"Ti sembrerà strano, ma ti penso"

Marzo 2024

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    [Qualche giorno dopo gli attacchi del 10 Marzo]



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    Gli ultimi giorni erano stati estremamente difficili. Per tutti, all’interno della scuola, persino per lei che non era stata minimamente toccata. Aveva rischiato di brutto, in quanto Purosangue traditrice, ma non ne era consapevole perché non aveva ancora capito la logica dietro quegli attacchi. Aveva rischiato ancora di più Noah, pur non sapendolo, e non se lo sarebbe mai perdonato se il ragazzone che da poco tempo era diventato una presenza fondamentale per la sua vita si fosse fatto male per colpa di qualcuno. A maggior ragione se per dei pazzi furiosi come lo erano gli Alfieri Rossi. Anche se non c’era certezza del fatto che fosse opera loro, Raissa ne era convinta. Ed era anche profondamente arrabbiata, perché in maniera del tutto egoista odiava il fatto che le avessero rovinato quei giorni che fino a quel momento erano stati perfetti. I primi giorni d’amore, i più intensi, i più eccitanti, all’improvviso annebbiati da quella macchia oscura che non potè passare inosservata in nessun modo.
    Quando poi c’erano di mezzo i propri compagni di Casa, la russa perdeva completamente il luma della ragione. Era stata fin troppo avventata persino all’interrogatorio faccia a faccia con la Preside, dove un paio di volte aveva alzato la voce e si era agitata troppo a causa delle sue stesse risposte.
    Non aveva potuto fare molto per stare vicina ad Eren e Celine, e se col primo aveva abbastanza confidenza da ripromettersi di passarci del tempo quando sarebbe tornato ad Hogwarts, non aveva idea se alla seconda avrebbe fatto o meno piacere ricevere una visita al San Mungo o se l’avrebbe fatta sentire a disagio. Era una ragazza particolare, la Baxter, aveva avuto modo di constatarlo pur senza impegnarsi troppo per conoscerla a fondo, suo malgrado, ma pensò che almeno mandarle una lettera per augurarle una pronta guarigione poteva essere un gesto gentile da fare nei suoi confronti.

    CITAZIONE
    Cara Celine,
    Qui è Raissa che ti parla. Quello che ti è successo è stato orribile e non mi capacito ancora di come nessuno si sia accorto in tempo di quello che stava accadendo per evitarlo. Mi dispiace da morire.
    Avevo pensato di passare a trovarti, ma non voglio darti fastidio. Quindi ti scrivo questa lettera per sapere come stai. So che è una domanda stupida e che la risposta è altrettanto stupida, ma mi andava di scriverti. Ti sembrerà strano, ma ti penso.

    Spero di rivederti presto al castello, un abbraccio.
    Raissa


    Edited by Raissa Romanova - 19/4/2024, 21:19
     
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    San Mungo


    Il giorno si frapponeva alla notte e la notte al giorno in quel del San Mungo; a dare ritmo alle sue giornate monotone era l'arrivo dei Medimagi per le medicazioni, le visite pomeridiane della nonna e le lettere del padre.
    Quando arrivò un gufo per lei, pensò immediatamente si trattasse di Jude: il suo trasferimento era stato un duro colpo, al punto da non averlo ancora realizzato. Non fu l'ex Corvonero però a scriverle: alzò un sopracciglio verso l'alto quando lesse il nome di Raissa, una sua compagna di Casa.
    Avrebbe dovuto immaginare che l'attacco subito avrebbe avuto anche ripercussioni come la gentilezza: prima la visita di Hestia e adesso quella lettera ne erano una dimostrazione. E se la Celine di sempre avrebbe accolto con disagio e fastidio le attenzioni delle persone, quella al San Mungo non riusciva a non apprezzarle almeno un po'.
    Chiese ad un Medimago di portarle carta e penna, provando ad abbozzare una risposta per la Grifondoro o quanto meno provarci: sicuramente un'attività più gratificante che fissare il tetto e immaginare di vedervi proiettato il film della sua vita di merda.
    Sospirò e, mettendosi più comoda sul letto, iniziò a scrivere senza pensarci troppo.

    CITAZIONE
    Ciao Raissa, grazie per il pensiero.
    Sto come puoi immaginare.
    La noia, comunque, è una compagna migliore del dolore.

    La lettera sarebbe stata seguita da alcune cancellature: era possibile comunque leggere parole come “Alfieri”, “infami” e “Auror”, parole dettate dall'impulso del suo flusso interiore. Si era poi fermata d'un tratto, convinta di non voler affrontare quei discorsi tramite lettera, e soprattutto di aprirsi totalmente con qualcuno che non era Jude, Christian o Jacob.
    Alla fine della sua breve ma intensa sessione di scrittura, Celine era riuscita a scrivere soltanto poche parole, mordendosi le labbra per la sua incapacità di estroversione. Decise però di spedirla così com'era: non poteva obbligarsi o fingere di essere quella che non era, d'altronde.
    Un'ultima cosa, però, poteva scriverla, sperando che la sua richiesta venisse accolta senza problemi.

    CITAZIONE
    Ps. Annaffieresti le piante del mio cubicolo?

    Post di riposo 4/5
     
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    Sala Comune dei Grifondoro



    Il giorno successivo Diana, la civetta delle nevi di Raissa, aveva bussato alla sua finestra del dormitorio con la delicatezza che la contraddistingueva, ma comunque abbastanza forte per permettere alla giovane Grifondoro di accorgersi della sua presenza.
    Aveva aperto la finestra e le aveva accarezzato il muso: Diana era un esemplare molto pacifico e obbediente di civetta delle nevi, ma non per questo la russa non si premurava di darle le giuste cure anche senza le proteste di lei. Le aveva quindi allungato un biscottino in cambio della lettera, che in realtà poteva provenire da diverse destinazioni.
    Si sorprese quando però lesse il mittente, l’attimo dopo. Era da parte di Celine, dal San Mungo, e non da Durmstrang o da San Pietroburgo. Il fatto che ci avesse messo così poco a rispondere la faceva ben sperare: doveva essere viva e vegeta, più o meno, o comunque cosciente ed in grado di scrivere. A meno che non le avessero scritto i medimaghi per dirle che Celine era in coma e non aveva potuto risponderle. Ma sperava vivamente così, per cui le bastò leggere il contenuto della busta per avere conferma che, come al solito, la sua testa aveva esagerato. Accennò un sorrisetto, per quanto comunque le si fosse stretto il cuore a leggere le parole della compagna di casa dalle origini francesi. Fu però la sua richiesta finale a farla sorridere.
    Decise allora di aspettare la fine della giornata a risponderle, ché avrebbe approfittato proprio di quell’ultima per passare dal cubicolo della sedicenne prima di cena ed esaudire il suo desiderio. Così, una volta tornata in stanza, aveva preso pergamena e piuma e le avrebbe scritto di nuovo.

    CITAZIONE
    Cara Celine,
    la tua Centinodia, il tuo Fungo Scoppiettante e la tua Pianta Stridula sono in formissima. Sono rimasta molto affascinata dalla cura con cui le tieni ed ammetto che mi sono chiesta come tu faccia. Ma mi sono soltanto limitata ad annaffiarle come mi hai chiesto, per cui non c’è il rischio che abbia combinato qualche danno. O almeno spero.
    Beh, confido nel fatto che tu possa tornare presto ad accudirle personalmente, e non soltanto le tue piante. Ti dirò un segreto: Jacob è un po’ perso negli ultimi giorni, si vede. Ma non dirgli che te l’ho detto, non so se potrebbe sentirsi in imbarazzo.

    Ti mando di nuovo un abbraccio e spero a presto,
    Raissa
     
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    San Mungo, il giorno dopo


    Tuo padre ha detto che verrà a trovarti domani, o al massimo nel weekend.

    Nonna Sally era venuta a farle visita come ogni giorno, e come ogni giorno si premurava di avvertirla del futuro ritorno di George Baxter, padre di Celine, che puntualmente smentiva le promesse della donna.
    Alla Grifondoro, d'altronde, non importava poi molto: l'assenza del padre era parte della sua mappa personale. Non si trattava semplicemente di abitudine: la sua vita era sempre stata così ed era l'unica che conosceva; non poteva quindi rimpiangere qualcosa che non aveva mai conosciuto.

    Dice di avere degli appuntamenti che non può rimandare.

    La nonna, dal canto suo, continuava a giustificarsi come se le mancanze del figlio fossero una sua responsabilità.
    Celine, in tutta risposta, continuava a mangiare il suo budino con sguardo basso, parlando soltanto quando necessario. Mandò giù un boccone, prima di schiudere le labbra e parlare con tono arido.

    Lecito.

    Ma Cel-

    Fortunatamente arrivò un nuovo gufo ad interrompere quella conversazione che prometteva soltanto occhi alzati al cielo e sbuffi. La lettera le venne data da un Medimago, come sempre. La sfogliò e inevitabilmente sorrise: le sue piante erano salve. Anche il rimando a Jacob, a suo modo, la fece sorridere.
    La nonna, notando quell'improvviso cambio di espressione nella nipote, provò a sporgersi oltre per vedere cosa stesse leggendo; si interruppe quando Celine le lanciò un'occhiata velenosa. Si fece quindi dare ancora carta e penna, scrivendo qualche riga per la compagna di Casa.
    A quel punto, però, le venne un'idea.

    Mi prepareresti un pacchetto con i tuoi biscotti?

    La nonna non se lo fece ripetere due volte, felice di vedere la nipote attivarsi, qualsiasi fosse il motivo. La lasciò dunque scrivere la risposta a quella lettera mentre lei si premurava a fare quanto chiesto, preparando un grazioso pacchetto pieno di biscotti con zucchero di canna e gocce di cioccolato fondenti.

    CITAZIONE
    Grazie ancora, per tutto.
    Nell'altra zampa trovi dei biscotti fatti da mia nonna. Spero saranno ancora buoni quando arriveranno.

    Celine

    Post di riposo 5/5


    Chiuso

     
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