Minerva, raduno I

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    Serpeverde
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    Christian si stava innervosendo con sé stesso, con la sua bacchetta e con chiunque gli stesse attorno. La pazienza non era mai stata una sua dote e in quel momento sentiva di averla persa tutta quanta, e ci era voluto molto più tempo del solito. Perché ci aveva provato, provato davvero, e dopo non esserci riuscito ci aveva provato ancora e ancora, finché aveva deciso di smettere per qualche momento, di respirare a pieni polmoni e tentare di non dare di matto. A Villa Carrington erano famose le sue scenate melodrammatiche e un tantino isteriche quando qualche compito non gli veniva o semplicemente qualcosa che tentava di fare non riusciva, ché diventava una persona completamente diversa da quella a cui tutti quanti erano abituati. Il ragazzo tranquillo e silenzioso che era al novantotto per cento del tempo lasciava spazio ad una vera e propria iena dai denti affilati, la stessa che in quel preciso momento stava tentando di prendere il sopravvento sulla personalità del Carrington. Ciò che gli dava fastidio era non riuscire in nessun modo ad evocare anche una singola scintilla, ma non solo: lo urtava immensamente notare che qualcun altro aveva finito quel compito prima di lui, pensare di aver organizzato quella lezione per un qualcosa che alla fine non gli aveva giovato in alcun modo e anche di aver chiamato due esperti che lo vedessero in difficoltà.
    Riposare gli occhi non lo aiutava, purtroppo. Continuava ad avere l'istinto di lanciare l'olmo per terra e dedicarsi ad altro, andandosene e lasciando il suo stesso club senza qualcuno che lo terminasse di guidare. Perché sentiva di aver perso la pazienza e ogni tipo di determinazione, e arrivato a quel punto era forse meglio lasciare che la rabbia passasse prima di perdere proprio la voglia di mantenere il Minerva aperto. Perché sapeva in fondo di non volerlo chiudere, ma un ragazzo di quindici anni non può che pensare alla soluzione più drastica non appena un pezzetto di puzzle non combacia con tutti gli altri - o almeno era questo che facevano i ragazzi di quindici anni come Christian.
    Capì poco dopo che in quel modo non stava risolvendo niente ma che, anzi, quel suo atteggiamento lo stava soltanto portando all'esaurimento. Doveva calmarsi e ritentare, per amore dell'apprendimento e di ciò che aveva creato. Si ricompose e agitò di nuovo la bacchetta, speranzoso.
     
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    Grifondoro
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    L'agognato momento di mettersi alla prova era arrivato e Florence non si perse d'animo, anzi dopo aver ascoltato con attenzione tirò su le maniche e bacchetta alla mano provò a concentrarsi.
    A differenza delle lezioni di Difesa Contro le Arti Oscure, il procedimento da seguire era essenzialmente più complesso. Non c'era un obiettivo chiaro, se non il difendersi ad ogni costo nel suo caso. Durante le lezioni c'era molta più teoria dalla quale attingere, un meccanismo preciso, una causa e un effetto... ma qui... doveva fare riferimento alle emozioni, all'istinto, a un qualcosa di altamente complicato da padroneggiare per una giovane strega acerba come lei. Come tutti loro, chi più e chi meno.
    Occhieggiò Jacob dalla sua postazione. Lui era riuscito in qualcosa che lei riteva ancora troppo difficile da padroneggiare, ma non si perse d'animo e provò comunque a seguire i suggerimenti dei due Auror e immaginò che anche loro alle prime armi, magari, non erano stati brillanti o non erano riusciti al primo colpo. O magari sì.
    Nell'ultimo caso avrebbe avuto una grande ammirazione, già forte, per due maghi come loro - e chissà a quali mirabolanti avventure avevano partecipato? Di sicuro l'Auror al quale non era stata assegnata aveva avuto modo di essere al centro di qualche vicenda interessante, visto il numero di arti.
    Ma non era tempo di perdersi in queste sciocchezze e nonostante la difficoltà nel riuscire a concentrarsi, Florence provò lo stesso ad evocare l'energia difensiva, attingendo a quel tipo di emozioni consigliate dagli Auror, con scarsi risultati.
    Come poteva attingere alla rabbia se in quel momento non era arrabbiata? Su cosa doveva concentrarsi realmente?
    Per questo, una volta agitata la bacchetta quando le parve di essere arrivata all'illuminazione, fallì miseramente, senza neanche emettere uno sbuffo di magia.
    Restò a fissare davanti a sé un po' attonita e spaesata. Non si aspettava minimente di riuscire, ma era ovvio che le sfuggiva un meccanismo e sapeva perfettamente di non essere riuscita in nessuno dei suoi intenti.
    Come prima volta, fu decisamente terribile.

     
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    Concentrazione. Intenzione. Istinto.
    Si ripeteva quelle tre parole nella testa in continuazione, pensando a cosa gli mancasse per apprendere quel tipo di magia. Era complesso, lo sapeva bene, ma non impossibile: altri prima di lui ce l'avevano fatta, e in tutta sincerità non credeva di aver niente in meno di loro, anzi. Allora perché si bloccava in quel modo? Il suo primo tentativo non era stato così pessimo, eppure da lì in avanti era stato un fiasco dopo l'altro. Umiliante e demoralizzante, sì, e forse in un altro momento si sarebbe arreso al fatto che non era ancora in grado di padroneggiare l'Energia Magica difensiva, ma in quell'occasione, dove sentiva di doversi dimostrare capace agli occhi degli Auror e degli iscritti al suo club, aveva intenzione di riprovare.
    Concentrazione. Intenzione. Istinto.
    Era determinato, ambizioso. Lo era sempre stato, in realtà, quasi troppo per la sua età. Da piccolo, mentre tutti i suoi coetanei bramavano di essere protagonisti di grandi storie, lui si accontentava di organizzare un futuro concreto e brillante, cioè tutto ciò di cui aveva bisogno per essere felice e anche tutto ciò che meritava. E anche in quell'occasione la sua tenacia non lo avrebbe deluso: strinse più forte l'impugnatura della sua bacchetta, ripercorrendo ciò che aveva fatto quel pomeriggio e cercando di capire quali potessero essere stati i suoi sbagli.
    Concentrazione. Intenzione. Istinto.
    Istinto: era questo a mancargli. Pensava troppo, ma doveva smettere di farlo. Così, liberata la mente da ogni pianificazione e calcolo, Christian mosse la sua bacchetta con un gesto quanto più istintivo possibile, così da far agire la sua impulsività, che in lui si nascondeva sospita. Ma l'effetto fu esattamente quello sperato: ce l'aveva fatta, e questo lo riempì d'orgoglio. Aveva faticato parecchio, si era arrabbiato e si era deluso, ma non aveva mai smesso di provare, provare e provare ancora. Come sempre, chi studia e lavora alla fine ottiene risultati.

    Ci sono riuscito, Signore .

    Si avvicinò così al suo Auror di riferimento per comunicargli di aver terminato con quell'esercizio e di essere pronto a passare al prossimo, qualsiasi fosse stato il momento in cui loro avessero deciso di proseguire.

     
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    Il primo tentativo nell'evocare l'Energia Difensiva risultò un fallimento e dalla bacchetta le uscì fuori uno spruzzo di deboli scintille. Anche quelle non avevano avuto il coraggio di mostrarsi in pieno, quasi la stessero deridendo e ci mancava che producessero pure il suono di una pernacchia per coronare quel momento.
    La sua immaginazione fantasticava fin troppo e perdersi a fissare la punta della bacchetta non serviva di certo a concentrarsi, come domandarsi dove aveva sbagliato. Tirò dunque un sospiro e si rimise all'opera, dandosi prima uno sguardo attorno per poter prendere esempio dagli altri.
    C'erano stati dei fallimenti qua e là, ma anche delle vittorie e per assistere ai propri errori si era persa come gli altri fossero riusciti. Comunque non provava invidia nei loro confronti, solo sincera ammirazione e questo le diede la carica per riprovarci ancora.
    Si mise in posizione e ripensò ai consigli, cercò di metabolizzare quello che aveva visto fare agli Auror con estrema naturalezza e i risultati dei suoi compagni a cui aveva assistito nella parte finale. Che cosa ne sarebbe uscito? Cosa avrebbe messo di suo?
    Solamente una cosa le era chiara: per evocare quel tipo di magia serviva tanta pratica e concentrazione, quindi non era preoccupata per questo. Non c'entrava nulla la paura di fallire, il potenziale o anche solamente la bravura a scuola. Sembrava più simile a qualcosa di istintivo, una reazione ad un pericolo - e senza il pericolo davanti poteva essere problematico. Forse per questo li avevano divisi in due gruppi? Era quella la reazione che speravano di ottenere?
    Una reazione alla paura. O almeno immaginarsela.
    Osservò il manichino che aveva davanti come se potesse provare ad attaccarla con la sua energia, producendo scintille simili alle sue. Dove si era nascosto il suo istinto di sopravvivenza? Doveva dimenticarsi di essere in un ambiente controllato e sicuro?
    Doveva cedere all'istinto?
    Così ci riprovò, cercando di replicare ad uno di quegli attacchi che le sembravano potesse finire a segno e così alzò la bacchetta per rispondere, riuscendo nell'incanto.
    Sgranò gli occhi per l'incredulità e fissò le sue stesse mani.

    Ci-ci sono riuscita.

    Lo pigolò così piano nel mezzo di un sorriso che si apriva sulle labbra.

     
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    Mentre il Carrington riprendeva fiato, osservava gli studenti intenti a tentare di padroneggiare l'Energia Magica Offensiva o Difensiva che fosse. Apprezzava che nessuno di loro si era perso d'animo, ma anzi ad ogni fallimento, proprio come aveva fatto lui, tentava di rialzarsi e provarci con più desiderio. Sapeva che come prima lezione sarebbe potuta sembrare un po' lenta, e il suo intento non era certo quello di emulare le lezioni, ma per iniziare gli era sembrato un modo coerente col tipo di club che aveva fondato. Ma presto avrebbe organizzato qualcosa di molto più dinamico.
    Le due ore erano comunque giunte al termine, e così l'incontro del club avrebbe dovuto fare lo stesso: il Serpeverde tornò al posto di prima e tentò di attirare l'attenzione dei presenti parlando con un tono di voce alto e chiaro.

    Direi che per oggi può bastare.

    Concesse loro il tempo di sferrare un'ultimo incantesimo o di riprendere fiato, poi li guardò uno ad uno negli occhi, come se potesse leggere i loro pensieri. Ma non poteva, ovviamente, anche se avrebbe pagato per poter essere certo di aver fatto una buona impressione e di essere sembrato abbastanza preparato per dirigere un club come quello. In caso contrario, ne era certo, sarebbe stato in grado di crescere mano a mano che Minerva cresceva, accompagnato di chi tra loro decidesse di continuare a seguirlo.

    Grazie a tutti voi per essere venuti, e ancora grazie anche all'Auror Gauthier e Barker.

    Detto questo congedò gli studenti e gli Auror, avendo premura di essere l'ultimo a lasciare la Stanza delle Necessità. Essendo per quei momenti una sua responsabilità non voleva che qualcuno facesse danni in sua assenza, perché era sicuro che la colpa sarebbe stata sua.
    Come prima volta non si poteva lamentare: gli studenti avevano partecipato attivamente e parevano essersi divertiti, e avevano inoltre avuto la possibilità di imparare qualcosa che non sarebbero più riusciti ad apprendere negli anni ad Hogwarts; un'occasione più unica che rara, insomma, direttamente offerta da lui. Adesso Christian era pronto a portare avanti quel progetto con impegno e serietà, perché una volta partito non avrebbe mai messo il freno.

    Grazie a tutti per la partecipazione! Restate aggiornati per il prossimo raduno... si alzeranno le bacchette -_-

    Recap: Florence, Christian e Jacob riescono ad apprendere l'energia magica, gli altri (solo chi ha effettivamente provato l'incantesimo) la conoscono solo a livello teorico. Potrete ruolare in qualsiasi momento per esercitarvi ed ottenerla definitivamente in scheda.


    Chiusa

     
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34 replies since 7/3/2023, 21:54   735 views
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