lei le raccontò di aver sentito parlare in un film che era decisamente uno dei più famosi del cinema babbano.

    Oh, Titanic! Quello fa piangere tantissimo!

    Winter lo disse entusiasta, come se effettivamente piangere davanti a uno schermo fosse uno dei migliori passatempi babbani immaginabili. Distava poi tanto dalla realtà?

    Non ti spoilero il finale perché prima o poi devi assolutamente vederlo, ma sappi che è uno dei più discussi del mondo babbano!

    Poteva mai esserci qualcuno che non avesse osservato come su quella zattera ci si stesse comodamente in due? Ma forse era il caso di partire da qualche nozione più basilare.
    Winter avrebbe poi preso la macchinetta, se Venetia gliel’avesse consentito, per controllare l’esito del secondo tentativo. Avrebbe piacevolmente notato come ogni parte del suo corpo, compresi testa e piedi, fossero interamente all’interno dei bordi, complimentandosi con la ragazza.

    Brava, guarda!

    Le avrebbe mostrato il risultato del suo lavoro, sorridendole incoraggiante.

    Ora… vogliamo passare all’utilizzo del flash o dello zoom?

    Domandò alla compagna quale aspetto fosse maggiormente curiosa di approfondire, sempre che lei avesse la minima idea di cosa quei termini volessero indicare.

    Scusami per l'immenso ritardo, I'm back :)
     
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    Aveva messo giù la macchina fotografica per qualche breve istante, il necessario per ascoltare i racconti di Winter e mandare la mente in giro verso ricordi del passato ed appartenenti a casa sua a Chudley. Le sorrise divertita, lasciandosi scappare anche una risata di fronte all'immagine del quadro pettegolo che le stava presentando.

    Non proprio, però da me c'è un lontano parente di mio padre che continua ad esultare per la vittoria della Coppa della Lega dei Cannoni dei Chudley del 1892.

    Chiuse gli occhi un po' sofferente a tal proposito, da una parte lo trovava divertente, ma dall'altra...

    Non abbiamo mai avuto il coraggio di dirgli che quella è stata la loro ultima vittoria e che è passato più di un secolo.

    C'era da ammetterlo che i suoi Cannoni fossero piuttosto sfortunati, ma ogni volta il pensiero era in grado di causarle dolore. Non che questo bastasse a farle smettere di tifare la sua squadra del cuore, però... Magari dovevano iniziare a procurarsi qualche calderone di Felix Felicis. Riprese la macchina fotografica tra le mani e tornò a giocare con la messa a fuoco, pigiando poi il tasto dopo aver inquadrato la finestra in fondo alla stanza e che dava sul cielo sopra al Lago Nero. Le sembrò un soggetto carino, anche se probabilmente non era poi niente di ché, e poi aveva anche utilizzato lo zoom! Dopo che Winter glielo aveva suggerito si era messa a leggere qualche riga di spiegazione sul libro ed aveva cercato di seguire le indicazioni, così da inquadrare il paesaggio oltre la finestra senza però avvicinarsi.

    Così?


    Domandò ingenuamente, lasciando nuovamente l'oggetto nelle mani della Corvonero. Era davvero molto più esperta di lei in quanto a manufatti babbani, e la cosa si rendeva evidente ad ogni minuto che passava. Ovviamente era ben più coinvolta nella cultura babbana rispetto a Venetia che, anche se non se n'era mai interessata più di tanto, era quasi incuriosita nei confronti del film di cui le era stato parlato.

    Fanno anche piangere... i film? Non ne ho mai visto uno, prima o poi voglio provarci.

    Annuì con aria feliciotta, anche se era un po' scettica sull'argomento avrebbe voluto provare prima di dare un vero e proprio giudizio. Al momento dubitava che un film potesse essere in grado di suscitare le lacrime degli spettatori, anzi, a dire il vero sembrava un po' noiosa l'idea di dover fissare un oggetto per chissà quanto tempo fermi e immobili, ma chissà. Forse il suo lato snob, una volta tanto, non avrebbe avuto la meglio.

    Tranquillissima! E bentornata <3
     
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    Quando Venetia le raccontò dei quadri che aveva in casa, in particolare di un ritratto che esultava per una vittoria decisamente lontana nel tempo e mai più ripetuta, l’idea le fece tenerezza: da una parte il soggetto del quadro poteva ritenersi fortunato, perché riusciva a gioire di qualcosa di cui oggettivamente non c’era nulla di cui rallegrarsi, d’altro canto viveva in una sua realtà parallela e non avrebbe mai avuto contezza della realtà.

    Poverino.

    Disse alla fine, comunque ridacchiando.
    La lezione di fotografia procedeva con un buon ritmo, infatti Venetia sembrava aver ormai preso la mano con quell’oggetto babbano, riuscendo anche ad utilizzare lo zoom per inquadrare il cielo fuori da una delle finestre dell’Aula, senza tuttavia la necessità di spostarsi dal punto in cui si trovava.

    Esatto, bravissima!

    Winter poggiò su un banco la macchinetta per poi mimare un piccolo applauso, così da complimentarsi con la compagna e darle soddisfazione, oltre a quella che già probabilmente aveva tratto dai suoi esperimenti con la macchina fotografica. Non era poi tanto complicato maneggiare oggetti babbani come quelli, serviva semplicemente un po’ di pratica. Ogni bambino babbano sarebbe riuscito con estrema facilità a fare ciò che ai maghi sembrava una disciplina da studiare, semplicemente perché si trattava di oggetti verso cui non avevano familiarità e verso cui, in alcuni casi, nutrivano qualche sospetto.

    Oh, sì. Possono far piangere o ridere, poi ci sono quelli più leggeri e quelli che fanno riflettere… Un po’ come i libri. Solo che parlano per immagini.

    Winter riteneva che non ci fosse un’arte più nobile tra cinema e letteratura, anche se forse propendeva per la seconda. In ogni caso, ogni forma artistica poteva suscitare nel lettore o nello spettatore qualsiasi tipo di emozione, purché fosse di qualità.

    Se ti capita di passare per Londra, puoi venire da me a vedere un film, oppure possiamo andare al cinema. Si vedono i film più “in grande”.

    Allargò le braccia a indicare, soltanto in modo simbolico, l’ampiezza di uno schermo da cinema, decisamente più abbondante di quella del televisore di casa sua. Londra non era una meta insolita per gli studenti di Hogwarts, che spesso passavano per Diagon Alley per fare rifornimento di materiali scolastici: una breve deviazione nella Londra babbana non sarebbe stata un impegno troppo gravoso e avrebbe potuto insegnare alla ragazza molto più di quanto un intero libro di Babbanologia avrebbe mai potuto fare.

    [Chiusa]



    Edited by Winter Bailey - 22/4/2024, 15:35
     
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