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Sala dei Ritratti

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    Serpeverde
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    [ 16 Aprile 2024 // 19:20 ]


    Come aveva promesso a Miss Pelham, col senno di poi si era trovata ad intrattenersi anche con la giovane strega, non solo con l'autore di Pozioni che stimava molto, Arsenius Jigger. Questo non aveva palesato troppi problemi ed era tornato semplicemente a fare quello che sapeva fare: posare nel suo ritratto magico. Sostava dunque di fronte la strega proveniente dalla Belle Époque e le chiedeva del più e del meno, con tutti gli argomenti che grossomodo si confacevano alla loro età, nonostante la differenza di quasi un anno e mezzo, se non due, e il bagaglio di cui vantava la giovane Serpeverde.

    Non mi stupirebbe molto considerando la volubilità degli allievi di Godric.

    Aveva semplicemente commentato in riferimento a un innocuo pettegolezzo che la strega di pennellate aveva udito involontariamente da altre protagoniste di ritratti magici, che a loro volta si erano fatte dire qualcosa in più da niente di meno che la Signora Grassa. A parte cantare sguaiatamente, e non se ne stupiva nemmeno tanto che i ritratti continuassero a lasciarla continuare con simili spettacoli del tutto discutibili, si era fatta distinguere per i suoi chiacchiericci e la sua lingua lunga e il fatto che Cursa fosse arrivata a quella consapevolezza, la diceva lunga sulla considerazione che dava alla magia che animavano tutte quelle pennellate, rendendole sempre più dinamiche e cariche di un potere da non sottovalutare.

    Proverò comunque a passare la prossima volta, forse ci sarebbe un'ora di buca dopo la lezione di Erbologia questo venerdì e alcuni dettagli sono da limare ancora. Magari sarò più fortunata e avrò sentito qualcosa da rivolgerle in cambio, mademoiselle. Finora mi sta viziando abbastanza.

    Ne seguì un'occhiata serafica e rassicurante, dopodiché armeggiò con la borsetta provocando rumori abbastanza riconoscibili come di piccoli libri che si sbattevano fra di loro, tirando in seguito un'agenda che definire fitta corrispondeva effettivamente alla realtà. Sfogliò le pagine, lesse alcune date in cui aveva messo per iscritto alcuni impegni presi con altri compagni di Casa oppure studenti che avevano urgente bisogno di tutor. C'era effettivamente un'ora di buca il prossimo venerdì ma aveva anche una sessione di studio da confermare ancora, altrimenti da disdire se l'altro non si fosse deciso sul da farsi. Non era così difficile capire che era assai naturale dover dare un compenso a una studentessa più qualificata in cambio delle sue competenze per migliorare i propri voti, buttarla sul lamentarsi dicendo che non era affatto giusto oppure onorevole non avrebbe cambiato alcunché. Il tempo era sempre stato prezioso per Cursa e chi non lo capiva ancora, semplicemente non meritava alcun secondo in più.

    Post introduttivo, dal prossimo si prova a lanciare il dado :f:

    Elara Travers <3


    Edited by Cursa V. Zabini - 23/4/2024, 16:44
     
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    Aveva cenato insolitamente presto, complice anche il fatto di non volersi ritrovare in mezzo alla confusione e preferendo invece un momento più appartato. Ultimamente, infatti, era come se il chiacchiericcio degli studenti fosse a livelli insostenibili, un continuo sussurrare e bisbigliare di fatti cui non avevano alcune idea ma su cui speculare era fin troppo facile, e quella bolla di pettegolezzi e sospetti in certi momenti era semplicemente insostenibile. Se da un lato sapeva come fosse importante tastare il polso dei compagni, termometro di una situazione che la toccava fin troppo da vicino, dall’altro percepiva come asfissiante quella dimensione collettiva da cui ogni tanto sentiva il bisogno di scappare.
    Terminato quindi un pasto sbrigativo e leggero, l’idea di tornarsene in Sala Comune non era contemplata perché ancora troppo piena di Serpeverde di ritorno dalle lezioni, motivo per cui aveva semplicemente deciso di farsi un giro per i corridoi del pian terreno almeno fino a quando l’orario non le avrebbe garantito un ritorno sicuro. Aveva il solito passo delicato e la solita espressione pacata in volto, nulla che facesse trasparire nervosismi o fastidi vari, ma era senza dubbio insolito vederla in quelle fasce della giornata senza la presenza del cugino e del fratello. Unico elemento bizzarro in ogni caso, perché per il resto nulla sembrava fuori posto esattamente come la divisa indossata in maniera impeccabile. Non aveva niente con sé, la tracolla abbandonato in dormitorio e seri dubbi su una ripresa serale degli studi di Erbologia, quando realizzò di essere in prossimità della Sala dei ritratti e decise di allungare il passo.
    La curiosità per quella particolare stanza in effetti era alta per quanto non avesse poi avuto molte occasioni per esplorarla a fondo, ed anche per questo decise che poteva spendere qualche minuto del suo tempo in solitaria per un tentativo calmo. Era convinta sarebbe stata sola, ed anche per questo fu sorpresa di intercettare la figura di Cursa intenta a conversare. Immaginando che non parlasse da sola, ipotizzò si stesse invece intrattenendo con qualcuna delle personalità ritratte.

    «Cursa.»

    Esordì, delicatamente e con tono soffuso, giacché non voleva spaventarla. «Buonasera.»

    «Vieni spesso qui?»

    La domanda era diretta conseguenza delle sue deduzioni.

    Il dado dice no (1/5)
     
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    La voce delicata e soffusa della giovane Travers le fece voltare piano il capo nella sua direzione, l'agenda fitta di impegni ancora aperta e stretta con la mano dominante, lo sguardo scuro come il cioccolato fondente che inquadrava la figura altrui e annuiva senza troppe cerimonie. Nell'ultimo periodo, soprattutto, veniva spesso in quell'ala del castello proprio perché piena di orecchie e occhi che avrebbero potuto informarla meglio di qualsiasi cosa insolita potesse saltare all'occhio. Dopo una maledizione esplosiva, semplicemente, aveva imparato una o due lezioni, come quella di non abbassare mai la guardia oppure quella di tenere fede alla promessa fatta ai suoi genitori. Erano tempi difficili e pericolosi quelli che si respirava ultimamente al Castello, dunque un sorriso tranquillo e serafico prese a colorare le labbra di Cursa per accogliere Elara e spingerla a fare qualche passo in avanti.

    Elara.

    Iniziò e chiuse piano l'agenda senza tuttavia riporla nella borsetta, tenendola invece per avere qualcosa di solido da stringere che non fosse la bacchetta.

    Oui, sono ottime compagne di conversazioni e riflessioni.

    Proseguì riferendosi chiaramente alle personalità ritratte, verso cui era tornata a voltarsi, nello specifico Miss Pelham e Arsenius Jigger e a cui aveva rivolto un'occhiata densamente complice.

    Cercavi qualcosa? O qualcuno?

    Era inevitabile chiederselo, altrettanto chiederlo agli altri, specialmente quando si andava in un luogo come la Sala dei Ritratti, da sempre luogo ideale per capire o chiedere sulle cose che non tutti sapevano bene. Cursa stessa conosceva molto bene le potenzialità delle personalità ritratte e sempre grazie a loro aveva scoperto uno o due passaggi segreti, dunque vi si recava anche ben oltre gli intenti di semplici chiacchiere.

    Signorine, signorine. Forse non vi interesserà saperlo ma da questo ritratto potete raggiungere comodamente le Grandi Scalinate.

    Aveva preso ad esordire un mago dall'aspetto piuttosto bizzarro, un misto tra un Pozionista, uno spadaccino qualsiasi e un Divinante. Forse colui - o colei - che aveva infuso le sue pennellate magiche su quel ritratto non aveva avuto una grandissima considerazione del protagonista ritratto e ne aveva fatto di conseguenza una caricatura abbastanza discutibile. Forse questo, agli occhi di Cursa, poteva spiegare la mancanza di necessità che avrebbe avuto nell'adoperare quel passaggio segreto. La Sala dei Ritratti e le Grandi Scalinate non erano eccessivamente distanti per quel che ricordava - e molto bene, avrebbe detto - dunque non poté che lasciar trapelare un debole accenno di contrarietà dal volto per quella scoperta tutt'altro che fruttuosa.

    Cursa trova un passaggio segreto e questo conduce alle Grandi Scalinate. #mainagioia
     
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    Pronunciato il nome della Serpeverde, nell’attesa che questa realizzasse la sua presenza nella stanza la bionda si prese qualche istante per osservare la figura della studentessa. Cursa, fino a quel momento, era l’unica persona tra quelle conosciute ex novo da quando aveva messo piede nel castello da cui sentiva di poter davvero apprendere qualcosa. La compostezza, il controllo dei gesti e delle parole, la capacità di calcolo erano infatti abilità che la Travers andava affinando e ritrovarle ad un livello così alto in qualcuno di così coetaneo le aveva acceso la fiamma dell’ammirazione. Più dei risultati accademici e dell’eccezionale talento pozionistico, guardava alla Zabini come un riferimento per quella sua capacità di permeare ogni cosa senza mai esporre più del necessario. Anche per questo, quando l’altra si voltò in sua direzione, avrebbe trovato sul volto della giovane strega un sorriso docile ed accogliente. Non si mosse tuttavia sulle prime, lasciando che fosse la compagna di Casata a dettare le misure del loro scambio, ed invece fece volare lo sguardo verde alla sala che le ospitava e che, al contrario dell’altra, non le aveva ancora regalato particolari emozioni.

    «Sì?»

    Chiese, il tono curioso ma affatto scettico, non avendo motivo di dubitare delle parole della mora. «Allora vedrò di approfondire, ogni tanto.»

    Aggiunse anche, che in effetti si trattava di uno spunto non propriamente banale. Per gente come loro una solida rete era fondamentale e sarebbe stato sciocco ignorare una quota che, seppur non viva, costituiva un ammontare importante degli occhi e delle bocche che circolavano per la Scuola. Si lasciò andare quindi ad uno sbuffo mentre scuoteva leggera il capo e lasciava dondolare la chioma chiara lungo la schiena.

    «No, al contrario.. Cercavo un po’ di pace.»

    Fece così sapere, aggrottando la fronte in una smorfia solo accennata. «Non trovi anche tu che Hogwarts ultimamente sia incredibilmente rumorosa?»

    Le domandò in uno sfogo che tradiva una nota di frustrazione, mentre con la mano faceva tuttavia segno di lasciar perdere come se non fosse davvero necessario che la Serpeverde rispondesse davvero. Anche perché l’attimo dopo vennero interrotte dalla figura di un mago il cui ritratto sarebbe stato altrimenti del tutto ignorato, e l’attenzione della Travers si spostò su quella figura pennellata senza troppa cura. L’indicazione del passaggio segreto, a differenza di Cursa, in qualche modo la entusiasmò non tanto per la scorciatoia in sé quanto per il fondamento di verità che avevano i suggerimenti ricevuti proprio in merito alle opportunità di quella stanza e delle sue tele.

    «Ti va?»

    Chiese così, allungando il braccio ad indicare dove idealmente avrebbe dovuto aprirsi il varco. Anche perché quella stava rapidamente diventando l’occasione propizia per parlare alla Zabini di un tema che ultimamente le solleticava la mente ma su cui, per rispetto alla Serpeverde, aveva preferito non speculare. Uno spazio riservato e sconosciuto ai più poteva offrire loro la discrezione necessaria.

    «Volevo chiederti di Tristan.»

    Sebbene il tono avrebbe fatto pensare ad una premura rispetto alla delicata posizione che il fratello della strega stava vivendo causa pettegolezzi, l’espressione che le rivolse e che nascondeva al resto dei presenti nei ritratti lasciava invece intuire come il piano di quella richiesta fosse molto più concreto. Come si posizionava infatti il minore rispetto alle gesta della sorella? La questione le sembrava dirimente, soprattutto per il destino di tutti loro nelle ultime settimane al castello.
     
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