L'Inganno d'Argento

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    L'Inganno d'Argento


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    Foresta di Hogsmeade - 31 Dicembre, 22:00


    Il ruscello non scorreva più da due settimane. Tutta la foresta si era fermata in un'immagine immutabile dopo la prima, copiosa nevicata di stagione. Da allora aveva nevicato ogni notte, con fiocchi abbondanti e fitti, e della miseria che si era consumata nel sottobosco fino a pochi giorni prima erano rimaste visibili poche tracce. Una coltre immacolata aveva assolto lo sconosciuto peccatore, mentre ancora caldo tra l'erba e la neve scorrevano incolpevoli rivoli di sangue color dell'argento.

    La natura selvaggia tra Hogsmeade e Hogwarts era teatro, da mesi ormai, di un macabro mistero: dai primi avvistamenti di unicorni morti ne erano trascorsi tre senza che il Ministero della Magia fosse riuscito a venire a capo della faccenda. A Londra non erano tempi facili: per quanto ogni Dipartimento avesse conservato il suo nome e il suo piano, dal Felix-Gate era come se tutta la macchina si fosse inceppata su quell'unico, gigantesco tarlo che affliggeva il mondo intero. Era come una piaga, una pandemia, capace di balzare in cima a pensieri e priorità e derubricare tutto il resto a secondario: quindi meno attenzione, meno forze profuse, e il fenomeno strisciava impunito.

    Sino a quella notte a cavallo tra un anno e l'altro. Radunati dal Ministero in uno slancio di cura, streghe e maghi selezionati tra Animus e Numen erano al limitare della foresta, il villaggio di Hogsmeade qualche minuto di marcia alle spalle, il gelo fin nelle ossa, l'ultima notte addosso. L'ultimo avvistamento, ventiquattr'ore prima: un cucciolo alle soglie dell'adolescenza, in una radura nella zona ovest della foresta.
    Sembrava infine giunto il tempo di fare i conti con quello che per ogni mago o strega era un gesto forse più oltraggioso che crudele, destinato ad attirare sventura su tutti, colpevoli e innocenti.

    I Tre Manici di Scopa - 31 Dicembre, 22:00


    Non c'era tristezza o solitudine che un boccale di burrobirra non potesse addolcire. Per i più esigenti, anche qualcosa di più fermentato. Per l'ultima notte dell'anno, i Tre Manici era un rifugio per affezionati ma anche per sfortunati o abbandonati, pigri o annoiati. Tra un tavolo ancora umidiccio dal vecchio stregone appena uscito, dopo un bicchiere di troppo puntualmente rovesciato, e una sedia incantata per vagare in giro con fare minaccioso, l'anno andava via accompagnato da qualche fiocco di neve, di là dalle finestre appannate del locale.

    Scadenza: 22 Dicembre incluso
    Benvenuti a "L'Inganno d'Argento"!

    Cornice Foresta
    Questa cornice è riservata ad Animus e Numen iscritti.
    Si gela: per ogni post senza adeguate protezioni, perdete 3 Punti Salute ciascuno.
    Siete stati pre-convocati tempo addietro ma dopo il ritrovamento del giovane unicorno siete stati allertati con effetto immediato.
    Avete 1 Post a testa, in ordine libero.

    Cornice Tre Manici
    Questa cornice è riservata agli altri iscritti.
    Interazioni libere per questo turno.

    Se avete ricevuto indizi, è il momento di mettere a frutto le vostre scoperte!

    Per qualunque dubbio o domanda, CLICK SALVAVITA!
    Buon divertimento!
     
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    Da lì a poche ore sarebbe iniziato un nuovo anno. Formalmente s’intende, almeno secondo il modo di pensare di Mavis. Quel ragazzo tutto raziocinio, infatti, non aveva mai badato più di tanto alle feste comandate, come si suol dire. Anzi, se avesse potuto sarebbe fuggito a gambe levate da esse. C’era solo un’unica eccezione: il Natale. Anche se, va detto, col passare degli anni pure quella festività cominciava ad assumere un ‘sapore’ differente, con un pizzico di malinconia che anno dopo anno la rendeva agrodolce per l’animo dell’ex Corvonero. Natale era ormai passato e a quel punto non mancava che un adempimento: Capodanno. Con una buona dose di misantropia, Mavis aveva tergiversato ad ogni invito ricevuto con un unico scopo, ossia restare da solo e non fare nulla.

    La giornata del 31 era quindi trascorsa placida, senza colpi di scena. In casa Nox, nessun ospite sgradito. Mavis aveva colto l’occasione per dare una rassettata più profonda alla sua modestissima dimora e per rilassarsi senza grossi pensieri per la testa. Al primo buio, con un colpo di bacchetta accese un paio di candele che contribuirono, assieme al caminetto acceso, a rischiarare il salotto. Tra una lettura e l’altra, il tempo passò abbastanza in fretta, ma i piani di Mavis vennero scombussolati da un ospite indesiderato. Non una persona fisica, ma la malinconia. E fu a quel punto che il ragazzo capì di avere bisogno di uscire dalla tana. Si infilò un paio di pantaloni, degli stivaletti felpati all’interno, un maglione a collo alto grigio e una giacca piuttosto pesante. Destinazione: I Tre Manici di Scopa.

    Tre Manici Di Scopa, h 22 circa


    Erano da poco passate le dieci di sera quando Mavis aprì la porta del locale, che si preannunciava come al solito abbastanza rumoroso. Scrutò la stanza passando lo sguardo da destra a sinistra senza trovare, almeno in quel momento, alcun volto amico. Poi si diresse lentamente verso il bancone. Non aveva intenzione di bere chissà quale super alcolico, visto che detestava perdere il senno. Pertanto, si sarebbe accontentato di una consueta e pressoché innocua burrobirra.

    Buonasera e buon anno!

    Esordì col sorriso.

    Se possibile, gradirei una burrobirra appena possibile.
     
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    Aveva da poco terminato il suo turno al Paiolo Magico. Aveva aiutato gli altri suoi colleghi ad allestire il rinomato locale nel cuore di Londra con decorazioni varie per festeggiare la fine dell’anno vecchio e l’inizio di quello nuovo. Per l’occasione erano tutti stati invitati a vestirsi decentemente, con uno smoking di tutto punto preso il giorno stesso da Madama McClan, nel suo caso. Non si sentiva comunque a suo agio in quegli abiti stretti fatti su misura, e nel momento stesso in cui aveva terminato il suo turno di lavoro, cambiò subito abiti con un rapido movimento circolare della bacchetta. Il soprabito si trasformò in un pesante cappotto invernale, che Londra non faceva sconti neanche durante l’ultima notte dell’anno per quanto riguardava il gelo che penetrava fin dentro le ossa. I pantaloni, prima eleganti, adesso si erano trasformati in dei comodi pantaloni in velluto pesante elasticizzato, così da non patire eccessivamente il freddo ma concedersi comunque dei movimenti relativamente ampi. Quando l’aria gelida di Diagon Alley lo avvolse, si sfregò le mani e cercò di riscaldarsele con l’alito della bocca, fallendo miseramente.

    Se qui si gela, non oso immaginare come sarà nella foresta.

    Sarebbe stata una notte di capodanno sicuramente originale per lui e tutti gli altri Animus e Numen chiamati a raccolta dal Ministero della Magia per tentare di fare luce sugli ultimi eventi che avevano interessato la foresta di Hogsmeade. Una moria di Unicorni senza eguali, che aveva messo in cattiva luce la gestione e la cura delle creature che popolavano quella foresta, un tempo immacolata, e ora al centro degli scandali e del vociferare. E quelle voci erano giunte fino alle sue orecchie, ché in un luogo come il Paiolo Magico era facile entrare in possesso di quelle informazioni. Non aveva rivelato a nessuno ciò che aveva appreso di recente, ma sembrava ormai certo che un gruppo di Centauri era stato avvistato nella zona in cui gli Unicorni avevano ingiustamente perso la vita. L’ultima vittima era stata un Unicorno che era entrato da poco nella fase adolescenziale. Creature così pure e innocue che erano state massacrate da chissà quale male. Data la sua passione per le Creature Magiche, dunque, non gli era dispiaciuto rispondere alla richiesta del Ministero. Sperava solo di tornare tutto intero per poter festeggiare il giorno dopo.
    Eseguì dunque un movimento su sé stesso, avendo ben chiara la posizione da raggiungere: Hogsmeade, confini del villaggio, lì dove il sentiero si addentrava tra gli alberi fitti in una sorta di serpentina.

    [Foresta di Hogsmeade]


    Giunto sul posto, un gelo ancor più insopportabile lo avvolse in una frigida morsa che lo avrebbe presto messo fuori gioco, se non fosse corso ai ripari. Per fortuna poteva dirsi già un navigatore nell’Arte Elementale, e non avrebbe avuto problemi a procurarsi un po’ di piacevole calore per sopravvivere in quella notte che si preannunciava ricca di sorprese, non necessariamente piacevoli.
    Raggiunse quello che era il punto di incontro, salutando tutti i presenti sfoggiando il suo miglior sorriso.

    Buonasera. Scaldiamoci un po’, che ne dite?

    Estrasse la bacchetta dal cinturino e la puntò verso di sé, scandendo la formula con chiarezza.

    Aerem.

    La manipolazione degli elementi era qualcosa di estremamente utile, poiché la magia consentiva di plasmarli a proprio piacimento per soddisfare svariati bisogni, da un semplice bicchiere d’acqua al riscaldamento dell’aria circostante per tenersi al caldo.
    Il Narratore
    Anthony usa Aerem con effetto ad area per riscaldare sé stesso e chi gli sta intorno
     
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    [I Tre Manici di Scopa]



    Ai Tre Manici di Scopa si era svolta una bella festa di Halloween e l’umore di Logan era decisamente lievitato, conferendole una certa sicurezza nel fare qualsiasi cosa. Aveva stretto una collaborazione molto importante con Donna Mason, un’abile giornalista con cui aveva legato abbastanza per forza di cose: il contratto tra le due avrebbe sicuramente portato benefici ad entrambe e per la prima volta nella sua giovane vita, Logan vedeva uno spiraglio per il successo, una sorta di rampa di lancio per i suoi sogni.
    Ma dopo Halloween l’atmosfera ad Hogsmeade era tornata in uno stato di quiete, dovuto anche al fatto che nei weekend non si vedevano gli studenti durante le feste natalizie mentre i più grandi preferivano luoghi più movimentati per trascorrere il Natale o l’ultimo dell’anno. Logan era riuscita pure a far mettere il naso fuori di casa a Melvina, sua madre, che aveva sistemato ad un tavolo dove ogni tanto passava lei o Madama Rosmerta per farle compagnia. Ed era una serata così tranquilla che Logan poteva permettersi di perdere due minuti per scambiare qualche chiacchiera con mamma o con altri clienti.
    Nonostante tutto, la locandiera si dava da fare e continuava a spillare burrobirra su richiesta e a versare altri distillati nei bicchieri della rustica locanda, un po’ come faceva tutte le sere e i pomeriggi in cui lavorava.
    Su ordine di Madama Rosmerta, Logan si armò di strofinaccio per andare a pulire il tavolo lasciato in quel momento da un vecchio mago, mentre con la coda dell’occhio notava una sedia vagante che qualcuno doveva aver incantato.

    Ma che...

    Non finì la frase, che dovette infilare nella tasca dei pantaloni lo strofinaccio per prendere la bacchetta e puntarla contro la minacciosa sedia prima che si scagliasse contro un cliente o qualcuno dello staff. Ci mancava solo che qualcuno si facesse male e Logan non lo avrebbe permesso durante le sue ore di servizio, che tra l'altro andavano per concludersi di lì a breve.

    Finite Incantatem!

    Una volta scagliato l'incantesimo contro la sedia, Logan mise di nuovo la bacchetta al suo posto per accogliere Mavis Nox, un'altra conoscenza di quegli ultimi tempi. Con Mavis si erano presentati la stessa sera che Logan aveva avuto modo di venire a sapere anche il nome di uno dei clienti abituali del locale, Kristofer Gaarder, al quale aveva affidato una particolare informazione proprio in quell'occasione.

    Buonasera Mavis, buona fine e buon inizio! Cerchi un tavolo o preferisci il bancone?

    Salutò così il mago e qualsiasi fosse stata la sua scelta, Logan avrebbe dato prima una veloce pulita al tavolo per il quale aveva abbandonato la postazione dei drink su ordine di Madama Rosmerta, così da essere libera di accompagnare Mavis verso la sua nuova meta.
     
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    Quale modo migliore per concludere l’anno

    Sarcastico, Kristofer avanzò di un passo verso il limitare della foresta, fermandosi a scrutare l’oscurità tra gli alberi attraverso l’aria gelida.
    Avvolto com’era in uno dei suoi pesanti cappotti di pellicce, che aveva reso impermeabile con un incantesimo, l’energumeno appariva ancor più imponente, tanto che qualcuno avrebbe potuto scambiarlo per un mezzogigante, a meno di non aver già conosciuto Hagrid, il guardacaccia di Hogwarts. Pesanti stivaloni da boscaiolo e guantoni invernali foderavano i suoi piedi e le sue mani, sebbene il magizoologo preferisse lavorare a mani nude per poter sfruttare anche il senso del tatto qualora ce ne fosse stato bisogno: per il momento e con quelle temperature, comunque, era meglio tenere al caldo tutte le sue estremità.
    L’unica parte a non essere coperta da altro, se non dalla chioma leonina e dalla lunga barba fulva, era la testa. Aveva lasciato il suo colbacco sul tavolino dei Tre Manici di Scopa che aveva occupato per cenare, prima di avvicinarsi al bancone per pagare e chiedere a Logan di riempirgli di Whisky Incendiario la fiaschetta che ora conservava in una tasca del cappotto, precauzione che era solito prendere nel caso avesse bisogno di scaldarsi un po’. Adesso però il freddo iniziava a farsi sentire e l’aver dimenticato il copricapo non giocava certamente a suo favore.

    Impervius!

    Puntando la bacchetta sui propri indumenti, Kristofer rinnovò l’incantesimo impermeabilizzante per evitare che l’umidità della foresta penetrasse nei tessuti congelandoli.

    Finiremo stecchiti come quelle povere bestie. Una genialata organizzare una spedizione in queste condizioni.

    Kristofer era furioso.
    Con il Ministero, per aver atteso il 31 dicembre per chiamare gli Animus direttamente sul campo e non aver invece organizzato un intervento più tempestivo, magari in condizioni meno estreme.
    Con i suoi colleghi magizoologi, perché nessuno aveva ancora scoperto nulla di veramente utile su quell’orribile sterminio di creature innocenti, e probabilmente nessuno aveva ancora indagato a fondo come stavano per fare ora.
    Con sé stesso, perché in effetti neanche lui fino a quel momento aveva mosso un dito, e nonostante fosse stato informato su chi poteva saperne di più aveva perso l’occasione di vederci più chiaro, dimenticandosi tra un lavoro e l’altro, tra un impegno e l’altro, di farsi un giro per la foresta e cercare di scoprire qualcosa.

    Dobbiamo muoverci, le temperature non si alzeranno. Abbiamo due possibilità: partire dal luogo dell’ultimo avvistamento e cercare eventuali tracce, oppure cercare i centauri. Loro sanno qualcosa che noi non sappiamo.

    Voltatosi a guardare i suoi colleghi, Kristofer scrutò i loro volti uno per uno. Non sapeva se fossero tutti lì o se stessero aspettando qualcun altro, ma lui di certo non avrebbe perso tempo.
    Annuì in direzione di Anthony White, il locandiere del Paiolo Magico con cui aveva deciso di condividere il suo più grande sogno. Ci sarebbe stato tempo per sedersi al caldo e discutere del loro progetto comune una volta tornati al villaggio: per il momento si era limitato a salutarlo con una pacca energica sulla spalla e fu uno sguardo compiaciuto quello che gli rivolse nel momento in cui lo vide tentare di scaldare l’aria tutto intorno a loro.

    Il Narratore •
    Kristofer ha con sé una fiaschetta di Whisky Incendiario.
    Ho asserito che se la sia fatta riempire ai Tre Manici di Scopa dopo aver cenato lì, prima della missione, spero non sia un problema. In caso dovessi pagare l’ingresso al locale, ricordo che ho un debito quindi sono 15*1.2=18 galeoni.

    EDIT: avevo dimenticato di aggiungere allo spoiler che Kristofer ha dimenticato il suo colbacco (parbacco!) ai Tre Manici di Scopa. Fatene ciò che volete 😂

    Kristofer usa Impervius sui propri indumenti per evitare che eventualmente l’umidità gli arrivi alle ossa. (neanche fosse mia nonna)
    Avendo ricevuto l’indizio da Logan qui, Kristofer suggerisce di cercare i centauri.
     
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    Ricostruire cos'era stato vivere gli ultimi mesi negli uffici di sua competenza non sarebbe stato un compito banale. Gaspard non ci avrebbe neanche provato, se non per puro gusto di cronaca, ma era certamente un gran vantaggio non doverlo spiegare a nessuno. Il fatto stesso che si trovasse quella notte, sul calare dell'anno intero, a camminare nella neve per raggiungere il punto d'incontro di una missione organizzata in fretta e furia era emblematico di come certe cose, a suo parere, avessero smesso totalmente di funzionare da quando lo Statuto di Segretezza era caduto in mille pezzi. Non biasimava nessuno, nel suo gelido pragmatismo, perché il mondo magico intero si era ritrovato sottosopra senza possibilità d'appello e ancora faticava a trovare un suo equilibrio tutto nuovo. Ma le ricadute di indecisioni, incapacità gestionali e quant'altro erano tutte sulle spalle di chi, come lui, era poi il braccio che eseguiva gli ordini calati dall'alto, per confusi e tardivi che fossero.
    Anche la smaterializzazione si era fatta delicata. Il vago malessere lo coglieva ancora, dopo mezzo secolo di viaggi improvvisi di qua e di là, e col freddo tagliente in cui si era ritrovato al suo arrivo lo colse ancora più intenso, come un colpo dritto alla bocca dello stomaco.
    Gaspard si strinse nel pastrano scuro e con la mano destra si sistemò il borsalino, tenendolo poi dalla falda, sul davanti, mentre a passo svelto attraversava i primi alberi radi che l'avrebbero condotto al luogo d'inizio della missione.
    Fu il primo Auror a giungere sul posto. A colpo d'occhio, non riconobbe alcun collega e la cosa lo agitò un poco. Da un lato, sapeva che di fronte a un pericolo più elaborato sarebbe stato solo con la responsabilità della salvezza dei due uomini già accorsi, dall'altro il tarlo ideologico sull'inefficienza delle Categorie Magiche stentava ad abbandonarlo, specie di fronte ad evidenze così limpide.

    Come ha detto?

    Non aveva fatto che un passo verso i due uomini che udì uno di loro parlare di centauri.

    Gauthier.
    Sono un Auror.


    Si presentò un istante più tardi, con tono calmo ma pronto, perché nessuno pensasse di levargli contro la propria bacchetta.
    Il suo interesse era tutto per l'uomo più robusto e per la sua considerazione che, tra le indagini dell'Ufficio Auror, tutto ciò su cui Gaspard era preparato per dovere, non trovava riscontro.

    Mi prendo il rischio che l'incantesimo di Anthony non sia efficace, altrimenti scrocco del calore.
     
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  7. Arthur Edward Clifford
     
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    [I Tre Manici di Scopa]



    Non era la prima volta, in quarant'anni di carriera, che gli capitava di essere di turno in ospedale proprio durante la notte in cui un anno finiva per lasciare il posto ad un altro nuovo di zecca. E se una volta, quando temeva di perdersi momenti importanti della crescita dei propri figli, la cosa lo irritava, quell'anno invece sarebbe probabilmente andato lo stesso in ospedale per degli straordinari pur di non stare solo a casa ad ubriacarsi con Whiskey Incendiario, oppure in alternativa accollarsi ad uno dei suoi fratelli e le loro famiglie finendo per sembrare lo sfigato divorziato che non riusciva a rifarsi una vita. Sean se ne stava con i suoi coetanei e quello che gli era stato presentato come suo migliore amico - anche se il naso da padre aveva fiutato altro da tempo, mentre Sophie avrebbe passato la nottata ad un magi-pigiama party di piccole Grifondoro, non troppo distante da Londra.
    Dunque, le mura del San Mungo lo aspettavano ed entro un'oretta avrebbe dovuto trovarsi al loro interno per cominciare il turno. Aveva però deciso di uscire di casa un po' prima, così da fare qualche giro d'acquisti ad Hogsmeade per poi fermarsi a cena ai Tre manici di scopa, ché non avrebbe fatto in tempo a tornare a casa per mangiare la cena preparata dal suo Elfo Domestico. Che era bravissimo indubbiamente, ma avrebbe in quel modo approfittato della compagnia dei commensali che, come lui, non avevano un altro posto dove passare quella notte per un motivo o per un altro.

    «Buonasera e buon anno.»

    Esordì entrando nel locale, dove l'aria era decisamente più calda e accogliente rispetto all'esterno visti i fiocchi di neve cadevano copiosi ad imbiancare le strade di Diagon Alley. Si sfilò i guanti e si tolse la sciarpa dal collo, facendo lo stesso col cappellino che indossava. Decise di prendere posto al bancone, così da avere maggiore opportunità di socializzare con qualcuno nel caso in cui ne avesse avuto la possibilità.

    «Vorrei della torta di burro con contorno di foglie di Mandragola. Da bere succo di zucca, grazie.»

    Aveva imparato dai propri errori e mai più aveva toccato una goccia di alcohol prima di cominciare il proprio turno in ospedale.
    Mentre attendeva che la propria ordinazione venisse esaudita, si guardò intorno alla ricerca di qualcosa di indefinito. Notò che v'erano persone di ogni età da quelle parti, giovani e adulti, mentre un colbacco apparentemente abbandonato da qualcuno attirò la sua attenzione.

    «Diamine, qualcuno stasera verrà al San Mungo col cervello congelato.»

    Il freddo e la neve ne combinavano di disastri, troppe erano le caviglie che aveva dovuto mettere a posto per colpa di qualche storta di troppo presa camminando sul ghiaccio scivoloso. La notte di Capodanno, poi, era famosa per tutti quegli incidenti che avvenivano per colpa di qualche mago e strega troppo imprudente, che si divertiva a farsi saltare in aria le dita con i magi-fuochi d'artificio. Sperava soltanto che quell'anno non sarebbero stati troppi.
     
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    I Tre Manici di Scopa



    Ad essere sincero, Elijah non aveva mai davvero capito cosa si festeggi il trentuno di dicembre. O meglio: aveva smesso di comprenderne il senso da quando chiunque avesse condiviso con lui buoni propositi e grandi cenoni era sparito dalla sua vita, lasciando nelle sue giornate un vuoto incolmabile. Sentiva di non aver avuto il potere di far sì che chi lo amava gli restasse vicino, ché non aveva ucciso lui i suoi genitori e non aveva deciso lui di diventare un Licantropo, eppure non poteva che sentirsi in colpa per come aveva gestito tutto. La solitudine era una via che più volte nella sua vita aveva imboccato, finendo sempre col pentirsi di non aver chiesto aiuto; ma questo era uno di quegli errori in cui sarebbe sempre ricaduto, lo sapeva già bene.
    Quindi, mentre tutto il mondo faceva il conto alla rovescia per le ore che li separavano dall'inizio di un nuovo anno, con grandi sorrisi in volto e tanta speranza per il futuro, Elijah aveva l'abitudine di recarsi in un pub e prendersi un bicchiere della prima cosa che stuzzicasse il suo palato, per poi tornarsene a casa e infilarsi sotto le coperte. Nel mentre ripensava a tutto ciò che quell'anno poteva essere andato meglio, tentando di concentrarsi su cose superficiali e non su quelli che erano i veri problemi della sua vita.
    Rispettando la tradizione, anche per il 2022 l'uomo uscì di casa e si materializzò ad Hogsmeade, perfettamente coperto con un grande cappotto, una sciarpa, dei guanti e un cappello di lana. Guardava la neve in terra con gli occhi pieni di meraviglia, capace di trovare in essa la stessa bellezza che ricordava da bambino, quando la osservava mentre giocava a palle di neve con Nicholas e creava grandissimi pupazzi con sua madre.
    Varcò poi la soglia dei Tre Manici di Scopa, togliendosi il berretto e i guanti.

    'Sera.

    Sussurrò, non interessato a sapere se qualcuno lì dentro lo avesse sentito sul serio. Non per maleducazione o particolari animosità, ma per semplice tentativo di non disturbare chi era già impegnato in altre discussioni che non lo riguardavano affatto e in cui, quindi, non voleva entrare. Elijah poteva essere tante cose, ma di sicuro non era indiscreto: si faceva i fatti suoi e non invadeva mai gli spazi altrui, impegnato a curare più il suo di orto che ad osservare quelli dei vicini.
    Così, si diresse immediatamente verso il bancone, poggiando il suo peso su uno sgabello e i gomiti sulla superficie fredda, attendendo che qualcuno lo servisse. A chiunque fosse avrebbe ordinato del Whiskey Incendiario, ché quella sera non voleva fare altro che smettere di pensare e tornare a casa il più presto possibile, per passare un altro, l'ennesimo, Capodanno a ripensare alla vita che non aveva più.
    Sempre che non fosse accaduto qualcosa di più interessante...
     
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    Il cielo era coperto, il vento ululante.
    Le dita gelate stringevano il biancospino con forza, incapace di distinguere ormai la mano di carne da quella di legno.
    I suoi passi sulla neve lasciavano orme e suoni piacevoli ma, nel guardarsi indietro, Augustus si fermò in mezzo alle fronde scrutando ora il cielo, ora il terreno imbiancato.
    Avrebbe cercato di capire quanto tempo la nuova neve impiegava per nascondere i segni del loro passaggio, privando eventuali nemici di scrutarle, seguirle, raggiungerli e dargli i loro migliori auguri di un nuovo anno.
    Una volta giunto sul limitare della foresta, Augustus non si presentò al gruppo, lasciando che la spilla del Ministero della Magia lo facesse per lui: era un Auror, Augustus Barker, uno di quelli che avrebbe dovuto proteggere i civili presenti lì quella sera, almeno in teoria. Sotto mentite spoglie, tuttavia, non era altro che un uomo disilluso in cerca di catastrofi da placare per colmare un animo grigio e appassito dall'impotenza, la stessa che generava la figura fittizia che gli camminava affianco e che soltanto il suo sguardo poteva catturare.

    Inettitudine, Augustus.
    Inettitudine, non impotenza.


    La sua voce era labile come il sussurro del vento ma sapeva colpire il suo petto con la forza di mille lame incandescenti.
    La strada davanti a loro era libera, il cielo madre di nuova neve.

    Tutto tace.

    Nulla al momento sembrava turbare l'armonia di quello scenario invernale, e, sebbene la gran parte dei presenti avrebbe sperato che la situazione rimanesse esattamente in quello stato, Augustus era di tutt'altro parere.
    Quel moncherino non se l'era procurato cincischiando, in fondo.

    Spero che questa spedizione valga la bottiglia di vino elfico che ho lasciato a prendere polvere per essere qui stasera.

    E che Ophelia, la sua adorata zia, avrebbe accuratamente provveduto a spolverare da sé, se Augustus non avesse fatto in tempo a tornare per la mezzanotte.
    Una delle poche minacce che sentiva bruciargli realmente sulla pelle, al di là di ogni segreto che si celava fra le fronde di quella foresta.
    Mosse la bacchetta su di sé, evocando un getto d'aria calda che lo avrebbe protetto dal freddo dirompente di quella sera.

    Calor.

    Edited by Augustus Barker - 2/1/2023, 18:23
     
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    I Tre Manici di Scopa


    Ai Tre Manici di Scopa l'euforia era sempre di casa, soprattutto durante l'ultima sera dell'anno: famiglie, uomini e donne in solitaria avevano scelto la popolare locanda di Hogsmeade per concludere l'ultima serata dell'anno in armonia.
    Ma, fra un tintinnio di bicchieri e l'altro, e una serenata gentilmente offerta da una brilla Madama Rosmerta, chiunque all'interno di quel posto avrebbe sentito e osservato due uomini affacciarsi all'interno dei Tre Manici con evidente preoccupazione e affanno.

    Aiuto!

    Urlò uno dei due mentre con una mano aiutava l'altro dal braccio insanguinato a tenersi in piedi e con l'altra una bacchetta spezzata.

    Sta succedendo qualcosa di strano lì fuori e i nostri amici sono bloccati nella neve!

    Cosa fare? Continuare a godersi l'ultima cena dell'anno sperando si trattasse soltanto di qualcosa di passeggero, o andare e vedere con i propri occhi cosa turbava gli animi di quei due viandanti?

    Due sconosciuti irrompono nel locale chiedendo il vostro aiuto per recuperare i loro amici.
    Scegliete come comportarvi, se seguirli o meno, e il Narratore descriverà quel che accade.
    Il vostro turno scade non appena avrete postato tutti.

    Mavis Nox, Logan Lee Lynch, Elijah Braxton


    Foresta di Hogsmeade


    La neve continuava a cadere sui capi dei quattro avventurieri che avevano prontamente risposto al freddo evocando degli incantesimi protettivi: nessuno di loro sapeva cosa avrebbero incontrato lungo il cammino, per cui era stato saggio proteggersi preventivamente e preservare il proprio fisico.
    E mentre Augustus e Kristofer evocavano difese efficaci ma blande a lungo andare, Anthony aveva usufruito di una magia ben più lungimirante, con Gaspard che ne aveva silenziosamente approfittato.
    Dopo qualche centinaio di metri, due corpi senza vita di unicorni apparvero sul loro cammino a circa trenta metri di distanza l'uno dall'altro. Essi erano circondati da una pozza di sangue che riluceva d'argento, segno di una morte violenta e indotta.
    Nella notte e nella neve tutto poteva sembrare uguale a se stesso e a sempre: solo un occhio più attento avrebbe potuto rivelare macabri dettagli nascosti nei dintorni.

    Scadenza cornice: 6 Gennaio incluso
    In questo lasso di tempo potrete postare tutte le volte che volete indagando o meno su uno o più degli elementi proposti dalla cornice, ad esempio uno degli unicorni morti o il terreno circostante appartenente ad uno dei riquadri della mappa in basso.
    Ogni volta che uno dei vostri PG si concentra su un elemento in particolare dell'ambientazione, il Narratore vi darà il responso di ciò che osservate più attentamente. Inoltre, in base ai vostri Parametri e alle vostre Competenze, otterrete anche delle deduzioni in merito a ciò che osservate.
    In che modo?
    Questa è la mappa del punto della foresta in cui vi trovate. I due elementi osservabili in maniera più evidente sono i due unicorni. Tuttavia, avvicinandovi a un lato o l'altro di quella porzione di foresta, potrete notare ulteriori dettagli.
    Al termine del vostro post, dunque, segnate il numero di cornice verso il quale avanzate (uno per ogni post) e il Narratore provvederà a descrivere ciò che potrete osservare da vicino.

    Avete a disposizione un incantesimo non autoconclusivo a testa e un'azione non autoconclusiva, che può essere il tentativo di analisi di uno degli 8 quadranti proposti.

    Fpci7g0



    Riassunto dei malus e bonus attivi e durata
    Kristofer
    Usa Impervius che lo protegge per 10 suoi post. Tuttavia, essendo una difesa blanda, se non utilizzerà su di sé un nuovo incantesimo per proteggersi dal freddo entro 5 suoi post, perderà 1 Punto Salute.
    -0,5 Fatica

    Augustus
    Usa Calor che lo protegge per 5 suoi post. Tuttavia, essendo una difesa molto blanda, se non utilizzerà su di sé un nuovo incantesimo entro tre suoi post, perderà 2 Punti Salute.

    Anthony
    Usa Aerem, con il quale protegge indirettamente anche Gaspard. Essi possono subirne i vantaggi per sei post a testa.
    -0,5 Fatica (Anthony)
     
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    Ciò che cercavano apparve di fronte ai loro sguardi prima del previsto: due bei bistecconi di unicorni morti giacevano ai loro piedi a pochi metri di distanza l'uno dall'altro. Augustus si piegò in direzione del primo per dargli una breve occhiata, incapace di riconoscere segni o tracce della causa della sua morte, sebbene il sangue che ne contornava i crini lasciava presagire degli scenari tutt'altro che idilliaci.
    Si alzò dunque da terra con un piccolo slancio, portando la mano sana al fianco e lo sguardo scuro sugli Animus del gruppo.

    Suppongo che quei due siano roba vostra.

    Affermò in direzione dei Magizoologi, accompagnando le parole ad un gesto compassionevole del moncherino sulla spalla del rosso, cercando implicitamente di trasmettergli un silenzioso "buona fortuna amico, quelli adesso sono un tuo problema".
    Senza preoccuparsi troppo, allora, Augustus diede le spalle al gruppo, convinto di una sola cosa in mezzo a quel mare di neve e incertezze: quegli unicorni erano morti per una ragione, e qualsiasi ragione aveva sicuramente lasciato tracce del suo passaggio. Il suo compito, allora, oltre che difendere i due esperti in caso di pericolo, sarebbe stato anche quello di cercare segni lasciati dai colpevoli delle cruente uccisioni di unicorni, umani o meno che fossero.
    Si guardò allora attorno in cerca di qualcosa di strano da analizzare più da vicino, preoccupato che la neve potesse avere già cancellato eventuali tracce.
    Sospirando, allora, l'Auror parlò al resto del gruppo come se non si trovassero in una situazione di potenziale pericolo, pronto ad abbandonarli per qualche istante.

    Se state per morire, urlate.

    Così dicendo, Augustus si inoltrò fra le fronde alla sua sinistra, portando verso l'alto il moncherino.
    Con un colpo di polso, allora, lasciò che dal rivestimento venisse fuori la sua bacchetta di biancospino, illuminando la radura circostante con un flebile fascio di luce.
    Non aveva idea di cosa avrebbe trovato fra gli alberi innevati e in cuor suo sperava si trattasse di qualcosa che valeva il suo disturbo.

    Lumos.

    Augustus cerca qualcosa nel quadrante numero 5.
     
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    Nonostante la neve continuasse a cadere lentamente ma costantemente, il suo scudo magico di calore aveva sortito gli effetti sperati, lasciando che fosse l’incantesimo a tenerli al caldo.

    Anthony.

    Si presentò per tutta risposta a uno dei due Auror, tralasciando il mestiere, come se fare il Locandiere al Paiolo Magico potesse essere qualcosa per cui provare vergogna.
    Rivolse un sorriso incoraggiante a Kristofer, lieto che anche Gigaarder avesse risposto alla chiamata: finalmente avrebbero avuto l’occasione perfetta per testare le proprie capacità direttamente sul campo.

    Sì, anche io ho sentito dire che dei Centauri sono stati avvistati in prossimità degli Unicorni morti.

    Diede ulteriore conferma a ciò che aveva sentito Kristofer, domandandosi da chi mai avesse potuto apprendere una tale informazione. Persino il giorno in cui si erano presentati al Paiolo Magico, Anthony non aveva spiattellato una sola informazione al suo collega. Non che non riponesse fiducia nell’ex Tassorosso, ma certe cose era meglio tenersele per sé. Le informazioni riservate, soprattutto dopo un evento come il Felix-Gate, potevano rivelarsi particolarmente utili come tremendamente pericolose, e non era cosa saggia gridarle ai quattro venti.
    Il gruppo, tra i quali spiccavano diversi Auror, si avventurò dunque nella foresta, restando unito e compatto, le bacchette pronte al minimo segnale sospetto. Si sentiva al sicuro in compagnia degli “addetti alla sicurezza”, ma sentiva anche una grande responsabilità in qualità di Animus. Avrebbe dovuto dare sfoggio delle sue migliori conoscenze per poter svelare l’arcano mistero che attorniava la morte prematura di tutti quegli Unicorni. Uno scempio del quale non voleva più sentire parlare.

    E se fossero stati dei Babbani a scoprirne l’esistenza?

    Scartò quell’assurda ipotesi ancor prima di fare altri ragionamenti, ché in quella parte di Scozia un Babbano non aveva niente da vedere. La protezione magica applicata al castello lo faceva somigliare a un vecchio rudere, e qualsiasi Babbano nelle vicinanze era indotto a lasciare quel posto, piuttosto che addentrarvisi. Ma l’idea dell’esistenza di un mercato nero magico nella comunità babbana cominciava a prendere forma nella sua testa, come un tarlo nell’orecchio.
    Non ci volle molto prima che il gruppo si imbattesse in una coppia di Unicorni senza vita. Il cuore ebbe un sussulto, come arrestatosi per qualche istante per vietare alla vista di catturare quella scena orripilante e registrarla indelebilmente nei cassetti dei ricordi.

    Maledizione…

    Sussurrò a denti stretti, mentre una nuvola di vapore abbandonava le sue labbra e le parole di uno dei due Auror giungeva alle sue orecchie echeggiante, come proveniente da molto lontano. Lo vide allontanarsi verso sinistra con la coda dell’occhio, lasciando che fossero i due esperti a occuparsi delle due creature, un tempo fiere e immacolate, ora spente e martoriate da chissà quale male.

    Kristofer.

    Si rivolse al suo compagno chiamandolo per nome, come a voler sottolineare l’importanza di quel momento, ché era tempo di passare all’azione.

    Io mi occupo di questo, tu prova a dare un’occhiata a quello più avanti.

    Gli propose, così che potessero ottimizzare i tempi e analizzare le tracce, se non era già troppo tardi per seguirle, ché la neve non aiutava di certo.
    Anthony si precipitò dunque verso il primo Unicorno accasciato a terra, guardandosi attorno guardingo e cercando di filtrare i rumori della foresta che arrivavano alle sue orecchie. Si chinò dapprima sulla creatura, cercando di scorgere qualche indizio e indagare sul corpo e sull’area attorno. Da tracce di sangue al tipo di ferite che la creatura aveva subito, qualsiasi cosa pur di avere una base dalla quale partire.
    Per aiutarsi con l’indagine, decise anche di fare affidamento alle sue conoscenze in Magia Arcaica.
    Dacché era già chinato sulle ginocchia, si portò la bacchetta all’altezza della bocca, recitando a bassa voce la formula.

    Appare Vestigium.

    A quel punto, eseguì una rotazione di trecentosessanta gradi su sé stesso, aspettandosi di veder comparire, da lì a pochi secondi, della polvere dorata fuoriuscire dalla punta del catalizzatore.
    Anthony indaga nel quadrante n°6 e tenta di lanciare un incantesimo.
    Aerem: post 1 su 6

    Parametri Magici:
    Acume 14
    Empatia 18
    Percezione 21
    Potenza 11
    Tecnica 4
    Volontà 14

    Parametri Fisici:
    Destrezza 16
    Fatica 12 -0.5 = 11.5
    Resistenza 10
    Salute 12
     
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    L’atmosfera ai Tre Manici di Scopa era come sempre familiare e calda. Quella locanda aveva il grande pregio di riuscire a far sentire a casa chiunque vi mettesse piede, strappando un sorriso anche laddove l’umore, per un motivo o per un altro, non era dei migliori. Mavis quella sera aveva deciso di fare un salto nel locale senza alcun tipo di aspettativa. Eppure, più passava il tempo, più l’animo del trasfiguratore si rilassava e rasserenava mettendo da parte ansie, preoccupazioni e insoddisfazioni.

    Fu Logan il primo volto “amico” che Nox vide nei Tre Manici, dove la locandiera era presenza costante e attenta. I due avevano avuto modo di scambiare qualche parola nelle settimane precedenti, quando Mavis conobbe anche Kristofer, uno strano ma simpatico omaccione. L’ex Corvonero ricambiò il saluto della locandiera con il sorriso.

    Buone feste passate, Logan .

    Aggiunse con tono affettuoso prima di esprimere la propria preferenza rispetto al posto che avrebbe occupato quella sera. La scelta, tra tavolo e bancone, ricadde su quest’ultimo anche perché con la coda dell’occhio Mavis intravide un altro volto noto: quello di Elijah. L’incontro con quel ragazzo era stato tutt’altro che banale, ma, superati gli imbarazzi iniziali, Nox era intenzionato ad approfondire – a patto che l’altra parte lo desiderasse – quella conoscenza. Elijah si era diretto senza troppi convenevoli al bancone, così Nox, dicendo a Logan che avrebbe preso posto lì, si avviò in quella direzione.

    ‘Sera Elijah ! Tutto bene?

    Domandò Nox al giovane, noncurante – ma ormai era troppo tardi - del fatto che forse desiderasse stare per fatti propri.

    Per me una burrobirra. Te che prendi?

    Aggiunse prima di mettersi comodo su uno sgabello, poggiando sulle proprie gambe la giacca che nel frattempo si era sfilato.

    A spezzare la quiete, l’irruzione rumorosa di due soggetti all’interno della locanda. Affannati e urlanti, varcarono la soglia dei Tre Manici. Lo sguardo di Mavis finì inevitabilmente su di loro, visto il frastuono. Il disappunto, in un attimo, si fece preoccupazione. Quei due uomini parevano allarmati, se non addirittura spaventati. I loro amici – dissero – erano intrappolati nella neve, perché fuori stava accadendo “qualcosa di strano”. Nox non capì se si stessero burlando di tutti o meno, giacché lui stesso era entrato da poco nel locale e durante il viaggio non si era minimamente accorto del possibile arrivo di una tormenta di neve. Ciononostante, decise di alzarsi. Indossò la giacca e si rivolse a Elijah.

    Andiamo a vedere che succede? Magari gli serve una mano.

    Chiese al giovane prima di dirigersi verso i due avventori rendendosi disponibile ad aiutarli.

    Nox si dirige verso i due uomini e si offre di aiutarli.
     
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    Logan se ne stava in mezzo al locale per svolgere diverse faccende e quando le capitava di intravedere qualcuno fare capolino dall'ingresso, si voltava per salutare il nuovo o la nuova arrivata con modi cordiali e un sorriso gentile che le spuntava dal viso. Così fece anche con l'ultimo avventore che aveva intravisto prima di dedicarsi ad altri clienti, tra cui Mavis.
    Fece quindi per servirli, quando qualcuno chiamò aiuto. Alzò la testa mentre spillava la Burrobirra e intravide due uomini fare capolino ai Tre Manici. Mise immediatamente il bicchiere da parte senza guardare e girò la testa di scatto alla ricerca di Madama Rosmerta, la figura di riferimento del locale e il suo caposaldo in quel luogo.
    La locandiera si avvicinò ai due uomini per soccorrerli quasi senza pensare, notando il braccio insanguinato di uno dei due, mentre l'altro aveva la bacchetta spezzata. Non ebbe tempo di notare che il proprio labbro inferiore era stato pesantemente attirato dalla forza di gravità per lo stupore, perché agì quasi senza pensare.

    Ferula! - disse, agitando la bacchetta appena estratta dalla tasca in direzione del braccio insanguinato.

    Guardò quello che aveva parlato, cercando di ricostruirne una specie di identikit.

    Lì fuori dove? E chi è intrappolato nella neve? Quanti? Come avete fatto a ridurvi così?

    Benché Logan avesse lo stesso carico di empatia di un moscerino morente, non era saggio che gli altri lo scoprissero mentre cercava di mantenere un'immagine per sé e per il locale. Diede quindi uno sguardo a Madama Rosmerta, cercandola ancora per capire che cosa fare.

    Madama Rosmerta, se posso, andrei ad aiutare... - disse, indicando la porta.

    Attese le disposizioni della proprietaria del locale e in caso avesse concesso a Logan di andare ad aiutare gli intrappolati nella neve, la cameriera avrebbe recuperato il proprio mantello al volo per uscire verso la direzione indicata.

    Logan usa Ferula sul braccio insanguinato.
    Prova a fare l'identikit ai due che hanno chiesto aiuto.
    Chiede dove, chi, quanti e come siano rimasti intrappolati nella neve.
    Chiede a Madama Rosmerta se può abbandonare il turno di lavoro per l'emergenza.

    Parametri Magici
    Acume 12
    Empatia 8
    Percezione 18
    Potenza 11
    Tecnica 14
    Volontà 12

    Parametri Fisici
    Destrezza 17
    Fatica 8
    Resistenza 8
    Salute 17
     
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    Era stata una pessima idea recarsi alla locanda quella sera. Non solo perché passare lì l'ultima sera dell'anno era squallido e deprimente, ma anche perché il suo fisico avrebbe avuto bisogno di un po' di riposo dagli accadimenti della sera prima.
    Come accadeva ogni mese la luna aveva infatti richiamato sé tutte le creature della notte, comprese quelle schiave di una maledizione incurabile. Tra queste vi era anche Elijah, che aveva dovuto passare la notte a combattere contro i suoi mostri, preso da una rabbia incontrollabile che si manifestava nella sua forma da lupo mannaro in tutta la sua crudeltà. Non sapeva cos'avesse fatto né gli interessava ricordarlo, ma si era svegliato nella Foresta Proibita nudo e sporco di sangue, con accanto un animale morto. Non sarebbe stato difficile collegare i due eventi, ma Elijah non aveva intenzione di farlo. Non voleva capire di che cosa fosse capace perché farci i conti sarebbe stato difficile.
    Mentre si gustava il suo Whiskey Incendiario e un po' di solitudine, tentando di prendere un po' di forza persa durante la notta precedente, l'uomo notò un giovane avvicinarsi. Non ci mise tanto a riconoscere Mavis, il ragazzo che qualche tempo prima gli aveva dato un mano a seguito di una sua trasformazione, ma un piccolo dettaglio lo stranì: lo aveva chiamato Elijah, mentre lui si era presentato come Sebastian. Che qualcuno gli avesse parlato di lui? Oppure quando lo aveva trovato nella foresta in realtà già sapeva chi fosse? Elijah si allarmò, ma non disse niente.

    Bene, grazie. Solo un po' stanco.

    Non ebbe nemmeno il tempo di ricambiare quella domanda a Mavis che qualcuno entrò nella locanda chiedendo aiuto a gran voce e attirando così l'attenzione di tutti i presenti.
    Alcuni di loro accorsero in suo aiuto, e presto arrivò anche la proposta di Mavis.

    Vengo.

    Non voleva farlo. Il motivo non era egoismo o desiderio di farsi da parte, ma era certo che in quelle condizioni fisiche sarebbe stato più un peso che un aiuto per gli altri; oltre a questo, non aveva con sé nemmeno le sue Pozioni, strumenti che gli sarebbero potuti tornare utili in una situazione come quella. Insomma non si sentiva abbastanza per quel compito.
    Ma aveva accettato comunque perché a chiederglielo era stato Mavis, il ragazzo che qualche settimana prima lo aveva soccorso nei boschi d'Irlanda e gli aveva offerto rifugio e protezione per una notte. Forse l'altro non lo aveva riconosciuto, ché l'aveva chiamato Elijah e non aveva fatto cenno a quanto successo, sebbene non si fossero visti da allora. In ogni caso Mavis gli aveva salvato la vita, ed il primo passo per ricambiare era non lasciarlo da solo in quella situazione.
    Si alzò quindi dallo sgabello facendosi forza con le mani, che, poggiate sul bancone, servirono a fare spinta. Subito dietro al ragazzo si avvicinò agli altri, ascoltando le risposte alla vagonata di domande che Logan aveva posto.
     
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