Non credete a Blaise Pascal

Hogsmeade

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    [Un sabato, ad Hogsmeade]


    Logan Lee Lynch, sopra tutte le cose, si sentiva un Divinatore. Per gran parte della sua breve carriera lavorativa fino a quel momento aveva cercato clienti fidati, ma purtroppo aveva dovuto fare presto i conti con la realtà e con un Goblin della Gringott, perché se avesse voluto fare il Divinatore per tutta la vita avrebbe avuto sempre una camera blindata completamente vuota e al massimo riempita da qualche moscerino volante.
    Nel sapere che al mondo qualcuno lo ricordava per la sua prodigiosa Vista e le particolari doti nel proiettarsi nel futuro, Logan aveva sputato una generosa dose del suo caffè quando, qualche mattino prima, aveva ricevuto la lettera di Eren, che gli chiedeva una consulenza durante un sabato e ad Hogsmeade.
    Reputando una certa disperazione nel rivolgersi ad un Divinatore sconosciuto, per quanto Logan avesse ascoltato la sua rabbia e i suoi pianti quel giorno al San Mungo, gli aveva risposto prontamente, dandogli istruzioni per raggiungerlo alla dimora di Melvina Doves.
    Da quando si era trasferito a Bath, Logan aveva portato tutte le sue cose lì e per questo aveva dovuto trascinarsi dietro, in una sacca di tela, tutto l'occorrente per la Divinazione. Aveva preso anche il suo nuovo set di tazze da tè, che tintinnava pericolosamente all'interno della borsa e che non appena fu dentro alla casa di sua madre, Logan tirò fuori sul tavolo accanto alla finestra per accertarsi della loro integrità, ancora prima di salutare chi vi fosse al suo interno. Fortunatamente, non ricevette un rimbrotto da parte di sua nonna, né un'occhiataccia da suo nonno, perché il duo assieme alla madre di Logan era uscito per compere e gli avevano lasciato un biglietto.

    Torniamo in tarda serata. Resti a cena con noi?


    Con un sorriso stampato in volto, Logan cominciò ad allestire il luogo prima dell'arrivo di Eren, accorgendosi solo in quel momento come già lo stare in quel salottino giovasse al suo umore. Con la casa a Bath, ad esempio, non aveva ancora preso totalmente le misure e stava cercando il posto adatto dove divinare (era indeciso tra il salotto e la cucina). Ma lì, ad Hogsmeade, in quella casa, Logan si sentiva protetto.
    Prese dalla borsa dell'incenso e, una volta acceso il camino, ne sparse un po' per tutto il salotto, infine lo lasciò sul tavolo, sopra un piattino in ceramica. Accese anche le candele al sandalo e le collocò in vari punti del salotto. Per rendere la luce soffusa, Logan tirò la tenda dell'unica finestra che dava sulla strada e sfessurò la porta d'ingresso di fianco, così che Eren potesse entrare senza troppe cerimonie, mentre Logan si preoccupava di riempire un calderone d'acqua e metterlo a bollire per il tè.

    Atmosfera 1/3
    Uso del Corredo per la preparazione dell'Atmosfera 1/10
    Rane catturate passivamente: 4
    • 1d5
      4
    • Inviato il
      16/4/2024, 18:05
      Logan Lee Lynch
     
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    Non aveva la minima idea se quello che stava facendo sarebbe servito oppure no. Non aveva la minima idea ancora nemmeno di cosa chiedere esattamente a Logan, ma quando gli aveva scritto lo aveva fatto d’impeto senza probabilmente fermarsi troppo a pensare a quello che stava proponendo ad un perfetto sconosciuto, fatto stava che ormai l’aveva fatto e non era tipo da tirarsi indietro davanti alle scelte che aveva fatto, quindi decise di andare fino in fondo.
    Non sapeva esattamente quello che doveva aspettarsi da quell’incontro e le informazioni che aveva in possesso sul divinatore da cui si stava recando erano veramente poche, ma in fondo era consapevole che non sarebbe potuto succedere nulla di così terribile, dopo quello che aveva passato e stava ancora affrontando, nulla poteva più spaventarlo e già prima non è che avesse paura di molte cose.

    Uscito da scuola si era diretto a Hogsmeade come se stesse semplicemente andando a fare spese o bere una burrobirra ai Tre Manici di Scopa, un giorno come un altro, un sabato come un altro di metà Aprile. Eppure, Eren si sentiva osservato, il che lo spingeva spesso a lanciare occhiate in giro come se si aspettasse di vedere qualcuno alle proprie spalle.
    Sperava davvero che quella sensazione sarebbe passata prima o poi, perché vivere con la paranoia di essere seguito era una cosa che stava odiando con tutte le sue forze, gli dava un fastidio immenso.
    In breve tempo, raggiunse l’indirizzo che Logan gli aveva dato nella risposta alla sua lettera e quando provò a bussare un paio di volte, la porta si schiuse. Era stata lasciata aperta. L’istinto primario del grifondoro lo spinse a portare la mano destra all'elsa della bacchetta, assicurata alla cintura che sosteneva i jeans blu che stava indossando in quel momento.
    Spinse la porta e piano piano entrò.

    C’è nessu… ciao.

    Non fece in tempo a chiedere se dentro casa ci fosse qualcuno perché l’ambiente era abbastanza piccolo e Logan era lì, a trafficare tra le candele, l’incenso il cui odore pungente diede per un pò fastidio ad Eren, e tutta la roba per la divinazione che era certo avrebbe fatto impazzire la Cooman di gioia. Non essendo uno studente particolarmente versato nell'arte della divinazione non aveva avuto molto a che fare con quell’insegnante, ma in qualche modo fu certo che davanti ad una scena del genere sarebbe stata fiera dell’ex cameriera del tre manici.

    La porta... era aperta.

    E così rimase ancora lì davanti, socchiudendola e lasciando la mano sulla maniglia mentre cercava di capire se dovesse chiuderla completamente oppure no per chissà quale ragione. Sperava solo di non morire asfissiato tra i fumi delle candele e soprattutto dell’incenso.

    Uhm…

    Guardò la porta, poi Logan. La porta e ancora Logan.
    Si trattava senza dubbio dello stesso ragazzo che il divinatore aveva incontrato al San Mungo, ma rispetto a quella sera, era meno accartocciato su se stesso, abbastanza alto visto che negli ultimi mesi era cresciuto di parecchio, per poco non raggiungeva il metro e ottanta, gli mancavano giusto due dita d’altezza, e visto quant’era giovane era anche probabile che sarebbe cresciuto ancora. Sembrava essersi ripreso, se non del tutto… almeno quel tanto che bastava per non farlo sembrare sull’orlo della pazzia.
    I suoi occhi non erano più gonfi e arrossati, ma sfoggiava delle iridi di un grigio molto chiaro, intensi e attenti che scrutavano tutto e in particolar modo la figura dell’altro mago verso il quale si decise a muoversi dopo aver finalmente chiuso la porta.
    Passi lenti e misurati accompagnarono la sua faccia seriosa, forse non stava troppo bene coi suoi lineamenti raffinati, al posto di quel cipiglio corrucciato sarebbe stato meglio piazzarci un sorriso, ma Eren non sorrideva più tanto spesso dopo quello che gli era accaduto, era troppo concentrato sui suoi obbiettivi completamente nuovi, troppo concentrato a contenere il mare in tempesta che si portava dentro e lo rendeva irrequieto.

    Grazie per aver risposto.

    Borbottò, in fine diede ancora un’occhiata all’ambiente in generale e alle candele prima di riportare gli occhi grigiastri sulla figura di Logan.

    Non ti ruberò molto tempo, lo prometto.

    Logan Lee Lynch <3
     
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    La porta si schiuse con un leggero cigolio e Logan, per nulla allarmato, si voltò a guardare l'ingresso di Eren nella casa. Gli fece cenno di avanzare, sventagliando un bastoncino d'incenso e con la bacchetta, in un movimento rapido e svolazzante, richiuse la porta alle sue spalle.

    Ciao, ti purifico!

    Agitò il bastoncino di incenso sotto al naso di Eren e poi lo pose nuovamente sul piattino al bordo del tavolo, così che il fumo risalisse in lente spirali.
    Intanto, l'acqua nel calderone cominciava la sua ebollizione e Logan ne prese un po' per creare un piccolo infuso per profumare la stanza con gli olii del suo corredo. Lo mise al lato opposto del tavolo rispetto all'incenso, mentre le varie fragranze cominciavano a mescolarsi nella stanza, creando un ambiente eccessivamente profumato e pure leggermente caldo per il mese corrente. Logan comunque abbassò leggermente la fiamma del calderone e tornò a degnare Eren della sua attenzione.

    Rubarmi tempo?

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    Sbatté le palpebre un paio di volte, certo che avrebbe perso più tempo lui ad allestire tutto che Eren a fargli la domanda. Tra l'altro, se Eren era alto, il neo-diplomatico non era da meno, specialmente con gli stivali e il leggero tacco sotto di essi. Lo avesse conosciuto qualche mese prima, si sarebbe preoccupato delle calzature indossate, che comunque facevano ancora parte di alcuni dei suoi outfit, ma quel giorno aveva optato per qualcosa di comodo per quanto sembrasse sempre provenire dall'armadio di qualche suo antenato (o direttamente dalla sua tomba).

    Ci vorrà ancora qualche minuto affinché tutto sia pronto.
    Gradisci del tè da bere o preferisci leggerlo?


    Ricordava dal loro incontro al San Mungo che Eren avesse sedici anni o così gli sembrava d'aver capito, quindi più o meno, se seguiva Divinazione, avrebbe dovuto già aver affrontato la lettura delle foglie di tè. In ogni caso, Logan allungò la mano verso la sedia del tavolo accanto alla finestra, così che Eren potesse prendervi posto.

    Nel frattempo puoi accomodarti e dirmi che cosa vuoi sapere, così vediamo di capire quale tecnica usare...

    Aveva spostato la borsa di tela e da quella estrasse dei piccoli ciondoli e delle cianfrusaglie che facevano parte del suo piccolo altare, che di solito Logan disponeva sul bordo del tavolo più vicino a lui. Una volta afferrate le conchiglie e le varie catenelle, nonché una piccolissima piuma di gufo, Logan prese posto davanti ad Eren e cominciò ad allestire il piccolo altare.



    Edited by Logan Lee Lynch - 18/4/2024, 09:40
     
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    Trasalì quando Logan spinge la porta a chiudersi con un colpo di bacchetta e quella gli sfuggì dalla mano, tuttavia si diete una svegliata già da se e piuttosto che restare lì impalato come uno sciocco, avanzò di qualche passo mentre anche Logan faceva lo stesso con a seguito un bastoncino di incenso che gli piazzò sotto al naso costringendolo a tossire a causa dei fumi che avrebbero dovuto purificarlo a quanto pareva. Con la mano sinistra sventolò un pò l’aria davanti alla propria faccia su cui si era dipinta una smorfia un pò schifata, la stessa di chi non gradisce molto che gli si spari dell’incenso in faccia e sta per morire soffocato. Tuttavia non morì davvero, un po d'incenso non era certamente sufficiente per liberarsi del tutto di Eren McCall.

    Gra…zie?

    Abbastanza dubbioso in effetti, ma il divinatore non era lui e se Logan lo riteneva necessario, chi era Eren per dire il contrario. Avrebbe tanto voluto tirare un bel respiro d’aria pulita, ma purtroppo grazie ai diversi profumi che aleggiavano nella stanza non fu possibile. Si schiarì la gola e mentre Logan trafficava col calderone, Eren diede l’ennesima occhiata in giro.
    Era stata una pessima idea? Non ne era certo ma continuava ad avere serissimi dubbi. Sperava solo che alla fine di quell’incontro avrebbe potuto ricredersi in qualche modo.
    Lì dentro faceva caldo, ragione per cui mentre Logan era intento a preparare le sue cose, Eren si tolse il giubbotto di pelle e lo ripiegò sul braccio sinistro.

    Sì, cioè… magari avevi di meglio da fare che

    Sembrò fermarsi per cercare le parole giuste.

    questo, con me, oggi.

    Ancora una volta gli occhi grigi di Eren sostarono sulla figura del divintore.

    Ah, no… grazie sto a posto così.

    Spostò l’attenzione visiva ancora un pò in giro per la stanza, non sapeva bene perché ma era piuttosto nervoso in quel momento, forse dipendeva dal fatto che avesse davanti la persona che lo aveva visto nell’esatto istante in cui aveva toccato il fondo, lo aveva visto vulnerabile e ferito e questo in qualche modo lo metteva a disagio. Tuttavia respirò a fondo e cercò un pò di contegno mentre riprendeva a rispondere cercando di non fare una figuraccia dietro l’altra.

    E non so leggere. Intendo… ovviamente so leggere, ma non i fondi del tè. Non seguo divinazione, l’insegnante che avevo due anni fa mi ha chiaramente detto che il mio terzo occhio è completamente ciecato.

    Alzò le spalle con noncuranza, rassegnato al fatto che non sarebbe mai andato d’accordo in prima persona con la divinazione, ma in qualche modo lo affascinava, ecco perché era lì e non in giro per Hogsmeade a fare baldoria di Sabato mattina come la stragrande maggioranza dei suoi compagni di scuola.
    Si spostò verso la sedia che Logan gli aveva indicato ma prima di accomodarsi si liberò del giubbotto appendendolo allo schienale della stessa sedia. Si accomodò.
    Ci mise qualche istante in più del dovuto a raccogliere le idee per trovare una risposta giusta da dare a Logan, sembrò concentrarsi mentre l’altro trafficava con i suoi ciondoli e gli oggetti vari che magari potevano servirgli quel giorno.

    Penso di avere due domande… se si può. Sì insomma non ho idea di come funzioni.

    Respirò a fondo e con la mano sinistra appiattì un pò sulla fronte dei ciuffetti di capelli corvini che calavano sull’angolo destro della fronte.
    Incrociò le braccia sul tavolo davanti al petto mentre si sporgeva un pò verso Logan con fare alquanto attento e incuriosito adesso.

    Vorrei sapere chi mi ha marchiato, e

    Umettò le labbra, prima di continuare con quel discorso storse il naso e le labbra.

    Ho trovato l’impronta di una scarpa nel posto in cui mi hanno aggredito. Mi piacerebbe sapere anche di chi è quella.

    Respirò a fondo.

    Potenzialmente potrebbe essere stata anche la stessa persona per quanto ne so, ma non ne sono certo.

    In breve, aveva annunciato cosa sperava di ottenere da quell’incontro, e anche si era lasciato sfuggire senza mezzi termini che non fosse passato su quell’avvenimento con la cautela che magari avrebbe dovuto metterci. Stava però cercando di farlo con la forza e la leggiadria di una mandria di erumpent.

    Non so nemmeno se è fattibile e se sono le domande giuste... ma magari puoi aiutarmi tu a formularle meglio se non vanno bene?
     
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    Di meglio da fare?

    Le domande non finivano di uscirgli dalla bocca. Logan sembrava sempre più perplesso dal dire di Eren e solo quando smise di trafficare con qualcosa per dedicarsi a qualcos’altro, il Divinatore fissò lo studente, scrutandolo da capo a piedi, rivolgendogli poi un sorrisetto dei suoi, a metà tra un ghigno divertito e l’altra metà pure.

    Evidentemente la fortuna ci assiste, se posso fare questo, con te, oggi.

    Ricalcò le sue parole senza far mancare una grande manciata di ironia. Sembrava divertirsi particolarmente a prenderlo in giro ed Eren, corredato del suo imbarazzo, non faceva proprio nulla per venirgli incontro.
    Si morse la lingua non appena il ragazzo affermò di non saper leggere e Logan non avrebbe stentato a credergli, vista la numerosa schiera di beoti che popolava il mondo. Tuttavia, Eren non gli dava proprio l’aria di uno stolto, quindi reputò saggio cominciare a punzecchiarlo per capire da dove provenisse tutto quel disagio.

    Be’ direi che ognuno ha le sue doti.

    Logan fissò Eren in faccia, gli fece un’altra radiografia a tutto il corpo e poi, con un occhiolino, tornò a fissarlo negli occhi.

    E credo che il tuo insegnante avesse ragione.

    Non aveva criteri per un’affermazione del genere, neanche una vaga sensazione a pelle per il momento, eppure lo disse, sicuramente per darsi un tono.
    Nel frattempo, ricominciò ad allestire l’altare al suo fianco, disponendo i vari oggetti che lo componevano in una specie di schema preciso che assomigliava ad un sole o una stella, con al centro quella piccolissima piuma di gufo.

    Sono cose piuttosto vaghe, anche per una divinazione.

    Spostò gli occhi in direzione di Eren, che si era accomodato di fronte a lui e osservandolo comprese la sua difficoltà. Lo aveva visto in un momento di grande sconforto e dubbio, che non doveva essere del tutto passato. Come avrebbe potuto?

    Voglio essere sincero con te. C’è un motivo se molti si fanno beffe della Divinazione, ed è perché non la comprendono del tutto. Cercherò di aiutarti con ogni mio mezzo possibile, ma dovrai aprire la mente.

    Logan non era solito fare moniti del genere. Chi si affidava a lui, solitamente, lo faceva totalmente e sebbene avesse accolto tanti clienti novellini di divinazioni varie, Logan aveva sempre avuto l’impressione che fossero arrivati preparati. Eren non lo era affatto.
    Provò a donargli un sorriso di incoraggiamento prima di suggerirgli la mossa più saggia.

    Forse per questo serve la sfera di cristallo, mai sottovalutare il suo potenziale!

    La prese dalla borsa che conteneva altre cose assieme al lamen per appoggiarla sul tavolo e la piazzò tra lui ed Eren.

    E probabilmente ti serve sapere di chi non ti dovresti fidare.

    Lasciò ad Eren la parola, mente si accingeva a finire i preparativi per creare la giusta atmosfera, purificando anche l’altare, per poi dedicarsi alla preparazione della sfera.



    Edited by Logan Lee Lynch - 19/4/2024, 23:04
     
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    Di meglio da fare?

    Alzò le spalle, niente di quello che aveva detto era un’esagerazione o qualcosa che non pensasse. In fondo immaginava che finita la scuola, magari il Sabato mattina poteva essere usato per fare qualunque cosa. Dal dormire fino a tardi ad uscire per fare la spesa? Insomma aveva parecchi dubbi e in qualche modo era anche chiaro che gli dispiaceva aver costretto Logan a rimanere a casa o a lavoro… insomma non aveva ben capito nemmeno dove si trovasse, ma di certo non era un posto pubblico! Per quello che vedeva poteva anche essere semplicemente lo studio dove Logan si dedicava alle divinazioni.
    Nel frattempo non gli era sfuggito il modo in cui l’uomo lo stesse osservando da capo a piedi, cosa che lo portò a stirare mezzo sorrisino sghembo tendente verso destra, macchiato da uno stavolta evidente, velo di imbarazzo che lo spinse a massaggiarsi distrattamente la nuca.

    La fortuna… certo. Ogni tanto si ricorda che esisto anch’io!

    Battuta che lo spinse ad abbassare il capo per nascondere un sorrisetto che si animò di vita propria nonostante il peso di ciò che aveva detto, e che comunque rimase perfettamente visibile anche mentre rifilava un’occhiata un pò di sbieco ma divertita al diplomatico. Probabilmente Eren era anche un ragazzo abbastanza autoironico, o così apparve in quel momento intanto che Logan continuava a scrutarlo con attenzione.

    Immagino di sì?

    Brontolò un pò dubbioso. Ognuno aveva le sue doti, ed Eren le proprie le stava ancora scoprendo, ma all’improvviso il dubbio che non stessero parlando dello stesso tipo di doti lo assalì visto come Logan continuava ad osservarlo attentamente. Non poteva esserci dubbio sul fatto che Eren fosse uno sportivo, era snello e sotto la maglietta bianca le sue spalle erano discretamente impostate così come i pettorali definiti.

    Certo che il mio insegnante aveva ragione, non sono mai riuscito a vedere nulla oltre al mio naso nemmeno provando ad inventare!

    Ribattè con fare molto ironico. Alla fine prese posto al tavolino davanti a Logan e vi si appoggiò, iniziando ad ascoltare quanto l’altro avesse da dire, in un silenzio assoluto si ritrovò a farsi attento, il che lo costrinse ad arricciare un pò le labbra e puntare gli occhi grigiastri dritti in quelli dell’altro, non si perse una parola né un’espressione. A lui sembrava che le domande per cui era andato lì fossero piuttosto chiare e che non ci fosse molta possibilità di risposta, però l’esperto era Logan, quindi Eren decise di fidarsi, in fondo sapeva che l’altro poteva anche decidere di prenderlo in giro in maniera assoluta, ma era anche vero che sperava non lo facesse, in fondo… aveva un’idea molto più che vaga di quello che stava affrontando, e nonostante non sembrasse disperato come durante il loro primo incontro, nei suoi occhi chiari c’era molto più di quanto volesse mostrare.
    Perciò annuì, valeva la pena tentare.

    Ho capito, aprire la mente.

    Gli mostrò anche il pollice destro in sù per fortificare il brevissimo discorso. Non aveva davvero idea di come dovesse farlo, ma qualunque cosa significasse, era pronto.

    Va bene. Allora: Di chi non posso fidarmi tra gli studenti di Hogwarts?

    Umettò le labbra.

    Così va meglio?
     
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    Logan non era completamente certo che la sua indagine avesse dato i suoi frutti, probabilmente i tempi non erano sufficientemente maturi affinché ne potesse cogliere i segni, ma certamente Eren non aveva risposto negativamente a quelle occhiate e il neo-diplomatico dovette resistere dal fare altre battute e insinuazioni, mordendosi le labbra mentre osservava l'altro parlare.

    Be' avere la Vista è un dono per pochi.

    Lo disse quasi sottovoce, come se non fosse realmente lì a parlare con Eren. La mente di Logan sembrava già in un altro luogo, ma quale fosse non era ben chiaro e il Divinatore dovette, per qualche strana ragione, passarsi un po' l'incenso addosso una volta che ebbe finito con la sfera di cristallo, riponendo poi il bastoncino nuovamente al suo posto e adesso che il momento era giunto, avvicinò a sé lo strumento per lasciarsi guidare da ciò che la sfera gli avrebbe mostrato.
    Accolse la domanda del ragazzo, annuendo come a dire che ora andava bene e scrutò la sfera per controllare che i fumi al suo interno fossero immobili, poi la carezzò leggermente con la mano sinistra per stabilire una connessione e rivolse parola ad Eren per l'ultima volta prima di calarsi completamente nella lettura.

    Potrebbe volerci un po' prima di avere una risposta.
    Tu inala il profumo delle candele e rilassati.


    Un attimo dopo, Logan socchiuse gli occhi per concentrarsi e attese il momento adatto per accogliere le energie della sfera, avvicinando le mani delicatamente e con fare incerto, come se dovesse essere la sfera stessa ad invitarlo a sé. Solo in un secondo momento, una volta trovata la giusta concentrazione e armonia, avrebbe aperto gli occhi per scrutare i possibili segnali all'interno dello strumento.
    Nel frattempo, come un mantra, ripeteva nella sua mente la stessa frase, a volte rimaneggiata per cercare quella che avrebbe risuonato meglio con le vibrazioni attorno a lui e nella stessa sfera di cristallo, finché non trovò la combinazione giusta:

    ...che cosa è accaduto ad Eren quando è stato marchiato? ...di chi, tra gli studenti di Hogwarts, non può fidarsi? ...

    Avrebbe continuato così per lunghi minuti, lasciandosi trasportare completamente in quel percorso, una vera e propria immersione che gli avrebbe fatto dimenticare chi fosse, che fosse lì, con Eren, quel giorno.
     
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    Immagino che sia proprio così…

    Gli diede credito, in fondo… per quello che ne sapeva Eren, non c’erano molti divinatori in giro e tra quei pochi, la maggior parte erano dei ciarlatani. Non aveva nemmeno la minima idea del perché avesse deciso di affidarsi a Logan infatti, ma qualcosa gli lasciava presumere che la sua scelta non fosse stata mirata verso di lui solo perché quell’uomo gli aveva detto di essere un divinatore e aveva letto la sua mano, era probabile che anche se ne avesse conosciuti altri, sarebbe comunque andato da lui, quantomeno non avrebbe dovuto spiegare il perché delle sue domande o cosa lo rendesse così spento e dubbioso. Il diplomatico un’idea ce l’aveva già abbastanza chiara sulla questione. Inoltre, Eren non gli aveva dato così tante specifiche sugli avvenimenti, se lui avesse visto qualcosa, quella sarebbe stata la prova del fatto che non mentiva.
    I dettagli Eren li aveva tenuti per sé fino a quel momento e intendeva farlo ancora.
    Nel silenzio assoluto lo osservò mentre purificava anche se stesso passandosi addosso l’incenso, o quantomeno interpretò così quel suo gesto.

    Non importa se ci vuole molto, basta che io riesca a tornare a scuola entro il coprifuoco.

    Azzardò una battuta che poi non lo era tanto, in fondo aveva davvero tutto il giorno fino all’ora del coprifuoco. Il suggerimento di inalare il forte odore proveniente dalle candele non lo apprezzò moltissimo, ma se era quello che doveva fare, comunque lo avrebbe fatto. Per questo motivo respirò a fondo, poi sfiatò lentamente. Non era troppo facile per lui rilassarsi vista la mole di pensieri che attraversava la sua giovane mente, senza contare che era costantemente in tensione e pronto a scattare come una molla impazzita, anche se in apparenza sembrava molto tranquillo, Eren tratteneva un mare in tempesta pronto ad esplodere in tutta la sua devastante potenza.
    Smise di parlare, e soprattutto di disturbare Logan che chiaramente si stava mettendo a lavoro. A stento respirava intanto che l’uomo cominciava la sua consultazione, quindi Eren mantenne gli occhi grigi incollati al suo volto, esaminandone i tratti, il modo in cui aveva chiuso le palpebre in cerca di concentrazione.
    Non aveva idea se avesse funzionato oppure no. Se logan avesse già visto qualcosa oppure no. Sapeva però in qualche modo di dover rispettare quei momenti di silenzio e concentrazione quindi decise che non si sarebbe nemmeno mosso. Appoggiato con le braccia al tavolo alternava occhiate tra la sfera di cristallo e il volto del diplomatico. La curiosità iniziava a divorarlo, ma fino a quel momento era ancora capace di star zitto e aspettare, armato di una pazienza che non possedeva davvero, e che si era inventato giusto per l’occasione.
     
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    Non importa se ci vuole molto, basta che io riesca a tornare a scuola entro il coprifuoco.

    Logan alzò prima un sopracciglio e poi tutto il suo sguardo, senza muovere la testa, direzionata verso la sfera di cristallo. Aveva uno sguardo un po' inquietante in quella posizione, ma cercò comunque di smorzarlo con un accenno di sorriso per tranquillizzare Eren circa la sua preoccupazione.

    Tempo al tempo, mio caro.

    La voce aveva raggiunto note più calde e basse rispetto al solito, un po' suadenti per invitare lo studente alla calma. In realtà, non disse nulla per tranquillizzarlo, ma Logan era fatto così: frasi criptiche e indecifrabili, da bravo Sensus.
    Abbassò nuovamente lo sguardo sulla sfera di cristallo, tenendo morbide le dita attorno ad essa. Nel cercare di decifrare quei segni, provò a rilassarsi completamente, abbassando le spalle e allungando le gambe sotto al tavolo.
    Il profumo dell'incenso aveva finalmente preso piede in tutta la stanza e il buio era smorzato solamente dalla luce soffusa delle candele. Era un posto perfetto per lui per cogliere tutto ciò che la sfera gli avrebbe rivelato (o no).
    A differenza del ragazzo, oltretutto, non aveva assolutamente fretta e nel guardare in quel piccolo oggetto di cristallo trasparente, presto si sarebbe dimenticato del tempo e dello spazio attorno, concentrandosi unicamente su ciò che lo strumento avesse da offrirgli.
    Tuttavia, allungò troppo le lunghe gambe sotto al tavolo, coperto da una tovaglia lunga, che strisciava a terra e non permetteva di capire i movimenti sotto ad esso. Nello spostare il piede destro, infatti, Logan sentì una certa resistenza e troppo concentrato nel suo lavoro, non capì subito che quella cosa appena urtata non era affatto una gamba del tavolo o un soprammobile nascosto dalla madre, ma la gamba di Eren.
    Troppo tardi, la ritrasse con cautela, lentamente. Alzò lo sguardo colpevole verso lo studente e pregò che l'altro non si fosse accorto di tale distrazione, quindi per insabbiare tutto parlò a lui, con una nota vibrante e traditoria nella voce.

    Credo che mi sia utile qualche chiacchiera mentre cerco di leggere la sfera. Sai... mi aiuta a concentrarmi...
     
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    Tempo al tempo, mio caro.

    Si ritrovò ad annuire lentamente, chiaro che non intendeva per nessun motivo mettere fretta a Logan, aveva già messo in conto di poter perdere tutta la mattinata e per fortuna essendo sabato aveva comunque tutto il giorno libero da impegni. Certo qualcuno dei suoi compagni avrebbe anche potuto chiedersi dove fosse sparito visto che l’ultima volta in cui aveva saltato una cena in sala grande dopo essersi assentato nel pomeriggio era quasi morto, ma pensò che non potevano darlo per quasi morto un’altra volta e nell’eventualità che qualcuno dei suoi amici più stretti gli avesse poi chiesto che fine aveva fatto, non aveva motivo di mentire. Magari lo avrebbero preso per pazzo, ma Eren avrebbe detto la verità, in fondo cosa c’era di male nel voler consultare un divinatore? Per come la vedeva lui era una pratica che non poteva nuocere a nessuno.
    Perciò rimase in attesa.
    Non aveva cambiato posizione nemmeno per idea, quasi temesse di disturbare l’operato del mago, e per tale motivo gli occhi grigiastri si spostavano ad intervalli più o meno regolari tra il volto di Logan e la sfera di cristallo dove lui non vedeva proprio nulla, ma chissà se era lo stesso per Logan.
    Stava giusto osservando la sfera e sembrava anche molto concentrato tanto da stirare un piccolo broncio e accigliarsi un pò, quando qualcosa da sotto al tavolo arrivò a strisciare contro la propria gamba. Non se l'aspettava e con un riflesso involontario spostò indietro la gamba e se stesso sulla seduta, tanto da arrivare a poggiare la schiena sul sostegno fornito dalla sedia mentre prima era mezzo spiaggiato coi gomiti sul tavolo. Si rese conto solo dopo quello scatto felino che doveva trattarsi di un “incidente” con il piede di Logan che si era messo comodo mezzo disteso.
    Le palpebre appena sgranate, e le iridi che virarono ovviamente sul viso rammaricato di Logan, fecero sì che Eren potesse accorgersi subito di quanto l’altro si sentisse colpevole, quindi il grifondoro, abbastanza imbarazzato per lo scatto che aveva fatto e il rumore che ne era seguito, sfoderò un sorrisetto colpevole.

    Sc-scusa

    Suonò come un mormorio carico di disagio e imbarazzo che cercò di mandare via deglutendo a vuoto e incassando appena la testa tra le spalle. Apprese che Logan non riusciva a concentrarsi troppo bene se in silenzio, quindi Eren si fermò un attimo ad osservarlo e riprese la stessa posizione di prima con le braccia incrociate sul tavolo (ma le gambe sotto la sedia stavolta) e puntando gli occhi chiari verso quelli di lui cercò di inventarsi qualcosa.

    Uhm… d’accordo.

    Umettò le labbra. Che cosa avrebbe potuto dire o chiedere ad un giovane uomo che conosceva così poco?

    Tu… vivi facendo il divinatore?

    Gli domandò proprio la prima cosa che gli era venuta in mente anche perché in quel momento non aveva molti appigli e costruire una conversazione da zero con un perfetto sconosciuto non era molto facile.

    Deve essere strano smettere di studiare da un giorno all’altro quando finisci la scuola.

    Solo nel menzionare la scuola gli venne in mente qualcosa.

    Sei stato a Hogwarts? Qual era la tua casa?
     
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    Il momento di imbarazzo tra i due per lo scontro involontario sotto al tavolo gli fece perdere un po' di concentrazione e Logan si affrettò a guardare la sfera pur di non offuscare totalmente la Vista con questo tipo di pensieri. Respirò a fondo, inalando il profumo delle candele e dell'incenso, mentre Eren si scusava.
    Chiuse gli occhi per un attimo e sorridendo appena, fece cenno di diniego con la testa, come a dirgli che era tutto a posto, che non era sua la colpa. L'errore fu riaprire le palpebre e incrociare il suo sguardo, perché improvvisamente sentì l'esigenza di rovesciarsi addosso un carico di candele che avrebbe potuto riempire il Lago Nero, pur di ritrovare la calma iniziale.
    Cercò comunque di non dare a vedere i suoi segni di cedimento e provò ancora ad indagare i segni della sfera, certo che comunque prima o poi ne sarebbe uscito fuori qualcosa, nonostante ci stesse mettendo più tempo del previsto rispetto al suo solito.
    Nel ritrovare la sua pace, tuttavia, fu interrotto dalla mitragliatrice di domande di Eren, che gli fece abbozzare un sorriso divertito mentre cercava ancora di capire che cosa volessero dire quei fumi che si appiattivano contro le pareti della sfera di cristallo.

    ...nnno... Sono, uhm... un diplomatico...
    N-nnon proprio, ho... cominciato da poco...


    Era molto difficile riuscire a rispondere e allo stesso tempo concentrarsi sul suo compito. Forse era stata una pessima idea, ma almeno si sentiva più tranquillo nel sapere che Eren se ne stava lì, fermo a fissarlo come una triglia appesa ad un'asse di legno.

    S-Serpeverde.

    Ebbe la stessa esitazione del Cappello Parlante, quando lo smistò al suo primo anno ad Hogwarts, però decisamente per tutt'altro motivo.

    E non ho smesso di studiare.

    Alzò prima un sopracciglio e poi tutto lo sguardo su Eren, tornando alla sfera nell'istante dopo, il tempo esatto per spiare la sua reazione, aspettandosene una particolarmente delusa. Aveva avuto una sensazione nel sentire il ragazzo e voleva capire se avesse torto oppure no.
     
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    Ancora una volta tornò a farsi silenzioso, rimanenendo in attesa delle risposte alle domande che aveva fatto a Logan, convinto di aver fatto la cosa giusta dato che lui gli aveva detto che chiacchierare gli serviva a concentrarsi.
    Non capiva come fosse possibile, ma il divinatore era Logan, ed Eren non aveva la minima intenzione di mettersi a discutere o sindacare le sue scelte.
    Apprese perciò di essere davanti ad un diplomatico, cosa che commentò sottovoce.

    Oh, figo.

    Non avendo molto altro da aggiungere. In rapida successione arrivò poi l’informazione cruciale, ovvero il fatto che Logan fosse un ex serpeverde. Alzò gli occhi al cielo senza badare al fatto che lui potesse o meno guardarlo in quell’esatto istante. Non aveva grande stima dei figli di Salazar, ma era anche vero che per fortuna Logan non frequentava più Hogwarts oppure quello sarebbe stato il momento giusto per alzarsi e andarsene, coi sospetti che aveva, la rivalità installata come pacchetto base tra Grifondoro e Serpeverde e con ciò che Logan sapeva di Eren, se invece di un diplomatico lui fosse stato uno studente frequentante Hogwarts in quell’esatto momento, sarebbe stato quello giusto per torchiarlo a dovere, o alzarsi e andare via senza fare mai più ritorno.

    CITAZIONE
    E non ho smesso di studiare.

    Capisco, sì.

    Non faticava ad immaginare nemmeno per un attimo che potessero esserci cose da approfondire anche dopo la fine della scuola, ma era certo che studiare per i fatti propri piuttosto che essere costretti a consegnare i compiti e dare esami secondo scadenze prestabilite dagli insegnanti, fosse tutta un’altra storia.

    In ogni caso, si era reso conto che le risposte avute erano state espresse con difficoltà quindi pensò che magari si era sbagliato prima, e che per chiacchiere Logan forse intendeva che doveva appunto essere Eren a parlare in una specie di monologo piuttosto che cercare di far chiacchierare lui. Respirò a fondo mentre tentava invece di raccogliere le idee e capire da cosa iniziare con le chiacchiere.

    Uhm… io invece sono arrivato quest’anno a Hogwarts, sto per finire il sesto. Prima ho frequentato altre scuole: Catelobuxo, Durmstrang e Mahoutokoro

    Spiegò, mantenendo un volume della voce piuttosto basso, certo che comunque l’altro non avrebbe fatto fatica ad ascoltare grazie anche al silenzio che regnava sovrano incontrastato (se si escludeva appunto il chiacchiericcio di Eren) nella stanza.

    Oro sono un Grifondoro.

    Solo Merlino sapeva cosa poteva significare essere stato smistato in grifondoro a sedici anni compiuti. Con ogni probabilità i principi fondamentali della casata di Sir Godric erano tutti molto sviluppati nel giovane irlandese.

    Gioco a quidditch nel ruolo di cercatore e… non lo so, forse un giorno farò questo come lavoro. Al momento però mi limito ad annaspare in mezzo ai libri.

    Alzò le spalle, non aveva molte cose da aggiungere in quel momento.
     
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    Solo un Grifondoro avrebbe potuto produrre un'espressione simile a quella di Eren, che aveva appena reputato "figo" il suo lavoro da Diplomatico, cosa che invece non credeva Logan. Da quando aveva cominciato a studiare per introdursi in quel nuovo ambiente, tutto lo spirito iniziale era leggermente sfumato.
    Intanto, sogghignò appena nel notare quegli occhi al cielo e subito dopo provò a continuare ad esaminare quella sfera, che ancora non gli aveva dato le soddisfazioni cercate. Altre informazioni, invece, uscivano dalla bocca di Eren e andavano ad arricchire un profilo sempre più chiaro di ciò che fosse quel giovane studente.
    C'erano esperienze in varie parti del mondo, il che lasciava intendere un certo spirito di adattamento, oltre al non avere timore del cambiamento. Non sembrava affatto turbato dalle sue esperienze in giro per il globo, era solo quello che lo colpiva profondamente a smuovere parti di un animo all'apparenza gentile, ma per nulla fragile.
    Lo sguardo di Logan si posò lentamente sulle labbra di Eren, che si muovevano ad ogni parola, di cui riusciva a captarne probabilmente la metà, non seguendo bene tutti i discorsi, ma era abituato così. Alcuni dei suoi clienti non la smettevano mai di dire qualcosa, aggiungere dettagli e, nella maggior parte delle situazioni, Logan avrebbe potuto tranquillamente approfittarsi della loro ingenuità per ripetere parole e offrire conforto. Con Eren si ritrovò a voler essere totalmente sincero per qualche ragione a lui ancora ignota.

    Ho giocato a Quidditch.

    Disse molto lentamente e con la stessa voce di chi era preso a fare altro.

    Ho fatto il portiere per un po' e devo dire... mi manca.

    L'ebrezza di muoversi sulla scopa, l'adrenalina della partita, il senso di appartenenza a qualcosa... Quando giocava a Quidditch non era lo strambo ragazzo che amava la Divinazione e studiava le proprietà degli amuleti, e che il Grifondoro neanche poteva immaginare.

    Sai altre lingue, dunque?

    Quella parte, per una serie di ragioni, gli interessava. Logan aveva sempre vissuto nel Regno Unito, aveva viaggiato poco per mancanza di fondi e non aveva mai sentito la necessità di apprendere qualche altra lingua, che adesso invece gli sarebbe potuta tornare utile per il lavoro. Magari avrebbe cominciato a fare qualche viaggetto, anche se per il momento avrebbe preferito farlo mentalmente anziché scervellarsi in quei segni incomprensibili che non lo stavano portando da nessuna parte.
     
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