L'Inganno d'Argento

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  1. Arthur Edward Clifford
     
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    In pochissimo tempo gli furono servite le pietanze richieste, una caratteristica piuttosto comune dei locali magici a cui indubbiamente non avrebbe mai potuto rinunciare. La magia rendeva le cose talmente tanto facili che a volte si chiedeva come facessero i babbani a sopravvivere senza. Era vero, loro avevano la tecnologia che era una buona sostituta, ma non sarebbe mai potuta essere allo stesso livello.
    Era a queste astratte considerazioni personali che pensava mentre prendeva una forchettata di torta di burro, con la tranquillità e la pace che soltanto una nevosa sera di fine anno come quella sapeva dargli. Tranquillità e pace destinate a durare ben poco, ma questo lo avrebbe scoperto a breve.
    Abituato a vivere nell'emergenza e nella tragedia, gli parve di fiutare la catastrofe in arrivo ancora prima che i due individui entrassero nella taverna. E quando accadde, Arthur non poté fare a meno di girarsi di scatto e mettersi in piedi, l'istinto da medimago a prendere il sopravvento sulla fame e su qualsiasi altra cosa.
    Si avvicinò ai due notando che qualcuno era già intervenuto per fermare la perdita di sangue sul braccio di uno di due uomini, e non gli sembrava fossero necessarie altre cure, almeno a primo impatto. Sicuramente un salto al San Mungo avrebbe fatto bene al ferito, ma non era quello il momento per suggerirglielo.

    «Dove sono i vostri amici? Sono feriti?»

    Chiese di rimando, per poi lanciare un'occhiata al resto delle persone che si erano avvicinati alla coppia.

    «Sono un Medimago, posso aiutare. Tu, puoi guidarci fin dove possibile per raggiungere i vostri amici?
    O descriverlo.»


    Chiese allora a quello dei due ragazzi che non era ferito, con fare gentile ma comunque con una certa fretta. Aveva già ricominciato a mettersi addosso il cappotto e ad impugnare la bacchetta in legno di biancospino nella mano destra, pronto a mettere piede fuori dalla taverna seguendo le indicazioni che gli avrebbero dato i due. Non avrebbe permesso a nessuno di farsi male, motivo per cui si sarebbe interessato alle persone che l'avrebbero seguito una volta giunto sul posto. Al momento bisognava capire la gravità della situazione.

    Arthur segue i due, o comunque le loro indicazioni.
     
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    Se il Ministero sperava di pulirsi la coscienza garantendo la presenza di qualche Auror a dare man forte agli Animus durante quella spedizione, allora quello sarebbe stato un motivo in più per avercela con le autorità.
    Aveva sempre rispettato il lavoro degli Auror, ma in quel momento dover avere a che fare con qualcuno a cui piaceva giocare a fare l’eroe era l’ultima cosa che sarebbe stato disposto a tollerare.
    Probabilmente non c’era nessuna presunzione nel tono con cui l’uomo che si era appena presentato come Gauthier aveva precisato di essere un auror, ma l’averlo fatto dopo avergli chiesto di ripetere ciò che Kristofer aveva appena detto, come se ogni informazione dovesse necessariamente passare dalle orecchie degli Auror, lo infastidì.

    Lei non è tipo da locande, eh signor Gauthier? Pare che il Ministero abbia indagato a fondo sulla questione… peccato che le chiacchiere dei locandieri pare siano più utili

    disse con chiaro intento provocatorio abbozzando un sorriso di scherno in direzione dell’auror.
    Non si curò di chiarire il perché avesse nominato i centauri, lasciando che fossero poi le parole di Anthony a giustificare quella che lui aveva suggerito come linea di azione.
    Non si curò neppure del fatto che l’amico e collega avrebbe potuto in qualche modo sentirsi offeso, certo che tuttavia Anthony avrebbe compreso il senso delle sue parole. Piuttosto, si voltò di nuovo verso la foresta addentrandovisi senza perdere altro tempo.

    Attutiti parzialmente dalla neve, e dallo sferzare dell’aria gelida - che Kristofer iniziava a sentire soprattutto sul viso - i passi dell’intero gruppo subirono una brusca, seppur momentanea interruzione, nel momento in cui la scena di un ulteriore delitto si aprì davanti ai loro occhi.
    Due pozze argentee rilucevano alla luce della luna, là dove i corpi inermi di due creature giacevano accasciati sulla neve, l’uno a qualche decina di metri dall’altro.

    Bastardi.

    Quell’unica parola pronunciata a denti stretti racchiudeva tutto ciò che Kristofer pensava su chiunque fosse il responsabile di quello scempio. Perché sì, non poteva che esserci qualcuno dietro quelle uccisioni, qualcuno le cui intenzioni dovevano essere meschine e deplorevoli come poche altre cose al mondo. Che si trattasse di qualche bestia notturna o di qualche predatore, Kristofer lo avrebbe escluso a priori.

    Non degnò di uno sguardo il secondo Auror che, come era ovvio, lasciò a lui e Anthony il compito di analizzare i corpi senza vita delle creature. Annuì invece al collega, avanzando verso la carcassa più lontana. E se fino a quel momento aveva approfittato della luce della luna, che filtrava timidamente attraverso le nuvole e i rami, adesso volle servirsi della bacchetta per poter vedere ancora meglio ciò che stava per analizzare.

    Lumos!

    Chinatosi sulla carcassa, si sfilò uno dei guanti per tastare con le dita nude il sangue argenteo dell’unicorno, per saggiarne anche con la lingua la temperatura, studiando poi l’entità delle ferite per cercare di capirne l’origine. Da quanto tempo erano morte quelle due creature? Se i corpi, e il sangue, erano ancora caldi, forse il responsabile era ancora nei paraggi. Che avesse lasciato qualche traccia? Una pista da seguire?

    Per il momento niente riscaldamenti.
    Post 1/5 prima del malus

    Kristofer è nel quadrante 3, analizza le ferite dell’unicorno morto facendosi luce con la bacchetta e cerca eventuali tracce che conducano all’aggressore.

    Parametri Magici
    Acume 10
    Empatia 20
    Percezione 7
    Potenza 12
    Tecnica 13
    Volontà 13

    Parametri Fisici
    Destrezza 8
    Fatica 12 -0.5
    Resistenza 18
    Salute 12
     
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    L'ostilità nella risposta dell'Animus non aveva una spiegazione più immediata di altre ma, al tempo stesso, a nessuno era richiesto davvero di averne una pronta. Non era una missione di fratellanza tra maghi e a nessuno, né a Londra né in alcun palazzo del potere, sarebbe importato quante amicizie fossero sorte sotto la neve tra un anno e l'altro. Erano chiamati a un compito di pubblica utilità, per quanto con tempistiche opinabili e sotto pressioni di natura più politica che d'ideali - questo poteva anche esser definito evidente - e nient'altro.
    L'Auror fu più sorpreso che piccato, in un primo momento, ma anche senza una precisazione più di forma che di sostanza, l'informazione centrale era già in suo possesso. Specie dopo il chiarimento dell'altro esperto di creature, nella cui magia nel mentre Gaspard aveva anche trovato riparo dal gelo.

    Sarebbe un mondo assai più giusto, se solo le malefatte venissero a galla tutte nei nostri uffici.

    Commentò, quasi distrattamente, ma ben attento a rivolgersi direttamente all'uomo. Avrebbe concesso tutto, meno che l'arroganza verso le istituzioni, che lui quella notte rappresentava ancor più del magizoologo incaricato. Ma, per il momento, tenne per sé quell'ultima considerazione.
    Sospirò, infastidito per davvero, dopo aver elaborato un pensiero oltre lo stupore, e con un occhio sempre vigile sull'uomo sgarbato si diresse non troppo lontano da lì. Il collega Barker e l'altro Animus si erano dedicati a una veloce indagine delle zone circostanti, mantenendosi in qualche modo vicini, e Gaspard non fu da meno. In un punto quasi a metà tra le due carcasse, gli alberi della foresta si affacciavano su quel piccolo spiazzo, stagliandosi come mura di cinta per una cittadella fitta d'alberi persa nelle tenebre della notte.

    Lumos.

    Aveva pensato a un incanto più potente, per un istante, ma la veemenza di un Maxima poteva essere complessa da gestire, se non controproducente. Ombre durissime si sarebbero stagliate nella neve, e i dintorni troppo candidi avrebbero accecato gli altri del gruppo, magari verso direzioni in cui avrebbero scrutato volentieri alla ricerca del più piccolo dettaglio.
    Sotto la luce fioca, la neve riluceva come cristallo solo per i suoi occhi, e dove sulle cortecce Gaspard scorgeva lo stesso effetto, riconosceva un rivolo d'acqua imprigionato in una vena di ghiaccio. Ma il suo sguardo cercava insistentemente qualcosa d'altro, un colore, un segno, una virgola d'originalità in un mare di bianco neve e di nero notte.
    A quella distanza dall'Aerem del secondo magizoologo, tuttavia, il rischio era di patire il freddo da cui sino a quel momento si era riparato. Ma, per una breve ricerca, Gaspard lo ritenne un prezzo tollerabile da pagare.

    Gaspard usa Lumos e si guarda intorno nel quadro 2.
     
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    Foresta di Hogsmeade



    Il delitto macchiava troppo più scuro della neve. Nonostante la notte, il gelo e la soffice coltre candida che ricopriva il suolo a perdita d'occhio, anche nel sottobosco più riparato dalle fronde degli alberi, ma non dal vento più insidioso, le tracce di ciò che era accaduto in quella zona erano ancora visibili. Anche se era stato necessario un occhio più attento, un Lumos provvidenziale e l'esperienza di tanti anni di studio e lavoro, ciascuno nel proprio campo.

    Anthony White non aveva risparmiato nulla delle sue conoscenze. Il suo incantesimo di Magia Arcaica, adoperato alla perfezione, aveva illuminato d'oro un cerchio attorno a lui, mentre la polvere aurea si mischiava alla neve. Ma se il velo dell'incantesimo avrebbe dovuto rivelare qualcosa, allora nulla che potesse essere rivelato era lì: attorno al Magizoologo, in un passato recente, non c'era alcuna traccia sensibile di attività magica. A suo modo, era stato comunque rivelatore. Quanto al povero unicorno, la sua carcassa non presentava in apparenza alcun segno particolare, finché l'esperto non poté notare, più vicino, che alcune ciocche di crini sembravano recise di netto e coperte con delle altre intatte.

    Augustus Barker, che si era avvicinato alla foresta poco più in là di Anthony, con l'ausilio dell'incantesimo luminoso riuscì a svelare diverse macchie e gocce di sangue che partivano dall’unicorno morto e si allontanavano per metri nella direzione degli alberi, lasciando traccia di un qualche movimento. Appena accennate e rivelate da un'ombra tenue, delle impronte accompagnavano i resti argentei nella stessa direzione.

    Gaspard Gauthier si era invece diretto verso gli alberi tra le due carcasse, idealmente. Anche l'Auror francese si avvalse di un Lumos che, rifrangendosi sulla neve, svelò due file di impronte. Ma nessuno di loro poteva averle lasciate, giacché si erano riuniti più indietro ed era la prima volta che si inoltravano sino a quel punto. Qualcun altro, o qualcos'altro, era passato di lì.

    Kristofer Gaarder si avvicinò alla seconda carcassa con l'intento di farne una prima osservazione di massima. L'unicorno era ormai deceduto e nulla sembrava indicare altro che l'uccisione della bestia, finché non notò qualcosa di particolare riguardo al corno. Assolutamente normale allì'apparenza, il Magizoologo poté invece notare come presentasse una sorta di incavo dalla superficie irregolare nei pressi della punta. Il corno, normalmente liscio, era ruvido e polveroso al tatto, in quella zona. Non sembrava scheggiato, come dallo scontro con una roccia o con un predatore, ma vittima di un'imperfezione poco naturale.

    I Tre Manici di Scopa



    L'ultima sera dell'anno, ai Tre Manici, si era caricata di tensione dall'ingresso dei due avventori. Spaventati e feriti, avevano attirato le attenzioni di molti dei presenti.

    Stavamo osservando il cielo, e poi... urla... incantesimi..
    Lui si è tagliato così... un Diffindo, credo....


    L'occhio clinico di Arthur Edward Clifford, non appena ebbe un istante di attenzione in più per osservare il ferito, gli comunicò una diagnosi quasi preoccupante: l'uomo, oltre alla ferita al braccio, sembrava pallido e la fronte riluceva di sudore, eppure tremava di freddo. Lo stesso infortunio, poi, a un'occhiata più attenta aveva i contorni di uno squarcio, più che di un taglio netto procurato da un incantesimo preciso come il Diffindo. Ma non poté studiarlo più di un istante, che il Ferula del locandiere avvolse stretta la ferita, nascondendola.

    Quel che poté notare Elijah S. Braxton, invece, era così specifico che pochi avrebbero fatto caso con la stessa prontezza a un tale dettaglio. L'uomo che accompagnava il ferito, aveva al collo un laccio a cui era appeso una sorta di talismano solo all'apparenza tribale. Le zanne che pendevano dalla corda, avevano un aspetto istintivamente familiare, per l'uomo.

    Ottenuto il permesso di allontanarsi per soccorrere gli avventori, Logan Lee Lynch fu colto da una sorta di immagine improvvisa e sfuggente. Il solo concentrarsi su quella visione inaspettata sembrò averla fatta svanire, ma la sensazione che aveva portato con sé restò abbastanza a lungo da poterla elaborare: i due sconosciuti, fuori dal locale, una mano sulla porta e uno sguardo tra di loro.

    Siamo in cinque.
    Emh, di qua... di qua...


    Lo riportò alla realtà l'uomo, rispondendo alle sue domande.
    Fuori dal locale si gelava, in confronto al tepore dell'interno. I due sconosciuti facevano strada, uno sorreggendo l'altro che arrancava provato, ma proprio in quella direzione fu Mavis Nox a notare un dettaglio insolito: c'era come una chiazza, nel bianco scuro tutto uguale della neve di notte, una macchia insospettabile che, per qualche ragione, aveva attirato la sua attenzione più del resto tutto uguale tutto intorno. Era come se la luce fioca che arrivava fin lì non riuscisse a scappare da lì: quella neve, in quel punto sulla loro strada, sembrava non volere riflessi.

    Scadenza: 15 Gennaio incluso
    Il Narratore fornisce descrizioni di ciò che osservate.
    Potete postare facendo delle supposizioni di cosa sta accadendo e agire di conseguenza.
    In più, in base a dei lanci di dadi (da qui) avete guadagnato la possibilità di ottenere via MP dal Narratore una serie di intuizioni derivate dalle osservazioni fatte ONgame e a cui i vostri PG possono arrivare al di là della comprensione dei player in gioco (es. un medimago capirà l'entità di una ferita al di là del fatto che il player non è un dottore).
    Tuttavia, vi verranno date soltanto se lo desiderate, di modo da concedervi la possibilità di divertirvi a ragionare da soli sui misteri in atto senza alcun genere di suggerimento.

    Numero di suggerimenti guadagnati
    Logan: 1
    Arthur: 3
    Elijah: 3
    Mavis: 1
    Augustus: 2
    Kristofer: 2
    Anthony: 2
    Gaspard: 1

    Potete anche scegliere di avere uno solo o due, nel caso in cui ne abbiate guadagnati più di uno o due. La richiesta va fatta al Narratore via MP o anche in chat private.

    Cosa fare?

    Foresta
    In base alle vostre supposizioni, potrete scegliere come comportarvi, ad esempio confrontandovi fra di voi per cercare di mettere insieme i suggerimenti e provare ad avanzare nella trama.
    Potete anche cercare nuovi indizi nei quadranti rimasti [1-4-7-8]. Potete postare tutte le volte che volete finché non userete magie.
    Avete a disposizione due azioni a testa.

    Tre Manici di Scopa
    In base alle vostre supposizioni, potrete scegliere come comportarvi fra di voi e con i due uomini. Potete postare tutte le volte che volete finché non userete magie/interagite con i PNG.
    Potete anche confrontarvi fra di voi sottovoce per cercare di mettere insieme i vostri suggerimenti e provare ad avanzare nella trama.
    Avete a disposizione due azioni a testa.

    Per tutti quanti, attenzione: quello che fate può determinare il modo in cui si sviluppa la quest.

    Fatica: si recupera 0,5 fatica per ogni post in cui non si lanciano incantesimi
    Anthony: -2,5 (Aerem; appare Vestigium)
    Logan: -0,5 (Ferula)


    Edited by Lulu Sparks - 11/1/2023, 00:00
     
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    [I Tre Manici di Scopa]



    Logan si guardò attorno appena eseguito il Ferula: i due avventori avevano destato l’attenzione dei clienti della locanda, attirando lo sguardo dei presenti. La veggente avvertì la tensione solo in quel momento: i muscoli dell’addome si erano contratti non appena avvertito l’urgenza di soccorrere i due maghi, ma non ci aveva badato più di tanto, fino a quando non si era rilassata appena.
    Ma quella sensazione sparì nell’attimo esatto in cui la sua Vista pose l’attenzione su qualcos’altro. Gli occhi della locandiera si sgranarono appena, rendendo evidente che qualcosa non andava. Il viso era rimasto fisso in avanti, ma lo sguardo era perso altrove.
    Con un sospiro più pesante e una mano tremante, cercò di darsi un contegno, aggiustandosi senza motivo uno dei tanti orecchini pendenti.

    D-d’accordo - rispose, appena in tempo per recepire le informazioni, ma la sua agitazione era papabile.

    Si voltò verso il bancone, dove aveva lasciato il mantello prima del turno. Puntò la bacchetta verso di esso e disse: Accio Mantello!

    Attese che la cappa nera foderata di un viola damascato venne verso di lei e poi si voltò verso Mavis Nox , uno tra quelli che si erano interessati ad aiutare i due uomini, ma anche uno dei pochi volti conosciuti di cui potesse sapere il nome e il cognome. Se c’era qualcuno di cui potersi fidare, in quel momento, era proprio lui.
    Provò ad afferrargli un polso prima di incamminarsi, sfiorandolo leggermente e con delicatezza, così da fargli intendere la necessità e l’urgenza di sussurrare qualcosa al suo orecchio.

    La Vista non inganna, ma più occhi aperti non guastano - esalò piano.

    C’erano anche altre persone nella locanda che erano accorse attorno ai due avventori, quindi Logan si voltò verso di loro.

    Voi avete sentito delle urla? - chiese ai primi, poi tornò a rivolgersi a due. Che cosa dicevano le urla, lo avete sentito?

    Si mise il mantello e seguì i due con cautela, tenendo la bacchetta a portata di mano sotto alla stoffa della cappa, pronta all’uso per la prossima urgenza.

    Accio sul mantello;
    Logan chiede ai due avventori cosa dicevano le urla che hanno sentito;
    si incammina fuori dai Tre Manici.

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    Aiutato dalla luce fioca del suo catalizzatore, Augustus percorse il sentiero innevato con lo sguardo puntato per terra in cerca di tracce di qualsiasi genere, lasciate da chiunque avesse fatto del male alle creature.
    Che fossero state uccise, di fatto, era abbastanza palese: non serviva un Magizoologo per accorgersi che la loro morte fosse tutt'altro che causale o accidentale, e lo dimostrava la chiazza di sangue argenteo che splendeva sotto i volti morti degli unicorni.
    Lo stesso sangue argenteo, in effetti, riluceva in piccole macchioline proprio sulla neve che stava calpestando. Con un'occhiata ancora più attenta, Augustus cercò di capire se quella scia di gocce segnasse un percorso, preparandosi psicologicamente all'idea di poter incontrare il colpevole al suo finire.
    Ma se il punto di partenza di quel sentiero d'argento era chiaro, meno lo era il punto d'arrivo: si interrompeva dal nulla, lasciando Augustus col dubbio che chiunque lo avesse trascinato fin lì si fosse smaterializzato, considerato che la neve avrebbe ormai coperto anche le gocce ancora visibili se fosse stata lei la causa dell'interruzione della scia.
    Si piegò dunque per terra, solleticando con due dita della mano sana il sangue argenteo come in cerca di qualcosa. Ma lui non sapeva nulla delle sue caratteristiche e men che meno di chi lo custodiva; doveva tornare dagli altri e informarli.

    Gocce di sangue di unicorno arrivano fino a quel punto.
    E poi Pouf.


    Disse ad alta voce, richiamando l'attenzione del suo collega e dei due magizoologi.

    Potrebbero essere state lasciate dall'arma usata per ucciderli.

    Un coltello, magari, lasciato sgocciolare per terra prima di sparire fra i sussurri del vento e la coperta di neve.
    Ma perché sparire proprio in quel punto? E perché lasciare tracce così evidenti? Forse Augustus stava attribuendo ai colpevoli più intelligenza di quanta ne avessero in realtà.
    Alzò dunque la voce perché sia il rosso che il locandiere potessero sentirlo, mentre lui si avvicinava ad un'altra porzione di foresta nel tentativo di scorgere ulteriori tracce.

    Voi due.
    Cosa potete dirci sugli unicorni?


    Augustus cerca indizi nel quadrante 1.
     
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    Il sangue d'unicorno si presentava sotto forma di un liquido argenteo, viscoso come il sangue di qualunque altra creatura vivente, eppure dai riflessi così nobili da renderlo prezioso per natura. In quegli attimi di silenziosa ricerca, Gaspard si trovò a ragionare dell'ironia della sorte: in un mondo caduto improvvisamente nel caos, erano occhi alla ricerca di tracce d'argento, immerse nel bianco, nel buio della notte. Neppure un mago poteva essere tanto attrezzato da vincere una simile assurdità.
    Ma delle creature si occupavano altri, più esperti di lui che invece si era fatto sul campo di battaglia, alle calcagna di maghi oscuri. Creature assai più pericolose e di gran lunga meno nobili. Il suo Lumos aprì una piccola sfera di luce attorno alla bacchetta, schiarendo i dettagli nascosti e accentuando quelli già in vista. Ma qualcosa notò presto l'Auror: aveva il colore dell'ombra e la forma di un'orma. Più di una, in realtà. Fu in quel momento che udì Augustus Barker richiamare l'attenzione di tutti, e si voltò in sua direzione solo per lanciargli un'occhiataccia giudicante, per poi tornare attento sulle sue orme.

    Barker.

    Un ginocchio piantato nella neve, il braccio mancino armato di bacchetta si muoveva lento avanti e indietro, e poi come un arco da sinistra a destra, alla ricerca del dettaglio più piccolo, la testa protesa in avanti, quasi appesa fuori dal mantello come una marionetta coi fili un po' laschi.
    Fu lui, invece, a richiamare il suo collega a voce ben più contenuta, perché fosse quello a raggiungerlo e non il contrario. Del sangue potevano occuparsi i magizoologi, per gli uomini c'erano gli Auror.

    Ci sono due file di impronte.

    Scavate nel manto nevoso, erano inequivocabili per fattezze, posizione e numero. Si muovevano parallele, non eccessivamente distanti. Due file potevano significare una creatura con quattro scarpe o due creature con due scarpe ciascuna: per semplicità, fu più ragionevole pensare a due umani.

    Siamo arrivati dalla parte opposta, non sono nostre.

    Si voltò intorno, cercando anche gli altri due del gruppo, per esser certo che l'avessero sentito e, nel caso, per ascoltare i loro rapporti.

    Quanto potrebbe essere passato?

    S'alzò in piedi, tenendo la bacchetta ben puntata davanti a sé, fin dove la luce fioca del Lumos veniva sopraffatta dalla notte. Domandare era l'ingrediente principe di un'indagine e il solo sospetto della risposta lo mise in guardia. Una delle possibilità implicava che presto avrebbe dovuto disfarsi dell'incantesimo luminoso.

    Abbassate la voce.

    Sussurrò severo.
     
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    Festa, risa, alcol e urla di gioia. Erano queste le prerogative di una notte di Capodanno che potesse rispettarsi, ed erano queste per tutti coloro che a quel giorno tenevano. Persino Elijah, che non riusciva a rivedere nei suoi trentuno di dicembre quelle parole, ne era perfettamente consapevole, ma si sentiva in qualche modo esonerato dal doverle vivere per forza.
    Ad attendere lui e un altro gruppetto di persone vi era invece un clima decisamente più rigido e teso, e non si parla di temperatura o meteo. Quando gli sconosciuti irruppero prese il necessario per coprirsi e osservò attentamente i due uomini, che spiegavano loro cosa fosse successo. In modo sommario e molto superficiale, in realtà.
    Elijah già di suo faticava a dare fiducia alle persone, e se queste parevano non darne a lui la questione peggiorava ancora di più. Non ne capiva il motivo, ma qualcosa in ciò che avevano detto e nel loro modo di essersi presentati lì gli faceva pensare che ci fosse dell'altro.
    Si focalizzò così su entrambi loro, partendo dall'uomo che accompagnava quello ferito. Lo ispezionò da cima a piedi, e immediatamente il suo occhio riuscì a notare qualcosa che per istinto gli sembrò essere familiare: al collo portava un ciondolo con una zanna attaccata, che lo aiutò a capire che forse condividevano qualcosa. Se la sua intuizione era corretta, allora Elijah si trovava per la prima volta di fronte ad un altro Licantropo. Oltre all'istinto, dovette però seguire anche la ragione, e comprendere che non era legale trafugare e indossare parti di creature, cosa che lo fece allarmare ancora di più.

    Interessante, quella.

    Con voce bassa, Elijah si riferì direttamente all'uomo che stava accompagnando il ferito. Era serio in volto tanto quanto nelle parole, e questo fu un dettaglio che, volendo, anche l'altro avrebbe facilmente potuto notare. Nonostante questo, tentò di non essere scortese.
    Accompagnò la voce con un gesto della mano, che andò così ad indicare con chiarezza la collana che portava al collo, su cui i suoi occhi si erano posati ben più di una volta da quando l'aveva notata.

    Che significato ha?

    Voleva testare la limpidezza dell'uomo, perché in tutta quella faccenda continuava a sentire un forte odore di bruciato. Non si aspettava che gridasse ai quattro venti della sua natura di Lupo Mannaro, sempre che l'intuizione del Braxton fosse corretta, ma c'era ben più di una campanella d'allarme in quel ciondolo.
    Forse era lui ad essere paranoico, ma Elijah non credeva al caso e alle coincidenze, motivo per cui non si fidava affatto; e non si riferiva solo ai due estranei, ma anche a quelli che come lui erano corsi in loro aiuto.

    Elijah chiede all'uomo approfondimenti sul ciondolo che porta al collo.
     
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    Kristofer si limitò a grugnire in risposta al commento di Gauthier, concentrandosi sul suo lavoro: avrebbe volentieri ribattuto, anche solo per non lasciare a un uomo del ministero l'ultima parola, ma sapeva che inasprire i toni e generare contrasti non avrebbe giovato al lavoro di squadra che loro malgrado erano tenuti a svolgere.
    Chino sul cadavere del povero unicorno, osservò attentamente le ferite, tentando di capire in che modo fossero state causate, senza tuttavia trovare risposta a quel quesito, né tracce che potessero ricondurlo a un potenziale aggressore. Rassegnato, stava per rimettere al caldo la mano nuda intirizzita dal freddo quando un particolare che fino a quel momento gli era sfuggito attirò la sua attenzione: il corno della creatura non era perfettamente integro, ma sembrava scheggiato vicino alla punta. Kristofer fece scorrere pollice, indice e medio sulla superficie liscia del corno, fino ad arrivare all'incavo innaturale che qualcuno doveva aver causato di proposito. Era ruvido, e nel momento in cui l'uomo strofinò il pollice contro le altre due dita sentì che qualcosa di polveroso vi era rimasto attaccato.

    Mmh... che strano... commentò tra sé prima di voltarsi in direzione del collega e alzare la voce in modo che Anthony , e con lui anche gli auror, lo sentissero.

    Ehi Tony. Qui hanno rimosso una parte del corno. Sembra quasi che lo abbiano grattugiato via con qualcosa... Sbaglio o viene usato come ingrediente per pozioni? Anche se non capisco perchè non l'hanno rimosso tutto...

    Cosa alquanto strana, in effetti: se il movente dell'aggressione era stato il prelievo forzato di un bene commerciabile, perchè mai non era stato prelevato l'intero corno?
    Si alzò in piedi, voltandosi in direzione degli alberi tra i quali i due auror stavano cercando eventuali tracce da seguire. Tracce di sangue, diceva uno: che l'aggressore fosse stato poco attento? Due file di impronte, diceva l'altro: che l'aggressore non fosse da solo? A meno che...

    Signor Gauthier, riesce a vedere se si tratta di impronte umane? Ho il sospetto che qualche centauro sia già passato di qui. In ogni caso direi di muoverci e seguire quelle tracce, prima che il vento e la neve le cancellino.

    Avanzò in direzione dell'Auror, addentrandosi tra gli alberi per raggiungerlo e osservare la traccia, mentre finalmente rimetteva il guanto a protezione della mano infreddolita.
    Per la prima volta, da quando quella missione aveva avuto inizio, si soffermò per un lungo momento sul volto scuro e autoritario dell'uomo incrociandone lo sguardo, che alla luce delle bacchette ancora accese intimava con estrema fermezza di non fare rumore.
    E con la stezza fermezza riflessa nel proprio sguardo, Kristofer annuì.

    Post 2/5 prima del malus
    Kristofer raggiunge Gaspard: sospetta che le due file di impronte di cui parla l'Auror siano di un centauro, ma si avvicina per controllare di persona e suggerisce di seguirle.

    Parametri Magici
    Acume 10
    Empatia 20
    Percezione 7
    Potenza 12
    Tecnica 13
    Volontà 13

    Parametri Fisici
    Destrezza 8
    Fatica 12
    Resistenza 18
    Salute 12
     
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    Quando Mavis aveva varcato la soglia dei Tre Manici, mai avrebbe pensato di ritrovarsi catapultato in una situazione simile, a tratti anche inquietante. L’irruzione dei due sconosciuti all’interno del locale, uno dei quali vistosamente ferito, aveva interrotto le chiacchiere amichevoli scambiate con Elijah. Dettaglio che in una prima battuta indispettì il trasfiguratore. Nell’irlandese, però, prevalse poi lo spirito di collaborazione nei confronti dei due spaventati avventori, anche perché lo stesso Elijah e Logan si erano mobilitati per aiutarli.

    Nox prese al volo la propria giacca e la indossò in fretta e furia, senza badare troppo a eventuali antiestetiche pieghe di maniche e colletto, per poi affrettarsi verso l’esterno del locale. Il freddo era pungente. L’ex Corvonero si guardò attorno cercando di capire cosa potesse essere accaduto e, mentre gli occhi erano impegnati a osservare l’area limitrofa al locale, le orecchie prestavano attenzione a ciò che veniva detto. Le parole erano confuse.

    CITAZIONE
    Stavamo osservando il cielo, e poi... urla... incantesimi..
    Lui si è tagliato così... un Diffindo, credo....

    Mavis osservò il ferito, conscio di non avere particolari competenze nel valutare la ferita. Evitò quindi di avvicinarsi più del dovuto, onde evitare d’essere di intralcio a chi, magari, sarebbe stato in grado di fornire un supporto decisamente più valido. A distogliere il ragazzo dai suoi pensieri, sino a quel momento piuttosto nebulosi rispetto all’accaduto e tali da non consentire l’elaborazione di una supposizione, fu Logan. Lo fece in maniera discreta, avvicinandosi quasi di soppiatto e sussurrandogli di prestare attenzione. Mavis rispose affermativamente con un cenno della testa. La locandiera aveva ragione. Lì fuori qualcuno o qualcosa aveva ferito quell’uomo.

    Il trasfiguratore, in maniera quasi involontaria, estrasse la bacchetta. Mentre compiva questo gesto, la sua attenzione venne catturata da un’insolita chiazza tra la neve. Una superficie che pareva non riflettere alcunché, come se fosse un corpo estraneo nel bel mezzo di quell’infinito biancore e pallore creato dalle abbondanti nevicate dei giorni precedenti. Si avvicinò ad Elijah e Logan.

    C’è qualcosa di strano qui…

    Disse loro con un tono della voce basso, cercando di non farsi sentire da altri.

    Lì c’è un’area in cui la neve è… diversa. Venite a vedere.

    Aggiunse avvicinandosi al punto che aveva indicato con il dito indice.

    Lumos.

    Lanciò quindi l’incantesimo avvicinandosi alla chiazza per provare a vedere se la luce sarebbe stata riflessa o meno.


    Mavis usa Lumos per vedere se la chiazza riflette o meno la luce. Fa notare la strana superficie a Elijah S. Braxton e Logan Lee Lynch
     
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    Il manto di neve che ricopriva tutta la foresta, dal terreno fino alla cima più alta degli alberi lì intorno, non era bastato per celare i crimini imperdonabili che si erano verificati da quelle parti.
    Quando finì di compiere la rotazione su sé stesso, Anthony ebbe modo di capire dai risultati del suo incantesimo, che nell’area intorno al cadavere di unicorno non vi era alcuna traccia di attività magica. Non di recente, almeno. Questo poteva considerarsi già di per sé un primo passo nell’indagine, anche se non poté nascondere una piccola nota di delusione sul volto quando la polvere dorata fuoriuscita dalla sua bacchetta si dissolse nella neve senza produrre alcun risultato.

    Nessuna traccia di attività magica. Sembra che non sia stato fatto uso di magia per abbattere questo esemplare.

    Comunicò agli altri presenti dopo aver ascoltato anche il risultato delle loro indagini, rispondendo alla domanda dell’Auror che, a giudicare dal modo in cui si era rivolto loro, poteva essere una persona piuttosto diretta o con dei complessi di inferiorità.
    Anthony si chinò verso la povera creatura, cercando questa volta di aiutarsi con la sola vista per scorgere qualche particolare, o almeno individuare le cause della morte.
    Il corpo dell’Unicorno si presentava intatto, non vi era alcun segno del prezioso liquido argenteo – il suo sangue – né di ferite particolari, che esse potessero situarsi sul dorso o sul ventre. Gli occhi, vitrei, non avevano niente da comunicare, spenti e privi di vita. Gli occhi dell’uomo ripercorsero la testa dell’Unicorno fino a soffermarsi sui crini, un tempo lucenti, e ora privi di qualsiasi luce.
    Un’espressione stranita cominciò a prendere forma sul suo volto quando prima con la vita, poi col tatto, il Locandiere poté constatare che quei crini non erano veri.

    I crini sono stati prelevati e sostituiti con dei falsi. C’è un taglio netto alla loro base. Potrebbe trattarsi di bracconieri.

    E sembravano pure bravi nel loro lavoro, considerando la meticolosa cura con cui avevano sostituito i crini. Le affermazioni di Kristofer non fecero che confermare i suoi sospetti, e un pensiero terribile si fece strada nella sua mente, un’ipotesi che avrebbe voluto scartare ma che era inevitabile da considerare, dati i fatti.

    La stessa sorte sarà toccata al corno e al… sangue...

    Trasse un profondo sospiro, rimettendosi nuovamente in piedi e stringendo la bacchetta nella mano destra. Il sangue di Unicorno era una tra le sostanze più pure e preziose che si potessero reperire in natura. Un suo qualsiasi impiego era impensabile, e alla sola idea rabbrividì. Aveva sentito parlare di Centauri, non di bracconieri. Qualunque cosa fosse successa, il mistero si infittiva.
    Così, mentre gli altri continuavano le loro indagini, Anthony abbandonò per il momento la carcassa del povero Unicorno, dirigendosi questa volta verso il sottobosco, chiedendosi se potesse trovare qualcos’altro di interessante.

    Anthony comunica le sue scoperte e supposizioni agli altri e indaga nel quadrante n°7.
    Aerem: post 2 su 6

    Parametri Magici:
    Acume 14
    Empatia 18
    Percezione 21
    Potenza 11
    Tecnica 4
    Volontà 14

    Parametri Fisici:
    Destrezza 16
    Fatica 12 -2.5 +0.5 = 10
    Resistenza 10
    Salute 12
     
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  12. Arthur Edward Clifford
     
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    Osservava con aria seria i due che avevano fatto irruzione nella locanda, ascoltando le loro parole mentre cercava di farsi distrarre il meno possibile da altri poco utili dettagli che potevano trovarsi intorno a lui. Era già pronto ad uscire alla ricerca delle persone di cui loro parlavano, ma le parole che stava ascoltando lo costrinsero a fermarsi e a voler analizzare meglio ciò che aveva davanti.
    Il racconto del ragazzo che parlava non sembrava troppo convincente, lui stesso non dava l'idea di essere particolarmente convinto nel narrare quanto appena accaduto. Fatto che costrinse il Medimago ad alzare un sopracciglio e guardare con aria indagatoria nella loro direzione.

    «C'è qualcosa che non va in questa ferita.»

    Disse nell'attimo in cui questa venne coperta dalle bende evocate da Logan, consapevole del fatto che se ne sarebbe occupato anche lui a breve, visto che era il suo mestiere.
    Allo stesso tempo, si rivolse alle persone che aveva vicino abbassando appena il tono della voce, così da cercare di non farsi udire dagli altri due.

    «Ed anche nel loro racconto. »

    Riconosceva i sintomi di un'infezione in corso, motivo per cui avrebbe dovuto agire prima che fosse troppo tardi.
    Non fece in tempo a muoversi prima di vedere i due uscire di nuovo dalla locanda però, motivo per cui li seguì tutto il gruppetto ed in particolare il ragazzo che aveva appena utilizzato la bacchetta per fare luce. Non prima di essersi rimesso addosso la sua pesante sciarpa ed il capellino, che non aveva intenzione di prendersi un malanno.
    Restava però accanto al tipo ferito, tenendo continuamente d'occhio le sue condizioni, fin quando non si fermarono per poter prestare le giuste cure.

    «Signore, sono un Medimago. Mi chiami pure Dottor Clifford, vorrei dare un'occhiata alla ferita. »

    Se l'uomo gliel'avesse concesso, avrebbe impugnato la bacchetta e avrebbe provveduto a dismettere la fasciatura provvisoria fatta poco prima da Logan. A quel punto, capire che non si trattava di una ferita da Diffindo sarebbe stato un gioco da ragazzi.

    «Siete proprio sicuri che sia stato un Diffindo a fare questo?»

    Chiese però, per avere una conferma dai due. Ne era abbastanza certo in realtà, ma aveva bisogno di capire a che gioco stessero giocando.

    «Tergeo.»

    Avrebbe poi pronunciato puntando poi la bacchetta in direzione della ferita, così da ripulirla il più possibile da qualsiasi tipo di sporcizia. In quel modo poteva rallentare la diffusione dell'infezione, poi avrebbe pensato anche a quest'ultima. Prima doveva occuparsi di quella ferita, anche perchè per avere quante più informazioni possibili dai due non poteva permettersi che quello ferito perdesse i sensi.

    «Vulnera Sanetur.»

    Dopo essersi assicurato la riuscita di tutti i passaggi precedenti, si sarebbe occupato di richiudere la ferita per evitare che continuasse a sanguinare.

    Arthur ascolta tutto quello che succede intorno a lui e segue il gruppetto fuori, poi prova a curare la ferita del tipo. Ho usato due incantesimi perché il Tergeo è autoconclusivo, tutto il resto chiaramente non ha esito.
     
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    Foresta di Hogsmeade


    Per gli Auror e i magizoologi impegnati al limitare della foresta di Hogsmeade, la sorte fu benevola a metà. Nello spazio nascosto tra le fronde degli alberi si celavano le avvisaglie di ciò che avrebbe potuto accadere di lì a breve, se solo avessero guardato per tempo dove si trovavano davvero gli indizi più scottanti. Solo la prudenza predicata da Gaspard Gauthier e la fortunosa curiosità di Anthony White riuscirono a evitare conseguenze ancora peggiori. Ma al solo magizoologo toccarono riflessi più pronti, nonostante l'attenzione degli altri: quando ai suoi piedi notò impronte di zoccoli fresche, ordinate in file difficili da quantificare dove si perdevano nell'oscurità tra un albero e l'altro, poté riscuotersi di solo istinto e reagire con prontezza. Anche Augustus, poco più in là, notò le stesse impronte ma, non avendo le competenze dei magizoologi, avrebbe faticato a capire a quale specie appartenessero.
    Uno, due, quattro, otto sibili fendettero la notte gelida: con mira infallibile, quattro coppie di dardi si scagliarono veloci come saette contro gli intrusi, una coppia per ciascuno. Nulla di ciò che avevano scoperto sino a quel momento li avrebbe difesi dalla trappola che la foresta aveva tenuto in serbo per loro. Il momento delle deduzioni era stato spazzato via d'improvviso dal tempo della reazione.


    Fuori da I Tre Manici di Scopa


    Forse incantesimi, non me lo ricordo, che diamine.

    Stizzito, uno dei due estranei rispose a Logan Lee Lynch, colpevole di aver fatto una domanda quasi inappropriata.
    L'altro uomo, ferito e soccorso dalle prime cure di Arthur Edward Clifford, era bianco come un cencio, si muoveva a fatica e sembrava tutt'altro che lucido.

    Tr-tribale, amuleto.

    Biascicò in risposta a Elijah S. Braxton, senza riuscire a fissarlo occhi negli occhi. L'incantesimo del medimago aveva riparato gran parte del danno, ma per riprendersi completamente, forse, gli sarebbero servite cure più sistematiche. L'altro uomo, intanto, si rivolse sgarbato anche ad Arthur.

    Che cazzo ne so, si è tagliato. Siamo stati aggrediti, cazzo.

    Fuori dal locale si gelava. Ma non tutta la neve intorno sembrava avere lo stesso aspetto. Se ne avvenne Mavis Nox, guidato dal suo talento con la natura delle cose. Il suo Lumos illuminò la zona, rivelando
    l'inconsistenza di una chiazza estesa e poco distante. Ma che qualcosa di insolito stesse accadendo proprio in quell'istante fu assai più evidente quando due lampi rossi volarono in direzione del trasfiguratore e del veggente, da due direzioni opposte. Logan, in allerta dalle sue visioni, era assai più pronto dell'altro a reagire. Per Mavis, invece, solo una risposta tempestiva l'avrebbe salvato da un colpo difficile da incassare senza conseguenze.

    Eccoli, porca puttana!

    Lo sconosciuto che reggeva il compagno ferito si abbassò di colpo, trascinando con sé l'altro, incapace di difendersi nel suo stato.

    Sono lì, cazzo!

    Con un gesto disperato della mano, indicò ad Arthur e Elijah due punti alle loro spalle, da dove sembravano provenire gli incantesimi che minacciavano Logan e Mavis: erano pronti a sfoderare le bacchette?

    Scadenza turno: 1 Febbraio incluso.
    Si tratta di un turno veloce e transitorio per tutti quanti.
    Tutti avete a disposizione 2 azioni a testa non autoconclusive.

    Animus e Numen
    Le impronte viste da Augustus e Anthony corrispondono a quelle dei centauri, ma soltanto Anthony sa riconoscerle e distinguerle rapidamente da quelle di unicorni o semplici cavalli.
    Pochi istanti dopo, vi piovono addosso 8 frecce, 2 per ogni PG. I magizoologi possono dedurre che si tratti di centauri, anche se non vedete niente.
    Anthony ha visto le tracce, quindi è sul chi va là: può tentare di difendersi non autoconclusivamente entro la scadenza del turno.
    Per gli altri, la velocità e l'improvviso rilascio delle frecce ONGame si traduce OFFGame nei tempi di scrittura: Kristofer, Augustus e Gaspard hanno 48 ore di tempo da questo post per postare un tentativo di difesa non autoconclusivo da entrambe le frecce. Superato questo lasso di tempo, una freccia vi colpisce sicuramente procurandovi una ferita e una perdita di 5 Punti Salute, 1 Resistenza, 2 Destrezza e 1 Fatica: avete ulteriori 24 ore di tempo per un tentativo di difesa non autoconclusivo dalla seconda freccia. Scadute le 72 ore complessive, potete assumere che entrambe le frecce vi hanno colpito procurandovi una ferita più grave e una perdita di 10 Punti Salute, 2 Resistenza, 5 Destrezza e 2 Fatica e procedere ad eventuali tentativi di cura.


    Gaspard postano entro le 48 ore tentando di difendersi, Augustus invece dopo due giorni e mezzo: è stato ferito da una freccia e tenta di difendersi dalla seconda freccia. Kristofer dopo 3 giorni, quindi è stato colpito da entrambe e può solo usare uno dei suoi incantesimi per curarsi.
    Anthony può postare in qualunque momento entro la fine del turno per tentare di difendersi da entrambe le frecce senza altri rischi.


    Il freddo
    Gli incantesimi protettivi evocati in precedenza durano ancora:

    - Kristofer: 8 post (-0,5 fatica)
    - Augustus: 1 post
    - Anthony e Gaspard 4 post (-0,5 fatica Anthony)

    Gli altri
    Logan e Mavis vengono attaccati da due figure nell'ombra e devono difendersi: Logan può farlo entro la fine del turno grazie alla sua alta Percezione che gli concede riflessi migliori; Mavis invece entro 48 ore da questo post, dopo di che sverrà a causa degli effetti dello Stupeficium e chiunque posti dopo di lui potrà affermarlo senza attendere un post del Narratore.
    Elijah e Arthur, invece, sono sotto attacco e possono agire entro la fine del turno.

    Riepilogo Fatica
    Kristofer: -0,5 Fatica
    Anthony: -2 Fatica (recupera 0,5)
    Logan: -0,5 Fatica
    Arthur: -1,5 Fatica


    Edited by Il Narratore • - 30/1/2023, 13:56
     
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    [Fuori da I Tre Manici di Scopa]



    La risposta stizzita fece storcere il naso di Logan. Comprendeva l’urgenza dei due, vista l'emergenza, ma le sue domande erano più che lecite e così anche quelle del resto dell'improvvisata compagnia, anche se improvvisamente l’attenzione della locandiera venne catturata dalle parole del secondo. Non aveva udito bene.

    Che ha detto? - chiese a quello a cui il ferito aveva biascicato qualcosa, ma subito qualcosa scattò nella sua mente.

    Mentre il tizio che le aveva risposto male se la prese anche con il medimago, Logan si accorse che qualcosa non andava: aveva già accolto quella sensazione poco prima di uscire da I Tre Manici di Scopa e ora si stava pian piano consolidando, senza però prendere una vera forma nella sua testa.
    Intanto, la luce evocata dalla bacchetta di Mavis aveva rivelato qualcosa, cioè la loro posizione.

    Spegni quella bacchetta, Mavis! Protego!

    Non c’era mai stata tutta quell’urgenza nella voce di Logan, che si ritrovò a tremare all’idea di uno scontro e pericolo diretto. La locandiera faceva una vita piuttosto tranquilla, specialmente ad Hogsmeade dove aveva deciso di rintanarsi con la madre, ma riconosceva un incantesimo offensivo quando lo vedeva. Forse avrebbero dovuto superare le loro paure nei confronti dei Babbani e tornare a vivere a Bath con i suoi nonni? Di certo lì le cose erano più tranquille di quella sera...
    Sfoderò dunque la bacchetta, puntando in direzione delle figure nell’ombra, cercando di parare il colpo.
    Molti pensieri affollavano poi la mente della veggente: c’erano tante cose che non quadravano e qualcosa non faceva stare tranquilla Logan, che però ancora non ci vedeva chiaro.
    Dovette pensare alla svelta.

    Expelliarmus! - gridò, puntando nella medesima direzione da dove aveva provato a parare il colpo poc’anzi, senza perdere troppo tempo tra un colpo di bacchetta e l’altro.

    Mavis? - chiese poi, assicurandosi che l’altro fosse ancora al suo fianco.

    Logan usa Protego e subito dopo Expelliarmus in direzione delle ombre che li attaccano.

    Parametri Magici
    Acume 12
    Empatia 8
    Percezione 18
    Potenza 11
    Tecnica 14
    Volontà 12

    Parametri Fisici
    Destrezza 17
    Fatica 8 7,5 6
    Resistenza 8
    Salute 17
     
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    Nel silenzio innocente della foresta Anthony si faceva strada nella boscaglia, cercando un qualche indizio che potesse fargli trovare le tracce dei colpevoli di quel crimine. Nel vapore generato dal suo stesso fiato che fuoriusciva dalla bocca, riuscì finalmente a scorgere qualcosa tra i cespugli. Delle impronte molto familiari e che era in grado di riconoscere tra mille. Non solo per le voci che giravano al Paiolo, ma anche e soprattutto per le sue conoscenze in materia. Impronte di zoccoli ben incise sul manto nevoso, dalla forma definita e distinguibile. Erano loro, proprio i Centauri di cui aveva sentito parlare, che pareva fossero stati avvistati proprio in quella foresta. Ma un Centauro non si sarebbe mai sognato di fare del male a un Unicorno: dovevano trovarsi lì per altri motivi, forse come custodi e protettori delle altre Creature, ora che la moria di Unicorni era diventato un vero problema.

    Queste impronte. Sono Centauri.

    Le voci che circolavano erano tutte vere, e avrebbe voluto interrogarli per capire se avessero visto qualcuno, se il colpevole fosse stato ancora nei paraggi, probabilmente avrebbero potuto dare una mano. Ma era risaputo che i Centauri, specie dopo un avvenimento del genere, diffidavano dagli esseri umani. Sebbene quel lavoro di sostituzione dei crini e del corno fosse sicuramente certosino, dubitava fossero loro i diretti responsabili di quella catena di uccisioni. Il mistero si infittiva.
    Non ebbe neanche il tempo di avvisare gli altri che, già con la bacchetta in mano e in guardia da un possibile agguato, un sibilo nell’aria lo fece voltare verso la sorgente di quel suono che anticipava un colpo dritto verso di sé. Il braccio di Anthony si mosse rapido, guidato da buoni riflessi, e le labbra prontamente si schiusero per sussurrare il primo incantesimo di protezione, il più banale, ma il più efficace in un momento concitato come quello dove non vi era tempo per pensare, ma solo tempo per agire.

    Protego!

    Un semplice scudo magico sarebbe bastato a fare il suo dovere per mettersi al sicuro durante l’agguato. Se fosse riuscito nel suo intento, si sarebbe subito nascosto dietro il tronco di un albero, dalla direzione opposta da dove provenivano le frecce, cercando con lo sguardo il resto della squadra ministeriale per assicurarsi che nessuno fosse stato ferito in modo grave. Dopodiché si sarebbe rivolto ai Centauri col giusto approccio. Quegli Animali, perché così avevano chiesto di essere classificati per non essere comparati a Esseri come Vampiri e Megere, possedevano un grande orgoglio, e spesso e volentieri diffidavano dagli esseri umani. Ciò avrebbe potuto spiegare il loro attacco.

    Non siamo noi i responsabili, per favore! Ci manda il Ministero per indagare, vogliamo aiutare!

    Una supplica pietosa, ma che sperava avrebbe funzionato nel modo giusto per far cessare il fuoco ancor prima che quell’atto di sfida si tramutasse presto in un conflitto al quale sicuramente non avrebbe partecipato.

    Non attaccateli.

    Questa volta si rivolse al resto del gruppo: dal momento che non conosceva i due Auror, prevenire era sempre meglio che curare.
    Anthony cerca di proteggersi con Protego e cerca di comunicare coi Centauri che non reputa responsabili per le uccisioni di Unicorni. Intima agli altri di non contrattaccare.

    Aerem: post 3 su 6

    Parametri Magici:
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    Percezione 21
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    Volontà 14

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    Fatica 12 -3 = 9
    Resistenza 10
    Salute 12
     
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45 replies since 17/12/2022, 00:03   1230 views
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