Il Traditore e la Nata Babbana

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  1. Christian Carrington
     
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    Guardava fuori dalla finestra di quella stanza del San Mungo il mondo andare avanti come se nulla fosse accaduto. Si erano tutti allarmati per qualche ora, ma poi le vite di ognuno erano continuate così come le avevano lasciate prima di sapere dei marchiati e delle orribili gesta compiute da qualche studente. Soltanto per chi era davvero stato vittima di quella sera, nulla era tornato come prima - e con ogni probabilità non sarebbe successo mai: le cose per loro erano mutate indelebilmente, in misura più o meno grande, e adesso era solo compito loro fare i conti con quanto gli era accaduto. C'erano tanti pensieri che gli frullavano in testa in quel momento, e Christian ormai aveva capito che l'unico modo per gestirli era lasciare che ci fossero, senza perdere tempo a scacciarli via.
    Quando all'imporvviso sentì qualcuno bussare alla porta, con uno scatto tornò sul letto, ché aveva paura che si trattasse di un Medimago, lo stesso che gli aveva suggerito di non muoversi da lì se non per andare in bagno, così da ritornare in forze prima.

    Celine.

    Quando la porta si aprì e la vide non potè che alzarsi e andarle in contro, facendo appello a tutte le poche forze che in quel momento gli rimanevano in corpo. Quando se la trovò davanti, la strinse a sé senza chiederle permesso, con decisione ma senza perdere la delicatezza che lo contraddistingueva e differenziava da quasi tutti gli altri ragazzi. Non voleva invadere gli spazi dell'amica, ma dovette rispondere all'esigenza di avere vicino un volto amico e importante come quello della Grifondoro, forse unica persona che poteva, per ovvi motivi, capire come sei stava sentendo su quel lettino del San Mungo.

    Quando ho saputo che c'eri anche tu ho subito chiesto di vederti.
    Vieni qui.


    Si accomodò sul letto e le fece spazio, cosicché potesse sedersi lì accanto a lui o addirittura stendersi per poter stare più comoda. A lui la posizione non interessava, ché in quel momento averla anche soltanto vicina era tutto ciò di cui aveva bisogno: aveva spesso detto che, fin da quando si erano conosciuti, lui e Celine avevano protetto l'uno le cicatrici dell'altra, ed era evidente che la Dea Bendata volesse che continuassero a farlo ancora con quelle nuove ferite che li accumunava. Una volta posizionata, sapeva di dover iniziare lui a parlare, ma le parole gli morivano in gola.
    Quanto rimarremo qui?
    A Scuola lo saprenno?
    Chi credi che siano i responsabili?
    Perché a noi?
    La cicatrice rimarrà per sempre?
    Nessuna domanda sembrava quella giusta, ché dentro di sé Christian aveva già tutte le risposte che gli servivano, anche se alcune faceva più fatica ad ammetterle di altre. Distese allora le braccia lungo i fianchi, lasciando che la cicatrice fosse visibile a chiunque la osservasse, ché, essendo fresca, non era affatto difficile da notare. Non ne avrebbe però fatto cenno con Celine, né gliel'avrebbe volutamente messa davanti agli occhi: se era una conversazione che aveva subito intenzione di fare, allora lo avrebbe fatto lei, con i suoi tempi e senza pressioni alcun tipo; magari per lei era un fatto particolarmente doloroso e Christian non aveva intenzione di spremere nulla a nessuno, specie in giornate così difficili.

    Cosa succederà adesso?

    Lei non poteva saperlo, questo era ovvio, ma sperava che riuscisse a dargli una risposta che fosse migliore delle tremila che lui si era dato fino a quel momento, una peggiore dell'altra.

    Scusami tantissimo per il ritardo, sarò moooolto più celere 💛
    Post di convalescenza 1/5


    Edited by Christian Carrington - 7/5/2024, 17:12
     
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6 replies since 2/4/2024, 20:19   134 views
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