-
.
[20 Maggio 2023, Litorale dei Sette Venti]
C'era un baule nel vecchio maniero degli Hargrave che apriva molto di rado come chiunque all'interno della sua famiglia. Non conteneva oggetti preziosi, ma vecchi vestiti che servivano per lo più per allenamenti e attività fisica. Era una delle poche cose che aveva ereditato quando aveva cominciato a fare l'Auror nel 2007, partendo dalle basi con svariati allenamenti e, con l'andare del tempo, aveva sempre seguito per lo più i casi da lontano, senza entrare nella vera mischia il più delle volte.
Il lavorare protetta dalle mura l'aveva decisamente ammorbidita e nello scambio di missive con Bróðir, che tempo prima aveva accettato l'idea di duellare assieme, i due maghi avevano pensato che fosse meglio fare dell'esercizio fisico per riprendere la destrezza e la scioltezza perdute di Nephele, che aveva seguito il consiglio di qualcuno molto più esperto di lei in quell'arte.
Avevano optato per questo il raggiungimento una costa magica per esercitarsi in tranquillità. Per Nephele era la cosa migliore: non sapeva stare tra i babbani e non aveva dimestichezza con le tute che aveva visto esposte nei negozi londinesi, troppo aderenti. Per lei era molto meglio la casacca color cachi che la faceva assomigliare ad un sacco di patate con le gambe. Non c'era un gran miglioramento dal solito trench che la accompagnava come un amico fedele.
Aveva anche trovato una specie di borsetta tra gli effetti all'interno del baule, da usare come una specie di marsupio e lì aveva infilato la bacchetta una volta smaterializzata sul luogo.
Era ancora presto, la giornata lavorativa sarebbe iniziata qualche ora dopo e aveva tutto il tempo per una corsa, qualche esercizio per aumentare i riflessi e una doccia prima di recarsi al II Livello e procedere con le sue mansioni.
Intanto, nel frattempo che attendeva Bróðir, Nephele aveva preso a camminare accanto all'acqua, in quella lingua sabbiosa sempre bagnata in cui si infrangevano le onde e portavano con loro conchiglie, detriti, sporcizia e rare volte qualche animaletto. Si sentì tornare bambina nel procedere mentre guardava il mare, quando la piccola strega si tuffava alla ricerca delle conchiglie per ascoltare il suono delle onde e si chiedeva come quella magia fosse possibile.SPOILER (clicca per visualizzare)Bróðir C. Prince. -
.
[20 maggio 2023, mattina – Litorale dei Sette Venti]
Non era stato facile uscire di casa, quella mattina. E non per qualche oscura ragione molto profonda, semplicemente, il piccolo Hati oggi aveva deciso di non lasciarlo uscire di casa. Capitava, qualche volta, che il lupo più giovane si svegli permaloso e appiccicoso, e di solito, il Norvegese riusciva a sanare questo suo umore la mattina, così che lui riesca a stare tranquillo per il resto della giornata, ma quel giorno le cose erano diverse. Erano oramai passati quasi quattro mesi, da quella serata ai primi di febbraio in cui aveva acquisito una compagnia con il quale era piacevole conversare, anche per un antisociale come lui. Quegli ultimi mesi passati a scambiarsi missive, con l’Auror, erano stati piacevoli, nonostante la sua riluttanza oltre che a parlare anche a scrivere, scanditi da un’attenta pianificazione per il Duello che la donna aveva proposta quella sera di febbraio, ma prima di imbarcarsi in quella nuova avventura, aveva entrambi deciso, di comune accordo, di andare insieme ad allenarsi. Il Litorale dei Sette Venti era una delle coste magiche inglesi più belle, almeno a suo dire e, anche per questo, era uno dei posti perfetti per correre o allenarsi. Luogo perfetto per una persona come Bróðir, che preferisce la solitudine e la tranquillità di una mattinata tranquilla e senza nessuna complicazione. Molte Piante Magiche e Creature Marine occupavano quei bellissimi luoghi, e che si poteva solo sperare di non incrociare per quella mattina in particolare, con un Auror e un Guerriero insieme, non dovrebbero esserci troppe sorprese, ma non si poteva mai dire con il Destino, che capriccioso, faceva più che un po’ di testa sua. Fece molta fatica ad uscire di casa, e infatti arrivò con qualche minuto di ritardo all’ora dell’appuntamento con Nephele, per colpa di Heti che non voleva farlo uscire di casa, ma grazie a un ringhio di rimprovero da parte di Fenrir e una tirata di coda da parte del fratello, Skǫll, era riuscito in qualche modo ad uscire di casa prima di essere troppo in ritardo, solo una quindicina di minuti, e smaterializzarsi nel luogo concordato. Scorse la figura della donna a qualche metro da lui e si avvicinò.
NepheleSPOILER (clicca per visualizzare)Nephele Hargrave. -
.
La brezza del mare era piacevole di primo mattino, specialmente in quei mesi che cominciavano ad essere più caldi. A metà giornata, probabilmente, sarebbe stato impossibile riuscire ad allenarsi o anche solo a raccogliere in tranquillità qualche erba. Non era una grande conoscitrice di piante magiche e tutto quello che sapeva l'aveva appreso a scuola e da sua madre, ma aveva individuato, se non si era sbagliata, qualcosa di interessante mentre si riscaldava e scioglieva i muscoli. Avrebbe raccolto qualcosa al suo ritorno.
Buongiorno.
Sentire il suo nome pronunciato da Bróðir fece scattare la sua testa in aria e i suoi occhi chiari, nonostante un attimo di esitazione, si posarono sull'uomo poco dopo. Gli sorrise.
Nephele aveva da sempre modi gentili e pacati nel rivolgersi agli altri, macinava un gran numero di pensieri ancora prima di interfacciarsi con le altre persone e si esprimeva con una grazia nascosta sotto a troppi strati di cattivo gusto nel vestire. Le era stata impartita una certa educazione sin dall'infanzia ed era come se il suo essere Purosangue si potesse intravedere solamente in quello, perché poi per il resto il nome degli Hargrave era scomparso col tempo o era stato infangato dal suo avo Fergus.
Trovo questo posto meraviglioso.
Giuro di aver visto dell'Alioto e un Cespuglio Farfallino venendo qui, ma non ne sono completamente certa.
Indicò con lo sguardo il punto dal quale era venuta. C'erano anche delle orme fresche che conducevano a lei sulla sabbia biancastra. Dove fossero le piante, tuttavia, era impossibile da decretare a quella distanza.
Non me ne intendo molto di piante, quindi ci scaldiamo un po' prima di allenarci sul serio?
Attese una risposta prima di iniziare con una corsa leggera, non troppo distante dalle onde che si infrangevano sul bagnasciuga pieno di conchiglie, sassi e pezzetti di vetro. C'era un po' di tutto e se si allungava la vista verso qualche rialzo della sabbia o si scrutava dietro ad una pietra si potevano scorgere anche piccole creature magiche che facevano capolino a quell'ora quieta e si ritiravano al passaggio dei due maghi.
Aveva rivelato una sua debolezza, chissà se il mago avrebbe fatto altrettanto?. -
.
Buongiorno
Rispose, quindi al saluto della donna bionda, per poi avvicinarsi e tirare fuori dalla tasca del giubbotto un pacchetto di sigarette, ne estrasse una e se la portò alle labbra, per poi estrarre dalla tasca opposta lo zippo argento, e accendere il veleno che piano piano gli avrebbe ucciso i polmoni. Di certo non un buon modo per iniziare quella giornata all’insegna della salute e dell’allenamento fisico, ma rispetto ad altri tipi di veleno, come l’alcool, molto più comune tra gli uomini della Norvegia, tutti barbuti e dalle spalle larghe, con le costituzioni che farebbero compagnia a degli elefanti indiani, si poteva dire fosse quasi innocuo.
Mhmm...
Non gli interessavano particolarmente le piante, anzi per nulla. Non era mai stato avvezzò alle piante e alle creature, preferendo i meandri della mente umana, essendo stato fin da bambino introdotto agli incantesimi mentali, erano diventati come una seconda pelle, sempre lì in superficie, pronti sulla punta della sua lingua per essere usati e utilizzati per i suoi scopi. Si era rivelato più che un po’ utile aver la possibilità, e l’abilità, di capire se il sospettato mentisse durante gli interrogatori mentre era un Auror in Norvegia, oltre che saper proteggersi dai sospettati e non farsi trovare impreparato. Finì la cicca a tempo di record e inforcò la bacchetta con l’intenzione di far sparire con un rapido incantesimo la sigaretta.
Raptaque
Scintille gialle e una piccola nuvola di fumo, la sua mano era vuota. Con un movimento fluido delle braccia si tolse il giubbotto, per poi legarselo alla vita usando le maniche e torcendo il collo, iniziò a sciogliere i muscoli delle spalle, ascoltando nel mentre le parole pronunciate dall’Auror.
Sì, iniziamo
Prese quindi a seguire la donna bionda, dapprima tenendosi alle sue spalle, cercando di capire quanto si sarebbe spinta e quindi quanto si sarebbe dovuto spingere lui, o rallentare, per stare al suo fianco, poi la raggiunse, aggiustando il passo e ammirando il panorama in torno a lui. Non provò neanche ad intavolare una conversazione, non essendo di suo carattere parlare molto e, in aggiunta a ciò, aveva sempre preferito correre in silenzio, per risparmiare il fiato e utilizzarlo per correre un chilometro in più.SPOILER (clicca per visualizzare). -
.
L'attività fisica e la corsa non erano cose che avrebbe fatto una strega come Nephele, più propensa a leggere un buon libro nella pace della sua casa, acciottolata in un angolo della sua mansarda assieme al suo gatto, mentre ogni cosa che prevedesse un po' di azione o movimento erano sempre state schivate con ingegno. Tuttavia, da quando era un Auror non poteva permettersi di impigrirsi e oltre alla mente doveva assolutamente tenere in forma anche il corpo.
Accanto a lei, invece, stava un mago che aveva tutta l'aria di fare molto allenamento e tenere il suo passo fu duro in un primo momento, neanche avesse dovuto rincorrere una stella. Rotto il fiato, tuttavia, la situazione sembrò migliorare, tanto che Nephele riuscì a gettare uno sguardo a Brodir e provò ad azzardare un'ipotesi.
Troppi pensieri?
Il mago era stato taciturno, ma effettivamente si conoscevano da poco per dire di saper leggere le espressioni dell'uno o dell'altra, quindi a Nephele non restava che tirare ad indovinare.
Nephele rallentò il passo per allinearsi un po' di più a Brodir, cercando di recuperare il respiro. Mentre i loro passi si adattavano al ritmo della corsa, Nephele provò nel continuare a spezzare il silenzio che li avvolgeva.
Oppure sei solo molto concentrato?
Non aveva riflettuto su questo particolare. Il suono delle onde che si stagliavano sulla riva sabbiosa era piacevole, rilassante a tratti. Si sentì per un attimo in colpa ad aver rotto quel momento, ma effettivamente non sapeva bene come introdurre una conversazione in quel frangente e non aveva idea se avesse avuto senso farlo.
Mentre i loro passi si facevano più veloci, Nephele sentiva il vento fresco sulla pelle e il battito accelerato del cuore. La corsa stava diventando una liberazione, un modo per allontanarsi dai doveri e dalle responsabilità, dalla routine quotidiana. Nonostante la sua iniziale avversione per l'attività fisica, si rese conto che correre poteva essere anche divertente, poi ripensò che l'ultima volta che aveva corso in quella maniera era stato per prendere un autobus babbano e le venne da sorridere..
Mens sana in corpore sanoLitorale dei Sette Venti |
