Ciò che resta della Morte

Cimitero degli Auror

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    Numen
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    Glasgow, Scozia

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    Un funerale, un soldato caduto, una tomba scavata nella neve. Poi un sussurro, un richiamo. I suoi piedi sulla neve che segnavano un nuovo percorso.
    C'era qualcosa di soddisfacente nel sentire i propri passi calcare la neve fino a lasciare sulla stessa orme profonde, mai eterne.
    Augustus non sapeva dove stava andando, ma in cuor suo credeva di conoscere la risposta; la donna del tormento lo precedeva sorridendogli, indicandogli la strada mano a mano che lei stessa la percorreva, senza avere ancora compreso che dove lei andava, lui voleva andare. La vedeva lì, eterea, bella e immortale, lontana più che mai dalla Julie che aveva lasciato un varco tanto grande nel suo cuore, pur condividendone la voce e l'aspetto.
    Augustus la seguì come un figlio con la madre, un famiglio col padrone, un amato con l'amante: non si chiese perché ma sapeva di averne bisogno, di dover leggere quel nome, di scorgere quelle parole, pur non riuscendo a capire perché.
    Alcuni rumori, nel mentre, solleticavano il suo udito, rumori ai quali decise di non badare, troppo preso da altri dubbi.

    Non basterà, Augustus.

    Nessun fiore adornava quella tomba grigia e smorta, ricoperta soltanto da candida neve, come fosse monito della dolcezza e delicatezza del ricordo della donna ospitata al suo interno.
    Augustus sospirò nel ritrovarsi di fronte a quella porzione di mondo, un angolo che lui aveva rinchiuso in un cassetto della propria mente per non ricordarsi della sua esistenza. Chiuse gli occhi nel piegarsi verso di essa, portando la mano in avanti per ripulire la lapide dallo spesso strato di neve che rendeva la stessa invisibile agli occhi dei passanti, inconsci di chi vi si trovasse al suo interno, di quale fosse la sua storia, di chi avesse lasciato al mondo.
    Il nome di Julie Price, inciso sulla pietra liscia, invase lo sguardo di Augustus, mentre rumori di altri passi lo coglievano alle spalle.
    “Julie Price, moglie e madre amata, soldato onorevole”.

    Non basterà ad accettare che sono morta.

    Augustus, sfidando il gelo, con la mano nuda continuò a sottrarre alla pietra quel po' di neve che la teneva imprigionata, mostrando altri dettagli della stessa: 1986-2020.
    2020. Erano già passati quattro anni.
    D'improvviso, l'Hitwizard sentì l'aria mancare nel petto e la mano tremare sulla neve, ma qualcosa gli diceva che non fosse il freddo a darle quell'effetto. Chiuse gli occhi, poggiando le dita sul nome impresso in quella roccia, tanto dimenticato quanto indimenticabile era per lui. E proprio quando sentì una lacrima solitaria scaldargli una gote, l'ennesimo suono indistinto raggiunse il suo udito.
    L'uomo si ricompose nel giro di un istante, voltando appena lo sguardo alle sue spalle.
    Avrebbe dovuto aspettarselo.
    Mentre lo sguardo tornava a cercare la tomba abbandonata, vide Julie sedersi sopra la stessa. Gli sorrise.

    Non c'è notizia da scovare, qui, Ellis.
    I morti non parlano.
    Rane catturate passivamente: 1
    • 1d5
      1
    • Inviato il
      19/2/2024, 13:52
      Augustus Burker


    Edited by Estelle Ellis - 19/2/2024, 21:14
     
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0 replies since 19/2/2024, 13:49   51 views
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