Questioni Spinose

Aprile 2024

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    [Qualche giorno prima - tardo pomeriggio]



    Da qualche tempo a quella parte, l’idea di parlare in maniera seria con Cursa Zabini stuzzicava i suoi pensieri più del dovuto. Nel giro di qualche giorno, poi, quella che era stata un’idea si era trasformata quasi in una necessità, e allora aveva fatto in modo di far quadrare ogni cosa così da avere l’occasione di incrociare la ragazza da sola, da qualche parte, per poter discutere con lei in tranquillità. Perché proprio lei, tra tante persone? Perché sperava che potesse essere la persona che poteva dargli le informazioni di cui aveva bisogno, nonché una delle poche con cui poteva davvero parlare di una faccenda che lo preoccupava parecchio.
    Così, dopo le lezioni di quel pomeriggio aveva fatto in modo di passare dalla Sala Comune per assicurarsi che la Zabini non fosse lì, e di fatto ne ebbe presto conferma. Sarebbe stato più facile darle un appuntamento e dirle di vedersi in un certo posto ad una certa ora, soltanto loro due, ma preferiva che il tutto fosse quanto più spontaneo e naturale possibile. Non erano molti altri i posti in cui era certo di poterla trovare, ed essendo già nei Sotterranei decise che avrebbe esplorato le zone che preferiva anche lui. Dopo un girovagare nemmeno troppo lungo, gli bastò infilare la testa nell’Aula di Pozioni per rendersi conto che la giovane Pozionista si trovava proprio lì.

    Cursa.

    Esordì soltanto, mentre varcava l’ingresso della stanza e, con le mani nelle tasche, muoveva qualche passo nella sua direzione.

    È un buon momento?

    Chiese prima di dire qualsiasi altra cosa, che aveva bisogno di sincerarsi che lei non fosse né in compagnia di qualcuno – aveva cominciato a guardarsi intorno per questo – né che stesse aspettando qualcuno che sarebbe arrivato da un momento all’altro. Ed anche che non fosse troppo impegnata con qualcosa di complesso, altrimenti non avrebbe potuto dargli le attenzioni di cui aveva bisogno.

    Dovrei parlarti di un paio di cose.

    Non anticipò nulla, preferendo prima avere l’okay da parte della giovane prima di procedere. Lo sguardo era comunque serio, così come il tono di voce, ma niente di diverso dal solito che lasciasse presagire il contenuto dei discorsi che voleva affrontare con lei. Per quanto uno nello specifico poteva essere facilmente intuibile, visti i tempi che correvano.

    Cursa V. Zabini <3
     
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    Sedeva su uno sgabello, posto dietro la propria postazione, e scrutava quattro o cinque fiale, le studiava contemplandole più volte e volte, dopodiché annotava tutto su un taccuino: la fiala numero uno presentava un liquido a tratti violaceo, a tratti perlaceo e aveva tutta l'aria di essere una sperimentazione eccezionalmente fresca; la fiala numero due invece era la più peculiare di tutte quante, il liquido sembrava trasparente e gelatinoso allo stesso tempo e teneva al suo interno due foglie grossomodo sospese, nello specifico sembravano due alghe; la fiala numero tre era abbastanza vuota, verso il fondo si poteva osservare delle gocce dorate muoversi dal basso verso l'alto e viceversa, come incapaci di trovare la propria immobilità; la fiala numero quattro risultava straordinariamente normale come se al suo interno fosse presente soltanto dell'acqua e nulla di più; infine la fiala numero cinque era vuota e nulla di più, il tappo era assente e non sembrava meritevole di attenzione. Di tanto in tanto armeggiava con il kit pozionistico, che aveva messo più vicino a sé rispetto alle fiale e se ne serviva per un motivo o un altro; spesso le serviva il coltello d'argento, altrimenti la bilancia per far pesare le fiale e trarre le considerazioni sulle dosi giuste da assumere. L'attenzione della giovane Zabini era tutta quanta sul tavolo, sulle fiale, sul taccuino, lasciava lavorare il proprio intelletto e al contempo assorbiva il silenzio tutto attorno come una spugna, almeno finché non aveva sentito qualcuno chiamarla per nome.

    Gideon.

    Si ridestò come meglio poteva, drizzando la schiena e scostando all'indietro una piccola ciocca ribelle, la mano dominante che si spostò istintivamente a coprire le pagine aperte del taccuino, senz'altro dubbio un gesto carico di gelosia verso il proprio sapere e che non era ancora pronta a condividere, persino con uno appassionato di Pozioni come lo era Greengrass.

    In realtà sì, e non c'è nessuno. Il professor Lumacorno se n'è andato venti minuti fa e ci sono solo io.

    Disse tutta sicura e subito dopo puntualizzò avendo visto il compagno Serpeverde cominciare a guardarsi intorno come se ci fosse qualcun altro oltre a loro due. Per il momento, dubitava ce ne fosse uno, perfino appostato nell'invisibilità o nelle tenebre, tale era il silenzio e la calma che regnavano nell'aula, fatta eccezione per loro due. Vedendo Gideon atteggiarsi allo stesso modo di sempre, si fece più attenta in volto e chiuse il taccuino, approfittando del momento anche per riporlo nel kit pozionistico assieme alle fiale e chiudere quest'ultimo con un colpo di bacchetta.

    Sono tutt'orecchi.
     
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    Fu piuttosto lieto di sentire da parte della compagna di Casa e collega di malefatte che non c’era nessun altro nella stanza e che nessuno era in procinto di raggiungerla, non che lei sapesse almeno. La soddisfazione del ragazzo fu facilmente visibile sulle sue labbra, appena piegate in un ghigno sollevato, mentre lo sguardo era istintivamente andato al taccuino che lei aveva coperto con una mano, probabilmente per non fargliene leggere il contenuto. Di fatto si era rivelata un’intuizione giusta quella della giovane Zabini, che se Gideon avesse potuto avrebbe fatto in modo di dare un’occhiata ai suoi appunti, lei che era di certo la più abile Pozionista della loro età che conoscesse, persino più abile di lui. Ma non era di certo quello il motivo per cui la stava cercando, anche se ne approfittò comunque per avvicinarsi alla postazione su cui lei stava lavorando, finendo per mettersi al suo fianco proprio poggiando il bacino contro il bordo della postazione, dando le spalle a qualsiasi cosa vi fosse sul tavolo e tirando fuori le mani dalle tasche della divisa per impugnare la bacchetta in legno di Ebano.

    Colloportus.

    Avrebbe detto, così che la porta da cui era entrato si chiudesse magicamente e se qualcuno avesse deciso di entrare non avrebbe potuto farlo senza prima aprire la porta con la magia, e quindi far accorgere i due Serpeverde di non essere più soli. Poi la porta chiusa avrebbe anche attutito le chiacchiere così che chiunque avesse voluto provare ad origliare non avrebbe avuto vita facile.
    Si sarebbe poi di nuovo voltato verso di lei, l’aria seria.

    Maude.

    Un nome sarebbe bastato a far intendere all’altra il nucleo principale di quel discorso. Ma non si sarebbe comunque fermato lì, pronto a snocciolare le sue preoccupazioni alla Zabini.

    A tuo avviso è recuperabile?

    Sicuramente lei la conosceva meglio, anche se tra le due probabilmente non correva buon sangue da un po’ di tempo. In ogni caso, quella che per tutta Hogwarts era soltanto una voce di corridoio per loro era una verità assoluta che dovevano fare in modo di difendere. E non perché volessero bene alla Lensherr – o almeno lui non gliene voleva – ma perché era anche nei loro interessi.

    In queste condizioni è una mina vagante.

    Chiunque avrebbe potuto metterla alle strette e costringerla a confessare, leggerle la memoria, fare in modo che cantasse e tirasse fuori i nomi di tutti loro. E lui non si fidava affatto, nemmeno un briciolo, abituato com’era ad essere pugnalato alle spalle anche da chi diceva di stare al suo fianco e di combattere le sue stesse battaglie.
     
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    Gli occhi scuri della Zabini saettarono dalla postazione ormai vuota, fatta eccezione per il kit pozionistico bello chiuso, alla figura di Gideon, che nel mentre s'era incamminato nella sua direzione per mettersi di fianco e appoggiarsi col bacino contro il bordo del tavolo. Non le sfuggì il ghigno, men che meno l'occhiata curiosa al taccuino, ma a premerla maggiormente fu la bacchetta altrui, estratta dalla fondina e puntata prontamente contro la porta per scandire una formula con cui aveva decisamente familiarità, tanto da portarla a guardare in quella direzione specifica per qualche breve istante. Quando udì il rumore deciso della porta che si chiudeva in tutta sicurezza, annuì con uno sguardo complice e mosse la sua bacchetta in legno di tasso, ben immaginando una bolla a coprire lungo la superficie e attutire quel che bastava dei rumori per trasformarli in ronzii sorprendentemente innocui verso l'esterno.

    Muffliato.

    Fece poi presto a rigirarsi la bacchetta fra le mani, premendo da un palmo all'altro, come se si stesse sbilanciando in una conversazione del tutto amichevole con Gideon, anche di fronte la menzione di Maude. Un nome che fino a qualche mese prima non sentiva dire spesso in giro e per questo le era più facile ignorare e procedere per il proprio percorso, se si escludevano le occhiate lanciate di sfuggita in Sala Comune Serpeverde, ma che ora era assai difficile da ignorare complice proprio della voce che interessava l'ex amica e che aveva preso a circolare velocemente fra i corridoi di Hogwarts. Le aveva dato indubbiamente fastidio, non solo per il chiacchiericcio ma anche per il fatto che qualcuno doveva sapere o aver chiesto qualcosa sul conto della Lehnsherr. Quel che Gideon espresse in seguito, come nutrendo di suo delle preoccupazioni, fu sufficiente per far voltare il capo di Cursa prima in sua direzione e poi in direzione della fila di armadi posti contro la parete in fondo all'aula, colmi di qualsiasi possibile ingrediente.

    Sì.

    Che fosse recuperabile, lo considerava tale senza obiezioni o timori, nonostante tutto quello che era successo fra loro due. Su quello, non aveva mai smesso di dubitare né tantomeno mettere in discussione e il fatto che fosse uscita quella voce anziché vedere la Lehnsherr già scortata dagli Auror per un biglietto di sola andata ad Azkaban era quantomeno una conferma.

    Chi non lo è oggigiorno, Greengrass? Li senti, gli studenti?

    Soprattutto come muovevano veloci le accuse nell'ultimo periodo, come gli studenti davano fiato alle labbra senza avere l'accortezza di procurarsi delle prove a supportare quel che provavano, come fosse più facile elargire sospetto piuttosto che fiducia. Agli occhi di Cursa, chiunque poteva ritenersi una mina vagante e poteva scommettere tranquillamente una delle dosi del Gas Strozzante perché non fosse il caso di Maude. Oltretutto, il pregio delle voci stava anche nel fatto che si poteva far passare una in secondo piano perché emergesse specificatamente un'altra. Era una questione di saper sfruttare le circostanze, a quel punto.

    È terribile ma sono certa sopravvivrà con le sue forze.

    Fu sul finire che scoccò un'occhiata decisa e a tratti penetrante in direzione di Gideon, come se stesse parlando non solo con lui ma anche di lui. Era sopravvissuto, così avrebbe fatto anche Maude, nelle cui scelte riponeva qualcosa di diverso dalla fiducia, forse la complicità che le aveva rese per certi versi simbiotiche.

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    Se non fosse stata Cursa a lanciare un secondo incantesimo a protezione di quella loro conversazione, di sicuro l’avrebbe fatto lui prima che qualsiasi parola possibilmente compromettente potesse uscire dalle labbra di entrambi. Invece erano sulla stessa linea d’onda, abituati a doversi nascondere perché ad Hogwarts non c’era spazio per quelli come loro: stavano lottando con le unghie e con i denti per conquistarselo.
    Poi cominciò a sviscerare la prima spinosa questione, quella che forse più gli premeva. Il nome della compagna era sulle bocche di tutti in quegli ultimi tempi, e nessuno meglio di loro sapeva quanto non fossero soltanto voci. Di fatto, la risposta che la ragazza gli diede lo sorprese e nemmeno poco. Era evidente il fatto che lei conoscesse Maude molto di più di lui, e forse era sulla base di quella conoscenza che Cursa basava le proprie risposte. Alzò comunque un sopracciglio, le braccia ancora strette al petto, l’espressione piuttosto dubbiosa.

    Non mi stavo di certo preoccupando per lei.

    Del fatto che Maude potesse o meno sopravvivere tra le mura di quella scuola gliene importava meno di zero. Lui stesso era sopravvissuto a cose ben peggiori, eppure era ancora lì, ma in ogni caso non era affatto interessato al benessere della Lensherr.

    È per noi che sono preoccupato.

    E per noi intendeva certamente gli Alfieri ben più degni di nota di Maude. Come lo era per lui la stessa Cursa, con cui condivideva una certa affinità su diverse cose. Per prima la stima e la fiducia del Professor Lumacorno, motivo per cui Gideon tendeva a vedere la Zabini molto più di buon occhio di quanto non facesse col resto della scuola, e poi la passione per l’arte delle pozioni, che derivava certamente da una forma mentis che in un modo o nell’altro doveva essere simile alla sua. Per questo era lì a parlare con lei e non con qualcun altro.

    Tu pensi che non ci tradirà per salvaguardare se stessa?

    Glielo chiese in maniera più esplicita a quel punto, così che a domanda diretta seguisse risposta diretta. E se Cursa gli avesse detto che secondo lei non c’era da preoccuparsi, allora non avrebbe smesso di farlo ma avrebbe comunque tenuto a mente il suo giudizio.
    Giudizio di cui aveva tuttavia bisogno per qualcos’altro.

    Che sai dirmi di Nathan Lestrange, invece?

    Domanda che non c’entrava assolutamente nulla con la precedente, ma seconda questione spinosa che voleva affrontare con lei. Sapeva del rapporto che legava il fratello di Cursa al Lestrange, o almeno gli era parso di capire che fossero molto amici, motivo per cui voleva sperare che anche lei sapesse dargli informazioni riguardo che tipo di persona fosse il caro Nathan.
     
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    Provò a scrutare al di là dell'espressione dubbiosa che occupava il volto di Gideon, come cercando di capire se ci fosse qualcos'altro che eventualmente era sfuggito a lei, cosa forse abbastanza scontata dal momento che in semplici circostanze non era solita intavolare una conversazione per più di un minuto o qualcosa che non si fermasse solo a un'occhiata o un cenno del capo. Intenzionata ad andare avanti per il proprio percorso, le interazioni con la Lehnsherr erano diventate limitate pressoché al superficiale. Ma a dispetto dell'accaduto, che forse i più grandi avrebbero accostato a un termine come "scaramuccia adolescenziale", quel che provava come affinità per gli ideali, nel senso più puro della complicità, non l'avrebbe messo in discussione, nemmeno alla luce degli avvenimenti recenti. La lunga chiacchierata che aveva fatto con Maude quella lontana nottata dell'anno scorso, le considerazioni espresse e scambiate a vicenda, un segreto svelato e mantenuto, tutto era rimasto immutato, anzi. Aveva solamente rafforzato il rapporto fra le due Serpeverde, forse non aspettandosi che ad allontanarle sarebbe stato un ragazzo, non un cambio di sponda, non un conflitto di interessi, non una lunghezza d'onda sbagliata.

    No, certo.

    Lo rassicurò con fare serafico, le labbra arcuate appena in un sorriso dolce e complice, come ben intendendo alla grande che a sua volta non si preoccupasse di Maude né tantomeno della possibilità che la sua lealtà potesse essere proiettata altrove. Non aveva molti amici, forse questo era vero, ma da che aveva memoria ed essendo cresciuta seguendo Melinoe in vari luoghi del mondo e interagendo con molte personalità, aveva appurato di dare più credito alle alleanze poiché sempre accomunate da ideali e complicità su svariati temi, laddove ogni crepa non avrebbe trovato il motivo di esistere fintanto si lavorava sullo stesso fronte comune.

    Significherebbe tradire la sua stessa famiglia.

    Stavolta fu un pelino più diretta e che non diede adito ad altro, nel farlo si premurò di avvicinarsi ulteriormente a Gideon, sussurrarglielo a un orecchio - quello più vicino - e scostare poi un poco all'indietro il capo per poterlo guardare negli occhi, piena di sicurezza e convinta circa la propria posizione e il proprio giudizio. Aveva conosciuto abbastanza Maude da sapere come ragionasse e facesse le scelte, pertanto vederla tradire la sua famiglia, tradire lei e gli Alfieri, risultava così estraneo da sfuggire da ogni ragionamento logico.

    Mi ha regalato un'orchidea bianca.

    Iniziò a dire, tornando più comoda sullo sgabello e sottintendendo con l'enfasi nella voce come volesse dire ben altro. La specificità del colore doveva altresì spingere a ricercare dei significati cui associarvi, altrimenti avrebbe detto normalmente che Nathan le avesse regalato un'orchidea e nulla di più. Fra maghi e streghe, d'altronde, vigeva un diletto abbastanza ricercato per messaggi e allegorie da comunicare in mille modi, sia che si trattasse di un oggetto magico, un fiore o un veleno.

    Resta da vedere quanto è fertile e solido il terreno su cui cresce.

    A conti fatti, l'unica cosa legittima che le restò da dire, avendo sì inquadrato il giovane Lestrange come miglior amico di Tristan ma non ancora del tutto da afferrare fin dove si spingesse la sua fedeltà per il sangue puro - espresso per l'appunto nell'orchidea bianca - e fosse disposto a combattere in nome suo. Del resto, esistevano mele marce anche fra i traditori del sangue a dispetto di qualsiasi cognome si portasse sulle spalle, per cui essere più previdenti era un obbligo.

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    Differentemente da come avrebbe fatto in altre occasioni, si lasciò scrutare il volto dalla compagna per far sì che magari riuscisse a leggervi la sua reale preoccupazione, senza che dovesse parlare ulteriormente per spiegarsi, andando a fondo con le parole proprio come odiava fare. Lui che era solito anteporre profonde riflessioni dietro ciascuna di queste, chè mai avrebbe rischiato di dire qualcosa di troppo o di non lasciar detto qualcosa che invece riteneva necessario che i suoi interlocutori sapessero, motivo per cui niente di ciò che diceva era mai istintivo e spontaneo.
    La verità era che probabilmente, al posto di Maude, lui avrebbe parlato. Se messo alle strette, avrebbe tradito tutti quanti pur di proteggere se stesso. Cercando di proteggere ovviamente Elara, ché era come se fossero una persona sola lui e lei, ma di tutti gli altri non gli sarebbe importato nulla. Per questo era preoccupato, per questo temeva che Maude si sarebbe comportata esattamente come si sarebbe comportato lui. Ma per fortuna non tutti erano come lui al mondo, o almeno questo era ciò che Cursa stava cercando di fargli capire implicitamente, immaginava. Con un cenno del capo, quindi, sembrò far tesoro delle rassicurazioni dell’altra, che gli vennero sussurrare direttamente nell’orecchio. Seguì con lo sguardo la Zabini avvicinarsi e poi scostarsi da lui, senza mai staccare le iridi nocciola dalla sua figura ed allo stesso tempo senza spostarsi di un solo centimetro.

    D’accordo.

    Disse soltanto, un modo per dirle mi fido anche se non si fidava affatto, ma avrebbe comunque tenuto in considerazione l’opinione di Cursa, chè era esattamente il motivo per cui era andata a parlare con lei e non con qualcun altro. Anche perché lui invece Maude non la conosceva affatto, motivo per cui le sue preoccupazioni erano legittime e giustificate, tanto da necessitare delle rassicurazioni da parte di chi, invece, sapeva che avrebbe saputo dargliele.
    Il secondo discorso invece riguardava qualcosa di più personale. Era per proprio interesse che aveva deciso di chiedere a Cursa di Nathan Lestrange. Dalla prima risposta, più criptica di quel che avrebbe voluto, dovette risolvere il rebus del colore dell’orchidea che tuttavia non gli risultò difficile, ma doveva capire a cosa associarlo ed in che modo. Cosa che credeva di aver fatto, quindi in parte quella risposta aveva soddisfatto le sue esigenze, però non del tutto.

    Corteggia anche te?

    Così come, gli era parso di capire, facesse con un po’ tutte le ragazze che il giovane Lestrange reputava interessanti. Che queste fossero ben più di quello, per esempio, Gideon avrebbe mai potuto sopportare ed un dettaglio poco importante, visto che era lui ad essere strano rispetto ai suoi coetanei e non di certo Nathan sotto quel punto di vista.
    Ed a proposito di corteggiamenti, aveva un’altra questione da sottoporre alla ragazza. Ancora più personale.

    Invece, questa storia che sarebbero mesi che io e te ci frequentiamo nei sotterranei… per fini poco accademici - scappatelle era stata la parola usata per definire quanto Cursa aveva raccontato in giro - …cosa sai dirmi di più al riguardo?

    Aveva condito quella domanda con lo stesso registro serio ed impostato di poco prima, come se le questioni trattate avessero tutte la stessa importanza, ma il ghigno divertito che aveva preso forma sul suo volto stava a simboleggiare il fatto che invece quella non era affatto una questione spinosa come le altre, ma piuttosto una questione il cui pensiero lo divertiva, e forse nel profondo anche un po’ turbava – strano com’era, in ogni caso voleva sapere di più.
     
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    La verità, per Cursa, era che avrebbe dato davvero tutta sé stessa alla causa che muoveva gli Alfieri Rossi, come se fosse una questione ben più grande di lei, di Gideon, di qualsiasi mago e strega che vi aderisse; che la trovassero, che scoprissero delle sue gesta, che venisse sbattuta ad Azkaban, erano pensieri e scenari che aveva accarezzato più volte e a cui aveva tenuto compagnia in momenti di solitudine e riflessione, dalla preparazione di una pozione, in quell'angolo tetro e confortante insieme dell'Aula di Pozioni, alla lettura di un libro, fra le pareti ricolme di dipinti e arazzi raffiguranti illustri maghi e streghe di lignaggio purosangue, sotto lo sguardo serio e talvolta severo del fu Salazar Serpeverde. Tradirli non le avrebbe apportato alcun guadagno, avrebbe mentito ancora e ancora, confondendo e disorientando finché la causa perseverava e cresceva. Questo la rendeva forse pericolosa, ché avere una simile consapevolezza doveva essere disarmante a quella giovane età, prima per lei e poi per tutti gli altri. E dalla stessa mentalità aveva avuto un assaggio per quanto concerneva Maude, difendeva dunque la sua posizione a dispetto di tutto.

    Annuì silente e senza aggiungere ulteriormente a quella breve risposta del giovane Greengrass, fidarsi o non fidarsi era ininfluente per quanto la riguardava fintanto si era disposti a raggiungere e veder compiere gli stessi scopi. Del resto, ne avevano combinate di scelte dall'inizio di quell'anno scolastico, contro ogni aspettativa e rischio, pertanto Cursa non volle darvi più peso di quanto effettivamente meritasse o i problemi sarebbero stati ben altri. Tutti e due, senza dimenticare Maude, conoscevano bene quanto fosse alta la posta in gioco, che simili screzi o sciocchezze non sarebbero stati ben tollerati da qualcuno.

    "Corteggia anche te?"

    Fece la giovane Zabini, ripetendo ciò che l'altro aveva detto e quasi più in un sussurro, la sorpresa che tuttavia non pareva palesarsi sul suo volto mascherato dall'inconfondibile sicurezza. Contro ogni aspettativa di Gideon, forse, non diede l'impressione di essere intenzionata ad approfondire la questione, lasciandola morire invece seduta stante come non rilevante ai fini del momento. Fu sulla successiva affermazione che vi si dedicò con più costanza, la maschera che pian piano si fendeva per mostrare l'accenno di un sorriso divertito. Non aveva dovuto nemmeno indagare scrupolosamente su quelle briciole lasciate da Eunjoo che l'occasione pareva aver bussato direttamente alla sua porta, dietro cui vi si nascondeva naturalmente l'altro complice della storia assai curiosa. Non aveva detto nulla del genere tranne a Eunjoo, confermando alla fine che le avesse detto qualcosa di tanto lontano dalla verità, e ammesso che non ci fosse stato qualcuno a spiarle quella volta in Area Studio, la coreana doveva aver fatto menzione al compagno Greengrass. Per quali ragioni l'avesse fatto, probabilmente poteva immaginarle avendo osservato la sua reazione e il suo comportamento a tratti insolitamente meccanico. Quelle briciole si erano trasformate in un'esca perfetta per capirci più del dovuto, senza che si impegnasse a toccare i fili giusti perché la verità venisse fuori alla luce.

    Non mi dire che è andata dritta dritta tra le tue braccia.

    Da un accenno il sorriso divertito divenne sempre più chiaro così come l'allusione alla coreana, il capo che inclinava prima a destra e poi a sinistra in un moto quasi ilare e civettuolo allo stesso tempo, qualcosa che si poteva dire non le si addicesse propriamente e che risultava dunque una totale anomalia.

    Permetti una curiosità, Greengrass?

    Ne seguì un'occhiata come di chi avrebbe parlato comunque a discapito del cenno dato o mancato, mentre la voce sicura della giovane Zabini faceva invece contrasto con quella seria del concasato, il corpo si muoveva sullo sgabello per fare il giro antiorario e appoggiarsi a sua volta contro il bordo del tavolo, sistemati come due complici che intendevano contemplare la bellezza di un tramonto in lontananza. La bacchetta in legno di tasso, non più rigirata da un palmo all'altro, giaceva impugnata nella mano dominante senza alcuna mira precisa.

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    A volte dimenticava di quanto fosse faticoso conversare con Cursa Zabini. Era sempre estremamente criptica, misteriosa, i suoi discorsi erano aperti a mille interpretazioni e soltanto conoscendola un minimo si poteva tentare di andare vicini alla giusta interpretazione di quel che diceva. Ma soprattutto, parlare con la compagna gli dava sempre la cifra di come doveva essere parlare con lui. Perché sotto quel punto di vista erano uguali, perché era proprio così che dovevano essere. Stessi scopi, stessi obiettivi, stessi ideali, stesso modus operandi. Ma Gideon non vedeva nella causa degli Alfieri Rossi lo scopo della sua vita, no. Per lui gli Alfieri Rossi erano un mezzo che l’avrebbe aiutato a raggiungerlo, un momentaneo intermezzo che gli dava la possibilità di agire nel nome di qualcosa, per qualcosa, per qualcuno, ma non avrebbe smesso di perseguire quegli intenti una volta terminati gli esami M.A.G.O. e messo piede fuori da Hogwarts. Aveva un cognome da riportare in alto dopo tutto quello che era successo, un’eredità da mantenere, e per questa Gideon avrebbe dato tutto sé stesso.

    Alzò appena un sopracciglio alla non-risposta della giovane, che di per sé fu una risposta. Era chiara l’intenzione di Cursa di cambiare discorso e non voler approfondire, motivo per cui Gideon si fece bastare quanto gli era stato detto per farsi la sua idea e dare le proprie valutazioni.
    Approdando quindi su un altro tema, l’aria poteva farsi più leggera vista la minora importanza che almeno il giovane Greengrass gli attribuiva. Allora le sottopose la questione che gironzolava per la sua testa da un po’, ed ascoltò la prima risposta di una Cursa che dava tutta l’impressione di essere divertita. L’accenno alla persona che gli aveva fatto menzione di quella balla raccontata dall’altra non sembrò scuoterlo, almeno all’apparenza ed a occhi esterni, ma per un attimo al ricordo di quella conversazione, di quell’ultimo incontro faccia a faccia avuto con Eunjoo, la sua mente ed il suo corpo si paralizzarono. Fu questione di un secondo, perché l’attimo dopo stava già alzando appena il capo in segno di assenso alla supposizione della Zabini. Dritta dritta tra le sue braccia era un’espressione abbastanza realistica per quel che era successo, visto che la coreana aveva pensato ad un innamoramento da parte sua nei confronti della compagna Serpeverde come causa principale dei suoi cambiamenti degli ultimi tempi. Lui, innamorato di un’altra persona, come se già esserlo stato di una persona non fosse stato un miracolo per uno come lui.
    Non aggiunse altro però, convinto che non ce ne fosse stato il bisogno. Non era di lui che voleva parlare, né del suo recente passato, ma a quanto pareva la ragazza non sembrava dello stesso avviso. Motivo per cui la osservò cambiare posizione, mettersi praticamente come lui, chiedendogli il permesso di una curiosità.

    Prego.

    Sapeva che si sarebbe pentito di quella concessione, allo stesso tempo sapeva anche di essere abile nella dialettica. E voleva proprio sapere che tipo di curiosità che aveva a che fare con lui stuzzicasse l’interesse di Cursa Zabini.
     
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    Il cenno arrivò in effetti e fu allora che Cursa prese a voltarsi e fissare un punto non definito davanti a sé, contemplando tutte le possibilità che poteva afferrare come pure no, al fine di fare chiarezza su quella questione che sembrava essere sfuggita ai molti e che in un modo o nell'altro, forse, avrebbe potuto riguardare tutti i complici di Gideon Greengrass. Ma non voleva chiedergli qualcosa di tanto banale, né tantomeno redarguirlo che non era il suo motivo per cui voleva capirci di più. Non era la sua fidanzata, non era la sua sorella, nemmeno la sua madre, quindi poté ben immaginare come forse il concasato le avrebbe detto di restare al suo posto e non immischiarsi più del dovuto, e forse a maggior ragione anche. No, quello che premeva la giovane Zabini era contornata perlopiù dalla sua fredda razionalità.

    L'Alfiere redento e la distruttrice di bambole maledette.

    Soffiò in un sussurro fintanto restò vicina al giovane Greengrass, iniziando ad esporre il suo modo di vedere quella questione, l'espressione divertita che mutò sensibilmente tornando ad essere sicura ma non serafica. Non c'era niente di divertente in quello che avrebbe detto e chiesto, tale che si sarebbe potuto percepire chiaramente il tenore.

    C'è qualcosa di utile che dovrei sapere per...

    Non concluse, non a voce almeno, che tornò a guardare Gideon e mimò "per la causa" con il labiale. Divenne chiaro a quel punto il motivo di tanto interesse da parte di Cursa, che sebbene ci avesse messo gli occhi su Eunjoo da molto più tempo, era stata forse superata da Gideon. Capire come orientarsi a quel punto era imperativo, ché la vita a Hogwarts non era propriamente la più idilliaca, non negli ultimi anni almeno, ed era necessario accertarsi di avere chiaro su chi puntare le proprie risorse e chi no, poiché inutile o per altre ragioni più disparate.

    E non mi interessa da quanto vada avanti questa vostra cosa, mi interessa solo sapere se hai fatto qualche passo in avanti rispetto a me.

    Eunjoo era anzitutto una strega dotata e portarla tra le loro file avrebbe arricchito le risorse in loro possesso, e lo pensava proprio così solo perché Cursa non era effettivamente in possesso di tutte le informazioni del caso. Con un'altra consapevolezza, forse, non si sarebbe sbilanciata poi così tanto ad inquadrarla, studiare le sue mosse e cercare di prevederla. Non più, almeno.

    La vedo non abbattuta ma arrabbiata dalle dinamiche di Hogwarts, la gestione degli adulti prima di tutto. Tutte quelle sensazioni, tutti quegli istinti soppressi... potrebbe bastare una scintilla.

    Era necessario a quel punto capire come proseguire e favorire le circostanze perché conducessero Eunjoo su una strada opposta. Un lavoro non propriamente facile, c'era da riconoscerlo, ma che implicava dedizione e spontaneità. Di certo non aveva fondato con lei il Club di Duellanti per il banale principio di rendere più sicuro il Castello.

    Non trovi?

    Utilizzo del Muffliato riuscito al 66%, 4/5 Post
     
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