Ritratti delle mie Brame

sala dei ritratti

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    Corvonero
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    Sabrina conosceva i suoi difetti e nonostante cercasse sempre di nasconderli o di fingere che non esistessero, lei sapeva benissimo che c’erano e che erano lì, pronti a saltare fuori come una bestia famelica ogni volta che ce ne fosse stata la necessità.
    Fra tutti, quello più difficile da gestire, era sicuramente l’invidia.
    Se da una parte la ragazzina era sempre molto felice del successo degli altri, soprattutto se si trattava dei suoi amici, dall’altra provava sempre una fitta di invidia per non aver avuto la loro stessa buona sorte. E così, quando Elliott le aveva raccontato di aver trovato un passaggio segreto per la Foresta Proibita, e che per di più aveva incontrato pure un unicorno, Sabrina era stata invidiosa della sua buona stella; ovviamente non aveva condiviso con l’amico quel sentimento, ma si era ripromessa di prendersi qualche tempo per esplorare la sala dei ritratti e trovare la via per la Foresta Proibita.
    Non che si aspettasse di essere così fortunata, ma la speranza era l’ultima a morire e lei voleva vedere un unicorno.
    Quando arrivò nella sala, la prima cosa che fece fu quella di volteggiare su se stessa per ammirarne la magnificenza e ascoltare il borbottio dei maghi dipinti che parlottavano fra di loro; ormai dovevano essere abituati alla presenza di studenti che cercavano dei passaggi segreti infatti, ad una prima occhiata, nessuno di loro sembrarò troppo colpito dalla sua presenza.
    Ma senza il loro aiuto era praticamente impossibile trovare quello che stava cercando e così si avvicinò ad una delle pareti e provò ad attirare l’attenzione di due maghe che però continuarono la loro conversazione come se Sabrina non fosse mai esistita e mai si fosse rivolta a loro.
    Sospirò.
    Il timore che la sua nomea da infame avesse raggiunto anche i dipinti della scuola e che di conseguenza questi non volessero più aiutarla, si impossessò di lei e mitigò l'entusiasmo che l’aveva portata in quel luogo; a quel punto si sarebbe accontentata di un qualsiasi passaggio segreto, anche quello più inutile della sala, ma almeno non avrebbe più sentito su di sé il giudizio di tutti quegli occhi.

    C’è qualcuno che abbia voglia di parlare con me?

    Dalle labbra di Sabrina partì una supplica rivolta a tutti i presenti e sperò che almeno una voce le rispondesse.

    Sabrina non trova nulla
    Venetia E. Prewett
     
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    Se c'era una cosa che faceva sentire Venetia più vicina a casa sua, questa erano i quadri. Casa sua era piena di quadri. Andavano da ritratti di vecchi antenati Prewett a dipinti di animali, paesaggi e bellissime viste sull'oceano. Ce n'era perfino uno che ritraeva Galvin Grudgeon, il Cercatore dei Cannoni di Chudley, intento a conquistarsi il Boccino d'Oro durante una partita di Quidditch. Il padre di Venetia le aveva raccontato mille volte come si fosse aggiudicato quel dipinto dopo una particolarmente sofferta asta, tuttavia non aveva mai capito se quel quadro ritraesse il vero o meno. Le occasioni in cui Grudgeon avesse effettivamente acciuffato il Boccino d'Oro erano quasi inesistenti, dopotutto... Però rimaneva comunque uno dei suoi preferiti, anche se non poteva parlarci granché. Quelli che da bambina preferiva più di tutti, infatti, erano i quadri con i quali poteva effettivamente comunicare. Venetia non aveva mai avuto tanti amici a Chudley, la città in cui era nata e cresciuta, e passava la gran parte delle sue giornate chiusa in casa da sola. C'era l'Elfa Domestica a prendersi cura di lei, il più delle volte, ma spesso e volentieri trovava divertente anche interagire coi grossi e pomposi ritratti affissi su tutta la parete adiacente alle scale del piano terra. Era una casa piuttosto enorme... Soprattutto agli occhi di una bambina tanto piccola. Ben presto i ritratti di casa Prewett divennero dei veri e propri amici di Venetia, e così, ogni volta che si ritrovava nel Pianterreno di Hogwarts, ne approfittava per fare una capatina nella Sala dei Ritratti e rivangare un po' di nostalgico passato.
    Quel pomeriggio aveva lezione di Trasfigurazione, ed era anche come sempre in anticipo sulla sua personale scaletta di cose da fare. Ne avrebbe quindi approfittato per fare il giro lungo e passare nella Sala dei Ritratti, borsa in spalla e tutto il resto. Non aveva intenzione di fermarsi particolarmente a lungo, dopotutto.

    Entrò nella stanza con un sorriso stampato in faccia, i capelli perfettamente ondulati e gli orecchini appesi ai suoi lobi che, tintinnando tra loro, avrebbero annunciato la sua presenza ancor prima della sua voce. La prima cosa che fece fu respirare quell'atmosfera che rimandava la sua mente a mille collegamenti con la Storia della Magia, oltre che all'andone della sua casa. C'era un quadro che ritraeva qualche giraffa in mezzo alla Savana, e Venetia poté giurare di aver visto una di loro muovere il collo a mo' di inchino per salutarla. Venne comunque distratta dalla voce di Sabrina, che le fece capire che non era sola. La guardò per qualche breve istante con un po' di imbarazzo: la riconobbe come l'amica di Elliott, come prima cosa, la ragazza che era con lui al campo di Quidditch il giorno della partita, e non come la ragazza dei manifesti in Sala Grande. Beh, quello sarebbe stato il secondo pensiero. Era un po' titubante sul da farsi: non si erano mai parlate, ma la conosceva indirettamente per via di Elliott, quindi il codice dell'educazione prevedeva che dovesse salutarla o no? Alla fine, senza troppi ragionamenti, alzò la manina in sua direzione a mo' di saluto.

    « Ti parlano solo quando ne hanno voglia loro. Dico bene?! »

    Esordì ridendo in direzione della Corvonero, rispondendo indirettamente alla lamentela che aveva sentito appena pochi attimi prima. Poi virò lo sguardo ammonitore su uno dei quadri, come a volerlo rimproverare per non aver risposto a Sabrina, ma ecco che quello si voltò e diede le spalle pure a lei. Tuttavia, Venetia non perse il sorriso.

    « Sei l'amica di Elliott, non è vero? »

    Gliel'avrebbe chiesto anche se sapeva già la risposta, ché bollarla subito per quello che era successo quel giorno in Sala Grande non le pareva educato, e poi non sapeva come l'avesse vissuta lei quella storia, dunque decise di fingere di non esserne assolutamente a conoscenza.

    Non trova nulla
     
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    Corvonero
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    Una voce ruppe il silenzio e Sabrina si rese conto di non essere più sola all’interno della sala dei ritratti, ma decise ugualmente di non voltarsi subito verso la nuova arrivata e di rispondere alla sua prima domanda come se stesse rispondendo a tutta la sala e non ad una persona in particolare.

    Vero, ma speravo di essere un pelino più fortunata.

    La ragazzina partiva sempre in quarta con buone intenzioni e piena di ottimismo, ma molto spesso si ritrovava a doversi scontrare con la realtà e rendersi conto che non sempre le cose potevano andare come lei voleva; e quel giorno i quadri le stavano dimostrando proprio quello: lei non poteva decidere per loro.
    Quando poi la voce la apostrofò come l’amica di Elliott, Sabrina finalmente si voltò e potè guardare per la prima volta negli occhi quella che fino a quel momento era solo stata una voce sconosciuta.

    E tu sei la ragazza unicorno.

    L’arrivo proprio di quella ragazza, agli occhi di Sabrina, apparve come un buonissimo segno: se c’era una persona che poteva aiutarla a trovare un passaggio segreto per la Foresta Proibita e lì trovare un unicorno, quella persona era proprio la grifondoro che aveva davanti. Poi si rese conto che aprostofandola con quel nomignolo poteva in qualche modo averla offesa e così Sabrina si premurò subito di porre rimedio alla gaffe che aveva appena fatto.

    Oddio scusami! Ma nella mia testa sei la ragazza unicorno.

    Le porse la mano perchè le sembrava il minimo presentarsi nonostante probabilmente il suo nome e la sua faccia fossero già conosciuti dall’altra e poi quello era anche un modo per capire se chi aveva davanti l’avesse già bollata e giudicata ancora prima di conoscerla, ancora prima di avere la sua versione dei fatti.

    Piacere, Sabrina. Anche tu qui per trovare risposte in queste tele?

    Un brusio alla sua destra attirò per qualche secondo l’attenzione di Sabrina che girò subito la testa sperando di vedere nel volto di qualche mago dipinto la voglia di comunicare con lei, ma quello che vide fu solo un vecchietto assonnato che appoggiato alla cornice del suo quadro sbadigliava e si grattava la pancia come se si fosse appena svegliato da pisolino sul divano. Forse gli influssi fortunati della rossa davanti a lei avevano bisogno di più tempo per raggiungerla.

    Sabrina non trova passaggi x
     
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    Non poté che darle ragione a tal proposito; Venetia sapeva quanto potesse essere frustrante rivolgersi ai quadri quando questi non avevano alcuna intenzione di darti retta. Le era capitato più volte anche a casa sua, e si giustificava raccontandosi che probabilmente non erano dell'umore giusto. Ben presto la risata della Prewett venne però smorzata dalla definizione di Sabrina nei suoi confronti, che la chiamava ragazza unicorno. Le rivolse uno sguardo confuso, come se non avesse afferrato del tutto a cosa si stesse riferendo. Tuttavia, alla fine, arrivò a collegare i puntini e la sua espressione si sciolse in una divertita.

    « La ragazza Unicorno mi piace! Scusa, non sapevo che Elliott te ne avesse parlato. »


    Si giustificò inizialmente, dato che non voleva passare per maleducata o per stupida. La mente di Venetia viaggiò a quel giorno di tante settimane prima, quando lei e il Corvonero avevano avuto la fortuna di vedere coi loro occhi un esemplare di Unicorno in carne ed ossa e lei era anche arrivata ad accarezzarlo. Fu incredibile. Custodiva ancora gelosamente la fotografia che le aveva scattato Elliott, e ben presto quella giornata era rientrata nella lista dei suoi ricordi più belli ad Hogwarts.

    « Sì, credo di essere io. È stato fantastico! Elliott ti ha fatto vedere le foto? L'abbiamo chiamata Glitter, perché aveva il manto bianco e scintillante. Oh, che maleducata, scusa, mi chiamo Venetia. Venetia Prewett! »

    Si lasciò andare a quella confessione con fare amichevole e cordiale, pensando che fosse bello avere qualcuno a cui raccontare quell'esperienza, anche perché Sabrina le sembrò interessata alla questione. Anche se, se avesse potuto scommettere, avrebbe scommesso un sacco di Galeoni che Elliott gliel'avesse già raccontata un milione di volte! O almeno, lei aveva fatto proprio così con i suoi amici più stretti. Un giorno Petyr le aveva confessato che si era addirittura sognato un Unicorno, talmente gli aveva fatto una testa tanta con quella storia.
    Tuttavia, la sua parlantina fu interrotta bruscamente dalla voce di una donna. Venetia fu costretta - purtroppo o per fortuna - a chiudere il becco per andare alla ricerca della fonte della voce: sembrava provenire da un punto non ben specifico della stanza, e dopo aver alzato la testa per guardarsi attorno la vide. Era una ragazza piuttosto giovane, con dei lunghi capelli castani ed un'armatura da cavaliere addosso. In mano aveva una lancia, e vicino a lei, al lato della cornice di legno pregiato, era dipinto un pomposo elmetto di acciaio Goblin.

    « Perché non le racconti anche di come sei andata su tutte le furie quando quel Grifondoro vi ha visti insieme e vi ha detto che eravate una bella coppietta? »


    Sghignazzò la donna nel dipinto, rivolgendosi direttamente alla Prewett che dovette rimodellare l'espressione del suo viso in una meno allegrotta e più imbarazzata.

    « Non sono andata su tutte le furie! Ho semplicemente negato. »

    Il che era la verità; non ricordava di essersi arrabbiata più di tanto per il commento di Cassian su lei ed Elliott, tuttavia era pur vero che il concasato era una delle poche persone in grado di far saltare tutti i nervi di Venetia con un solo sguardo, e infatti si divertiva spesso e volentieri a punzecchiarla. Secondo la Prewett, lo faceva in modo amichevole. Ma chissà. In ogni caso rivolse a Sabrina uno sguardo rammaricato, come a dirle di non ascoltarla.

    « Però è vero che sembravate una bella coppietta. »

    A quel punto, Venetia alzò gli occhi al cielo e sbuffò con fare divertito. A quanto pareva la donna-cavaliere si stava divertendo a prenderla un po' in giro, e non voleva toglierle il divertimento. Anche perché, pensò, magari poteva tornarle utile averla dalla sua parte, piuttosto che litigarci. E poi l'educazione veniva prima di tutto, dunque avrebbe rivolto un sorriso al ritratto nella cornice.

    « Beh... La ringrazio. Lei chi è? »

    Domandò comunque con un velo di imbarazzo nella voce, ché non sapeva mai rispondere a certe cose. E poi... Era un complimento? Difficile a dirlo. Per quel che valeva, Venetia aveva deciso di prenderlo con ottimismo.

    « Lady Shadow. Fui una Corvonero. Nascondo il passaggio per la Torre di Osservazione. Un luogo molto romantico, se volete portarci qualcuno senza essere notate... »

    A quel punto avrebbe schiacciato l'occhiolino in direzione delle due ragazze, ma Venetia rispose soffocando una risatina educata. Aveva imparato che coi quadri ci voleva pazienza, e non solo per approcciarsi a loro. Anche una volta che questi ti rispondevano, non aveva senso arrabbiarsi o farsi irritare da alcuni di loro. Erano solo quadri, dopotutto! Non che a casa sua ci fossero quadri antipatici, o almeno non secondo la Prewett.



    Trovano il passaggio per la Torre di Osservazione: x e x
     
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    Oddio, forse Elliott non doveva parlarmene. Forse era un segreto.

    Le prime parole della Grifondoro misero in allarme Sabrina che pensò subito di aver fatto un enorme sbaglio ad aver ammesso che Elliott le aveva raccontato della loro passeggiata nella Foresta Proibita: forse si erano promessi di non raccontare niente a nessuno? Forse la ragazza aveva paura che Sabrina avrebbe potuto fare la spia? Tutto sommato pensiero più che lecito, dopo le voci che erano girate sul suo conto.
    Ciò di cui però aveva più paura, era quella di aver messo in difficoltà l’amico, cosa che era lontanissima da ogni suo pensiero e intenzione; la prima cosa che le venne in mente fu quella di pensare ad una qualche scusa a riguardo, ma per fortuna non ve ne fu bisogno perchè la cordialità con cui Venetia proseguì il suo discorso, le feceve capire che non aveva fatto nulla di sbagliato.

    Ovviamente me lo ha raccontato, ed è stato un racconto così entusiasmante con delle foto così belle che devo ammettere di averlo anche un po’ invidiato. Comunque è un piacere fare la tua conoscenza.

    Strinse la mano alla compagna pronta a farle qualche altra domanda riguardo all’incontro con l’unicorno per avere anche la sua versione dei fatti, quando una voce attirò la loro attenzione e le distrasse dallo scambio che stavano avendo. Sabrina iniziò a girare su stessa per individuare il quadro che, sperava con fare bonario, stava prendendo in giro la rosso-oro riguardo ad una sua reazione di rabbia quando lei ed Elliott erano stati definiti una bella coppia.
    Sabrina conosceva bene i sentimenti dell’amico e sapeva quanto quell’affermazione fosse il più lontano possibile dalla realtà, ma non intervenne in alcun modo anche solo per non rischiare di dire qualcosa di fuori luogo che potesse offendere Venetia o che potesse rivelare troppo sulle confidenze che l’amico le faceva.
    Continuò a seguire la scambio senza intervenire, semplicemente lanciando ogni tanto un sorriso bonario nella direzione di Venetia per darle sostegno e farle capire che qualsiasi cosa fosse stata detta su quell’argomento lei l’avrebbe presa per quello che era: una semplice chiacchiera senza fondamento.
    Ciò che però non aveva preventivato Sabrina era che la donna del quadro, oltre ad essere una perfetta pettegola, fosse anche la strada per giungere alla Torre di Osservazione che, come lei stessa aveva ammesso, era uno dei luoghi più romantici della scuola.

    Salve Lady Shadow e grazie mille per essersi presentata a noi. Chissà quante coppiette ha visto passare per una serata romantica fra le stelle.

    Guardò la donna sperando di ottenere qualche succoso gossip in merito, ma non una risposta a riguardo venne data; il sorriso sornione però che le spuntò sul volto, raccontò più di quanto delle semplici parole avrebbero potuto fare.

    Ti va di andare alla torre? Sicuramente non sono la persona adatta per un appuntamento romantico, ma posso essere molto di compagnia.

    Quelle parole invece erano rivolte alla Grifondoro che sperava avesse voglia di tenerle compagnia un altro po’ di tempo. Dopo averle pronunciate, si avviò verso il passaggio che si era aperto ai loro occhi.

    [Torre di Osservazione]



    Più sono in alto e più mi sento bene.

    Quelle parole dette al vento erano perfette per accompagnare il grande sorriso che si aprì sul volto di Sabrina quando si trovò davanti alle balconate della torre di osservazione.

    Sarà per questo che il cappello mi ha messo nei Corvonero.

    Più volte si era domandata come mai il Cappello l’avesse messa nella casata blu-argento e ad essere sinceri non aveva mai trovato una vera risposta; Sabrina era ancora così confusa su chi fosse veramente che a volte aveva l’impressione che ogni giorno sarebbe stata perfetta per una casata diversa.
    Si perse nei suoi pensieri per qualche minuto e solo dopo quel momento di riflessione, si voltò per vedere se Venetia l’avesse seguita o meno.
     
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    « Per fortuna Elliott aveva la macchina fotografica con sé o avrei creduto che fosse solo un sogno! »

    Si mise a ridere per il commento di Sabrina sull'entusiasmo della vicenda Unicorno, non poteva di certo darle torto, quell'esperienza era stata così eccitante che Venetia aveva fatto fatica a realizzare che fosse accaduta realmente. Avrebbe anche voluto dirle che ce l'avrebbe portata volentieri a cercare di incontrare di nuovo Glitter, ma era piuttosto sicura di aver esaurito la dose di coraggio necessaria a sfidare le regole scolastiche per quell'anno. Tornò a guardare la donna nel ritratto alzando un cipiglio in sua direzione, tuttavia senza esternare alcun cenno di fastidio. La trovava simpatica, in fin dei conti, anche se l'idea che si era fatta di lei ed Elliott era la cosa più distante che potesse esistere dalla realtà.

    « Ecco perché vede coppiette ovunque, allora. »

    Cercò di dirlo a bassa voce per non turbare Lady Shadow, ma effettivamente la possibilità che la donna fosse convinta che lei ed Elliott fossero una coppia perché troppo abituata a far passare i piccioncini attraverso il suo passaggio non era troppo assurda. Il pensiero la divertì, e ringraziò Lady Shadow con un cordiale cenno del capo. Controllò velocemente l'orologio prima di rispondere a Sabrina: la lezione di Trasfigurazione a cui si stava recando prima di quell'incontro stava per iniziare, ma fu felice di scoprire che aveva ancora un po' di tempo prima di dover andare in classe. Probabilmente avrebbe perso il posto sul suo banco preferito, ma sperò che Eren provvedesse a tenerne uno occupato anche per lei.

    « Oh, sì, andiamo! Ho ancora un po' di tempo prima della lezione della professoressa Garfield. Ma non posso arrivare in ritardo: ho un personale record di puntualità da mantenere. Grazie, Lady Shadow! »

    [ Torre di Osservazione ]


    Respirò a pieni polmoni l'aria pulita che si respirava sulla torre, godendosi il panorama delle Highlands che si stagliavano per chilometri e chilometri. Si avvicinò al parapetto per guardare giù, anche solo per provare il brivido di guardare a che altezza vertiginosa fossero salite.

    « Adoro le torri. Non so come facciano i Tassorosso ed i Serpeverde, mi sentirei oppressa! »

    Squittì dopo essersi allontanata dal vuoto sotto di loro, tornando a rivolgere le attenzioni a Sabrina per risponderle. Si guardò un po' attorno; era già stata in quel posto, ma solo ora che i commenti di Lady Shadow rimbombavano nella sua mente cominciò a vederlo sotto un altro punto di vista.

    « In effetti deve essere carino qui di sera. »

    Evitò di esternare la sua idea di organizzare un appuntamento romantico, anche perché non voleva tediare Sabrina con le sue cose amorose, ma il suo sguardo inquisitore le conferiva un'aria decisamente riflessiva.
     
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    Corvonero
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    [Torre di osservazione]


    Ascoltò le parole di Venetia, che aveva deciso di prendersi qualche minuto prima della lezione successiva per poter percorrere il passaggio segreto, e le venne spontaneo rispondere alla Grifondoro con un sorriso quando questa ammise che anche lei amava le torri; Sabrina era contenta di aver trovato nella ragazza, una persona che potesse capire e condividere con lei quella voglia di librarsi in aria e vivere con la testa fra le nuvole.

    Io credo proprio che impazzirei. Già per me sono lunghe ed infinite le ore di pozioni, non oso immaginare come sia passare anche il tempo libero sottoterra.

    E anche per questa ragione aveva sempre ringraziato il Cappello per non aver letto nella sua anima quella vena di ambizione e di invidia che bene si sarebbe sposata con la casata verde-argento.
    Quando poi la compagna sottolineò la bellezza che sicuramente doveva avere la sera quel luogo, Sabrina iniziò a guardarlo per la prima volta con occhi diversi.

    Sì, molto carino.

    Un appuntamento sotto le stelle doveva essere sicuramente estremamente romantico e la ragazzina riusciva a vedere la potenzialità della torre di osservazione per degli incontri fra due innamorati.

    Con qualche candela, dei cuscini ed una coperta poi, può davvero diventare un posto perfetto.

    La fantasia della corvonero la portò ad immaginare quel luogo di notte alla luce delle candele e tutto prese una sfumatura onirica che ben avrebbe fatto da sfondo a due giovani innamorati che volevano passare del tempo lontano da occhi indiscreti. Sebbene Sabrina non provasse sentimenti amorosi per nessuno dei suoi compagni, poteva però benissimo immaginarsi con il ragazzo della sua vita in quello scenario.

    Dici che davvero le coppiette approfittano di Lady Shadow per venire qui la sera a sbaciucchiarsi?

    Sabrina non conosceva Venetia, di conseguenza non poteva sapere se la compagna amasse il gossip, ma la sua curiosità in merito a quell’argomento era talmente tanta che non riuscì a tratternersi dal chiedere un suo parere; magari lei conosceva qualcuno che si rifugiava in quel luogo? Oppure aveva sentito delle voci che a lei erano sfuggite?
    Non che la ragazzina avrebbe fatto chissà quale uso di quelle informazioni, ma semplicemente le piaceva l’idea di non essere l’unica ad essere sotto i riflettori della scuola.
     
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    [ Torre di Osservazione ]


    « Puoi dirlo forte! A me piace tanto, poi, salire in cima alla Torre e guardare la vista di notte. Da voi che lato si vede? »

    Domandò con estrema curiosità all'altra, spostando l'attenzione dal panorama per dedicarla a Sabrina ed alle sue reazioni. Prese ad osservare la Torre di Osservazione per immaginarsela come la stava descrivendo la Corvonero, ed in effetti il risultato sembrava essere un'atmosfera piuttosto romantica. Tuttavia, non credeva che Petyr fosse granché il tipo da apprezzare quelle altezze per un appuntamento romantico: era pur sempre un Tassorosso, e se la teoria di cui aveva discusso con Sabrina era vera, allora doveva essere abituato a stare più coi piedi per terra. Il pensiero la fece sorridere tra sé e sé, ma avrebbe evitato di dirlo ad alta voce.

    « Già, sarebbe carino. Anche se credo faccia un po' freddo qui dopo il tramonto, sai? Beh, in questo scenario non ci sarebbe problema a trovare una fonte di calore... »

    Ridacchiò la Prewett senza nessuna malizia, elargendo quella battutina nata da una semplice constatazione con un occhiolino schiacciato in direzione di Sabrina. Non aveva idea se lei si vedesse con qualcuno o se, più banalmente, avesse una cotta in giro per Hogwarts, ma evitò di chiederlo espressamente. Non voleva passare per un'impicciona o per una maleducata, e anche se lei non aveva problemi a parlare delle sue cose, non era mica detto che tutti fossero così. Inoltre, da quanto sapesse Venetia, i Corvonero erano piuttosto riservati.

    « Oddio... Tu dici? Non ci avevo pensato. Però avrebbe senso! Glielo chiediamo? No, no, non si fa! »

    Dopo un breve momento di conflitto interiore si convinse che non era il caso di ficcanasare nelle cose altrui, il che era pure il principio di tutta la sua filosofia. Fare pettegolezzi era sbagliato! Se lo ripeté dentro di sé, e poi diede un'ultima occhiata al suo orologio per controllare che non fosse in ritardo per la lezione della professoressa Garfield. Fu felice di constatare che aveva ancora un bel quarto d'ora da passare come preferiva, e infatti poté rilassarsi con la schiena poggiata al parapetto della Torre di Osservazione, le spalle rivolte verso il paesaggio alle sue spalle e le braccia incrociate sul petto.
     
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    [Torre di osservazione]



    La notte rende sempre tutto più magico. Tu ricordi la prima volta che sei arrivata qui? Il castello illuminato era meraviglioso. Io ammetto di avere ancora i brividi quando ci ripenso.

    La prima volta che Sabrina aveva visto Hogwarts, aveva avuto la certezza di essere all’interno di un sogno che non aveva ancora trovato fine da quando aveva ricevuto la lettera: come era possibile che esistesse un mondo simile? Per una mente che aveva vissuto tutti quegli anni senza sapere dell’esistenza del mondo magico, era difficile riuscire a fare pace con tutto quell’incanto e quella meraviglia e tuttora, a volte, alla ragazzina sembrava di vivere in un immenso sogno.

    Dalla nostra torre si vede un po’ tutto in realtà: vuoi vedere il Lago Nero? Allora vai da una finestra. Vuoi vedere Hogsmeade in lontananza? Allora vai da un’altra. Anche voi comunque dovreste avere una bella vista, giusto?

    Entusiasta della torre dei Corvonero, Sabrina non si era mai davvero chiesta come potessero essere le sale comuni delle altre casate, quindi pensò che parlarne con Venetia potesse essere un modo per farsene finalmente un’idea.
    Poi il discorso virò sul romanticismo del luogo e Sabrina fu felice di intravedere nella grifondoro una possibile compagna di gossip, visto che anche lei riusciva a visualizzare la torre con i suoi stessi tocchi di romanticismo.

    Se chi viene qui in compagnia non dovesse riuscire a trovare una fonte di calore, beh allora dovrebbe sicuramente trovare una compagnia migliore.

    Agli occhi di Sabrina, quella strizzata d’occhi voleva sottintendere solo ed unicamente una cosa: passione. Cosa altro poteva intendere Venetia con “fonte di calore” se non un corpo caldo a cui abbracciarsi? Sabrina non era innamorata, ma se si doveva immaginare in una notte romantica di luna piena in quel luogo, voleva solo immaginarsi fra le braccia di un aitante bellimbusto che la scaldasse e magari la baciasse pure.
    Avessero avuto un rapporto più stretto, probabilmente la ragazzina non avrebbe avuto problemi a raccontare le sue fantasie alla compagna o a chiedere se anche lei avesse avuto fantasie a riguardo, ma il loro rapporto era così all’inizio che ogni altra domanda o confidenza le sembrava troppo prematura.
    Quando poi propose di interpellare Lady Shadow per chiedere qualche informazione in più sulle coppiette della scuola, Sabrina iniziò a sorridere davanti all'entusiasmo di Venetia, sorriso che però si spense subito quando l’altra sottolineò che non era giusto.

    Non si fa?

    La risposta le uscì un po’ in automatico, come se non potesse essere contemplato un mondo senza pettegolezzi.

    Oddio, certo che non si dovrebbe fare.

    Arrossì, consapevole di aver appena fatto una brutta figura e di aver mostrato un lato del suo carattere non proprio positivo, come se già non fosse stata abbastanza l’accusa pubblica di essere un’infame.

    Scusa. Ogni tanto esce fuori il mio lato pettegolo; credo sia il mio sangue italiano a portare ad impicciarmi. Ma faremo le brave e non chiederemo nulla.

    Si avvicinò anche lei al parapetto della torre e si posiziono accanto a Venetia ma con lo sguardo che spaziava sul paesaggio sottostante; l’unica cosa che si arrischiò di fare, fu quella di guardare la grifondoro di sottecchi per cercare di capire dalla sua espressione se davvero la curiosità non la stesse uccidendo.
     
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    [ Torre di Osservazione ]



    « Ero un fascio di nervi. »

    Le confessò trattenendo una risata, mentre i ricordi della sua prima sera ad Hogwarts riaffioravano nella sua mente. Apparivano così lontani da sembrare un'altra vita, eppure era successo solo pochi anni prima. Allora non aveva amici, l'unica strega della sua età che conosceva e con cui passava un po' di tempo era sua cugina Hestia, ma era ancora troppo piccola e sarebbe arrivata al castello solo l'anno successivo. Il che aveva reso il primo anno di Venetia un po' triste e solitario, ma col senno di poi non poté che convenire con Sabrina: quella notte non lo sapeva ancora, ma la magia di Hogwarts non avrebbe mai smesso di stupirla.

    « Oh, sì, spettacolare! Dalla mia camera si vede il Lago Nero, all'alba è stupendo. »


    Cercò di immaginarsi anche la vista che doveva esserci dalla Torre dei Corvonero, ed era sicura che era altrettanto bella quanto quella che si vedeva da quella dei Grifondoro. In effetti non ci aveva mai pensato a chiederlo, anche se aveva letto da qualche parte che la loro Sala Comune era stata definita "la più bella tra le quattro", e da allora era sempre stata curiosa di visitarla. Chissà, magari un giorno...

    « Vero anche questo. »

    Convenne nuovamente con lei e con fare ammiccante, pure se non era solita fare certe allusioni. Il più delle volte le trovava volgari o fuori luogo, ma in quel contesto ci stava, e poi sentiva di starsi sciogliendo un po' sotto tale aspetto, anche grazie alla sua non-tanto-amicizia con Petyr. Alla fine scoppiò a ridere ad immaginarsi una Sabrina pettegola, più che altro per via del retaggio italiano che aveva incolpato. Non aveva idea che gli italiani fossero ficcanaso come le stava dicendo la Corvonero, ma non se la sentì di ribattere data la convinzione con cui glielo raccontò.

    « Ma dai? Non ne avevo idea! »

    Ed era seria, non aveva mai fatto due più due e pensato che il nome ed il cognome dell'altra potessero essere un grosso indizio sulle sue origini, ma ora che glielo diceva pensò che avesse effettivamente molto senso. Comunque tornò a darle ragione: non potevano farsi i fatti degli altri andando a chiedere ai quadri quali coppiette avessero visto sbaciucchiarsi, erano già stati abbastanza gentili concedendo loro di scoprire un passaggio segreto per la torre. E poi non erano buone maniere, e a Venetia non interessava nemmeno ficcanasare nei fatti privati altrui. Tuttavia, il tempo a loro disposizione si stava lentamente esaurendo e Venetia non poté ignorare l'orologio, che segnava l'inizio dell'imminente lezione di Trasfigurazione.

    « Spero che qualcuno mi abbia tenuto un posto a Trasfigurazione, perché sono un po' in ritardo. In ritardo sull'anticipo, intendo. »

    Le fece un sorriso gentile e la salutò tutta allegra, offrendole pure di rivedersi ogni tanto, magari anche con Elliott. Così avrebbe attraversato nuovamente il passaggio che si celava dietro a Lady Shadow e poi, a passo svelto, avrebbe raggiunto il cortile di Trasfigurazione.

    [ Role conclusa ]

     
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