Dulcis in fundo

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    Il Narratore
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    Fine Aprile - Cena



    01Dpi45
    Fulmini e lampi facevano compagnia agli studenti già da diversi giorni, eppure quella sera risuonavano più forti che mai: i più suscettibili pensavano si trattasse di un segno dal destino mentre altri, più scettici, riducevano il tutto ad un normalissimo evento atmosferico di fine aprile.
    Una novità, tuttavia, c'era davvero: a cena avrebbero avuto un ospite.
    Questa voce aveva iniziato a girare fra i corridoi di Hogwarts già nel tardo pomeriggio, quando alcuni avevano affermato di aver visto una carrozza volante fermarsi nel retro della Capanna di Hagrid, prima di sparire nel nulla.
    Quando però all'ora di cena un uomo in tenuta elegante, baffetti e una bombetta ben piantata sulla testa fece la sua comparsa al tavolo dei docenti, la voce si rivelò essere una notizia fondata. L'uomo misterioso stava chiacchierando amabilmente coi docenti intorno, soprattutto con Estia Garfield e Horace Lumacorno che gli sedevano a un lato e all'altro.
    La cena, intanto, era stata servita e come al solito la tavola traboccava di leccornie di ogni tipo: chissà che il dulcis in fundo non sarebbe stato concesso proprio dal misterioso ospite.

    Scadenza turno: 20 incluso
    Questa è una semplice free-role con contesto, ossia non una quest: partecipando, nessuno rischia la morte né incidenti vari.
    Approfittatene per ruolare con i vostri compagni al tavolo e attendere di scoprire cosa ha da dirvi l'uomo misterioso – e vi assicuriamo che vorrete saperlo!
    La role chiuderà a fine mese: fra una settimana circa il Narratore interverrà per muovere proprio l'ospite d'onore.

    Grifondoro Tassorosso Corvonero Serpeverde


    Edited by Lulu Sparks - 16/4/2024, 20:41
     
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    Corvonero
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    Pioveva a dirotto da qualche giorno. Nuvole nere e grigie coprivano il cielo, e sembravano non diradarsi mai. Tra gli studenti era cominciata a correre voce che preannunciassero cattive notizie, ma Elliott non credeva fosse quello il caso. Il tempo scozzese non era famoso per essere clemente, e quella pioggia era sicuramente data dal clima primaverile. A scapito del meteo, aveva avuto sempre più voglia di stare con Sabrina e Setoshi, durante le lezioni, in Sala Grande, o quando li vedeva andare via insieme da qualche parte. Aveva aspettato, giusto per essere sicuro che i suoi sentimenti si fossero finalmente mitigati a sufficienza, ma da quando aveva sentito dire che ci sarebbe stato un ospite sconosciuto a cena, non aveva desiderato altro che parlarne con loro. Era arrivato perciò un po’ in anticipo davanti alle porte della Sala Grande, con l’intento di intercettarli. Poteva trattarsi anche di un pettegolezzo infondato; riflettendoci non gli veniva in mente di aver visto qualche sconosciuto in giro per il castello. Alcuni gli avevano parlato di una carrozza vicino alla capanna di Hagrid, ma quel pomeriggio aveva fatto una passeggiata da quelle parti, e non gli era parso di vedere qualcosa di strano; forse però era solo arrivato al momento sbagliato e non era riuscito a vederla. Si destò dai suoi pensieri, vedendo una chioma bruna e una corvina dall’aria familiare.
    -Ehi!- disse, avvicinandosi ai due corvonero.
    -Posso sedermi con voi oggi?- chiese poi, con un sorriso solo un po’ imbarazzato. Era strano dover chiedere, ma gli sembrò la cosa più giusta da fare.
    -Avete sentito? Sembra che questa sera ci sarà un ospite a cena.- disse, non riuscendo più a trattenersi. Doveva sapere cosa ne pensavano i due amici, e soprattutto voleva scoprire se c’era effettivamente qualcuno ad aspettarli al di là delle porte davanti a loro. Scoprì la verità poco dopo, e a quel punto le domande che gli riempirono la testa furono altre. Prima fra tutte, si chiese chi fosse l’uomo che chiacchierava con la professoressa Garfield e il professor Lumacorno; e poi anche cosa ci facesse lì, visto che non aveva ancora ricevuto spiegazioni a riguardo.
    -Voi lo conoscete?- domandò rivolto principalmente a Sabrina e Setoshi. Erano ormai seduti al tavolo, e si servì una porzione di patate al vapore, mentre cercava di osservare lo sconosciuto. Da quella distanza a lui non veniva proprio in mente nessuno, ma forse uno dei suoi compagni si sarebbe rivelato più informato di lui.

    Sabrina De Rosa Setoshi Mirai ma chiunque si trovi al tavolo dei corvonero può rispondere :corvo:
     
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    [Tavolo di Grifondoro]


    L’arma migliore era l’indifferenza.
    O almeno così la pensava Eren, per questo mentre stava in sala grande al tavolo dei grifondoro con tutti i concasati, sembrava esattamente quello di sempre.... più o meno.
    Un pò più pallido perché ancora non riusciva a fare un’intera notte di sonno senza svegliarsi almeno tre o quattro volte, ma era sempre lui coi suoi occhi grigiastri un pò più seri e i capelli corvini perennemente pettinati -o spettinati- che gli conferivano un’aria sbarazzina ma molto curata allo stesso tempo, compresi i ciuffetti che scendevano verso l’angolo destro della fronte.
    Certo, non stava tutto il tempo a ridere e scherzare come avrebbe fatto prima, ma almeno non appariva come un’anima in pena, intento a rimuginare su chissà cosa. Sembrava normale.
    Come suo solito stava mangiando gustandosi anche parecchio la pietanza che era riuscito ad accaparrarsi, con una forchetta in mano e la bocca piena, masticava a bocca chiusa e con tutta la calma del mondo mentre gli occhi grigiastri viaggiavano in giro sulle facce dei compagni, ma spesso si spostavano in direzione del tavolo degli insegnanti a causa della presenza di quel mago sconosciuto con cui la rettrice della sua casa e Lumacorno stavano chiacchierando amabilmente.
    Mandò giù un grosso boccone e innaffiò tutto con un sorso copioso di succo di zucca prima di proferire parola rivolta sicuramente ai compagni nelle vicinanze.

    Qualcuno di voi ha idea di chi sia quello lì?

    Onde evitare fraintendimenti aveva anche indicato il tavolo degli insegnanti con un gesto del mento, riportando lo sguardo proprio verso il mago con la bombetta dopo aver perlustrato i volti dei compagni vicini giusto per capire se fossero perplessi tanto quanto lo era Eren in prima persona.

    Non so perché, ma secondo me c’ha la faccia di qualcuno mandato dal Ministero.

    Assottigliò le palpebre, forse si sbagliava, forse no. Fatto stava che era davvero curioso di scoprire cosa quell’uomo avesse da dire o se avrebbe effettivamente comunicato qualcosa agli studenti. Per quanto ne sapeva poteva anche essere uno a caso in visita ai professori, ma ormai aveva capito che nulla era mai lasciato al caso e un invito a cena ad Hogwarts, al tavolo dei professori, non gli sembrava per niente casuale.
    Tornò ad affondare la forchetta in un bocconcino di pollo, e lo stesso fu mantenuto a mezz'aria a poca distanza dalle labbra mentre esaminava ancora con attenzione la scenetta in corso al tavolo dei professori.

    Boh!

    In quel momento gli sembrò l’affermazione e conclusione più adatta ai propri pensieri e supposizioni, accompagnata da un’alzata di spalle che era la rappresentazione perfetta del suo stato d’animo curioso ma allo stesso tempo noncurante.

    Grifondoro :grifo: Spettegulesssss
     
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    Era passato un mese da quando Eunjoo e Gideon si erano lasciati, e lei non era mai stata meno sola.
    C'era stato in effetti un momento in cui si era sentita persa come l'anatroccolo in mezzo al bosco abbandonato da tutti quelli che conosceva, ma per fortuna quella sensazione era scomparsa relativamente subito: al suo posto, ciò che da anni ormai era stato sotterrato nella sabbia in qualche meandro della mente, aveva finalmente avuto il suo modo per risorgere, scavare fino a riemergere in superficie, e prendersi tutto lo spazio, allargandosi e sistemandosi come meglio poteva, e anche di più.
    Era la stessa voce che era comparsa quando i suoi genitori si aspettavano così tanto da lei, quando doveva essere sempre perfetta ma non lo era mai, quando prendeva i Desolante, quando nessuno la capiva, quando non sapeva nemmeno lei chi era, ed ora, perché misericordiosa, era tornata in suo aiuto.
    L'aveva sentita per la prima volta dopo tanto tempo qualche settimana prima, appena un giorno o due dopo che era stata mollata, a colazione, quando con una cera terribile e a digiuno da due sere precedenti si appropinquava per metter mano al pasto servito in modo così esteticamente piacevole in Sala Grande.
    Hai davvero fame?
    Si era bloccata a metà del gesto come se l'avesse percepita direttamente alle sue spalle, o al suo fianco, che le sbottava nell'orecchio: aveva spalancato gli occhi e sbattuto le palpebre un paio di volte, mentre riguardava come se fosse stata la prima volta la colazione nel suo piatto, fatto da una tazza di té, il latte in un altro contenitore pronto per essere servito, almeno qualche goccia, e la fila di biscotti senza zuccheri aggiunti che fino a qualche giorno prima la soddisfacevano senza troppi problemi.
    Come fai a pensare di poter controllare la tua vita, se non sai nemmeno controllarti dal mangiare quel biscotto?
    Se l'era rigirato tra le mani, ed improvvisamente il pensiero di averlo nello stomaco la faceva stare male. Era avvelenato, non c'erano dubbi; era tutto avvelenato, e lei non poteva certo danneggiare a quel modo il suo stesso organismo. C'era tanto da fare, tanto da lavorare, un sacco di cose a cui pensare: doveva assumere solo quello che era il meglio per se stessa, del resto poteva farne a meno.
    Poteva farcela, l'aveva già fatto altre volte: non si sarebbe mai più sentita gonfia o pesante, sarebbe stata sempre perfetta, proprio come volevano i suoi genitori, proprio come avrebbe voluto Gideon. Certo, serviva un sacco di disciplina per arrivare a quel livello, ma con un po' di fatica l'avrebbe raggiunto.
    Avrebbe bevuto solo quel té, non aveva bisogno di altro, nemmeno di aggiungervi il latte. Era facile, era solo acqua, avrebbe potuto smaltirlo subito dopo andando in bagno.
    Brava. Sarà difficile. Ma ti aiuterò io.
    E lo aveva fatto. Da quel momento in poi, la voce non l'aveva più abbandonata, proprio come un tempo. Era un sollievo sapere che ci fosse qualcuno a giudicarla per non farla sbagliare, odiava sbagliare; ed era anche bello sapere che stesse recuperando il controllo di quel che le succedeva, quando fino a un mese prima sembrava tutto essere andato a scatafascio.
    La cosa più bella di tutte era un'altra: era così impegnata a contare le calorie, a decidere cosa mangiare o non mangiare in ogni momento della giornata, ad andare in bagno a rimettere anche a forza quando aveva palesemente esagerato, che non aveva tempo di pensare a nient'altro. Il suo cervello era talmente assorbito da quest'occupazione ossessiva che riusciva a non pensare a Gideon e al fatto che le avesse detto che non potevano più essere una cosa sola: non era meraviglioso?
    Non aveva proprio tempo di soffrire, il cibo era arrivato piano piano ad occupare tutte le sue giornate, e con questo anche gli allenamenti che non aveva diminuito di intensità, d'altra parte ci sarebbe stata la finale a breve.
    Avrebbe vinto la Coppa, gli amici si sarebbero congratulati e le avrebbero voluto bene. Ma soprattutto la voce sarebbe stata fiera di lei, anche se a dire la verità non lo era spesso. Le dava innumerevoli regole da seguire, ma non c'era troppo spazio per la celebrazione, ogni volta che le portava a compimento.
    Perché non c'era limite alla perfezione: poteva essere sempre migliore, sempre di più, quindi perché accontentarsi?
    Aveva smesso di partecipare alle cene e pranzi in Sala Grande se non per recuperare qualche boccone e mangiarlo in solitaria, perché ogni tanto credeva di sentire gli occhi su di sé che la giudicavano, e non le piaceva affatto. Era da un po' che si sentiva gli occhi addosso in ogni circostanza, ma avevano smesso di lusingarla: doveva per forza avere qualcosa di sbagliato, per spingere le persone a guardarla così. Se solo le avessero dato il tempo di recuperare una forma migliore, magari avrebbero potuto essere soddisfatti!
    Quella volta si trovava in Sala perché correva la voce di un ospite, e sarebbe stato troppo strano non esserci, oltre che poteva essere una buona distrazione che l'avrebbe portata via da certi pensieri: non poteva fermarsi un attimo a pensare, o sarebbero ritornati, e l'avrebbero sconvolta. Non poteva permettere che succedesse, doveva preservarsi.
    Eren chiese ai compagni in generale chi fosse quell'uomo con la bombetta, ed Eunjoo si girò ad osservarlo di striscio, per poi tornare a tagliare a pezzettini sempre più piccoli la sua fetta di carne. Aveva notato che più armeggiava con le posate e col piatto, più la gente credeva che stesse effettivamente mangiando, anche se non era così.
    Ogni tanto ne portava uno alla bocca e lo masticava lentamente, così nel mentre gli altri parlavano tra di loro e quando avrebbero riposato lo sguardo su di lei lei avrebbe continuato a masticare: e non si sarebbero certo accorti che stesse triturando coi denti lo stesso pezzo di qualche minuto prima, perché per la loro logica doveva per forza trattarsi di un altro.
    Si strinse nelle spalle in tutta risposta, senza dire nulla e senza aver alzato gli occhi dal piatto, impegnata nella sua testa in tutt'altra conversazione.
     
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    Tavolo dei Corvonero



    Non era passata che una manciata di giorni da quando Elijah aveva preso posto per la prima volta al tavolo dei Corvonero, un evento piuttosto bizzarro e raro uno smistamento svolto all’inizio di Aprile, un arrivo improvviso nonostante le sventure che accadevano tra le mura di Hogwarts giorno dopo giorno. Ma molte alternative non aveva saputo proporgliele, l’uomo che si era presentato a casa sua l’estate precedente per consegnargli la sua lettera da Hogwarts in ritardo. Già era stato difficile spiegare a quei sempliciotti dei suoi genitori cosa fosse, il perché lo fosse, cosa significasse, ed accettare le loro crisi di panico ed esplosioni di isteria, figurarsi come avrebbero preso l’idea di saperlo in una scuola lontana, oltre che nascosta al resto del mondo, come per esempio Beauxbatons o Ilvermony. Non che Elijah conoscesse bene le differenze tra le varie scuole, a malapena era consapevole della loro esistenza.
    In ogni caso, stava anche cercando di abituarsi agli strani cibi e alle bevande che si trovavano sui tavoli delle case durante i pasti. Sua madre cucinava bene, forse la più brava cuoca che conoscesse, ma gli Elfi… non aveva mai mangiato niente di più buono di quello che cucinavano gli Elfi. Aveva dovuto sforzarsi e nemmeno poco a fingere di essere abituato a quel tipo di cucina, cercando di non meravigliarsi o sorprendersi quando notava questa o quella stranezza.
    Fino a quel momento tutto era sembrato andare abbastanza bene. Ma quel giorno la scuola sembrava per qualche motivo agitava da voci e sussurri su qualcosa che sarebbe dovuto accadere. Non aveva fatto minimamente caso alla figura nuova seduta al tavolo dei docenti, convinto che fosse un membro del personale scolastico che non aveva ancora conosciuto.
    Infatti alle parole di Elliott, che si era seduto esattamente di fronte a lui, non potè fare a meno di osservare un po’ meglio quel tizio che chiacchierava con gli altri professori.

    Non è un professore?

    Chiese molto ingenuamente. Aveva frequentato ancora pochissime lezioni, era plausibile che non avesse ancora incontrato tutti i membri del corpo docenti, ma a giudicare dalla sorpresa dei suoi compagni di Casa così non doveva essere.

    Corvonero


    Edited by Raissa Romanova - 19/4/2024, 18:02
     
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    [ Tavolo dei Grifondoro ]

    Arrivò in Sala Grande per la cena tutta pimpante, camminando tra i tavoli come se stesse saltellando, quando in realtà si stava semplicemente muovendo in modo veloce e vivace, sintomo che fosse piuttosto di buonumore quel giorno. Niente di troppo strano per Venetia Prewett in effetti, che di stucchevole brio ed ottimismo ne avrebbe avuto da vendere. Aveva preso posto accanto ad Eunjoo prestando attenzione solo alla valanga di cibo servita ai tavoli e con cui ben presto avrebbe iniziato a riempirsi il piatto. Non in maniera esagerata ovviamente, ma un po' alla volta: non voleva mica che coloro seduti nelle sue vicinanze pensassero che fosse un'ingorda! Avrebbe iniziato con un po' di purè, tanto per cominciare.

    Ciao Jo, com'è andata oggi? Io sto morendo di fame!


    Le domandò a voce acuta e buttando intanto un'occhiata al piatto dell'amica, ma alzando le iridi sul volto della Grifondoro le avrebbe rivolto un sorriso di incoraggiamento. L'aveva vista poco e niente nell'ultimo periodo, ma con tutto quello che stava succedendo in giro per il castello aveva banalmente pensato che ognuna delle due avesse avuto i propri problemi a cui pensare e non si era troppo allarmata, anche se adesso il suo silenzio poteva essere un tantino insolito conoscendo la sua indole estroversa e chiacchierona. Prese una cucchiata del sul purè di patate, ma quando Eren portò alla luce la presenza di un estraneo al tavolo dei docenti lasciò la posata a mezz'aria e fece per voltarsi a guardarlo; all'inizio non se n'era accorta, ma adesso lo osservava curiosa, ascoltando ed assimilando intanto le teorie esposte dall'amico.

    Magari è uno della manutenzione. Sarebbe ora, tutti questi fulmini e lampi stanno diventando fastidiosi.

    Prese per buona l'idea che potesse sembrare un tipo del Ministero, ma allo stesso tempo la sua presenza non le parve così insolita o degna di particolari attenzioni. E poi era vero che il cielo sopra alla Sala Grande stava diventando sempre più insostenibile negli ultimi giorni, quella sera come non mai. Con una scrollata di spalle avrebbe distolto l'attenzione dal mago misterioso e l'avrebbe rivolta ad Eren in attesa che desse credito alla sua ipotesi, ma ben presto sarebbe tornata a concentrarsi sulla sua cena e finì di mangiare quella porzione di purè che aveva messo nel suo piatto.
     
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    Tavolo dei Serpeverde



    Il rumore della pioggia che sbatteva prepotentemente contro le grandi vetrate della Sala Grande lo rilassava. Lo rilassavano i nuvoloni scuri, i lampi ed il rumore fastidioso dei tuoni che facevano tremare i muri. Come poteva essere diversamente, d’altronde? Come poteva piacergli qualcosa di diverso dal buio, dal grigio, dall’oscurità? Eppure era così bello, Gideon, quando indossava vestiti particolarmente colorati oppure quando si metteva a prendere il sole, che la pelle gli si arrossava e poi abbronzava, che gli occhi nocciola prendevano sfumature dorate se illuminati dai raggi diretti della luce, i capelli gli si schiarivano un po’. Ma no, la bellezza non gli bastava, preferiva sempre e comunque essere attratto da ciò che rappresentava il trambusto, il disordine, la confusione. Forse perché era uno specchio di quello che c’era nella sua testa, costantemente, senza pause nemmeno durante il sonno.
    L’aveva incuriosito e non poco la voce sulla carrozza arrivata ad Hogwarts, che da subito l’aveva costretto a pensare all’arrivo di qualcuno di importante. Per ore aveva creduto potesse trattarsi di qualcuno come Harry Potter o la Ministra Granger, giunti ad avvisare che avrebbero messo a soqquadro l’intera scuola per trovare i colpevoli di ciò che era successo un abbondante mese e mezzo prima. Oppure che avevano scoperto tutto quanto ed erano lì per prenderli.
    Non aveva mancato di manifestare la propria tensione ai cugini, accanto ai quali aveva preso posto al tavolo dei Serpeverde, come sempre. E nel notare la figura seduta invece al tavolo dei docenti, constatando che non fosse né il Capo Auror né la Ministra della Magia, si era un po’ tranquillizzato ma non aveva smesso di farsi domande. Se avessero voluto prenderli l’avrebbero fatto subito, no? Mica dovevano aspettare la fine della cena per quello?
    Le iridi scure cercarono anche i volti di figure a lui più affini, come quelli di Cursa, di Maude, di Thomas. Ma gli occhi giudicanti dell'erede dei Greengrass arrivarono a scrutare anche Tristan Zabini per motivi piuttosto ovvi, con tutto l'intento di carpirne qualche tipo di reazione particolare.
    Poi si rivolse alla più piccola dei Travers, mentre sorseggiava dal suo solito bicchiere di succo di zucca serale.

    L’hai mai visto?

    Le mormorò soltanto, chè non era raro che per le loro case passasse gente di spicco della Società Magica. Ma quell’ometto baffuto lui non l’aveva mai visto, per questo chiedeva a chi forse poteva saperne di più, o forse no.
     
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    Tavolo dei Grifondoro



    Era quasi paradossale come, in quel momento di instabilità e confusione all’interno della scuola ed in tutto il corpo studentesco, Raissa sembrasse invece star vivendo il suo periodo migliore lì dentro, sembrava persino avesse affrontato con uno spirito diverso la Luna Piena di marzo, che l’aveva devastata come sempre ma avere poi il modo di consolarsi e farsi coccolare da un povero ed inconsapevole Noah l’avevano resa un pelo meno peggio del solito. Ed ora che mancava di nuovo soltanto qualche giorno al ritorno in cielo della sua peggior nemica, Lumacorno aveva già iniziato a darle le prime dosi di pozione Antilupo e ne sentiva tutte le ripercussioni sul proprio corpo. Come accadeva di ciclicamente in quei giorni, appariva un po’ più pallida e si sentiva più debole, ed un senso di crescente irrequietezza le si piazzava al centro del petto e non la mollava finchè non se ne fosse liberata tramite la trasformazione. Non sapeva se quella era una prerogativa soltanto sua, non aveva mai incontrato altri Lupi Mannari e non aveva mai avuto modo di approfondire, fatto stava che faceva sempre di tutto per mascherare ogni possibile ripercussione su chi la circondava in quei giorni, mostrandosi quanto più normale possibile.
    Ma come ormai accadeva ogni sera a cena, non poteva fare a meno di tenere una mano perennemente poggiata su una gamba di Noah, così come la sua stessa gamba sfiorava quella del ragazzone per tutta la durata dei pasti, visto che da quando aveva cominciato a sedersi vicino a lui non aveva più smesso. Ogni tanto gli sfiorava anche le dita, quando gliele metteva a disposizione e non usava la mano per mangiare o fare altro.

    Oppure sarà il nuovo arbitro per le partite di Quidditch. Visto quello che è successo quest’anno, per la fine del Campionato vogliono assicurarsi che nessuno rischi di ammazzarsi!
    Per cause diverse dai Bolidi, almeno.


    O che la scopa di Oliver Montgomery-Laurent non fosse truccata, che Gideon Greengrass e Selis Malfoy non avrebbero cercato di uccidere nessun altro dei loro compagni, o che i Corvonero non avessero problemi di fair-play finanziario con i loro acquisti numerosi ed esosi da Accessori di Prima Qualità per il Quidditch. Cercò allora lo sguardo del ragazzone americano al suo fianco a quel pensiero, senza dire nulla ma osservandolo per qualche istante, l’aria pensosa. Se avessero cercato di far fuori lui avrebbe ucciso qualcuno senza pietà, quello era poco ma sicuro.

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    [Tavolo Serpeverde]



    Da che aveva sentito le voci su una fantomatica carrozza atterrata oltre la capanna di Hagrid, una sottile sensazione di irrequietezza le si era appiccicata addosso, fastidiosa e viscida come sudore in una giornata bollente. Da che poi aveva condiviso i suoi timori con Everard e Gideon, quella sensazione si era fatta più densa ed avvolgente, macchiandole definitivamente l’umore ed incrinandone l’espressione altrimenti gentile e pacata. Almeno fino a cena, quando le iridi verdi avevano avuto modo di poggiarsi sull’ospite d’onore di quella serata ed istintivamente qualcosa si era allentato nel suo petto. Che non fosse il Capo Auror era infatti un sollievo, per quanto non avesse idea di chi fosse diretto riporto di Harry Potter e sancire lo scampato pericolo era quanto meno avventato.
    Si era così sforzata di non apparire troppo pensierosa, per quanto la sua solita cordialità si era spenta durante la serata e fosse stata più silenziosa del solito. Vestita della solita divisa impeccabile, i lunghi capelli biondi lasciati sciolti lungo la schiena ma tirati morbidamente indietro da un cerchietto bombato in velluto verde, appariva più rigida alla vista ed anche molto poco interessata al cibo nel suo piatto. Aveva infatti solo sbocconcellato un pasticcio di carne, non tanto perché non avesse fame ma perché giocare con il cibo seguiva il flusso dei suoi pensieri.

    «Non so chi sia.»

    Rispose quindi a Gideon, stringendosi nelle spalle ma cercando istintivamente il volto del cugino. Sembrava strano, ma nell’elegante compostezza del moro trovava riflesso della calma e della seraficità che anche lei in quel momento avrebbe voluto provare, per quanto sapeva perfettamente come anche l’animo del Serpeverde fosse agitato in quel momento. In ogni caso più utile di Everard che, seduto al fianco opposto, continuava a sbuffare come un toro ed aveva deciso di sfogare la sua frustrazione lanciando provocazioni a chiunque avesse l’ardire di incrociarne lo sguardo. La pessima ma affascinante nomea che si era costruito in soli tre mesi aveva del portentoso, ma se non altro strappava alla sorella più di una risata divertiva.

    «Ha la faccia di un ministeriale.»

    Asserì quindi il maggiore dei fratelli Travers, a bocca piena mentre sbranava una coscia di pollo.

    «Sì, in effetti sì.»

    Mormorò infine la Serpeverde, alzando ora lo sguardo sui presenti ed osservando chi al tavolo fosse nel frattempo arrivato nei pressi. «Chissà che ci fa qui.»

    La domanda delle domande, detta a voce appena più alta nel caso qualcuno ne sapesse più di loro tre e volesse contribuire a non farle andare di traverso tutta la cena.

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    [Tavolo Grifondoro]



    Come ogni giorno che sanciva una nuova rotazione della Terra attorno al proprio asse, Noah Fisher aveva fame. Era impressionante come affrontasse ogni pasto come se, contemporaneamente, venisse da quaranta giorni di privazioni nel deserto e fosse anche l’ultima volta che avrebbe avuto il piatto pieno. Stonava incredibilmente con la delicatezza pallida ed educata, eppure le sedeva vicino in un modo talmente intimo che non lasciava più dubbi sul tipo di rapporto che correva tra i due Grifondoro. Mentre infatti dedicava ogni attenzione al piatto stipato di pietanze, non mancava mai di allungare una mano momentaneamente libera verso la russa, che fosse per una carezza o anche solo per sfiorarle le dita. La distanza poi sulla panca era pressoché inesistente, con le gambe a contatto e le ampie spalle del ragazzone americano ad ingombrare lo spazio vitale altrui tanto vi si sporgeva. Ma aveva deciso che fintanto che la mannara gli dava corda e non avesse deciso di far scoppiare quella bolla, lui non avrebbe fatto niente di meno che tutto ciò che poteva per vivere a pieno quelle sensazioni.
    Sicuramente peccava di sobrietà, ma a giudicare da come anche Eren si stava strafogando non sentiva di avere nulla da recriminarsi. Stava infatti accomodato nei pressi dell’amico e di quelli che avrebbe potuto considerare le migliori conoscenze che aveva al castello, ascoltando le loro ipotesi rispetto alla provenienza di un mago che, tirato a lucido, conversava con i docenti al tavolo degli insegnanti. Fu allora che lo sguardo azzurro si sarebbe staccato dal piatto e da Raissa, le uniche due cose che guardava davvero, per degnare di un’occhiata la variabile sconosciuta di quella altrimenti anonima ed ordinaria serata in Sala Grande. Manco a dirlo, lui di esponenti della società magica inglese non aveva alcuna cognizione, per cui di certo non si aspettava di riconoscere nessuno.

    Boh, avrebbe senso che fosse un Auror o qualcosa del genere.

    Suggerì a bocca piena. Però che cazzo, se fosse ci hanno mandato quello più vecchio sulla piazza.

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    [ Tavolo Serpeverde ]

    La luce di un fulmine illuminò la bottiglia di succo di zucca che stava cercando sul tavolo, forse un segno del destino o della magia di Hogwarts che andava incontro a chi ne aveva bisogno, come diceva il detto. Se solo lo avesse fatto per cose più serie, allora Tristan probabilmente non se ne sarebbe stato lì seduto con l'aria annoiata e tipica di chi vorrebbe essere altrove. Qualsiasi posto sembrava più confortante che essere circondato dai suoi compagni di scuola in quel periodo, ed aveva preso a vivere i pranzi e le cene come un'enorme grana di cui liberarsi in fretta e furia. Nonostante ciò, però, e nonostante la sua voglia matta di non vedere nessuna di quelle facce per più di dieci minuti fuori dagli orari di lezione, non aveva mai dato segni di cedimento. Presenziava ad ogni pasto dall'inizio alla fine e senza fare storie - ci mancava solo avere l'aria evasiva o colpevole per avvalorare le teorie dei creduloni che erano andati contro di lui nel corso di quel mese - e portava avanti le superficiali e sporadiche conversazioni coi suoi compagni di casa.
    Riempì quindi il suo bicchiere col succo di zucca che tanto aveva cercato, e mentre ne prendeva un sorso iniziò a pensare che forse non era granché salutare accompagnare la cena con quella bevanda, e la poggiò nuovamente davanti al piatto. Il fatto che quel pensiero appartenesse più a Nathan Lestrange che a lui gli provocò un divertente fastidio.

    Hai una cattiva influenza su di me.

    Gli disse con sarcasmo, pensando che avrebbe notato quel piccolo cambiamento di abitudine, ma poi quei pensieri andarono velocemente a scemare quando sentì qua e là borbottare a proposito di uno sconosciuto seduto al tavolo dei docenti. Fu lì che buttò lo sguardo velocemente, individuando l'uomo mentre conversava proprio con il responsabile della sua casa, Lumacorno. Storse un po' il naso all'idea suggerita dal Travers, secondo il quale potesse esserci un Ministeriale tra le mura di Hogwarts, ma avrebbe evitato di commentare ad alta voce ed infilarsi di prepotenza nella conversazione tra i due fratelli e Greengrass. Il fatto che quelli del Ministero potessero essersi messi in mezzo agli affari di Hogwarts proprio in quel periodo non era la più bella delle prospettive per Tristan, che già doveva fare i conti con le occhiatacce dei più piccoli, i rimproveri degli insegnanti, ed ora anche con lo sguardo sostenuto ed inquisitore di Gideon. Lo guardò anche lui a lungo mentre veniva scrutato, domandandosi se lo stesse facendo perché lo credeva colpevole o innocente: non sapeva più riconoscere la differenza tra le due, ormai. Tuttavia, era convinto pure che quelle voci di corridoio avessero vita breve: non aveva intenzione di starsene con le mani in mano e pagare per i crimini altrui, ed era ciò a cui si appellava per non perdere completamente la testa. Sarebbe ben presto tornato alla sua cena, dunque, lasciando per il momento perdere l'estraneo ospite.
     
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    Tavolo dei Tassorosso



    Oliver non aveva smesso di certo di guardarsi bene le spalle quando camminava per i corridoi della scuola, oppure quando si ritrovava da solo in certe aule o in posti un po’ isolati o cose simili. Aveva ancora tanta paura. Paura che qualcuno lo prendesse, lo addormentasse e lo marchiasse a fuoco per sempre. E se aveva paura lui, che non era ancora stato toccato, non osava immaginare come se la passassero i tre che erano stati colpiti e spediti al San Mungo senza passare dal via.
    Esternamente, cercava tuttavia di mostrarsi il più tranquillo possibile. Il solito giullare di corte. Un raggio di sole, come gli aveva sempre detto sua madre, quello col compito di illuminare e scaldare tutti. Ma quando il raggio di sole tremava dalla paura, chi lo scaldava?
    Era una domanda che si faceva spesso, mentre cercava di tenere alto il morale tra i suoi compagni di Casa. Ultimi in Coppa delle Case, ma destinati a giocarsi una finale di Quidditch di lì ad un mese più o meno. Non gli sembrava ancora vero.

    Quindi… se qualcuno di noi riuscisse a mettere, che so, una Pasticca Vomitosa nella colazione di McCall, quella mattina…

    Ormai erano settimane che faceva congetture e piani per cercare un modo di rendere meno forti i giocatori della squadra rosso-oro. Tutti tranne il suo migliore amico, lui guai a chi glielo toccava.

    Ma non esiste una pozione lassativa?

    Le domande, quelle serie.
    Comunque, dopo poco tempo decise che era arrivato il momento di fare la sua cosa preferita: rompere le scatole. Decise allora di alzarsi dal tavolo dei Tassorosso e di dirigersi verso quello dei Grifondoro, ché poteva avere solo e soltanto una meta.

    Tavolo dei Grifondoro



    Spuntò alle spalle di Noah come la più fastidiosa della cavallette, piazzando le manone con una certa foga sulle spalle altrettanto grosse del ragazzone americano. Era ovvio che avesse fatto caso alla vicinanza con Raissa, ormai presenza costante nella vita del suo migliore amico e che glielo stava un po’ rubando, ma gliel’avrebbe concesso perché lo vedeva quanto Noah fosse felice.

    Ah, piccioncini. Sapete che potete vivere anche a dieci centimetri di distanza l’uno dall’altra, vero?

    Scherzò, facendo un occhiolino ad entrambi. Poi si rivolse a tutti gli altri presenti al tavolo.

    Avete visto che baffoni quello? Li voglio anche io!

    Se fosse serio o meno era un bel mistero, ma tutto il pubblico in sala sperava vivamente di no.
     
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    [Tavolo Grifondoro]


    Al tavolo dei Grifondoro c'era il solito vociare di tutte le sere, un rumore piacevole e rilassante allo stesso tempo, specialmente durante il pasto. Per Florence, era un'abitudine affatto monotona quella di sedersi quasi sempre allo stesso posto e lasciarsi coinvolgere dai rumori nella Sala Grande, mentre lei se ne stava quasi sempre ad ascoltare senza veramente recepire tutto quello che veniva dall'esterno.
    Eppure quella sera, la voce di Eren la costrinse a voltarsi verso al tavolo degli insegnanti tra che masticava poco delicatamente un pezzo di panino, che le aveva completamente gonfiato una guancia. Stette a guardare il tizio per un po' e il suo sguardo scattò verso Noah, quando suppose fosse un Auror. Era un'ipotesi sensata tra quelle sciorinate a quella fetta di tavolo e anche lei lo sperò vivamente, ma c'era altro che la premeva in quel momento.
    Per tutto quel tempo, Eunjoo era rimasta in silenzio. Eunjoo, in grado di tirare fuori anche il numero esatto dei nuovi brufoli sulla faccia di Milly Malony, se ne stava davanti a lei a torturare un pezzetto di carne.

    Serve davvero la manutenzione per il soffitto?

    Dopo aver buttato giù metà del boccone, si rivolse in primo luogo a Venetia, che se ne stava proprio accanto a Joy e quindi le aveva entrambe a portata di sguardo, lo stesso a cadere sul piatto di Eunjoo per una seconda volta da quando era cominciata la cena. Forse non aveva prestato particolarmente attenzione alla sua concasata e anche una ruspa ambulante come Florence si ritrovò a tacere per qualche istante mentre cercava di comprendere il motivo di quel mutismo, senza però trovare una vera spiegazione.

    Eunjoo, dopo ti va di stare un po' insieme in Sala Comune? Mia madre mi ha mandato una nuova camicetta che secondo me sta meglio a te!

    Avrebbe provato a sorriderle, se l'altra avesse alzato lo sguardo su di lei e in quell'istante un altro membro si aggiunse al tavolo dei Grifondoro. Florence alzò lo sguardo su Oliver e fece spazio qualora volesse sedersi con loro. Il sorriso rivolto a Joy divenne un ghigno beffardo sulla battuta alla coppietta, ma evitò qualsiasi tipo di commento al riguardo e lo sguardo furbo ritornò ancora una volta al tavolo degli insegnanti.

    Potremmo fare un gioco.

    Si rivolse un po' a tutti quelli che aveva intorno.

    Ognuno di noi inventa il nome del tipo, il mestiere meno probabile che potrebbe fare e perché è stato chiamato ad Hogwarts. Inizio io, per farvi un esempio!
    Allora... si chiama Sigmund Sigrovskij, è il più famoso tosatore di creature magiche e lo hanno chiamato per rifare le acconciature degli Elfi del castello.
    Ora tocca a voi!


    Grifondoro Oliver Montgomery-Laurent
     
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    Di tanto in tanto alzava il capo dalla lettura della biografia di Morgana Ameristis che aveva letto più avidamente negli ultimi tempi, la cena ormai finita da un pezzo per quanto la riguardava mentre un bicchiere colmo a metà di succo di ribes nero e prugne dirigibili attendeva ancora di essere bevuto interamente. Lo faceva unicamente per osservare di sfuggita il mago che conversava con Garfield e Lumacorno come grandi conoscenti di un tempo, altrimenti per rivolgere fugaci occhiate ai compagni nei dintorni e seguire qualche stralcio delle loro conversazioni. La voce di una carrozza giunta a Hogwarts aveva preso a diffondersi velocemente e la giovane Zabini si era interrogata più volte su possibili significati senza tuttavia impegnare la mente su questioni che non l'avrebbero aiutata in alcun modo. Saltare alle conclusioni era deleterio, dunque aveva proseguito la giornata come un qualsiasi giorno normale e poi aveva preso ad andare in Sala Grande per presenziare non solo alla cena ma anche all'eventuale spiegazione che sarebbe venuta fuori per giustificare la presenza dello sconosciuto. Sempre se si poteva definire tale, naturalmente, ché qualsiasi mago o ministeriale di spicco si faceva notare anche nella società magica ed era difficile a quel punto sfuggire del tutto. L'identità sarebbe venuta fuori da sé, circostanze e tempo permettendo.

    Potrebbe essere anche uno del consiglio dei governatori.

    Suggerì lei, viste le circostanze nelle quali tutti si trovavano e non era poi così tanto impensabile che maghi e streghe dietro la gestione di Hogwarts avessero deciso di metterci il loro quando appariva più evidente che mai come il controllo stesse sfuggendo alla McGranitt, la mano dominante che stringeva la biografia dal titolo "Tre gocce di Felix Felicis" mentre l'indice premeva sulla pagina numero centoventiquattro. Non fu l'unico suggerimento che si sentì di dare, però.

    Ma a giudicare dalle interazioni con la docente Garfield e il rettore Lumacorno, mi aspetterei di tutto. Perfino Draco Malfoy.

    Un'occhiata affatto indulgente venne rivolta dunque nei pressi di Scorpius Malfoy, inquadrandolo un pelino senza soffermarvicisi da capo a piedi, come stabilendo senza troppe sorprese che c'era da aspettarsi di tutto dopo tutto quello che avevano vissuto negli ultimi tempi, non solo per gli attacchi ad opera dell'Ordine degli Alfieri Rossi, che si erano riconfermati come una minaccia difficile da debellare, ma per l'evidente abitudine di nascondersi sotto false sembianze ad opera degli adulti. Se l'anno scorso era toccato a Harry Potter e si era parlato di lui come scomparso, assente dalle scene per un tempo assai preoccupante, salvo poi emergere al di là delle sembianze di Draco, quell'anno era toccato ovviamente a quest'ultimo. Sembrava esservi un copione il cui contenuto sfuggiva agli occhi di Cursa, ma prima o poi i fili avrebbero trovato il modo di intrecciarsi e dare al tutto un senso.

    Considerati i recenti avvenimenti è doveroso essere prudenti, pertanto Cursa tiene questi oggetti:
    1. Amuleto della Fortuna da +5 Esiti/Post di utilizzo rimanenti 3/5;
    2. Biografia: Tre gocce di Felix Felicis - Autore: Morgana Ameristis (+2 Bonus a Dialettica, 9/10 Post - link);
    3. Secondo oggetto da qui;


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    Tutti gli studenti erano lì ad aspettare che l'identità dell'uomo misterioso venisse rivelata. Intanto, uno stormo di gufi entrò dalle grandi porte della Sala, portando con sé quelli che somigliavano a giornaletti arrotolati tra le zampe, che fecero cadere uno ad uno sulle tavolate degli studenti, a dar loro da leggere qualcosa durante l'attesa.
    Alcuni si aprirono nel momento in cui atterrarono sul tavolo, mostrando tre firme ben distinte: Slicker, Shade, e Spectre.


    RELAZIONI PERICOLOSE
    Triangoli, friendzone, illusioni d'amore e altre cose promiscue



    C'
    erano una volta ad Hogwarts, nella Sala di Pittura, uno scozzese ed un giapponese: se pensate che sia l'inizio di una spassosa barzelletta, non siete andati tanto lontani! Vale la pena far notare che l'incontro per impiastricciare di pennellate le proprie tele sia avvenuto a San Valentino, che insomma, non si tratta mica della giornata mondiale del gorilla o dell'igiene delle mani (sì, esistono entrambe), quindi di chiara accezione romantica: ma se questo non fosse stato abbastanza chiaro, il nostro scozzese della storia, all'anagrafe Elliott Bailey, si è impegnato eccome a lanciare segnali ad un per sempre ignaro Setoshi Mirai (inconsapevole, o forse solo educato?)
    Da Corvonero a Polpobruno, eccome se ha cercato di allungare i tentacoli, tra vari tentativi per stringergli la mano sudata o avvilupparlo in un abbraccio, per non parlare delle pseudo-ricercate frasi ad effetto allo scopo di vincergli il cuore, fra cui "non mi sento così tanto arrabbiato col mondo se ci sei tu" oppure, tenetevi forte, "il cielo [che ho dipinto, N.d.A.] è tutto per te, è la proiezione dei miei sentimenti verso di te". Che ne dite, frasi abbastanza convincenti per conquistarlo o troppo appiccicose, un po' come i tentacoli di poco prima? E come non nominare persino il bacio che c'è stato tra di loro! Cos'avrà risposto Setoshi? Gli avrà detto che anche lui è il suo cielo, il suo mondo, il suo polipetto alla galiziana?
    "...Ti ringrazio" è tutto ciò che Bailey è riuscito ad ottenere, entrando d'ufficio nell'amara e spaventevole friendzone dalla quale difficilmente si salverà (nessun essere vivente ne è mai uscito vivo, un po' come le lezioni di Storia della Magia del professor Rüf). Se poi fino a questo momento Mirai ha tentato di fare il finto tonto nonostante gli indizi chiarissimi del suo compagno di merende, adesso che grazie a noi è stato messo spalle al muro come reagirà? Continuerà quest'amicizia sapendo che il suo amico prova dei sentimenti per lui? Continuerà ad illuderlo? O metterà fine a questo rapporto, sapendo che probabilmente sarebbe meglio per tutti e due, o almeno finché Bailey non troverà qualcun altro su cui accollare i propri tentacoli? Che non sia a senso unico, stavolta.

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    M
    a dove c'è chi non ne riesce a prenderne nemmeno uno, trionfa chi di pesci ne ha pescati ben due (conteggio attuale, non è escluso che il numero aumenti esponenzialmente nell'arco dei prossimi mesi settimane): è vivido a tutti infatti il ricordo della scorsa festa di Natale del Lumaclub, dove ne sono successe di ogni, ma uno degli scoop più succosi è stato il voltafaccia inaspettato di Maude Lehnsherr che, dopo anni passati da fida alleata, complice, compare, sorella, e chi più ne ha più ne metta, della concasata Cursa Zabini, quando niente sembrava poterle dividere, ecco che da "finché morte non ci separi" si è passati ad un più pratico "finché il primo belloccio non mi faccia avvampare i lombi". Con una mancanza di classe non indifferente, nonché di integrità morale e perché no, anche di codice d'onore applicato alle amicizie di una vita, ha mollato in mezzo alla sala la Serpeverde per trottare dietro Vesper Carrow, reo di aver provato a torturare uno Snaso e Gideon Greengrass in persona (ma per la seconda cosa forse ha recuperato un po' di simpatia?). Ma si sa, più sono psicopatici e più ci piacciono, o almeno secondo i gusti di Lehnsherr: il che però pone un quesito esistenziale, perché invece di bearsi dell'ultima conquista si è già gettata a mo' di avvoltoio su un altro, appena meno squilibrato di Carrow, ovvero il Grifondoro Eren McCall, che dove pecca per troppa sanità mentale (come abbiamo capito, già da questo non sarebbe il tipo di Maude) si è fatto abbastanza desiderare, facendola sudare per un appuntamento che poi pare sia avvenuto, visto che sono stati trovati insieme (svenuti, ma insieme), ma non nel migliore dei modi. Invece del colpo di fulmine, infatti, entrambi sono stati stesi da colpi di incantesimi scagliati da ignoti, e i più già pensano che si tratti per forza di Carrow, che ha voluto punire l'amata traditrice e il rampante e troppo avventato McCall, un monito per entrambi a non scherzare troppo col fuoco, che poi si finisce per rimanerne bruciati.

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    U
    ltima miscellanea, perché si conclude sempre con un fine pasto salutare!
    Se vi sono sfuggite le ultime coppie che popolano il castello di Hogwarts, siamo qui per darvi delucidazioni in merito. Non è un segreto che la rossissima Venetia Prewett sia ormai partita per il Tassorosso Petyr Kirkoven, noto a tutti per aver partecipato all'ultimo minuto alla partita svoltasi contro i Serpeverde, e magari è stato il loro portafortuna, visto poi com'è finita: comunque, la coppia sembra essere ancora in fase embrionale, con passeggiate ad Hogsmeade e sporadiche comparse alla tavolata della donzella in Sala Grande. Forse che sarebbe più stimolante assistere ad una partita di peti multicolori di Puffole Pigmee? Siamo sicuri però che non sia tutto oro quel che luccica e Venetia non sia così tanto santerellina come vuole far sembrare, o magari sì, in quel caso non troverà più molto spazio su questo giornalino, sorry. Saltando ad un'altra coppia ancor più agonizzante, ci si chiede in tanti ormai se Jacob Jones e Celine Baxter siano almeno arrivati in seconda base (anzi, non siamo sicuri che abbiano nemmeno sfiorato la prima) o se l'altra rossa stia pensando ormai di passare ad altre sponde (i nostri informatori ci dicono che è stato fatto almeno qualche tentativo, soprattutto su lidi asiatici): che dire, auguri e figli immaginari!
    E sempre rimanendo nella Casa rosso-oro, con i Grifondoro che si dimostrano sempre particolarmente calienti, come non nominare due novelli piccioncini o presunti tali, giacché appaiono più vicini del normale, Noah Fisher e Raissa Romanova, ovvero la principessa e... il ranocchio? Non fraintendeteci, Noah è un gran bel ragazzo se vi piacciono gli armadi e siete appassionati di interior design, ma da quando invece di aspettare l'elegante principe azzurro sul cavallo bianco si è preferito pescare tra gli spogliarellisti americani? Cosa dice la famiglia in Russia, sono contenti? E perché abbiamo seri dubbi?
    E a proposito di dubbi, cos'ha spinto Gideon Greengrass ad invitare al Lumaclub la coreana Eunjoo Choe, più famosa per esorcizzare le bamboline che per crearne? Al momento sembra solo uno scambio opportunistico tra due soci in affari (e infatti Choe dopo questa è riuscita a scalare la social ladder e a diventare ospite fisso dell'ambito Club), ma che ci sia qualcosa sotto? Cosa ne è tornato in tasca al Greengrass? Si è solo tolto dall'imbarazzo di doverci andare da single? Eppure single non è così male, lo sa bene Oliver Montgomery-Laurent che se prima bazzicava già una favola tra bagni dimessi, magazzini, angoli nascosti della scuola e così via, dopo la vittoria dei Tassorosso la sua popolarità è esplosa, e anche sembra quella cosa che non riesce a tenere a posto nei pantaloni: c'è chi pesca con l'amo, chi con la rete da traino, e che voi siate uomini, donne, gender fluid et similia, sappiate che siete stati puntati almeno una volta, ma non vi fate solleticare troppo l'autostima.
    A lui, come alla Contessa, vanno bene tutti!

    Slicker


    I baffoni, l'infamia e la De Rosa
    E senza dimenticare la complicità del magizoologo Newt Scamander

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    I
    ndubbio è il fatto che l'ultimo periodo abbia visto anche la nostra adorabile Sabrina De Rosa prendersi il suo posto sulle labbra di moltissimi studenti del Castello e per le ragioni più sbagliate, forse sfortunatamente per lei, forse fortunatamente per noialtri. Alla fine, è sempre una questione di punti di vista e in virtù di ciò, è bene gettare luce su questa improvvisa popolarità, che sembra più una vergognosa discesa che una fruttuosa salita.

    Tutto iniziò dalla festa di Natale del Lumaclub, poveretto Lumacorno che non deve aver gradito affatto l'insieme di questi casini successi in una delle feste più IN di tutto il castello, e dalla complicità sempre più rumoreggiata di Newt Scamander. E arrivarono Damocles Belby, Harmonia Witchgrove e un individuo piuttosto pallido - alcuni più avvezzi alla cultura babbana suggerirebbero una forte somiglianza con il re del pop babbano Michael Jackson, che hanno animato in negativo la festa con il loro arrivo, vuoi perché qualcuno ha cercato di restare un po' in disparte all'inizio e agitarsi contro il Vicepreside solo quando la vicenda ha preso una svolta che definire drammatica è quasi un eufemismo, vuoi perché qualcuno ha cercato di ingraziarsi il protagonista assoluto della festa - e no, non è Christian Carrington - con avances e flirt sotto il vischio, vuoi perché qualcuno stava cercando di dare più di una sfumatura a una cotta che prima o poi sarebbe finita nell'angolo sciagurato della friendzone. Se il primo e l'ultimo hanno mantenuto più o meno una facciata normale durante il corso della festa, non si può dire lo stesso di Harmonia Witchgrove, che secondo gli occhi più attenti pare abbia scavalcato molti studenti pur di imporsi e palesarsi al cospetto di Horace, con cui si è dato adito a una controversa relazione. Vi domanderete tutti perché proprio controversa, ebbene non solo Sabrina sotto le fattezze del fu Witchgrove cercò di infilare il suo stesso nome spacciandola per la nipote della cantante, un tentativo fallimentare di accoglierla nel prestigioso Lumaclub secondo chi era abbastanza vicino da seguire la fugace conversazione, ma provò effettivamente a sedurre il nostro Vicepreside. Oh, fin dove possono spingersi la follia con cui si ambisce a diventare popolari e la disperazione con cui si arriva a mettere da parte i propri valori e principi?

    Un mistero che molto probabilmente sarà destinato a restare incompiuto, con gli sforzi congiunti dei pupilli di Lumacorno e degli ospiti che hanno reso ancora più difficile la messinscena alla nostra Sabrina De Rosa, costretta a vedersi lavata via l'illusione trasfigurativa di fronte una bella quantità di bacchette sguainate secondo la testimonianza di un paio di camerieri. Anche qui, il prosieguo ha avuto un che di controverso, non essendo riuscita a guadagnarsi il posto dentro il club, cosa fa l'ex Harmonia Witchgrove? Sbraita, sbraita e ancora sbraita, ma chiaramente la coerenza non è una delle sue migliori qualità, vista la velocità con cui ha liquidato l'adesione al Lumaclub per unirsi seduta stante al Newtclub, scomodando puzzette e leccate laddove non batte il Lumos e una denuncia contro l'innocente e innocuo Oliver Montgomery-Laurent, che ha pagato con la sua stessa pelle una terribile infamia ma venendo salvato in extremis - così pare - da un cameriere. Se da una parte si può dire che Horace non abbia di che preoccuparsi poiché la puzza degli ingredienti non è paragonabile al letame che si avverte forte dalla valigia di Newt, dall'altra parte si può confermare altrettanto che Sabrina si è inimicata la maggior parte dei Tassorosso, spinti dalla lealtà verso Oliver e mai gliela perdoneranno un affronto del genere. I manifesti ne sono un esempio chiaro, anche se è ancora ignoto a tutti l'ideatore.

    Per concludere, c'è un detto secondo cui chi si somiglia, si piglia: chissà che non sia il caso di Sabrina e Newt, considerato il discutibile interesse della prima verso gli anziani, tale che non è da escludere difatti un possibile legame di dubbia natura ben oltre i flirt ma questo forse lo scopriremo subito con l'imminente primo incontro del Newtclub.

    Shade




    Christian Carrington: luci e ombre
    Prescelto Prediletto o Guardone Sporcaccione?

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    E
    come potevamo non dedicare un intero articolo per il VIP di tutta la scuola, colui che tutto vuole e nulla stringe – men che meno la Coppa del Quidditch, date le sue pessime qualità da Cercatore. E sì, parliamo proprio di lui, Christian Carrington, l'essere che fa della sua presunta perfezione un'arte e del suo narcisismo una seconda casa. Studente modello, primo della classe, primo a consegnare i compiti, primo ad arrivare in aula, primo candidato come Caposcuola, sua unica ambizione e ragione di esistere, tanto da considerarsi il Prescelto, il solo che potrà guidare tutti noi verso la redenzione con la sua irreprensibile leadership. Evidentemente ci considera così disperati da aver bisogno di un guru con l'atteggiamento di una diva da palcoscenico.

    Alcuni si chiedono come abbia fatto a diventare il cocco dei prof in così poco tempo, ma le voci girano e noi abbiamo occhi ovunque: qualcuno l’avrebbe visto allungare mazzette per alzare la sua media scolastica, dopotutto non è un mistero che la nostra Serpe sia una persona molto facoltosa, e le monete d'oro parlano più forte della competenza. State inoltre ben attenti alla sua lingua biforcuta e ai suoi occhioni dolci, che non vi risparmieranno una o più occhiate soprattutto se le cose si fanno piccanti.
    Dopotutto, anche un’esistenza meschina e dannata come la sua deve procurarsi un minimo di piacere, e quello, ahi-noi, non si trova sui libri.

    Consigliamo soprattutto di fare attenzione a cosa potrebbe nascondersi sotto la schiuma del Bagno dei Prefetti, non vogliamo che troviate delle brutte sorprese. Che dire, non è tutto oro quel che luccica, anche perché il Cercatore di Serpeverde non sa manco come sia fatto un Boccino, e i soldini di mamma e papà non basteranno a farlo diventare l’essere perfetto che vanta essere già.

    Christian, tesoro di mamma, ci chiediamo se la settimana di degenza al San Mungo ti avrà aiutato a scendere un po' dal piedistallo. Sei quel che si dice il fumo senza l'arrosto, e la tua ostentazione allo scintillio è solo una copertura per la tua mediocrità. Chissà, forse un giorno imparerai a distinguere un Boccino da una palla di carta. Ma fino ad allora, siediti e goditi la tua gloria effimera.

    Spectre




    Grifondoro Tassorosso Corvonero Serpeverde
     
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