Felix Felicis ~ Harry Potter GdR

Posts written by Bróðir C. Prince

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    Felix Felicis GDR e...

    Le collane (orribilmente costose) dei Selwyn

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    Assottigliò le labbra in una linea retta, visibilmente dispiaciuto e anche un po’ offeso della totale mancanza di considerazione da parte della donna, che sembrava venire “innescata” o riportata in una sorta di realtà solo alla vista di quelle linee d’inchiostro nero sulle mani della giovane Voluntas, che la Pinkstone sembrava ravvivarsi e parlare. Rimase comunque molto turbato dalle parole della prigioniera, molto sconnesse e quasi a volersi addossare una colpa? Ma forse era solo una sua impressione, e la paranoia che aveva preso il controllo dei suoi impulsi e delle sue reazioni, rendendolo molto cauto, sensazione molto nota a Bróðir, avuta origine nel passato, quando era ancora un Auror. Quella sensazione strisciante sulla sua pelle, che generava una serie di brividi causata dai nervi a fior di pelle, tutti i muscoli contratti perennemente in tensione, non erano di certo sensazioni piacevoli, almeno per un uomo che non abbia qualche problema, e il Guerriore non rientrava in quest’ultima categoria; infatti, lui ci si crogiolava in quelle sensazioni, sentendo la nostalgia dei vecchi tempi confortarlo in un senso di normalità. Ascoltò, comunque le parole di congedo del ministeriale, storcendo leggermente il naso, senza venir notato, per la mancanza di attenzione ricevuta da Shore, i cuoi occhi e la cui attenzione sembravano essere focalizzati sulla Pinkstone, si chiese per un secondo che pensieri stessero girando nella testa del ministeriale, e una volta avute le dovute indicazioni uscì dalla porta di quella stanza che, una volta uscito, si rese conte essere stata più di un po’ soffocante. Seguì attentamente le più che un po’ distratte indicazioni del signor Shore, giungendo quindi in un luogo afflitto da una scena più che un po’ singolare e allarmante, almeno per i suoi nervi già a fior di pelle. Non perse tempo a tirare fuori la bacchetta cautamente, cercando di non farsi notare e vedere da quelli intorno a lui.

    Everte Statim

    Le parole fuoriuscirono dalle sue labbra, come vento, flebili e inascoltate da nessuno, neanche sé stesso. La sua intenzione era quella di allontanare l'uomo più anziano dalla donna descritta superficialmente da Shore.

    Fatica: 11 - 1 [Everte Statim] = 10
    1. Azione 1: lancio di Everte Statim verso William Flint, nell'intento di allontanarlo dalla giovane donna
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    Benvanuta <3
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    Benvenuta <3
    Ovviamente c'è la possibilità già da Maggio di iscriversi al "Quarto Anno" (c'è anche la targhetta!!!), nel Regolamento Studenti, trovi tutti i particolari e le "restrizioni" (ma sono piccole piccole)
    Ancora benvenuta, e spero di beccarci ONGame :tasso:
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    Benvenuta <3
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    Un biglietto per me! <3
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    Mese e Anno: Luglio 2023
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    Totale Galeoni accumulati: 65

    Edited by Bróðir C. Prince - 26/7/2023, 20:30
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    ADORO <3

    Me lo fai anche con Aiden [William Franklyn-Miller] e Reagan [Jesse Lee Soffer]?

    Grazie <3
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    La situazione stava cominciando a frustrarlo, niente sembrava avere senso, troppe informazioni che non sembravano collegate tra di loro, si aggiravano intorno al cervello del Nordico, il quale stava incominciando a stufarsi. Sia detto mai che una delle sue qualità sia la pazienza, poteva esserlo, soprattutto se accompagnato dalla sua naturale testardaggine, ma non era di certo uno dei suoi punti di forza, per nulla in realtà. Sembrava impossibile, soprattutto a causa del fastidio e della frustrazione, riuscire a combattere la voglia o il bisogno di allungare la sua mano traditrice verso la tasca posteriore dei pantaloni, dove aveva infilato poco prima di uscire di casa il pacchetto di sigarette babbane che oramai da anni portava sempre con sé. Sfiorò con la punta delle dita adornate dagli anelli in metallo la cucitura della tasca dei jeans staccando per un momento la schiena dalla parente, per poi rilassare la tensione accumulata stendendosi al muro. Puntò lo sguardo azzurro ghiaccio verso il ministeriale e cercò di concentrarsi. Il ricordo che aveva visto, grazie all’utilizzo del suo Legiliments, era stato confuso e più che un po’ strano, rimase però ancora appoggiato alla parete grigia della stanza all’interno del Ministero della Magia Inglese.

    Il panorama era rosso… e sabbioso… sabbia rossa? o forse era il cielo ad essere rosso?

    Cercò di finire il pensiero più che un po’ sconclusionato, tutta quella revisione dei ricordi della Pinkstone sembrava, invece che un modo per dare sanare i loro dubbi, la fonte di altre domande, da aggiungere a quelle che avevano dato inizio a quella situazione. Senza indugi si avvicinò al pensatoio, offerto da ministero, e una volta riemerso rimase in silenzio, per poco però, perché ci tenne a fare un commento.

    Possiamo essere sicuri, almeno, che fosse il suo suolo ad essere rosso, in risposta alla sua domanda, signor Shore.

    Escluse tutto e tutti, troppo concentrato nella sua contemplazione del ricordo appena visionato che quasi perse quando venne interpellato dal biondo che gli chiese una descrizione, il più possibile dettagliata, del tatuaggio che aveva visto sulla mano dell’ombra sconosciuta, nel ricordo di Carlotta.

    Bada bene…

    Gli ricordò.

    Era tutto un po’ confuso, quindi i dettagli esatti sono ancora un po’ sfocati, ma era sicuramente un motivo geometrico, non credo avesse una forma precisa, sono sicuro però che si ripeteva.

    Concluse, con un cenno del capo, rivolto al biondo. Osservò poi le sue prossime mosse, e dovette trattenere un sorrisetto.

    Allora ce l’ha un po’ di sale in zucca.

    Furono le parole successive della prigioniera, che fecero scendere tutta la stanza nel silenzio, il quale si poteva tagliare con un coltello, ad agghiacciare il sangue nelle vene del Guerriero. Si rifiutò di pensare, anche solo per un secondo, alla possibilità, che il significato dietro le parole di Carlotta Pinkstone, fosse corretto. Sembrava un incubo, dal quale sembrava impossibile svegliarsi. Ne aveva già viste e sentite, di conversazioni come quelle.

    Cosa hai completato, Carlotta? In cosa sei riuscita? Chi è l’uomo che te lo ha chiesto?

    Possibile che dietro agli eventi del 7 luglio, non ci fosse solo Carlotta Pinkstone, ma anche qualcun altro? Qualcuno di cui Carlotta sembrava avere paura?

    Fatica: 11 - 2 (Legilimens) + 1 (post senza incantesimi) + 1 (post senza incantesimi)= 11
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    Benvenuta! <3
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    ANCHE IO! <3

    Bróðir C. Prince alias Chris Hemsworth (bisessuale)
    Reagan L. Alvey alias Jesse Lee Soffer (omosessuale)
    Aiden C. Fitzroy alias William Franklyn-Miller (demisessuale)

    Buon Pride Month🏳️‍🌈 a tutti! <3
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    Alzò un sopracciglio allo sbuffo di apparente disapprovazione per la sua inconsapevolezza alla risposta della domanda di Elladora. E in qualsiasi altro momento il Voluntas si sarebbe anche potuto offendere per il gesto della donna bionda seduta accanto a lui, ma l’arrivo dell’Acumen era coinciso quasi perfettamente con la presentazione del secondo oggetto protagonista di quell’asta e Bróðir non si era lasciato sfuggire l’occasione di tornare a casa con un bel premio, che sebbene all’apparenza inutile per un uomo come lui, sarebbe stato di certo apprezzato dalla sua bambina e che sarebbe potuto essere incantato con un bel po’ di incantesimi di protezione, che avrebbero potuto in futuro calmato il suo cuore e il suo senso di protezione verso la figlia, dando quindi un po’ di tregua alla ragazza. Si accorse presto però, quella che si prospettava la soluzione a molti dei loro problemi padre e figlia, divenne ben presto la più cocente delusione di Bróðir. Mai avrebbe immagino che, dopo una battaglia del genere per accaparrarsi un oggetto, la delusione provata per la sconfitta e il fallimento, potesse essere così intensa e distruttiva. Sentì l’odio, ingiustificato e inaspettato, montargli nel petto come lava fusa e sciogliergli nelle vene, veloce e pericoloso. Le mani gli prudevano, l’impellente bisogno del vedere le sue mani chiuse a pugni scontrarsi contro un paio di visi, non sapeva nemmeno i visi di chi voleva che si scontrassero i suoi pugni, ma la rabbia e l’odio si erano impossessati del suo cuore, ma grazie alla sua padronanza nell’Occlumanzia, riuscì a darsi una controllata e a chiudere i suoi sentimenti dietro un muro impenetrabile. Almeno fino a quando la fastidiosa voce di Elladora, che gli fece una raffica di domande. Fu con gli occhi e i lineamenti del viso più che un po’ duri che si girò verso la donna, quasi non rispose ma decise del contrario.

    Tu che pensi?

    Sarcastico, ma in quel momento non si sentiva in vena di sopportare o di essere cortese.

    Comunque, no a tutte le tue domande.

    Non fece notare di non aver risposto alla prima, sul perché volesse così tanto quel medaglione, per poi fare un respiro profondo al licenziamento della donna bionda. Non voleva restare ancora un secondo di più e con poca o nessuna cortesia si alzò dal divanetto, attirando l’attenzione della donna che presentava e si diresse verso l’uscita, ma non prima di aver apostrofato alla Catchlove, che forse nella foga neanche lo sentì.

    Io me ne vado.

    Elladora Catchlove
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    J6CvgdF
    La vita è un imprevisto. Un percorso fatto di incroci e traverse, di scelte e nuovi posti. Per Bróðir il percorso si prospettava lento e senza troppa eccitazione, soprattutto da quando si era dimesso dalla professione di Auror, la noia e la normalità faceva oramai padrone della sua vita. Il Felix-Gate era stato il più grande evento che aveva portato anche solo un pizzico di eccitazione nella sua vita da quarantenne scapolo, non che la notizia della rivelazione della magia ai babbani potesse essere considera nulla se non spaventosa, ma il Guerriero era un uomo con dei bisogni e dei desideri, e che fino a qualche tempo prima – erano ormai passati quasi quindici anni – viveva una vita, la quale non si poteva definire noiosa. Sapeva di non essere un uomo facile da accontentare, o meglio, di cui sopportarne la compagnia, anche perché non era molto socievole. Preferiva la solitudine, e i luoghi affollati li evitava come la peste, se non trascinato a forza dalla formidabile Nyambura il più delle volte, tendeva a frequentare i posti o le locande più tranquille, e se spesso si rivelavano le più fatiscenti purtroppo il Voluntas doveva sopportare e, da bravo Purosangue con la puzza sotto il naso qual era, fare buon viso a cattivo gioco. E proprio per il suo bisogno di tranquillità, che si era diretto alla Testa di Porco ad Hogsmeade, perfetto per uno come lui, che di gente con cui parlare e conversare di solito le evitava come la peste. Dall’aspetto lugubre e trasandato, il primo istinto di qualunque mago o strega era quello di non entrare dalla porta in vetro sporca e incrostata, e proprio per questo perfetta per completare affari non proprio legali o frequentata da gente non troppo raccomandabile. Durante il suo periodo come Auror aveva frequentato spesso questo tipo di luoghi, per incontrarsi con persone che durante le sue indagini gli facevano da informatori, gli riportava alla mente bei ricordi oltre che brutti, perché non sempre era facile lavorare insieme a queste persone.

    Una Birra del mago

    Chiese, una volta avvicinatosi al bancone. C’era davvero poco che si potesse bere alla Testa di Porco che non contenesse alcuna traccia di alcol. E Bróðir che non voleva dover cercarsi un posto dove dormire per non dovere tornare a casa ubriaco, aveva deciso di scegliere la bevanda più leggera e con meno alcol di quelle proposte nel menù del pub. Una volta con in mano il boccale di Birra, prese a guardarsi intorno al locale. osservando le persone stipate al suo interno, stava facendo un piccolo gioco con sé stesso, che più di una volta in passato aveva sottoposto come “test” alle poche reclute che gli erano state affibbiate per la serata, ovvero cercare di capire chi stesse commettendo delle infrazioni, non facile in un luogo frequentato da gente poco raccomandabile. Il suo sguardo azzurro venne attratto dalla voce tonante di un uomo che palesemente sgarbato aveva fatto cenno alla povera cameriera di versagli un altro bicchiere. Le iridi da poco prima curiose, si assottigliarono di palese dispiacere per la poveretta che doveva sopportare il caratteraccio anche solo il malumore di quell’uomo. Per un attimo prese in considerazione di andare da lui e riprenderlo per la sua maleducazione, come si farebbe con un bambino, per poi decidere di ripensarci, non voleva venire coinvolto in qualche rissa e neanche causarne, quindi stette in silenzio, ma senza distogliere lo sguardo, forse sperando che la chiara disapprovazione facesse desistere il penoso comportamento dell’altro.

    Pagamento: 10 ʛ × 1.5 = 15 ʛ
    Birra del mago: -1 Destrezza ogni 3 bevute [1/3]
    Augustus Burker
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    Era finita, finalmente finita. Era questo il pensiero comune nella maggior parte delle menti degli occupanti del castello, ma non in quella di Bróðir, il quale non aspettò un secondo dalla caduta a peso morto dell’ultima Acromantula, che iniziò a girovagare per la Sala Grande, alla ricerca di una particolare sfumatura di biondo, abbinata a una divisa nera con i colori della casa di Corvonero. Si aggirava tra i corpi svenuti ammantati di nero, con i volti ancora coperti dalle maschere rosse, caratteristiche degli “Alfieri Rossi”, desiderando con tutto sé stesso che tra gli studenti stesi per terra non ci fosse sua figlia, ammantata di nero o meno. Non era abbastanza arrogante, il Guerriero, per affermare con certezza di conoscere tutti i guai o gli affari che sua figlia intratteneva per nove mesi all’anno lontana dalla sua persona, e con una supervisione minima da parte degli insegnanti. Non aveva mandato sua figlia ad Hogwarts a cuor leggero, essedo andato lui stesso al Durmstrang Institute, le sue intenzioni erano state sempre di mandarla lì, dove era sicuro che ci fossero delle persone di cui lui potesse fidarsi, e che gli doveva più di un paio di favori, a tenerla d’occhio. Non si riteneva un padre pressante, o controllante, almeno non credeva di esserlo, ma Diana era l’unico componente della sua famiglia che gli era rimasto, senza contare i parenti provenienti dalla famiglia di sua madre, i quali in ogni modo non vedeva da quando la donna era scappata; quindi, il suo bisogno di proteggerla credeva fosse giustificato, soprattutto se ripensava ai guai che lui stesso aveva combinato a scuola. In quel momento, comunque, non gli importava nulla dei guai in cui si era o non si era cacciata sua figlia, se facesse parte di quella pagliacciata, cose di cui dubitava enormemente, le aveva insegnato meglio di così, oppure non ne facesse parte, l’unica cosa di cui gli importava era che stesse bene e che non fosse ferita, il resto per quanto riguardava le conseguenze, o un successivo danno psicologico o meno, potevano aspettare, doveva assicurarsi il suo benessere. Quasi sospirò di sollievo, non trovandola tra i corpi svenuti o anche tra quelli ancora in piedi, ma la preoccupazione non scemò, con ancora un po’ di speranza, prese in mano la bacchetta, che nella sua ricerca aveva infilato nella fondina per bacchetta che portava al braccio sinistro, e avvicinandosi agli altri Auror che si erano prodigati nella rimozione di quelle immonde creature, puntò la bacchetta verso una di quelle più grandi.

    Wingardium Leviosa

    Bróðir solleva l'Acromantula Mastodontica 2 [1/3 persone]
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    Non capitava spesso che Bróðir si immergesse nella mente di qualcuno, o almeno di chi chiedeva i suoi servigi da Voluntas. Non gli piaceva insinuarsi nella mente delle persone, scoprire, ascoltare, comprendere i loro desideri più profondi, sbirciare tra i loro ricordi più imbarazzanti o dolorosi, solo il pensiero di esserci lui al posto dei suoi “bersagli”, di essere messo a nudo da uno sconosciuto, lo faceva rabbrividire di disagio e disgusto, ma come si dice a mali estremi, estremi rimedi. Odiava invade la privacy di una persona, soprattutto con la consapevolezza, che come lui, essa teneva alla propria privacy, ma gli erano stati dati degli ordini e lui non si sarebbe fatto nessuno scrupolo ad eseguirli, soprattutto se aveva il benestare del Ministero nel fare tutto il necessario, anche superare il limite della legalità, per portarlo a termine. Orami ci si era abituato… Riusciva a pensare a molti scenari dei tempi in cui lavorava per il Ministero della Magia Norvegese dove la stessa identica scena di quel giorno al Ministero della Magia Inglese si ripeteva all’infinito. Era stato in un certo senso liberatorio quando, dopo anni a sottostare in quell’ambiente in cui le regole e le leggi valevano solo per una fetta di popolazione, lasciarsi tutto alle spalle e riuscire finalmente a respirare, ma allo stesso tempo c’erano dei momenti in cui di quella parte della sua vita ne sentiva la nostalgia e la tentazione nell’utilizzo dei vecchi metodi non svaniva.
    Era come sempre destabilizzate riemergere dalla lettura di un ricordo, sebbene l’entrata, dopo tanti anni di esercizio e di studio, sia oramai diventata una seconda natura, l’uscita invece, il doversi distanziare da quei sentimenti non suoi, lo lasciavano ancora scombussolato e con gli ultimi residui di emozioni stranieri. Era la confusione, però, il sentimento che lo pervase quando riuscì a riprendersi, ovviamente senza farlo notare indurendo così i tratti del viso e posizionando la maschera al suo posto, fu la confusione, la totale e completa confusione. I ricordi di questa donna erano senza una logica… di solito i ricordi, soprattutto revisionati con la Legilimanzia, erano chiari e senza sbavature, certo un Legilimen si poteva ingannare, specialmente uno alle prime armi, ma Bróðir, il quale aveva anni e anni di lettura dei ricordi alle spalle, non era per niente raggirabile, e l’unico motivo per cui i ricordi di Carlotta Pinkstone potessero risultare così confusi e vaghi, era per mezzo della manomissione.

    Direi che…

    Cercò di soppesare le sue parole, cercando di non far trasparire l’inquietudine che provava.

    …sia andata bene.

    Azzardò una veloce occhiata alla donna, che come lui, aveva optato per l’esecuzione del medesimo incantesimo, si chiese per un secondo cosa esattamente lei avesse visto.

    Possiamo essere certi, che al soggetto, sia stata manomessa la memoria.

    Continuò allora, abbassando la voce, cercando di farsi sentire solo da quelli più vicini a lui, e in particolar modo dal signor Shore. Quello che stava per dire, avrebbe potuto mettere un’etichetta su chiunque avesse quel particolare, e soprattutto in quell’esatto punto, a adornargli la pelle, in special modo visto i bordi sfocati. Non voleva causare panico in nessuno.

    Non sono sicuro di dove ci trovassimo. Tutto troppo sfocato, ma c’era di sicuro del rosso. E quattro ombre, e una voce. Credo che una delle quattro ombre avesse un tatuaggio su una delle mani, decisamente muscolosa.

    Si zittì, e avvicinandosi ad un muro, ci si appoggiò con la schiena, interessato a quello che passava nella testa dei presenti.

    Fatica: 11 - 2 (Legilimens) + 1 (post senza incantesimi) = 10
163 replies since 16/10/2022
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