Self control

Sala Comune di Serpeverde

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    Serpeverde
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    [ 12 Aprile, tardo pomeriggio ]



    Ok, non conosco gli orari di Cursa.

    Dovette ammetterlo alla fine della giornata, ché da quando erano scesi dal dormitorio nel primo pomeriggio, della sorella non c'erano state tracce. Doveva essere a lezione, aveva pensato Tristan, poi si era avvicinata l'ora di cena ed aveva pensato bene di restare in Sala Comune mentre i compagni di casa rientravano dopo la fine delle lezioni o uscivano per raggiungere la Sala Grande.

    Prima o poi da quella porta ci deve passare.

    Sentenziò Tristan mentre si appoggiava al bracciolo di una poltroncina posta vicino al caminetto. E poi l'idea di avere quella conversazione con Nathan e con sua sorella approfittando dell'assenza della maggior parte dei Serpeverde, che sarebbe dovuta essere impegnata a cenare, non gli dispiaceva più di tanto. Gli stava bene saltare un pasto se questo avrebbe significato avere un pelino di privacy in più, tuttavia non sapeva se quell'atleta del suo amico la pensasse allo stesso modo. Motivo per il quale non avrebbe portato alla luce quel piccolo dettaglio a meno che non fosse stato l'altro a notarlo per primo.
    Alternò lo sguardo tra lui e l'ingresso alla Sala Comune, aspettandosi di veder spuntare Cursa da un momento all'altro, salvo poi lasciare gli occhi puntati sull'amico.

    Qualcosa da raccontare?

    Inizialmente lo aveva chiesto tanto per ammazzare il tempo, però facendo quella domanda non poté non notare che in quell'ultimo periodo era stato così chiuso a pensare ai fatti suoi e ai suoi problemi che quelli di Nathan e la sua vita in generale era passata un attimo in secondo piano. Sbuffò davanti all'idea di essere stato un pessimo amico, poi scrollò le spalle ed alzò gli occhi al soffitto.

    Ultimamente questa situazione sta occupando tutti i miei pensieri e non parlo d'altro, lo so.

    Oltretutto se non ricordava male - aveva anche perso un po' la cognizione del tempo - a breve si sarebbe disputata la partita contro i Corvonero, dunque Nathan sarebbe dovuto essere a mille. Avrebbe tuttavia lasciato cadere le scuse lì, ché di bisogno di giustificarsi tra loro pensava non ce ne fosse, però ci tenne a precisare almeno una volta che non era un totale stronzo come poteva sembrare. Intanto spostò un'ultima volta lo sguardo sull'ingresso, giusto nel caso in cui Cursa fosse entrata proprio in quel momento. Nel caso, si sarebbe dovuto sbrigare a fermarla prima di perderla di vista.

    Nathan A. Lestrange Cursa V. Zabini
    <3 :f:
     
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    Temporeggiare in Sala Comune non era mai stato un problema per il giovane Lestrange. Trascorreva comunque la stragrande maggioranza del tempo in quella stanza, più che da qualsiasi altra parte, eccezion fatta per il campo di Quidditch, s'intendeva.
    Accomodato su una delle poltrone più prossime a quella occupata da Tristan, era ormai scivolato in una posizione che tanto comoda non doveva essere, almeno non per la sua spina dorsale.
    Il retro del ginocchio sinistro era incastrato sul bracciolo della seduta, con la rispettiva gamba a penzolare giù verso il tappeto quasi sfiorandolo talmente lungo risultava essere l'arto in questione. Il busto era inclinato verso destra ed il gomito destro era puntellato sull'altro bracciolo a sostenere pigramente il capo.
    Lo sguardo era rivolto verso il nulla, ché ormai era un po' di tempo che i due ragazzi si trovavano lì in attesa della maggiore degli Zabini, ma fece presto a spostarsi sull'amico nel momento in cui quello tornò a parlare dopo un lungo periodo di assoluto silenzio.

    Ma sì, tanto che hai da fare?

    Piegò le labbra in un sorriso atto a provocarlo, spostando a sua volta gli occhi scuri verso l'ingresso della Sala Comune, constatando che di Cursa non ci fosse ancora alcuna traccia.
    Tornò dunque da Tristan, stringendosi blandamente nelle spalle alla sua domanda generica sì, ma che mostrava in qualche modo una buona dose di interesse circa tutto ciò che succedeva nella sua vita.
    Non era decisamente tipo da prendersela per quella carenza di attenzioni e, ad ogni modo, immaginava che il periodo per l'amico non fosse dei migliori, lo stava sperimentando assieme a lui per vie traverse e non era di sicuro una passeggiata.
    Lasciò dunque correre le sue velate scuse, concentrandosi piuttosto sul quesito stesso.

    Niente di che.

    Asserì sulle prime, stringendosi sbrigativamente nelle spalle per poi passarsi stancamente una mano sul viso a stropicciare gli occhi, agganciare dunque le dita alla nuca e tirare indietro la testa, mentre un sorriso serafico si faceva spazio sul suo viso.

    Hai presente Elara Travers?

    Il suo sguardo volò meccanicamente al punto esatto in cui, non molto tempo addietro, aveva trascorso una serata che dire piacevole sarebbe stato un eufemismo con la ragazza in questione. Poi tornò con gli occhi scuri a cercare quelli dell'amico, rivolgendogli un'occhiata abbastanza eloquente; l'occhiata di chi evidentemente aveva combinato qualcosa.

    Però non è stata colpa mia.

    Qualora il verde-argento che aveva di fianco avesse voluto approfondire la questione l'avrebbe trovato pronto a soddisfare la sua curiosità, ma per il momento si limitò a mettere le mani avanti in maniera evidentemente paracula.
    Come avrebbe potuto non essere colpa sua?
    Sfiatò un lamento un po' frustrato al ricordo del modo in cui quell'incontro si era sciaguratamente interrotto, frizionando con forza il palmo della mano tra i ricci scuri e soffocando il principio di una risata divertita che si spense poco dopo lasciando dietro di sé solo l'ombra di un sorriso impudente.
    Non c'era niente da fare, restava sempre incorreggibile.
    Ma quel dettaglio Tristan lo conosceva già.
     
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    Era un venerdì come tanti, l’ora di cena si faceva sempre più vicina ed erano proprio quelli i momenti in cui le Sale Comuni si svuotavano, valanghe di ragazzini più o meno brufolosi e puzzolenti prendevano parte alla loro processione che li avrebbe condotti in Sala Grande per gustare le prelibatezze degli Elfi prima della nanna. Lo stesso stava per fare Gideon, ché dopo le lezioni del pomeriggio aveva raggiunto la propria stanza nel dormitorio per starsene un po’ di tempo per conto suo. Senza Everard, da cui a volte aveva bisogno di stare un po’ lontano per disintossicarsi dal suo essere sempre a mille, esattamente l’opposto di com’era l’erede dei Greengrass; senza Elara, che non aveva incontrato per il fatto che, frequentando anni diversi, non avevano praticamente lezioni in comune e nel pomeriggio non gli era capitato di intercettarla. Dopo di che non erano molte le persone che costellavano la quotidianità del Serpeverde, visto che quelle poche che riusciva ad avvicinare poi le faceva fuori in breve tempo e senza possibilità di sopravvivenza.
    Non aveva comunque gran chè fame, presentarsi al tavolo della sua Casa era più che un modo per “socializzare” fintamente in serate come quella. Non che fosse mai l’animale della festa, figurarsi, però almeno si faceva vedere.
    Era in procinto di scendere l’ultimo gradino della scalinata che l’avrebbe condotto in Sala Grande che udì due voci maschili conversare. Rallentò, cercando di fare meno rumore possibile per appostarsi da una parte, il muro a proteggerlo e quindi niente del proprio corpo che si sarebbe mostrato a Nathan e Tristan. Gli era parso infatti di sentire un nome familiare, ma non ne era affatto certo. E per esserlo, decise di restare lì a provare ad ascoltare quello che i due si sarebbero detti. Chè se avesse avuto ragione e le sue orecchie non l’avevano ingannato, allora era curioso di sentire cosa i due compagni di Casa avevano da dire. Se invece era stata soltanto un’illusione ed aveva capito fischi per fiaschi, allora avrebbe ignorato entrambi e, fingendo proprio di non vederli, sarebbe uscito dalla Sala Comune senza interrompere la loro “riunione”. Forse.

    Gideon prova a spiare questa role!
    Porta con sè ed utilizza:
    - Spilla della Personalità (+5 Destrezza 12 11/15 post);

    Il Narratore •
     
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    Protetto dal via vai degli studenti Serpeverde che si preparavano per la cena, Gideon non avrebbe avuto problemi a passare inosservato mentre avrebbe provato ad origliare la conversazione altrui. Nè Nathan né Tristan, infatti, si sarebbero resi conto che qualcuno era particolarmente interessato alle loro chiacchiere serali.

    CITAZIONE
    Aumento degli Esiti Positivi
    • Il totale di Destrezza alza le possibilità di un numero di esiti pari al valore della Destrezza diviso 4 arrotondato per difetto; ergo, più è alta la Destrezza, più sono alte le possibilità di riuscita.
    • Il totale di Acume alza le possibilità di un numero di esiti pari al valore di Acume diviso 4 e arrotondato per difetto; ergo, più è alto l'Acume, più sono alte le possibilità di riuscita.
    • Uso di Incantesimi e Conoscenze utili dà al PG +1 Esito Positivo se Scolastico, +2 se Extra e +3 se Avanzato (Ad esempio, uso del Muffliato per portare a termine la missione "Lo Spione").
    • Uso di Oggetti e Pozioni dà al PG Esiti Positivi aggiuntivi in base allo strumento usato. Tuttavia, aumentano anche le sue possibilità di essere scoperto.
    • Altri Bonus o Malus stabiliti dal Narratore.

    Diminuzione degli Esiti Positivi
    • Il totale di Percezione o di Acume del PG Spiato nella role (il più alto fra i due) abbassa le possibilità di un numero di esiti pari al totale di Percezione/Acume diviso 7 e arrotondato per difetto; nel caso in cui i PG Spiati siano più di uno, i valori di Percezione/Acume di tutti vengono sommati. Ergo, più è alta la Percezione/Acume dei PG Spiati, più sono basse le possibilità di riuscita dello Spione.

    Sala comune Serpeverde (luogo affollato): 1d5

    SPIONE: Gideon
    11 Destrezza + 8 Acume
    aumento esiti positivi [destrezza/4 + acume/4]
    [11+5/4 + 8/4] = [16/4 + 2] = [4+2] = 6

    SPIATO: Nathan e Tristan
    Percezione 6 (Nathan) + Acume 4 (Tristan)
    riduzione esiti positivi [percezione/acume di tutti/7]
    [(6+4)/7] = 10/7 = 1

    Gideon riesce a spiare Nathan e Tristan se [1-(6-1)] = [1-5]d5
    L'azione riesce autoconclusivamente.
     
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    Si mise comodo sulla poltrona, che tanto di Cursa sembrava non esserci ancora traccia e si era rassegnato a dover aspettare un po' di più del previsto. Abbandonato il bracciolo, dunque, si sarebbe seduto un po' scomposto sul cuscino, con le gambe leggermente divaricate e gli avambracci poggiati sulle ginocchia.

    I Travers, sì. Quelli nuovi.

    Dichiarò dopo qualche secondo passato a far mente locale, il tempo di collegare quel nome ad una faccia ed aveva capito a chi si stesse riferendo. Elara Travers era una loro compagna di classe, che per giunta si era trasferita ad Hogwarts da pochi mesi, quindi sarebbe stato difficile non notarla. Nonostante ciò, oltre a questo, non sapeva molto altro di lei o di suo fratello. Già immaginava dove volesse andare a parare Nathan, tuttavia l'occhiata che gli rivolse inizialmente era un po' confusa; era stato così vago che dovette seguire il suo sguardo in linea d'aria un paio di volte prima di fare due più due ed arrivare alla soluzione, che era anche ciò che stava pensando.

    In Sala Comune. Che classe, Lestrange.


    Glielo disse tanto per punzecchiarlo, scuotendo nel frattempo la testa come se stesse fingendo di non approvare affatto, anche se ci sarebbe stato il fantasma della sua risata a sbugiardare l'ironia che si celava dietro a quelle parole.

    È andato male l'appuntamento con Cursa? Comunque c'è anche suo fratello, ma mi sa che non sono di qua. Parlano inglese?

    Non poteva dare per scontato né che non ci avesse nemmeno parlato, né che avesse seguito un corso accelerato di una lingua straniera pur di comunicare con la donzella.
    Incrociò le braccia sul petto e distolse lo sguardo dal luogo del delitto per dedicare un'altra breve occhiata all'ingresso della Sala Comune, almeno fino a quando Nathan non finì di commentare l'accaduto con quella sfacciata ed assurda discolpa. Tristan scoppiò a ridere, dovendo anche mettersi una mano davanti al viso talmente incredulo di ciò che aveva appena sentito. Niente, era un caso perso.

    Ti prego, approfondisci questo concetto: come non è stata colpa tua stavolta, esattamente?
     
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    Non di rado la sua mente finiva con il collegare specifici luoghi del castello ad avvenimenti più o meno piacevoli dei quali era stato protagonista. Quello con Elara Travers nello specifico era stato un incontro che difficilmente sarebbe riuscito a togliersi dalla testa ed il fatto che non avesse nessuna intenzione di farlo di certo non avviava neppure un processo di rimozione.
    La Sala Comune verde-argento era dunque diventato il posto che più richiamava alla mente la strega in questione ed il fatto che trascorresse tra quelle pareti la maggior parte del suo tempo libero rendeva il pensiero di lei quasi sfiancante alle volte.
    Era un ragazzo volubile, certo, ma quando andava in fissa con qualcosa - o peggio qualcuno - era complicatissimo riuscire a schiodarlo da lì. Il fatto poi che fosse vittima di più ossessioni contemporaneamente rendeva la sua esistenza tremendamente complicata da vivere.
    Povera anima.

    Era tardi, non c'era nessuno che potrebbe testimoniare l'assenza di decoro.

    Ridacchiò al commento dell'amico circa la sua presunta assenza di classe, scuotendo appena il capo mentre si scollava finalmente dall'angolo che aveva condiviso con la concasata per tornare a concentrarsi su Tristan e sulla sua domanda su Cursa.

    Non siamo ancora usciti, stavo aspettando che rientrasse al castello.

    Avrebbe dovuto fargli un po' strano parlare in quei termini di Cursa con suo fratello, tuttavia sembrava talmente tranquillo da non lasciar trasparire alcun imbarazzo né tentennamento a riguardo.
    Il compagno avrebbe dovuto essere ormai molto abituato al modo che il Lestrange aveva di approcciarsi al genere femminile, eppure sempre incredibilmente rispettoso del volere altrui nonostante il suo modo di fare marcatamente provocatorio.
    Un "no" sarebbe sempre stato un "no", per lui, tuttavia nel momento in cui incontrava accondiscendenza non era solito farsi alcuno scrupolo, vittima di un istinto che calzava a pennello con l'età che si stava ritrovando a vivere. E non invidiava neanche un po' chi riusciva invece a restare perfettamente in controllo delle proprie pulsioni, preferiva di gran lunga godersi i momenti che riusciva a crearsi.

    Mi ha detto che mantiene sempre le promesse, ma non ho capito quanto incline sia a dare confidenza a qualcuno.

    Sollevò entrambe le sopracciglia in una smorfia abbastanza eloquente e non che disdegnasse le sfide, ma non era solito sbattere ripetutamente contro muri impossibili da buttar giù.

    Sì, ma penso che in realtà abbiano solo frequentato la scuola fuori, per il resto sono di qui.

    O per lo meno quella era l'impressione che aveva avuto lui e le informazioni che era riuscito a raccogliere non portavano altrove se non a quella conclusione.
    Si mise maggiormente comodo, scivolando sulla seduta della poltrona e divaricando le gambe distese sul tappeto che aveva davanti a sé, piegando in ultimo le labbra nel sorriso di chi aveva ben stampato in mente il sapore della Travers sulle sue labbra e soprattutto il suo profumo che aveva decretato l'oscuramento totale del suo controllo.

    Continuava a provocarmi, che dovevo fare?

    La fece più semplice di quanto in realtà non fosse stata, considerando che si fosse trattato di un incontro che aveva avuto come preludio ben altro, comprese intime questioni di famiglia. E non che lui non ci avesse messo del suo, anzi. Ma quell'ultimo dettaglio Tristan avrebbe potuto tranquillamente dedurlo dall'espressione sfrontata che gli rivolse.

    Ma comunque non siamo arrivati fino in fondo, sono entrati dei tizi mentre stavamo per.

    Sospirò sonoramente, lasciando poi schioccare la lingua sul palato con fare infastidito.

    Tu invece? News?

    Ed era abbastanza scontato a quale tipo di novità si stesse riferendo.
     
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    Ebbe la conferma che quel che aveva intuito era giusto quando Zabini ripetè il cognome dei suoi cugini. Potendo soltanto ascoltare, non vide dove lo sguardo di Nathan fosse andato a posarsi e quindi potè soltanto udire sempre lo stesso Tristan che parlava della Sala Comune e poi Lestrange che rispose con testimoni e assenza di decoro. Il battito cardiaco dell’erede dei Greengrass ebbe un paio di sbalzi non previsti, agganciato quello che gli sembrò essere il tema principale della conversazione. Stavano davvero parlando di un incontro che Nathan aveva avuto con sua cugina, in Sala Comune, che avesse previsto l’assenza di decoro?
    Dovette sbattere un paio di volte le palpebre per restare presente a sé stesso ed alla conversazione che i due stavano avendo. Dopo di che il ragazzo che di cognome faceva Zabini accennò ad un appuntamento che l’altro avrebbe dovuto avere con sua sorella, che a quanto pareva non aveva ancora avuto luogo. Gideon pensò che Nathan non perdesse proprio nessuna occasione di circondarsi di ragazze promettenti e di un certo fascino. Voleva da tutte le stesse cose? Faceva con tutte le stesse cose?
    Domande che non avrebbero avuto risposta in quel momento, perché i due ripresero a parlare di Elara. Non era stata colpa sua, diceva Nathan, era stata la bionda a provocare, anzi, a continuare a provocarlo. Assottigliò lo sguardo con aria perplessa: Elara una provocatrice? Con uno come il Lestrange? O il ragazzo si stava inventando una marea di stupidaggini per fare bella figura con l’amico, oppure c’erano lati della cugina più piccola che Gideon non conosceva perché mai aveva avuto occasione di scoprirli, in quanto suo cugino. Entrambe le opzioni potevano essere vere in quel preciso momento, mentre il protagonista della rocambolesca avventura ci teneva a far sapere all’amico che non fossero andati fino in fondo. Quindi comunque c’era stato un qualche tipo di contatto importante, per quel che poteva averne capito lui, tra i due ragazzi ed incassò quell’informazione senza ancora processarla del tutto. Curioso di capire se volessero approfondire ancora di più o meno, senza sapere bene cosa preferire tra le due opzioni.
     
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    L'argomento odierno di Difesa Contro le Arti Oscure verteva principalmente sui Dissennatori, già affrontato qualche mese prima ma che la docente Clagg ci aveva tenuto ad approfondire ulteriormente, consegnando come compito quello di realizzare un saggio completo sulle creature oscure, altrimenti conosciute anche come Non-Esseri o Amortali. Da questi, dunque, aveva ricavato un'interessante ricerca sulla loro "natura" nonché la loro esistenza assai peculiare, come creature che non avevano mai avuto alcuna vita terrena prima - al contrario del caso dei Fantasmi - e per tale ragione si erano originate a causa delle emozioni umane. Aveva espresso il suo punto di vista e a seguire le sue riflessioni sui Dissennatori, intrattenendosi per questo a lungo con Adelaide Clagg.

    ... la loro esistenza porta a domandarci sulle sconfinate possibilità che la magia ha modo di realizzare in base alle circostanze piuttosto specifiche e senza che ci sia necessariamente il nostro zampino sulla bacchetta.

    Si era trovata a concludere il discorso e osservava composta e sicura qualsiasi reazione sarebbe spuntata sul volto dell'ex Spezzaincantesimi, sia che fosse soltanto accennata, sia che si spendesse nuovamente in lunghi sermoni com'era solita fare con gli studenti. Per sfortuna della docente, Cursa li aveva sempre ascoltati con un misto di interesse e adattamento, ché Adelaide doveva averne viste di tutte nella sua carriera e non sembrava qualcuno tanto sprovveduto. Per il suo saggio ottenne l'ombra di un sorriso oltre alla media sempre impeccabile, ma di questo non c'erano tante sorprese, dunque se l'era fatta bastare ed era tornata al suo banco per finire di riordinare tutto l'occorrente nella borsetta e congedarsi dalla professoressa Clagg. Un'occhiata all'orologio da taschino le aveva dato modo di capire il da farsi, esclusa la camminata che avrebbe fatto dalla Torre di Difesa Contro le Arti Oscure alla Sala Grande le restava un breve e fruttuoso lasso di tempo per fare un salto anche in Sala Comune, quel che bastava per darsi una sistemata e lasciare l'occorrente superfluo nel dormitorio femminile. Lungo il tragitto aveva incrociato qualche volto familiare ma restava più sulle sue, muovendosi sempre dove era sicuro e ciò valeva a dire: dove c'erano occhi e orecchie, come i Quadri e i Fantasmi. Più scendeva, più l'atmosfera e le luci si abbassavano fino a farsi tetra e spettrale, chiaro segnale di come stesse mettendo ormai piede nei Sotterranei. Per sua fortuna, quei corridoi lunghi e spesso tremendamente silenziosi in certi orari li conosceva come le sue tasche, come anche il suo kit pozionistico. Salvo qualche studente che usciva chiaramente dalla Sala Comune non aveva visto altro di interessante, pertanto si era fermata fin dove sapeva stesse l'ingresso. Due grossi serpenti di pietra si erano mossi difatti per formare un arco e rivelare un portone pieno di ghirigori serpentini nel momento in cui aveva pronunciato la parola d'ordine senza vederseli aizzati contro.

    Qualcuno o qualcosa vi trattiene da queste parti?

    Domandò senza troppe cerimonie ai due Serpeverde dopo averli adocchiati dal pianerottolo e che aveva preso a scendere con il suo inconfondibile portamento. Sembravano immersi in una specie di conversazione, della quale non aveva alcuna idea del contenuto, dunque lasciò scivolare dalla spalla sinistra la borsetta che poi tenne per la mano dominante. Li scrutò tutti e due, prima Tristan e poi Nathan, e si fermò a metà della strada che l'avrebbe condotta verso il dormitorio femminile.

    E vi conviene avviarvi in Sala Grande se non volete prendere i posti peggiori.

    Cursa porta con sé le due biografie segnate in scheda e qui.

    Tristan A. Zabini Nathan A. Lestrange
     
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    Continuava a guardarlo scuotendo la testa, mettendosi nel frattempo sempre più comodo sulla poltrona. Man mano che il tempo passava scivolava sempre più giù sul cuscino, arrivando a ritrovarsi con le braccia alzate sullo schienale pur di stare in una posizione comoda.

    Sono ancora in tempo per dirti di stare lontano da mia sorella?

    Non c'era neanche troppa ironia dietro a quella frase; Nathan era uno dei suoi migliori amici, capiva profondamente quel fosse la sua indole e non lo giudicava per questo, e anche se sicuramente lui e Cursa non erano mai stati quel tipo di fratello e sorella protettivi ed affettuosi l'uno con l'altro, un conto era lasciarlo essere sé stesso con le sorelle degli altri, un altro con la sua. E poi il dieci marzo aveva cambiato tutto, letteralmente. Anche il suo rapporto con Cursa stava subendo una metamorfosi, anche se non riusciva ancora a capire da che parte si stesse dirigendo.

    Lei ha provocato te.


    Glielo disse con lo stesso tono di chi non se la beveva neanche un po', tuttavia non faticava ad immaginarsi come potesse essere andata la situazione. Il fatto che Nathan trovasse sempre un escamotage per scrollarsi le colpe di dosso, specialmente a tal proposito, era sicuramente una delle caratteristiche che più lo divertivano di lui, ché ogni giorno arrivava a chiedersi cosa si sarebbe inventato stavolta. Immagazzinò prontamente l'informazione che entrambi i Travers parlassero inglese e con un cenno del capo annuì interessato. Non era di certo spigliato come lo era Nathan col gentil sesso, poi era successo quello che era successo e non aveva più pensato proprio a nient'altro.

    Lascia stare, sono repellente per tutti ultimamente mi sa. Ragazzi e ragazze.

    Continuava ad alternare lo sguardo annoiato tra l'amico e l'entrata alla Sala Comune, ma a dirla tutta stava perdendo un po' le speranze di vedere arrivare Cursa. Magari era già andata a cena senza passare da lì, o forse l'avevano persa per un soffio. La seconda ipotesi era un po' più realistica della prima, o lo sarebbe stata se non avesse intravisto la chioma scura della sorella varcare l'ingresso e farsi largo sulle scalette di pietra del pianerottolo. Si mise subito in una postura più composta, come se si fosse risvegliato solo allora da una lungo trance che quasi gli aveva fatto dimenticare perché si stesse intrattenendo così a lungo in Sala Comune durante l'orario di cena.

    Cursa! Vieni qui.

    La invitò ad avvicinarsi anche lui senza troppe cerimonie, ché di certo non poteva urlarglielo da laggiù cosa avessero in mente di fare lui e Nathan. Avrebbe dunque atteso che fosse ad una distanza consona a poter parlare senza dover alzare troppo la voce prima di fornire più dettagli.

    Abbiamo un'idea.


    Ed avrebbe cercato lo sguardo complice di Nathan per un breve istante, salvo poi tornare a concentrarsi su Cursa.

    Parli ancora con i quadri?
     
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    Ridacchiò sommessamente alla prima domanda - che immaginò essere retorica - dell'amico a riguardo di sua sorella, stringendosi poi nelle spalle con fare pratico.

    Secondo me Cursa nasconde lati interessanti, se non li ha mai fatti vedere è perché non è ancora riuscita a trovare la persona giusta con cui esprimerli.

    Una congettura la sua che avrebbe potuto risultare sicuramente avventata, ma il modo che ebbe di proferire quelle parole lasciava intendere quanto convinto fosse di quella sua ipotesi. Una persona brillante e sveglia come la Zabini, infatti, non poteva che essere in grado di celare egregiamente ai più tutto ciò che non voleva mostrare di se stessa ed era assolutamente fuori discussione che non ci fosse qualcos'altro oltre a ciò che la strega mostrava all'esterno.
    Era troppo tenebrosa, eccezionalmente calcolata in ogni cosa che faceva. E tutto quel "calcolare" doveva pur sfogarlo da qualche parte ed in qualche maniera, il Lestrange ne era certo.

    Ti giuro.

    Volle insistere su quel punto, che rappresentava una verità che il Serpeverde non volle tenere per sé un po' per vanto un po' perché la cosa lo eccitava inevitabilmente.

    Cioè, anch'io l'ho provocata eh, ci mancherebbe.

    Si affrettò a fare quell'ammissione di colpa con candore estremo, ché non ci trovava nulla di male a lasciarsi andare con una come Elara Travers che di sicuro non aveva catturato soltanto le attenzioni del Lestrange da quando era arrivata. Bastava guardarla per restarne affascinati ed era convinto che Tristan se ne fosse accorto a sua volta.

    Ma era anche mezza nuda, quindi peggio.

    O meglio, che dir si voglia.
    Era in procinto di commentare il modo in cui Tristan credeva di essere giudicato da tutti indistintamente tra le mura di Hogwarts quando Cursa fece il suo ingresso, catturando l'attenzione di entrambi i ragazzi. Lui, dal canto suo, non si premurò di risistemarsi sulla seduta, restando con il retro del ginocchio sinistro incastrato sul bracciolo della poltrona ed il capo riccioluto riverso comodamente sulla spalliera.
    Lasciò che l'amico invitasse sua sorella a raggiungerli, allungando poi un sorriso impertinente in sua direzione, unito ad un'occhiata vispa.

    Bentornata. Ci sei mancata.

    Non si fece sfuggire l'occasione di sottolineare quanto la sua assenza fosse stata ben percepibile nei giorni che la ragazza aveva trascorso presso il San Mungo, facendosi però serio nel momento in cui Tristan cominciò ad intavolare il discorso che li avrebbe portati al dunque.

    Te l'avevo già accennato si accodò al discorso del ragazzo, palleggiando lo sguardo tra lui e sua sorella, arrestandosi su quest'ultima mentre faceva riferimento al loro scambio epistolare e adesso che sei tornata magari riusciamo a cavare qualche ragno dal buco. Ci servono delle prove concrete per scagionare Tristan.

    E da lì sarebbe stato abbastanza banale dedurre il motivo dell'ultima domanda dello Zabini.

    Qualcuno deve aver visto qualcosa o anche origliato qualche discorso nei corridoi nei giorni seguenti.

    Gli sembrava impossibile che non si riuscisse ad avere uno straccio di conferma ed il fatto che qualcuno non avesse creduto alla sua versione dei fatti - Lumacorno evidentemente, che si era fatto venire i dubbi sull'amico nonostante la versione di lui combaciasse con la sua - rischiava di farlo andare fuori di testa.
     
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    Fu presto detto il motivo di quella piccola reunion tra Tristan e Nathan, tutt'altro che nostalgica, di conseguenza si avvicinò ai due Serpeverde e continuò a guardarli entrambi, la mano dominante che stringeva decisa la borsetta al sottolineare da parte del più giovane di casa Zabini. Avevano un'idea e stette ad ascoltarli, notando come lo sguardo di Tristan vagasse su Nathan prima di fissarsi su di lei. sintomo del fatto che dovevano aver discusso a lungo circa le possibilità che potevano fare per rimediare seduta stante alla credibilità di Tristan e di cui per l'appunto aveva ricevuto qualche accenno qua e là per mezzo delle missive scambiate col giovane Lestrange.

    Oui, e non solo. Ogni tanto i fantasmi scoprono qualcosina di interessante.

    Prima di proseguire con il discorso, però, l'attenzione cadde su Nathan e sul modo con cui l'accolse in quella stanza, lasciando che le labbra si piegassero naturalmente in un sorriso serafico come per apprezzare il pensiero a dispetto di tutto ciò che era successo il fatidico 10 Marzo. Gliel'aveva già espresso in una delle missive, l'avrebbe rifatto in quella circostanza.

    Mi rammentate un momento dov'eravate esattamente quel giorno quando sono arrivati gli attacchi?

    Per cercare prove concrete, per acquisire più credibilità, per non farsi diffamare dal primo Grifondoro che capitava per strada, era possibile fare qualcosa nei limiti delle possibilità concesse da Hogwarts. Fatto stava, però, che non era propriamente semplice l'ottenimento delle informazioni dai Quadri oppure dai Fantasmi, spesso ignoravano e sorvolavano oltre, talvolta rispondevano e offrivano ciò che si aveva bisogno di sentire, talvolta c'erano delle difficoltà perché non si ricordavano propriamente di quel mago né avevano idea di chi fosse quella strega. Una volta appurato dove si fossero trovati effettivamente il giorno degli attacchi congiunti, era necessario capire se c'era qualche elemento in quel luogo da sfruttare e far proprio.

    Prima risaliamo a un elemento, piccolo o grande che sia, prima questa situazione finirà.

    Lei, del resto, non poteva dirsi granché fortunata: trovandosi all'esterno, nel bel mezzo della natura sconfinata e incontaminata, non c'erano quadri o fantasmi che tenessero, che avrebbero potuto aiutarla. O meglio dire, se ce ne fossero stati, avrebbero dovuto aiutarla. E così non era stato, forse la fortuna poteva pendere più a favore di Tristan e Nathan. A dirla tutta, ancora non capiva come il professor Lumacorno avesse messo in dubbio la credibilità del fratello quando poi in realtà combaciava con quella di Nathan. Doveva essersi trattato di un grave errore di comunicazione fra la Preside e il Vicepreside, ma di questo non se ne stupì più di tanto. Simili incidenti non erano certamente i primi e continuavano a ripetersi con una frequenza quasi preoccupante. Non poteva essere possibile che il consiglio dei governatori, coloro che amministravano la macchina non più tanto ben oliata che era Hogwarts assieme alla Preside, non avesse ancora fiatato in merito.

    Soliti oggetti nel precedente post.
     
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    Dovette per forza di cose far cadere il discorso di Nathan nel vuoto se non voleva rendere Cursa partecipe di quegli argomenti, ma prima di farlo non poté ignorare l'ammissione di colpe da parte dell'amico e i seguenti commenti. La Travers aveva sicuramente catturato su di sé le attenzioni dopo il suo arrivo a Hogwarts, sia da parte degli studenti che degli insegnanti, per giunta, e non stentava a credere che Nathan, col suo carattere, non avesse resistito a farsi avanti.

    O meglio.

    Completò la frase al posto suo come se glielo riuscisse a leggere negli occhi scuri quel pensiero, riservandogli un ultimo sguardo d'intesa prima di cambiare drasticamente non solo l'argomento di discussione, ma anche l'umore. Quello che dovevano fronteggiare era un tentativo forse un po' disperato, ma anche l'unica possibilità di essere scagionato dalle accuse che pareva vedere all'orizzonte, quindi doveva almeno provarci. Lasciò che Nathan fornisse quegli ulteriori dettagli al piano ed annuì a dargli man forte. Ora che finalmente stavano spiegando a voce alta le idee che avevano raccolto, non gli sembravano più tanto assurde.

    Eravamo qui. Letteralmente.


    Ed indicò il divano dai colori smeraldini che sostava davanti al caminetto della Sala Comune, che era poi lo stesso che gli aveva indicato prima Nathan quando gli aveva raccontato della sua serata con la Travers. Gli rivolse una breve occhiata prima di tornare su Cursa.

    Magari il Barone Sanguinario può testimoniare per me con Lumacorno. O qualche quadro. Lo farei parlare pure coi Maridi là fuori, se sapessi il maridese.

    Si alzò in piedi per qualche secondo mentre illustrava il piano alla sorella, ma fu solo per tornare a sedere sul bracciolo della poltrona in una posizione meno composta di prima, ma più rilassata. Si guardava attorno alla ricerca del fantasma di Serpeverde, nel caso in cui svolazzasse da qualche parte lì vicino. Non ricordava nemmeno più in che momento della giornata fosse passato, quella domenica di tante settimane prima, ma era certo che almeno uno di tutti i defunti parlanti che abitavano la Sala Comune li avesse visti. Non poteva essere altrimenti. Tuttavia, del Barone e delle sue catene non c'era ancora traccia. Come poteva Lumacorno aver fatto un errore del genere? Tristan aveva sempre avuto una grande stima del professore, che riteneva tra i più influenti e capaci del castello, ma quella mancanza di fiducia gli stava facendo riconsiderare tutto. Ce n'erano eccome di prove a suo favore, anche senza scomodare i quadri, prima tra tutte la presenza di Cursa tra i nomi delle vittime, oltre al fatto che dubitare di lui, voleva dire anche dubitare di Nathan. Ma di lui nessuno sospettava, e ovviamente non avrebbe voluto che lo facessero, ma l'intera situazione a sfavore dei due Zabini iniziava a sapergli di complotto. Stava diventando decisamente paranoico.

     
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    Il discorso su Elara Travers venne interrotto all'improvviso, tuttavia nello sguardo che il Lestrange lanciò all'amico era celata tutta l'intenzione di riprendere la questione in un altro momento. Non era una novità, infatti, che il Serpeverde si confidasse con l'amico a riguardo di tutto ciò che gli succedeva, senza risparmiare dettagli che probabilmente Tristan non aveva neppure voglia di stare a sentire.
    La sua assenza di pudore - sempre in determinate circostanze, s'intende - non era un particolare nuovo.

    Non che ci fosse molta gente qui a quell'ora. Era una bella giornata, infatti dopo aver studiato siamo andati al Campo da Quidditch.

    Aggiunse quei dettagli, che credeva poter essere utili alla causa in qualche modo, mentre si guardava attorno con fare circospetto, pur senza sognarsi di abbandonare la poltrona che aveva occupato fino a quel momento.
    Certo era che avrebbe cominciato a seguire Cursa in giro, qualora la maggiore avesse reputato più utile muoversi da lì, ma fino a nuovo ordine sarebbe rimasto seduto.
    Sospirò profondamente, passando in rassegna il volto dell'amico prima e quello di sua sorella subito dopo, lasciando schioccare dunque la lingua sul palato mentre tornava a riflettere ad alta voce così da mettere entrambi a parte dei suoi ragionamenti.

    In effetti qualcuno, o qualcosa, potrebbe anche averci visti dalle vetrate.

    Azzardò, indicando con un blando cenno del capo gli scorci di Lago Nero intravedibili dai vetri, oltre i quali si allungava il solito lucore verdastro che baluginava su pavimento e pareti della Sala Comune di Serpeverde.
    L'idea di Tristan di parlare coi Maridi non gli sembrava così tanto assurda, alla luce di quell'eventualità.

    È assurdo come nessuno si faccia mai gli affari propri al castello, ma poi quando hai bisogno di qualcuno non c'è neanche un'anima viva... ma che dico, manco morta, in giro.

    Visibilmente stizzito, drizzò la schiena sulla poltrona, allungando il collo quel tanto che gli sarebbe bastato a rendersi conto del fatto che no, nessuno pareva intenzionato a dar loro corda quel giorno.
    Fu allora che tornò a dirigere le iridi scure su Cursa, quasi che si aspettasse che la ragazza fosse in grado di partorire un piano diabolico così su due piedi per risolvere finalmente quell'incresciosa situazione.

     
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    Se ne stava ancora nascosto nella tromba delle scale a cercare di ascoltare la conversazione tra i due ragazzi quando l’arrivo di qualcun altro aveva interrotto il discorso che gli interessava maggiormente. Dovette aguzzare l’udito per rendersi conto che si trattava di una voce femminile, finchè non ne udì anche il nome. Il fatto che fosse appena arrivata Cursa provocò in lui sentimenti contrastanti: da una parte gli dispiaceva avesse interrotto i discorsi tra i due Serpeverde, che era curioso di scoprire che altro avrebbero detto riguardo sua cugina, dall’altra si sentiva in un certo senso al sicuro. Dove c’era Cursa c’era anche un po’ di se stesso, o meglio, dei loro intenti e della loro causa in comune.
    Continuò ancora per qualche istante ad ascoltare gli scambi tra i tre. Non riusciva a capire bene ogni loro singola parola o frase, poteva soltanto intuire il tema generale del loro discorso, che sembrava essere virato sul tentare di scagionare Tristan dalle voci che lo riguardavano. Forse avrebbe dovuto a quel punto lasciare che fosse Cursa a fare il suo, il loro gioco, ma resosi conto che la questione non lo interessava più come prima e dovendo necessariamente passare per lì di per andare a cena – non poteva sorvolare la Sala Comune nemmeno volendolo, fu costretto a scendere gli ultimi gradini e palesarsi finalmente agli occhi dei tre.

    Buonasera. Zabini, Cursa, Tristan…

    I suoi soliti saluti formali ma non troppo, per restare nell’ambiente da cui tutti loro venivano ma mostrando giusto quella briciola di confidenza a cui il vivere ventiquattro ore su ventiquattro insieme per dieci mesi l’anno li costringeva.

    …Lestrange.

    Volutamente per ultimo, volutamente senza nome, volle in qualche modo lasciargli intendere qualcosa ma restando criptico e misterioso come al solito suo. Anche perché accennò un sorriso nella sua direzione, così poi come in quella degli altri due, a mostrarsi ben disposto ma allo stesso tempo neutrale e indecifrabile come suo solito.

    Cercavate l’aiuto di qualcuno?

    Accennò soltanto, come a far capire loro che avesse carpito soltanto le ultime parole dei loro scambi e niente più. Anche un po’ ad impicciarsi, a dirla tutta, avrebbe così deciso in base alle loro risposte se fosse stato il caso di trattenersi più del previsto oppure andare a cena.
     
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    Tristan A. Zabini, Nathan A. Lestrange e Cursa V. Zabini, siete stati spiati da Gideon G. Greengrass per una parte della role, e adesso ha deciso volontariamente di mostrarsi. Trovate già i suoi post, scritti nella sezione Orecchie Indiscrete, integrati adesso nella vostra role.

    Buon gioco!
     
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17 replies since 18/4/2024, 23:14   306 views
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