Felix Felicis ~ Harry Potter GdR

Posts written by Donna Mason

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    Edited by Donna Mason - 18/11/2023, 06:33
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    Quest
    Umano muore se 5: 2
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    • Inviato il
      16/11/2023, 15:47
      Donna Mason
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    Giù le maschere
    Donna Mason: 5
    Gideon Greengrass: 4
    FH/FW:
    “Il Giornalista", Livello Facile / +0.5 prestigio (Donna)
    "L'intervistato", Livello Facile / 1.5 pp a post (Gideon)

    Note: //
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    Lulu tentava disperatamente di affossare l'ego di Donna, non capendo che fosse una cosa semplicemente impossibile. Non solo perché la sicurezza della giornalista superava quella di chiunque, in pratica, ma anche perché con sincerità credeva di essere inattaccabile sotto ogni punto di vista: era bella, ricca, intelligente, celebre e rispettata, cosa poteva desiderare di più?

    Esatto, è ciò che ho detto io. E credo che, comunque, all'età di diciassette anni fosse già un traguardo il mio.

    Che Lulu si vantasse della sua fama in America e che osasse addirittura paragonarla a quella di una neo-diplomata di dieci anni in meno era imbarazzante, ed era ciò che Donna, in modo più cortese, aveva provato a farle capire. La vera sfida tra le due era adesso: entrambe adulte, entrambe nuove in Inghilterra, entrambe con tanta strada da fare: chi di loro fosse più avanti era secondo lei evidente, ed ecco perché non lo espresse ad alta voce; se l'altra voleva fingere di non accorgersene erano soltanto fatti suoi.

    Molto bene. E' orgogliosa di sua figlia, naturalmente.

    Blair non era una donna molto calorosa: tendeva a non dire alla propria figlia quanto fosse fiera di lei, e quando lo faceva lasciava sotteso che fosse solo merito suo, in quanto madre e sangue del suo sangue, se stava diventando qualcuno in Inghilterra. Ma a Lulu era bene raccontare di una madre orgogliossissima della figlia, il che era anche vero, che non si limitava a tenere la soddisfazione per sé, ma che tendeva a congratularsi con tutti quanti, Donna compresa ovviamente.
    Non ricambiò la domanda perché di sapere della zia non le interessava niente, e anche perché era certa che Lulu sarebbe riuscita a farsi qualche complimento da sola anche parlando di sua madre, cosa a cui non aveva voglia di assistere.

    Certo, Cugina. Concordo con te.
    Ovvio è che è passato tanto tempo e ormai ho raggiunto il successo in altro modo... ma sì, ti introdurrò comunque.


    L'accordo preso ormai diversi mesi prima serviva a entrambe, questo era vero. Lo era però anche che Donna non aveva più così tanto bisogno di ottenere popolarità, non come quando si era proposta di introdurre la cugina alla sua serata, ma quel giorno si sentiva caritatevole e perciò non avrebbe ritirato la sua parola - anche se sarebbe stato divertente farlo, doveva ammetterlo. Lo fece comunque presente, tuttavia, soltanto per farle capire che lei ce l'aveva fatta anche senza l'aiuto di Lulu, mentre quest'ultima era rimasta arenata al punto in cui Donna l'aveva lasciata l'ultima volta che si erano viste. Era questa la principale differenza tra loro.
    Voleva anche approfondire una cosa che aveva detto Lulu sull'articolo, ché era necessario essere certa che le loro due visioni collimassero in ogni punto, così che entrambe potessero essere soddisfatte.

    Per sapere... quale credi che sia il modo giusto di ritrarti?

    Enorme, ingorda e chiassosa, di certo, ma quelli erano pensieri che si sarebbe tenuta per sé.
  6. .
    Gideon sembrava un fiume in piena, alla giornalista della Gazzetta del Profeta, che lo osservava con interesse e curiosità. Lo vedeva tentare di rimanere negli argini, mostrare una calma che non gli apparteneva in tale misura, ostentare una sicurezza che lei non era certa gli si addicesse in quel preciso momento; e non lo biasimava: farsi forte agli occhi degli altri era l'unico modo per non essere compatito e per fare in modo che nessuno dubitasse della sua consapevolezza. Gideon voleva far capire a lei, e così a tutti quanti, che ciò che aveva fatto lo aveva fatto perché era sicuro di essere dalla parte giusta, e non perché fosse una giovane mente confusa.
    Il ragazzo rifiutava le parole di Donna, forse nemmeno le ascoltava con la dovuta attenzione. Credeva, forse, che sentire il parere di un adulto lo rendesse più fragile di quello che era? Lei non aveva nessuna intenzione di demolire il suo ego, ma anzi di valorizzare i punti di forza di un ragazzo che già in un'altra occasione le era sembrato interessante e su cui, in futuro, avrebbe potuto scommettere. E la giornalista odiava sbagliarsi, motivo per cui continuava a vedere in Gideon ciò che vi aveva visto diversi mesi prima, anche se nascosto dietro a una facciata che ostinava a non far crollare.

    Non lo dico io, lo dice l'esito delle tue azioni. Se davvero fossi stato nelle condizioni di fare ciò che hai fatto, allora non staremmo facendo questa conversazione.

    E quello, per Donna, era un dato di fatto, inopinabile neppure dall'ostinazione di Gideon a rimanere sulla difensiva. Ciò che lei aveva voluto dire con le sue precedenti parole era che il ragazzo, prima di combattere per i suoi ideali, avrebbe dovuto essere certo di poterlo fare senza pagarne le conseguenze; non valeva la pena di finire sotto processo e di macchiare il nome della propria famiglia soltanto per difendere le proprie convinzioni, ché saper dissimulare era un requisito di qualunque persona dotata di senno.
    Quando poi Gideon le domandò se la sua fosse una minaccia, sul volto della giornalista comparve un sorriso divertito. Indecifrabile, anche.

    Minacciando? No, certo che no. Ti sto spiegando come funzionano le cose al tavolo degli adulti, dato che sembri impaziente di sedertici.

    Come già aveva avuto modo di constatare, Gideon era più maturo della media dei suoi coetanei. Gli piaceva anche dimostrare di esserlo, ché il suo atteggiamento composto ed inflessibile non lasciava dubbi sul fatto che quell'immagine di sé a lui piaceva, e non poco. Ma essere grandi era una cosa completamente diversa: se il ragazzo trovava complessa la vita ad Hogwarts, allora doveva sapere che quella al di fuori era spietata; una vasca piena di squali, tra i quali soltanto alcuni avevano il privilegio di rimanere in vita, alla fine. Lei lottava per essere uno di quelli, ma non era affatto facile.
    Era ormai evidente che quella conversazione stesse per giungere al termine, purtroppo senza notizie particolarmente piccanti. Lei dava colpa all'ostinazione del ragazzo, lui l'avrebbe probabilmente data a lei - sempre che di colpa si poteva parlare. Su una cosa però aveva ragione Gideon: Donna sapeva già tutto ciò che le serviva, ché le sue azioni erano state chiare e trasparenti.

    A questo punto credo di sì.

    Riprese la borsetta e si sistemò la gonna, alzandosi dalla poltrona su cui aveva preso posto.
    Si avvicinò alla porta, per poi portare un'ultima volta gli occhi sul ragazzo.

    Azione e reazione, Gideon. Non confondere quale sia l'una e quale l'altra.

    Parlava del suo articolo, ma anche del processo e del crollo della sua credibilità. Era importante a quell'età capire che tutto aveva un prezzo.
    Non era soddisfatta, ma si sarebbe accontentata. In ogni caso, era certa che quella non fosse l'ultima volta in cui si sarebbe trovata di fronte a Gideon.

    Chiusa



    Edited by Donna Mason - 31/10/2023, 18:47
  7. .

    Martedì 10 Ottobre ore 13.00



    Donna, fin da quando si era trasferita in Inghilterra, non era mai andata molto d'accordo con il Ministero Inglese: nei suoi articoli lo aveva sempre messo sotto accusa, evidenziando negativamente ogni sua azione, politica o sociale che fosse. Aveva iniziato con le misure di sicurezza prese per l'inizio dell'anno passato, che aveva detto essere state inadeguate all'emergenza presentatasi meno di due mesi prima, e aveva poi proseguito la sua personale crociata durante il corso dell'intera annata, combattuta solo per amore dello scandalo e della fama. Non era infatti corretto dire che la giornalista disprezzasse davvero tutto ciò che condannava sul Profeta, non quanto lasciava intravedere tra le sue parole, ma aveva visto nella critica al Ministero una fonte di popolarità non indifferente che non aveva alcuna intenzione di lasciarsi scappare; Donna era questo: arrivismo, manipolazione e bei vestiti.
    Dopo la conferenza stampa, nella quale si era espressa in prima fila contro alla Granger ed il suo amico Potter, aveva ufficializzato la sua posizione in pubblica piazza e per l'ennesima volta, qualora non fosse stata a qualcuno ancora chiara. E come se non bastasse aveva scritto un articolo sulla vicenda che aveva dato inizio ad un dialogo molto combattuto sull'opinione che la popolazione aveva del Ministero, ché aveva descritto la conferenza della Ministra come un'occasione per giustificarsi, più che per spiegare le proprie azioni ed eventualmente chiedere scusa per il modo in cui aveva agito. Aveva inoltre accusato il Capo Auror di aver raggiunto il ruolo di comando soltanto per una gloria ormai passata, ma questo era un altro discorso.
    Tutto ciò ovviamente non la fermava dal presentarsi al Ministero in pieno giorno e orario lavorativo, ché anzi l'idea di essere osservata con sdegno da tutti quegli animi feriti nell'orgoglio la divertiva a dir poco. Si era presentata allora, dopo aver svolto un'importante commissione, con un vestito rosso lungo fino alle ginocchia, un cappotto blu ed un foulard a coprire il tutto - e naturalmente un paio di tacchi di dieci centimetri. La finalità ben precisa: c'era qualcuno con cui doveva parlare, ma sapeva di dover agire con cautela, così da non essere fermata.
    Si guardò attorno per individuare la sua preda, e, solo una volta adocchiata, le si avvicinò.

    Mi scusi.

    Tentò di attirare la sua attenzione, curiosa di sapere se l'altro l'avesse riconosciuta. Immaginava di sì, data la sua crescente popolarità e la presenza di entrambi alla conferenza stampa, ma non si poteva mai sapere con gli uomini di età avanzata; già il genere maschile era spesso distratto per natura, se a questo si aggiungevano anche gli usuali problemi di memoria tipici delle persone più adulte il risultato era disastroso.

    Cerco la signora Atwood. Mi sa indicare il suo ufficio?

    Anche lei sapeva chi l'altro fosse, ovviamente, e la signora Atwood non era affatto nella lista di persone con cui aveva intenzione di parlare in quel momento. Né l'altra ne aveva di parlare con lei, immaginava, ché dopo l'ultima intervista il clima tra loro era piuttosto teso.

    Azrael M. Baudelaire


    Edited by Donna Mason - 31/10/2023, 07:10
  8. .
    Articolo
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    PA8BpYg

    Il Ministero si espone, ma è sufficiente?
    La conferenza stampa degli esponenti Ministeriali

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    N
    egli ultimi mesi il Ministero della magia non ha fatto altro che attirare dissensi su dissensi, avendo lasciato che la popolazione magica si incastrasse nella ragnatela tessuta a loro insaputa da chi invece avrebbe dovuto garantire massima trasparenza. Io in prima fila mi sono battuta per mettere in luce le voragini lasciate aperte dalla Granger e dal Capo Auror in particolare, poiché La Gazzetta del Profeta tiene davvero alla sincerità e al più assoluto rapporto di fiducia tra giornalisti e lettori.

    Ma il fine del Ministero è naturalmente quello di riacquisire il consenso perduto, e il modo con cui hanno scelto di farlo è una conferenza stampa tenutasi qualche giorno fa. Presenti la Ministra Granger e il Capo Auror Potter, naturalmente, accompagnati dal vice Capo Auror Shacklebolt e i sottoposti Weasley e Finnigan.
    Ai giornalisti è stato dato il consenso di porre ogni domanda avessero in mente, mentre agli altri partecipanti è stato consegnato un foglietto su cui scrivere la propria e sperare di essere pescati e di ottenere quindi una risposta. A ricevere più domande sono stati prevedibilmente Granger e Potter, la prima pronta e diplomatica, il secondo molto più passionale e traballante. L'impressione generale è quella di una coppia che sa di aver commesso qualche errore ma che fatica ad ammetterlo, dando sfoggio di tutta la loro tendenziosità e capacità persuasiva; ma la rabbia dei cittadini ingannati è tale da non farsi acciecare da semplice fumo negli occhi, e il dissenso iniziale è forse aumentato dopo le non risposte ricevute. "Una comunicazione limpida e sincera è sempre l'ingrediente principale di un rapporto di fiducia." Afferma la Ministra, e a queste parole viene spontaneo chiedersi come mai durante il corso dello scorso anno è proprio stato questo ingrediente a venire a meno. Sono cambiate tutt'un tratto le loro priorità o la fiducia tra Istituzione e cittadini non è che un concetto a cui appellarsi nel momento del bisogno, e per pura forma?

    Tra tutto il veleno sputato dai cittadini presenti, l'unico dalla parte del Ministero inglese è stato un improbabile personaggio: il signor Callidus Rotschield, Diplomatico francese accompagnato dalla sua assistente, ha preso la parola per giustificare le azioni della Ministra, dalla quale è tuttavia stato liquidato al termine del suo intervento. Una presa di parola di certo singolare, la cui vera finalità è attualmente opinabile: un sincero gesto di comprensione o uno stratagemma di cui, ancora una volta, noi siamo messi all'oscuro? Possibile che un Diplomatico francese si presenti a Londra soltanto per difendere il Ministero inglese?

    Una singola verità è stata chiarita durante l'intera conferenza stampa: Draco Malfoy, quello vero, è attualmente sotto la protezione del Ministero della Magia e sta collaborando, possedendo informazioni cruciali.

    Donna Mason



  10. .
    L'Auror Ehiwaz sembrava una tipa sveglia, cosa ottima, ché Donna non amava perdere tempo. E fu un sollievo accorgersi del fatto che sembrava essere anche di poche parole, ché gli inutili convenevoli la annoiavano: preferiva arrivare dritta al sodo, e in quel caso fu l'altra ad anticipare le sue reali intenzioni, avendole immaginate. O Viste, forse?
    Si sistemò sulla sedia, accavallando l'altra gamba e stirandosi le pieghe del vestito con le mani.

    Ci siamo intese, ottimo.

    Sorrise compiaciuta, mantenendo comunque la stessa serietà in volto di poco prima.
    Si avvicinò poi a loro il cameriere, che in un primo momento Donna nemmeno guardò in faccia, ritenendo il suo intervento soltanto un elemento di disturbo. Quando ne sentì la voce, però, i suoi occhi corsero a cercarne il volto; come aveva fatto a non pensare che l'avrebbe incontrata lì, proprio nel locale in cui lavorava?

    Logan! Cara, come stai?

    Si sarebbe sporta per avvicinarsi, seppur seduta, al volto di Logan, così da darle i classici bacetti sulle guance. Era un sacco di tempo che non usciva a bere qualcosa con lei, e doveva ammettere che un po' le mancava la compagnia dell'amica, ma conciliare la conquista della Gazzetta del Profeta e la propria vita sociale non era poi così facile. Vederla lì fu quindi molto piacevole, sebbene fosse stato del tutto casuale.
    Da segugio quale era - e non per niente faceva la giornalista -, si accorse subito che quell'incontro potesse essere ancora più fortuito di quello che aveva immaginato inizialmente. Ma doveva muoversi in punta di piedi.

    Dell'Acquaviola, sì...

    Disse, lasciando sotteso che ci fosse anche qualcos'altro che voleva chiederle; se nel mentre l'Auror voleva però fare la sua ordinazione, era liberissima di procedere e scavalcarla: lei avrebbe atteso.

    E cosa dicevi sul futuro?

    Finse un pizzico di ingenuità, quasi si fosse dimenticata delle capacità divinatorie dell'amica. Ma come avrebbe potuto? In fondo era proprio così che la loro amicizia aveva avuto inizio, ormai quasi un anno prima nel suo ufficio alla Redazione.
    Tornò a guardare l'Auror, chiedendosi se avesse già capito, ché aveva già dato prova del suo intuito poco prima.
  11. .
    Gideon era straordinariamente sicuro nel modo che aveva di porsi alla giornalista, tanto che Donna si ritrovò a domandarsi se quella non fosse che una maschera messa sul volto apposta per quel loro incontro. Ne aveva familiarità lui, in fondo, con le maschere, ché era proprio per la sua tendenza ad indossarle - nel senso più concreto possibile - che adesso quella conversazione aveva modo di esistere.
    Ma a essere degno di attenzione era anche quello che diceva, oltre al modo con cui lo diceva: quelle parole se le sarebbe aspettate da un ex Mangiamorte, qualcuno che avesse alle spalle un bagaglio di crudeltà che potesse testimoniare quanto fosse consapevole di ciò che stava facendo; lui, invece, era soltanto un ragazzo, che evidentemente la vita aveva costretto a crescere prima degli altri.

    Non te ne penti? Nemmeno alla luce di tutto ciò che è successo?

    Come poteva non farlo? Donna non riusciva a credere che un ragazzo, la cui vita era adesso macchiata da un indelebile marchio, non provasse nemmeno un briciolo di pentimento per ciò che aveva fatto; e non si parlava degli Alfieri Rossi, ché la sua appartenenza a tale ordine era per lei insignificante, ma della sua scelta di uscire allo scoperto di fronte a così tante persone. In fondo persino i più feroci Mangiamorte tentavano di giustificare le proprie azioni attribuendole alla maledizione Imperio, una volta che queste venivano scoperte. Lui invece no, interessante.
    Con la frase che pronunciò in seguito, Donna non concordava affatto. Le sembrava più una cosa a cui si dovesse credere, che una a cui fosse sensato credere, ché rischiare tutto soltanto per difendere una propria idea era semplicemente stupido. Lei mentiva su ciò che credeva in continuazione, non c'era altro modo per farsi strada nella società.

    Bisogna essere furbi, Gideon. Devi sapere di poter lottare per ciò che credi, prima ancora di essere disposto a farlo.

    Donna non aveva nessuna intenzione - né interesse - di insegnare qualcosa al ragazzo, ché l'unico campo su cui si era data disponibile per formarlo in futuro era il giornalismo. Quella era quindi una semplice provocazione, per vedere come il ragazzo potesse reagire di fronte ad un'idea del tutto antitetica alla sua.
    Su ciò che aveva fatto Gideon non c'era molto da domandare: le sue azioni parlavano da sé e anche tentando di approfondire non sarebbe di certo arrivata a chissà quale novità. Poteva però tentare di scoprire altro.

    La tua reputazione è crollata, e il mio articolo la affosserà ancora di più.

    Era finito il tempo dei giochi ed era ora che la verità che fino a quel momento era rimasta sottesa alle loro parole fosse messa sul tavolo. Gideon lo sapeva, e Donna credeva che l'avesse fatta entrare proprio per quello: gli conveniva che fosse lui a decidere cosa lei avrebbe messo nell'articolo sulle sue azioni, non che scegliesse arbitrariamente.
    Prima che l'altro potesse rispondere, Donna si alzò e si avvicinò alla scrivania, dando le spalle al ragazzo.

    A meno che...

    Fece scivolare il dito sulla superficie legnosa. Poi, si voltò.

    ... tu non abbia una storia da vendermi altrettanto scandalosa.
  12. .
    Quella di Lulu era una linga bella biforcuta, tanto quanto quella della cugina. Alcune cose appartenevano alla famiglia, dopotutto, e in quanto donne Rockwood le avevano ereditate anche loro. Ma Donna credeva di poter domare la cantante, e anzi era certa che fosse necessario farlo, così da non farle montare la testa più di quanto le fosse consentito farlo.
    Perché, a differenza di quello che le parole di Lulu lasciavano intendere, a nessuno, lì in Inghilterra, interessava qualcosa del loro successo in America.

    Anche perché ammettiamolo: qui in Inghilterra siamo arrivate come ombre. O almeno lo eravamo il giorno in cui vi abbiamo messo piede, perché a nessuno importa del nostro successo in America.

    E rimarcò il "nostro", cosicché Lulu non potesse rischiare di cadere nell'equivoco che l'unica ad essere fermata per strada tra le vie americane fosse lei. Ovvio era che Donna, all'età di soli diciassette anni, non potesse aver fatto chissà che cosa per meritarsi le copertine che aveva invece ottenuto, ma per fortuna essere figlia di una delle più famose stiliste magiche del mondo le aveva dato qualche vantaggio, oltre a tutto il resto. Crescendo aveva però capito che essere sempre la figlia di qualcun altro non le sarebbe bastato, e appena aveva potuto era andata a costruirsi il suo nome, prima in Francia e poi in Inghilterra.

    Tocca a noi lavorare per conquistare il potere.

    Aggiunse, certa che Lulu non potesse fare altro che convenire. Ciò che intendeva dire era che, messa da parte la fama in America, Donna era riuscita a conquistarsi un nome anche in Inghilterra, cioè dove adesso abitava, e che la cugina non fosse invece stata in grado di fare lo stesso, non ancora quantomeno. Chi era Lulu Sparks, dopotutto, se non un nome mondano su cui alle volte spettegolavano le salottiere più insignificanti della zona?
    Ascoltò poi con un sorriso strafottente le parole di Lulu, che aveva prontamente risposto alla sua provocazione. Era in effetti un'idea molto appetibile, quella che raffigurava la cantante come una triste vittima della crudeltà del genere maschile, ma Donna non ci credeva affatto. Anzi: sapeva bene non essere così.

    Beh Cugina, questo dipende da me.

    Bevve un sorso di Vino Elfico, che stava sorseggiando con lentezza, come se non avesse appena pronunciato una delle frasi più provocanti e arroganti che in quel momento potesse dire. Era così bello essere una giornalista: Donna aveva il potere di influenzare l'opinione pubblica semplicemente scrivendo la sua verità con convinzione, e tutto il tempo che stava passando per l'apertura della Sparkling Fwooper non faceva altro che dare sempre più prestigio alla sua penna; ché se Lulu era impegnata a nascondersi da chissà quale sporca questione, lei nel frattempo scriveva, scriveva e scriveva ancora.

    Un fazzoletto? Temo tu ti sia sporcata. Proprio lì.

    Indicò le macchioline sul vestito della cugina con superiorità, fingendo di non aver già notato le gocce cadere nell'esatto momento in cui lo avevano fatto.
    Si era sporcata con il vino così come i maiali si sporcavano nel fango. Ma in fondo lei non era molto più di quello, agli occhi della strega giornalista.
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    Super benvenuta!
    Clarissa ci ha parlato molto bene di te e attendo di vederti qui 💛
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    Edited by Donna Mason - 31/10/2023, 07:05
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    Gambe accavallate e prendi-appunti al fianco, Donna ascoltò con attenzione la risposta data dall'uomo a cui si era rivolta: Potter. Sembrava essersi immediatamente scaldato, il che significava che la giornalista aveva colpito qualche suo punto debole - e di questo non poteva che esserne entusiasta. Avrebbe continuato su quella strada per farlo vacillare ancora.

    In quanto Capo Auror lei ha il dovere di coordinare le streghe e i maghi straordinari cui fa accenno, e se invece credeva davvero che sparire fosse la strategia migliore, doveva quantomeno informali, così che potessero essere preparati. Invece li ha lasciati alla deriva, e il risultato parla da sé.

    Che fosse stata una missione fallimentare sotto più punti di vista non era un segreto per nessuno, ché se solo la squadra Auror avesse agito tempestivamente non ci sarebbero stati così tanti attacchi e non sarebbero rimasti feriti così tanti studenti, e per agire nei tempi opportuni aveva bisogno di un coordinatore. Ma non aveva intenzione di articolare ulteriormente questo suo punto di vista, ché, ritenendolo inopinabile, non credeva fosse necessario aggiungere alcun dettaglio - né in tutta onestà le interessava farlo, in quel momento.
    Tuttavia, non aveva ancora terminato.

    La sue parole, comunque, non rispondono alla mia domanda.

    Alzò le sopracciglia lasciando che il suo volto esprimesse ciò che stava pensando, o almeno quello che la strega voleva che Potter leggesse tra i suoi tratti: "Non che questo mi stupisca", ed era un chiaro tentativo di sminuire un'altra volta l'operato - e l'intelletto - del Capo Auror, che Donna mirava a far sentire accerchiato, come se ogni sua azione non potesse fare altro che produrre una reazione negativa.
    Avrebbe certamente potuto ripetere la domanda, ma a lei conveniva di più scrivere di un uomo che girava attorno agli argomenti scomodi che di uno che con coraggio affrontava le critiche; passò quindi oltre, muovendo il suo sguardo sulla Ministra. La giornalista la apprezzava in quanto donna che ricopriva un ruolo di così grande potere, ma non poteva certo giustificarne l'operato per una qualche sorta di alleanza femminile; aveva già dimostrato di essere dalla parte delle donne, ma non per questo poteva farsi distrarre dalla difesa dell'unica donna di cui davvero le importasse qualcosa: sé stessa.

    Per la Ministra, invece:

    Attese di avere la sua attenzione, poi parlò a voce alta, con chiarezza e uno sguardo neutro: non doveva trasparire giudizio o antipatia; lei era lì per fare il suo lavoro, niente più di quello.

    Come crede di riacquistare la fiducia dei cittadini, ormai naturalmente persa, nel Ministero che lei dirige?

    Come ci si poteva fidare, dopotutto, di un'istituzione che faceva dell'inganno e della menzogna il suo modus operandi?
    Tra la folla intanto si era sollevato un grande polverone, dapprima per l'intervento di un ribelle uomo a lei sconosciuto e presto messo a tacere, subito dopo per quello di un famoso diplomatico francese che si schierò a difesa del Ministero inglese. Che fosse una mossa premeditata da quest'ultimo per avere un po' di supporto in mezzo a quel bombardamento di aspre parole e animi scontenti? Donna non credeva proprio, ché c'era qualcosa nelle sue parole a non convincerla al cento per cento. Avrebbe certamente indagato una volta ottenute dai Ministeriali tutte le risposte di cui aveva bisogno.
308 replies since 28/2/2022
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