Dulcis in fundo

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    Serpeverde
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    [ Tavolo Serpeverde ]



    Quel giorno era speciale per Benjamin, perchè era il 19 Aprile ed era il suo compleanno e in quel momento era il suo primo compleanno a Hogwarts. Aveva appena compiuto gli anni più precisamente sedici anni visto che in quel momento era un anno più grande. Mentre cammivava si guardò attorno la pioggia che cadeva lungo le mura ura del castello mentre Benjamin arrivò alla Sala Grande, perchè aveva una certa fame che fu tremenda e poi doveva anche festeggaiare il suo magico compleanno e una volta raggiunto la sua postazione al tavolo dei Serpeverde metttendosi accanto ai suoi compagni mentre stava mangiando qualcosa con molta calma finchè non fece in tempo a mettere qualcosa sotto i denti quando la voce dell' uomo lo spaventò facendogli fare un salto sulla sedia. Non aveva mai visto la figura misteriosa ne aveva sentito soltatanto grazie a alcuni studenti di passaggio nel pomeriggio. Era curioso chi poteva essere e cominciò a fare un raggionamento che forse avrebbe filato in quel momento.

    Ma chi è sto uomo ? Non sarà un ispettore scolastico ? Anche se però non sembra proprio ma non posso dirlo con certezza meglio saper aspettare, no ?

    Pensò il giovane Serpeverde ormai sedicenne mentre prese un bicchiere e mangiò qualcosa anche se era la sua festa che nessuno si ricordava a quanto pare era l' unico in quel momento. Di certo non poteva peretendere che se lo ricordassero.

    Non so bene chi sia ma secondo me qualcuno di importante e a proposito oggi faccio gli anni, ma è raro che li festeggi qui ad Hogwarts ma tanto doveva pure succedere e sono curioso che avrà da dirci voi non siete curiosi.


    Domandò Benjamin mentre con la mano libera bevve un bicchiere di succo zuccca, posandò lo sguardo celeste sulla figura misteriosa, aspettando che iniziasse a spiegargli come mai fosse li e mentre prese uno dei giornaletti in attesa che ebbe inizio anche se per Benjamin importava la sua festa che stare a leggere quei gionaletti visto che era arrivato da qualche mese ma non era uno che si metteva troppo in mostra. Che cosa si sarebbe fatto quella sera lo avrebbe scoperto a breve ...
     
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    Serpeverde
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    [ Tavolo dei Serpeverde ]


    Quella giornata, stranamente, si era rivelata piuttosto tranquilla per la Lehnsherr che infatti varcò la soglia della Sala Grande con aria serena, la capigliatura sempre in ordine che ciondolava alle sue spalle sorretta solo da una fascetta nera sulla quale era distinguibile il ricamo di un serpente che al posto di un occhio aveva uno smeraldino verde.
    Quell'anno per la purosangue si era rivelato tutt'altro che sereno, dunque giornate come quella non potevano che farle piacere. Un modo per riprendere fiato dal nevrotico ritmo che aveva perso la sua vita e al quale non era decisamente abituata. Era infatti solita programmare ogni cosa con fare fin troppo minuzioso, persino le singole giornate. Per tale motivo quando succedeva qualcosa di imprevisto come venir sbalzati via da un albero gigante, aggrediti senza preavviso da uno sconosciuto e poi interrogati come un qualsiasi criminale subito dopo, la Serpeverde andava nel pallone. Veniva assalita da una sensazione di gelo, come se non potesse più fare nulla se non farsi travolgere da qualsiasi vicenda nefasta ci fosse all'orizzonte. Ma forse il fatto di averne subite una dopo l'altra e con così poco preavviso, aveva in parte aiutato Maude a liberarsi da questo gelo. Stava cominciando a reagire più in fretta di fronte alla vita. Infatti si riprese velocemente in seguito all'ultimo estenuante episodio che l'aveva vista coinvolta, cosa che si poté facilmente notare dalla lucentezza dei suoi crini biondo sporco.

    Quando si accomodò al tavolo dei Serpeverde però, sentì lo svolazzare di un centinaio di volatili. Gufi a quell'ora tarda? Cosa avevano davvero in serbo per lei? Giornali esplosivi? Magari avevano la rabbia e al primo cenno di qualche Alfiere in agguato avrebbero aggredito tutti i presenti? Per fortuna nulla di tutto ciò accadde. I giornali che portavano tra le zampe si depositarono tranquillamente di fronte agli studenti, lei compresa. Ma ecco che quando cominciò a sfogliare quell'anonima gazzetta venne travolta dall'ennesima batosta. Il suo nome era su uno degli articoli con tanto di foto e nemmeno tanto lusinghiera se proprio doveva dirla tutta! Sobbalzò infatti, quando si rivide ritratta su quelle pagine ingiallite. Fatto ancor più increscioso - più della foto o delle parole poco benevole sul suo conto - quello di ritrovarsi accanto ad un trafiletto dedicato alla Prewett. Lei, Maude Lehnsherr, non solo non era finita in prima pagina ma peggio ancora era stata declassata a notizia di sfondo insieme a Venetia Prewett?!
    Avrebbe voluto piangere, urlare, estrarre la bacchetta ed evocare centinaia di lingue di fuoco affinché disintegrassero tutti i giornali presenti in Sala Grande in quel momento, ma non lo fece. La sua espressione, se in un primo momento si mostrò sconvolta, ritornò algida. Il suo sguardo giudicante e perentorio, molto simile a quello della Preside durante il suo interrogatorio. Successivamente diede un'altra occhiata a quel giornalino quasi fosse spazzatura prima di alzarsi in piedi e dopo una passerella plateale di fronte all'intera tavolata dei Serpeverde, si avvicinò al caminetto lungo la parete e vi gettò dentro l'intero giornalino senza l'accenno di una parola.

    Che accozzaglia di porcherie. Avrei preferito leggere sul ritrovamento di tutte le rane piuttosto che queste calunnie! — esordì incattivita solo dopo aver ripreso posto al tavolo, le gambe accavallate sotto la superficie lignea e la schiena dritta in una posa degna di chi aveva tutta l'aria di essere al di sopra di ogni cosa.

    Chi volesse interagire con Maude al Tavolo può benissimo sentire ciò che dice!

    P.S. Venetia E. Prewett un bacio <3
     
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    Serpeverde
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    [ Tavolo di Serpeverde ]



    Era una sera come tutte le altre, quando Axter raggiunse la Sala Grande e prese posto al tavolo di Serpeverde. Stava chiacchierando con un compagno, quando prese posto, e la loro conversazione continuò anche quando si furono accomodati. Stavano parlando della notizia che aveva iniziato a girare per la scuola, riguardo ad un presunto ospite, una carrozza che era arrivata nei territori del castello. Nessuno dei due aveva idea di chi potesse essere, ma stavano tirando fuori diverse teorie. Uno supponeva potesse essere qualcuno del Ministero, l'altro tirava fuori qualche altra opzione in risposta che poteva essere considerata solo come folle. La conversazione continuò anche mentre cominciarono a mangiare.
    Axter si trovò, anche senza mettercisi di particolare impegno, a sentire quello che i ragazzi seduti a poca distanza stavano dicendo. Non essendo intento ad origliare con attenzione, non colse intere conversazioni, ma solo qualche stralcio, una frase o qualche parola qua e là. Quel che poté notare fu che, chiaramente, lui ed il suo amico non erano gli unici ad aver cominciato a tirare fuori ipotesi su chi potesse essere questo misterioso ospite. Specialmente quando, una volta in Sala Grande, la figura in questione fu ben visibile al tavolo dei docenti.
    Cominciò a mangiare, lasciando cadere la conversazione, ma venne interrotto quando parecchi gufi fecero il loro ingresso in sala, lasciando cadere sui tavoli delle copie di quello che era chiaramente un giornalino. Lanciando un'occhiata rapida all'amico, Axter aprì una copia e cominciò a leggere distrattamente mentre mangiava. Si trattava di gossip su diversi studenti della scuola nella sua forma più pura. Qualcuno di quegli studenti lo conosceva, altri li aveva solo visti in giro o sentiti nominare. Fu quindi con un più interesse che, portando alla bocca una forchettata dopo l'altra, lesse un articolo dopo l'altro. Stava poggiando il giornalino sul tavolo, quando sentì le parole pronunciate da una ragazza seduta qualche posto più in là.

    Fregatene di quello che c'è scritto qui. Il modo migliore per rispondere alle cazzate è facendo finta di non averle sentite!

    E parlava per esperienza, quando si mise in mezzo dandole quel consiglio. Perché dopotutto, anche a lui erano successe situazioni spiacevoli, specialmente durante il primo anno di scuola, quando la gente aveva messo in giro voci spiacevoli sul suo conto, che tra l'altro non erano nemmeno vere. Lui aveva mal sopportato la cosa, era esploso ed aveva fatto partire una scazzottata, che era finita con una punizione esemplare che gli aveva insegnato una preziosa lezione: certe cose andavano ignorate, non ci si poteva lasciar influenzare in quel modo. E dunque, la cosa migliore che la ragazza avrebbe potuto fare sarebbe stata quella di ignorare ciò che lei stessa aveva definito come una calunnia.
    Axter non si fece problemi, quando si rivolse a lei. Non diede importanza al fatto che, magari, la sua intromissione potesse non essere gradita da lei. Semplicemente, se quella avesse preferito non conversare con lui, lo avrebbe potuto ignorare, e lui avrebbe capito l'antifona. Ma per il momento, si era sentito in dovere di dire la sua. Nonostante questo argomento di conversazione, comunque, non perse completamente di vista le novità della serata, perché di tanto in tanto, il suo sguardo fugace tornava a posarsi sull'ospite misterioso che conversava tranquillo con i professori al suo fianco.
     
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    [Tavolo dei Grifondoro]



    Venetia la rapì dalla trance in cui era caduta rivolgendole la parola, e dovette scuotersi e girarsi verso di lei che le si sedette accanto, interrompendo quella rigidità che le era ora propria, e che le permetteva di concentrarsi solo sulle cose importanti: un pezzettino di carne, masticazione, un sorso d'acqua dal bicchiere; un pezzettino di carne, masticazione, un sorso d'acqua dal bicchiere; e così via finché quella cena non fosse finita, alternato dallo staccare meticolosamente filamenti e filamenti di carne e spingerli al bordo del piatto dove si trovava il grasso, mischiarli un po' per far vedere che fossero tutti pezzi da scartare, con forchetta e coltello che graffiavano la superficie in ceramica e non la lasciavano mai.
    Come la chiamò la fece sussultare e la costrinse a balbettare qualche suono indistinto prima di darle una vera e propria risposta. Perché l'aveva chiamata Jo? Perché ora tutti la chiamavano Jo? Che maledizione era mai questa? Gideon era stato l'unico e il primo a chiamarla così per un sacco di tempo, ora lui aveva smesso e avevano incominciato tutti gli altri: era una tortura, non riusciva a staccare nomi, luoghi, cose da lui ormai, ecco perché non si faceva più vedere in giro, e quasi anelava il momento in cui se ne sarebbe andato dalla scuola dopo i MAGO, che di incontrarlo per sbaglio nei corridoi ne aveva puro terrore.
    Se non avesse mai più cambiato idea - che la follia della coreana era fatta in buona parte dalla vana speranza di starlo aspettando ancora - almeno sarebbe scomparso dalla sua vita: doveva però davvero aspettare un altro lungo anno di supplizio?

    Tutto bene. Tu?

    Mormorò rauca, cercando di mimare con scarsi risultati il suo sorriso ampio e l'occhiata gioiosa dell'altra. Com'era bella Venetia, così serena e spassionata, avrebbe voluto dirglielo, ma le parole le morirono in gola. Avrebbe anche voluto interessarsi alla sua vita invece di chiederle solo una mezza domanda a monosillabi, ma non ce la fece. Di contro, notò come man mano si stesse riempiendo il piatto, e quella cosa le fece rivoltare lo stomaco: distolse lo sguardo concentrandolo sul suo, lì sì che c'era ordine, lì tutto era dove avrebbe dovuto essere - e in gran parte rimanere.
    Le serviva anche per far finta di non aver notato Florence che le aveva lanciato più di un paio di occhiate, da quando era iniziata la cena: già perdeva il suo tempo ad immaginare che la fissassero tutti quando nemmeno era vero, ma quando succedeva realmente le sue paranoie toccavano picchi assurdi.

    Uhm... Dovrei vedere... Ho un sacco di compiti per Pozioni.

    Florence era un sacco gentile a proporle quella cosa sebbene sapesse benissimo di non essere stata di grande compagnia per un bel po', ma non aveva tempo di spiegarle che non aveva alcuna voglia di spogliarsi, di indossare vestiti o di guardarsi allo specchio. C'era qualcosa di sbagliato nel suo corpo, lo sentiva, e stava cercando di aggiustarlo: solo quando ci fosse riuscita allora sarebbe potuta tornare a fare ciò che faceva prima.
    Abbassò ancor di più il capo per paura che la coinvolgessero in quel gioco, quando i gufi portarono da loro quelli che sembravano giornaletti, e per casualità uno cadde proprio vicino al suo piatto: non lesse tutto, solo i titoli e le parti in grassetto quando lo prese in mano, e quando incontrò il suo nome accanto a quello del Greengrass, sbattuti in una delle pagine che riportavano un gossip ormai vecchio una vita, abbassò lentamente la mano, sentendosi girare la testa.
    Posò il giornaletto sul tavolo e lo trascinò via da sè allungando il braccio, poi riprese con molta calma il suo bicchiere d'acqua, avvicinandolo alla bocca, il polso che tremava un poco.

    SPOILER (click to view)
    Venetia E. Prewett Florence Diane Wharton
     
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    Serpeverde
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    Quella era una serata speciale per Nathan Lestrange e non per i motivi per cui poteva esserlo per tutte le persone sedute alla tavolata di Serpeverde assieme a lui e quelle delle altre casate.
    Quella sera rappresentava ciò per cui giornalmente soffriva, seguendo pedissequamente un regime dal quale non si discostava neppure sotto tortura proprio per arrivare preparato al fatidico momento della settimana che più anelava sopra ogni altra cosa: lo sgarro.
    Se ogni giorno si premurava di seguire una dieta estremamente pulita, durante pasti come quello finiva per mandare giù una quantità che dire spropositata di cibo sarebbe stato dire poco, pochissimo. Il più delle volte non teneva neppure conto di ciò che sistemava nel piatto e a volte neanche in quello, limitandosi ad infilarsi in bocca la qualunque per sopperire alla carenza di cibo condito in maniera normale del suo piano alimentare.

    Tutto ha un prezzo, amico mio.

    Bofonchiò in direzione di Tristan, osservando l'amico allontanare da sé il bicchiere di succo di zucca, che fu prontamente recuperato da lui stesso, tra l'altro, visto che quella sera poteva permettersi di mandare in tilt il suo stomaco.

    Comunque non la definirei cattiva, ad occhio e croce hai mandato giù almeno l'un percento di massa grassa in due mesi. Di che ti lamenti?

    Ad ogni modo, tra una costoletta di maiale e l'altra, non aveva potuto fare a meno di notare il misterioso figuro che aveva preso parte a quella serata in maniera del tutto inaspettata. Era da settimane che aspettava che qualcosa cominciasse a muoversi nel verso giusto, specialmente a seguito di ciò che era successo a Cursa - accomodata a qualche posto di distanza da sé - e di tutto quello che si diceva in giro di Tristan.

    Magari hanno capito che è arrivato il momento di chiamare un esperto per fare chiarezza sulla situazione.

    Fu su Elara che si concentrarono le sue attenzioni, mentre esibiva quell'ipotesi che ben si sposava con i discorsi che aveva portato avanti proprio in compagnia di quest'ultima non molti giorni prima in Sala Comune. Incrociare il suo sguardo - negli ultimi tempi - era diventato come raccogliere a mani nude un tizzone incandescente. Gli provocava come una sorta di male fisico che lo costringeva a distrarsi pur di non inciampare in esternazioni indecorose.
    Quella sera non fece eccezione, tant'è che si sforzò di spostare gli occhi scuri sui fratelli Zabini - prima una e poi l'altro - nel tentativo di trovare un minimo di appoggio a quella sua tesi.
    Fu dopo aver preso qualche altro boccone, ad ogni modo, che dovette arrendersi alla realtà del fatti: i suoi pasti venivano sempre interrotti in qualche maniera, ormai la faccenda era diventata quasi insostenibile.
    La pioggia di giornaletti si abbatté anche su di lui, costringendolo ad accelerare la deglutizioni del boccone che aveva tra i denti e avrebbe volentieri evitato di mettersi a leggere in quel momento se la chioma rossa in movimento di Venetia non avesse fatto capolino sulla carta.
    Aggrottò la fronte, ripulendo rapidamente le dita della mano sinistra su un tovagliolo per poi trascinare verso di sé il pezzo di carta, prendendo a concentrarsi su di esso a partire dall'ultimo trafiletto firmato da tale Slicker. Lesse rapidamente il paragrafo che riguardava la Grifondoro e le sopracciglia del moro si avvicinarono tra loro in una mezza smorfia divertita, che virò poi verso un'espressione pressoché indispettita.

    Ma chi è lo stronzo che ha scritto 'sta roba?

    Ché l'idea di una Venetia poco santarellina aveva probabilmente accompagnato qualche suo sogno ad occhi aperti, ma vederlo scritto lì nero su bianco era tutta un'altra storia.
    Era quasi in procinto di sollevare il mento per mandare gli occhi alla ricerca della rossa, quando il suo sguardo tetro inciampò su un altro nome accostato a quello di una delle persone che gli stava seduta quasi davanti. Immediatamente sollevò le iridi scure su Gideon, prima ancora di leggere cos'è che vi fosse scritto a suo riguardo, quasi a volerne studiare le reazioni a caldo. Solo in un secondo momento si prodigò di leggere il paragrafo che coinvolgeva anche un nome che, in verità, non si aspettava. E non avrebbe neanche saputo definire il motivo di tutta quella sorpresa che lo colse.
    Fu a quel punto che levò gli occhi verso il tavolo dei Grifondoro, cercando di intercettare la chioma bruna di Eunjoo.

    "Si è solo tolto dall'imbarazzo di doverci andare da single?"

    Lesse quel passaggio che riguardava Gideon a voce alta, tornando a spostare le attenzioni su di lui con un cipiglio divertito stampato in viso.

    Addirittura?

    Smaniava affinché la gente attorno a lui cominciasse a commentare quelle notizie, confermandole o smentendole, ma il motivo per il quale il suo desiderio fosse così forte l'avrebbe tenuto per sé, accomodato nel bel mezzo di un fuoco incrociato che gli accartocciava le viscere.
    E l'ultima occhiata che lanciò in tralice ad Elara era nient'altro che la degna figlia del suo disastro interiore.
     
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    Grifondoro
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    Il tempo curava tutte le ferite, e se questo poteva valere per le lettere ancora impresse sulla sua pelle, non contava per quello che significavano al di là del loro suono.
    L'attacco irruento, metodico e silenzioso che l'aveva colpita alle spalle per lei era un mistero e per il momento voleva che rimanesse tale, per lo meno finché non si sarebbe ripresa del tutto dall'avere gli occhi della gente puntati su di sé o sul suo braccio. Spesso immaginava che quegli sguardi ci fossero anche quando guardavano altro, anche quando Celine era invisibile esattamente come desiderava.
    Non era passato molto tempo dal suo interrogatorio con la McGranitt, e forse anche quello aveva contribuito ad oscurare un carattere di per sé già pieno di ombre e spigoli, costretta a rivivere prima del previsto quanto accaduto il 10 Marzo.
    Da allora, aveva cercato di starsene in disparte il più possibile, rispondendo soltanto ai Professori o a quanti le mostravano gentilezza anziché morbosa curiosità. Il posto che l'aveva vista di più era certamente il suo cubicolo: le sue piante erano le amiche migliori sulle quali potesse contare in quel momento.

    Jude.

    Celine mangiava leggendo uno stupido saggio babbano sui sogni, avendo così la scusa perfetta per estraniarsi dal solito chiacchiericcio al quale era diventata persino più intollerante del solito: Celine non era una persona simpatica e non si preoccupava di esserlo. C'erano poche persone alle quali quel suo modo di fare andava bene, o con le quali emergeva di meno. Alzò quindi impercettibilmente lo sguardo su Christian, dall'altra parte della Sala, poi su Jacob, seduto al tavolo dei Grifondoro insieme a lei, poi a Florence, alla quale doveva ancora una risposta dopo il bigliettino che le aveva fatto trovare sotto al cuscino, al suo rientro dal San Mungo: l'aveva sorpresa e fatta sorridere allo stesso tempo, ma ancora non aveva trovato il coraggio di parlarle, o più in generale la voglia di lasciarsi andare con qualcuno dopo quanto accaduto. Per questo motivo, durante una lezione di Erbologia le aveva sussurrato ”Grazie per il bigliettino” appena arrivata in classe, salvo poi concentrarsi sulla lezione in corso.
    La Grifondoro avrebbe potuto sorprenderla a fissarla, scansando lo sguardo in fretta e furia.
    Gli occhi, infine, si poggiarono sul tavolo dei Corvonero. Il resto parve sparire, a partire dalla conversazione al tavolo sull'identità dell'uomo misterioso.

    Jude.

    Versi di rapaci, battiti di ali, urla e caos: gli occhi volarono verso l'alto, dando vita ad un'espressione di stupore.
    Celine afferrò fra le mani quello che a conti fatti sembrava essere un giornalino scolastico, che iniziò a leggere con un fare scettico ma sorprendentemente appassionato.

    FINALMENTE LIBERAH!
     
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    [ Tavolo dei Grifondoro ]

    Annuì energicamente in risposta ad Eunjoo ed alzò il pollice verso l'alto per farle intendere che anche a lei fosse andato tutto bene, ma si sarebbe premurata di ripulirsi le labbra e le mani prima di darle una risposta effettiva.

    Tutto bene! A Difesa Contro le Arti Oscure oggi abbiamo studiato i Troll.

    Così, tanto per darle uno dei suoi aggiornamenti assolutamente inutili. Continuava a trovare strano il suo silenzio, tuttavia il gioco proposto da Florence catturò la sua attenzione tanto da farle lasciar perdere la cena per tornare a guardare l'uomo misterioso. Iniziò a fantasticare su chi potesse essere, se avesse una famiglia, degli amici, cosa gli piacesse fare la domenica.

    Immagino che serva la manutenzione per il cielo. Mio padre mi ha detto che ogni tanto al Ministero ci vanno quelli della Manutenzione Magica a sistemare qualche pasticcio.

    Le spiegò con calma, tuttavia col fare eccitato che esternava ogni volta che qualcuno le chiedeva una spiegazione o una banale opinione.

    Comunque pure secondo me è del Ministero. Però non so come si chiami... Ha un po' la faccia da Rupert.

    Detto ciò sarebbe tornata alla sua cena, ché stava ancora morendo di fame e non aveva mica finito di mangiare. Ed avrebbe rimandato ancora per qualche minuto, dato che non appena avvicinò la mano al cucchiaio con cui avrebbe voluto servirsi una porzione di insalata di Centinodia, un grosso rotolo di giornale cadde prepotentemente sulle sue dita, facendo volare qualche fogliolina qua e là. Rimase per qualche secondo interdetta: era troppo perfezionista e metodica per non ritenere strano l'arrivo dei gufi all'ora di cena, ma prima di fare qualsiasi cosa si sarebbe premurata di scansare una foglia di Centinodia che le era finita appiccicata sulla manica della divisa. La sua faccia disgustata avrebbe parlato per sé. Espressione che non fece altro che peggiorare man mano che scorreva lo sguardo sui vari articoli stampati su carta, nero su bianco e alla portata di tutti. Venetia odiava il gossip ed i pettegolezzi, perché la maggior parte delle volte qualcuno finiva per esserne ferito.

    Che maleducati. Non è vero che faccio la santarellina! Faccio la santarellina?

    Squittì quella domanda rivolta a tutti e a nessuno, soffermandosi però soprattutto su di Eren, su Noah e sui ragazzi più vicini a loro, che sicuramente avrebbero saputo rispondere ai suoi dubbi. Secondo lei non era così! Però se qualcuno lo pensava... Aveva fatto qualcosa di male?
    Si voltò a cercare lo sguardo di Elliott e quello di Petyr, i primi nomi che erano le erano saltati all'occhio dopo il suo, ma ben presto sarebbe tornata a prestare attenzione ad Eunjoo. Già se la immaginava in prima linea a commentare ogni singola lettera di quegli articoli, ché se c'era da scommettere su una persona a cui piacevano i pettegolezzi, Venetia avrebbe scommesso su di lei. Eunjoo avrebbe sicuramente reso tutta quella situazione decisamente più divertente, ne era certa.

    Sicura di stare bene? Nessun paragone tra Petyr e un Troll?

    Trovarsela lì che non degnava quella pergamena di uno sguardo accese un campanello d'allarme nella mente di Venetia, che era pure abbastanza empatica da notare il suo polso tremolante. D'altronde c'era finito anche il suo nome in quell'articolo, però da quando reagiva col mutismo selettivo? Quella era tutta immondizia, si vedeva lontano un miglio.
     
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    Forse Raissa aveva anche ragione, magari il tipo al tavolo degli insegnanti era un nuovo arbitro di quidditch, cosa che lo portò ad assumere un’espressione piuttosto perplessa, ma quella stessa espressione si tramutò in qualcosa di più serio invece quando Noah fece notare che magari poteva anche trattarsi di un auror.

    Un auror?

    Rimase per dei lunghi momenti ad osservare la figura del tipo, soppesandola e valutando. Per quello che era accaduto il mese precedente poteva anche essere vero per quanto ne sapeva Eren. Magari avevano scoperto chi era stato, magari per una volta ci sarebbe stata un po' di giustizia. La cosa riaccese una scintilla nel suo sguardo. Se stavano per scoprire davanti a tutta la scuola chi erano quegli alfieri che avevano irrimediabilmente intaccato le menti e gli spiriti di Eren e dei suoi compagni, avrebbe riso tantissimo. Bramava vederli uscire dalla sala grande legati come salami mentre tutti ridevano di loro, gli avrebbero messo in mano un biglietto di sola andata? Scalo al Wizengamot come formalità e poi dritti ad Azkaban.
    Sarebbe stato bellissimo.
    Un sogno.


    Il fatto che sia vecchio non è poi così terribile secondo me! In teoria ha più esperienza. Ma magari avete ragione entrambi e ci hanno mandato un auror per arbitrare il Quidditch.
    Potrebbe essere, no?


    Chiese conferma a tutti nei dintorni e la proposta del gioco inventato da Florence gli fece alzare le sopracciglia, curioso ma divertito rimase ad ascoltare le ipotesi intavolate da Florence e Venetia. Poi si chinò un po' verso Joy per chiederle:

    Tu che ne pensi?

    Del gioco o in generale delle ipotesi formulate lì attorno. Non ebbe il tempo di aggiungere altro perché uno stormo di gufi senza fare troppi complimenti fece la sua comparsa in sala grande attirando la sua attenzione come quella di tutti gli altri studenti.
    Il giornalino cadde davanti al suo piatto, perciò Eren incuriosito afferrò la sua copia e la dispiegò cominciando a dare una prima occhiata. Sulla prima pagina rabbrividì e rimase in silenzio fino a completa lettura.

    Cioè… Setoshi non è gay?

    Come se la cosa più assurda che aveva letto fosse stata appunto quella. Eppure, istintivamente andò a cercare con lo sguardo la figura di Elliott in mezzo ai Corvonero.

    Povero Bailey però. Ma saranno anche fatti suoi di chi si è innamorato e com’è andata a finire.

    Scosse il capo. Andando avanti nella lettura però, si ritrovò ad osservare la magifoto di una Maude quasi irriconoscibile. La ricordava decisamente più carina, quella foto sicuramente non le rendeva giustizia.
    Poco ci voleva che si strozzasse con il succo di zucca nello scorgere anche il proprio nome tra quelle righe, sgranò le palpebre e poi lesse tutto d’un fiato individuando una variabile in nell'equazione di cui non aveva la minima idea dell’esistenza. Ammesso che fosse tutto vero.
    Eppure ciò che aveva letto su di sé non era una totale fesseria.

    Aspettate un attimo, come diamine fanno a sapere queste cose?

    Quante erano le persone che sapevano che aveva fatto aspettare Maude per chiederle di vedersi? Cominciò a fare una conta mentale ed evitò ulteriori commenti ma lanciò chissà perché uno sguardo prima a Florence, poi a Noah, ed in fine non per importanza cercò di individuare al tavolo delle serpi anche Maude e Vesper giusto per osservare le reazioni di entrambi qualora ce ne fossero state. Eren, sembrava solo molto perplesso.
    Proseguì nella lettura fino alla fine, rispondendo a Venetia con mezzo sorrisetto che non era una vera e propria affermazione, come non stava nemmeno negando, aveva adottato la solita tattica del “taci” nel momento in cui sapeva di rischiare una sfuriata da parte di una ragazza, che di farsi lanciare un piatto in faccia proprio non ne aveva voglia. Si rese conto quindi che chiunque ci fosse dietro quegli articoli di dubbio gusto aveva una certa predisposizione al mettere discordia e farsi gli affari degli altri, e non aveva risparmiato quasi nessuno dei suoi conoscenti più stretti. Nemmeno Eunjoo che aveva scansato la sua copia con un'insofferenza che non era da lei. Eren lesse e rilesse quelle righe, ma non pronunciò una sola sillaba in merito, si chiuse in uno strano mutismo prima di decidere finalmente di accantonare il giornale e riprendere in mano la forchetta, più pensieroso e serio rispetto a prima si limitò ad adocchiare ancora una volta le reazioni dei compagni nei dintorni per fermarsi su Venetia verso cui non disse una sola sillaba, in qualche modo si aspettava che lei avrebbe compreso a cosa Eren stesse pensando, nemmeno fosse versata nell’arte della legilimanzia.

    Grifondoro
     
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    Prima e durante l'arrivo dei gufi


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    I ragazzi saranno certamente entusiasti dell'annuncio.

    Il misterioso ospite si era goduto una cena con i fiocchi, di quelle che probabilmente non gustava da secoli, forse proprio da quando aveva lasciato le mura di Hogwarts.
    Intanto, fra un boccone e l'altro, continuava a conversare amabilmente con Estia Garfield e Horace Lumacorno.

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    Il che certifica che è un errore, ovviamente.

    3XCa51e
    Suvvia, Estia cara, non pensar male di loro!
    Si tratterà pur sempre di studenti capaci.


    Estia, dal sorriso tutt'altro che cordiale, portò la stoffa alla bocca per pulirla con piccoli tocchi, inclinando il volto verso quello stolto del Responsabile dei Serpeverde.

    nep90ny
    Accetterò il tuo parere soltanto quando avrai eliminato tutte le scorte di ananas candito dal tuo ufficio, Horace.

    Il riferimento era abbastanza ovvio: Lumacorno non poteva non essere dalla parte degli studenti, considerata la benevolenza che questi cercavano continuamente da parte sua.
    Newt, intanto, intervenne nel discorso afferrando soltanto l'ultima frase di Estia.

    ARiD02o
    Ananas Candito?
    Non ne vedo qui sul tavolo!


    delivery-harry-potter



    La chiacchierata fra docenti e ospiti, tuttavia, ebbe breve durata: uno stormo di rapaci piombò dalle finestre all'improvviso, in un'ora che non prevedeva consegne e soprattutto portando della posta che non aveva nulla a che fare con le notizie della Gazzetta del Profeta.

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    Buon Silente.

    Minerva si alzò in piedi con la bacchetta fra le dita, inizialmente convinta che si trattasse di un nuovo attacco a sorpresa: fortunatamente non era così, ma sfortunatamente si trattava di qualcosa di altrettanto fastidioso.
    Afferrò una delle copie con sguardo che divenne via via più esasperato, smettendo di leggere quasi all'istante, ossia nel momento in cui comprese che fra quelle pagine si racchiudevano questioni private degli studenti spiattellate al grande pubblico senza alcun rispetto.
    Fra le copie di un evidente giornalino, inoltre, si nascondevano anche dei bigliettini dalla stesura più semplice ma altrettanto problematica:

    San Valentino è trascorso da un pezzo eppure parrebbe essersi formato un nuovo duo, tanto famoso quanto discreto. Ovviamente parlo di Eunjoo Choe e Gideon Greengrass. Cosa leghi queste due spigolose personalità è ancora un mistero, l'amore per il Quidditch o per l'illegalità? Speriamo solo che la studentessa dal futuro promettente come Auror, un giorno, non sia costretta a dover mettere le manette al suo nuovo compagno... o che peggio ancora sia costretta a vedere sfumata la sua futura carriera in vista di un repentino tuffo nell'ombra. Magari il Rosso in Alfieri sta per Grifondoro?



    Gli altri docenti, intanto, parevano essere molto più interessati della preside alla lettura.

    KOtwgXj
    Hey, ci sono anche io!


    3XCa51e
    Non ne sarei così fiero, Newt. Non ne esci affatto bene!


    2BjrZwR
    Chi è Michael Jackson?


    VmqSxGX
    Che significa "A lui, come alla Contessa, vanno bene tutti!"?


    YKS3CWf
    Non dovevo proprio leggere.
    Non dovevo proprio leggere...


    Minerva, esasperata ancor di più dalla non-reazione dei suoi colleghi, iniziò ad urlare il nome del custode a pieni polmoni, rischiando quasi un mancamento.

    Gazza! Gazza!
    Dove diamine è quell'uomo quando serve!


    La Cooman e la Clagg, intanto, avevano continuato a mangiare come nulla fosse, quest'ultima trattando i fogli di giornale come nuova carta con cui pulirsi la bocca.
    Gazza aveva infine fatto il suo arrivo, cigolando lentamente sulla sedia a rotelle fra i banchi degli studenti con degli enormi cesti volanti che lo seguivano – evocati certamente non da lui.
    Con la bacchetta alla gola, la McGranitt si rivolse quindi agli studenti amplificando la sua voce.

    Studenti! Consegnate subito tutte le copie di questo ciarpame.
    Voi per primi!


    Il riferimento era inevitabilmente ai suoi compagni di tavolo, i quali rimasero a guardarla con sguardo a metà fra il dispiaciuto e l'imbarazzato. L'unica che sembrava continuare a ridere sotto ai baffi che non aveva, era Estia.

    xR6w41a
    Suvvia, Minerva, dovrai pur ammettere che c'è del fascino oltre la volgarità.


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    L'ospite, che la Preside temeva potesse offendersi per quanto di increscioso era appena accaduto, si spiaccicò sullo schienale massaggiandosi l'addome pieno, sul volto un'espressione di puro divertimento.

    Ah, i bei vecchi tempi: ad Hogwarts non ci si annoia mai!

    Scadenza: 24 incluso
    L'annuncio dell'Ospite viene rimandato di qualche giorno per darvi la possibilità di reagire al giornalino!
    A tal proposito, trattandosi di una modalità di gioco nuova per il nostro GdR, lo Staff aggiunge delle regole che chiunque voglia diffondere volantini in segreto dovrà seguire (e chi vuole scoprirli adattarsi di conseguenza):

    Diffondere i Volantini
    E' possibile farlo in tre modi differenti, tutti giocabili nelle sezioni ad Accesso Limitato o delle Orecchie Indiscrete a vostra discrezione.

    Recandosi all'Ufficio postale di Hogsmeade durante il Weekend: in questo caso i PG hanno meno possibilità di essere visti dai compagni di scuola ma al costo della stampa delle copie (100 Galeoni totali). L'Ufficio, inoltre, si occuperà della stampa del giornalino presentato a mano.
    I PG partecipanti alla role sanno qualcosa sui PG della diffusione se 1-10 di 1d100

    Preparando i gufi della Guferia uno ad uno: in questo caso i PG hanno molta più possibilità di essere scoperti ma senza dover pagare alcun Galeone.
    La stampa, tuttavia, deve avvenire tramite l'acquisto delle Penne Copiatrici (che da oggi è possibile trovare da Mondomago o l'utilizzo dell'unica presente ad Hogwarts, che va scovata ONGame.
    I PG partecipanti alla role sanno qualcosa sui PG della diffusione se 1-10 di 1d50

    • Altri modi da masterare sul momento.

    In questo caso nessuno dei presenti ha fatto 1-10 al lancio di dadi in segreto, quindi nessuno ha idea di chi possa avere spedito i gufi.

    Bonus e Malus
    Chi ha scritto gli articoli potrà considerare svolta occasionalmente la missione del FantaWiz "Il giornalista".
    I PG nominati, invece, ottengono +0,5 Popolarità; -2 Volontà per tutta la role e per 10 post successivi all'evento se presi di mira dal giornalino in maniera negativa.

    Lo staff rimane ovviamente disponibile ad eventuali chiarimenti!

    Grifondoro Tassorosso Corvonero Serpeverde


    Edited by Lulu Sparks - 21/4/2024, 19:12
     
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    Fu inevitabile, quando accadde: l'uomo misterioso che entrò in Sala Grande catturò l'attenzione un po' di tutti, e anche Christian si ritrovò a chiedere chi fosse e cosa fosse venuto a fare lì, durante quella cena di fine Aprile. Ad Hogwarts ogni dettaglio era alla fine rilevante e ogni episodio parte di un puzzle più grande, ecco perché quella non poteva essere una semplice visita di cortesia o di controllo - e secondo lui non prometteva nemmeno niente di buono, ma questo era ancora tutto da vedersi.
    Soltanto un imprevisto come l'arrivo di quei gufi poté distrarre tutti dalla quella nuova presenza, e anzi molti di loro furono più interessati ad essi che all'uomo, com'era prevedibile che accadesse. Christian però non era tra questi, all'inizio, e osservò quasi con indifferenza i pennuti volare sopra i tavoli delle Case; ma bastò che prendesse in mano quella posta per cambiare idea.

    Wow.

    Sussurrò a bassa voce nel momento in cui si vide protagonista di uno dei velenosi articoli pubblicati da quel nuovo giornalino scolastico, che a quanto poteva leggere prendeva il nome di Overseer. Non era la prima volta che finiva sui giornali, ché altre volte, al fianco dei suoi genitori perlopiù, era capitato che comparisse il suo volto, o ancora che venisse citato il suo nome in qualche articolo su Hogwarts, come quello dell'anno scorso sulle borse di studio; ma che ve ne fosse uno interamente dedicato a lui era una novità, e si doveva ammettere molto curioso di sapere cos'avessero da dire su di lui.
    Cominciò quindi a leggere, capendo però subito che non si trattava di un elogio alle sue doti, ma anzi di un attacco piuttosto feroce alla sua persona. Veniva in ogni riga dipinto come un ragazzo borioso e arrogante, pronto ad ergersi ad uomo fatto, finito e perfetto, senza la benché minima capacità di mettersi in discussione e di riconoscersi qualche difetto. Christian leggeva, cercando di trovare sé stesso nelle parole che leggeva, eppure qualcosa non gli tornava proprio: era vero che alle volte tendeva a sbattere in pubblica piazza tutte le sue qualità - qualità che per altro gli venivano anche riconosciute nell'articolo -, ma lo era anche che tutto ciò di cui faceva sfoggio era vero e certificato.

    L'unica cosa sensata che leggo è l'elenco dei miei successi. Per il resto sono solo parole d'invidia pronunciate da un chicchessia in anonime vesti.
    Insomma, chi può credere che i nostri docenti si farebbero corrompere così?


    Disse al suo vicino, Maxwell. Era ovvio che non gli aveva fatto piacere essere così pubblicamente diffamato, ma da tutte quelle parole, a suo modo di vedere, non emergeva altro che un'invidia feroce nei suoi confronti, probabilmente di qualcuno che non era riuscito ad arrivare dove invece era arrivato lui. E se la persona è niente l'offesa è zero.
    Diede poi l'articolo all'amico, mettendo in evidenza la copertina che che lo mostrava.

    Sono venuto bene nella foto, non è vero?

    Domandò, mentre si sporgeva a prendere la caraffa d'acqua.
    Non gli importava di seguire le direttive della Preside, giustamente irritata, e di consegnare la sua copia dell'articolo: se lo avesse fatto, sarebbe sembrato che avesse qualcosa da nascondere e che ci fosse scritta anche una sola parola vera, ma ad essere onesti sperava fortemente che lo facesse qualcun altro.

    Maxwell Morgan
     
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    CITAZIONE
    Uhm... Dovrei vedere... Ho un sacco di compiti per Pozioni.

    Un sopracciglio di Florence si sollevò a quelle parole. Conosceva Joy e se avesse potuto, avrebbe saltato di pari passo tutto ciò che riguardava Pozioni, ma non poteva ribattere. Non poteva neanche dirle di studiare assieme, perché la prima a gettarsi giù da una rupe sarebbe stata proprio Florence, con tanto di urlo scenico.
    Si guardò un attimo intorno alla ricerca di un appiglio per trovare le giuste parole per rispondere ad Eunjoo, ma incrociò rapidamente solamente lo sguardo di Celine, che qualche giorno prima l'aveva ringraziata per il suo messaggio lasciato in dormitorio. Entrambe, in quel momento, erano amiche che avevano sicuramente bisogno di gettare fuori qualcosa, però non sarebbe stata Florence quella a strizzare fuori i loro problemi come un foruncolo. Avrebbe atteso che fossero pronte, quindi lasciò in pace la prima e non disse nulla all'altra, abbozzando solo un sorriso in tutte e due le direzioni.

    La faccia da Rupert?

    Si agganciò alle parole di Venetia.

    Con quei baffi?

    Non era ben chiaro perché Florence non riuscisse ad associare il nome Rupert ad un soggetto baffuto, ma aggrottò la fronte in direzione del tale, continuando a mormorare il nome Rupert suggerito da Venetia, riemergendo solamente quando uno stormo di gufi lasciò planare sui tavoli dei giornaletti arrotolati. Uno cascò sul purée di Florence, che la mandò in bestia.

    Ma dico io, vi pare il modo?

    Ripescò il suo giornaletto dal piatto e lo pulì col tovagliolo. Si era lasciata il meglio all'ultimo e ora non poteva più mangiarlo, quindi lesse velocemente qualcosa mentre pescava un altro panino. La sua reazione fu la più tardiva di tutti, probabilmente, molto più presa dalla sua cena che dalle chiacchiere, che di solito non la interessavano, ma aveva capito da subito che quel giornalino aveva un potenziale enorme.

    CITAZIONE
    Cioè… Setoshi non è gay?

    Florence quasi si strozzò nel sentire quella domanda pronunciata da Eren. Stava leggendo proprio quell'articolo, quando si dovette fermare per trattenere una risata.

    Scusa, Eren, perché ti interessa saperlo?

    Gli lanciò un'occhiata maliziosa e poi fece finta di tornare a guardare il giornale, ritrovandosi pure una foto di Christian, che come Celine ed Eren non meritava affatto questo tipo di attenzioni. Gli rifilò un'occhiata, cercandolo al tavolo dei Serpeverde, ma il suo sguardo venne intercettato da una vista a sedici noni di Milly Malony e tornò a concentrarsi su quello che restava della sua cena.
    Nel riconsegnare i giornalini, Florence provò a nascondere furtivamente il suo sotto la gonna della divisa mentre si dava un gran da fare a mangiare. Voleva leggere ancora quegli articoli in santa pace.

    Florence prova a tenere il giornalino, nascondendolo
     
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    Aveva posato il bicchiere e cercato con tutte le sue forze di estraniarsi dal chiacchiericcio sul giornalino, anche se per fortuna e giustamente tutti si stavano soffermando sul pezzo più o meno ingiurioso che interessava a loro, invece che su di lei. Le veniva man mano più difficile, ma se fissava solo i decori della ceramica del piatto e i singoli elementi attorno ad esso riusciva in modo abbastanza soddisfacente a ridurre i suoni esterni come fossero un ronzio e soprattutto la voce nella sua testa, che si era ridotta a mera descrizione di quello che stavano toccando i suoi occhi, l'unico modo che aveva per non aprire la porta a pensieri più profondi e rimanerne vittima inevitabile.
    Volse a metà il capo verso Venetia che la interpellò di nuovo, questa volta senza farlo del tutto ma dandole appena poco più del suo profilo, prima di tornare a guardare in basso davanti a sé, pregna di tensione che le rendeva doloroso ogni movimento, come se allungandosi anche solo poco oltre la sua bolla, che non estendeva i contorni tanto al di là del proprio corpo, avrebbe perso il controllo in modo così drastico da renderle impossibile recuperarlo.

    Sto bene.

    Corrucciò lo sguardo al quasi invito della rossa a denigrare il suo fidanzato, o qualsiasi cosa fossero diventati, che se prima ne era indifferente adesso per forza di cose le pesava e non poco. Non si ricordava nemmeno di averlo preso in giro in tempi passati: erano tutte memorie sfocate, perché il suo meccanismo difensivo inconscio stava cercando piano piano di cancellare la figura di Gideon dai suoi ricordi, e insieme il sentimento che si portava dietro, ma nel processo si rendeva conto di star travolgendo anche un sacco di altre memorie e persone che non c'entravano nulla.
    Incominciava a non ricordarsi di cose che aveva fatto, persone con cui aveva parlato, eventi che erano accaduti, e nel tentativo disperato di ammortizzare il sentimento ancora sterminato verso il Serpeverde stava anestetizzando anche tutti gli altri: aveva così paura di sentire, che pian piano si stava piegando al rischio di non sentire più niente.

    Hm?

    Sbatté le palpebre tornata al presente solo perché Eren ce la riportò, ma non aveva assolutamente ascoltato il suo discorso di prima e non aveva idea a cosa si riferisse la sua domanda.
    Intanto che gli chiedeva la gentilezza di ripetere di nuovo con quel mezzo suono a labbra chiuse, i giornaletti arrivarono, e lei ne spinse uno lontano da sé, con gli occhi che bruciavano per l'accostamento del suo nome a un altro con cui, ormai, formavano qualcosa priva di alcun significato. Non fu tanto per la notizia in sé, perché metà scuola sapeva già che fossero andati al Lumaclub insieme, ma fu l'obbligo di reminiscere delle ricordanze prima così tanto dolci, e ora così tanto amare, che le fece per un attimo perdere la bussola.
    Strinse i denti e prese a fissare un solo punto del tavolo, lì dove una certa scheggiatura era più evidente, e incominciò tra sé a contare quegli stessi frammenti che ne fuoriuscivano, più e più volte ancora.
    Ma qualcosa di ancora peggiore arrivò dopo: un biglietto che non aveva previsto, sparso anche questo in mille copie in mezzo a tutta la Sala Grande, che prese con la mano ancora tremante mentre gli occhi ne divoravano ogni riga.
    Ciò che sentì fu una pugnalata in pieno petto, e per i motivi più disparati, tutti insieme nello stesso momento: aveva sempre cercato di sotterrare quella frequentazione e ora veniva tirata fuori da non uno, ma ben due ignoti; e in altre circostanze si sarebbe infuriata che qualcuno potesse minare alla sua reputazione in quel modo, ma non fu proprio solo per quella ragione che aveva gli occhi sbarrati e aveva cominciato a rantolare.
    Quel biglietto era la beffa finale, uno schiaffo in faccia di qualcosa che era, ma ora non era più: niente li "legava", Gideon non era il suo "compagno", e lei non si era tuffata nell'"ombra", a parte quella che viveva ogni giorno da quando lui se n'era andato. Un tempo non avrebbe mai immaginato che ciò che l'avrebbe devastata di più sarebbe stato vedere quelle stesse cose scritte, ma con la consapevolezza che non fossero più vere, rispetto alla mera paura di perdere la reputazione che ora, intatta, non sapeva di niente, e non se ne faceva nulla.

    Non sono-- Non è vero--

    Boccheggiò, senza avere il coraggio di guardare i compagni attorno che da adesso in poi avrebbero pure puntato il dito contro di lei, perdendone fiducia, immaginando fosse coinvolta in chissà quali trame oscure, mentre continuava a fissare sconcertata il biglietto tra le mani. E poi, gli occhi dapprima spalancati tremarono e si fecero via via più affilati, i denti digrignarono, e le sopracciglia fini formarono un solco tra loro, con la rabbia che saliva incontrando e superando i suoi limiti, fino a scoppiare in un grido esasperato.
    Appallottolò il biglietto con le dita arrotate come artigli, e si alzò di colpo con un impeto che spinse la panca su cui era seduta all'indietro: il braccio scattò e lanciò quella palla il più lontano da sé possibile, verso il tavolo dei verde-argento.

    Incendio!

    Avrebbe puntato la bacchetta d'acero davanti a sé e la piuma di fenice avrebbe lanciato una lingua di fuoco diretta alla palla di carta facendone un dardo volante e infuocato.
    Era uno di loro, lo sapeva, era sempre uno di loro. Il coraggio non fu così tanto da cercare Gideon tra i posti, menché meno fermarsi a guardarlo, che per quello non aveva abbastanza forza: ma se non altro l'ultimo colpo l'aveva strappata dalla catatonia, almeno per un attimo, e in quell'istante non solo la sua fiamma era tornata accesa, ma avrebbe tanto voluto veder bruciare tutto il resto.

    SPOILER (click to view)
    Eunjoo appallottola il biglietto, lo lancia contro il tavolo dei Serpeverde (nessuna persona in particolare) e usa l'incantesimo presente nel suo Piano di Studi per incendiarlo prima che atterri (non autoconclusivo).
    gruppo: Grifondoro Serpeverde Il Narratore •


    Edited by Eunjoo Choe - 21/4/2024, 22:20
     
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    [ Tavolo dei Serpeverde ]



    Sì, ma non credo che sia merito della tua influenza.

    Con un'occhiata eloquente avrebbe lasciato che Nathan intendesse da sé a cosa si stesse riferendo, osservandolo intanto mentre mangiava in maniera spropositata, arrivando perfino a mettere le mani sul suo succo di zucca.

    Oh, quello era mio!

    Non credeva che sarebbe mai arrivato a pensarlo, ma quando sgarrava era - se possibile - ancor più ingestibile di quando si metteva a contare le calorie di ogni singola pietanza. Si sarebbe dunque ripreso il suo bicchiere per bere quello che era rimasto del succo, salvo poi tornare davvero alla cena. Si riempì il piatto con una porzione di polpette ed iniziò a mangiarle in fretta; oltre a voler finire il prima possibile e liberarsi da quella calca di persone, Tristan aveva davvero fame.

    Sì, che gioia. Speriamo sia esperto per davvero e non aggiunga carne al fuoco.

    Borbottò col boccone di polpette ancora in bocca, tornando per un momento a guardare il professor Lumacorno seduto al tavolo dei docenti. Non che avesse qualcosa contro il Ministero, Tristan, tuttavia quell'intera situazione gli stava facendo riconsiderare un po' tutto. Si fidava di Lumacorno, eppure era stato il primo a dubitare della sua innocenza, quindi cosa avrebbe potuto fare un Ministeriale che, senza neanche conoscerlo, sarebbe probabilmente stato influenzato dall'idea del professore?

    Comunque secondo me non è qui per questo.

    Spostò a quel punto lo sguardo sui due Travers, prima uno e poi l'altro, e poi su Greengrass. Non aveva idea di cosa ci facesse lì quel tipo, ma la sua indole a considerare sempre il peggio lo faceva dubitare che fosse stato chiamato a fare chiarezza sulla faccenda. Dovette tuttavia smettere di pensarci - per sua fortuna - dato che uno stormo di gufi iniziò a volare minacciosamente vicino al suo piatto.

    Non di nuovo...

    Fece giusto in tempo a coprire il bicchiere di succo di zucca col palmo della mano affinché non vi cadesse nulla al suo interno, e quando Nathan dispiegò la copia del giornalino per leggerla allungò il collo per unirsi a lui. Non riuscì a trattenere l'espressione indispettita mentre scorreva gli articoli riga dopo riga, passando in rassegna ogni nome stampato su carta fino ad arrivare a quello del Serpeverde che poco prima l'aveva squadrato. Ognuna di quelle dichiarazioni era ben distante dall'essere lusinghiera e, per quanto avrebbe voluto perdersi a commentare, non riusciva a fidarsi abbastanza da prenderle come veritiere. Lui stesso era vittima di voci infondate, dopotutto, e sarebbe stato ipocrita da parte sua prendere quegli articoli per oro colato, o anche solo per trovarli divertenti. Però qualcosa avrebbe voluto commentarlo... Tipo il Triangolo Serpeverde di cui, a giudicare da quanto era stato riportato, Cursa faceva parte. Cercò il suo sguardo in giro per il tavolo, lanciandole un'occhiata che era certo avrebbe compreso senza il bisogno di troppe spiegazioni.

    Ma saranno tutte robe inventate.

    La buttò lì Tristan, puntando però il dito sul trafiletto proprio sotto ai baffoni della De Rosa.

    Flirta con i vecchi?!

    Stentava a crederci, Tristan, tuttavia il lato di sé più cattivo non poté evitare di trovare divertente un'accusa del genere. Chiunque avesse scritto quegli articoli doveva essere fuori di testa, pensò, e stava messo molto peggio di quei poveretti che stava cercando di diffamare. Si ritirò dalla lettura semplicemente tornando a sedere in una posizione più composta, la risata incredula ancora sul viso: forse quella sera aveva fatto bene ad intrattenersi a cena così a lungo. Non che avesse altra scelta se voleva sperare di mandare giù almeno un boccone, dato che dopo poco altri pettegolezzi fecero capolino ai tavoli. Quei bigliettini li lesse più attentamente, abbassandoli solo per dedicare un'altra occhiata a Gideon, curioso di sentire cosa avesse da dire in sua discolpa. Almeno per una sera poteva smettere di sentirsi tutti gli occhi puntati addosso.
     
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    [Tavolo dei Serpeverde]



    Apprese da Elara che non conosceva quella persona seduta al tavolo dei docenti, limitandosi invece ad annuire all’ipotesi di Everard. Fu per questo motivo che li guardò entrambi con aria vagamente allarmata, per loro due che avrebbero saputo leggergli lo sguardo e riconoscere quello che c’era oltre il nocciola delle iridi, ché un Ministeriale di quei tempi ad Hogwarts non era mai una cosa positiva.
    Lo sguardo di Tristan l’aveva ricambiato finchè possibile: cosa vi avesse letto dentro era un mistero, forse nulla, forse aveva fatto soltanto delle ipotesi, forse aveva invece cercato di fargli capire qualcosa. Chissà invece cosa aveva pensato lui, probabilmente non l’avrebbe saputo mai. Ascoltò invece il dire di Cursa, che non ne sapeva più di tutti gli altri presenti. In effetti le interazioni con gli altri professori lasciavano intuire una certa familiarità tra di loro, per cui osservò a sua volta Scorpius per qualche istante. Non era di certo il ramo del suo albero genealogico che preferiva, quello dei Malfoy.

    Non penso gli convenga fare il recidivo.

    Commentò soltanto, ignorando il fatto che quella di Cursa potesse essere una battuta. Figurarsi, l’ironia non era di certo tra le doti e le qualità dell’erede dei Greengrass. Non passò molto altro tempo dopo quelle sue parole che la Sala Grande venne invasa da gufi che portavano qualcosa nel becco. Ebbe modo di osservare bene la scena, visto che si sedeva sempre sulla panca che dava le spalle al muro della Sala Grande proprio per avere l’intera visuale su tutto l’ambiente intorno a lui, ché mai lasciava le proprie spalle scoperte.
    Per un attimo Gideon pensò ad un ennesimo attacco a sorpresa, di cui nemmeno loro erano stati messi al corrente, e la mano destra aveva subito raggiunto il portabacchetta sulla coscia – viveva comunque una vita tranquilla, senza ansia e senza nessuna tensione repressa. Quando però si rese conto che si trattava di un giornale e che c’erano diverse magi-foto di alcuni studenti, tra cui Maude. Le prime parole che lesse furono quelle che riguardavano lei, temendo il peggio. Si rese presto conto che non si trattava d’altro che di gossip, e allora si tranquillizzò perdendo l’interesse per l’intero giornalino. Decise che l’avrebbe leggiucchiato giusto per sapere di cosa parlasse, mentre adocchiava Elara per cercare invece di capire quali fossero i suoi pensieri. Non dovette andare oltre la prima pagina per constatare anche la presenza del suo nome, accostato a quello di Eunjoo. Si rese conto che non si trattava di niente di troppo compromettente: che fossero andati insieme alla Festa di Natale del Lumaclub era stato sotto gli occhi di tutti, quali fossero i motivi poi non erano affari né di chi aveva scritto quel giornalino, né di chi lo stava leggendo. Potevano fare tutte le supposizioni che volevano, pensò Gideon, ma gli unici a poter dire qualcosa al riguardo erano lui e la Grifondoro. Lo sapevano soltanto loro due, l’avevano a lungo saputo soltanto loro due, ma non importava nemmeno più nulla ormai. Fu quindi soltanto uno sbuffo a metà tra l’infastidito e l’esasperato che gli sfuggì dalle narici, che avrebbe notato chi gli stava intorno, ma niente di più. D’altronde era abituato ormai a finire sui giornali. Si rese conto che Nathan Lestrange si stava rivolgendo a lui quando, alzando lo sguardo dalla carta, incrociò le sue iridi scure che si scontrarono con le proprie. Un cenno del capo, ad invitarlo a parlare. Cosa voleva dirgli con quell’”addirittura”? Forse era troppo ingenuo per arrivarci da solo, comunque lo sorprendeva il fatto che uno come Lestrange credesse alle parole scritte su un giornaletto goliardico. O forse era solo invidioso perché lui non era stato nominato.
    Scorse in fretta con lo sguardo il resto delle righe, più che altro per assicurarsi che non vi fosse scritto niente di negativo riguardo i cugini seduti ai suoi lati, che su quello avrebbe avuto molto più da ridire probabilmente, ma così non era per fortuna. L’articolo su Christian Carrington lo fece invece sogghignare un po’. Lanciò un’occhiata anche al diretto interessato, che vide parlottare col suo compare di sempre. Figurarsi se si abbassava a rivolgere a rivolgere la parola ad altre persone: la cosa divertente di Christian Carrington, secondo Gideon, era che predicava bene e razzolava malissimo.
    Credeva che non vi fosse nient’altro di interessante da leggere, quando dall’ultima pagina del giornale vide scivolare fuori quello che aveva tutta l’aria di essere un biglietto. Di cui non gli sarebbe importato nulla, di base, se non fosse stato che a lettere cubitali c’era di nuovo il suo nome affiancato a quello di Eunjoo, in un attacco molto più diretto e personale di quello che era stato il giornalino. Fu come ricevere una secchiata di acqua gelida sulla schiena: prima il giornale, poi il biglietto. Chi si era messo d’accordo per fare quel dispetto a tutti e due? Chi ce l’aveva con loro? E perché proprio loro, soprattutto? Chi li aveva visti? Cosa pensava di guadagnarne?
    Lo perplimeva, poi, il fatto che quella soffiata fosse arrivata proprio in quel momento in cui era ormai già vecchia e sorpassata. Cosa gli importava se qualcuno volesse far credere a tutta la scuola che loro due avessero una relazione, se tanto qualsiasi cosa avessero avuto ormai comunque non esisteva nemmeno più? Davvero c’erano persone in quella scuola che, con tutto quello che era successo, non avevano niente di meglio a cui pensare?
    Accartocciò il biglietto che aveva tra le mani, rendendolo un’insignificante palletta di carta mentre Gazza ritirava le copie dei giornali che lui gli concesse senza problemi, e fu un risolino dai multipli significati a sfuggirgli dalle labbra: un po’ isterico, un po’ divertito, un po’ anche frustrato per quell’attacco senza senso nei suoi confronti e quelli di Eunjoo, che tuttavia cercò istintivamente con lo sguardo dall’altra parte della Sala Grande. C’erano altri due tavoli a separare quello di Serpeverde e di Grifondoro, eppure le iridi nocciola sapevano benissimo dove trovarla. La osservò per qualche istante, senza preoccuparsi troppo di quel che avrebbe pensato chi lo circondava dato che gli sembrava una cosa piuttosto normale guardare in quella direzione visto che c’erano i loro nomi su quel biglietto, e la vide alzarsi di scatto e tirare fuori la bacchetta, puntandola verso qualcosa che aveva lanciato in aria diretto verso il tavolo dei Serpeverde. Non ebbe il tempo di percepire cosa fosse, ma ne sentì la voce pronunciare un incantesimo e nel tempo di mezzo secondo decise che avrebbe fatto qualcosa. Avrebbe tirato fuori la bacchetta dal portabacchetta sulla coscia e l'avrebbe puntata in aria.

    Protego.

    A qualsiasi cosa la Grifondoro avesse deciso di dar fuoco, se la ragazza stessa fosse riuscita nel suo intento, non avrebbe permesso che questa atterrasse sul loro tavolo o vicino, rischiando di dar fuoco alla divisa o i capelli di qualcuno, alla carta dei giornali e dei bigliettini. Magari non sarebbe accaduto nulla, magari era il solito fuoco di paglia – letteralmente – che non avrebbe fatto nessun tipo di danno. Ma per non rischiare – ed anche, a dirla tutta, per ripulire un po’ la sua immagine di fronte all’intera scuola – decise di provare ad agire.
    Quella era una questione tra lui ed Eunjoo, e per quanto fosse ormai diventata di dominio pubblico non avrebbe permesso alla rabbia della ragazza di trasformare la faccenda in una tragedia ben più grave di quello che non fosse davvero. Almeno per lui, che continuava a vedere quella questione come qualcosa tra loro, pur essendo adesso sotto gli occhi di tutti. Ma quello che era sotto agli occhi di tutti, in quel preciso istante, non esisteva e per quel motivo non gliene importava assolutamente nulla.

    Nel caso in cui tutte le azioni di Eunjoo andassero a buon fine, Gideon prova a castare un Protego prima che il biglietto infuocato arrivi al tavolo dei Serpeverde - nulla è ovviamente autoconcluso, è tutto al condizionale.

    Il Narratore • non so se sia effettivamente possibile quello che ho scritto, se la dinamicità della scena lo permette :ph34r:
    Ma ho immaginato che Gideon si sia accorto dei movimenti di Eunjoo perchè la guardava da prima (un po' come un duello alla fine). Poi, siccome i due tavoli sono ai due lati opposti della Sala Grande, ho pensato che l'eventuale palletta infuocata potesse impiegare un po' a volare da una parte all'altra quindi non so! C'ho provato, in caso è un grande epic fail :D


    Edited by Raissa Romanova - 22/4/2024, 14:34
     
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    Il nervosismo, di tutte le sensazioni che poteva provare la bionda, era tra quelle che più detestava. Sentiva infatti come un alito caldo ed impertinente sul collo, fastidioso ed appiccicoso, che la disturbava e la impediva di pensare con la solita lucidità. Così, anche mentre la conversazione attorno a lei prendeva vita e le prime ipotesi venivano formulate dalle bocche dei suoi compagni, non sembrava trovare pace ed invece erano lunghe occhiate al tavolo degli insegnanti quelle che lanciava a cadenza regolare come se dagli spostamenti che avveniva in quella porzione di Sala avrebbe potuto intuire di più. Furono infatti le parole di Cursa a darle quel suggerimento, mentre ormai il piatto davanti a lei aveva perso definitivamente ogni interesse. Non aiutava neanche la presenza di Nathan nei paraggi, di cui sentiva lo sguardo addosso anche quando non necessariamente vero ed a cui cercava di mostrarsi noncurante nonostante sentisse la pelle in fiamme più spesso del previsto. Non era semplice, non dopo quella serata in Sala Comune, mantenere lo stesso sottile equilibrio che avevano avuto fin dal loro primo incontro e tuttavia le esigenze del momento le permettevano di affrontare una crisi alla volta. Il fatto che anche il riccio sembrasse attuare la sua stessa strategia era in ogni caso un assist alla sua capacità gestionale, le iridi verdi che volarono al soffitto insieme a centinaia per osservare quello stormo di gufi improvvisamente planare sui tavoli.
    Come tutti, in un riflesso più collettivo che altro, andò allora ad afferrare una delle copie lasciate lungo la tavolata. Di per sé, di gossip ad Hogwarts, non le sarebbe importato molto. Tanto odiava esserne al centro che non apprezzava neanche riflettori sgraditi sugli altri, scorse velocemente quelle colonne stampate realizzando di conoscere solo in parte i nominativi coinvolti. Qualche Serpeverde, ed in effetti la reazione scomposta di Maude non tardò ad arrivare così come il commento serafico di Christian , così come altri volti che più o meno aveva avuto modo di incrociare per i corridoi, ma tutta la sua attenzione venne attratta dal nome di Gideon associato a quello di Eunjoo. Non che la cosa la sorprese in senso assoluto e tuttavia, se conosceva la discrezione del cugino, sapeva anche come quella pubblica esposizione non gli avrebbe fatto piacere. Spostò quindi lo sguardo su di lui, in un gesto istintivo quanto apprensivo, e fu in quell’istante che intercettò anche le occhiate di altri loro compagni verso il moro. Provò un moto di fastidio, come se quell’invasione venisse perpetrata al proprio spazio vitale, e tuttavia fu su Nathan che si concentrò come a chiedersi il perché di quell’interesse e di quel commento così specifico. All’occhiata in tralice che lui le restituì replicò con una altrettanto intensa, questa volta diretta, e di nuovo però non disse nulla. Fece invece in tempo ad accorgersi di un altro biglietto proprio mentre gazza si palesava a fare pulizia, sgranando questa volta gli occhi chiari e non riuscendo a trattenere tutta la sorpresa per il contenuto di quelle poche righe.
    Aveva sempre saputo dei piani del Greengrass, ma intuire che sotto ci fosse qualcosa di più concreto che non il mero calcolo la colpì. Di più, non esserne stata messa al corrente in qualche modo la ferì, per quanto non avesse titoli per alcun tipo di pretesa. Deglutì, cercando lo sguardo di Everard prima e la testa della coreana poi, come volesse inquadrare meglio ciò che era sempre stato sotto il suo naso. Ebbe così un paio di intuizioni che non era stata in grado di cogliere in precedenza, dandosi poi della stupida per soffermarsi al pettegolezzo invece di ragionare sui contenuti più stringenti. Ma non riusciva a fare altrimenti, non sulle prime se non altro, ed invece interruppe la sua stasi portando una mano al braccio di Gideon proprio quando lo vide mettere mano alla bacchetta. Il dardo di carta scagliato dalla Grifondoro non sembrava pericoloso in sé, ma aveva riconosciuto una per una le emozioni del cugino dietro quel risolino e per quanto non provò a fermare il Protego, cercò se non altro di richiamarlo.

    «Gì.»

    Gli sussurrò flebile, in un tentativo di arrestare con la propria voce il vortice di pensieri che poteva intuire dietro lo sguardo freddo e distaccato del Serpeverde.
     
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