Blessed be the mystery of love

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  1. Setoshi Mirai
     
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    Corvonero
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    Era trascorso più di un mese da quel fatidico San Valentino e molta acqua era passata dentro i calderoni, sia attraverso le lezioni di ogni giorno che dopo gli eventi nell’ufficio del Vicepreside, eppure niente era davvero cambiato da quando Hans aveva scelto di prendersi i propri spazi da lui, dagli stessi colori più vividi e accesi che suo malgrado Setoshi non poteva ricambiare in alcun modo. Ci era rimasto male per tutto il tempo, soprattutto continuando a vedere i colori dell’amico mutare attorno a lui senza la possibilità di fare nulla al riguardo se non osservare un mite eppure mesto silenzio.
    Durante i pasti in Sala Grande.
    Nel mezzo di una qualsiasi lezione.
    Persino tra un’ora e l’altra o all’interno degli spazi comuni di Corvonero.
    Quale che fosse l’occasione evitavano - Hans in particolar modo - di stare l’uno da solo in compagnia dell’altro, di scambiarsi qualche parola di troppo o indugiare più del necessario sui reciproci atteggiamenti, e laddove diventava impossibile comportarsi altrimenti interveniva Sabrina o chi per lei a fare da collante al loro rapporto, per quanto temporanea alla fine la cura potesse essere.
    Così quando gli aveva fatto sapere di quell’incontro Setoshi per un attimo non aveva avuto idea di cosa pensare, se credere o meno che l’amico fosse giunto a una decisione definitiva circa la loro amicizia oppure se volesse metterne in chiaro i risvolti presi fino ad allora e quelli che, invece, ancora dovevano venire. E, nonostante ciò, si era preparato al meglio delle sue forze per ogni possibile evenienza.

    Gommene.

    Trasalì evitando per un soffio lo scontro con un paio di studenti di passaggio, ripensando all’ultima volta che aveva condiviso la Stanza delle Necessità con qualcun altro all’infuori di sé. In quell’occasione era andato tutto bene, di un azzurro gelées e polvere di agapanto, il che gli faceva istintivamente ben sperare anche per quel ritrovo dopo oltre un mese di lontananza.
    Si ricordava ancora di quando Hans gli aveva raccontato di quel luogo, scoprendo poi che anche Setoshi ne era venuto a suo tempo a conoscenza – eppure tenuto per sé a onor di una promessa. E quando aveva saputo che sarebbe diventato luogo di incontro, di nascosto dagli altri, aveva provveduto a riporvi dentro alcuni pensieri in memoria del passato e speranza per il futuro, fiducioso di ritrovarli non appena ne avessero varcato la soglia. Fu allora che intravide Hans e, senza sapere come, trovò lo slancio necessario per correre leggero verso di lui e prendere quella stessa iniziativa che entrambi avevano fatto di tutto per negarsi nei giorni precedenti.

    Avanti, entriamo...

    E senza dire null’altro diede rapidamente vita al rito che ormai conosceva bene essere la chiave necessaria per accedere alla stanza, le cui porte emergevano dalla pietra come sabbia dall’acqua o l’inchiostro dalla pergamena.
    Una volta entrati gli spazi all’interno avrebbero dipinto i desideri di Setoshi: una stanza fatta ad arte e per l’arte, un’aula da disegno tutta sua… tutta loro, e da cui si augurava con tutto il cuore poter avere un epilogo migliore.

    Edited by Setoshi Mirai - 28/3/2024, 21:04
     
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