Minerva, raduno I

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    Serpeverde
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    Domenica 5 febbraio, ore 14:00



    Nell'ultimo periodo Minerva era stato il centro dei suoi pensieri. Ci aveva lavorato sodo, sia per ottenere tutti i permessi che per trovare il posto giusto dove svolgere i raduni, e adesso che era tutto pronto quasi non ci credeva. Aveva paura, una paura tale che se avesse potuto forse si sarebbe tirato indietro, perché era questo a cui la sua ansia lo costringeva: non riuscire a vivere nemmeno ciò che gli piaceva. Ma non lo fece, perché le energie impiegate valevano più di qualsiasi remora.
    Per quella prima lezione aveva deciso di farsi aiutare da due membri del corpo Auror che avevano accettato di fargli da supporto e con cui aveva avuto uno scambio epistolare esaustivo: ci teneva che sapessero esattamente cosa andavano a fare senza pretese, ché rispettava troppo il loro lavoro per potersi permettere di rubargli tempo inutile.
    Sapendo della rarità della Stanza delle Necessità, Christian aveva fissato come luogo di raduno per tutti i partecipanti il settimo piano della Scuola, così che potesse essere lui a guidarli nel luogo dove aveva intenzione di tenere il primo raduno del club e con ogni probabilità anche quelli successivi. Senza parlare più di tanto, e con i nove ragazzi e i due Auror alle spalle, il Carrington percorse l'intero corridoio fino ad arrivare al posto dove l'ultima volta si era mostrata a lui la Stanza; allo stesso modo anche quel pomeriggio un'imponente portone comparve sul muro, e lui ne varcò la soglia per primo, facendo cenno a tutti gli altri di seguirlo senza fare troppo rumore. L'interno era esattamente come lo ricordava: uno spazio grande e prevalentemente vuoto, con delle mezze colonne che pendevano dal soffitto, un camino nel centro della parete sul fondo, degli specchi agli angoli - su uno dei quali era appesa la fotografia lasciata dall'Esercito di Silente ormai decenni prima- e accalcati alle parete tanti manichini con cui avrebbero potuto esercitarsi.
    Christian arrivò al centro e si voltò, facendo cenno ai due Auror di seguirlo e di porsi uno alla sua destra e uno alla sua sinistra, come da accordi presi. Attese che ci fu silenzio, poi lo ruppe.

    Benvenuti a tutti. Vi ringrazio per essere venuti a questo primo incontro del club Minerva.

    La sua voce echeggiò, sembrando più forte di quello che era, e chi come Maxwell lo conosceva bene avrebbe potuto notare il suo continuo massaggiarsi da solo le mani per l'agitazione che in quel momento stava provando. Avrebbe voluto cominciare subito con il lavoro che aveva ideato, ma si sentiva quasi in dovere di spendere qualche parola su come e perché quel club era nato nella sua testa.

    Minerva vuole essere un luogo dove studiare ciò che piace e interessa davvero, che questo sia Erbologia, Pozioni o Incantesimi. Ma in un momento come questo, dove una neonata associazione vandalica mira a distruggere l'equilibrio qui a scuola, non posso che premere affinché diventi anche, se non soprattutto, un'occasione per imparare a duellare.

    Guardò uno ad uno gli studenti che si trovavano di fronte a lui, cercando di captarne i pensieri attraverso gli occhi. Mai come in quel momento avrebbe voluto essere un Legilimante, ma purtroppo non era nato con quel dono.

    Prima di me... di noi, altri hanno utilizzato quest'aula proprio a questo scopo: l'Esercito di Silente è nato qui da un gruppo di ragazzi che non erano niente più di quello che siamo noi oggi, quando la minaccia di Voldemort non era ancora presa seriamente. Ma non noi non faremo questo errore e ci prepareremo per tempo.

    La sua voce sapeva di determinazione, ché ciò che stava dicendo non solo lo credeva davvero, ma gli stava anche a cuore.
    Adesso, però, aveva decisamente parlato abbastanza, e, schiarendosi la voce, fece un passo indietro, così da fare esaltare le figure che fino a quel momento erano state al suo fianco.

    Ringrazio gli Auror Barker e Gauthier, che hanno gentilmente accettato di aiutarmi con questo primo incontro e di fare così anche da controllori, che la Preside ha imposto dopo ciò che è successo a Natale.
    Vi spiegherò cosa faremo una volta divisi in due gruppi.


    Forse qualcuno di loro si stava chiedendo come mai due Auror si trovassero in mezzo a studenti dai 15 ai 17 anni, e presto le loro domande avrebbero trovato risposta. Intanto, però, si dovevano dividere in due gruppi, come Christian gli aveva appena anticipato. Sempre che gli Auror non avessero qualcosa da dire, ché il fondatore aspettò qualche momento prima di proseguire apposta per sentire se volessero presentarsi adesso o se preferissero farlo in un secondo momento.

    Greengrass, Jones, Morgan, Shaw e Copper davanti all'Auror Barker.

    Fatto un passo di nuovo in avanti, con il braccio destro indicò l'Auror Barker, davanti cui si dovevano mettere i cinque ragazzi che aveva appena nominato.

    Wintersoul, Wharton, Hampton e Foster davanti all'Auror Gauthier. Io mi unirò a voi.

    Col braccio sinistro indicò invece l'Auror Gauthier, ma lui avrebbe atteso qualche momento prima di raggiungere i suoi compagni di gruppo. Prima doveva spiegare cos'avrebbero fatto, ma intanto gli voleva dare il tempo di sistemarsi.

    Benvenuti al primo raduno del club Minerva!
    Questa prima fase è solamente di introduzione: narrate l'arrivo nella Stanza delle Necessità guidati da Christian e la divisione in gruppi. Con la seconda fase entreremo nel vivo!
    P.S. vi è stato consigliato di venire vestiti comodi e precisato di portare la bacchetta.
    Scadenza indicativa: 12 marzo

    Recap dei gruppi:
    1. Con Augustus
    Jacob Jones
    Gideon G. Greengrass
    Maxwell Morgan
    Laurel Shaw
    Liam Cooper

    2. Con Gaspard
    Valerius Wintersoul
    Florence Diane Wharton
    Chelsea Hampton
    Thomas Foster
    Christian Carrington

    Gaspard Gauthier Augustus Barker Se volete potete unirvi già in questo turno, altrimenti liberi di fare al prossimo!

    Sappiate che vi è possibile, qualora non l'aveste già trovata, ricordare l'ubicazione della Stanza delle Necessità lanciando un dado a quattro facce con 1 come esito positivo. Se avete fortuna, scrivetelo nello spoiler del vostro post ed io a fine role avvertirò il Narratore. Attenzione che si può fare soltanto una volta in tutta la role!

    Per qualsiasi cosa, mi trovate via mp o su Telegram :3
     
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    Grifondoro
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    Quella domenica Jacob si era alzato di buonumore, perché quello sarebbe stato il giorno in cui si sarebbe finalmente passati all’azione. Per troppo tempo avevano subito le ingiustizie degli Alfieri Rossi che, seppur in momenti precisi e ben studiati, avevano dato del filo da torcere nelle occasioni che avrebbero dovuto ricordare con piacere, e che invece avevano trasformato in un vero incubo.
    Quando Jacob aveva letto l’annuncio affisso in bacheca riguardo all’apertura del Club Minerva, con a capo niente di meno che Carrington, il Grifondoro non ci aveva pensato due volte prima di firmare e mettere nero su bianco le sue volontà di combattere quel male che infestava il castello.
    Non avevano ancora avuto nessuna notizia sui volti dei possibili membri di quel gruppo di decerebrati che si battevano per qualcosa che non aveva nemmeno capito. Era sua intenzione fare luce sui piani di quei codardi che si celavano dietro delle maschere orrende, tuttavia non poteva escludere che qualsiasi membro dell’Ordine, forse addirittura Carrington, potesse fare da spia e infiltrarsi nel gruppo degli iscritti al club, rovinando le loro strategie vincenti. Quello era un punto che aveva intenzione di sollevare il prima possibile, magari prendendo Christian in disparte non appena ne avrebbe avuto l’occasione. Non voleva certo rovinargli l’apertura del club, anche perché sembrava tenerci molto.

    Un sorriso compiaciuto prese forma sulle labbra di Jacob quando arrivarono davanti alla Stanza delle Necessità. Anche lui aveva già avuto modo di visitarla, ed era lì che nascondeva i suoi aggeggi migliori, così da non passare dei guai nel caso in cui ci fosse stata una perquisizione nei Dormitori. Era severamente vietato dal regolamento scolastico introdurre nel castello Frisbee Zannuti e quant’altro.

    Conoscevi questa stanza, Liam?

    Chiese al ragazzo di Serpeverde mentre facevano il loro ingresso. Per soddisfare le esigenze del club, la stanza si era trasformata in una vera e propria arena da combattimento, con annessi dei manichini per fare pratica. Notò subito una foto che ritraeva l’Esercito di Silente, con le facce di Harry Potter e i suoi inseparabili amici, tra cui l’attuale Ministra, Hermione Granger.
    Posò lo sguardo proprio sull’allora giovane mago più famoso di tutti i tempi.

    È da un po’ che Potter non si vede in giro, vero? Dicono sia in missione...

    Ed era tutto quello che sapevano su Potter, al momento. Non che seguisse troppo le notizie che si succedevano spietatamente giorno dopo giorno, tra Centauri impazziti, Unicorni morti e quant’altro, ma tutti avevano potuto notare l’assenza di Harry Potter dalla scena pubblica. Neanche uno straccio di articolo su cosa stesse facendo al momento, niente di niente.
    Una volta che tutti gli studenti furono entrati e le porte della stanza si sigillarono, Christian prese la parola. Un discorso ben fatto, niente da ridire, sebbene la presenza dei due Auror, lì, mettesse jacob un po’ in soggezione. In generale le forze dell’ordine lo avevano sempre messo in soggezione, non sapeva bene il perché, ma l’idea di dover praticare incantesimi con i due uomini in un certo modo gli metteva un po’ di ansia da prestazione. Ma erano dei professionisti, chi meglio di loro per poter apprendere i trucchi del mestiere?
    Bacchetta alla mano, Jacob si sistemò col resto della sua squadra insieme a Barker, impaziente di iniziare.
     
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    Serpeverde
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    Aveva rimuginato per lungo tempo - e per tutta quella mattina, in effetti - per capire se fosse opportuno o meno che presenziasse a quel primo incontro del club che faceva capo a Christian. Ben poco aveva a che vedere con Minerva e con quelle che erano le intenzioni di quei ritrovi, a dirla tutta, ed anzi le ragioni di quell'indugiare fino all'ultimo erano esclusivamente personali e dettate da settimane tanto irrequiete quanto difficili. Alla fine, però, aveva deciso di seguire quella che sembrava essere la strada con il maggior numero di pro; da oltre un mese non poteva usare la bacchetta nel modo in cui si era abituato, e nella migliore delle ipotesi, cosa che sperava fortemente, quel pomeriggio avrebbero potuto invece fare finalmente qualcosa di pratico e concreto, di magico, addirittura - e quanto in quel periodo Maxwell avesse intensamente bisogno di lanciare schiantesimi non era più neanche tanto un mistero. In secondo luogo, sapeva bene e ricordava quanto quel club fosse importante per Christian, e difficilmente si sarebbe perdonato un'assenza in un momento del genere; il primo incontro ufficiale, il frutto di tanto impegno, senza contare poi che stare in mezzo ed interagire con gruppi numerosi non erano mai state situazioni troppo congeniali per l'altro Serpeverde, e se fosse stato al suo posto si sarebbe sentito sollevato nell'averlo lì, nonostante tutto. E così aveva raccolto l'invito di mettersi comodo, abbandonando la solita divisa per qualcosa di più leggero e adatto all'incontro, trovandosi assieme ad altri studenti ed al paio di adulti che li accompagnavano all'orario stabilito. Ovviamente troppo distratto a pensare ai suoi patemi d'animo per fare anche solo un minimo di attenzione alla strada che stavano percorrendo, si destò dalla sua aria ancora più assorta e confusa del solito solo quando lo scenario attorno era ormai cambiato, e dai corridoi si era giunti ad una Stanza molto particolare. Ebbe giusto il tempo di qualche occhiata attorno prima di studiare un po' meglio le due figure degli Auror che erano lì con loro - giusto perchè era un fatto piuttosto eccezionale - e finì poi ad ascoltare Christian al suo prendere parola per argomentare il perchè fossero lì tutti quanti ed il che cosa ne sarebbe stato di quell'incontro. Lo ascoltava, indubbiamente, senza però dedicare chissà quanta attenzione alle parole dell'amico; era concentrato su altro, spostava gli occhi sui suoi gesti, che sembravano rispondere ad alcune delle silenziose domande che Maxwell si poneva, ed anche sui volti degli altri studenti presenti, neanche potesse sondare così la superficie delle loro reazioni. Non disse nulla, ovviamente, al termine delle indicazioni che avevano ricevuto; si limitò a guardare dapprima Christian, perchè anche se non si prese la briga di dirglielo a voce era importante che sapesse che stava andando piuttosto bene, e poi si mosse verso Augustus, fermandosi di fronte all'Auror ed affiancandosi agli altri quattro compagni. C'erano, con lui, ben due concasati, il Serpeverde simpatico e quello antipatico, oltre al Grifondoro che gli sapeva un po' di prezzemolino ed alla Corvonero di cui, invece, sapeva poco e niente. In altre circostanze avrebbe certamente avuto slanci di socialità maggiori, ma essere teenager ha il grande vantaggio di poter restare zitti ed imbronciati senza dover necessariamente giustificare il perchè - e così restò.
     
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    Tra tutte le esperienze clandestine, a cui Laurel poteva aderire, non si sarebbe mai immaginata di ritrovarsi in un contesto dove i duelli erano il soggetto principale del club.
    Non era mai stata una grande fan dei combattimenti, ma in fin dei conti sarebbe stata disposta a compiere questo sacrificio per sconfiggere definitivamente gli Alfieri Rossi ed onorare, di conseguenza, la memoria del suo defunto padre.

    Durante la preparazione su come si sarebbe vestita, sapeva che avrebbe dovuto indossare qualcosa di comodo visto il contesto alquanto dinamico, e per quanto non era da lei apparire semplice di fronte alle altre persone, decise di rassegnarsi e mettersi quello di cui più comodo aveva.
    Presa la bacchetta, iniziò a dirigersi verso il luogo d'incontro, non era minimamente informata di chi avrebbe partecipato a questa attività, ma non le interessava poi così tanto, visto che vi erano delle reali ragioni per la quale focalizzarsi, senza parlare di cosa ha mangiato ieri giusto per fare conversazione.
    Indubbiamente sapeva, però, l'identità del fondatore, Carrington, sulla quale non poteva che dimostrare profonda stima per aver scelto di creare una causa che in pochi sarebbero stati disposti ad affrontare, con tutte le difficoltà del caso in mezzo al loro cammino.
    La presenza dei due auror, invece, le trasmetteva diverse sensazioni contrastanti, soprattutto sapendo quanto il padre era dedito a quel lavoro, perdendo addirittura la vita, durante una battaglia.
    Non aveva mai capito cosa spingesse queste persone ad intraprendere un lavoro così rischioso, magari per un senso di giustizia o per semplice vendetta, ma infine non poteva addentrarsi più di tanto all'interno dell'argomento, anche perché ormai stavano entrando nel vivo dell'incontro, una volta raggiunta una stanza che trasmetteva un aura molto misteriosa.
    Fu poco interessata alla situazione di Potter, forse era fin troppo focalizzata sui suoi pensieri, ma dentro di sé era convinta che prima o poi quel volto sarebbe rispuntato da una giorno all'altro sconvolgendo magari il mondo.
    Tuttavia, un discorso molto interessante fu quello di Christian, in quanto non aveva minimamente idea di cosa avrebbero imparato in quel momento, infatti, tutto era rimasto praticamente nascosto e non vi furono moltissimi dettagli precisi sul succo dell'incontro.

    Diamo inizio alle danze allora.

    Era mentalmente preparata verso quello che avrebbero dovuto affrontare, o almeno ne aveva la convinzione, e poco dopo si divise con il suo gruppo vedendo alcune persone parlare tra di loro mentre altri preferivano il silenzio.
    Laurel si ritrovò anch'essa ad optare per la seconda scelta, in quanto non si sentiva nel contesto giusto per permettersi qualche frivolezza.
     
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    Aveva visto film e letto libri nei quali dei semplici ragazzini formavano una squadra per sconfiggere il male ed era effettivamente quello il motivo per cui quel giorno si era alzato veramente carico con tantissima voglia di dimostrare agli Alfieri che esistevano anche altri studenti dotati di coraggio. Si era iscritto al club Minerva solo per quel motivo: far parte della ribellione verso una neonata organizzazione che stava dando tantissimi problemi ad Hogwarts. Liam era stato attaccato senza avere possibilità di scelta, un po' com'era successo a tutti gli studenti non Purosangue, e questa cosa l'aveva ucciso moralmente, essere discriminato per le sue origini era la cosa peggiore che gli potesse succedere, ma non si era abbattuto, non sarebbe stato da Liam, aveva semplicemente aumentato la voglia di sconfiggere quel pericolo che ormai da mesi stava attaccando la sua scuola, la sua casa. Si era messo un pantalone della tuta grigio, una maglietta nera ed il suo solito berretto, questa volta nero e bianco.
    Camminava insieme a tutto il gruppo, spalla a spalla con Jacob, ragazzo col quale aveva legato ormai da diversi mesi, i due erano molto diversi ma funzionavano bene insieme.

    In realtà no Jacob, e tu?

    La Stanza delle Necessità era ciò che più voleva, perché avere un posto nel quale avrebbe potuto trovare quello che gli serviva sarebbe stato un lusso che non poteva non permettersi. Erano sette anni che, in modo molto tranquillo e senza alcuna ricerca assidua, provava a memorizzarne la posizione, ma la stanza non era per tutti e solo alcuni avrebbero avuto il lusso di poterne sapere la posizione.

    Siamo la ribellione

    Lo disse non con tono di voce basso, solo chi si fosse trovato proprio accanto a lui avrebbe potuto sentire le sue parole, ché interrompere il ragazzo per un'affermazione di così poco conto non gli sembrava il caso. Non vedeva l'ora di iniziare e le troppe parole di Christian lo stavano spazientendo, ben presto avrebbe ritrovato la gioia nel lanciare un'incantesimo offensivo, cosa che ormai gli mancava dalle vacanze di Natale. Non poter usare ciò che lo rendeva speciale rispetto a tutto il resto del mondo lo demoralizzava, oltre che lo portava a pensare quanto fosse una cazzata quella scelta perché era come negare ai babbani l'ossigeno, i maghi vivevano di magia, era ciò che li portava avanti e che li rendeva unici.

    L'esercito di Minerva, allora...

    L'idea era stata incredibilmente copiata da Harry Potter, ma ciò non rendeva meno nobile la causa, anzi, provare un qualcosa che non si faceva da più di trent'anni era una scelta coraggiosa, e non solo di Christian, ma di tutti coloro che si erano messi in gioco per quell'impresa. Nei suoi sogni immaginava un duello vero e proprio tra quel gruppo e gli Alfieri, vi erano diversi maghi abili tra i buoni e perciò era convinto che avrebbero vinto, senza troppa fatica.
    Vennero smistati in gruppo, il suo Auror sarebbe stato Augustus Barker ed i suoi compagni gli piacevano, eccetto uno, Gideon avrebbe avuto ciò che si meritava e se ne avesse avuto l'occasione sarebbe successo proprio lì, non poteva dimenticare ciò che era successo nel treno il primo giorno di scuola, quando il ragazzo del quinto anno aveva tradito Hogwarts per gli Aflieri, purtroppo non ne poteva essere sicuro ma tutto faceva pensare a lui, il colpo gli era arrivato dalle spalle ma siccome vi erano solo loro in quel vagone, o almeno solo loro erano in grado di muoversi dato che Arizona era stata appena ferita, non aveva tanti dubbi, avrebbe avuto un confronto col ragazzo e ormai non si poteva più aspettare.

    Speriamo, anche se secondo me c'è qualcosa di strano sotto, è una scomparsa troppo strana per uno come lui

    Di Potter si sapeva poco, nulla in realtà, dato che ormai il suo nome non appariva più su nessuna testata giornalistica, non veniva più fotografato in giro e nemmeno visto per il mondo magico, secondo Liam si trovava in una missione segreta alla quale aveva preso parte da solo, magari come infiltrato, e perciò era scomparso da ogni radar.

    E se gli Alfieri non si limitassero ad agire solo dentro Hogwarts? Se i ragazzi dietro le maschere fossero soltanto i figli di adulti con le stesse idee e intenzioni?

    Disse a Jacob ma in realtà la domanda era per tutti componenti del suo gruppo, anche per Augustus Barker che probabilmente non aveva la voglia di rispondere a domande di uno studente mentre stava lavorando, perché quello era considerabile lavoro secondo lui...
    Jacob Jones Gideon G. Greengrass Laurel Shaw Maxwell Morgan Augustus Barker
     
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    L'idea di Christain Carrington di creare un club per duellanti era stata apprezzata dalla Grifondoro, che con grande entusiasmo si era iscritta senza stare troppo a pensarci sopra. Non conosceva Christian e non ci aveva mai parlato, ma era certa che prima o poi gli avrebbe fatto i complimenti per l'iniziativa, lei che non vedeva l'ora di duellare e, oltre ad apprendere qualcosa per cui si sentiva portata, non vedeva pure l'ora di capire quanto fosse portata al duello effettivamente.
    Ci teneva a difendersi, specie dopo gli accadimenti sul treno e alla festa di Natale, ma una come Florence non accettava le cose passivamente, anzi agiva molto d'istinto - e magari imparare a duellare le sarebbe servito anche per mantenere un po' di autocontrollo qualche volta. Non sarebbe stato male averlo qualche tempo prima, quando aveva tolto la vita a delle piantine per pura ripicca e gelosia. Magari certe cose sarebbero andate diversamente.
    Una volta arrivata nel posto grazie ad un gruppetto di studenti ai quali si era affiliata per ritrovare la Stanza delle Necessità, si mise un po' in disparte, ma alla vista dei due Auror presenti i suoi occhi si sgranarono appena. Li guardava con curiosità e ammirazione allo stesso tempo, cercando di seguire il discorso di Christian senza distrarsi troppo e diede un'occhiata tutto attorno quando il Serpeverde nominò l'Esercito di Silente.
    Sapeva che Hogwarts fosse un posto magico, ma nulla lo era come quell'aula in particolare. Lì Harry Potter e i suoi amici e compagni avevano appreso incantesimi di difesa, ma era solo una delle cose accadute lì dentro che ricordava. Adorava studiare Storia della Magia, per una Nata Babbana come lei non c'era niente di più affascinante che scoprire le vicende dei maghi.
    Seguì poi la divisione dei gruppi e si diresse nello stesso gruppo di Christian con un grugno in faccia. C'era Thomas Foster nella stessa divisione e la cosa era palese non le piacesse, ma se la fece andare bene. Si sistemò e attese istruzioni in silenzio.
     
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    Hogwarts era una cattedrale: imperiosa e aspra, lugubre e magnifica. Nelle differenze tra quel castello scozzese e la residenza di Beauxbatons Gaspard vedeva il riflesso di tutte le divergenze fra Inghilterra e Francia, inglesi e francesi e le rispettive culture.
    Sulle mura del castello gli pareva ancora di intravedere le fiamme che decenni prima avevano cercato di strapparlo via dal suolo e ridurlo a un simulacro di morte: era la prima volta che faceva ritorno a Hogwarts dopo averla difesa nella battaglia finale contro Voldemort e i suoi seguaci ed era come se il tempo si fosse fermato lì, artigliato dalle urla di chi aveva resistito, anche a costo della propria vita.
    Eppure la storia era andata avanti e generazioni nuove e sempre più verdi la attraversavano con la naturalezza di chi poteva camminare su quella pietra ignaro della devastazione che l'aveva spaccata.
    Christian Carrington gli pareva il più virgulto tra tutti: verde di certo, fiero della sua casa di Serpeverde, intenzioni da comandante, parlata sicura ed emozionale. Gaspard lo osservò per tutto il suo discorso introduttivo con l'attenzione che si riserva a un fenomeno interessante e misterioso, come a suo modo erano per lui dei ragazzi così tanto più giovani di lui, ormai. Aveva accettato la proposta per un profondo senso civico, in prima battuta: tempi complessi richiedevano menti sveglie e attente e la caduta dello Statuto di Segretezza poteva rivelarsi, paradossalmente, una ragione per dover ricorrere alla magia più spesso che in passato.

    Wintersoul, Wharton, Hampton, Foster.

    Uno ad uno, Gaspard ripeté i cognomi dei membri del suo gruppo, passando in rassegna i loro volti.

    E Carrington.

    L'ultimo, a quel punto, non aveva bisogno di presentazioni.
    L'Auror teneva le braccia dietro la schiena, impugnando la bacchetta con la mano mancina, e il suo polso con l'altra. E fu in quell'istante che un'idea balenò nella sua mente. L'atmosfera era rilassata e ordinata e Gaspard non aveva aperto bocca se non per ripetere una lista. Nessuno aveva ancora imparato niente e loro, lui e Barker, non avevano ancora insegnato niente. Fu un movimento improvviso, degli occhi prima che delle dita.

    Accio manichino.

    Non un filo di voce, ma un'intenzione precisissima che la sua bacchetta esperta non avrebbe faticato ad ascoltare ed esaudire. Uno dei fantocci ai margini della sala, dalla parte opposta, si sarebbe mosso con grande urgenza, dirigendosi verso il loro gruppo a gran velocità. Cosa sarebbe accaduto di lì a qualche istante avrebbe detto molto, a Gaspard, sulle prospettive di quell'esperienza.

    Gaspard usa Accio non verbale su un manichino per attirarlo a gran velocità sul suo gruppo e testare a sorpresa i loro riflessi.
     
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    Bambini esaltati con la convinzione di poter fare davvero qualcosa di utile, di poter davvero sconfiggere gli Alfieri Rossi, quello erano gli iscritti al club di Minerva che, per un piano così stupido e fantasioso, doveva per forza avere un capo stupido, e perciò il primo indicato a poterne essere il leader era niente di meno che Carrinson. Quello era il modo in cui lo chiamava da ormai diversi mesi, da quando Lumacorno dimostrò quanto fosse di basso conto per lui, tanto che non ne sapeva nemmeno il cognome, il fatto che invece Foster era ben conosciuto dall'ex-vicepreside era una cosa di cui andava molto fiero, l'ennesima in cui aveva battuto il ragazzo. Dalle parole del ragazzo, dal suo modo di fare e dalle sue espressione aveva paura che pensasse di poter comandare su ciò che avrebbe fatto Thomas, perché in quel caso si sbagliava totalmente, avrebbe partecipato alle attività ma non avrebbe accettato consigli da un ragazzo che aveva facilmente battuto. Ciò che riconosceva a Carrinson era la convinzione che aveva nel fare le cose, perché nonostante fosse stupido, era davvero stimabile la sua voglia di cambiare le cose, di provare a rendere il loro mondo un posto migliore, purtroppo però il ragazzo viveva in un mondo fatto di acrobaleni ed unicorni, un mondo utopico che chiaramente esisteva solo nell'immaginazione, purtroppo per lui, infatti, nel mondo reale non era sempre il bene a trionfare sul male, non sarebbe stata per forza Hogwarts a vincere contro l'organizzazione degli Alfieri, organizzazione che chiaramente piaceva moltissimo al ragazzo siccome ne condivideva gli ideali. Quel gruppo era composto da maghi scadenti, mediocri, che avrebbe potuto mandare al tappeto in una velocissima frazione di secondo e che in parte conosceva bene, alcuni già li aveva battuti, altri li aveva solo visti duellare ed era assolutamente certo di ciò che pensava: era il migliore e su quello non aveva il minimo dubbio. In mezzo agli scarti era lì, ma non per imparare da due Auror che sicuramente ne sapevano più di lui, ma perché per diventare uno degli Alfieri Rossi avrebbe dovuto fare tanto, passare delle informazioni riguardo ciò che stavano facendo in quella stanza di certo avrebbe aiutato, e avrebbe anche dimostrato una grande fedeltà rispetto alla sua ideologia, riguardo ai suoi ideali.

    Che gioia...

    Era in gruppo con Carrinson, e sarebbe stato un bene, avrebbe potuto umiliarlo per la seconda volta. Gli altri partecipanti del gruppo non gli stavano simpatici, anche perché erano poche le persone che gli andavano a genio dato che, con la maggior parte degli studenti, aveva avuto un qualche litigio di qualsiasi tipo. Alcuni li riteneva più validi di altri per via di ciò che vedeva durante le lezioni ed i vari duelli fatti, ora che la magia non era permessa di sicuro aveva arrugginito qualcuno, forse compreso lui.
     
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    Il manichino appellato silenziosamente dall'Auror Gaspard Gauthier si scosse all'improvviso e partì all'impazzata per raggiungere la bacchetta che l'aveva richiamato: ci sarebbe voluto un secondo, forse due, prima che trovasse sulla sua strada un ignaro Valerius Wintersoul. Se ne sarebbe accorto in tempo?

    Lancio di dadi: X
    Il manichino di Gaspard cerca di raggiungerlo ma è ostacolato dalla presenza di Valerius, che sta per essere travolto: potete rendervi tutti conto autoconclusivamente che si sta avvicinando e difendere Valerius (o Valerius se stesso) entro 24 ore da adesso, altrimenti verrà colpito se nessuno ferma il manichino.

    Gideon G. Greengrass Jacob Jones Maxwell Morgan Laurel Shaw Liam Cooper Florence Diane Wharton Chelsea Hampton Thomas Foster Augustus Barker Christian Carrington
     
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    Grifondoro
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    Cosa? Davvero? Tu non eri a conoscenza di questa stanza?

    Sorrise a Liam, per poi spalancare le labbra per mostrare la sua incredulità al sentire la rivelazione del Serpeverde. Jacob l’aveva scoperta per puro caso, e molto probabilmente non esisteva un altro posto simile in tutto il castello. Semplicemente si era ritrovato a girovagare per quelle parti del castello, con in mente un bisogno ben preciso, e la porta gli era apparsa dal nulla, proprio quando più ne aveva avuto bisogno. Il castello era pieno zeppo di segreti che non aspettavano altro che essere scoperti dai più temerari. Gli venne in mente anche quella volta in cui aveva scoperto una porta segreta di un dipinto di natura morta insieme a Joel, ma non erano mai riusciti a capire come aprirla, e il pensiero di non essere ancora riuscito ad aprire quella porta lo tormentava ogni notte. Difficilmente si preoccupava di qualcosa, il più delle volte aveva la testa per aria, ma quando sapeva di essere a un passo dalla soluzione per scoprire qualcosa di nuovo, allora poteva stare certo di non passare notti tranquille fino a quando non avrebbe svelato il mistero.

    Qui in mezzo deve esserci necessariamente almeno un Alfiere Rosso. Sarebbero stupidi a non essersi iscritti a questo club che nasce proprio per contrastarli.

    Pensò tra sé e sé, assumendo tutto ciò come dato di fatto. Il Club Minerva era nato con quell’intento, e non si sarebbe stupito della presenza di qualche talpa tra le fila di studenti che avevano aderito a quella nobile causa.
    Scrutò uno per uno tutti i membri, passando in rassegna i compagni di Casa, gli altri studenti del suo stesso anno e quelli degli altri anni con cui aveva naturalmente meno confidenza. Il solo pensiero che qualcuno tra loro, gente che vedeva tutti i giorni e con cui interagiva in maniera più o meno amichevole, potesse far parte di quella setta di criminali, gli faceva ribollire il sangue nelle vene.
    E forse fu proprio per questa sensazione di “disagio” che si mise in allerta, come si aspettasse che da un momento all’altro qualcuno avrebbe fatto una mossa sconsiderata per mandare un segnale chiaro e diretto a tutti coloro che osavano ribellarsi contro l’Ordine degli Alfieri Rossi.

    Non ci mise molto ad accorgersi che un manichino si stava avvicinando con una certa velocità a un malcapitato Valerius. Levò presto il braccio a mezz’aria, puntando la sua bacchetta contro il manichino che sembrava essere stato richiamato da una forza invisibile. Se non lo avesse fermato in tempo, si sarebbe sicuramente schiantato contro il Corvonero.

    Reducio!

    Scandì la formula, nel tentativo di diminuire le dimensioni del manichino e renderlo essenzialmente innocuo in un eventuale impatto.
    Il Narratore, Jacob tenta di usare Reducio contro il manichino
     
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    “Fatti non foste a viver come bruti, ma per seguir virtute e canoscenza”: così recitava la locandina del club Minerva, ed era stata proprio quella frase a dare a Valerius un motivo per iscriversi. Tanto più perché da più di un mese ormai l’utilizzo della magia a scuola era stato sottoposto a severe restrizioni, Minerva si prospettava come occasione privilegiata per apprendere e acquisire conoscenze nel modo a lui più congeniale: la pratica. Quanto all’acquisire dimestichezza nell’arte del duello, obiettivo prioritario del club al pari della mera conoscenza, da mesi ormai si era palesata come precauzione necessaria, sebbene Valerius non nutrisse particolare interesse per gli scontri diretti.
    Fu con estrema curiosità che quella domenica pomeriggio si recò sul luogo dell’appuntamento per il primo incontro seguendo alla lettera le indicazioni di Christian Carrington, rendendosi conto soltanto dopo aver varcato la soglia della stanza di non avere prestato attenzione al come fossero giunti davanti a quella porta, intento com’era a immaginare cosa avrebbero fatto nelle prossime ore. Aveva sentito parlare della Stanza delle Necessità, ma in sette anni non era mai riuscito a trovarla e, a dirla tutta, non si era mai preoccupato di cercarla veramente. Ora che si trovava al suo interno, però, tutto ciò che riuscì a domandarsi era che forma avrebbe assunto la stanza se avesse dovuto rispondere alle sue, di necessità. Si guardava intorno senza prestare troppa attenzione ai dettagli, chiedendosi se le dimensioni sarebbero rimaste le stesse, che tipo di arredamento avrebbe potuto trovare e se sarebbe stata più accogliente e confortevole di come appariva adesso, occupata soltanto da attrezzature da addestramento su cui i suoi occhi, per il momento, non si stavano soffermando. Preso com’era da quell’aria sognante, prestò attenzione alle fattezze dei due Auror che li accompagnavano soltanto quando Christian indicò a lui e ad altri tre compagni di posizionarsi di fronte all’uomo dalla pelle scura, annuendo compiaciuto nel realizzare che, tra i due adulti, era proprio Gauthier quello che gli ispirava più fiducia, con quell’aria austera e intelligente. Valerius lo stava studiando con interesse, tornando con i piedi per terra mentre attendeva istruzioni sulle attività da svolgere, quando avvertì un movimento alle sue spalle e la sensazione che stesse accadendo qualcosa di inaspettato. Non fece in tempo a voltarsi che già qualcun altro - Jacob Jones - aveva deciso di intervenire, e nel momento in cui udì il Grifondoro pronunciare con urgenza un incantesimo realizzò che qualcosa di grosso si stava dirigendo rapidamente proprio verso di lui. Un manichino. Sì, era un manichino, e per qualche motivo aveva puntato proprio lui e stava per investirlo in pieno. D’istinto tirò indietro il busto come per scostarsi parzialmente dalla traiettoria, mentre altrettanto istintivamente puntava la bacchetta sul manichino proprio mentre questo lo raggiungeva.

    Immobilus!

    E nel dubbio di aver agito comunque troppo tardi, a una frazione di secondo dall’impatto, chiuse gli occhi.

    Dado sfortunato
    Il Narratore • fai stare fermo quel coso!
    Jacob Jones mio eroe <3
     
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    Il manichino appellato da Gaspard Gauthier, lanciato a tutta velocità contro l'ignaro gruppo di studenti fu contrastato dai riflessi pronti di Jacob Jones e dal suo Recudio: il fantoccio prima si restrinse drammaticamente alle dimensioni di un giocattolo, poi fu completamente arrestato dall'Immobilus di Valerius Wintersoul. Per qualche minuto, senza intervenire oltre, se ne sarebbe stato buono a un passo dalla tibia del Corvonero del settimo anno.

    Il manichino si riduce e si ferma: in base al lancio di dadi previsto, resterà fermo per 2 post di Valerius, se nessuno interviene prima.
     
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    Augustus arrivò ad Hogwarts senza particolari aspettative.
    Non ci mise molto a trovare la via per la Stanza delle Necessità, invadendo le sue difese con appena un cenno del capo in direzione dei presenti, preferendo fin da subito la parete di una delle mura per poggiarvi pigramente la schiena in attesa dell'inizio di quell'incontro.
    Apprezzava che gli studenti volessero allenarsi oltre l'orario scolastico - qualcosa che lui non avrebbe mai fatto volentieri alla loro età -, e che la materia in questione fosse proprio Difesa Contro le Arti Oscure era la ciliegina sulla torta.
    Non aveva deciso niente per quel giorno: sapeva soltanto cosa avrebbe dovuto fare, ma il modo in cui farlo lo avrebbe stabilito strada facendo. Ad esempio, quando Gauthier provò a testare i riflessi degli studenti, Augustus osservò pensieroso la scena a seguire, chiedendosi se non avesse dovuto fare anche lui qualcosa per rendere ben più spettacolare il suo ingresso: sotto gli abiti da Auror batteva ancora un cuore Grifondoro, dopotutto.
    Così, senza rifletterci oltre, puntò silenziosamente la bacchetta verso un bersaglio prestabilito che però no, non era nessuno dei suoi studenti: Gaspard Gauthier avrebbe dovuto dimostrare all'intera platea di avere lui per primo i riflessi pronti, e difendersi da alcuni lacci incantati che Augustus avrebbe provato ad evocare fra le sue gambe per farlo inciampare e cadere per terra.
    Doveva ammettere che il pensiero lo esaltava oltre l'insegnamento indiretto dato agli studenti, contento di veder cadere quel tronfio di un auror per terra letteralmente come un salame, speranzoso in una risata collettiva da parte dei presenti, o, ancor meglio, nella rabbia di Gaspard.
    Augustus non aveva nulla contro l'uomo; ciò che lo animava era la convinzione che nel corpo Auror ci fosse già una primadonna di troppo, Augustus stesso.
    Era ancora poggiato al muro e in disparte quando puntò la bacchetta verso Gauthier, lasciando che a pronunciare la formula magica fossero soltanto i suoi pensieri, abbandonandosi all'arte della Trasfigurazione nella quale eccelleva.

    Cadit.
     
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    Augustus agì nell'ombra, colpendo il collega alle spalle che, nonostante il suo buon sesto senso, subì comunque gli effetti di un incantesimo che di certo non si sarebbe aspettato di veder ricevere da un suo pari ed in un contesto come quello: dal catalizzatore prese forma un laccio che andò a stringersi attorno alle gambe di Gaspard, costringendolo a perdere l'equilibrio e a cadere per terra davanti l'intera platea.
    Si trattava di un incantesimo piuttosto semplice da annullare: sarebbe stato altrettanto semplice per lui accettare di avere subito un tale colpo?



    Lancio di dadi qui.

    Gaspard perde 1 Destrezza e 1 Fatica per 2 suoi post oppure finché non si libera/non viene liberato dai lacci.
    Ricordiamo che essi spariscono utilizzando un Reparifarge con più Forza di Cadit, con una nuova trasfigurazione oppure con lo scorrere del tempo.

    Malus attuali: 1 Destrezza e 1 Fatica
    Gaspard: -0,5 Fatica;
    Augustus: -0,5 Fatica
     
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    Vedere quante persone avevano deciso di unirsi a lui gli fece bene al cuore, un bene di cui in quel momento aveva un disperato bisogno. La sua famiglia cadeva a pezzi ogni anno che passava di più da quando suo fratello aveva deciso di togliersi la vita, non parlava praticamente più col suo migliore amico e con l'imminente arrivo degli esami G.U.F.O. i suoi attacchi di panico erano sempre più frequenti. Quella stessa notte si era svegliato alle tre del mattino e non era più riuscito a chiudere occhio, ché provava uno spiacevole senso di nausea nel sentire tutto ciò che lo circondava cadergli letteralmente addosso, come fosse l'ipocentro di un terremoto.
    Ma Minerva rappresentava il suo riscatto, l'ancora a cui aggrapparsi. Perché, come al solito, quando qualcosa non rientrava e il puzzle che era la sua vita perdeva dei pezzi, spettava a lui e a lui soltanto cercarli e tappare i buchi. Era stato educato così fin da bambino, a caversela da solo, quindi nemmeno sapeva potesse esistere una realtà diversa. E negli occhi di chi lo aveva seguito in quel progetto vedeva di non essere soltanto uno stronzo che guardava tutti dall'alto al basso, di non essere solo uno studente che si applicava particolarmente nello studio, di non essere solo il figlio ricco di un'importante famiglia Purosangue, ma che sotto a quelle superficialità ci fosse dell'altro; persino lui doveva ancora capire cosa, ma lo avrebbe fatto presto e quello era un primo, piccolo passo per iniziare.
    Col cuore in gola per l'agitazione, dopo il suo discorso iniziale attese qualche momento per vedere se qualcuno avesse qualche domanda da porre o qualche commento da fare. Liam Cooper fu il primo a parlare, definendo quel club come l'Esercito di Minerva. Si aspettava che qualcuno potesse fare quel collegamento, ma l'idea di essere preso per un copione - sebbene non ci fosse niente di male - irritava il suo orgoglio.

    Minerva non vuole emulare l'Esercito di Silente, soprattutto nella sua illegalità. Il nome è preso dalla dea romana del sapere, sia pratico che teorico, che perfettamente si addice a ciò di cui questo club si occupa. Che sia anche il nome della Preside in carica la ritengo una fortuita coincidenza.

    Spiegò quella che di fatto era una verità, ché Christian aveva studiato molto l'epica e le sue figure magiche come Circe o gli dei dell'Olimpo, ed era proprio così che aveva avuto l'ispirazione per il nome. Poi che a farglielo scegliere in via definitiva avesse contribuito anche il desiderio di omaggiare la Preside McGranitt, che lui stimava in modo particolare, era anche vero.
    Di nuovo fu Liam a prendere la parola, ipotizzando che in un futuro il pericolo degli Alfieri potesse estendersi anche oltre le mura di Hogwarts. Che fosse concreto o meno, tuttavia, gli studenti non potevano che occuparsi soltanto di cose da studenti, ché al mondo degli adulti ci avrebbero pensato altre figure molto più capaci, e due di loro si trovavano in quella stanza con lui.

    In tal caso se ne occuperanno persone competenti come l'Auror Gauthier e l'Auror Barker. Ciò che noi possiamo fare si limita a sfruttare quanto più ci è possibile gli insegnamenti che Hogwarts ci offre.

    Tentò di chiudere quel discorso, iniziando finalmente col concreto di quel raduno del club.
    Divisi in due gruppi, gli studenti attesero pazientemente che Christian spiegasse loro cosa sarebbero andati a fare. A precederlo, tuttavia, ci fu una sorpresa che non si sarebbe aspettato di vedere: l'Auror francese aveva testato i riflessi del suo gruppo attirando a sé uno dei manichini che si trovavano sulle pareti della Stanza, vedendo chi tra tutti loro sarebbe stato il primo a difendersi. Il Fondatore, troppo lontano per intervenire, osservò le pronte reazioni di Jacob e Valerius, che in coppia rimpicciolirono e fermarono il manichino. Giusto un attimo dopo anche Augustus decise di dare una dimostrazione pratica di ciò che la magia avrebbe potuto fare, decidendo di sfruttare conoscenze nell'ambito della Trasfigurazione, scelta che Christian apprezzò in modo particolare. L'esito fu simpatico, poiché il suo collega finì in terra con i piedi legati, e in quel momento il Carrington riuscì a sentire tutto il suo imbarazzo; intervenne, dunque, per non far splendere i riflettori su quella scena troppo a lungo, temendo che, irritato, il Gauthier potesse decidere di andarsene.

    Vi ringrazio per queste dimostrazioni di cui nemmeno io sapevo niente. Senza volerlo avete anche anticipato ciò che andrete ad insegnare. - Spostò il suo sguardo sui partecipanti al club, rivolgendo quindi a loro le sue successive parole - L'Auror Gauthier ha giocato sulla difesa, l'Auror Barker sull'attacco. E qui mi fermo, cedendo loro la parola.

    Si sarebbe allontanato dal centro della stanza per raggiungere il suo gruppo, tutt'orecchi.

    Eccoci! Scusate il ritardo ma ho preferito attendere che avessimo postato tutti o quasi prima di cominciare.
    Se riescono, dopo di me sarebbe utile che postassero gli Auror Augustus Barker e Gaspard Gauthier, a cui in privato ho dato indicazioni su come procedere. Se qualcuno vuole invece postare prima e postare anche dopo i loro post - cosa necessaria - è libero di farlo!
    Vi ricordo, se non l'aveste già fatto, che potete tentare di ricordare la posizione della Stanza delle Necessità come da indicazioni del primo post!

    Scadenza indicativa: 5 aprile incluso

    Grazie!


    Edited by Christian Carrington - 26/3/2023, 22:10
     
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34 replies since 7/3/2023, 21:54   735 views
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