Felix Felicis ~ Harry Potter GdR

Posts written by Donna Mason

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    Quando la sua testa fu presa di assalto da qualcuno, Donna se ne accorse immediatamente: se c'era una disciplina che le era sempre interessata, quella era la Magia Mentale, di cui ogni giorno che passava diventava una più esperta conoscitrice. Conosceva, quindi, ogni angolo della sua mente, e con essi anche i modi migliori per difenderli da chi voleva esplorarli senza il suo permesso. Inoltre, anche Magie Oscure quali l'Imperio facevano parte del suo arsenale, quindi non poteva che riconoscere quella voce nella sua testa che le tentava di dire cosa fare - cosa indubbiamente non facile a nessuno. Era il caos, ciò verso cui fu spinta, ed ebbe infatti l'istinto di stringere la bacchetta con le dita, pronta a sferrare un attacco a qualcuno lì dentro; ma la sua forza di volontà e le sue capacità con l'Occlumanzia la tennero ancorata esattamente dov'era, aiutandole in quella lotta contro l'invasore che, per fortuna, riuscì a vincere indenne. Potè tirare un sospiro di sollievo, quel giorno e almeno in quel contesto.
    Si osservò quindi attorno, pienamente consapevole di aver ripreso totale controllo sul suo corpo e sui suoi istinti, pronta adesso a riprenderlo anche della situazione. Individuò così qualcun altro da fermare prima che facesse ancora più danni di quanti non ne fossero già stati fatti, e tentò di bloccarlo non tanto per compassione, ma più per immagine agli occhi dei presenti e di Callidus, che nel mentre era però fuggito senza lasciare traccia.

    Petrificus Totalum.

    Tentò di anticipare le mosse di Bellamy, così da difendere il suo vecchio compagno di Scuola dai malevoli intenti del Magizoologo. Sebbene avesse utilizzato una fattura oscura, il suo intero era quello di tutelare il Marvey, ché, essendo anche lei stata vittima di un Imperio, non poteva che pensare che la stessa sorte fosse capitata anche a lui e che dunque le sue azioni fossero mosse da tutt'altra natura rispetto ad un'indole malvagia. Avrebbe quindi solo tentato di fermarlo, evitando di ferirlo.

    Dadi da qui
    Donna tenta di fermare Bellamy!
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    Donna si libera se 1-22
    Lancio dado: 19
    • 1d22
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    • Inviato il
      21/4/2024, 23:04
      Donna Mason
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    Donna si accorge dell'Imperio se 1-14
    Lancio dado: 6
    • 1d30
      6
    • Inviato il
      21/4/2024, 23:03
      Donna Mason
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    Partecipo!
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    La situazione alla conferenza di Rothschield era degenerata con una rapidità spaventosa, e quello che fino ad un attimo prima era un clima di festa e unione - con anche un pizzico di necessario accrescimento culturale - era diventato terreno di panico e mistero: qualcosa stava creando il caos, ma cosa fosse ancora non era chiaro.
    Tutto ciò che Donna riuscì ad individuare, fu la bacchetta di un mago levata contro Callidus, e fu proprio contro di lui che tentò di agire, con un semplice Expelliarmus. Alle volte le strategie più scontate erano anche quelle più efficaci, ed infatti una scintilla rossa colpì il polso dell'uomo, lanciando altrove il suo catalizzatore e rendendolo così inoffensivo. La giornalista si compiacque di ciò che accadde, poiché l'ultima volta in cui si era battuta, ormai mesa prima nello stretto della Manica, l'esito dei suoi incantesimi era stato infruttuoso, e tutto ciò che aveva guadagnato era un buco da proiettile sulla gamba; quella sera, invece, riuscì nel suo intento, dimostrando di non essere brava soltanto con la penna e la lingua, ma anche con qualcos'altro di altrettanto importante per una strega.
    Il suo compiacimento durò tuttavia una manciata di secondi, ché, voltandosi, fece in tempo ad accorgersi di una scintilla correre minacciosa in sua direzione.

    Protego!

    La bacchetta si mosse rapida, un'altra volta, con un intento opposto a quello precedente: era sulla difesa che mirava la sua magia, anziché sull'attacco, ma Donna non poteva che augurarsi che l'esito fosse analogamente favorevole ed efficace. Non sapeva quale magia l'avrebbe altrimenti colpita, ma in tutta onestà non aveva intenzione di scoprirlo - non in una sera così importante, soprattutto.
    Nel frattempo, qualcuno rivelò a tutti la causa di quelle problematiche, ed era cioè l'intervento dei Jinn, creature malevole di cui lei non sapeva assolutamente nulla. O meglio: il nome le diceva qualcosa, ché lo aveva studiato ad Ilvermorny, ma si era sempre interessata così poco alla materia che più di sapere che non fossero raccomandabili non avrebbe saputo dire. Ma, viste le circostanze, forse sarebbe stato anche sufficiente.

    Mi proteggo dall'incantesimo misterioso (😡😡😡)
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    Edited by Donna Mason - 21/4/2024, 23:27
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    Ciò su cui Kester aveva posto l'attenzione era una verità innegabile: erano stati i cittadini a limitare i danni nell'occasione che aveva visto Donna ferita da un proiettile, nessun altro. Ma questo faceva anche ben sperare sulla volontà che proprio questi avevano, ché aver visto una così attiva partecipazione era indice di interesse e, forse, persino di desiderio di cambiamento. Ma non era nulla di sicuro per il momento, e lei non poteva che dirsi pronta a scrivere di qualsiasi novità in merito.

    La storia si ripete. Non è solo retorica, allora, ma una verità con cui fare i conti. E' questo che crede?

    Lo chiedeva a lui perché lei ancora non aveva un'opinione consolidata della questione: della storia se ne interessava il giusto, e di certo, quando accadeva qualcosa di così rilevante come la fuga dei Centauri, non si domandava se fosse una conseguenza di eventi accaduti decenni prima. Forse questo era così anche per il ruolo che ricopriva, ché in quanto giornalista si doveva occupare di fatti di cronaca contemporanei alla stesura dell'articolo, e aveva quindi poco a che fare con il passato. Lei, insomma, era convinta che il futuro fosse oggi, e di tutto il resto se ne infischiava.
    Finalmente fu alla fine rasserenata di aver ricevuto cure sufficienti ed adeguate, motivo per cui non sarebbe servito altro che un po' di riposo per tornare a lavorare.

    Mi piace pensare di essere sempre come nuova, signor Bulstrode.

    Ardita e sfacciata, non era affatto raro che Donna lasciasse, quasi involontariamente, trapelare tutto il suo ego. Ma bastava guardare il modo in cui si mostrava per comprendere che il suo corpo fosse fatto al novanta per cento di sicurezza in sé stessa, e non era infatti una cosa che credeva fosse fondamentale mantenere nascosta. Anche perché non stava affatto mentendo secondo il suo punto di vista: lei si sentiva sempre la versione migliore di sé stessa, in continuo sviluppo e sempre in perfetta forma.
    C'era una cosa però, un'ultima cosa, che era doveroso dicesse alla luce di quanto era accaduto.

    La ringrazio per l'aiuto.

    Concluse, per porre definitivamente un punto a quella conversazione, ché era certa che Kester avesse molti altri feriti - o pazienti in generale - da assistere. Ma non si pentiva di avergli rubato quel tempo, ché la conversazione era stata assolutamente degna della sua più totale attenzione.
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    Sala Ostara



    Che Lulu lo avesse detto solo per retorica o se invece lo pensasse davvero, a Donna bastava averla sentita parlare del suo talento indiscusso. Che ci fosse qualcosa di diverso tra la Mason e tutte le altre giornaliste era indubbio, visti i risultati ottenuti, ma non si aspettava di certo che anche sua cugina ne facesse accenno in modo così esplicito, non avendo da lei mai ricevuto complimenti ma solo battute al veleno - cosa che avrebbe allo stesso modo potuto dire anche l'altra. Non riprese però la sua arringa, secondo cui qualunque fosse stata la sua scollatura non sarebbe mai cambiato il pensiero che i suoi lettori avrebbero avuto di lei, anche se doveva ammettere che la società non affibbiava appellativi gradevoli alle donne che osavano essere fiere del proprio corpo, oltre che del proprio cervello.
    Lasciò quindi cadere nel vuoto quel discorso, portandosi alle labbra il calice di cristallo e attendendo che fosse l'altra a dire qualcosa. Ma quando lo fece, si rese conto di non essere più lei la sua persona d'interesse: Lulu se l'era infatti quasi presa con un volto noto della società magica inglese, Lavinia Withlock, con cui aveva provato a salvare le apparenze.

    Non mi sembrava preoccupata, Lulu.
    Se potete scusarmi.


    Salutò entrambe tentando di mettere in ridicolo la cugina di fronte alla Pozionista, alzando poi il calice verso Lulu a mo' di ironico brindisi in sua salute.
    Non aveva intenzione di lasciare quella stanza, ma solo di approfondire la sua rete di contatti con altri maghi e streghe che potessero esserle più utili: c'erano moltissime persone e altrettanti volti noti, sarebbe stato un peccato non approfittarne. Si diresse, quindi in direzione di uno di essi, ma venne fermata dalla figura di Callidus Rothschield, che finalmente si fece vivo un'altra volta davanti ai suoi ospiti. Donna gli si avvicinò quanto più possibile, speranzosa di poterci scambiare qualche parola, ma quando capì che la presenza dell'uomo non era di semplice cortesia e che era un discorso quello che avrebbe presto ascoltato, si arrestò mischiandosi agli altri e tenendo le orecchie ben aperte.
    Non fece nemmeno in tempo a parlare, però, che il suo intervento venne barbaramente interrotto da alcuni ribelli nella folla, che lanciarono incantesimi seminando il caos.

    Expelliarmus!

    Mosse la bacchetta contro il braccio che si era levato, tentando di disarmarlo. Non tanto perché le interessasse davvero partecipare allo scontro, ma perché c'erano così tante persone che un gesto simile non sarebbe di sicuro potuto passare inosservato - né ai loro occhi né a quelli di Wig e Callidus.
  9. .
    Voluntas
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    Oh, Lulu non avevo capito stessi parlando del mio seno, io mi riferivo al vestito.

    In realtà aveva perfettamente capito che, quando le aveva offerto il suo scialle per coprirsi, stava in realtà facendole notare che secondo lei la sua scollatura era un po' eccessiva, ma il solo modo per farle capire quanto assurdo fosse ciò che aveva detto era fingere di non poter nemmeno concepire un discorso di quel tipo, specie se fatto da un'altra donna.

    Non ti facevo così bigotta! Spero proprio di poter mostrare il mio corpo quanto voglio.
    E sono certa che chiunque mi conosca non metta in dubbio il mio cervello a prescindere dalla mia scollatura.


    Non c'era astio o rancore nella sua voce, ché quella non era la prima volta in cui Lulu diceva qualcosa che non le piaceva, ma soltanto serietà: stava esprimendo un concetto a suo modo di vedere sacrosanto e che la toccava in prima persona. Un anno prima aveva scritto un editoriale sulle difficoltà di essere una donna nel mondo del lavoro, e spesso queste nascevano proprio dalla concezione che si aveva del genere femminile; non era visto di buon grado prepararsi e curare con minuzia il proprio aspetto, né mettere in mostra il proprio corpo, o ancora parlare di soldi e di ambizioni nella carriera. Donna come obiettivo aveva proprio quello di maledire ciascuno di questi limiti, ché lei si sentiva rappresentante delle sconfinate possibilità che le donne potevano avere. Aveva dimostrato già a sufficienza di avere sia corpo che cervello, e non era certo esibendone uno che sminuiva l'altro - anche perché altrimenti non sarebbe stata già promossa a Redattrice.
    Alle parole sull'offerta di lavoro, Donna avrebbe tanto voluto ironizzare sul fatto che il suo locale fosse fallito ancora prima di essere stato aperto; o l'avrebbe spinta, giusto per provocarla, ad accettare quell'offerta, dicendole che non ne sarebbe mai arrivata una migliore da nessuno. Ma qualcosa le diceva che dietro quella proposta di lavoro ci fosse qualcos'altro che, in quel momento, lei riusciva soltanto a fiutare, e si limitò quindi a lanciarle un'occhiata incuriosita, sorridendo sotto i baffi.

    Grazie, Cugina.

    Prese il calice di cristallo che l'altra le porse, portandone il bordo alle labbra e bevendone non più di un sorso. Si guardò un secondo in giro: sì, era una serata piacevole dopotutto.
    Tornò allora sul discorso lasciato sospeso per qualche momento, in modo tale da riservargli la giusta importanza, ché Donna si doveva confessare effettivamente - e quantomeno - attenta alle parole di sua cugina.

    Un lavoro hai detto? Di che tipo?

    Chiese allora incuriosita, non tanto dal lavoro offerto a Lulu in quanto tale, ma giusto per capire se la questione in cui era stata coinvolta lei poteva in qualche modo centrare con quello a cui l'altra si stava riferendo così fieramente.
    Donna aveva ben immaginato, dopo la conversazione avuta con Wig, che quella creata da Rothschield fosse una rete e non un semplice e singolo amo, quindi ogni opzione era a quel punto plausibile, persino che l'uomo avesse visto qualcosa nella sua superba e sgraziata cugina.

    Lulu Sparks
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    bad news mcgranitt ;
    Donna: 7
    Maude: 7

    Se presenti:
    FW: Il Giornalista - Livello Facile
    • Premio: 0.5 prestigio e 1.5 PP per post a Donna

    FH: L'Intervistato - Intervistato
    • Premio: 1.5 PP per post a Maude

    Note: //
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    Mentre Maude faceva il nome di Eunjoo Choe, Donna tirò internamente un sospiro di sollievo, ché finalmente conosceva l'identità della ragazza che le aveva scritto quelle lettere su Gideon e sull'articolo che gli aveva dedicato. L'arma che poteva giocare in suo favore era che lei conosceva l'identità della ragazzina, mentre la ragazzina non sapeva che lei conosceva la sua identità.

    Eunjoo Choe. Molto bene.

    Con un sorriso malizioso, si annotò su un post-it il nome di quella ragazza, con cui avrebbe tanto voluto fare qualche chiacchiera quanto prima. C'era molto da dirsi, ma altrettanto tempo per farlo: non aveva fretta, ché i piani migliori erano quelli lasciati a sedimentare per lungo tempo.
    Maude le era stata molto più utile di quanto avesse immaginato, e probabilmente anche di quanto stesse immaginando lei, ché non solo le aveva portato una buona notizia su cui scrivere qualcosa, ma le aveva anche sciolto un dubbio che si portava dietro ormai da diversi mesi.

    Nient'affatto, non devi preoccuparti. E grazie per la collaborazione.

    Ci tenne a rassicurare Maude del fatto che Eunjoo non fosse nei guai e non avesse combinato niente di niente, cosicché fosse certa che non rivelasse a nessuno di quella loro conversazione. L'aveva etichettata come confidenziale, in fin dei conti, quindi perché avrebbe dovuto aprire la bocca in merito? C'era molto altro da raccontare su quella loro conversazione, molto altro e molto più interessante.
    Detto questo, era davvero giunto il momento di congedare la Serpeverde, permettendole di andare ad Hogsmeade con i suoi compagni mentre lei si occupava di rivedere quanto la sua prendi-appunti aveva scritto.

    Allora se non c'è altro dire che possiamo salutarci.

    Si alzò in piedi e strinse la mano della giovane strega, attendendo di vederla uscire dalla porta, che chiuse con uno sventolio di bacchetta, prima di risedersi.
    Era stato un pomeriggio senz'altro fruttuoso, e adesso Donna aveva tante cose su cui riflettere e, soprattutto, da scrivere sulle pagine della Gazzetta del Profeta.

    Role conclusa

  13. .

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    Il rumore dei suoi tacchi a spillo che rimbombava per i corridoi era inconfondibile. Donna era arrivata al San Mungo non appena aveva saputo cosa fosse accaduto, e non vedeva l'ora di entrare e saperne di più, sfoderando tutta la mancanza di discrezione che le apparteneva.
    Indossava un tailleur nero coperto da un cappotto leopardato, e si dirigeva spedita verso il reparto in cui erano stati ricovrati tutti i feriti da Hogwarts. Non le interessava quale idea avrebbe dato ai genitori e agli amici, ché lei aveva un lavoro e amava farlo bene; non si diventava Caporedattrice per nulla, senza buttare giù qualche muro e avendo paura di osare. Donna era ardita, ed era una dote.

    Che tragedia, vi faccio le mie...

    Condoglianze? No, non erano mica morti, soltanto gravemente feriti. E per fortuna che si riuscì a bloccare prima di dire certe macabre castronerie, ché era certa che sarebbe stata mandata fuori dal San Mungo a suon di urla isteriche dei genitori presenti - e non avrebbe nemmeno dato loro torto, qualora avesse davvero detto una cosa simile.
    Lasciò allora che quella frase si perdesse nel nulla, correggendo immediatamente il tiro.

    Mi dispiace molto.

    Di fatto era sincera, ché naturalmente le dispiaceva molto quanto era successo a quei tre poveri ragazzi minorenni: raramente aveva sentito di gesti tanto spietati, quasi disumani, da parte di persone così giovani, specie perpetrati ai danni di compagni con cui condividevano le ore di lezioni e le nottate in dormitorio; cose inaudite, difficili anche solo da immaginare.
    Tuttavia in quel momento le interessava molto anche catturare quella notizia, e quale modo migliore se non prenderla dal disperato punto di vista di genitori in lacrime? Fu proprio a loro infatti che si rivolse, stringendosi nella sua pelliccia leopardata.

    Devono essere tremendi questi momenti di attesa.

    La prendi-appunti fremeva nella borsetta, desiderosa di svolazzare e annotare tutto, ma a Donna non sembrava il caso di mostrarla. Sarebbe stato indelicato, molto più di quanto non fosse già lei di per sé.
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    Molto bene.

    Asserì, dopo aver terminato di sentire le parole che Maude aveva speso per argomentare un'ultima volta la sua tesi. Era stato davvero illuminante sentirla parlare di ciò in cui credeva, e Donna aveva già in mente un paio di cose per cui quelle informazioni non sarebbero state utili, sarebbero state fondamentali. La stampa aveva i suoi tempi, ma era certa che la studentessa non sarebbe rimasta affatto delusa, alla fine.
    Il tempo a loro disposizione era però volto al termine, ché quell'incontro era ormai durato molto più di quanto lei avesse previsto e riferito a chi di dovere; ma ne era valsa assolutamente la pena, su questo non si sentiva di poter dire nulla di diverso.

    Maude, ti ringrazio per essere venuta. Apprezzo la tua determinazione e schiettezza, sono certa che avremo modo di interfacciarci ancora.

    Anche in questo caso Donna aveva in serbo delle sorprese per Maude, ché si era decisamente meritata uno spazio preferenziale per la giornalista e, di conseguenza, anche per la Gazzetta del Profeta. Ma tempo al tempo: avrebbe avuto modo per approfondire anche questa questione.
    C'era però un'ultima cosa su cui avrebbe voluto spendere giusto qualche parola, ché era da un po' che la Mason andava dietro ad un nomignolo interessante e con cui aveva avuto il piacere di confrontarsi diversi mesi prima, ormai.

    Ma prima di lasciarti andare, potresti aiutarmi con una cosa? E' abbastanza confidenziale.

    Premise, cercando di lasciare inteso che quella conversazione sarebbe dovuta rimanere tra loro. Si poteva fidare di Maude? Forse no, ma non c'era altro modo di scoprirlo se non quello di tentare. E che ci provasse a tradirla: conveniva meno all'altra che a lei.

    Mi sai dire niente su una certa Jo? So soltanto essere amica di Gideon Greengrass. Sto seguendo una pista e il tuo aiuto sarebbe davvero prezioso.

    Concluse, speranzosa di riuscire a raggiungere una risposta alle sue domande. E sarebbe stata anche ora, secondo Donna, ché quella questione le aveva fatto perdere già fin troppo tempo.
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    Sala Ostara



    Le conversazioni con sua cugina Lulu erano divertenti e sfiancanti nello stesso momento: non riuscivano a stare nella stessa stanza senza attirarsi l'una all'altra, e nell'istante in cui entravano in contatto iniziava il conto alla rovescia di una bomba ad orologeria. Quando esplodeva i danni erano disastrosi, ma le due erano entrambe brave a fare in modo che ciò non accadesse, limitandosi a battute al veleno e sguardi provocatori.

    Coprire? E perché mai dovrei coprire una tale meraviglia?

    E con "tale meraviglia" non si riferiva soltanto al pregiato vestito che aveva addosso, che in effetti era una meraviglia sotto ogni punto di vista, ma anche al corpo e alle forme che lo indossavano. Al contrario Lulu aveva fatto benissimo ad indossare quello scialle per lo stesso motivo che l'aveva spinta a proporlo a Donna, e infatti le sue di forme erano quasi del tutto coperte, per quanto fosse possibile ovviamente.
    Mentre le rispondeva la osservava incredula, meravigliandosi di come ogni volta in cui parlavano riuscisse ad avere la faccia tosta di paragonarle persino sotto un punto di vista estetico, oltraggio assoluto. Non perché la cantante fosse particolarmente brutta - tutt'altro, aveva i bei tratti delle donne Rockwood, ma non c'era niente a suo modo di vedere che fosse anche solo in lontananza paragonabile a ciò che Madre Natura aveva donato a lei
    Afferrò con grazia il calice che l'elfo le aveva portato, senza degnarlo di un solo sguardo né di una parola di cortesia, ché non le importava davvero del suo benessere ma solo di infastidire l'altra. Si preoccupò solo di mandare giù le bollicine, spostando gli occhi sulla segretaria di Rothschield nel momento in cui la cugina la nominò; pareva, dopo aver esternato velatamente le sue considerazione sull'uomo, che nemmeno con la donna avesse grande affinità, e questo diede qualcosa su cui riflettere alla giornalista.

    E per fortuna. E' lei a catturare il mio interesse tra i due.

    La guardava mentre interagiva con un uomo dall'altra parte della sala, gli occhi a squadrare ogni centimetro del suo corpo basso e spigoloso. Wig aveva interessato Donna dal primo momento in cui l'aveva vista, in primo luogo perché dietro un grande uomo vi era sempre una grande donna, e in secondo perché aveva nell'effettivo dimostrato di esserlo, una grande donna, capace di raggiungere i suoi scopi con i mezzi più subdoli. Ammirevole, soprattutto per chi trovava nei suoi modi di fare dei punti in comune.
    Ma Donna aveva effettivamente avuto modo di interagire con Wig in modo più approfondito qualche giorno dopo la conferenza stampa, in occasione di un invito speciale, ma per quanto ne sapeva lei lo stesso non aveva fatto Lulu. E allora come poteva esprimere un giudizio così deciso? Qualcosa non le tornava.

    Ma tu non sembri pensare altrettanto.
    Come la conosci?


    Domandò innocentemente, portandosi il calice nuovamente alla bocca.

    Lulu Sparks
287 replies since 28/2/2022
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