Dulcis in fundo

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  1. Christian Carrington
     
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    Tavolo dei Serpeverde



    Fu inevitabile, quando accadde: l'uomo misterioso che entrò in Sala Grande catturò l'attenzione un po' di tutti, e anche Christian si ritrovò a chiedere chi fosse e cosa fosse venuto a fare lì, durante quella cena di fine Aprile. Ad Hogwarts ogni dettaglio era alla fine rilevante e ogni episodio parte di un puzzle più grande, ecco perché quella non poteva essere una semplice visita di cortesia o di controllo - e secondo lui non prometteva nemmeno niente di buono, ma questo era ancora tutto da vedersi.
    Soltanto un imprevisto come l'arrivo di quei gufi poté distrarre tutti dalla quella nuova presenza, e anzi molti di loro furono più interessati ad essi che all'uomo, com'era prevedibile che accadesse. Christian però non era tra questi, all'inizio, e osservò quasi con indifferenza i pennuti volare sopra i tavoli delle Case; ma bastò che prendesse in mano quella posta per cambiare idea.

    Wow.

    Sussurrò a bassa voce nel momento in cui si vide protagonista di uno dei velenosi articoli pubblicati da quel nuovo giornalino scolastico, che a quanto poteva leggere prendeva il nome di Overseer. Non era la prima volta che finiva sui giornali, ché altre volte, al fianco dei suoi genitori perlopiù, era capitato che comparisse il suo volto, o ancora che venisse citato il suo nome in qualche articolo su Hogwarts, come quello dell'anno scorso sulle borse di studio; ma che ve ne fosse uno interamente dedicato a lui era una novità, e si doveva ammettere molto curioso di sapere cos'avessero da dire su di lui.
    Cominciò quindi a leggere, capendo però subito che non si trattava di un elogio alle sue doti, ma anzi di un attacco piuttosto feroce alla sua persona. Veniva in ogni riga dipinto come un ragazzo borioso e arrogante, pronto ad ergersi ad uomo fatto, finito e perfetto, senza la benché minima capacità di mettersi in discussione e di riconoscersi qualche difetto. Christian leggeva, cercando di trovare sé stesso nelle parole che leggeva, eppure qualcosa non gli tornava proprio: era vero che alle volte tendeva a sbattere in pubblica piazza tutte le sue qualità - qualità che per altro gli venivano anche riconosciute nell'articolo -, ma lo era anche che tutto ciò di cui faceva sfoggio era vero e certificato.

    L'unica cosa sensata che leggo è l'elenco dei miei successi. Per il resto sono solo parole d'invidia pronunciate da un chicchessia in anonime vesti.
    Insomma, chi può credere che i nostri docenti si farebbero corrompere così?


    Disse al suo vicino, Maxwell. Era ovvio che non gli aveva fatto piacere essere così pubblicamente diffamato, ma da tutte quelle parole, a suo modo di vedere, non emergeva altro che un'invidia feroce nei suoi confronti, probabilmente di qualcuno che non era riuscito ad arrivare dove invece era arrivato lui. E se la persona è niente l'offesa è zero.
    Diede poi l'articolo all'amico, mettendo in evidenza la copertina che che lo mostrava.

    Sono venuto bene nella foto, non è vero?

    Domandò, mentre si sporgeva a prendere la caraffa d'acqua.
    Non gli importava di seguire le direttive della Preside, giustamente irritata, e di consegnare la sua copia dell'articolo: se lo avesse fatto, sarebbe sembrato che avesse qualcosa da nascondere e che ci fosse scritta anche una sola parola vera, ma ad essere onesti sperava fortemente che lo facesse qualcun altro.

    Maxwell Morgan
     
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80 replies since 16/4/2024, 19:27   2665 views
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