Felix Felicis ~ Harry Potter GdR

Posts written by Christian Carrington

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    ʚɞ Cercatore
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    Sorrise quando si accorse del cuore che Celine gli rivolse con le mani, ben consapevole di essere per lei un'eccezione alla regola: i Serpeverde non le piacevano, ma Christian sì. Ci aveva fatto i conti, eppure continuava a non capire come mai tifasse per la squadra avversaria.
    Non si poté comunque concentrare su quello, ché ben presto la partita ebbe inizio e, in groppa alla sua Firebolt Major, il ragazzo dovette attivarsi e cercare il boccino, che rapido era scomparso, celato anche dalla grandine che pioveva sul campo quel giorno.
    Mentre si guardava attorno aguzzando lo sguardo, le scope degli altri giocatori muovevano l'aria attorno a lui, così come i Bolidi che sfrecciavano tra una mazza e l'altra. Non si poteva soffermare ad osservare la partita, sebbene gli sarebbe interessato, ché la sua totale attenzione doveva essere rivolta alla sua minuscola palla dorata. Ciò non gli impedì di fare caso all'avvicinamento di Oliver, l'altro Cercatore, da cui lui si voleva però tenere alla larga: se avesse trovato il Boccino non lo avrebbe voluto avere tra i piedi.
    Azione: Cerca invano il Boccino • Vecchio Settore: 7• Nuovo Settore: 6


    Porto con me:
    - Divisa da Quidditch 1/40
    - Amuleto Portafortuna +4 Esiti positivi/4 Post di utilizzo
    - Firebolt Major
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    ʚɞ Cercatore
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    Era arrivato il giorno della partita contro i Tassorosso, quella che avrebbe determinato chi tra le due avrebbe sfidato i Grifondoro nella finale. Ma a differenza della maggior parte dei suoi compagni di squadra, Christian non sentiva adrenalina, emozione o grinta, nient'affatto: tutto ciò che riusciva a percepire era quell'invadente sensazione di ansia con cui ormai aveva imparato a convivere, ma che gli aveva tolto l'appetito a colazione e che adesso si divertiva a giocare con il suo stomaco, contorcendolo a suo piacimento. Ciò al ragazzo non poteva che sembrare strano, perché se da una parte del Quidditch non gli era mai interessato molto, dall'altra ci teneva a dare il meglio di sé per non sfigurare di fronte a tutto il Castello, per rendere fiero suo padre e per vincere i cento punti per la Coppa delle Case che il Campionato metteva in palio.
    Sedeva così sulle panche dello spogliatoio con la Firebolt Major tenuta in una mano e l'attrezzatura già a bardargli il corpo, osservando i suoi compagni darsi la carica per vincere. Ce n'era uno che, purtroppo, attirò la sua attenzione.

    Gideon.

    Lo chiamò per nome, attendendo che si voltasse gli prestasse un minimo di attenzione.
    Non voleva certo scaldare gli animi o creare tensioni proprio prima di un momento come quello, ma aveva giusto una cosa da chiarire con lui.

    Credi di riuscire a mettere da parte le animosità per qualche ora? Mi piacerebbe tornare in dormitorio questa sera, non in infermeria.

    Per quanto rapido potesse essere con la scopa, Christian sapeva bene che la sua sicurezza dipendeva in grande misura da quello che avrebbe fatto Gideon con la mazza e dalla serietà con cui avrebbe preso il suo ruolo di Battitore. Se avesse infatti lasciato che i loro dissapori prendessero il sopravvento, allora era probabile che il Carrington concludesse la partita con un bolide piantato sul naso e una lunghissima notte da passare sotto le cure di Madama Chips, in infrmeria; ma voleva credere alla maturità del ragazzo e sperare che facesse il suo lavoro indipendentemente dalla sua presenza.
    Il tono di Christian, comunque, non sembrava intimorito o supplicante, ma anzi arrogante e provocatorio, come se non si rendesse conto dell'importanza che un'alleanza dei loro due ruoli aveva. Ma non la ignorava affatto, invece.
    Uscì insieme ai suoi compagni di squadra, invadendo il campo con le loro divise smeraldo. Lanciò un'occhiata agli spalti per vedere chi fosse andato a vederlo giocare, e tra tutti non poté che notare Celine; lo rattristò sentirla tifare per la squadra avversaria, ché, in onore della loro amicizia, si aspettava di essere sostenuto. Sapeva bene che con i Serpeverde la ragazza non andava chissà quanto d'accordo, ma non c'era nessuno tra i Tassorosso con cui condividesse lo stesso rapporto che aveva con lui, sempre che non fosse il Carrington a sopravvalutare la loro amicizia.
    Azione: // • Vecchio Settore: //• Nuovo Settore: //


    Porto con me:
    - Divisa da Quidditch
    - Amuleto Portafortuna +4 Esiti positivi/4 Post di utilizzo;
    - Firebolt Major
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    Negozio scelto: Accessori di Prima Qualità per il Quidditch
    Nome acquisto:
    - Firebolt Major (560 G)
    - Divisa (50 G)
    - Kit di Manutenzione (gratis per il favore di Ginny Weasley)
    Prezzo: 610 G

    Edited by Il Narratore • - 22/2/2024, 15:07
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    Converto 50 PP in 300 Galeoni
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    Elara rispose con gentilezza alla sua richiesta, afferrando senza tentennamento o difficoltà una delle due scatole. E non solo: con incredibile rapidità individuò anche il probabile ingresso ai magazzini, cosa che aiuto in modo notevole il Carrington e quel minuscolo compito assegnatogli.

    S-sì, esattamente.

    Finse sicurezza in ciò che stava dicendo, sebbene la realtà fosse che Elara poteva aver indicato qualsiasi altra stanza e lui non se ne sarebbe nemmeno accorto, né avrebbe saputo obiettare. Ma non poteva che fidarsi dell'intuizione e delle parole della ragazza, non avendo lui idea di dove si trovassero alternativamente i magazzini indicati da Lumacorno.
    Sperava di non essere tradito dal incertezza nella sua voce, ché, anche fosse stata notata, difficilmente avrebbe creato sospetti proprio su quello.

    Scusami per l'impiccio, non sarà stato il benvenuto migliore che hai ricevuto.
    Come ti stai trovando?


    Disse, cordiale, mentre camminava verso la porta - ipotetica - dei magazzini, davanti a cui si posizionò. Pronunciando quelle parole si rese conto di non aver nemmeno mai dato un dignitoso benvenuto alla ragazza una volta che era arrivata ad Hogwarts, forse per carattere oppure per legittimo pregiudizio nato dalla sua parentela con Gideon, il quale aveva potuto riferirle chissà quali menzogne sul suo conto. Era dunque quella l'occasione giusta per accoglierla con un minimo di ospitalità e, perché no, di conoscerla almeno un minimo.
    Afferrò la maniglia della porta legnosa con una mano, e la tirò con quanta più forza riuscì. L'utilizzo di un solo arto e lo spessore del legno lo fecero faticare un po', ma alla fine riuscì ad aprire una delle due ante, consentendo al ragazzo di vederne l'interno. Era in realtà molto buio, motivo per cui probabilmente avrebbero dovuto farsi aiutare dall'incantesimo accendi-bacchetta, una volta varcata effettivamente la soglia; ma non lo avrebbe fatto per primo, solo per educata cavalleria che per timore.

    Prego.
    Non ero mai stato qui.


    Lasciò la porta aperta per permettere alla ragazza di passare, anche perché, conoscendo la posizione di quel luogo, probabilmente lo conosceva anche meglio di quanto potesse fare lui.
  6. .
    Quando la porta si aprì e mostrò la figura di Oscar, Christian osservò rapido Benjamin, e soltanto dopo si concentrò di nuovo sul nuovo arrivato e sulla sua domanda.
    Aveva capito bene, allora: il Serpeverde Flint aveva chiesto proprio a lui di unirsi al gruppo di studio, e che non si fosse presentato era parso strano al Carrington.

    Iniziamo ora.

    Rispose ad Oscar, mentre lo osservava avvicinarsi a lui e poggiare il suo zaino proprio accanto al suo. Era un ragazzo davvero alto, se ne accorgeva solo adesso che lo aveva a così poca distanza da lui, ed era anche molto affascinante; si portava dietro un aria di indecifrabile mistero che intrigava il Carrington, anche se non ne sapeva il motivo.
    Tornò a pensare ad altro nel momento in cui il Flint si concentrò su Benjamin, con cui era chiaro non avesse mai parlato, il che era comprensibile dato che il ragazzo si era trasferito ad Hogwarts soltanto da qualche settiamana.

    Magari partiamo dai vostri segni dello Zodiaco. Io sono Capricorno, 31 dicembre.

    Lasciò loro il tempo di dire il loro segno Zodiacale e il loro giorno di nascita, così che tutti e tre potessero appuntarlo nella memoria ed utilizzarlo negli esercizi successivi.
    Poi prese un libro di testo e lo posizionò sul banco di fronte a loro, pronto a iniziare con quel mini ripasso atto a migliorare il loro rendimento e ottenere qualche punto Casa in più.

    Secondo lo Zodiaco, la costellazione sotto cui nasciamo ha influenza sulla nostra personalità e sul modo in cui ci relazioniamo agli altri. Anche i nostri segni sono relazionati, sapete dirmi come?

    Come fosse un professore con i propri alunni, Christian cominciò ponendo loro una domanda teorica, ché lui era certo che prima di passare alla pratica era bene accertarsi che la teoria fosse interamente compresa. Era infatti le fondamenta di un palazzo che, altrimenti, non sarebbe mai potuto essere eretto.
    Ciò che chiedeva, più praticamente, era quali legami vi fossero tra il Capricorno e il loro segno Zodiacale: andavano d'accordo? Si odiavano? Quali punti avevano in comune?
  7. .
    Se Christian alle volte aiutava i suoi compagni di Casa non era di certo per generosità: che gli altri andassero bene a scuola non gli poteva importare di meno, e anzi peggio andavano più risaltava lui, motivo per cui li lasciava navigare da soli, in genere; ma i Serpeverde quell'anno erano in una situazione disastrosa: il terzo posto era difficile da digerire dopo una vittoria schiacciante come quella dell'anno prima, e se far migliorare i suoi compagni poteva essere di aiuto alla causa tanto valeva tentare.
    Quella serata ad avergli chiesto una mano fu Benjamin, un ragazzo del quinto anno che faceva molta fatica in Astronomia. Fortunatamente Christian aveva invece una media eccellente, quindi sarebbe di certo potuto essergli utile.
    Arrivò sulla Torre di Astronomia in perfetto orario, ricordando quando un anno prima aveva fatto la stessa cosa con Celine. In quell'occasione la loro amicizia era ancor di più progredita, e da allora non aveva fatto altro che consolidarsi, per gioia di tutti e due. Le stesse, insomma, avevano regalato loro un'amicizia rara.

    E' più facile osservarle se usi quello.

    Indicò il telescopio nell'aula, unico mezzo con cui poter osservare il cielo e leggerne davvero quello che si desiderava. Apprezzava la sua intraprendenza, ma ad occhio nudo sarebbe stato davvero complesso - se Galileo aveva inventato tale strumento tanto valeva dargliene atto e sfruttarlo, no? Non stava schernendo nessuno, comunque, il suo era soltanto un consiglio.
    Oltrepassò la soglia, cercando un posto in cui poggiare lo zaino, in cui aveva messo del materiale per studiare.

    Pronto?

    Domandò al ragazzo mentre posizionava le sue cose su un tavolino, così da non far toccare il suo zaino in terra. Lo aprì per estrarne ciò che sarebbe stato utile all'apprendimento: dei libri di testo, mappe solari, i suoi appunti e qualche righello.
    Lo raggiunse, poi, e si posizionò al suo fianco, osservandolo per capire cos'avesse intenzione di fare. Se non aveva capito male anche un loro compagno, Oscar, si sarebbe unito a loro, ma ancora non lo si vedeva.
  8. .
    Fears
    Christian Carrington: 3
    Florence Wharton: 3
  9. .

    Mercoledì 7 febbraio 2024, ore 17:30



    Quel pomeriggio, Christian si era fermato nel laboratorio di Pozioni dopo le lezioni per ripetere con il docente alcuni concetti che non gli erano chiari. Lumacorno aveva gentilmente acconsentito di aiutare un membro del suo Lumaclub, ed erano rimasti a lavorare con provette e fumi strani per poco meno di un'ora. Stanco e pronto a tornare in Sala Comune, il ragazzo fu fermato, poco prima di imboccare il corridoio, da una richiesta bizzarra: Horace aveva bisogno di qualcuno che lo aiutasse a portare dei materiali, tra cui libri e boccette vecchie, nei magazzini del Castello, ché lui aveva, a suo dire, un'improrogabile impegno di burocrazia. Il Carrington ovviamente non fu in grado di dirgli di no, e si ritrovò a dover svolgere quell'ingrato compito per il docente, che sorridendo si era diretto nella sua stanza.
    Con due pesantissime scatole tra le mani, Christian uscì un po' spaesato dal laboratorio di Pozioni del professor Lumacorno, diretto verso dei magazzini che, adesso che ci faceva caso, non sapeva nemmeno dove fossero. Camminando per i corridoi dei sotterranei, luoghi che, per via della sua Casa, era volente o nolente costretto a frequentare, non aveva mai fatto caso a dei magazzini o a qualcosa che gli assomigliasse, forse perché nascosti dalla penombra di quegli spazi. Ma di tornare indietro e domandare al docente non aveva alcuna intenzione, in primo luogo perché era certo che non gli avrebbe saputo dare informazioni più precise, e secondariamente non aveva intenzione di fare una brutta figura ai suoi occhi; ci si aspettava che un Serpeverde conoscesse i sotterranei come le sue tasche, e magari il Responsabile di Casa non sarebbe stato contento di sapere che non era così per uno come il Carrington. Iniziò dunque a camminare seguendo il corridoio di destra, sperando fosse la strada giusta.
    Fortuna volle che attirò la sua attenzione la biondissima chioma di una sua compagna di Casa, sorella più piccola di un suo coetaneo, che stava camminando nella sua stessa direzione, giusto qualche metro in avanti. Non avrebbe voluto demandare parte di quel lavoro a qualcun altro, ma le braccia cedevano e, piuttosto che rompere le boccette di Lumacorno, preferiva umiliarsi e chiedere aiuto.
    Alzò gli occhi al cielo, poi parlò.

    Elara.

    Tentò di richiamare la sua attenzione, sperando che si girasse invece di continuare a camminare ed ignorarlo, ché con l'eco dei sotterranei era impossibile che non lo avesse sentito. Ma qualora la ragazza non si fosse girata, l'avrebbe chiamata ancora e ancora, finché non avesse ottenuto una risposta, che fosse anche solo un cenno o un'occhiata.

    Mi potresti dare una mano?
    Lumacorno le vuole in magazzino, ma non ce la faccio da solo.


    Se la ragazza avesse accettato, Christian le avrebbe passato una delle due scatole che stringeva tra le mani - la più leggera, ovviamente, non tanto perché credeva che Elara fosse più debole di lui ma per semplice gesto di cavalleria. Se non voleva farlo per banale generosità, che quantomeno lo aiutasse per fare bella figura con il professor Lumacorno.
    Avrebbe poi cominciato a camminare al suo fianco, domandandosi dove si trovassero i magazzini in cui era stato mandato, ché ancora lui non l'aveva ben capito. Ma non lo disse ad alta voce, temendo che l'altra, al contrario, già ne sapesse la posizione e potesse ritenere strano che dopo sei anni lui ancora no; tanto nel caso in cui lei fosse più preparata, allora lo avrebbe condotto, quindi non c'era nulla di cui doversi proeccupare.

    Elara Travers
    Non ho tirato il dado per questo primo post!
  10. .
    Su Maude non c'era poi molto da dire: i due, per ora, non avevano un vero e proprio rapporto, quindi soltanto con un po' di tempo e qualche occasione in più avrebbero potuto capire se avesser potenzialità oppure no.
    Molto più interessante, invece, era la questione sul C.R.E.P.A., su cui Cursa e Christian avevano due visioni evidentemente molto diverse. Ma sarebbe stato interessate approfondirle attraverso due menti intelligenti come le loro.

    Credo nella Preside e credo nelle sue scelte. Ci toccano, è vero, ma in quanto a studenti non possiamo che fidarci e affidarci a lei.

    La Preside McGranitt era capace e competente, per Christian più di chiunque altro si fosse mai seduto dietro la scrivania della presidenza di Hogwarts. Si fidava ciecamente del suo giudizio, e si metteva sempre in prima fila per difenderla di fronte alle critiche che, ingiustamente, le venivano rivolte: era facile prendersela con lei che rappresentava la Scuola intera, ma perché non soffermarsi piuttosto su ciò che di positivo faceva?

    Ovviamente senza permettere che i nostri diritti vengano calpestati, anche se dubito che ciò possa accadere. Ma se mi sbagliassi, sono certo che saprò ricredermi.

    Christian era sinceramente pronto a ricredersi sul C.R.E.P.A., a differenza dell'approccio che aveva con praticamente tutto il resto: in genere portava avanti le sue idee anche quando si rendeva conto che fossero sbagliate, per semplice orgoglio e incapacità di ammettere i suoi errori; ma se il suo giudizio fosse in quell'occasione stato scorretto per qualsivoglia ragione, allora si sarebbe anche lui unito alla causa di Cursa e Maude, ammettendo di aver in buona fede errato. Era sì rispettoso e devoto alle regole, ma le dittature non piacevano proprio a nessuno.
    A segnare la fine di quello scambio fu Cursa, che, in pratica, congedò il ragazzo con gentilezza e diplomazia. Lui la osservò per qualche momento, tentando di scrutarne il volto e capirne le intenzioni e i pensieri. Ma la ragazza era difficile da leggere, persino per uno attento come il ragazzo.

    Mi ha fatto piacere, invece.
    E ancora complimenti per il progetto, lo seguirò con interesse.


    Non aveva potuto dire a Cursa che avrebbe fatto parte del progetto, e questo forse l'aveva un po' offesa, ma Christian non era tipo da accontentare in modo aprioristico, anche al costo di snaturarsi: lui portava avanti le sue idee e il suo pensiero con onestà, la stessa che aveva scelto di adottare anche di fronte alla stessa promotrice del C.R.E.P.A. - che sarebbe, ne era certo, andato benissimo anche senza di lui.
    Il loro rapporto si era incrinato per la sua sola sincerità? Lo avrebbero scoperto presto.

    Role conclusa

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    Non era la prima volta che Christian si ritrovava nascosto dietro un muro ad ascoltare conversazioni altrui, il che, immaginava, lo rendeva un'impiccione fatto e finito. Eppure lui non aveva mai pensato di esserlo, ché in genere si interessava dei fatti che lo riguardavano direttamente e non di quelli altrui; eppure ogni volta che era capitato in quella situazione si era perdonato trovando una giustificazione alle sue azioni: con Jacob e la ragazza Corvonero non aveva fatto altro che il suo compito di studente diligente, con il finto-Draco Malfoy ed Hermione Granger, così come con Luna Lovegood e Neville Paciock, aveva fiutato il pericolo e se n'era interessato per salvaguardia personale, e in quel frangente stava cercando informazioni in più su Cursa Zabini e Gideon Greengrass.
    Qualcosa però era cambiato rispetto a tutti gli altri scenari: riusciva chiaramente a vedere la figura della ragazza e del ragazzo stretti nelle loro uniformi impeccabilmente indossate, eppure non riusciva a captare una singola parola di quello che si dicevano. Le parole diventavano ronzio alle sue orecchie, senza però che vi fosse una porta oppure un muro a separarli. Christian non poté dunque non capire che vi fosse di mezzo l'incantesimo Muffliato, che anche lui conosceva e che dunque era in grado di riconoscere; era difficile liberarsene senza l'ausilio della magia, eppure non impossibile, se concentrati e volenterosi. Ci avrebbe dunque provato finché non ci fosse riuscito, ché il fatto che i due avessero voluto nascondere la loro conversazione non faceva altro che confermare i sospetti che ci fosse qualcosa di sporco sotto - qualcosa che, ovviamente, lui voleva sapere e smascherare. E sapeva anche non essere compito suo, in realtà, ma per qualche motivo amava seccare gli altri con la sua condotta ineccepibile e mettere gli altri in imbarazzo per le loro infrazioni al regolamento scolastico, per lui praticamente bibbia inequivocabile. Ma in quel caso c'era anche un'altra questione ad alimentare il suo interesse: si era già fatto prendere in giro abbastanza dagli Alfieri, i quali lo avevano dichiarato nemico fin dalla loro prima apparizione, e dunque non aveva alcuna intenzione di lasciarsi sfuggire l'opportunità di essergli un passo avanti, almeno per una volta.

    Per il momento, Christian non riesce a liberarsi dall'illusione.
  12. .
    Probabilmente grazie alla sua impeccabile nomea, Vitious credette senza problemi alle parole di Christian, che riuscì dunque ad evitarsi una perdita di Punti Casa e, forse, una punizione. Se ne accorse perché il professore iniziò a prendere la ciotola che lui aveva trovato, probabilmente intenzionato ad aiutarlo con il suo incantesimo, quasi avesse già dimenticato che in realtà quello non era un posto in cui il ragazzo doveva poter stare. Immaginò dunque di essere ad un passo dal trovare il micio, inconsapevole di quello che sarebbe successo dubito dopo.
    Ad un certo punto, infatti, qualcosa attirò l'attenzione del docente, e inevitabilmente anche quella di Christian, che si affacciò alla finestra dell'ufficio per osservare cosa stesse accadendo e da dove fossero giunte le scintille rosse avvistate da Vitious. Da quella distanza riuscì a vedere il Platano Picchiatore muoversi, segno che qualcuno gli si era avvicinato troppo, e riuscì subito a capire che il gatto di Gazza si trovava proprio lì. Uscì dunque dall'ufficio diretto verso il cortile, ma ci mise più del previsto, rallentato dalla labirintica struttura di Hogwarts.
    Osservare l'albero intento a creare tutto quel casino era più avvilente di quanto si potesse pensare, ché ragazzi di quell'età ne avevano passate fin troppe per potersi far prendere a botte persino da uno stupido albero. Christian ne rispettava la storicità, ovviamente, ma in quanto a pianta e materia di studio erbologico perdeva ogni tipo di attrattiva ai suoi occhi - e come se non bastasse non sapeva nemmeno dire di saperlo affrontare bene, non essendo proprio brillante in Erbologia.
    Ma vedeva tutti i suoi compagni molto più che impegnati nel tentativo di avvicinarsi a Mr. Rupp e a schivare i rami mobili dell'albero e lui non sarebbe potuto essere da meno: intanto perché doveva mostrarsi coraggioso e parte della collettività studentesca se voleva davvero sperare di diventare Caposcuola, e poi perché gli interessavano quei punti messi in palio dalla Preside McGranitt.
    Iniziò quindi a correre come tutti i suoi compagni, sapendo di essere in netto svantaggio ma convinto delle sue capacità, ascoltando nel mentre le grida e le strategie di alcuni di loro. Per esempio notò Noah avvicinarsi sempre più al gatto e addirittura ascoltò Oliver chiedere a tutti di proteggerlo, ma egoisticamente a Christian non interessava nulla di chi si poteva far male in quella situazione: tutto ciò che gli stava a cuore era che fosse un Serpeverde ad afferrare Mr. Rupp per primo.

    - Christian arriva all'albero (alla buon'ora, sì)
    - Si avvicina al gatto quanto più riesce

    Tra gli oggetti portati con sé ha anche la divisa leggera, che gli dà +5 di Destrezza.
  13. .

    "Sì, la magia esiste e Christian Carrington pure"


    Link alla scheda PG: X
    Link a una role attiva: X
    Note:
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    Post del/i mese/i precedenti (OFF) non accreditati:

    Mese e Anno: Febbraio 2024
    • 1 (30G): x - Role Serpeverde
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    • 4 (75G): x
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    • 9 (98G): x
    • 10 (100G): x

    Altri Post (1G ciascuno):
    • 11: x
    • 12: x, x, x
    • 13:
    • 14:
    • 15:
    • Ecc.

    Totale Galeoni accumulati:

    Edited by Christian Carrington - 1/3/2024, 14:21
  15. .
    Il modo in cui la semplice presenza delle personalità Serpeverde più in vista tutte nello stesso luogo non poteva scaturire altro che caos faceva sorridere, e rendeva quei momenti altamente tragicomici. Sei anni prima la McGranitt aveva definito le Case di Hogwarts proprio come una vera e propria famiglia, e quella situazione astiosa non faceva altro che confermarlo: si condividevano anni ed esperienze insieme, si litigava e si faceva anche fronte comune, quando serviva.

    Meglio di niente, che dici?

    Rispose a Maude visibilmente piccato dal suo commento, ché tutto gli si poteva dire tranne che fosse un ragazzo senza valori. E, in ogni caso, conoscere la diligenza e la serietà non era dicerto roba da poco conto, anche se no pretendeva che una ragazza sempliciona come la Serpeverde potesse riuscire a comprenderlo. Bastava seguirla nel ragionamento che aveva fatto, basato sul pregiudizio che una persona dovesse essere ribelle e chiassosa per poter essere anche gradevole. Quantomeno adesso almeno la situazione era chiaro anche con lei: i due erano fin troppo diversi per poter andare d'accordo, a prescindere dall'amicizia comune di Cursa.
    Le sue attenzioni furono poi inevitabilmente catturate da Gideon, con cui i rapporti non erano mai stati tanto tesi prima di allora. Il che, da una parte, straniva il Carrington, che a suo tempo aveva avuto modo di vedere una parte del ragazzo che apprezzava molto, ma che adesso non avrebbe nemmeno saputo immaginare; dall'altra però comprendeva fosse l'inevitabile conseguenza delle azioni dell'altro, unica ragione del loro incessante astio. Cercavano - e trovavano - sempre modi nuovi du punzecchiarsi e provocarsi a vicenda, ma Christian non riusciva a comprendere come mai, tra tutte le cose che gli si potevano criticare, il Greengrass finisse sempre a parlare del suo rendimento scolastico e della sua nomea tra i professori, che erano praticamente le uniche due cose su cui nessuno poteva aver alcun dubbio.

    Se un merito scolastico come quello della nomina di Caposcuola per te significa il nulla è evidente che abbiamo due ambizioni differenti.

    Ciò che Gideon aveva detto, Christian ne era certissimo, lo aveva detto soltanto perché si doveva auto-convincere che di ottenere quella spilla non gli importava nulla. Ma lui conosceva l'ambizione del ragazzo, era in fondo la stessa che lo stava spingendo ad impegnarsi tanto quell'anno, e non aveva quindi creduto per un solo secondo che davvero non se ne curasse. Ogni singolo studente che tenesse alla sua immagine e alla media scolastica sperava di diventare Caposcuola, ché era la massima carica affidabile agli studenti ed erano soltanto due in una scuola gigantesca, ed era quindi un ovvio motivo di vanto essere un papabile candidato ad ottenerla.
    Il colmo fu però quando lo vide tentare di cercare la commiserazione altrui, o propria. Se era quella la sua arma vincente, era chiaro che doveva rivedere la sua strategia.

    Adesso davvero cerchi di passare per vittima? Dopo quello che hai fatto?

    Se c'era una cosa a cui Gideon avrebbe sempre dovuto fare attenzione era la presenza di Christian sulla sua via di redenzione, ché ogni volta in cui avesse anche solo creduto di aver voltato pagina e di aver lasciato indietro il suo passato, ci sarebbe stato lui a ricordargli chi era e cos'aveva fatto, così che gli restasse tatuato sulla pelle per sempre. Un marchio di fuoco.
    E se Christian era intervenuto così era soltanto perché gli sembrava ridicolo il ruolo da vittima che aveva provato ad interpretare Gideon, ché se c'era qualcuno che poteva fare la vittima lì in mezzo non era di certo lui.
560 replies since 13/11/2021
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